Meglio entusiasmarmi ogni volta che un grandangolo cada in mia mano, piuttosto del contrario
Ed in effetti mi riconosco nel bambino cui la zia ha regalato le caramelle, quando ho l'occasione di sottoporre a test un obiettivo appartenente alla categoria in questione, fisso o zoom che sia.
La sensazione di impadronirmi dell'inquadratura, abbracciando materialmente angoli di campo sempre più estesi, quanto la tecnologia attuale ormai ci consenta, privi di macroscopici difetti ottico/prospettici e nitidi, contrastati e saturi, francamente mi pare sempre un traguardo superiore all'analoga qualità che possa vantare un teleobiettivo/telezoom, forte della sua connaturata tendenza a scindere i piani prospettici, tanto quanto un wide li mischia e li unisce.
E' con questa predisposizione d'animo che mi accosto all'ultimo nato degli ultrawide zoom di casa Sigma e marchio Art, a garanzia dell'impegno che questa casa si ripromette di infondere nella resa delle lenti appartenenti a questa linea di obiettivi, della quale sono ormai anni che l'importatore italiano ci consente le anteprime di utilizzo che ci permettono di condividere con i lettori di Nikonland i relativi contenuti.
Sigma 14-24mm f/2,8 DG HSM Art: il terzo obiettivo della serie Art a montare l'elemento frontale asferico da 80mm di diametro, comune al 14/1,8 ed al 12-24/4 già sulle nostre pagine nei mesi passati
Presentato il 9 febbraio, lo abbiamo avuto a disposizione da metà di marzo per poterne parlare, considerato il valore di luminosità f/2,8 che i tecnici Art sono riusciti ad ottenere, proprio come il suo naturale concorrente (sulla baionetta di nostro interesse), quella eccellenza che è il Nikon AF-S 14-24/2,8 del quale abbiamo scritto proprio da poco, nonostante stia in catalogo da ormai un decennio.
Ecco lo schema del nuovo Sigma ART: 17 elementi in 11 gruppi, con profusione di lenti speciali, asticella del peso a 1150 grammi, assolutamente in linea con i due fratelli di lente frontale,
forte di prestazioni in termini di MTF nitidezza/contrasto e di valori di distorsione e vignettatura da urlo, (come gia pubblicato nell'anteprima di febbraio), tanto da consentire ai laboratori di assistenza una modifica al paraluce incorporato
che ne consenta l'asportazione, per ottimizzare ulteriormente appunto la potenziale vignettatura a TA
Un gran bell'esemplare di obiettivo, esteticamente e costruttivamente, con questa lente frontale in costante evidenza
assolutamente coerente per dimensioni (9.64cm di diametro per 13,5 di lunghezza), con il resto della truppa dei miei super luminosi Art, in funzione del range focale
munito semplicemente di selettore AF/MF (niente OS, grazie alla luminosità)
messa a fuoco minima a 24/26cm dal piano focale
contattiera della CPU a dieci elementi
anno di progettazione, come consueto, su retro del barilotto metallico,
e flangia per la baionetta con sole tre viti di fissaggio, come avevo già notato nel 135/1,8, invece delle solite quattro degli altri Sigma Art... chissà perchè mai.
In questo test, nel quale mi sposterò tra Sicilia e Malta, utilizzerò per questo imponente widezoom la mia nuova Nikon D850
con la quale il Sigma 14-24 Art forma un insieme che di certo non passa inosservato,
alla pari dei risultati fotografici
che ho la franca impressione possano alla fine derivarne...
E Luce fu, titolo di questo articolo non è riferito in assoluto a Sigma, capace di luminosità ancora più sfidanti su widezoom come il suo 24-35/2 o sul fisso da 14/1.8, quanto al range focale di questo zoom, quei 14-24mm che fin dalla presentazione del Nikon AF-S furono considerati essere il limite in basso per la triade di zoom professionale insieme a quei 24-70/2.8 e 70-200/2.8, a costituire il corredo tipo per chi rinunciasse alle focali fisse, pretendendo da questi tre zoom analoghe qualità in termini di nitidezza, contrasto e distorsione.
E Sigma si cimenta su questo campo minato per la prima volta, con alle spalle l'esperienza recente del 12-24/4 che monta analoga lente frontale, rinunciando a 2mm di focale ma puntando alla realizzazione di quella luminosità f/2,8 che per molti costituisce un must irrinunciabile anche su angoli di campo come i 114°-84° del range di questi zoom.
Anche se incomba un parallelo con l'unico concorrente di questa categoria, il Nikon AF-S di cui abbiamo già scritto, questo articolo non vuole essere un confronto diretto tra questi due zoom, per ovvie ragioni legate alla data dei due progetti, dalla qualità attuale dei sensori cui il Sigma (presentato con baionette Nikon, Canon e Sigma) viene destinato, dal mutato gusto degli utenti in questi ultimi dieci anni, riguardo criteri come saturazione cromatica, distorsione, postproduzione.
In ognuno dei campi appena citati il nuovo Sigma Art 14-24/2,8 sembra voler segnare nuovi parametri: complice il sensore prodigioso della Nikon D850 e senza neppure aver avuto il tempo e la azienza di profilarlo su Lightroom prima di cominciare a scattare, ecco come quest'abbinata mostra di volersi comportare in luce diurna brillante e con soggetti cromaticamente "vispi"
e per sgombrare il campo da ogni equivoco, in ordine a nitidezza e distorsione , ecco due ritagli della foto precedente (file originario da 8256x5504) 17mm ISO64 t/125 f/11
al centro immagine
(2333x1555) con un dettaglio degno di un 50mm di buona qualità
e a bordo immagine (sx)
(1415x944) sul quale nonostante apertura f/11 ritengo sia difficile non essere concordare sull'eccellenza del risultato
Per "par condicio" allora mi pulisco subito la coscienza, pubblicando questa immagine... dalla quale si evince subito il peggior nemico di questa realizzazione Sigma, ossia il flare in controluce diretto, solamente alla focale di 14mm...
ma se scatto nelle medesime condizioni ad altra focale (qui 19mm)
la macchia non c'è più... niente più flare... come per magia:14mm (con flare)20 mm24mm
Evidentemente sono questi i limiti del rapporto tra luminosità e focale rispetto la pazzesca lente frontale che, trasferita sul 12-24 Art meno luminoso di uno stop, vengono risolti invece eminentemente.
Voleste usare questo zoom prevalentemente a 14mm siete avvertiti: disporre di f/2,8 ha comportato un problema che sul fratello minore (o maggiore) 12-24/4...viene fisicamente eliminato !
la situazione varia anche in funzione dell'orientamento orizzontale (come sopra) o verticale
Delimitato l'ambito del problema, andiamo a vedere come si comporta nelle situazioni di ripresa e di luce delle più varie questo zoom montato su D850:
brillante con luce brillante, restituisce colori squillanti. Certamente non neutro come caratteristica principale del suo antagonista Nikon,
con colori omogenei...pure
questo Sigma Art non restituisce tonalità pastellate, ma molto dense e contrastate, specie in presenza di colori complementari
le masse di blu e di verde sono il suo pane quotidiano, come tradizione da Sigma lens
in luce diffusa non impasta i soggetti, specie sul piano di messa a fuoco (nonostante un f/medio qui utilizzato)(crop)
In condizioni di luce filtrata con picchi di alte e basse, complice la latitudine di posa del sensore, consente risultati di elevata qualità
Negli interni e ad ISO adeguati fa il suo dovere, anche se il VR già assente sul Nikon, anche su questo Sigma Art avrebbe dato il suo utile contributo nel contenere gli ISO
(ISO 1000) (ISO 2500)
anche a tutta apertura la leggibilità dei particolari su piani diversi da quello di messa a fuoco, grazie all'ampio angolo di campo, si manifesta ben più che accettabile
anche in foto di rapina in condizioni non ufficiali, come queste
E la caratteristica distorsione prospettica da superwide, diventa ingovernabile quando non si possa elevare a sufficienza il punto di ripresa rispetto al soggetto inquadrato, fisiologica...
connaturata al genere di fotografia praticabile con ultrawide come questi, mirante a includere ed accomunare, piuttosto che a distinguere.
talora grottesca (stitching di 15 fotogrammi)
altre volte, a mio avviso, suggestiva se opportunamente gestita
per poi diventare addirittura utile quando gli spazi, interni, si facciano angusti e si desideri ... raccontare
In ogni caso questo Sigma Art si adatta ad ogni situazione di ripresa, in ognuna lasciando la propria impronta cromatica.
Malta è un isola ricca di contrasti, specie tra i monumenti, appartenenti ad ere e tradizioni decisamente differenti tra esse ma in qualche modo sovrapponibili e questo genere di obiettivo sembra fatto apposta per metterli a confronto
il megalitico Parlamento di Renzo Piano (2008)
e il megalitico complesso monumentale di Hagar Qim (3600 aC)
con il suo..."Parlamento" (dal foro al centro dell'immagine, nel solstizio d'estate, passava un raggio di luce che illuminava l'altare della prossima immagine)
(crop)... per chi pensa che f/2,8 su di un superwide non basti comunque a staccare i piani prospettici
Chiesa dell'Assunta, Mgarr, 1948
a poche decine di metri, Tempio di Ta Hagrat 3600-2500 aC
con flare... indovinate a che focale...? 14mm
Tutti i campi archeologici preistorici maltesi sono dichiarati dall'UNESCO Patrimonio Culturale per l'Umanità e costituiscono un anello fondamentale per la comprensione dei fenomeni migratori del Mediterraneo, alla base dello sviluppo della nostra civiltà.
Purtroppo al mausoleo sepolcrale di Hal Saflieni, visita del quale avevo prenotato (e pagata) da quattro mesi, non era consentito fotografare e le suggestioni vissute nei tre livelli di scavo, recentemente restaurati e tenuti in atmosfera protetta (gruppi di non più di 10 visitatori a turno) le ho registrate con gli occhi e nella mente, come fa ogni fotografo che si rispetti, ben prima di scattare. In compenso, a poca distanza, in pieno abitato,
i templi di Tarxien, dello stesso periodo degli altri prima illustrati, anch'essi protetti da una struttura tensiostatica, riportano, grazie al Sigma 14-24/2,8 Art ed alla mia D850 alle medesime sensazioni poco prima, nell'ipogeo, provate.
tutte queste strutture maltesi, cilindriche, erano originariamente fornite di lastroni di copertura, rastremati, fino a fornire il riparo necessario dalle intemperie della terra del vento
le strutture megalitiche venivano tagliate senza l'aiuto di metalli, ancora non in uso, e trasportate con l'ausilio di mezzi simili a quelli dei costruttori delle piramidi egizie
i decori consistevano prevalentemente di motivi a spirale,
specie negli affreschi parietali, dando con le torce a mano utilizzate per l'illuminazione interna, un effetto di movimento
così anche con bulinature ravvicinate come si può ammirare nei megaliti di Mnajdra, a seguire i templi prima visti di Hagar Qim
impressionanti gli architravi per dimensioni e pesi che spesso superavano le decine di tonnellate
così come gli impiantiti delle stanze sacrali, con la presenza di altari...
e di figure gigantesche antropomorfe ed obese, non sempre femminili (come imponeva peraltro la società matriarcale dell'epoca), a simboleggiare abbondanza
numerose le statuette votive ed i reperti minuti conservati nei musei dell'isola,
a partire dalla famosa statuetta della dea dormiente trovata nell'ipogeo di Hal Saflieni, sempre risalente ad un periodo databile intorno al 3300 aC
(qui fotografata al buio pesto a 1/30" a 16mila ISO con un teleobiettivo)
Spero di non essere stato prolisso, ma ritengo che siti come quelli che ho già visitato una prima volta a Malta e che son tornato a rivedere ed implementarne la conoscenza con altri che la prima volta non ero riuscito a visitare, diano il senso alla mia attività di fotografo delle vestigia delle civiltà dalle quali sento di provenire e che mi infondono sensazione di potenza incomparabile a quella delle civiltà moderne, nonostante le armi, semplicemente dotate di una enorme forza di volontà, sconfitte solo dal Tempo...che non è tuttavia bastato per eliminarne del tutto le tracce.
Tornando in Sicilia e nello specifico, alla valutazione dello zoom, se qualcosa abbiamo fin qui tralasciato sono forse solamente le caratteristiche complementari, come distorsione e vignettatura
Per ciò che riguarda la distorsione, io per quanti sforzi faccia, mettendomi ben perpendicolare a soggetti utili a evidenziarne, non riesco proprio a trovarne...
forse a 14mm in questa immagine un pò di cuscinetto... ma temo siano più i dolci di Erice in vetrina a farla...ingrassare, piuttosto che lo zoom
Certo... se vogliamo ottenere che il soggetto di questa immagine sia a squadra come Pitagora comandi... dovremo rinunciare a parte dell'inquadratura, trasformandola in un quadrato... ma se poi la pazzia riprenda la nostra mano, con quasi certezza giocheremo a distorcere prospetticamente, inclinando la fotocamera, a riempire lo spazio in basso a 14mm
allontanandoci per ottenere la stessa inquadratura...
a 16mm...
e poi ancora...
a 18mm
Oppure, al contrario, dallo stesso punto di ripresa, zoomando e reinquadrando per dare un senso (se un senso possa avere) alla nuova focale a cui scattare
14mm
approfittandone per definire il limite a cui poter avere definizione senza eccesso di diffrazione nei due seguenti crop, rispettivamente a:f/22ed f/11
che resta il diaframma più chiuso a cui spingersi prima che ai successivi si manifesti chiaramente diffrazione a diminuire la nitidezza dei particolari dell'immagine.
In quanto alla vignettatura, chiaramente fisiologica in una lente frontale di quel diametro e curvatura, per quanto possa essere una lente asferica, si comprende l'intento dell'eliminazione (pericolosissima per possibili urti) del paraluce a petalo incorporato, ma solo per chi desideri mitigare parte del bilancio di questa caratteristica che a Ta nel paesaggio avrà un'influenza relativa rispetto ad altri generi
più incisiva su certi soggetti
e su determinate inquadrature, forzate,
piuttosto che in situazioni meno ...sensibili
o in quelle dove sia connessa, la vignettatura, alla resa dell'inquadratura
recuperabile in PP, peraltro...
rispetto a situazioni, come la street photography, dove è di certo il male minore, sempre che il soggetto abbia un senso
in luce omogenea meno avvertibile, anche a TA
piuttosto che in luce mista, pur se con diaframmi medi
Insomma è stato un bel divertimento aver a che fare con l'ultima proposta Sigma Art nel campo dei superwide (c'è chi sta cominciando a piangere, perchè considera wide un 85mm...) ma l'ultima parola da scrivere su questo bello ma costosetto zoom (mediamente 1242 euro) sarà l'analisi dei suoi:
pregi
- brillantezza, contrasto, nitidezza le sue doti evidenti
- motore HSM velocissimo e silenziosissimo
- omogeneità centro-bordi per il dettaglio nei particolari
- distorsione inavvertibile
- assenza di flare a partire dai 15mm
- costruzione, materiali e struttura IF
- cromaticamente emozionante
difetti
- peso e dimensioni: con tre Sigma Art bisogna far riprogettare le borse foto
- vignettatura avvertibile anche a diaframmi intermedi
- flare a 14mm, eccessivo
- assenza della stabilizzazione OS che aiuterebbe in determinate situazioni a restare ad ISO bassi
La somma dei quali probabilmente determina il nuovo riferimento nell'ambito degli zoom f/2,8 di questo range di focale: per il mio personale gusto e la mia usuale tipologia di soggetti.
Ringraziamo ancora per il supporto e la disponibilità manifesta.
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2018
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