Ho la fortuna di poter scegliere con che obiettivo scattare una foto e siccome il tempo da dedicare a cio' non mi bastera' mai e neppure tutte le cose che vorrei tenere insieme nelle mie inquadrature, il piu' delle volte sulla mia baionetta F faccio sdraiare un grandangolare.
Sigma Art mi vizia e mi intriga da un po' di tempo, grazie anche alla fortuna della nostra amicizia con il suo distributore italiano
al quale facciamo i complimenti tanto quanto in altre occasioni, ci capita di esprimere dissenso da alcune scelte della Casa Madre (ovviamente indipendenti dalla loro volonta'), nella speranza di sentirci un piccolo spicchio (che e' piu' di un granello) della grande torta trans-brand, composta dagli appassionati di questa linea di obiettivi.
Ed e' grazie alla buona amicizia con Mtrading che ho avuto a poca distanza di tempo dalla disponibilita' di un 14/1,8 del quale ho parlato in questo articolo, nel quale l'avevo utilizzato sul Foveon della Sigma sd4H in un connubio ideale (rispetto al progetto primigenio) ma incompleto in relazione alla ridotta copertura ingenerata dal taglio 1,2x del formato sensore di quella mirrorless.
Mi era rimasto il cruccio di non averlo potuto provare sul pieno formato della Nikon D810 ma, appena si e' resa possibile questa congiunzione astrale, in un breve lasso di giorni durante il mio viaggio di inizio ottobre in Salento, sono riuscito ad ottenerlo ed a metterlo alla prova in tutta la sua capacita' dei 114° di angolo di campo di cui e' capace!
Non si tratta solo di quanto spazio stia dentro un wide simile, non solo quantita', ma sopratutto della qualita' di immagine ingenerabile con un range di aperture di diaframma che spazia dal luminosissimo ed inedito (ancora una volta una prima assoluta dai Sigma Art) f/1,8
dove oltre a nitidezza e correzione cromatica deve essere messa in conto pure la piacevolezza dello sfuocato
agli f/16 del tutto nitido da mezzo metro ad infinito
Uno schema complesso e di pregio, formato da 16 lenti in 11 gruppi
ed una maneggevolezza limitata solo dal peso (ovvio dati i materiali della linea Art) di 1120grammi, non dalle dimensioni, certamente ingombranti, ma non per questo proibitive del nostro grandangolare estremo tra i fissi Sigma, casa che della correzione delle aberrazioni cromatiche fa giusta bandiera,
non certo da adesso
Il mio tour in Salento ed in Valle dell'Itria e' durato piu' a lungo dei giorni nei quali ho potuto usare il 14mm Art, prima di doverlo rispedire per tempo ad Opera (MI), dove serviva per un Sigma Day, ma in quei giorni sono riuscito ad utilizzarlo in giornate luminose, nelle quali, insieme agli spettacolosi ISO64 della mia D810, ha dato il meglio della propria nitidezza e cromia in salsaNikon.
Ostuni, Cisternino, Otranto, Lecce, Gallipoli, Alberobello e dintorni si prestano con i loro contrasti cromatici ed i quartieri piu' levantini che si possano godere in Italia a mettere a proprio agio le curve della lente frontale asferica da 80mm di questo Sigma Art 14/1,8 e a prestare spazio ad architetture reinventate dai 114° di questa focale, al netto delle distorsioni prospettiche da inquadratura dovute al fatto di non potere sempre trovare la giusta posizione di ripresa rispetto le dimensioni (in altezza sopratutto) dei soggetti inquadrati.
Ma un superwide e' anche fantasia allo sbaraglio, senza i lacciuoli dell'ortogonalita' delle regole auree di inquadratura: cosa per la quale non tutti possono trovarsi a proprio agio con ottiche esasperate come questa.
Che restituisce da uno dei suoi angoli una piazza intera, ombre comprese,
alle quali anche riesce a dare comunque dignita' di soggetto
a suo agio ovviamente negli interni a tutta apertura, sfruttando la capacita' di un superwide di consentire a mano libera tempi ben piu' sfidanti di questo 1/30" a soli 160 ISO
tanto quanto intrigante anche nelle altrimenti "severamente proibite" inquadrature verso il basso,
dove ogni intreccio di linee di fuga, provoca movimento
mentre nelle riprese in bolla, tutte le forme riprendono coerenza
senza accenni di deformazioni a barilotto, come ci si potrebbe aspettare
e con una capacita' di lettura del dettaglio fine
anche ad ingrandimenti elevati come in questo crop 3X
La differenza di prospettiva data da riprese a distanze relativamente poco differenti
forniscono a questa focale risultati assolutamente non sovrapponibili, pur nel rispetto delle caratteristiche prospettiche dell'obiettivo, sempre corrette anche a TA
ma la differenza di nitidezza e' percepibile gia' tra gli f/1,8
e la chiusura di un terzo di stop, a f/2
che e' poi il mio diaframma preferito alle brevissime distanze per questo Sigma Art
insieme all'intermedio f/4
che oltre a staccare sufficientemente dallo sfondo il soggetto
lo rende comunque intellegibile in toto
dove ad f/2 si operi invece una radicale tridimensionalizzazione del piano di messa a fuoco
oppure un accorto contenimento del rumore ad ISO accettabili in condizioni di luce molto bassa
oppure ancora, in notturna a luce ambiente, dove quest'obiettivo conserva intatto (insieme al sensore della D810) tutto il suo enorme potere risolvente
e per quanto sia stato tentato di lavorare spesso a TA
il perfetto bilanciamento di pesi tra obiettivo e Nikon + BatteryGrip, consente di esagerare abbondantemente di diaframma anche in condizioni difficili, in interni a mano libera
destinando gli scatti alla massima chiusura di f/16 alle condizioni nelle quali si renda necessario accostare in modo comprensibile elementi molto distanti tra di loro,
come la bandiera dell'UE insieme al faro di Santa Maria di Leuca, uno dei lembi estremi del continente, piegati apposta alla logica dell'inquadratura comune, nonostante le distanze,
meglio gestite cercando di ottenere nella composizione la maggiore planeita' possibile
lasciando invece ai diaframmi intermedi ... l'ordinaria amministrazione...
La luce di mezzo ottobre salentina fa la sua brava parte, tra sensore e lenti asferiche, restituendo sfumature di luci e ombre attese
appena il sole spunta tra le nuvole si cambia subito registro
restituendo informazioni accettabili anche tra gli estremi di gamma
quando non in piena luce, senza porre problema alcuno in postproduzione
tra i torrioni delle cittadelle fortificate, come Otranto, avamposto verso l'Oriente
nessun timore neppure in controluce, dove ancora una volta lodo l'estrema correzione per evitare del tutto flare e ghost
(se questi possano dirsi difetti in controluce diretto e a f/16... CHAPEAU!!!)
così come in luce diretta, il 14mm Art non cede neppure qui alla diffrazione
e se la mano ogni tanto manca nella correzione a mirino delle linee cadenti
(colpa dell'Ape apparsa all'improvviso...)
in determinate condizioni parecchio difficili, come nel caso della ripresa del Duomo di Lecce e del suo campanile, si deve scegliere tra il tutto
oppure accontentarsi di una parte...
ritagliando in PP...
Pure nelle ombre coperte il comportamento del 14/1,8 e' ottimo: se la foto sia necessaria, c'è...
e tante volte la situazione in ombra e controluce (con 114° di angolo di campo ci si trova spesso in controluce) non e' da meno di quella col sole alle spalle
ove poi, grazie alla qualita' della luce, questa situazione atipica (se non controindicata) per moltissimi obiettivi, non si traduca nella soluzione migliore
Voglio concludere questo test ontheroad con le foto del posto più caratteristico di Puglia e probabilmente uno dei più caratteristici del pianeta, che si trova a poca distanza tra Bari e Brindisi, in Valle d'Itria:
Alberobello con i Trulli, le caratteristiche abitazioni della popolazione, oggi trasformato in attrazione turistica, ma che conserva quasi per intero il senso e la originalità del luogo che fu,
nonostante calamite, ristoranti, magliette e tessuti handmade, rigorosamente filati sui telai di quattrocento anni fa, tramandati di generazione in generazione e ancora oggi attivi
ristoranti "tipici"
visitabili, alcuni, anche all'interno...
la vecchietta non desidera essere ripresa: e ci credo, con migliaia di visitatori al giorno...
finti trulli...
Il tutto per concludere come gia' alcuni mesi orsono: neanche stavolta sono riuscito a trovare difetti !!!
- Poca distorsione anche alle brevissime distanze, comunque mai deformante i soggetti, qualsiasi siano
- Diffrazione invisibile
- Vignettatura irrilevante anche su sensore FF
- Flares, ghosts e UFO in controluce, ridicoli per forma e dimensioni: facilissimi da eliminare in postproduzione...
Davvero un eccelso lavoro negli strati di antiriflesso della gigantesca lente frontale
Grazie ancora una volta a
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
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