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  1. Eccolo qua, di fianco al Nikkor Z 70-200/2.8 S VR, al quale da i punti in termini di passo filtri : 82mm contro 77mm. Impegnativo e importante Non è certo un obiettivo che passa inosservato. In questi mesi l'ho usato quasi sempre insieme al 70-200/2.8 e sinceramente le modelle non si accorgevano che stavo usando un obiettivo differente. montato sulla Z7 II è decisamente impegnativo Eppure in mano sta benissimo, senza pesare o renderne difficoltoso l'uso. anche con il bel paraluce a petali, perfetto ed efficiente, dotato di pulsantino di sgancio come gli zoom professionali in mano è un bell'oggetto, non si può scambiare per un "cinquantino", termine odioso, considerando quanto sia nobile la focale "normale" la finitura è di classe, ben si abbina al sistema. In termini costruttive è al pari di 70-200/2.8, 24-70/2.8 e 14-24/2.8. Solo un filino dietro all'irraggiungibile 58/0.95mm Noct. Nell'uso ho trovato molto comoda sia la ghiera interna programmabile (che io abbino alla sensibilità ISO in modo da poterla variare facilmente, visto che in generale scatto in Manuale con diaframma sempre aperto e tempo pre-definito) e il pulsante Funzione (che io associo all'inserimento della modalità di tracking per i momenti in cui l'autofocus delle mie Z mi fa cilecca ...). Insomma, saranno tanti i soldi che Nikon chiede per questo obiettivo. Ma in termini costruttivi non hanno lesinato. Per altri scatti vi rimando all'unboxing che ho fatto al momento in cui mi è arrivato : Basta un filo di luce Come sapete io non testo gli obiettivi con le mire ottiche, i muri o sparando contro al sole per vedere l'effetto che fa. Gli obiettivi li uso. E pur in un clima non particolarmente favorevole anche solo ad uscire di casa (parlo sia del meteo quanto di quell'affare invisibile che se non stai attento ti manda all'ospedale o al camposanto) l'ho usato parecchio in set professionali con modelle internazionali e luce sfidante. Sono oltre 11.000 scatti secondo il conteggio di Lightroom. Tanto sono bastati a farmi capire sia la firma di questo apparecchio, quanto le modalità in cui sfruttarlo al meglio. E' corretto, praticamente privo di difetti ottici. Ma la caratteristica funzionale più importante è la possibilità di usarlo praticamente sempre tutto aperto. Che poi è l'unico motivo per cui uno debba spendere 2.000 euro in più di quanto costa il bellissimo Nikkor Z 50/1.8 S che il suo lavoro come 50mm lo fa e lo fa bene. Scomodare un 50/1.2 che è grande quasi quanto il Noct o più grande di un 24-70/2.8 S ha senso solo se siamo in condizioni di luce ridotta e vogliamo (non dobbiamo) scattare ad f/1.2. E allora, pur con un filo di luce, lui ci ripaga di tutto lo sforzo. Dello sforzo economico per comprarlo. Dello sforzo per portarlo in giro. Del volume che è necessario dedicargli in borsa. Z7 II, 50/1.2 S, f/1.2, ISO 80, 1/250'', luce disponibile. Non servono luci artificiali. O se servono, basta un filo di luce, giusto per caratterizzare l'immagine e non lasciarla definire da se. ISO 64, 1/320'', f/1.2, Z7 II, luce da una finestra lontana Attenti perchè pure in interni, se arriva il sole, 1/8000'' non bastano per tenere tutto aperto il diaframma, nemmeno ad ISO 64. Dietro succede quel che deve succedere è affar suo, non nostro. e se non raggiungiamo i limiti del fantastico Noct Nikkor siamo certamente in quella categoria, non in quella del pur ottimo 50/1.8 S. Lo sfuocato è continuo, dal soggetto verso di noi e dal soggetto verso l'infinito. Il piano di nitidezza è elevato ma non esagerato. Proprio per mantenere fluido e continuo il passaggio tra i piani. Piani che non esistono nella realtà, sono sfumati. Ma senza fanfaronerie da cino-Summilux. Questo è un obiettivo moderno, solo che è pensato per palati fini. Non è un obiettivo per tutti Costa un terzo del 58/0.95 e costa 5 volte il 50/1.8 S. Ma a prescindere dalle dimensioni del proprio portafogli ci vorrebbe solo un pò di onestà. Certo lo si può montare sui tubi e fare foto oniriche come queste oppure utilizzarlo come un qualsiasi altro 50mm, per fare istantanee o cartoline. Ma in tutta franchezza, sarebbe uno spreco. E' un obiettivo da artisti e chi se ne serve, dovrebbe essere (o voler diventare) un artista. Insomma, non dipende dall'assegno che potete compilare ma dalla vostra capacità di impiegarlo per come è stato concepito. Esattamente come il Noct Nikkor 58mm. Dal quale si stacca per l'assoluta comodità di un autofocus veloce e preciso, specie con l'ultimo aggiornamento firmware messo a disposizione da poco per Nikon Z6 II e Z7 II. Insomma, vedetela come vi pare, io vi sto solo dicendo quello che penso. Conclusioni Non mi dilungo oltre, credo che si sia capito cosa intendo. Mentre vi rimando alla galleria dove ho messo un centinaio di foto, praticamente tutte ad f/1.2 in luce disponibile : vi riepilogo il mio pensiero al riguardo : PRO lo attendevamo da oltre trentacinque anni. Certo avevamo già obiettivi f/1.2 ma tutti a fuoco manuale. Questo è autofocus : e che autofocus ! sostanzialmente privo di difetti ottici. Che siano corretti via software, in parte o per lo più a me non sposta nulla, perchè conta il risultato nitido quanto basta pur con una profondità di campo irrisoria ha un campo di sfuocato onirico che se non raggiunge quello del 58/0.95 è certamente più simile a quello che a quanto possono fare gli altri 50mm per Nikon inaugura - credo e spero - una nuova classe di obiettivi superluminosi Nikon cui non vedo l'ora si aggiunga al più presto un fantastico 85mm anche più bello di questo pur nelle sue dimensioni e peso ragguardevoli, si usa agilmente, quanto usereste un "normalissimo" 24-70/2.8 S ... Contro sul prezzo non discuto. Costa "una cifra" ma ognuno sa cosa fare dei propri risparmi ! ma dimensioni e peso sono oltre i massimi della categoria di questi e di altri tipi di obiettivo. Insomma non è né un obiettivo da passeggio né un oggetto che si porta fuori senza ponderare bene perchè occupa in borsa lo stesso spazio di un 70-200/2.8. la focale è quella che è : 50mm sono al confine di tante cose. Non si può nascondere che il ritratto ravvicinato col 50mm ha caratteristiche da grandangolare, non da obiettivo da ritratto. sebbene io abbia un riscontro di fuori fuoco assolutamente marginale nella massa dei miei scatti, meglio scattare una foto in più che una in meno. Specie se il vostro soggetto è "vivace". f/1.2 è maledettamente poco per centrare bene anche se vi state concentrando per non oscillare sulle gambe. Ma se a voi piace "dipingere" i vostri pixel anziché ottenere "scientifiche" copie conformi di quanto state vedendo, allora la scelta è obbligata e vi ho detto tutto !
  2. Il bilanciamento del bianco é una delle grandi conquiste del digitale. La possibilità di misurarlo con precisione in fase di scatto ma soprattutto, quella di modificarlo a piacimento in fase di sviluppo dei file RAW dà vantaggi notevoli e grande flessibilità operativa. Le nostre Nikon hanno maturato prestazioni elevate in termini di valutazione automatica e il fotografo può lavorare fidandosi di quello che fa la macchina, al netto della possibilità di pre-misurarlo caso per caso a seconda delle condizioni di scatto. Ma la nostra Nikon resta responsabile solo dell'eventuale jpg prodotto oncamera perchè il file NEF viene poi consegnato all'ambiente software che usa il fotografo per le successive elaborazioni. Se nella mia esperienza con le ultime reflex ho visto una discreta rispondenza tra i vari ambienti più diffusi, con le Z sto verificando evidenti differenze di valutazione di cui secondo me bisogna imparare a tenere conto se si vogliono lavorare correttamente i propri file. Per chi non è avvezzo a queste tematiche, anticipo che non riguardano chi fotografa scattando in jpg. Per questi fotografi basterà valutare bene il bilanciamento del bianco in fase di scatto per avere jpg il più possibile corretti. Con le Z è facilissimo fare una premisurazione. Basta stare attenti che non cambino le condizioni di luce mentre si scatta e il risultato sarà più o meno prevedibile. Semplicemente perchè sarà la fotocamera che si incaricherà di elaborare le informazioni di colore in base al bilanciamento del bianco impostato. Con i NEF le cose cambiano, anche perchè la fotocamera non passa valori esatti all'ambiente di sviluppo, perchè ogni software house elabora queste informazioni in base ai propri aloritmi, deducendole dalle informazioni presenti nel file. Nel software - ogni software - vengono poi messi a disposizione due cursori per la regolazione del bilanciamento del punto del bianco. Con uno si regola la temperatura colore propriamente detta (misurata in Kelvin) con la possibilità di bilanciamento tra tono caldi (il giallo) e toni freddi (il blu) a seconda che si alzi o si abbassia "la temperatura". Con l'altro invece si regola la tinta, ovvero la miscelazione di verde (verso sinistra) e rosso (verso destra). Se in un paesaggio la regolazione può essere basata sostanzialmente sul gusto (anche se ho visto qui online cieli nostrani di un indaco che sembra pennellato a blu di prussia e certi verdi altrettanto blu ...) nell'incarnato delle persone e più in generale nella riproduzione di colori reali, specialmente in interni, diventa più importante. Con il contagocce possiamo far bilanciare i due parametri al software, scegliendo un punto neutro. Riprovando magari più volte arriviamo ad un punto soddisfacente. Possiamo anche fare uno scatto, fotografando sotto alla luce dell'ipotetico set (anche in esterni) un cartoncino grigio o un colorchecker e poi bilanciare quello. Il software imposterà i due valori di temperatura e di tinta che potremo eventualmente estendere automaticamente a tutte le altre foto scattate in quelle medesime condizioni di luce. Fin qui la teoria generale, anziamo al caso in questione che riguarda le nostre belle Nikon Z. Usando io in generale i software Adobe, sia Adobe Camera Raw che Lightroom aggiornati, ho notato subito che se la temperatura colore più o meno corrisponde a quella effettiva (verificata con il mio termocolorimetro Sekonic), il valore di tinta tende parecchio al verde. Con valori notevoli per la Z7 e con valori importanti - nella stessa luce - per la Z6. E' il caso di questa foto, scattata in interni in una stanza completamente bianca e senza dominanti, illuminata attraverso una finestra con la luce esterna ... bianca (cielo coperto), e il bilanciamento del bianco della Z7 impostato su automatico/preserva luci calde (A2) temperatura colore coerente con l'ambiente (non bianco sbiancato con sbiancanti esagerati ... cioé sostanzialmente l'azzurrino chiaro che oramai i nostri occhi scambiano per bianco ma bianco reale). Ma valore di tinta in correzione -17 punti di rosso. Con la Z6, medesime condizioni e impostazioni : temperatura allineata più o meno nella normale varianza e di scarto, ma valore di tinta esageratamente virato sul verde, come a modificare una dominante rossa inesistente. Intendiamoci, con queste correzioni - già adeguate e confermate dall'uso del contagocce per il bilanciamento automatico dentro ACR - le foto paiono corrette. Ma se proviamo ad allineare le impostazioni tra le due macchine, le immagini della Z6 ci diventeranno tutte così : con una sfacciata dominante magenta, mentre la scena - io vi garantisco che ero presente - era sostanzialmente ... priva di dominanti, forse di una tonalità un filo avorio, ma né verde né certamnte magenta. Quindi dopo i primi tentativi ho accettato di non poter allineare che per la sola temperatura colore le foto di Z7 e Z6 scattate nelle medesime condizioni. Non contento, in studio a casa ho provato a fare degli scatti in condizioni controllate, illuminando la scena con un LED e misurando temperatura e tinta con il termpocolorimetro. La lettura, ripetuta più volte, ha dato una misura di 4380 K con una tinta di -2. Nella mia esperienza, tranne quando si usano luci colorate o pareti colorate di tinte ... improbabili, la variazione della tinta misurata non si scosta di più di +/- 5 punti. E tanto mi aspettavo. Fatti gli scatti li ho aperti con ACR. Ed ho verificato, per la Nikon Z7 un valore sostanzialmente allineato sia di temperatura che di tinta : .... per la Nikon Z6 una temperatura accettabilmente simile ma una tinta ancora molto sbilanciata a sinistra (-27 !) che allineata al valore della Z7 produce un bianco che più magenta non si può ! per verifica ho voluto aprire la stessa immagine con due differenti ambienti software. Con Nikon Caputre N-XD ho riscontrato valori reali : simili a quelli del termocolorimetro. Tendenzialmente identici sia per la Z7 che per la Z6 Con Capture One 12, fresco di supporto di Nikon Z6 e Nikon Z7, ho verificato uno scostamento verso il magenta (4 o 6 punti) ma decisamente più contenuto rispetto allo scostamento verso il verde evidenziato dai programmi Adobe. Ho verificato con i tre programmi indicati fotografie scattate in condizioni differenti, riscontrando sempre un comportamento simile. Nikon Capture N-XD sostanzialmente sui valori del termocolorimetro Capture One 12 corretto per temperatura colore, poco spostato in termini di tinta, per lo più su valori positivi ACR e LR più o meno corretto per temperatura colore, con un evidente scostamento di tinta sul verde per la Z7, molto evidente per la Z6 Conclusioni Comprendo che sia un argomento da specialisti che non appassionerà molti ma mi sentivo di condividere questa mia esperienza per avvisare i naviganti alle prese con i file NEF delle Nikon Z e gli ambienti di sviluppo che : sostanzialmente il valore di tinta espresso dai programmi Adobe mostra un offset elevato e non è lontanamente aderente ai valori reali misurabili con uno strumento esterno ciò non influenza in nessuna maniera lo sviluppo effettivo dei file ma rende più complesso omogeneizzare i risultati di foto fatte con la Z6 e la Z7 (o con altre macchine) sotto le stesse condizioni di scatto non sappiamo se questo comportamento (che non riscontro in questa maniera nello sviluppo dei file delle reflex Nikon) sia dovuto al supporto ancora preliminare di Adobe delle nuove Nikon e se possiamo aspettarci una correzione nel prossimo futuro o meno, ma nel caso in cui lo sviluppo colore dei nostri file sia importante in termini di fedele riproduzione dovremo tenerne conto tendenzialmente io oggi preferirei usare Nikon Capture NX-D (Capture One non riesco a ... digerirlo sebbene proponga risultati spesso molto validi con poco sforzo) quando conti poter impostare correzioni misurate esternamente (é il caso di quando io fotografo, ad esempio i fiori) o voglia alineare il bilanciamento del bianco di scatti misti di Z6 e Z7 (o altre Nikon) nell'uso di Lightroom e di ACR/Photoshop, tenderei invece a non mischiare le situazioni, utilizzando per le due macchine il classico scatto con cartonzino grigio/colorchecker preventivo su cui fare un bilanciamento del bianco che so già, per quanto riguarda la tinta, non avrà riscontro diretto con la realtà misurata. In ogni caso, é da escludere che Z7 e in misura maggiore Z6 forniscano prestazioni colorimetriche ... di sinistra, le loro misurazioni sono precise e fedeli come siamo abituati. Sono gli ambienti software di sviluppo che utilizziamo che possono interpretare le loro informazioni in modo anche visibilmente differente. Con Z6 e Z7 allo stato, è impossibile applicare un bilanciamento del bianco calcolato da ACR : il risultato sarà visibilmente virato di magenta !
  3. Ho acquistato di tasca mia questa brillante prima mirrorless full-frame Nikon, convinto delle sue caratteristiche. Quanto segue sono le mie opinioni maturate in circa 25.000 scatti di vario genere fatti nell'ultimo mese e mezzo e nonostante ciò, non credo ancora di aver completamente approfondito tutte le potenzialità di questa fotocamera che credo resterà a lungo nel mio arsenale. Capirete quanto poco io possa rispettare chi invece, dopo due ore di prova veloce di una macchina avuta in prestito, senza un background Nikonista, con la fretta di pubblicare l'articolo per poi dedicarsi ad un altro prodotto, esprime giudizi affrettati su fotocamere come se fossero aspirapolveri senza filo. *** questo articolo conta oltre 4000 parole, 25.000 caratteri, circa 18-20 minuti di tempo di lettura "veloce", circa 30 di lettura normale *** Tutto questo senza acredine, perchè per molti versi un mio giudizio approssimativo l'ho espresso già il 28 agosto alla prima presentazione ufficiale alla stampa in Italia. Ma ho messo le mani avanti dicendo che erano impressioni a caldo, di un uso in condizioni molto distanti dalle mie normali abitudini. Adesso che ho avuto il tempo di usare la macchina nelle mie condizioni abituali, con i miei obiettivi e i primi Nikkor Z disponibili credo di poter aggiungere qualche cosa d'altro. Senza per questo mettere la parola fine sull'argomento. Sia perchè continuerò ad usare (spesso) questa macchina sia perchè, con le mirrorless, i produttori hanno l'opportunità di intervenire anche a fondo nel tempo con modifiche a livello di firmware che possono far rivedere completamente certi giudizi. Complessivamente posso confermare che si tratta di una fotocamera molto ben costruita, ingegnerizzata come solo le migliori Nikon possono essere. Mi perdoneranno quelli che stravedono per le loro D600 o D750 ma la Nikon Z7 (e sua sorella Z6 che è del tutto identica, salvo il sensore) appartiene ad una categoria superiore, di diritto a quelle che sono le migliori produzioni Nikon. Non a caso per produrla, Nikon ha convertito la linea principale della fabbrica di Sendai, fermando la fabbricazione dell'ammiraglia Nikon D5. Eccola qua, in tutto il suo splendore, con il suo 24-70/4 S e la nuova basetta in legno hand-made in Oklahoma. Fa la sua bella figura ! I punti di forza "La costruzione delle Nikon Z è esemplare, quanto di meglio la tradizione Nikon è in grado di esprimere con questi requisiti di progetto" Il corpo è solido, le "gomme" di grande qualità, i tasti ben dimensionati e solidi, le ghiere perfettamente funzionali. Il mirino è di primordine e (quasi) in grado di far dimenticare che sia in realtà un monitor oculare, tanto è chiaro, preciso, ben definito e .... realistico. L'impugnatura è da Nikon. Il nikonista esperto se la trova perfettamente in mano subito, fin dall'accensione (che è quasi immediata, come una reflex), e non ha bisogno di tanta scuola guida per servirsene fin dal primo minuto. Dentro ha uno dei sensori ad alta risoluzione migliori del mercato sui cui è stata ricavata una matrice di messa a fuoco a rilevazione di fase che copre quasi tutto il frame. Il display posteriore è eccellente. Le logiche di funzionamento sono mutuate dalla originaria serie Nikon 1 (di cui idealmente le Nikon Z sono la continuazione) e dalle reflex Nikon. L'ibridazione perfetta o quasi. Il bocchettone é veramente gigantesco, come già si può intuire dai nuovi tappi. C'è solo qualche dubbio a vedere direttamente il sensore li, così esposto tutto il tempo, così vicino all'ingresso di aria e ... sporcizia, non protetto nemmeno dall'otturatore come invece avviene nelle nostre reflex. Immaginando che il suo acquirente tipo sia già un nikonista in possesso di reflex e di ottiche da reflex, la Nikon Z7 arriva con un adattatore da Nikon F a Nikon Z che rappresenta lo stato dell'arte per gli adattatori. Il suo funzionamento è semplicemente ineccepibile tanto che io stento a scorgere differenze di funzionalità tra le ottiche native Nikon Z e le migliori realizzazioni per Nikon F di ultima generazione (sia Nikon che Sigma). Salvo il rumore, ovviamente. La differenza nel video tra il rumore della messa a fuoco degli obiettivi con motore ad ultrasuoni e i nuovi motori elettrici lineari degli obiettivi Nikon Z è di tutta evidenza. made in Japan ! "Con l'adattatore Nikon FTZ, il fotografo Nikon è in grado di utilizzare quasi ogni obiettivo Nikon prodotto dal 1959 ad oggi. Si materializza realmente la promessa solo in parte mantenuta con la Nikon Df di poter usare tutti i Nikkor su una macchina digitale moderna" Anche gli obiettivi più vecchi torneranno a nuova vita con la Nikon Z7 e il Nikon FTZ, potendo sfruttare le potenzialità del mirino elettronico che aggiunge funzioni impossibili per le reflex digitali in materia di aiuti per la messa a fuoco e di capacità di previsualizzazione della bontà dell'esposizione. A questo si aggiunge la funzionalità ulteriore offerta dallo stabilizzatore integrato nel sensore - una prima assoluta per Nikon - che veramente espande le capacità fotografiche di ogni obiettivo Nikon non dotato di stabilizzatore. Una opportunità inaspettata prima della presentazione delle Nikon Z. Usare un Nikkor-H 85mm f/1.8 del 1964 marchiato Nikkon Kogaku è ancora più affascinante se possiamo contare di poterlo usare anche a tempi ben inferiori alla classica regola dell'inverso della focale. Che almeno per i soggetti fermi, cessa di essere un limite, potendo scendere anche di 3-4 stop nella pratica rispetto al valore di sicurezza (ma ognuno in questo avrà il suo personale limite tra mano ferma e aspettative di foto ... ben definita). "Lo stabilizzatore di immagine integrato con il sensore offre funzionalità inaspettate per gli obiettivi non stabilizzati di ogni epoca, mentre collabora con quelli che dispongono di stabilizzatore interno" Due parole infine sul sensore. E' gemello di quello della Nikon D850 ed offre prestazioni sostanzialmente sovrapponibili con quelle. Alta dinamica alla sensibilità di ISO 64 che mantiene qualità elevate su fin verso i 3200 ISO, potendo però spingersi senza troppi patemi anche due stop sopra. Risoluzione sufficiente a fare quasi ogni cosa. Capirete che la combinazione di sensore ad alte prestazioni, stabilizzatore integrato ed obiettivi luminosi apre le porte a fotografie in condizioni mai viste prima in casa Nikon. "Il sensore della Nikon Z7 è analogo - se non identico - a quello della Nikon D850. Offre qualità elevate specialmente alle sensibilità più basse ma ampia flessibilità di impiego in tutte le condizioni" Naturalmente chi sceglie questa macchina farà si da poter permettere a questo sensore di dare il meglio di se. Obiettivi di fascia alta e attenzione al micromosso, senza esagerare con le sensibilità più alte, consentiranno effettivamente di trarre il massimo dalle proprie fotografie. Un consiglio : selezionate la prima tendina elettronica dal menù, per evitare che il pur silenzioso otturatore induca vibrazioni indesiderate quando state facendo delle "riproduzioni". Perchè il corpo è leggero ed è difficile da tenere fermissimo in mano, una vibrazione interna può essere amplificata nell'immagine se non si lavora con cautela. Ma sono cose che chi conosce la D850 già sa. "Una rosa, pur con un altro nome ..." Nikon 24-70/24S a 70mm. Grazie alla distanza di messa a fuoco di circa 30 cm, ha quasi potenzialità macro. "L'autofocus copre quasi per intero l'inquadratura. E' facile comporre la propria immagine, mettendo a fuoco in modo intuitivo esattamente dove vogliamo" Meraviglie della messa a fuoco direttamente sul sensore principale (e non con un sensore separato/dedicato come sulle reflex). Questo consente di poter comporre a proprio piacimento disponendo di 493 punti complessivi (rispetto ai classici 51 o 153 delle reflex Nikon di fascia media e alta in commercio). Ma questo non è l'unico vantaggio, con l'autofocus a rilevazione di fase sul sensore, anche in modalità video la macchina segue facilmente soggetti in movimento. Un punto debolissimo delle reflex Nikon. Come vantaggio secondario - ma tutt'altro che trascurabile - non è più di norma necessaria la taratura fine della messa a fuoco degli obiettivi, perchè eventuali problemi del singolo obiettivo, vengono livellati direttamente in sede di messa a fuoco. La combinazione di tutte queste caratteristiche portano ad una macchina che, pur essendo una novità per Nikon, concentra in se praticamente (quasi) tutti i vantaggi delle mirrorless più mature sul mercato, integrandole con quelle peculiarità tipiche che rendono familiare l'esperienza d'uso al nikonista. Nikon 70-200/2.8E FL su Nikon FTZ. Esposizione manuale per cogliere ogni sfumatura della luce al tramonto, potendo previsualizzarne l'effetto in tempo reale a mirino ancora prima di scattare. "Quindi abbiamo la macchina perfetta ?" per carità, non esiste la macchina perfetta, esistono quelle che assecondano le proprie necessità. Ma questa Nikon Z7 può essere per molti fotografi una scelta complessivamente soddisfacente per la gran parte dei compiti fotografici. Fattore di forma, ingombro, peso, una certa invisibilità che la fanno passare più inosservata di certe reflex con i loro zoomoni, silenziosità, flessibilità e ottima qualità d'immagine insieme a funzioni sofisticate sono le sue qualità migliori. Cui aggiungere in questa fase di lancio, la possibilità di utilizzare obiettivi e accessori già in catalogo per le reflex Nikon e magari già nelle nostre borse. Io l'ho usata con il Nikkor 50/1.8G, con il 105/1.4E, con il 70-200/2.8E FL e con i due teleobiettivi PF con estrema soddisfazione. "L'isteria del web" Nel provare la macchina in anteprima, alcuni commentatori - certamente non noi ! - presenti sul web e su Youtube in particolare, hanno posto l'accento su presunti limiti strutturali di queste Nikon Z, scatenando polemiche solo in parte giustificate. Nella mia pratica non ho riscontrato problemi reali nell'utilizzo concreto, quello del comune fotografo. Concordo con chi invece lamenta un autofocus su soggetti in movimento e in luci sfidanti largamente migliorabile. - la durata della batteria. Il dato di autonomia CIPA indicato da Nikon nella documentazione della Z7 ha scatenato le polemiche del web. 300 scatti a carica con una EN-EL15 sono effettivamente pochi, più o meno quelli di una compattina da pochi euro. O meglio, lo sarebbero se fossero reali in una situazione d'uso comune, per come useremo noi tutti i giorni la Z7 come una qualsiasi altra fotocamera. Allora ci accorgeremo che utilizzando tutte le sue funzioni, potremo fare più di 700 scatti a carica, ma più facilmente potremo arrivare verso i 1500 scatti. E utilizzando prevalentemente la raffica, questi scatti saliranno tranquillamente a 4-5 ... mila. Certo fare time-lapse o altre riprese molto impegnative sul piano energetico porteranno a limitazioni molto importanti. Ma da cui non sono esenti né le reflex né le altre mirrorless presenti sul mercato. Quindi la batteria ? Non è un problema, va bene così. Diciamo che nella prossima generazione ci aspetteremo comunque un upgrade, visto che oramai è comune vedere smartphone o persino torce elettriche sfoggiare batterie con capacità doppie o triple. Ma già oggi sino ad ora ho sempre portato una batteria di scorta (una comune EN-EL15a, quella della D850) che non ho mai dovuto usare nemmeno una volta. - la scheda di memoria singola E' vero, ci siamo abituati male. Dalla Nikon D3 in avanti quasi tutte le Nikon di fascia alta hanno avuto un vano con due schede di memoria utilizzabili indifferentemente come backup o come eccedenza (in caso la prima si riempia) o per memorizzare file diversi tra le differenti schede. Il backup in continuo è molto utile quando si scatta in situazioni "importanti" (specie in campo professionale). Ma la scelta di Nikon è stata fatta per motivi di compattezza. Una volta scelto - giustamente - di non impiegare le memorie SD per andare verso le prossime CFexpress, compatibili con le attuali XQD in dotazione alla Z7, mettere due schede avrebbe comportato una macchina più spessa e ingombrante. E' una scelta che non condivido ma che mi lascia tranquillo, non avendo io mai avuto problemi di affidabilità con le tante XQD che utilizzo oramai da anni. Peraltro la Nikon D850 - macchina certamente professionale - utilizza si due supporti, ma sono sbilanciati (uno XQD e uno SD) e l'uso di quello meno performante porta ad un calo evidente di prestazione. Tanto che per me la D850 è di fatto una fotocamera a scheda singola. Mentre ci sta che la D5, macchina senza compromessi, ne abbia due, uguali, chiuse dentro un vano con apertura a consenso la scheda XQD da 64GB Sony data in omaggio da Nital con l'acquisto della Z7 (fino al 31/12/2018) - il banding Tutti i commentatori indicano il banding sulla Z7 come un dato di fatto assodato e un difetto della matrice di punti AF sul sensore. Intendendo per banding la comparsa di linee orizzontali colorate nelle zone scure delle immagini. Nella pratica io non ho riscontrato nei miei scatti alcuna ... anche minima sensazione di questo problema. Anche andandolo a cercare sottoesponendo di brutto e poi sovra-sviluppando selvaggiamente immagini praticamente nere ! Sarà un problema ? Vedete un pò voi. Per me è un capitolo chiuso. una top model internazionale, messa a fuoco con riconoscimento del volto, Nikon 70-200/2.8E FL ad f/6.3 I limiti Ma la macchina ha comunque dei limiti, per quelle che sono le mie aspettative da una macchina di questo livello. Disponibile ad accettare dei compromessi nel modello 1 del nuovo corso Nikon Z, ma una Nikon di fascia alta deve rappresentare il top, come lo sono le reflex top di gamma Nikon. - l'autofocus L'autofocus su soggetti statici in condizioni di luce anche sfidante (cioè quasi al buio) va più che bene. E' preciso e veloce, con tutti gli obiettivi che ho usato. Non è però velocissimo ad agganciare il soggetto all'inizio e qualche volta, anche se abbiamo impostato "la priorità al fuoco", la macchina si inganna e consente di scattare anche se la messa a fuoco è precaria. L'unica è fare più scatti e poi scegliere quello migliore (una pratica comune, almeno per me, anche con le reflex). - l'autofocus in continuo dove sono convinto che la Nikon Z7 sia più deficitaria è nella messa a fuoco in continuo di soggetti in movimento. Qui la precarietà dell'aggancio del soggetto mette in discussione anche l'intera sequenza. C'è anche una differenza di prestazione quando di riprendono soggetti relativamente lontani - anche veloci - e soggetti relativamente vicini, anche lenti. La situazione è peggiorata dalla lentezza nell'adeguarsi agli spostamenti, specie per velocità relative elevate, ancora di più in condizioni di controluce o di presenza di luci abbaglianti nell'inquadratura. Situazioni in cui la Z7 va spesso in completa confusione. Ho anche l'impressione che non ci sia una vera modalità di priorità del soggetto più vicino (lock-on o meno) e che spesso la macchina finisca "per muri" (cioé scelga la via facile di centrare una cosa posta dietro al soggetto, che presenta maggiore contrasto del soggetto inquadrato). Le varie modalità di ripresa (le aree di messa a fuoco) sono poche e ben distinte. Mi manca però una replica effettiva di quella a 9 punti che utilizzo praticamente sempre con D5 e D850 e, alle volte, quella con i gruppi a rombo, efficace nello sport. In generale l'esperienza nel fotografare l'azione, a raffica, soggetti veloci in movimento non è soddisfacente e porta a risultati al di sotto di quelli alla normale portata di una reflex anche di fascia media (in formato DX). Intendiamoci, il fotografo esperto riesce a fare quello che vuole comunque, ma finisce subito con il domandarsi perchè non continuare ad usare con più soddisfazione D5/D500/D850 per certe cose. Anche perchè, la raffica massima teorica può arrivare a 9 scatti al secondo. Ma in quelle condizioni è come montare un toro imbizzarrito perchè la visione nel mirino va a scatti e si perde continuità nel seguire il soggetto inquadrato che intanto a causa del lag che si forma, scivola via dall'inquadratura (parlo, ovviamente, di soggetti che riempiano il fotogramma !). Ad onor del vero devo sottolineare che certo la Nikon Z7 non viene proposta come macchina per lo sport o per l'azione. Però a me piace conoscere bene i limiti del materiale che utilizzo per scegliere di volta in volta quello più adatto. Da tempo ho accettato il fatto che nella fotografia di oggi, raramente una sola fotocamera può essere specializzata in tutto. La stessa D5 cederà il passo alla Z7 in tante delle sue peculiarità. - il riconoscimento facciale funziona molto bene, è intuitivo e bello da usare in quanto libera dalla necessità di seguire nell'inquadratura a tutto frame la posizione del volto della persona inquadrata. Anche in questo caso però, c'è un pò di lentezza nell'aggancio effettivo del soggetto all'inizio e qualche volta abbiamo dei fuori fuoco perchè intanto il soggetto si muove ma la macchina crede di aver il fuoco e scatta (oppure non scatta e ti lascia nell'incertezza di cosa fare mentre il soggetto è in posa). Nell'algoritmo di gestione c'è sicuramente il riconoscimento dell'occhio ma nella pratica questa non sembra una essere una priorità dei progettisti. A volte ci azzecca, a volte va sull'occhio più lontano. Altre volte semplicemente prende la faccia ma non l'occhio. Mentre a volte si ostina a non vedere proprio la faccia e punta a gomiti o polsi o altro e non c'è verso di far cambiare idea alla macchina se non cambiando modalità AF. Nel complesso, ci si può lavorare ma sono altrettanto convinto che Nikon possa perfezionare il sistema a livello software per migliorare la fiducia del fotografo con questo sistema (che può fare veramente la differenza rispetto ad una reflex) ma è necessario dichiarare che la macchina sta puntando alla pupilla più vicina e che è in grado di seguire quella, oltre alla faccia con tanto di animazione specifica (riquadro sul volto e quadratino sull'occhio) come oramai fanno anche tanti semplici smartphone da pochi soldi. Luce disponibile, auto-ISO, messa a fuoco ad area dinamica flash, riconoscimento del volto - piccolo é bello ma non sempre questo è solo un vantaggio Le specifiche di progetto erano quelle di creare una macchina più compatta delle reflex di fascia alta (siamo più o meno sulle dimensioni di una reflex anni '80) che potesse coesistere con le reflex, costituendone una alternativa più maneggevole e meno impegnativa per quando questo è un vantaggio. L'obiettivo è stato certamente centrato ma alle spese di alcune scelte che a mio parere - ma sono posizioni opinabili - ne condizioneranno l'uso. Perchè la Z7 starà bene con i tre obiettivi appena presentati, non compattissimi ma certo più piccoli e leggeri degli ultimi pachidermi per le reflex, ma in prospettiva con l'arrivo di zoom f/2.8 potremmo trovarci al paradosso di fotocamera compatta, obiettivo grosso. Cosa che già si verifica oggi adattando obiettivi di fascia professionale da reflex sulla Z7 via FTZ. Idealmente su macchine del genere ci starebbero bene dei pancake o dei fissi f/2.8 cose che non sono nella roadmap attuale (che pure è più che altro una manifestazione di intenti non vincolante e che si articolerà nel futuro). Certamente l'attacco ottiche con il diametro più largo che ci sia non si concilia la possibilità di fare ottiche molto compatte. Inoltre, pur ben costruita, questa macchina non è sempre agevole da usare a lungo con ottiche lunghe e pesanti a mano libera. La mano tende naturalmente a scivolare sulla bella impugnatura e si finisce per tenere il peso con il palmo pieno sullo spigolo inferiore destro. Per qualche minuto ci siamo, dopo una mezz'ora me ne accorgo, per un tempo superiore, la pratica somiglia a certe torture orientali ... Nikon 500/5.6E PF, raffica a 9 fps, scatto silenzioso. Quasi un filmanto in tutte le evoluzioni di questo simpatico cormorano fermo su un palo dell'imbarcadero - la disposizione dei comandi e la torretta superiore sinistra accettiamo la dimensione complessiva come un valore (e, lo ammetto, spessissimo lo è anche per me, quando voglio un utilizzo disinvolto di qualche cosa di compatto) ma così dobbiamo accettare anche una distribuzione dei comandi molto differente da quella a cui siamo abituati con le reflex. Certe funzioni passano necessariamente per i menù, altre cambiano di posto. I due tasti funzione sono già assegnati a comandi che nelle reflex hanno pulsanti dedicati. Per me la torretta PASM+Ux è un retaggio del passato, sostituita da tempo sulle reflex pro dal tasto MODE che lascia spazio ad altre funzioni importanti quali il WB, la modalità esposimetrica, la qualità d'immagine, tutte integrate nel menù rapido "i". Ma così si perde l'immediatezza di comando e controllo ad occhi chiusi, anche al buio, anche senza togliere l'occhio dal mirino che abbiamo acquisito in anni di uso delle reflex e che oramai rientrano nella nostra memoria "digitale". E poi, saranno utili le posizioni Utente ... ma della modalità AUTO (verde) in una macchina da 3500 euro vogliamo parlarne ? - il buffer sospendo il giudizio per il momento. Perchè è largamente sottodimensionato per un uso a raffica ma secondo me questa macchina non è pensata per l'uso in raffica. E Nikon mi assicura che con le CFexpress il tempo di svuotamento del buffer sarà tale che non si riempirà mai nella pratica - tempo di wakeup e anteprima immagine a mirino tipica di tutte le mirrorless o quasi la modalità di ibernazione in cui la fotocamera si ritira per limitare l'utilizzo energetico quando non la stiamo utilizzando ma prevediamo di scattare di li a poco. Il mirino si oscura e alla pressione di un tasto, impiega circa 1.5 secondi a ritornare operativa. Niente di male e ci si fa l'abitudine ma fa una brutta impressione portare all'occhio il mirino e vedere ... nero come se si fosse dimenticato il tappo sull'obiettivo. Più fastidioso - sebbene di impiego limitato - il fatto che l'anteprima dell'immagine appena scattata a mirino (utile quando, ad esempio, si scatta con il flash e la visione a mirino potrebbe differire totalmente dalla foto che andremo a scattare) impieghi un paio di secondi ad essere mandata in onda. E' inaccettabile e rende impossibile lavorare, tanto che ho disabilitato subito la funzione. effetto del rolling shutter in luce LED (le bande scure sul fondale in realtà grigio/bianco completamente uniforme) - il rolling shutter (modalità silenziosa) é un problema che accomuna praticamente tutte le mirrorless attuali ed è più evidente su quelle con sensore più grande, come le full-frame e le medio formato. In modalità silenziosa ad otturatore solo elettronico, il sensore non viene letto in un'unica passata ma a striscioline successive, dal basso verso l'alto. Il tempo di lettura di queste striscioline determina la possibilità di registrare differenze tra le stesse, in funzione del fatto che il soggetto intanto si stia muovendo o la luce oscilli ad una frequenza comparabile con il tempo di lettura. Ne risulterà una immagine più o meno deformata con effetti che dipendono dalla velocità di movimento del soggetto, più che dal tempo di scatto. Ciò limita la comodissima modalità di scatto silenzioso ai soli soggetti per lo più statici ed illuminati con luce stabile e continua. In questa modalità il flash è inutilizzabile. scatti con il 500/5.6E PF in otturatore meccanico. Con quello elettronico (o nel video) le pale dell'elica di questo idro sarebbero inevitabilmente deformate a forma di falce - il limitato corredo e la roadmap obiettivi é il limite di tutti i nuovi sistemi. Abbiamo il quadro complessivo che entro 3 anni ci sarà un notevole numero di obiettivi nativi. Ma in questo momento ci dobbiamo adattare ... ad adattare quelli delle reflex. Chi non possiede una reflex Nikon sarà meno incentivato a sperimentare la nostra mirrorless. Ne riparliamo da fine 2019 ? - il prezzo Ognuno valuterà di conseguenza. Su Nikonland siamo soliti trascurare questo aspetto perchè se una cosa serve e i soldi ci sono, non è il prezzo l'elemento discriminante. Ma certo qui, la presenza a listino - a prezzo oramai inferiore - della Nikon D850 può essere un freno all'acquisto (salvo che, come nel mio caso, la D850 non sia già stata ampiamente spesata nell'esercizio passato). Perchè la Nikon D850 è una delle reflex più mature e più performanti della storia ed offre veramente tanto per quello che costa. "Perchè l'ho acquistata ?" Chi mi ha seguito su queste pagine nella mia esperienza con la Nikon D850 sa che è stata la prima Nikon che ho largamente usato in modalità Live-View in studio, naturalmente su treppiedi. Liberandomi della necessità di inquadrare con i punti fissi di messa a fuoco ma spaziando su tutto il frame, delegando alla macchina il riconoscimento del volto a tutto campo, dimenticandomi della necessità stretta di tarare scrupolosamente l'autofocus di ogni obiettivo per ottenere le foto più nitide permesse dal suo sensore. Ma spesso il treppiedi è un limite e un fastitio. In più i vantaggi del mirino elettronico si fanno sentire in tanti altri casi e l'uso del display posteriore non è la stessa cosa. Di qui la rinuncia ad una seconda D850 in prospettiva di averne una versione "mirrorless", ovvero la Nikon Z7. La Nikon Z7 ha un sensore gemello che consente la stessa qualità di immagine e l'uso disinvolto congiunto sia in studio che altrove (cosa non sempre utile accoppiando D5 e D850 per la differente propensione dei due sensori molto distanti per prestazioni a bassi e ad alti ISO). La Z7 in dote mi ha portato anche tutte quelle meraviglie permesse dalle mirrorless ed impossibili per le reflex Nikon (tipo l'autofocus in continuo in live-view e in video, dove è particolarmente brillante).Con un corpo meno ingombrante e pensate. Un video facile da sfruttare anche per me che non sono esperto in questo campo. Ma soprattutto con la promessa - verificata con i primi obiettivi Z - di una nuova generazione di classe SUPERIORE di ottiche. Obiettivo centrato ? In larga parte si. Dove punto il dito su questa macchina è essenzialmente nella scarsa sicurezza che mi induce l'autofocus in continuo di soggetti "vivi" vicini a me. E' veramente antipatico andare a monitor, a casa, e scoprire che quella meravigliosa foto non è perfettamente a fuoco. Hai voglia avere 45 megapixel fantastici, se non c'è una perfetta messa a fuoco nel punto in cui voglio io, la foto è da buttare. Non è una macchina per la foto d'azione e questo non è un problema per me (non lo è nemmeno la D850 per i miei standard, lo sono D5 e D500 invece), quindi altri limiti sono più accettabili. Così come si può fare l'abitudine a tutto il resto. Si fa anche l'abitudine all'acutezza della visione a mirino elettronico che rende il ritorno al mirino ottico di una reflex un pò come un salto indietro nel tempo. In studio la Z7 è in grado di produrre immagini del tutto paragonabili a quelle ottenibili con la D850 Conclusioni Mai come in questo caso è difficile chiudere con delle formule sintetiche una prova così approfondita. Tanto che ho preferito spezzare le varie esperienze in più articoli che ho già in parte pubblicato in questa stessa sezione redazionale. L'ho portata in studio, per strada, in autodromo, alla pista di motocross, in città, in riva al lago e in giro per casa. Ottenendo ogni volta un pezzettino di conoscenza in più di un mondo nuovo. La Nikon Z7 è la prima macchina Nikon del nuovo corso. In questo è simile alla Nikon F, una macchina che ha rappresentato tanto nella storia di Nikon e di tanti fotografi ma che vista adesso sembra primordiale. Con la Z7 si possono fare quasi tutte le cose che vuole fare ogni fotografo di oggi. Per alcune risulta tutto semplice (anche più che farle con una reflex), per altre ci vuole più impegno. Per altre ancora, forse vi convincerete a rinunciare. Credo che sia una macchina "lenta" per costituzione, come lo era la D800. Con questo intendo che si presta alla fotografia riflessiva, con il fotografo che comunque deve sovrintendere bene a tutto quello che succede mentre sta fotografando, verificando subito il risultato. Dove con la D5 io vado ad occhi chiusi senza nemmeno guardare gli scatti, qui invece porto pazienza, attendo che quello che voglio fare sia possibile e poi scatto. Facilmente la foto verrà meglio di quanto mi attendo e con meno sforzo del previsto. Ma non magicamente per volontà della fotocamera stessa. Non c'è nulla di male in ciò, ma bisogna saperlo. Entrare in questo ordine di idee per molti fotografi è l'essenza stessa del fotografare ed è sempre stato un dato di fatto. Per altri più impazienti (come me) o abituati a ritmi accelerati potrebbe essere inaccettabile. Ricordatevi, non è una fotocamera pensata per l'azione. Però é una fotocamera che vi accompagnerà a lungo permettendovi di fare foto eccezionali, come e in qualche caso più di una D850. Solida e ben costruita, attende solo che Nikon le costruisca attorno un corredo equivalente a quello fatto negli anni '60-'70-'80 per le Nikon F. Come sarà questa Z7 in futuro in raffronto alle Z che seguiranno e se e come Nikon potrà raffinarne le prestazioni attuali attraverso eventuali interventi software potremo valutarlo solo in futuro. Intanto io e chi se l'è comperata, continueremo ad utilizzarla come ci piace tutti i giorni. Con le nostre reflex che sempre più spesso resteranno confinate nelle loro vetrinette ... in esterni, in ombra, davanti ad una vetrina di un ristorante, luce naturale (c) Mauro Maratta per Nikonland 2018 : riproduzione riservata.
  4. Qualche giorno fa ho messo alla prova la scheda CFexpress da 120 gigabyte serie Gold di ProGrade Digital : il risultato mi ha fatto venire la curiosità di provare la più capiente (e potente) Cobalt da 325 gigabyte per cui la casa produttrice segnala tra le specifiche una velocità media di 1.000 megabyte/secondo con un picco di 1.400. Prestazioni di laboratorio, ovviamente, difficili da riprodurre nella realtà. Ma io ho voluto vedere e, complice un repentino calo del prezzo (da oltre 600 euro a 455) ne ho ordinata una che è arrivata questa mattina. Ed eccola qua : le due generazioni a confronto : sulla sinistra quelle ProGrade (ex Lexar) da 325 e 120 gigabyte in formato CFexpress e a destra la XQD Lexar Professional da 128 gigabyte con cui ho fatto tutte le miei foto con D5, D850, D500, Z6 e Z7 fino ad oggi Entrambe le schede ProGrade sono prodotte in Vietnam si distinguono esclusivamente per l'etichetta dorata e argento (di che colore è il cobalto ? Io ricordo il colore BLU cobalto ...). la confezione è identica l'unica differenza è nella capienza e nella indicazione di velocità in lettura (R) e scrittura (W) differenti nella Cobalt, ed indistinta (e ben distante dal vero) nella Gold. le ho messe alla prova entrambe nel lettore ProGrade specifico per el CFexpress (e non compatibile con le XQD) collegato ad una porta USB 3.1 Gen 2 (identico come standard ad USB 3.2 Gen 2) sul mio nuovo pc (un i9 ad 8 core con 32 gigabyte di memoria e un disco NVMe da 2 TB capace di 3.000 megabyte al secondo) I dati di misura in ambiente operativo CrystalDiskMark esegue dei test sintetici che cercano di simulare un carico in differenti condizioni di un generico supporto di memoria Aja invece simula il flusso video Infine ho voluto fare una prova che più semplice non c'è. Ho preso una cartella con circa 45 gigabyte di file NEF e JPG di taglio comune e l'ho copiata dal mio disco NVMe alle due schede Sulla sinistra trovate sempre i dati di misurazione della scheda da 325 gigabyte, sulla destra invece quelli della 120. Vedendo questi numeri (che sono ripetibili e che io ho ripetuto più volte) mi verrebbe da pensare che a parte il taglio (302 gigabyte utilizzabili contro 112 gigabyte) sia il controller che i chip siano gli stessi. O, se vogliamo vederla in un modo differente, più pragmatico, che nel mio sistema (che non è una workstation high-end è un normale computer desktop di fascia alta) si comportano esattamente in modo uguale, fatta salva la differente capienza. Infine per simulare le situazione più comune di chi abbia una scheda XQD 2933x e la legga con un lettore USB 3.0 di fascia media (in questo caso il lettore Sony che Nital regalava non mi ricordo più se con la D4 o la D5) ho rifatto le misurazioni : i numeri sono differenti da quelli del test della 120gb pubblicati l'altro giorno perchè là ho utilizzato l'eccellente lettore XQD Lexar che è il miglior del mercato (oggi difficile da trovare) e che fa volare al massimo le mie 2933x. Ma non sarà così per tutti. Quindi in conclusione ? Con la precisazione che questi non sono test di laboratorio ma in ambito ordinario, quelli del pc di (quasi) tutti noi, e che per avere le massime prestazioni di ogni sistema ogni collo di bottiglia va accuratamente esaminato (il tipo di lettore, il modello, la connessione, il disco da cui o verso cui copiate le immagini), possiamo concludere sommariamente ma senza volere essere asseveranti che : le due schede di memoria CFexpress di ProGrade sono sostanzialmente equivalenti per prestazioni al netto della differente capienza le due schede di memoria CFexpress di ProGrade sono all'atto pratico circa 3-4 volte più veloci della XQD Lexar 2933x non ho motivo di ritenere che la Cobalt sulla Z6 o la Z7 si comporti diversamente da quanto non faccia la Gold. Morale ? Con le CFexpress non abbiamo più il fornitore unico residuale come per le XQD. Con le CFexpress adesso abbiamo finalmente tagli convenienti per chi ha bisogno di schede superiori ai soliti 32-64GB che per molti sono già abbondanti ma che per fotografi come me invece sono solo un fastidio. Che il prezzo per gigabyte sta tendendo ad abbassarsi verso cifre interessanti, almeno considerando ProGrade Lo ribadisco a scanso di equivoci : tutto questo vale in ambito informatico e non lato fotocamera. Io non percepisco alcuna differenza apprezzabile nell'uso delle CFexpress rispetto alle XQD sulle macchine Nikon Z. Per vedere migliori prestazioni fotografando penso che si dovrà attendere la prossima generazione di fotocamere.
  5. E' la settimana prima di Natale. Piove a dirotto ogni giorno. Ultimamente io non sono nemmeno troppo in forma. E gli amici di Nital non mi fanno la sorpresa di spedirmi il gioiello proprio in questo momento ? Il gioiello della Corona : il Koh-I Noor dei Nikkor - il Nikkor Z 58mm f/0.95 Noct montato sulla mia Nikon Z6 Grazie, dico io. Ce la metterò tutta a rendergli giustizia ma non prometto molto. Con questa pioggia fanno fatica pure a spedire i fiori. Posso giocare con le manichine. Di certo non mi ridurrò a fotografare le scarse luminarie stradali di questo Natale un pò dimesso. Ma per fortuna che Ross pensa a me. Cala l'asso, e trova Paulina. Lei è in procinto di partire per passare il Natale in famiglia. Ma ha un paio di ore libere. Colpo di fortuna, trovo la mia sala preferita al Cross+Studio di Milano, libera intorno alla una del pomeriggio. Dentro è buio pesto. Mi chiedono, che luci vuoi ? Luci ? Ma va là, faccio senza. Mi guardano strano. Vuole fare l'eroe ... Effettivamente, salvo che proprio davanti ai vetri, non arriva luce. Con il 24-70/2.8 S per andare su tempi umani devo salire a 10-15.000 ISO e le foto potete immaginare come possono venire. Ho portato solo una viola da studio, un treppiedi leggero. Una testa adeguata. Monto il Noct sul treppiedi e ci attacco dietro la Z7. Paulina si trucca, io comincio a fare un pò di palestra mettendo a fuoco gli occhi sullo specchio. Tutti gli scatti saranno a diaframma totalmente aperto. Ho impostato l'anello interno per modificare la sensibilità ISO rapidamente. Ovviamente scatto in manuale puro, tenendo un tempo ragionevole per avere foto ferme. Paulina fa televisione, cinema. Non è una statuina che possa stare immobile e congelata a lungo. Il set prenderà un piede sbagliato ? Ho di la la Z6 con il fido 105/1.4E e ne approfitto per confermare che l'ultimo aggiornamento firmware ha reso più intelligente l'Eye-AF automatico che adesso si concentra più sulla pupilla che sulle ciglia come faceva prima. Ma io sono venuto per sfruttare il NOCT e a fine sessione, saranno 1852 gli scatti fatti con il Re dei Nikkor, e poco più di 1500 con il Re del Bokeh, l'invincibile Nikkor F 105/1.4E. Prendo confidenza con l'obiettivo. Paulina è semplicemente l'ideale, una donna vera, viva, matura, intelligente e sensibile. Con due occhi di un colore che sta al confine tra il cielo e il mare e un sorriso che ti riporta tra i vivi se sei depresso. Non c'è luce, per niente. Ma c'è abbastanza luce perchè il Noct prenda vita. Sfrutto il bagliore delle alogene dello specchio del trucco che danno una colorazione alla parete in fondo. E cominciamo. MI avvicino. Paulina non sa cosa sto facendo, scatto in silenzioso come al solito e intanto le parlo. Mi faccio raccontare dei suoi ultimi lavori. In sottofondo ci sono Rihanna e poi Lana Del Rey. Non proprio il mio repertorio ma adatto a questa giornata. A me gli occhi. Congelando il soggetto e mettendoci mezz'ora a mettere a fuoco si può fare di meglio. Ma io non ho pazienza e poi voglio mettermi alla prova. Cambio fuoco mentre scatto a raffica 5FPS. Voglio sfuocare, voglio morbidezza, voglio vedere l'essenza delle cose. vicino alla finestra c'è fin troppa luce per il Noct. Sfrutto la transizione luce, ombra per avere effetto. I capelli si dissolvono, ritornano nitidi, poi si dissolvono ancora naturale, non voglio una modella, voglio una donna vera gioca con i capelli seria appassionata intensa sensuale. L'ultima è probabilmente la mia foto dell'anno. Nonostante lei si muova continuamente, tante, tante foto vengono perfettamente a fuoco. La transizione tra fuoco e fuori fuoco è inimmaginabile. La morbidezza data al soggetto è unica. Ma quello che è a fuoco è sensazionalmente nitido, senza che però ci sia una separazione fisica troppo netta, come in altri obiettivi. Il pur eccezionale 105mm che può contare su una focale più lunga non regge il confronto. Il Noct dà assuefazione. E' impegnativo da portare al limite quanto l'arco di Ulisse, quanto lo Stradivari più scorbutico. Ma quando spicca il volo fa miracoli e non si vorrebbe smettere mai. Una volta usato é dura reggere il suo confronto. Ed è dura farne a meno. Sebbene la comodità della vita moderna indotta dall'EYE-AF automatico delle ultime mirrorless sia essenziale, controllare totalmente la scena e fare ciò che si vuole esalta il fotografo più esigente. Tanto che mi metto a fare video. Pur non essendo il mio pane e pur non avendo esperienza. Ma è tanto naturale il passaggio. Tanto sensazionale l'effetto, tanto splendida la protagonista di questo set che mi viene automatico. I tre video che seguono - avrete l'indulgenza di prenderli per ciò che sono - non un tentativo di trasformarmi in un regista o in un video-operatore. Ma un tributo ad una creatura meravigliosa ripresa da uno dei più straordinari strumenti fotografici finora concepiti. premere sui triangoli per visualizzare i video in formato HD. E buon divertimento. Credits Modella : Paulina Bien che ha curato anche il look, il make-up e l'hair style Location : Cross+Studio, sala Industrial, Milano Nikkor Z 58/0.95 Noct offerto in visione da Nital Spa, Moncalieri, distributore italiano dei prodotti Nikon
  6. E' passato più di un anno e mezzo dalla presentazione ufficiale delle Nikon Z6 e Z7. Chi scrive è stato invitato all'evento di lancio a fine agosto 2018. Ed è stato il primo a ricevere la Nikon Z7 a Milano. Nel tempo, la pattuglia di Zetisti di Nikonland, si è allargata e ad oggi conta oltre un centinaio di fotografi. In tutto questo periodo abbiamo scritto decine di articoli di approfondimento pratico e di test e, soprattutto, di utilizzo delle apparecchiature Nikon Z. Questo nuovo articolo vuole essere una recensione di lungo periodo - e quindi dopo 12-18 mesi di effettivo utilizzo - dopo approfondita esperienza pratica. Proprio l'opposto di quanto fanno usualmente certi tester multimediali/vblogger, che improvvisano video di prova dopo nemmeno due ore di utilizzo, di materiale che invece necessita di lunghi approfondimenti d'uso e che si può solamente giovare di una ultratrentennale esperienza nikonista alle spalle. E' anche, per la prima volta di Nikonland, un test complessivo che coinvolge praticamente tutta la redazione attiva di Nikonland. Sfaccettature, punti di vista differenti, esigenze e soprattutto aspettative diverse verranno compendiate nelle righe a seguire. E voi ? Ci piacerebbe veramente leggere il vostro punto di vista di fotografi esperti ad integrazione di quanto da noi sviluppato in questo articolo. Intanto buona lettura e buona Pasqua ! *** Nikon Z6 di Max Aquila Sono stato il primo su Nikonland (ed uno dei primi in assoluto) a poter utilizzare una Nikon Z 6 all'indomani della presentazione, a Novembre 2018 ed i 4-5000 scatti effettuati in un paio di settimane mi hanno subito convinto di trovarmi di fronte ad uno dei futuri successi di mercato cui Nikon ci ha abituato negli anni. Ho riscontrato subito dei punti di forza rispetto l'ammiraglia 7, che per pochi mesi l'aveva preceduta, in termini di reattività del mirino elettronico, di capacità di buffer negli scatti alla massima velocità, (12ftg/s) inizialmente limitata dal blocco dell'esposizione su quella del primo fotogramma, poi, dopo uno dei primi aggiornamenti fw, sbloccato anche questo limite. Del resto, il taglio del sensore da 24Mpx, molto più agevole da gestire dal processore rispetto quello ponderoso della 7, la velocità massima di raffica e l'assoluta incapacità di saturare il buffer in jpg alla massima risoluzione, la individuavano subito come la mirrorless Nikon più indicata per le foto di azione e reportage. Appena disponibile sul mercato italiano, garantito dalla regolare importazione, ho comprato una delle primissime disponibili, a gennaio 2019, che adesso, a 15 mesi di distanza ha superato abbondantemente i 90mila scatti. Acquistata in kit con adattatore FTZ e Z 24-70/4S ho subito rafforzato il mio convincimento sui punti di forza, in funzione della infallibilità della compatibilità con le ottiche F in mio possesso, dell'adattatore, a buon diritto da considerare uno dei principali punti di forza del sistema in assenza di un congruo parco ottiche native. Avendo già provato a Novembre le potenzialità del 50/1,8 nativo me ne sono immediatamente dopo procurato uno e a seguire, appena uscito, la scorsa primavera, il 14-30/4S anch'esso un caposaldo del sistema nel suo primo anno di vita. Delegando all' FTZ la disponibilità di mediotele e telezoom, in attesa dell'espansione del sistema lato ottiche, mi sono dedicato a quelli che sono i miei principali soggetti fotografici, ossia il reportage sportivo e di costume e people, nelle quali categorie la Z6 eccelle per alcuni aspetti e diventa carente per altri: Z6 e 14-30/4S a 14mm f/8 t/1000 ISO 360 non ci sono dubbi che nitidezza, saturazione, contrasto e immediatezza nelle fasi di composizione/inquadratura/scatto, ne fanno come di ogni mirrorless uno strumento insostituibile per riprese al volo, magari anche in condizioni precarie, sommersi da folla con migliaia di presenti, come nel soggetto di questa foto, scattata utilizzando il funzionalissimo touch screen del monitor, immediato come nessuna reflex prima di questa ML nel point & shoot La disposizione dei sensori AF sul fotogramma, 273, non moltissimi rispetto la 7 e alcune concorrenti, però non lascia troppi spazi vuoti, pur se con il compromesso della dimensione davvero eccessivamente grande e non regolabile dei singoli sensori: il che ci porta ad uno dei principali difetti della macchina, quello di non essere infallibile nella scelta del soggetto su cui mettere a fuoco, se lo sfondo dell'immagine sia ricco di elementi. Questo difetto vorremmo corretto dalla macchina che seguirà questa Z6, ritenendo fantascientifico un aggiornamento fw risolutivo in proposito. Di fatto sembra che Nikon sia riuscita con questa Z6 a trovare il giusto compromesso tra dimensioni e densità del sensore, prestazioni e prezzo in funzione del massimo numero di utenti possibile. Altra caratteristica che colpisce in questa mirrorless Nikon è la possibilità di scegliere on camera di riprendere in tanti modi, oltre quello consueto: altrettanti punti di forza sono quindi il Time Lapse, mutuato dalle inveterate abitudini delle giovani generazioni e reso possibile dalle considerevoli prestazioni in video della Z6 che ho messo alla prova in questo senso con grande soddisfazione oggettiva (ma non rientrando il video tra le mie congeniali operatività ... non ve ne propongo i risultati, pur eccellenti tecnicamente) La ripresa di una scena con cambio della messa a fuoco, ossia Focus Stacking, che consente on camera di impostare un numero variabile di scatti con una variabilità di spostamento della maf...introdotta già dalla D850 e basterebbe questo a definire il livello di pregio della fotocamera 63 file in pila, con scarto di 3mm di maf con Z6 e 24-70/4 a 50mm f/5,6 Sicuramente perfettibile (preferiremmo fosse possibile inserire i due punti da dove a dove ottenere nitidezza, demandando al programma la traduzione in numero di scatti e step di maf) ma rappresenta di certo un plus che consente a chiunque di misurarsi con gli inevitabili problemi relativi alla profondità di campo ottenibile con le ottiche non decentrabili, utile in molti generi, dallo still life, alla super macro, al food etc... A questo proposito, in questo anno e mezzo di utilizzo del sistema Z, mi sono convinto (e non sono il solo su Nikonland) delle ottime qualità di tuttofare dello zoom standard del sistema, questo 24-70/4 che possiede ottime doti anche nella ripresa ravvicinata di soggetti, arrivando di suo già al RR 1:3, senza l'ausilio di lenti addizionali, soffietti o tubi di prolunga, ma facilmente utilizzabile anche con i suddetti ausili per andare molto oltre il suo campo di applicazione progettuale. Si, ... a tutti gli effetti il Nikon Z 24-70/4S rappresenta un valore aggiunto nello Z-mount Altro punto di forza della Nikon Z6 la capacità di valutare a mirino in tutti i profili colore disponibili, (di default ce ne sono 20 oltre gli 8 usuali) anche quelli metafisici come "bitonale" di questa foto Z6 + adattatore RF e Nippon Kogaku 13,5cm f/3,5 del 1953 f/4 t/640 ISO 1000 utilizzando quindi qualsiasi obiettivo, spioncino, bicchiere, dotato di apposita baionetta/adattatore, ma sopra ogni cosa, capace di valutare a mirino, magari con l'assistenza dell'istogramma, esposizione e contrasto in Bianco e Nero direttamente in ripresa, ottenendo poi quanto impostato sul file da passare in sviluppo. La qual cosa si sposa a meraviglia appunto con la possibilità di utilizzo di ottiche vintage, ottimizzate per il bianco e nero o per contrasti cromatici ben differenti da quelli degli obiettivi moderni ai nanocristalli, ma più vicine invece ad alcuni dei picture control "smart" tra i 20 disponibili. Andando poi alle eccellenze che caratterizzano la Nikon Z6, non si può non menzionare la predisposizione dinamica allo scatto che, insieme all'elevata latitudine di posa del sensore, capace di amplificazioni di segnale che sfiorano i 50mila ISO con livelli contenuti di rumore e comunque molto progressivi, consenta la pratica del modo di scatto che si sta sempre più imponendo in riprese scattate in condizioni di luce impegnative e con alta densità di scatto alla massima velocità consentita, ossia AutoISO in modo M, impostando e regolando via via i parametri che interessino, tempo di otturazione e diaframma di lavoro, facendo correre gli ISO, cosa che sicuramente produce i volumi di scatto che ho praticato per la prima volta su di una sola fotocamera in un periodo di tempo così limitato... ma ... produce altrettanta soddisfazione Z6 + FTZ + Sigma Art 135/1,8 a f/2,5 t/2500 ISO 500 (direttamente ripresa in 16:9 come consentito dai formati della fotocamera) ...realizzando sequenze all'interno delle quali si trova il fotogramma che valorizza quello shooting come nello sport, dove la mutevolezza delle condizioni di luminosità porti a scattare a valori di amplificazione del segnale davvero elevati Z6 + FTZ + Nikon AF-S 800/5,6G FL a 8000 ISO f/5,6 t/2000 e eyeAF in funzione e l'aiuto tecnologico delle innovazioni come quella fantastica dell' eye-AF consentita dall'aggiornamento fw 2.0 giunto dopo pochi mesi dalla commercializzazione, a maggio 2019 ed i successivi perfezionamenti, fanno comprendere come Nikon tenga a questo progetto Z che va trimmando con continuità di aggiornamento. La mia naturale propensione alla fotografia sportiva, specie in ambiente "ostile" come a mare, tra salsedine e spruzzi di salmastro, mi conduce a cercare di volta in volta le attrezzature più consone a questo scopo e a questo proposito devo dire che accanto alla soddisfazione per l'operatività dimostrata da questa fotocamera, che mi consente di realizzare scatti e sequenza che erano accessibili solo a DSLR di ben altro livello e costo (e posizionamento di mercato)... Z6 + FTZ e Nikon AF-S 500/4G VR a f/4 t/5000 ISO 640 d'altro canto, dimensionalmente ed ergonomicamente, nonchè dal punto di vista operativo, non possiamo parlarne come di uno strumento adatto ad una continuità di attività professionale, mancandole i presupposti del relax di utilizzo con obiettivi pesanti, un secondo slot di backup, delle caratteristiche perfettibili in termini di AF dinamico, di velocità di raffica (la piccola Nikon One. grazie al sensore da 1" raggiungeva con la V3 raffiche da 30 ftg/s... tanti anni fa) In realtà vorrei che Nikon determinasse un ulteriore step di fotocamera mirrorless dalle caratteristiche reportagistiche, ossia con sensore dalla densità tra i 24 e massimo 30 Mpx. Da accostare alla erede della Z7 con eventuale mega sensore da 60Mpx, adatta alle riprese. statiche ad alta densità di contenuto immagine. Come nei dualismi di un tempo D2x e D2h e quelli più recenti, anche se di diversa concezione, D5 D850. Le aspettative ulteriori sono quelle per il completamento del parco ottiche fin qui già soddisfacente, ma non ancora certamente definitivo: quando i tempi saranno propizi (speravamo entro il 2021...ma adesso dovremo riqualificare le priorità) a consentire il definitivo passaggio (con i corpi ulteriori auspicati) alla baionetta Z, eliminando buona parte dei "contro" qui sopra evidenziati. Max Aquila per Zetaland 2020 *** Nikon Z6 di Massimo Vignoli Premessa. All’inizio ero molto scettico su queste Z e devo dire che, quando l’ho comprata lo scorso maggio 2019, è stato più per la curiosità di sperimentare e la disponibilità del payback Nital che per la convinzione che questo potesse essere effettivamente uno strumento valido. Questo vale in particolare per il mio genere fotografico preferito – il wildlife – ma anche per le sue potenzialità in studio, facendo paesaggio o fotografia generalista. E, di fatto, la non fiducia nella maturità di questi oggetti e nelle scelte di Nikon è uno dei motivi più importanti che più ha definito la scelta di prendere la Z6 e non la Z7. Il ragionamento fu di acquistare l’oggetto più semplicemente rivendibile! Non di meno, per provare sul serio, ho scelto comunque di: dotarmi subito della Z6, del 24-70/4 e del 50 1.8, oltre all’evidentemente indispensabile FTZ; di metterla al lavoro “senza rete”: la prima uscita, dopo qualche esperimento in casa, la mia Z6 l’ha fatta in studio, durante uno shooting a pagamento al quale non ho portato nessuna reflex, e così è stato per tutte le successive uscite: non ho mai portato una DSRL “caso mai”. Per cui credo proprio di essere un tester asettico, al massimo “a priori contro” le Z e non a favore. Esperienza personale. All’inizio, molto in salita. In quella prima uscita in studio non ne voleva sapere di far andare i flash, e non ne voleva sapere di mettere a fuoco nel buio dello studio rischiarato solo dalla luce pilota. Meno male che avevo 2 ore, perché le prime foto buone – superati i blocchi è stato necessario ripristinare una situazione creativa e produttiva - sono uscite dopo un’ora e mezza di imprecazioni a denti stretti. Avessi avuto con me la D5, probabilmente dopo 10’ sarebbe tornata in borsa ed il giorno dopo sarebbe stata in vendita. Ma a casa, guardando i file, ho capito che quella Z6 con il suo cinquantino creava una coppia veramente superlativa. Anche ai tempi dei tentennamenti del firmware 2.0. Ora, con il firmware 3.0, siamo veramente oltre. Per me in studio la Z6 è ben sopra a quello che mi consentiva di fare la D5. Con i flash o in luce naturale, a colori o in BN. In giugno, cioè 4 settimane dopo, dedicate a capire le Z e le ottiche native, mi lancio nella mia prima esperienza di fotografia notturna. In mezzo, esperimenti su ampia scala. Con i quali promuovo definitivamente il 50/1.8S – mi piace proprio - e boccio il 14-30/4S che altrettanto radicalmente non mi è piaciuto. Di fatto, per i paesaggi in generale, mi doto di un 14-24 AFS 2.8 comprato usato, come fosse un noleggio. È una lente grossa, pesante, problematica e sostanzialmente obsoleta. Ma che ho preferito in maniera netta al più comodo fratellino attacco Z, che reputo essere una riedizione ammodernata rispetto al anch’esso obsoleto 16-35/4 AFS, con il quale condivide l’impostazione basata sulla ricerca del miglior compromesso. Certo, il nuovo compromesso è meglio del vecchio, ma tale resta. E non solo di notte. Di notte, in realtà, la scelta progettuale dell’autofocus delle lenti Z - che sono focheggiate elettronicamente e non meccanicamente - pare essere un grande limite: non è possibile, dopo aver spento la macchina, riportarle ad un punto di fuoco preimpostato. Vedremo come evolverà il catalogo di lenti native, per le quali aspetto sia il 14-24 2.8 sia il 20 1.8, anche per sapere se lato software riusciranno a risolvere questo problema o se i paesaggisti notturni dovranno continuare guardare altrove (caso nel quale il mio “noleggio” probabilmente si prolungherà). Ma anche qui, foto notturna, abbiamo un punto molto forte a favore della Z6: la qualità ad alti ISO è veramente vicina vicina a quella della D5, che resta migliore, di poco, solo ad ISO superiori ai 6400…. Ma ad altro prezzo. Dove la Z6 realmente eccelle, comunque, è nella versatilità d’uso. Non riesco ad immaginare niente di meglio per gironzolare da turisti per città. Scattando non visti, senza portare la macchina al viso ma beneficiando sia dello schermo basculante sia del riconoscimento dell’occhio del soggetto. O di notte sfruttando gli alti ISO molto puliti. Nella fotografia naturalistica, invece, abbiamo punti di forza - in particolare ISO, stabilizzatore e scatto silenzioso – che non bastano a far emergere questa Z rispetto alla D5 per colpa dell’ AF ancora non sicuro come vorrei, in particolare si “distrae” se lo sfondo è più chiaro del soggetto e/o il soggetto è piccolo e fatica ad agganciare/tenere agganciati soggetti in rapido movimento. È per me, inoltre, ulteriormente penalizzata dalle dimensioni troppo piccole del corpo macchina. Per cui, al momento, se non mi è necessario lo scatto silenzioso preferisco senza dubbio ancora la D5. Ma è evidente che Z6 e D5 giocano in campionati diversi e che sarebbe ingeneroso, per entrambe, metterle in competizione. Un particolare da non sottovalutare riguardo allo scatto elettronico è che, essendo privo di parti in movimento, consente di scattare con tempi assolutamente proibitivi con le reflex, anche a mano libera – ed anche grazie all’efficacia combinata dello stabilizzatore sul sensore e di quello sulla lente (qui 1/25 con il 500/4 a mano libera, e non mi ha visto e sentito). Conclusioni con pro e contro. Tolto il Covid-19 e la “segregazione”, tra il 26/5/2019 ed il 1/3/2020 sono poco più di 9 mesi e 22 mila fotografie. Fatte in mote situazioni di scatto diverse, solo alcune illustrate nell’articolo. Devo dire che nel sistema Z ci sono molte cose che mi piacciono, in particolare : Automatismi di messa a fuoco, in particolare nella fotografia di persone. Qualità del mirino elettronico ed informazioni disponibili Stabilizzatore sul sensore Scatto silenzioso Qualità ottica delle lenti Ma anche alcuni contro : Correzione non disattivabile dei difetti delle ottiche, spero che tornino indietro 14-30/4 scarso ed incongruo nel rapporto con il prezzo di listino in uscita Dimensione dei corpi macchina, troppo piccoli Firmware che non viene sviluppato abbastanza rapidamente ed abbastanza intelligentemente nemmeno nelle cose “piccole”: continua a mancare un modo comodo di utilizzare contemporaneamente 2 modalità di messa a fuoco, come è da sempre possibile sulle reflex, così come un modo mirino completamente pulito da informazioni…. E tante altre… Punto di fuoco perso ad ogni spegnimento della macchina per le lenti Z Aspettative per il futuro. Facile, solo tre cose: Una Z meglio della D5 nella fotografia d’azione e di natura (corpo grande - batteria grande – più comandi fisici - AF veloce e più sicuro) Uno zoom ultrawide filtrabile e meglio del 14-24 AFS, in tutti gli ambiti d’uso. Uso pervasivo, sui nuovi supertele attacco Z, della tecnologia PF abbinata ad una luminosità massima uguale o superiore all’attuale. *** Nikon Z6 di Silvio Renesto Ho la Z6 dal novembre 2019, quindi non da moltissimo, ma abbastanza da essermene fatto un'idea. L'ho presa perché mi serviva una mirroless valida per la macro/still life, che faccio sia per lavoro che per passione, ma anche da sfruttare per lo street e paesaggio in bianco e nero, un genere in cui faccio occasionali incursioni. Z6 e 24-70/4 S a 68mm, il 24-70/4 è un ottimo zoom standard. Purtroppo la situazione di isolamento forzato a cui siamo obbligati ci ha sottratto la primavera, quindi non ho potuto provarla come si deve nella macrofotografia agli insetti, cosa a cui tenevo molto e dove, per i pochi test che sono riuscito a fare, sono sicuro che avrebbe reso al meglio. Ho potuto però sfruttarla per gli altri usi per cui l'avevo comprata, soprattutto per lavoro (ma le foto non posso mostrarle, purtroppo) e ne sono rimasto soddisfatto. Le potenzialità sono quelle tipiche della mirrorless (previsualizzazione dell'esposizione, precisione nella messa a fuoco in still-life, possibilità di posizionare il punto di messa a fuoco ovunque e così via). Il corpo macchina mi piace, è moderno ma nel contempo la sua forma squadrata essenziale richiama un po' le nikon FM o FE, con cui ho iniziato a fotografare sul serio. Al di là dell'aspetto nostalgico, la funzionalità di pulsanti e ghiere è buona, nonostante abbia mani grandi non ho incontrato problemi, solo il corpo è un po' piccolo, prima di acquistarla mi sembrava che una basetta di qualche genere fosse più che altro un vezzo, ma poi mi sono dovuto ricredere, montandola la presa diventa molto più comoda e stabile. Il monitor è molto bello, ampio e oltre a dare un'immagine nitida, è ricco di informazioni ed è touch, ma questo lo immaginavo, la maggiore sorpresa in positivo è stato il mirino elettronico, veramente eccellente. Per quanto riguarda l'uso, da buon nikonista d'annata, non ho avuto bisogno di leggere le istruzioni per gestire il 99% delle funzioni. Ne ho personalizzate alcune secondo le mie necessità: ad esempio ho attribuito al pulsante Af-on la funzione di ingrandimento istantaneo al 100%, che mi viene comoda in alcune macro-occasioni. In macro l'Af-S più la selezione della area Af pinpoint risolvono egregiamente quasi tutte le situazioni. Molto raro che si debba usare la messa a fuoco manuale. In quel caso il focus peaking funziona bene, ma occorre fare un un po' l'occhio per capire quando si è esattamente a fuoco, perchè si ha un aumento dell'intensità del contrasto molto graduale e sulle prime mi capitava di scattare troppo presto, convinto che il soggetto fosse già a fuoco. Con l'uso però ci si fa la mano e soprattutto la combinazione di focus peaking e ingrandimento istantaneo 100% risolvono il problema, ma come ho scritto, nella gran parte parte dei casi l'area af pinpoint risolve ogni situazione. La Z6 mi permette inoltre di sfruttare i miei obiettivi nikkor tramite adattatore, in attesa di ottiche equivalenti con attacco Z, cosa indispensabile per me soprattutto nell'attività professionale dove mi occorre un vero obiettivo macro (non sono un fotografo, sono un paleontologo, lo ricordo, ma i paleontologi hanno necessità di fotografare gli esemplari nei dettagli). Il Nikkor 105 f2.8 afS G ha una certa età, ma sul sensore della Z6 trovo che se la cavi ancora abbastanza bene, in attesa di un macro con attacco Z che speriamo essere di qualità "stratosferica" . Z6 e 105 micro Af G. Questa traccia fossile farà parte di una mostra personale "Forme nella pietra" che si terrà a ottobre (doveva essere ad Aprile, ma il coronavirus l'ha fatta slittare). Apprezzatissimo lo scatto in sequenza che libera dalla necessità della slitta micrometrica quando si vuole ottenere una serie di scatti da combinare tramite focus stacking. Z6 e 105 micro Af G. Macro con stacking da ripresa in sequenza. Sempre in attesa di un vero macro dedicato per la fotografia ravvicinata si possono ottenere risultati interessanti anche accoppiando obiettivi S soprattutto il 50mm f1.8, ma anche con l'85mm f1.8, coi tubi dedicati quali i Fotodiox o i Meike (più convenienti!). Stacking di più scatti realizzati con la Z6 e l'85mm f1.8 S accoppiato ai tubi Meike. La Z6 con gli obiettivi nikkor F tramite adattatore FTZ permette di fotografare di tutto o quasi, mantenendo una qualità di immagine ottima con una notevole latitudine di posa. Questo scoiattolo era nell'ombra più fitta. Z6, 300mm f4 PF e TC 14 EIII, 12800 ISO. Il firmware che permette il riconoscimento dell'occhio umano e dei mammiferi è un'altro plus notevole, anche se non ne faccio un uso intensissimo. A dire il vero mi sono divertito ad usarla anche in contesti per i quali non era proprio tagliata, come la wildlife photography, dove può dare sì soddisfazioni, ma è dove per l'uso che ne faccio io, l'af spesso mostra un po' la corda, anche dopo il deciso miglioramento via firmware, per una reattività non sempre fulminea ed una tendenza a perdersi negli sfondi anziché centrare sul soggetto. Z6 e 300mm f4 PF : se il soggetto non si agita troppo non ci sono problemi Con un po' di pazienza e di ... fortuna si possono ottenere risultati soddisfacenti anche con il 300mm accoppiato al famigerato TC 17 EII! Conclusioni PRO Una fotocamera ben costruita, solida Ottimi file, Obiettivi (quelli che ci sono) di elevata qualità Mirino elettronico molto valido I classici vantaggi delle mirrorless che ho descritto prima (WYSIWYG, nessun necessità di tarare gli obiettivi, predispposizione focus stacking...) CONTRO Vivamente consigliata almeno una basetta per impugnarla meglio, da sola il mignolo sfugge sotto (quando ne ho letto, non credevo fosse così importante, ma provandola... ho cambiato idea) Reattività migliorabile (ci mette un po' a "risorgere" dallo stand by, ad esempio) Precisione Af migliorabile. Vale per entrambe le Z: l'adattatore FTZ ha la basetta per il cavalletto che è più di intralcio che di utilità Se gli ultimi due problemi potessero essere corretti via firmware, sarebbe un'ottima cosa e la mia soddisfazione sarebbe piena. Se invece futuro uscisse una versione aggiornata, (e un poco più grande) la acquisterei molto volentieri. *** Nikon Z6 e Nikon Z7 firmware 3.0 di Mauro Maratta La mia Nikon Z7 con il grip SmallRig e in bella mostra, la nuova CFexpress di ProGrade a confronto con la vecchia XQD di Lexar, ripresa con la mia Nikon Z6. Oramai nella fotografia corrente di tutti i giorni io sono reflex-less Ho scritto in lungo e in largo sulle Nikon Z e su tutto quello che le riguarda, su queste pagine, sin dal luglio 2018. Sono persino arrivato a provare la Z50 che, pur essendo una bella fotocamera, mi attira come una seduta fiume dal mio dentista (che pure è una bellissima ragazza con due occhioni verdi che non ti lasciano scampo mentre ti trapana l'osso della mandibola !). Per cui qui andrò solo per valore aggiunto, valutandole allo stato dell'arte attuale con il nuovo firmware 3.0, che non sarà l'ultimo ma rappresenta anche la maturazione finale del sistema. E la disponibilità - finalmente ! - delle tanto a lungo promesse schede di memoria CFexpress Ho avuto ogni ammiraglia digitale Nikon sinora e buona parte delle macchine professionali Nikon. Queste due signorine non sono macchine professionali e a dirla tutta sono due "giocattoli" costosi. E' stata la mia prima impressione e la confermo. Per arrivare a livello di una F5-D1-D3-D5 ci vuole altro. E questi primi modelli non ce la faranno mai. Nikon Z7 e l'oggetto del desiderio di Silvia (no, non il mio Nikkor 105/1.4E quello non lo cederò mai !) Nikon Z7 e obiettivi compatibili (in questo caso la focale migliore per il volto di Oonagh, il mio Sigma 135/1.8 Art) Perchè sono nate sotto la luna del compromesso per scelta progettuale non per limiti industriali. Piccolo è bello ma è anche maledettamente impossibile farci stare un buffer di memoria serio, un processore veloce e dei comandi all'altezza delle aspettative di chi spende 6000+ euro più le svariate migliaia di euri necessari per dotarle del corredo minimo di obiettivi. Che al netto delle promesse ... rimane una promessa. Ma ... se ci fermassimo qui mi dovreste chiedere naturalmente perchè posseggo sia la Z7 che la Z6, perchè prima dello stop infernale dovuto al virus sommavo oltre 250.000 scatti tra l'una e l'altra (con la prospettiva di arrivare a 450.000 prima di pensionarle), perchè ho venduto per inutilizzo la D850 e perchè ho prestato la D5 e non ne sento la mancanza (dato che per me è diventata semplicemente una jpg-machine dedicata allo sport più difficile). Infatti, pur nelle loro limitazioni, Z6 e Z7 per me rappresentano il rinnovo dei voti matrimoniali con Nikon. Una Nikon è per sempre. Perchè accontentarsi di un hamburger quando a casa c'è una bistecca di roastbeef che ti aspetta (cit. Paul Newman) ? E' questo l'effetto del Nikkor Noct 58/0.95, una esperienza che non si può dimenticare, assuefazione pura dopo di che niente sarà più come di prima. Ah, già, qualcuno non lo sa. Io non mi sono mai sposato. Nemmeno fidanzato. Tranne che con Nikon, nell'estate di oramai trentasette anni fa. Ma questo però non mi nega il piacere di criticare aspramente "mia moglie" quando ne sento la necessità. Né di essere equilibrato quando si tratta di valutarne ... i frutti. Ci sono caratteristiche nelle Nikon Z che mi fanno attendere con grande aspettativa i prossimi modelli se questi sublimeranno le caratteristiche che più mi servono oggi - perché ogni fotografo che non sia ancora stato inumato si evolve nel tempo, non rimane fermo agli stilemi imparati negli anni '70 del secolo scorso - specialmente oggi che con il firmware 3.0 siamo arrivati alla maturità. Oggi utilizzo al 98% le mie due Z, relegando la D5 a poche circostanze dove la sua reattività mi permette di superare i ritardi e i limiti di messa a fuoco e di lag della Z6. Ma la D850 è un ricordo del passato e non la rimpiango nemmeno un minuto, tanto più che in fondo l'ho utilizzata per la gran parte del tempo, a specchio alzato e su treppiedi come fosse la mirrorless che allora non avevo. Il livello di maturità raggiunto con il firmware 3.0 dalle Z mi permette di scattare al 100% fidandomi del loro riconoscimento dell'occhio, per cui delego del tutto la messa a fuoco alle fotocamere : io inquadro e non penso ad altro. Le uso in modo indifferente, avendo solo cura di mettere il 105/1.4E sulla Z7 per consentirle di recuperare quello stop di svantaggio sulla Z6 quando le impiego insieme. Sono persino arrivato ad acquistare lo zoom che più ho detestato nel tempo (pur avendone avuti, tra 28-70 e 24-70, addirittura quattro esemplari), perchè il nuovo Nikkor Z 24-70/2.8 S é semplicemente impareggiabile. L'eye-AF delle Nikon Z, sia con gli umani che con cani e gatti è un game-changer. Oramai non riesco più ad utilizzare una reflex per fotografare le persone. Persino con la D780 ho scattato esclusivamente in live-view per non perdere questa opportunità. Nessun bisogno di tarare le ottiche e fuoco sempre sull'iride. E dai tre giorni di "terrore" passati con il Nikkor Z 70-200/2.8 S (fotografando per una Milano già conscia del pericolo virus) ho capito che quello sarà il baton de mon vieillesse. Specie se si ricorderanno di fare anche un TC20 all'altezza. Z6 e Nikkor 70-200/2.8E FL via FTZ in attesa del Nikkor Z e della ripresa delle gare (in settembre ?) Scatto al 99,99% in otturatore elettronico salvo quando sono in luce artificiale a frequenze pericolose o con il flash, e se il soggetto me lo consente, il tempo di scatto non è più una variabile, grazie al grandioso stabilizzatore integrato sul sensore In manuale per tutto il tempo e selezionando il picture control che a mirino mi dia già il risultato atteso, in modo tale da avere in Lightroom già il lavoro per lo più fatto. Il flusso di lavoro si è di gran lunga agevolato. A differenza di Massimo Vignoli io trovo assolutamente impagabile il fatto che i programmi Adobe ritrovino tutte le regolazioni on-camera senza dover reinventare ogni volta la ruota o l'acqua calda. Il risultato è che tra le piacevolezze delle due fotocamere, l'elevatissima qualità delle ottiche, la naturalezza d'uso, la spontaneità del risultato, la vastità delle potenzialità del sistema (che si estende grazie ai miei due FTZ, al battery-pack permanentemente montato sulla Z6 e prossimamente ad una scheda CFexpress da 325 per avere autonomia virtualmente infinita e rapidità di scarico sul pc) il numero di scatti che faccio con le Z è talmente più elevato di quello che ho sempre fatto con le reflex che non mi bastano più gli hard-disk (sono passato ai 16 terabyte ma non ci sono, per ora tagli superiori a buon mercato... !) Nikon Z7 e Nikkor 300/4E PF via FTZ, un perfetto connubio di leggerezza e prestazioni Ma l'appetito viene mangiando e queste due Z e questi primi obiettivi non sono che l'aperitivo. Anche perchè, quando uno ha assaggiato un bordeaux messo in bottiglia nell'anno della cometa (AD 1811) come il Nikkor 58/0.95 Noct, le aspettative per tutto quello che verrà sono naturalmente moltiplicate all'infinito ! In attesa del prossimo Nikkor 200-600mm sono arrivato a sperimentare persino il 500/5.6E PF duplicato 2x con la Z6 ottenendo foto da paparazzo ma che comunque mai mi sarei aspettato di scattare. Il tutto arriva con totale naturalezza e grande divertimento che non se ne ha mai abbastanza. Insomma, Mauro Maratta ama le Nikon Z. Ma le conclusioni non possono del tutto essere entusiastiche perchè oramai sono maturi i tempi per una prossima generazione visto che io ho ampiamente superato i limiti di utilizzo delle Nikon Z6 e Z7 che, pur ottime, mostrano più di qualche ombra. Concludendo A favore le peculiarità delle mirrorless sublimate già alla prima generazione (mirino elettronico di ottime prestazioni, stabilizzatore, otturatore elettronico, link hardware-software, sviluppo firmware inusitato per Nikon) prestazioni di tutte le ottiche Nikkor Z che fanno dimenticare sia i migliori Nikkor F che i migliori Sigma Art (dimenticare, non una parola scritta a caso) equilibrio tra prestazioni e impegno d'utilizzo che facilita e rende anzi, più piacevole l'utilizzo, tanto che il numero di scatti cresce a dismisura capacità complessive che, a dispetto dei detrattori della prima ora coprono il 90% delle necessità di tutti i fotografi nikonisti (per il restante 10% di specialisti di wildlife e di sport, si dovrà avere pazienza 12-18-24 mesi per la prossima generazione) video di qualità superlativa, anche in autofocus, specie con la Z6 due corpi uguali che cambiano solo per il taglio della risoluzione del sensore senza doversi riadattare nel cambiare corpo. Mentre scatto con Z6 e Z7 mi rendo conto della macchina che ho in mano solo perchè nella Z7 ho lo SmallRig e nella Z6 il battery-pack sostanziale mancanza di ogni tipo di surriscaldamento anche in ore di impiego, di vibrazione affidabilità da professionale Nikon (lo dicono i miei 250.000 scatti in un anno e mezzo senza nessun inconveniente) memorie professionali adesso anche di taglio notevole, abbasso le schede SD ! l'EYE-AF, anche degli animali, perchè è rivoluzionario. Il più grande salto prestazionale dai tempi della D3x (prima l'avevo avuto con la F5). Contro chi è abituato alle Nikon professionali grida vendetta ! Queste sono macchine biecamente amatoriali vendute ad un prezzo professionale. Ma soprattutto hanno una ergonomia deficitaria che le rende inadatte all'uso con ottiche importanti La torretta PASM non si può vedere su macchine di fascia top, vanno bene al più per la Z50. Idem la mancanza di tutti quei tasti che hanno fatto la fortuna delle Nikon professionali la concezione scioccamente "alternativa" rispetto allo stato dell'arte dell'autofocus implementato in decenni di sviluppo con le reflex professionali. Perchè, mi chiedo io, non estendere semplicemente al frame completo, le funzionalità della D5 o, meglio ancora, della D6 ? Eresia .... ? piccolo è bello ma c'è chi lo vuole grande. I compromessi accettati per avere corpi piccoli sono inaccettabili per molti altri (che si traduce in : una sola scheda di memoria, un battery-grip che non è un battery-grip, carenza di comandi fisici, etc. etc.) autofocus non all'altezza delle aspettative dei più smaliziati e della migliore concorrenza, nonostante i ripetuti interventi firmware la Z7 per pagare il numero di pixel e di punti di messa a fuoco, cede ulteriormente al compromesso nel rapporto prezzo/prestazioni (che è il peggiore di tutto il listino Nikon dai tempi della D3x) e in molte caratteristiche (autofocus, rolling-shutter molto più pronunciato, lentezza operativa) Il che apre le porte alle aspettative future : Prossima generazione di Nikon Z ? ancora due corpi identici sul piano meccanico, divisi solo dal taglio del sensore, uno a bassa e uno ad alta risoluzione ma due corpi equivalenti in tutto alla Nikon D850 (costruzione, comandi, niente PASM, effetti, vaccate varie, due schede di memoria, battery-grip professionale, peso adeguato ad ottiche superprofessionali) processore potente e sovradimensionato impostazione di AF, menù, impostazioni, derivato dalle Nikon D6 e non dalle Coolpix. Noi spendiamo migliaia di euro per queste macchine : non siamo teen-agers, siamo vecchi nikonisti con aspettative over-the-top. buffer moltiplicato per dieci prestazioni allo stato dell'arte per il mercato (Nikon : è l'ora di tornare a dettare il passo, non ad inseguire in coda al gruppo) mirino migliore sviluppo del firmware che consente un aggiornamento costante delle prestazioni dei corpi anche a 3-4 anni dalla data di lancio e tutto quanto fa di una Nikon professionale uno strumento affidabile, duraturo e il cui valore si vede in ogni dettaglio
  7. Appena arrivati, freschi freschi di corriere ... Unboxing Nikkor Z 105mm f/2.8 S VR MC Unboxing Nikkor Z 50mm f/2.8 MC Gianni e Pinotto
  8. In una recente intervista rilasciata ai media cinesi, i progettisti della Z7 II hanno dichiarato che il sensore da 45 megapixel secondo loro ha ancora del potenziale da offrire. Si tratta praticamente dello stesso sensore che ha debuttato nel 2017 con la Nikon D850, cui è stata aggiunta la matrice dei punti per la rilevazione di fase. E che equipaggia anche la Z7, tale e quale. Questa Nikon Z7 II è quindi la terza fotocamera ad utilizzare questo sensore progettato da Nikon per le sue specifiche esigenze, a cominciare dalla sensibilità base di 64 ISO. In questo senso é proprio arduo se non impossibile trovare differenze di resa in termini di qualità di immagine tra le tre fotocamere. E' possibile - ma più in via teorica che pratica - che la D850 proprio per l'assenza dei punti semiciechi della rilevazione di fase abbia un filo di qualità in più quando si spingono le ombre oltre il dovuto. Ma qui mi fermo perchè è un campo di indagine che non solo non mi appassiona, mi annoia proprio. Dando per assodato che la qualità data dal sensore sia la stessa, noi tutti abbiamo amato la Nikon D850 - probabilmente la migliore reflex mai prodotta dal nostro marchio - per il mix di specifiche, di caratteristiche e di prestazioni offerte. Ma anche per quel feeling particolare che lo sviluppo del corpo delle reflex professionali Nikon ha raggiunto nella sua ultima fase di maturità. Usare una fotocamera come quella è un piacere, nessuno può negarlo. Tutto funziona come si deve. Tutto è dove te lo aspetteresti che sia. Le Nikon Z7 sono belle fotocamere, costruite con lo stesso criterio e con gli stessi materiali, concepite allo stesso modo. Ma sono state pensate per soddisfare un altro genere di fotografo, uno che si attende che una mirrorless, debba avere anche un pò meno peso e volume rispetto ad una reflex. Anche a costo di rinunciare ad un pò di comodità in termini di ergonomia e di comandi. Ammettiamolo, una D850 la si può usare a memoria, senza mai entrare in un menù. Mentre più di metà delle funzioni di uso comune della Z7 ti obbligano ad entrare nel menù, sia anche solo quello rapido richiamato dal tasto i (che pure è presente anche nella D850) mentre stai fotografando. Non è la stessa cosa. Almeno, non è la stessa cosa per una certa fascia di fotografi. Motivo per cui molti di noi stanno attendendo la vera alternativa mirrorless Z della reflex D850. Anche se in termini di qualità di immagine una Z7 arriva fino la. E lo fa anche andando in campi inesplorati dalla D850. Quelli resi possibili dal mirino elettronico, dall'assenza di specchio e di ... otturatore meccanico (almeno quando è possibile usare quello elettronico). Bene, chiarito il punto che a distanza di quasi tre anni dal lancio una Z7 non sostituisce per intero una D850, vediamo meglio la Z7 II. Distinguere da lontano una Z7 II da una Z7 è impossibile. Perchè le differenze sono sostanzialmente due. Una è il marchietto : l'altra la contattiera interna che permette la comunicazione piena con il nuovo battery grip Nikon MB-N11 e la logica di ricarica della nuova batteria interna EN-EL15c, ricaricabile anche durante l'uso. Il resto - i due processori, il buffer maggiorato e le nuove modalità autofocus - si possono apprezzare solo nell'uso ma non differenziano sul piano estetico le due fotocamere. Che per il resto sono del tutto fungibili. Z7 e Z7 II sono entrambe fotocamere più riflessive delle Z6 sono progettate per poter sfruttare la più elevata risoluzione e gamma dinamica a basse sensibilità sono più versate per la fotografia di studio, la macro, il paesaggio (ma solo a condizione di sfruttare la gamma dinamica e la risoluzione alla sensibilità base) sono le più indicate per sfruttare di più la capacità di risolvenza dei migliori obiettivi (che di converso significa che richiedono i migliori obiettivi per offrire il meglio di se) la più ampia capacità di catturare le sfumature di colore permesse dal doppio dei megapixel, si perdono se la destinazione d'uso non prevede stampe fine-art di dimensione superiore ad almeno A2 Bene ma in cosa si differenziano allora, Z7 e Z7 II ? Non è una domanda banale. Ed è meglio sgombrare il campo dagli equivoci. per alcuni fotografi potrebbe essere molto arduo determinare quanto hanno fatto i progettisti Nikon nella Z7 II. Che porta sulla Z7 sostanzialmente questi vantaggi che abbiamo già accennato ma che ripetiamo ancora : nuova batteria EN-EL15c, più capace ma soprattutto in grado di essere ricaricata via USB-C durante l'uso (la stessa EN-EL15c è compatibile con la Z7 ma senza possibilità di ricarica durante l'uso) nuovo battery grip MB-N11 completo di comandi per lo scatto in modalità verticale (mentre rimane la compatibilità con il battery-pack MB-N10 progettato per Z7 e Z6) buffer maggiorato doppio slot di memorie. Allo slot per XQD/CFexpress è stato associato uno slot per schedine SD UHS-II modalità video in formato 4K60P (la Z7 si ferma al 4K30P che per molti sarà già superiore alle proprie necessità, ammesso che siano interessati al video) nuove modalità autofocus (in particolare per quanto riguarda il riconoscimento del volto e dell'occhio di umani e animali domestici) nuova modalità di selezione dei tempi di scatto sino a 900 secondi (ammetto che è una funzione che non ho esplorato e che dubito avrò mai bisogno di usare) oltre ad una potenzialità, di fatto già messa in campo, di ulteriore sviluppo delle capacità via firmware che sembrerebbe (il condizionale è d'obbligo) interrotta sulla Z7 (che sia per ragioni di marketing o tecnologiche lo ignoriamo). La Z7 II ha un doppio processore identico a quello della Z7 che ne rendono più fluido l'impiego. Nell'uso pratico io l'ho riscontrato solo in termini di migliore precisione del riconoscimento dell'occhio dei miei soggetti e nella possibilità di scattare praticamente in continuo senza interruzioni. Mentre la Z7 dopo pochi scatti tossicchiava avendo saturato il buffer, la Z7 II invece continua a scattare mantenendo sostanzialmente costante (almeno in raffica H) la capacità del buffer che viene liberato sulla CFexpress praticamente in tempo reale (nell'uso la capacità residua si mantiene pur scattando a raffica sui 22-23 scatti liberi, andando a zero solo quando si raggiunge il limite imposto dopo parecchi secondi di fotografia che in condizioni normali "non da sport" praticamente non capita mai. La Z6 II invece arriva fino a 200 scatti, come abbiamo visto nei nostri test pratici con video dimostrativo). Ma queste caratteristiche probabilmente interessano solo una parte dei fotografi. Non certo chi fa sempre pochi scatti oppure fotografa solo in studio a scatto singolo o fa paesaggio, che sono poi le occupazioni principali della Z7. Ok, ci hai detto tutto ? Ma come va ? E' una fotocamera Nikon. Quindi va benissimo. Nei mesi da cui l'ho in casa l'ho usata come macchina principale, facendo di tutto. Pur confinato per lo più in casa ho superato i 20.000 scatti con profitto. Senza inconvenienti e sempre con grande soddisfazione. Con soggetti statici : focus stacking di 26 scatti ad alta risoluzione : Nikon Z7 II e Nikkor Z 24-200 ad f/8 con soggetti dinamici : Nikon Z7 II insieme al suo compagno ideale, il meraviglioso Nikkor Z 50/1.2 S che grazie alla sua luminosità le consente di scattare per lo più ad ISO 64 per sfruttarne la grandissima gamma dinamica Ottenendo con più facilità le foto che ottenevo con la mia precedente Nikon Z7 che potrà sembrare un limite ma nella realtà non lo è affatto. Confesso che oggi queste foto non sarei (e non sono) più capace di farle con una reflex. La comodità di vedere a mirino la luce e l'esposizione, la silenziosità, lo stabilizzatore integrato, l'assenza totale di vibrazioni che mi consentono di scattare foto "granitiche" ad 1/8'' senza scordare la grande potenza per me - ritrattista al 90% - di poter inquadrare mettendo l'occhio del mio soggetto in qualunque punto del frame senza dover fare equilibrismi è impagabile. Ma sarebbe anche un filo disonesto dire che le differenze tra Z7 II e Z7 invochino l'immediato upgrade. La Z7 II è una macchina meglio rifinita che consiglio a chi pensi di dotarsi di una Z7 oggi. Ma ha qualità superiori alla Z7 solo per chi ne necessiti specificatamente. Per tutti gli altri la Z7 offre le stesse qualità di immagine ad un prezzo più vantaggioso, senza altra rinuncia che non siano quegli aspetti, importanti ma non rivoluzionari, che abbiamo bene evidenziato, credo. Escludo a priori che chi trovi nella Z6 la sua macchina d'elezione, possa aggiornarsi alla Z7 II. Avrebbe sbagliato in origine, oppure sbaglierebbe oggi. Z6 e Z7 restano differenti nell'impostazione e nell'indole anche nella versione II. Quindi non fate l'errore di pensare alla Z7 II come una Z6 ad alta risoluzione. Non è così. L'equivoco nasce dal fatto di avere fisicamente la stessa architettura. Ma la Z6 II va più veloce, ha un video più fluido, è più agile, ha una gamma dinamica complessivamente migliore su tutto l'arco delle sensibilità. La Z7 II resta una macchina da meditazione. Un complemento per chi abbia già una macchina per tutti i giorni. O la macchina d'elezione per chi viaggia sempre in surplasse. Che è sempre un bel viaggiare anche quello. *** Una nota a margine sull'ultimo firmware appena pubblicato. E' possibile che l'autofocus della Z7 II sia più sensibile di quello della Z7 come dicono le specifiche. Io sinceramente non sono andato a cercare le differenze, anche perchè non ho più in casa una Z di prima generazione. Ma ho provato il riconoscimento dell'occhio delle persone al chiuso mentre un amico usava una Z6 I. La differenza è eclatante. E qui (anche, non solo la Z6 II) la Z7 II è sia più sensibile che più precisa anche della Z6. Ci vede di più, da più lontano, sbaglia poco o niente. Ecco, se uno fotografa le persone, un pensierino alla nuova lo dovrebbe fare. Otterrebbe in un colpo tutti i vantaggi del caso ed avrebbe meno pensieri quando cerca l'occhietto della modella in penombra anche a figura intera a 4 metri di distanza come in questo caso : l'autofocus è andato a prendere l'occhietto anche se è lontano ed occupa una frazione del campo inquadrato e sebbene un occhio sia socchiuso e l'altro semicoperto dai capelli E un'ultima annotazione che sono certo non farà piacere al distributore italiano ... ma mi corre l'obbligo. Le prime Z sono tutte eccellenti fotocamere io ho accumulato sinora 300.000 scatti con le Z di prima generazione e 50.000 con quelle di II generazione. Ma sappiamo che se non è domani, tra qualche mese uscirà almeno un esemplare e poi più di un esemplare di Nikon Z si categoria superiore. E la Z7 II non sarà più l'ammiraglia delle Z ...
  9. Lexar Professional arriva anche sul mercato italiano con le sue nuove schede di memoria CFexpress, già compatibili (via Firmware 3.0) con le fotocamere Nikon Z. confezione, colori, imballo, blister, tutto é allineato al classico aspetto delle schede Lexar che da anni utilizziamo sulle nostre macchine. a confronto con le precedenti XQD che sino ad oggi mi hanno accompagnato con le varie Nikon D4/D5, D850 e D500, oltre che alle Z si capisce come la Lexar voglia mantenersi anche solo a livello esteriore agli stessi livelli. Del resto Longsys, il produttore cinese che ha rilevato da Micron il marchio Lexar qualche anno fa, ne detiene tutti i diritti. La tecnologia però è proprietaria e non deriva da brevetti o processi precedenti. Longsys produce ogni tipo di supporto di memoria, dal più comune al più complesso, tra cui, appunto, queste CFexpress. Appena arrivata l'ho subito inserita nella mia Nikon Z7 e ne ho verificato la perfetta compatibilità. La scheda è già formattata e quindi non è necessaria nessuna operazione. Sia a scatto singolo che a raffica, nessun problema. E' anche compatibile con il mio lettore di schede CFexpress Prograde, cosa tutt'altro che disprezzabile, visto che al momento è l'unico lettore che si trova sul mercato. A questo punto l'ho misurata con i soliti test sintetici rapidissimi. Si tratta di benchmark che cercano di simulare condizioni operative comuni in ambito informatico, non necessariamente fotografico. Peraltro AJA è un simulatore di cattura video HD. il trasnfer rate con il mio lettore USB 3.1 Gen. 2 sfiora i 400 megabyte. Lontano dai 1.000 teorici promessi dalla scheda ma comunque ben superiori ad ogni altro formato presente sul mercato (una XQD ha prestazioni sullo stesso pc di circa un terzo, una SD, anche di fascia altissima, nemmeno si avvicina ad una XQD). nel video la velocità sarebbe ancora più sostenuta. Il semplice trasferimento di una cartella di fotografie (circa 110 gigabyte di NEF della Z7) dal mio pc alla scheda mostra una velocità adeguata : oltre trecento megabyte al secondo rispetto agli 85-90 permessi dalle pur eccellenti XQD Lexar 2933x rappresentano un bel salto di prestazioni. Lato impiego, come già con le ProGrade devo invece confermare che le differenze prestazionali, al di là della piena compatibilità senza il minimo impuntamento, apparentemente non ci sono. Nel senso che il buffer si riempie lo stesso e poi si svuota più o meno allo stesso modo. Non c'è quindi un visibile miglioramento nell'impiego di una di queste CFexpress (e nemmeno delle altre) rispetto ad una buona XQD Lexar, secondo la mia presente esperienza. Probabilmente dovremo attendere o la nuova Nikon D6 oppure le prossime Nikon Z di fascia superiore per sfruttare le doti velocistiche delle nuove schede. Però già adesso, con Lexar, ProGrade e con Sony abbiamo già tre produttori di schede per le nostre fotocamere, al posto del residuo quantitativo di schede XQD - tutte Sony - ancora disponibili sul mercato. Attendiamo Sandisk che al momento non è certificata da Nikon ma che apparentemente per certe serie di schede dovrebbe poter offrire la piena funzionalità. Dal mio punto di vista, oltre alla maggiore scelta, c'è finalmente il superamento del limite dimensionale che con il mio rateo di scatto attuale, a 128 gigabyte mi stava un pò plafonando. Io detesto dover cambiare scheda durante le mie sessioni di scatto. E visto che le attuali Nikon Z non offrono un secondo slot di sfogo ai miei scatti, devo risolvere aumentando la dimensione delle schede. 256 gigabyte sono adeguati ma tutti i produttori offrono anche tagli superiori fino a 512 e probabilmente 1000 gigabyte. I costi per il momento sono elevati ma probabilmente con la piena disponibilità di schede e di fotocamere di differenti marchi, dovrebbero diventare più competitivi. Per il momento salutiamo il ritorno di Lexar sulle nostre Nikon, anche se nella realtà il marchio non se ne era mai andato. Adesso Lexar è cinese mentre prima era californiana ma a noi in fondo interessa il risultato. Ottimo sotto ogni aspetto.
  10. Se non avete inteso bene, ebbene lo ripeto subito, nella mia modesta opinione e pur al netto del fatto che ho avuto a disposizione questo nuovo - ed atteso ! - primo teleobiettivo Nikkor Z solo per pochi giorni, questo Nikkor 85mm f/1.8 S si candida già come miglior 85mm mai prodotto da Nikon per caratteristiche generali e tralasciando l'apertura massima "limitata" ad f/1.8 anzichè f/1.4. Non è un sostituto dell'onesto ma mediocre Nikkor 85/1.8G, né, a maggior ragione, del precedente modello non motorizzato. E' un obiettivo che sinceramente, può confrontarsi con i riferimenti attuali per attacco F di focale 85mm, cioé Zeiss Otus e Sigma Art. Destinato, per compattezza e "velocità" sia operative che d'impiego, a diventare semi-leggendario come il vecchi Nikkor-H da otto centimetri e mezzo, protagonista insieme a 50/2 e 105/2.5 del film Blowup ... Non è, lo dico subito, un oggetto di cui ci si può innamorare per l'aspetto o per le raffinatezze costruttive. Il suo bisnonno pre-AI è ancora oggi ben più affascinante nella sua tozza massa di alluminio, ottone e vecchio vetro fuso in Giappone. Questo è in larga parte in lega di magnesio e policarbonato, del tutto simile al gemellino 50/1.8 S che distacca per una manciata di millimetri in altezza e in diametro e pochi grammi di peso. E' costruito in Cina (non che questo costituisca reato ma certo non lo rende più pregiato ... !). Insomma è un pò dimesso. Un cilindro un pò anonimo. Ma perfettamente armonico con le mie Nikon Z Ma le sue peculiarità sono tutte dentro all'involucro : lo schema ottico è complesso e prevede due lenti ED ( e nessuna asferica) il diaframma è a nove lamelle è costruito con guarnizioni a tenuta ha integrato il dispositivo di multifocusing Nikon (ci sono due motori di messa a fuoco che lavorano in sincrono muovendo differenti gruppi ottici) per una messa a fuoco di precisione ad ogni distanza rimamendo comunque entro un peso accettabilissimo di 542 grammi tappi compresi (secondo la mia bilancia). sono caratteristiche che il Nikon 85/1.8G si sogna. E tutto sommato che staccano anche il Nikkor 85/1.4G, obiettivo che non ho mai amato particolarmente e che secondo me è invecchiato piuttosto male. Alla prova dei fatti l'aberrazione cromatica delle versioni più anziane è quasi completamente scomparsa ( mi ricordo il pur buon 85/1.4D che promuoveva muraglie verdi sui contorni degli oggetti filiformi anche con la vecchia Nikon D2H ...), la nitidezza miracolosa, la capacità di rendere quasi fossero tridimensionali le forme ... commovente, la tenuta al controluce e al flare a tutta prova. che aggiungere di più al conto ? Che mi sono divertito ad utilizzarlo con le mie Z (sia Z7 che Z6 a seconda di casi e circostanze) per oltre 5.000 scatti consecutivi, godendomelo come un matto, potendo sfruttare la messa a fuoco con riconoscimento di volto e occhio insieme all'efficace stabilizzatore a 5 assi integrato nelle nostre mirrorless (gli altri obiettivi su FTZ attivano solo i 3 assi di stabilizzazione). I risultati sono convincenti, concreti, professionali. Raddoppiando in me la convinzione, già forte dopo aver provato il Nikkor Z 24-70/2.8 S, che realmente i nuovi obiettivi per l'attacco Z rappresentano molto più degli attuali corpi, la vera promessa di salto generazionale del corredo Nikon. Quindi diventerà parte integrante del mio arsenale fotografico su Nikon Z appena mi sarà possibile acquistarne uno per me. *** Non accusatemi di eccessivo entusiasmo, mi conoscete da tanto di quel tempo che riuscirete a capire dal tono di come scrivo l'effettiva portata delle mie sensazioni in ogni mio articolo, contestualizzandolo e non prendendolo per assoluto. Che come al solito vi prego di prendere per quello che sono : opinioni personali, anzi, personalissime. Considerando che io prendo i risultati offerti dalle Z per come sono concepiti dai suoi progettisti, quindi nella loro sintesi di hardware+software. Non ho né l'interesse né la curiosità di andare a vedere come siano i file "grezzi" prodotti con questo obiettivo in ambienti di sviluppo diversi da quelli "pilotati" da Nikon. Nè di portare prove oggettive o semi-scientifiche di mire ottiche, muri di mattoni, angoli estremi di prospettive geometriche elaborati con macinapixel esoterici. Questo è un obiettivo da ritratto che va preso per ciò che è. La focale 85mm con una messa a fuoco da 82 cm è una precisa scelta progettuale pensata per rendere al meglio il mezzo busto della figura umana. Senza gli eccessi degli obiettivi più corti che possono riprendere da più vicino e senza le eccessive compressioni di quelli più lunghi con ingrandimenti superiori. Per le foto sono autorizzato ad esporne solo qualcuna e trattandosi di un esemplare di preserie non posso però condividere (né lo farei) gli originali. Sono però immagini quasi del tutto prive di post-produzione salvo le opportune regolazioni di sviluppo. Le foto che seguono sono state eseguite con Nikon Z7 e con una lente acromatica Marumi DHG 330 da tre diottrie per ridurre la distanza di messa a fuoco ed ingrandire il soggetto. Sono dei crop per valutare la capacità di resa del soggetto, a diaframma chiuso f/8, a mano libera e con luce naturale. non è un macro, evidentemente ma vi assicuro che ad occhio nudo quei fiori di zucchina e quelle foglie non riesco a percepire tutto quel dettaglio. Né quella tridimensionalità di resa che fanno apparire quasi ... inquietante il primo fiore ! questo fiore di ortensia è ripreso invece ad f/3.2 con uno sfuocato che si mantiene uniforme e continuo ma un dettaglio ancora ben leggibile sul primo piano a fuoco. Su Z6, ancora con lente addizionale, il dettaglio della bocca umana qui a tutta apertura e con la metà dei pixel (ma questo non è un crop : é l'immagine intera). Ed andando su quello che sarà il campo di utilizzo top di questo obiettivo, un ritratto ad f/1.8, ancora su Z6 con obiettivo ovviamente liscio soggetto giapponese per obiettivo giapponese ... In esterni, a tutta apertura e con il riconoscimento dell'occhio che risulta impeccabile anche in ombra e con gli occhiali : Nikon Z6, Nikkor 85mm f/1.8 S ad f/1.8 f/4 f/1.8 in interni, su Z6 in esterni, f/1.8 *** Due parole per finire sul prezzo a cui, dal 5 di settembre questo obiettivo sarà commercializzato (proposto al pubblico IVA compresa a 930 euro circa). Non paragoniamolo per favore a quanto si trova il vecchio Nikkor 85/1.8G. Quello è realmente un obiettivo di una categoria inferiore, con prestazioni nettamente inferiori, che non è stato pensato per valorizzare al meglio le nostre Nikon Z. Mettereste pneumatici vulcanizzati per risparmiare sulla vostra roboante Alfa Romeo Quadrifoglio ? No, quindi fatevi un favore, sulle Z impiegate obiettivi Nikkor Z ! Certo, 930 euro sono una cifra considerevole e solo in parte giustificata dal valore intrinseco dell'oggetto (non parlo delle prestazioni che al momento non hanno paragoni). Ma siamo entrati in una fase della nostra passione in cui i numeri in gioco sono quelli che sono. Noi siamo rimasti in pochi e sempre meno persone trovano motivo di acquistare questi "giocattoli". Le spese di ricerca e sviluppo in proporzione crescono per evere prestazioni così elevate, e devono essere ripartite su un numero di pezzi inferiori. Confidiamo sulle campagne di incentivazione all'acquisto promosse da Nikon ma mettiamoci l'anima in pace : la fotografia è tornata ad essere una passione d'elite per chi vuole concedersi il meglio delle novità offerte dal mercato. Questo è se vi pare. E qui si chiude questa anteprima. Torneremo su questo obiettivo dopo qualche mese di impiego serio ed impegnato sul campo per riportare esperienze ed impressioni di lungo termine, come costume di Nikonland. Grazie per l'attenzione e grazie a chi ha reso possibile questa anteprima di un oggetto che attendevamo realmente con grandissime aspettative, del tutto mantenute alla prova dei fatti. Testo e Immagini Copyright Nikonland 2019 - riproduzione riservata.
  11. Quale che sia l'ambiente di sviluppo dei nostri file NEF, abbiamo sempre dovuto riscontrare come - purtroppo - non ci sia mai rispondenza tra le impostazioni che effettuiamo oncamera al momento dello scatto e quelle riportate dal software, tranne che non si usi il programma concesso gratuitamente da Nikon. E' di tutta evidenza che dentro Nikon Capture NX-D ogni dato, ogni parametro, ogni selezione sarà perfettamente riscontrata tanto che, senza alcuna regolazione successiva, i file sviluppati saranno del tutto identici a quelli che ha creato la nostra fotocamera e che noi abbiamo visto nell'anteprima sul dislpay, visualizzando il file appena scattato. Una schermata di Capture NX-D ma nolenti o volenti, lo standard de facto dello sviluppo dei file RAW e del fotoritocco/postproduzione universalmente riconosciuto e, soprattutto adottato, è quello prodotto da Adobe. E i programmi Adobe - sia Photoshop che Lightroom - operando via Adobe Camera Raw, non hanno avuto sino ad oggi accesso alle regolazioni specifiche dei nostri scatti, salvati da Nikon nei metadati dei file NEF, ed accessibili solo dal software Nikon. Sino a ieri, per meglio dire, perchè con le Nikon Z la storia cambia. Non in maniera sostanziale, sia chiaro, ma io lo trovo già un primo passo importante che in futuro potrebbe favorire ulteriormente il fotografo. Perchè ? Perchè se è vero che scattando in NEW poi in sviluppo io posso fare tutto ciò che voglio (nei limiti del ragionevole) è anche vero che in fase di scatto posso aver utilizzato determinate impostazioni che mi hanno influenzato nelle mie foto (per esempio, l'uso del Picture Control o l'ADL) e non è detto che io mi ricordi, quando mi siedo davanti al computer, perchè e cosa stavo pensando mentre scattavo. Rivedere almeno grosso modo la situazione con cui ho giudicato validi i miei scatti non sarebbe male. Con le Nikon Z i programmatori Nikon hanno fatto un primo passo in questa direzione auspicabile, andando a scrivere nei metadati del file NEF parametri che Adobe Camera Raw può leggere. Non tutti quelli che vorremmo, ma almeno alcuni. Ce ne siamo accorti con Spinoza già nei primi scatti. Lui l'ha notato perchè vedeva delle correzioni inaspettate nella esposizione e nel trattamento delle ombre, nel caso lui avesse impostato l'ADL in fase di scatto (una modalità utile alle volte e che Nikon Capture NX-D interpreta, ma Lightroom ovviamente no). Per confermarlo io mi sono andato ad aprire i file NEF grezzi, senza alcun intervento anteriore via software, con un normale editor esadecimale. Quello che segue è l'header di un NEF della Nikon D850 Un NEF della Nikon D850 nel riquadro che ho evidenziato in rosso ci sono i parametri che Nikon faceva scrivere alle fotocamere prima della Nikon Z. Sostanzialmente il modello della fotocamera, la versione del firmware, il copyright dell'autore, la data e l'ora di scatto e poco altro. Guardate anche solo dalla dimensione di quella zona, i metadati Nikon di un file della Nikon Z7 un NEF della Nikon Z7 Se vi soffermate con attenzione, dopo il nome della fotocamera e la versione del firmware, cominciano una serie di informazioni che Adobe Camera Raw può direttamente leggere ed impostare in fase di sviluppo Cominciando ... dal fondo, il profilo di scatto impostato - in questo caso "Camera Standard" (ma potrebbe essere invece Camera Landscape o Camera Neutral, o Portrait), e più indietro, correzioni di esposizione, di apertura ombre, di contrasto, di luci. E di nitidezza (sharpening) e di correzione del rumore sia di luminanza che di crominanza. Impostati secondo criteri Nikon per simulare le impostazioni del momento di scatto. Una specie di traduzione di quanto percepito da Nikon Capture NX-D e inaccessibile dall'ambiente Adobe, nel linguaggio di Adobe. Aprendo una foto a caso scattata con la Z7 con Lightroom vedremo queste applicazioni : Lightroom riconosce il profilo Monocromatico e lo applica, applica anche correzioni alle ombre, alla nitidezza e al trattamento della riduzione del rumore. Un altro caso invece, di scatto con profilo Vivid ("Fotocamera Intenso") qui oltre al profilo, viene applicata anche una correzione in esposizione (derivante dal ADL). La riduzione del disturbo è diversa, segno che ci sono delle valutazioni effettive della situazione e non vengono passati dei dati fissi. Ho notato che in altre circostanze viene applicata una riduzione del contrasto e via così. In sostanza, come dicevo all'inizio, un inizio di comunicazione tra l'ambiente Nikon e quello Adobe, nella giusta direzione di aiutare chi utilizza i programmi Adobe per finalizzare le sue foto. Non stiamo qui a sindacare su quali programmi siano meglio e quali utilizzare. Ognuno avrà fatto la sua scelta (per me è Adobe, in quanto trovo poco produttivo Nikon Capture e per nulla intuitivo e troppo "artistico" Capture One della danese Phase One). Nemmeno che lo sviluppo sia già fatto semplicemente per l'applicazione di questi parametri. Tutt'altro, ma già la riproposizione in anteprima senza intervento manuale di come ho scattato le foto è un passo avanti che mi mette più a mio agio nel poi procedere con le mie regolazioni. Dove resta ancora da lavorare ? Nell'effettiva connessione tra Nikon Inc. ed Adobe Inc. perchè ancora molte sfaccettature del modo di lavorare di Nikon non vengono ben interpretate dai programmi Adobe. E' ancora approssimativa la rappresentazione dei profili della fotocamera nel rendering Adobe. Eccessivo il contrasto applicato (tanto che anche la correzione automatica di Adobe propone sempre una riduzione del contrasto e un'apertura delle ombre). Approssimativa la lettura del bilanciamento del bianco (ho impostato 10000 K in scatto e Camera Raw ha letto 9100 K). In questo dovranno lavorare le due società che, dopo un generico annuncio congiunto di qualche anno fa, non hanno intrapreso passi avanti importanti. Anche se possiamo riscontrare effettivamente che l'uscita della Z7 è stata anticipata da Adobe che già con Lightroom 7.51 consentiva la lettura, seppure grossolana, dei file NEF della macchina e con una beta version della versione completa messa a disposizione di certi ambienti. Ma noi non ci accontentiamo
  12. I naturalisti ortodossi storceranno il naso perchè si tratta di fotografie di uccelli liberi fatte da un capanno, Me ne dispiace ma io non ho altre opportunità, mentre ho creduto utile mostrare a chi possa essere interessato a questo genere di fotografia da praticare con le Nikon Z quali possano essere le potenzialità o gli svantaggi nell'uso pratico. Abitassi in Canada, nelle zone più selvagge e fossi più incline alle sofferenze e alle fatiche fisiche, offrirei prove differenti. Ma qui lo scopo non è far vedere se il fotografo valga ma quanto vale il materiale ! *** Grazie all'interessamento dell'amico Silvio Renesto e all'organizzazione di una associazione fotonaturalistica, ho potuto passare qualche ora in un capanno del vercellese, con la promessa concreta di poter fare qualche foto alle poiane. Attirate da qualche incentivo nutriente loro non si sono fatte attendere molto. Hanno anche offerto un breve spettacolo supplementare non programmato - una lotta mimata, quasi del tutto incruenta - per la gioia dei fotografi. Io sono abituato ad ingaggiare i miei soggetti, pagando il giusto compenso, e quindi per me è normale. Comprendo il fastidio di chi invece sia abituato ad andare all'avventura. Lo farei anche io, probabilmente, se fossi sul posto, avessi tutto il mio tempo a mia disposizione e non dovessi rispedire a Moncalieri la Nikon Z6 prestatami dal distributore italiano. Per tutti gli altri ecco le mie considerazioni al riguardo di questa "gita". Non troppo freddo, sui -3 °C, giornata secca e serena. Verso mezzo giorno la temperatura è salita addirittura a +17 °C, anomalia di questo inverno caratterizzato dal Fohn, il vento del nord che crea queste condizioni. Il capanno è comodissimo, organizzato per due. E' in legno, c'è un vetro ampio che permette di osservare la scena, attrezzata di svariati posatoio ben dimensionati per il genere di volatili che capita da queste parti. Noi vediamo bene, loro sanno che ci siamo ma non si sentono minacciati. Arrivano le poiane. 2, 3, 4 esemplari diversi. Si annunciano con il loro particolare richiamo. Dopo un sopralluogo, impongono le gerarchie e il territorio. I dominanti mangiano, gli altri attendono il turno sui rami degli alberi. Ho portato la Nikon D5, il 500/5.6E PF, il 300/4E PF, la Nikon Z6 e la Nikon Z7 con due Nikon FTZ. Una Lowepro Nova 200 AW è più che sufficiente. Dopo pochi scatti con la D5 capisco che è ... overkill. Come se la Guardia di Finanza fermasse le auto alla rotonda con un carro armato da battaglia. Potevo anche fare a meno di portarla. La ripongo e mi dedico alle Nikon Z. Il 500mm è addirittura troppo lungo e finisco per scattare per lo più con il 300/4. Che ha anche il vantaggio di darmi uno stop in più di luce. La posizione è buona ma purtroppo il sole invernale molto basso fatica a farsi strada e buona parte della scena è in ombra. Per avere tempi rapidi con questi diaframmi (ideale sarebbe stato un 400/2.8 ma avremmo perso tutta la portatilità dei sistemi. Invece questo è stato uno shooting treppiede-free ) si sale anche a sensibilità che avrei evitato. La Nikon Z6 non fatica ad andare anche a 7-8000 ISO ma si perde la buona parte del dettaglio del piumaggio. Ed è un peccato. La Z7 sfavilla quando gli uccelli posano al sole. Ma se la cava anche nelle altre situazioni. Raffica in H per entrambe, manuale 1/1000'', diaframma aperto. WB su Auto(preserva toni caldi), spot o semispot_preserva_alte_luci, Picture Control su Standard. ADL auto sulla Z6, niente sulla Z7. Ovviamente otturatore elettronico. Non mi passa nemmeno per l'idea di fare scatti in volo, sarebbe troppo complicato per la distanza e per le focali. Peraltro sappiamo che le due Z non eccellono per velocità AF in continuo. Quindi sarà una sessione di ritratto. Con la messa a fuoco con il puntino sull'occhio. In AF-C, naturalmente. Dopo 5 o 600 scatti, Silvio candidamente mi chiede, "ma perchè inquadri ma non scatti ?" Lo comprendo, se non sei abituato non ci badi. Ma gli uccelli sentono il click-clack di specchio e otturatore della sua D500 e qualche volta si allontanano. Io invece scatto in continuo senza fare alcun rumore. Parlo anche naturalmente a voce bassa. E' la situazione ideale per me. Metto a fuoco dove voglio anche a bordo frame Nessuno mi sente Le macchine mi seguono docilmente Nessun problema di autonomia, temperatura, inceppamenti. La proporzione delle foto scattate è a vantaggio della Z6 perchè fa più scatti al secondo e perchè più spesso uso lei quando scatto agli uccelli in ombra. Ma nessuna delle foto della Z7 è disprezzabile. Almeno secondo il mio giudizio. Tanto che ve le mostro senza indicazioni (ma se volete sapere con che macchina sono state scattate, vi basta passare il cursore del mouse sopra le foto e leggere il nome del file ...), vi avviso che ce n'è qualcuna fatta con la D5, per mostrare che le foto sono tutte omogenee qualitativamente, perfettamente "sovrapponibili". sequenza "mimata" con passaggio da dominante e sottomesso dei due esemplari che è durata svariati minuti, apparentemente senza danni (niente piume e niente graffi) ghiandaie e gazze tra i rapaci. I piccoli passeriformi si sono tenuti alla larga, tranne un simpatico pettirosso, troppo piccolo anche per il 500mm ombra e luce, lame di sole nell'ombra. Facile da dominare giudicando l'esposizione ad occhio nel mirino elettronico e regolando esposizione e sottoesposizione fidandosi dell'istogramma in tempo reale sovrimpresso a mirino mi sento un'aquila Conclusioni Bella esperienza e materiale pienamente promosso in queste circostanze. Benchè io sia (molto) critico nei confronti delle Nikon Z in termini di velocità di autofocus in continuo quando i soggetti si muovono velocemente, in questa situazione siamo praticamente come a teatro o in studio con le modelle. Il risultato viene facilmente. Si fanno tanto foto "perfette" con l'occhietto nitido, centrato perfettamente ovunque esso sia nel frame, grazie alla possibilità di portare il joistick dove si vuole molto rapidamente. In scatto silenzioso (otturatore elettronico), per il ridotto movimento, non c'è alcun fenomeno di rolling shutter e nessuno ti sente, nemmeno se fai raffiche infinite. Passare da foto a video è un attimo. E i video vengono anche meglio delle foto. Le prestazioni sono eccellenti, con entrambe le macchine, sia nel dettaglio che nella dinamica che nei colori. Con ampia possibilità di sviluppo e post-elaborazione. Il corredo, specie con i tele Nikon PF, è compatto e leggero. Il treppiedi non é affatto indispensabile (per tempi lenti mi sa che non avrei avuto tutta quella nitidezza per il movimento dei soggetti, non per la necessità di stabilizzare le ottiche). Unico appunto, al freddo, con i guanti di lana (non indumenti specializzati per il genere wildlife, quelli comuni per l'inverno) i comandi non sono agevolissimi da trovare e per molte regolazioni si devono liberare le dita. Nel complesso un gran divertimento e belle foto, a mio giudizio. Sistema Z approvato anche nel ritratto naturale
  13. Astenersi quelli che scelgono in base al cartellino del prezzo. Andrà bene per un paio di scarpe o per una busta di prosciutto cotto dell'Esselunga. Non so voi ma io , anche le scarpe, le voglio provare prima per vedere se non mi fanno male ai piedi e qui parliamo di mirrorless full-frame e anche la più economica, costa ben più di uno stipendio medio ... Non c'è proprio bisogno che ve lo dica io, avete già ben presente quanto debba essere ponderato l'acquisto di una delle due. Se dipendesse solo dalla "variabile" £££££££££€€€€€€€$$$$, non ci sarebbe null'altro da aggiungere. Tutti compreremmo la Z6. Ma io ho comperato la Z7 senza nemmeno provare la Z6. E dopo che ho provato la Z6 ho confermato la mia scelta. Perchè la Nikon Z6 fa schifo ? Giammai sia. E' una fantastica macchina e per diversi aspetti, meglio della Z7. Solo che le mie esigenze specifiche vengono soddisfatte in questo momento dalla Z7 e non dalla Z6. Semplice. Nonostante il (forte) differenziale di prezzo. E' quanto andiamo scrivendo su Nikonland dal 2006. Non si compra quello che costa meno a prescindere dalle sue peculiarità, si valuta di acquistare quello che serve. E se ci sono i fondi si compra necessariamente quello e non una cosa che gli somiglia. Le due Nikon Z si somigliano moltissimo. Anzi, sono sostanzialmente gemelle ! Ma differiscono abbastanza da indirizzarsi a fotografi e a ... nikonisti differenti. Vediamo insieme come orientare la scelta ! I due corpi macchina sono identici. Ad identificarle c'è solo il numerino nella targhetta Z. Corpo, comandi, mirino, batteria, alloggiamento memoria, memoria, collegamenti, esposimetro, logica, menù, modalità autofocus, tasti funzione. E' tutto uguale. Cambia solo il sensore e il numero di punti di messa a fuoco. E la scala di sensibilità lineare. Stop. Me ne sono sincerato usandole insieme per il periodo in cui ho avuto a casa una Z6 inviatami gentilmente dal distributore ufficiale italiano, per distinguerle e non dover guardare la targhetta ho tenuto la basetta in legno aftermarket sulla mia Z7 ma sinceramente nell'uso non mi sono mai accorto di nulla, almeno non nella fotografia reale cui mi sono dedicato. In studio, in esterni, in chiesa durante un concerto barocco, in riva al lago. Solo cercando di beccare al volo i gabbiani con il 500/5.6E PF via Nikon FTZ ho potuto apprezzare una differenza effettiva tra le due. E poi a casa, in sviluppo. Ma non nell'uso pratico sul campo. Z6 e Z7 con i due bei fissi Nikkor Z 35 e 50/1.8 linea S ripresi3dalla Nikon D850 Sottolineo ancora i punti focali di queste mirrorless full frame Nikon rispetto alle reflex Nikon se il mio articolo Boola-Boola-Boola-Boola : considerazioni sull'uso delle Nikon Z non fosse stato sufficiente : il mirino elettronico, ragazzo ! Consente di visualizzare ancora prima di scattare come verrà la foto perchè a mirino vedremo l'effetto dell'esposizione, del bilanciamento del bianco, del picture control impostato (se scattiamo in monocromatico virato seppia o verde, vedremo il mondo così, senza dovercelo immaginare) e potremo cogliere la scena così come la vediamo attraverso l'obiettivo e il mirino l'autofocus a tutto frame. Che ci permette di concentrarci sull'inquadratura senza preoccuparci di dover mettere il soggetto in mezzo per poterlo mettere a fuoco. Che si abbia la Z7 con i suoi quasi 500 punti di messa a fuoco o la Z6 con quasi 300 punti, potremo mettere a fuoco alla stessa maniera, con le stesse modalità e, soprattutto, praticamente scegliendo qualsiasi punto della scena inquadrata dove mettere il nostro fuoco, sia guardando nel mirino che nel display posteriore, muovendoci con il joistick o direttamente con un dito sul display la modalità di scatto silenziosa che ci permette - con poche limitazioni - di scattare senza fare rumore la stabilizzazione oncamera che estende le capacità di tutti gli obiettivi - anche quelli classe 1959 anche quelli eventualmente non Nikon usati tramite adattatore - di scattare con tempi molto più bassi di quelli di sicurezza eliminazione sostanziale di tutte le problematiche di offset dell'autofocus degli obiettivi il video che si può (finalmente !) appoggiare ad un autofocus a rilevazione di fase che consente di avere il soggetto sempre perfettamente nitido rispetto alla lentezza delle reflex le nuove ottiche che possono sfruttare un tiraggio più corto, una progettazione riveduta, alla ricerca di prestazioni che con le ottiche da reflex stavamo cominciando a dimenticare un fattore di ingombro e di peso complessivo ma soprattutto un ridotto effetto scenico delle macchine che all'apparenza non influenzano i soggetti inquadrati e non le trasformano in obiettivi per maleintenzionati la piccola Nikon Z6 è nella realtà del tutto indistinguibile dalla Z7, salvo la targhetta davanti, in basso a destra i primi tre obiettivi nativi per Nikon Z. Un trio molto ben assortito e prestazionale le cui qualità di immagini sono totalmente coerenti tra loro Ribadisco che nell'uso "ad occhi bendati" non si nota alcuna differenza di utilizzo, nonostante le differenze di lato sensore e punti AF, segno che i tecnici Nikon hanno affinato perfettamente le due macchine e il loro software. Anzi, sono proprio pensate per poter essere usate indifferentemente, per le sorelle gemelle che sono. Non è quindi nell'interfaccia, nell'ergonomia, nelle funzionalità (che condividono nel profondo) che dovremo cercare le motivazioni d'acquisto. Bene, fin qui le similarità. Andiamo a vederle separatamente. Nikon Z6 Il suo sensore da 24 megapixel è moderno e aggiornato. Praticamente lo stato dell'arte per questo formato. Questa risoluzione che oramai possiamo definire media, nella realtà è piùche sufficiente per tutti gli usi comuni. La sua gamma di sensibilità ISO da 100 a 51200 lo rende flessibile anche in luce precaria, mantenendo sempre una gamma dinamica elevata. Il limite pratico varierà secondo le aspettative di ciascuno ma io credo che fino a 8-10.000 ISO si possa utilizzare impunemente. E anche a 12.800 per molti usi professionali. Nella pratica offre dei vantaggi rispetto alla pur ottima Nikon D750 e si avvicina a quelle che sono le prestazioni della D5, potendola tranquillamente superare alle sensibilità inferiori a 1600 ISO in termini di dinamica e rivaleggiando con l'ammiraglia a quelle più elevate. Nikon Z6 con Nikkor 50/1.8S a 12800 ISO Nikon Z6 e Nikon 70-200/2.8E FL a 11.400 ISO f/8, 1600 ISO, scatto in luce disponibile perfettamente stampabile anche su una brochure di presentazione ... per cuffie high-end in termini velocistici, come c'è da aspettarsi, il file più compatto (circa la metà di peso) rispetto alla sorellina Z7 si tramuta in vantaggio. Non effettivamente in termini di capienza del buffer che è circa pari ma di svuotamento dello stesso. Nella pratica non ho mai avuto i blocchi per buffer pieno che ho avuto con la Z7. E in raffica non ho nemmeno riscontrato quelle impuntature e quei rallentamenti che mi hanno fatto desistere dall'usare la Z7 in situazioni di azione. Insomma, nella Z6 la raffica è effettivamente una potenzialità pronta da utilizzare, dove nella Z7 nella mia esperienza è più che altro un "potrei" Nikon Z6, Nikon FTZ e Nikon 500/5.6e PF : schiamazzi tra cormorani (circa 25 metri di distanza, no crop) restano però i limiti di autofocus in continuo, comuni con la Nikon Z7 che spero possano essere attenuati con modifiche via firmware Come dicevo, nessun problema a fare raffiche e minor lag con il soggetto rispetto alla Z7. Ma l'autofocus resta lento. Se il soggetto viene agganciato al primo colpo, avremo possibilità di seguirlo bene con parecchi scatti nitidi (parlo di rapido movimento e teleobiettivo spinto, non crop di soggetti lontani o movimento sul posto di soggetti vicini), altrimenti niente da fare : tutta la sequenza sarà sfuocata a prescindere dalle impostazioni di lock-on etc. etc. Nikon Z7 Ideale contraltare mirrorless della Nikon D850, la Z7 si esalta alle basse sensibilità e dove c'è modo di mettere in luce la sua maggiore risoluzione e gamma dinamica. Come per la Z6 anche qui possiamo parlare di stato dell'arte in termini di sensore ad alta risoluzione, capace di rivaleggiare più con le medio-formato che con le 24x36mm. Perfetta per dettagliare i ... dettagli, come il pelo di uno dei miei cani : Nikon Z7, Nikon 70-200/2.8E FL, ISO 360, f/2.8 o gli occhi color giada del baltico di una ragazza : Nikon Z7, Nikon 105/1.4E, f/1.4, 200 ISO, 1/250'', messa a fuoco con riconoscimento del volto vantaggi che diventano eclatanti quando chiudiamo il diaframma, in luce controllata Nikon Z7, Nikon 70-200/2.8E FL, f/7.1, 64 ISO, 1/100'', messa a fuoco con riconoscimento del volto la Nikon Z7 in termini di qualità delle immagini è una D850 mirrorless. Fa quello che fa la D850 ma ne estende le potenzialità arrivando là dove la D850 non può arrivare (video, autofocus a tutto frame, riconoscimento del volto a mirino, scatto silenzioso a mirino etc.) In termini di alte sensibilità se la cava e anche in chiesa ha fornito una buona prova. Tendenzialmente si ferma ad uno STOP pieno dalla Z6, quindi è bene usarla con obiettivi più luminosi che non mancano nel nostro arsenale di nikonisti. Ideale l'accoppiamento con il 50/1.8S e il Nikkor 105/1.4E. Conclusioni entrambe facili da usare e docili nell'uso, la Z6 mi è piaciuta di più in termini di duttilità di impiego. Dove perde di risoluzione, si fa apprezzare per facilità d'uso. Non ho prove scientifiche ma mi pare che oltre che nella raffica e in generale nell'utilizzo dinamico, la Z6 abbia un margine sulla Z7 anche in termini di stabilizzatore integrato. Forse uno stop pieno o poco meno a parità di focale. Non ho prove a supporto delle mie osservazioni e vi prego di prendere la mia affermazione con l'indulgenza che merita. Anche nel video, mi pare che la Z6 offra una prestazione più pulita, più chiara, più naturale. Entrambe hanno la qualità del file e la gestione complessiva dei parametri di scatto e di sviluppo a livello cui Nikon ci ha abituati. Al netto delle differenze di ambiente di sviluppo - estranee a Nikon - offrono file utilizzabili in modo pienamente professionale. La Z7 produce file nitidissimi con l'accortezza di impiegarla là dove dà il meglio di se, alle sensibilità più basse. In questo è meno adatta della Z6 alla fotografia generale in condizioni di luce più scarsa. Dove però produce file un pò più ... argentici se mi permettete la boutade. La Z6 invece va su di sensibilità in modo sfacciato, in questo si sente come una D5 ! Il mirino é eccellente per entrambe, forse un pelo troppo luminoso rispetto al risultato di scatto in condizioni di bassa luce. Per questo consiglio di visualizzare l'istogramma in tempo reale anche a mirino e fidarsi di quello per l'esposizione (perchè altrimenti si tenderebbe a sottoesporre). Idealmente - e potendo - le vedrei bene insieme nella stessa borsa - tanto sono facile da usare insieme e totalmente intercambiabili, ma in ogni caso più orientate a : Nikon Z7 : paesaggio still-life e in generale fotografia di studio con il flash ovviamente macro al massimo livello riproduzioni ritratto Nikon Z6 : reportage e street fotografia di scena (teatro, palco, chiesa) matrimonio eventi sportivi non altamente dinamici (tipo boxe, golf, lotta) VIDEO ! entrambe sub-judice per quanto riguarda la fotografia d'azione in autofocus continuo, quando avremo obiettivi nativi dedicati (teleobiettivi e zoom-tele) con motori pensati per le Z, ed eventualmente se ci saranno interventi di fine-tuning negli algoritmi di controllo delle modalità AF-C via firmware, perchè al momento le loro prestazioni in questo comparto sono ben sotto le giuste aspettative di chi spende 3 o 4.000 euro per un nuovo sistema. Entrambe con il corpo piccolo e compatto ma per questo scomodo da utilizzare con ottiche più lunghe di quelle Z (tipo, ad esempio, 70-200/2.8 o 300 e 500PF). Idealmente, allo stato attuale più adatte, a completare un corredo basato su reflex che a sostituirlo. Ma in questo non posso mettermi nei panni e nelle personali scelte di ciascuno di noi. Al professionista Z7 e Z6 possono permettere di affrontare compiti particolari (tipo la fotografia in situazioni in cui si deve essere silenziosi e dove una D5 non sarebbe ben accetta) oltre che nel video. Al fotoamatore tutto quanto escluda lo sport d'alto livello o il wild-life estremo. Io cosa ho scelto ? lungi dal voler essere asseverante, ben sapendo che ognuno ha il suo personale mileage, e senza voler influenzare nessuno con le mie scelte (è di moda oggi che i vari redattori delle testate online escano con un editoriale del tipo "ecco perchè non sostituirò la mia D750 con la Z6" oppure "ecco perchè ho lasciato la reflex e non mi volterò mai indietro) io ho scelto a mente fredda, dopo averla provata in anteprima, la Z7 perchè ho sempre manifestato esigenze da mirrorless con la D850, tanto che l'ho sempre più spesso utilizzata come una mirrorless che come una reflex. Mentre nei compiti dove la Z6 eccelle, per ora sto meglio con la D5. Nel prossimo periodo, userò la Z7 al posto della D850 per tutto ciò che concerne lo studio - still-life, riproduzioni e macro - perchè è semplicemente più facile usare la Z7 che la D850. Userò entrambe in studio con le modelle in modo da usare l'una o l'altra con obiettivi diversi e a seconda delle condizioni, potendo avere poi file sostanzialmente identici, perchè non mi sono mai trovato bene a mescolare quelli della D5 e della D850 nel recente passato. Ma sinceramente la D850 diventerà una macchina adibita più a compiti a prova d'errore, preferendo sempre più spesso la Z7 per cose rapide, specialmente quando è più comodo avere pesi e ingombri inferiori. Comprerei la Z6 come secondo corpo mirrorless se dovessi fare spesso fotografia ai concerti di musica classica o in generale in condizioni di bassa luce dove la D5 non è il caso che si faccia vedere. Ma ammetto che per questi compiti spero che Nikon nel giro di un paio di anni presenti una macchina realmente professionale (tipo una reflex ma ... mirrorless) che sia idealmente una evoluzione della Z6 ma somigli il più possibile ad una D5. "Come dite la in fondo ?" Ah, si, ci avrei scommesso, voi tutti comprerete la Nikon Z6 perchè costa meno. "Non avevo dubbi ... "
  14. Qui: Nikonrumors Si prevede, per il primi mesi del 2019, l'arrivo di altri adattatori con motore AF che permetteranno di utilizzare lenti Nikon manual focus e Canon EF. La particolarità di questi adattatori, ancora in sviluppo, è che dovrebbero "motorizzare" tutte le lenti compatibili. Saranno certamente da verificare le prestazioni effettivamente ottenibili. Generalmente questi adattatori di terze parti non consentono velocità da primato. Mi sembra che, anche per Z, sia partito quel fenomeno di riesumazione del vintage che ha contraddistinto i primi periodi delle Sony e Fuji mirrorless. Confesso che provare un Canon 85 f1.2 sulla Z non mi dispiacerebbe. Per la cronaca Kipon aveva già annunciato 20 adattatori ( senza motore AF ) per Nikon Z per vari attacchi, qui: Nikonrumors
  15. 133 grammi senza tappi, 163 con i tappi, un piccolo concentrato di tecnologia. Apparentemente semplice ma abbastanza perfezionato da consentire l'utilizzo di decine di obiettivi nati per reflex e con il tradizionale attacco Nikon F sulle nuove mirrorless serie Z. PRO - piccolo, compatto, leggero - funzionale - riporta a nuovo, con tutte le modalità di funzionamento delle Nikon Z, praticamente tutti gli obiettivi Nikon F con limitazioni solo insite negli obiettivi stessi (mancanza di autofocus motorizzato, mancanza di logica integrata che consenta un dialogo tra le cpu) ma dando in dote messa a fuoco a tutto frame e stabilizzatore integrato CONTRO - prezzo, almeno considerando l'adattatore fuori dalla promozione iniziale che scadrà il 31/12/2018 (di listino viene 300 euro, scontato nel kit, intorno ai 150 euro) Nikon ha scelto di regalare una scheda di memoria XQD che vale 160 euro, anzichè regalare l'adattatore, pensando che probabilmente non tutti i possibili acquirenti siano interessati all'adattatore (non Nikonisti, evidentemente), mentre tutti trarrebbero vantaggio da una scheda di memoria. - montato crea un dislivello e la macchina non poggia perfettamente in piano sul tavolo perchè la parte inferiore sporge rispetto alla sagoma del corpo macchina - in questo modo ci possono essere interferenze nel montaggio di L-bracket o piastre per treppiedi di tipo standard (cioé non personalizzato per le Nikon Z che al momento sono solo in stato di annuncio) il lato del nuovo Z Mount e dall'altro quello del tradizionale F Mount lo sblocco ottiche made in Japan, come la Z7. La filettatura è standard dettaglio (foto di repertorio Nikon) degli attacchi e dei nottolini di controllo innesto ottiche i due tappi sovrapposti. Il tappo Z è ben più largo di diametro di quello F. sulla fotocamera Z7, si nota la camma di attuazione dell'anello di controllo dei diaframmi degli obiettivi Nikon senza diaframma elettromagnetico (praticamente tutti tranne gli E e i PC-E) sulla fotocamera Z7 non c'è trucco e non c'è inganno, ci passa il dito dentro. In sostanza è .... un buco con i contatti intorno con montato davanti il mio Nikon 500/5.6E PF e la mia Nikon Z7 dietro. Sto usando estesamente il Nikon FTZ in questo primo periodo di confidenza con il nuovo sistema. Lo trovo un "male" necessario in quanto il corredo Nikon Z è al momento tanto ridotto (e gli obiettivi introvabili o ancora in fase di lancio) che per usare la Nikon Z7 non ho alternative se non l'uso di tutti i miei obiettivi Nikon F (e Sigma per Nikon). Ma sinceramente non ho proprio nulla da lamentare. La macchina non patisce alcuna limitazione e posso avere focali che vanno da 8 a 800mm con perfetta integrazione e cooperazione tra lo stabilizzatore della fotocamera e quello degli obiettivi (ove presente). Tutte le funzionalità vengono mantenute, comprese tutte le sofisticazioni dell'autofocus che ha prestazioni adeguate ai principali usi. Posso immaginare che gli obiettivi più veloci serie Nikon S consentiranno alla mia Z7 di dare il massimo di se ... ma finchè non li cominceremo a vedere sul campo, posso solo sognarne le prestazioni. In compenso con il Nikon 70-200/28E FL le foto restano eccellenti lo stesso con il 500/5.6E PF l'ho usato anche con alcuni vecchi cimeli che ancora possiedo, diversi obiettivi Nikon F degli anni '60, del tipo pre-AI. E addirittura con un Minolta Rokkor 58/1.2 modificato a mano per Nikon. Naturalmente in manual focus (sfruttando l'ottimo focus-peaking della Nikon Z7) e diaframmando a mano ma con l'esposimetro che si adatta perfettamente e con lo stabilizzatore che - previo inserimento dei dati a menù previsti per gli obiettivi senza CPU - interviene a compensare le mie vibrazioni. Capisco che chi ancora possiede vari obiettivi autofocus non motorizzati possa essere dispiaciuto di non poterli utilizzare sulle Z come i più aggiornati di tipo AF-I/AF-S/AF-P ma inserire anche un motore di messa a fuoco tradizionale, avrebbe aumentato a dismisura pesi, complessità, consumi. Senza dare prestazioni all'altezza delle attese, per ovvi motivi. Insomma, rispetto allo scorno dell'esperienza non sempre esaltante di altri adattatori disponibili sul mercato per altri sistemi, io preferisco la scelta di Nikon di dare una impostazione prestazionale che salvaguardi la filosofia delle nuove Nikon Z. Peraltro, parliamoci molto francamente, stiamo parlando di un momento di transizione. E se può essere romantico fare un ritratto alla Blow-Up con il mitico Nikkor-H 85/1.8 del 1964, non ci potremo mai aspettare le prestazioni ottiche senza compromessi delle ultime generazioni di obiettivi concepiti per il digitale, mentre aspettiamo le meraviglie che il nuovo attacco Nikon Z ci promette per il prossimo futuro. Intanto godiamoci la possibilità di poter partire con già un intero corredo adattato per Nikon Z, grazie a questo piccolo concentrato di tecnologia che mantiene ogni promessa fatta. Al giorno d'oggi è già tantissimo ma qui siamo al miracolo sul piano tecnologico. E se penso alle limitazioni dell'adattatore Nikon F-T1 per le Nikon 1, un passo avanti gigantesco già al primo tentativo. Un grande plauso agli ingegneri Nikon !
  16. La curiosità di provare sulla mia Nikon Z un supergrandangolare Sigma dell'ultima eccezionale generazione. Ho chiesto quindi il bellissimo Sigma 14-24/2.8 Art al distributore per provarlo. Mentre vi rimando al test approfondito pubblicato da Max Aquila l'estate scorsa (lo trovate qui) io mi limiterò ad intrattenervi con le mie impressioni. Cominciamo dal complesso risultante da Nikon Z7, adattatore Nikon FTZ e obiettivo Sigma 14-24/2.8 Art. Sigma ha beneficiato grandemente dal lavoro di Nikon nello sviluppo dell'adattatore F su Nikon Z. Infatti nella stragrande maggioranza dei casi gli obiettivi Sigma vengono visti come se fossero degli obiettivi Nikon anche montati sull'adattatore. Solo in pochi casi c'è manifesta incompatibilità, per lo più per obiettivi delle precedenti generazioni. E comunque Sigma con la sua abituale solerzia, interviene tempestivamente con aggiornamenti dei firmware nel caso in cui sia verificata qualche problematica di esercizio. Cosa che nel caso in prova mi sento di escludere categoricamente. Addirittura l'obiettivo, perfettamente riconosciuto anche a livello software, viene interpretato e corretto automaticamente in termini di distorsione e vignettatura in ambiente Adobe (Lightroom e Adobe Camera Raw) come se fosse il Nikon 14-24/2.8. Aspetto non trascurabile che rende più rapido e corretto anche il processo di sviluppo. Ho approfittato dell'occasione di una passeggiata in compagnia dell'amico Silvio Renesto a Citylife a Milano, con a disposizione le Tre Torri e gli scorci per alcuni scatti. Sono foto a vari diaframmi che sono andati a saggiare a fondo sia le possibilità espressive dell'obiettivo che le sinergie di impiego con la mirrorless ad alta risoluzione di Nikon, capace di portare questo obiettivo al limite grazie a risoluzione e dinamica alle basse sensibilità consentite dalla giornata di sole, al pari della mia Nikon D850 che in questa occasione è rimasta a casa. linearità eccezionale a 24mm e colori vivaci pur in una giornata con un sole pallidissimo molto divertente cercare il controluce o gli effetti (queste, si sarà capito, sono le nostre ombre, io a sinistra e Silvio a destra) nessun problema di lettura delle ombre anche al coperto, pur con una molteplicità di luci e di illuminazioni, sia naturali che artificiali. E' divertente e comodissimo giocare con la luce del sole in piena inquadratura se a mirino vedi già come verrà la scena esattamente con i parametri di scatto. Come sapete io scatto quasi esclusivamente in manuale e una volta definito diaframma e sensibilità, vario solo il tempo di scatto. grandangolare e stabilizzatore integrato sono una pacchia, tanto da dimenticare in ogmi modo la possibilità di mosso f/16 alla ricerca della stellina con il sole visibile a metà. Quei tiranti del grattacielo mi hanno fatto una strana impressione ... qui ammetto che ho accentuato un pò la tonalità del cielo, in verità molto meno brillante ... due o tre scatti più in la, in bianco e nero tempo lento ma non troppo strutture post-urbane nella Milano del futuro che è già diventato presente. Qui da bambino mio padre mi portava alla Fiera Campionaria a vedere tutte le meraviglie della meccanica presentate al mondo in anteprima. e adesso ci vanno i bambini in bicicletta. o i pupi a passeggio. Fine della passeggiata, restano le impressioni positive di questa prova. L'obiettivo è eccellente e francamente non si presta a nessuna critica. Devo anche ammettere che nel complesso (e a differenza del nuovissimo Sigma 40/1.4 Art che avevo in borsa e che ho utilizzato alternativamente a questo) non è nemmeno così impegnativo. Intendo dire che pur essendo più adeguato ad una reflex in termini di peso, baricentro e ingombro, non è impegnativo da utilizzare con una Nikon Z di cui si può avvalere in tutto per la riuscita delle foto. Nessuno, nemmeno minimo problema d'uso. Quindi se qualcuno in possesso di questo fantastico obiettivo (come di altri Sigma Art, specie dell'ultima leva ... ) si stesse interrogando come sia l'esperienza d'uso con le nuove Nikon Z, mi permetto di tranquillizarlo. Meglio che con la reflex, praticamente in tutto. Veramente. E sapete quale sia la mia reale inclinazione verso i supergrandangolari ... Come sempre infiniti ringraziamenti al distributore italiano dei prodotti Sigma, senza la cui collaborazione questo articolo non sarebbe stato possibile.
  17. Attenzione, articolo che è bene guardare da una linea fissa perchè ci sono file pesanti. Un concerto barocco natalizio in chiesa. In altre circostanze con la D4 sono andato alle prove e poi al concerto, ho scattato solo sui colpi di timpano o tra le trombe (il bello di conoscere a memoria le partiture). Perchè altrimenti la platea mi avrebbe rincorso fino alla periferia del borgo ... infastidita dal rumore di specchio e otturatore a raffica. Qui invece ho potuto scattare con Z6 e Z7 a raffica da 5.5 scatti al secondo, sempre in otturatore elettronico, potendo fare intere sequenze quasi filmate (e tanti spezzoni di filmato). Mi premeva provare queste mirrorless in queste specifiche condizioni, quindi non cercavo la foto bella ma la prestazione. Ne sono venute oltre 4000 foto, quasi divise a metà, la Z6 quasi sempre con il 70-200/2.8, la Z7 con 50/1.8S, 105/1.4E e 24-70/4S. E mi sono divertito un sacco ... *** Il Magnificat in Re maggiore di Bach é, insieme all'Oratorio di Natale dello stesso Bach, ai primi post della mia ideale hit-parade musicale di tutti i tempi. Nella realtà c'è poco altro che mi commuova di più ad ogni nuovo ascolto. Ma qui siamo su un sito di nikonisti, non di musicofili e quindi non mi attarderò oltre sulla composizione. Basti solo aggiungere che ho sfruttato l'occasione di essere ospite dell'amico Cosimo Lazzarotto e dell'Associazione Pro Musica ed ho potuto assistere alla prova generare e al concerto di Natale nell'ambito della manifestazione Abendmusiken, con protagonista il Coro San Leonardo, l'Orchestra Sinfonica ProMusica diretta da Stefano Bertuol, alla Collegiata di San Leonardo a Pallanza (VB). Musica barocca con pieni di timpani e trombe, coro ma anche arie solistiche con voce accompagnata da uno o pochi strumenti. Il cui click-clack dello specchio di una reflex professionale - tipo la mia fantastica Nikon D5 ! - certo non renderebbe giustizia. Durante un concerto (ovviamente non sto pensando ad uno show di heavymetal) o uno spettacolo teatrale, per non parlare delle cerimonie civili o religiose, credo sia importante che il fotografo si renda il più possibile invisibile e faccia di tutto per non disturbare quanto si svolge. Poter scattare "impunemente" con l'otturatore elettronico, girare video, scattare a raffica, potendo anche salire molto di sensibilità per riprendere in condizioni di luce spesso (molto) sfidanti, donano al fotografo strumenti importanti per ottenere risultati soddisfacenti. Aggiungerei - per prova provata - che poter mettere a fuoco componendo liberamente grazie ad una distribuzione dei sensori AF su tutto il frame, libera completamente dai vincoli e lacciuoli che le reflex full-frame, sempre protagoniste di questo genere di fotografia, hanno imposto per decenni. E' l'inizio di una rivoluzione ? Si, peraltro già ampiamente in corso per gli utenti degli altri marchi e che adesso si rende disponibile anche per noi nikonisti. *** Ok, date tempo al vostro sistema di caricare le animazione che ho allegato a questo articolo. Attenzione, non sono filmati in formato 2K, sono montaggi animati in formato GIF di scatti ad alta risoluzione da 24 megapixel, quindi stampabili in grande formato. Li ho montati in questo modo per farvi entrare nel mood. Qualcuno potrebbe pensare che la musica barocca sia fatta da pinguini imbalsamati con la parrucca e il borotalco, stretti nei loro colletti attillati ed immobili. Nulla di tutto questo. Io ho fotografato musicisti professionisti impegnati a dare il meglio della loro capacità artistica. Salvo che non lo imponga lo strumento, è raro che un musicista stia fermo mentre suona. Anzi, spesso si muove parecchio oscillando sul posto e non solo. Il diretto, lo vedrete in alcuni scatti, a tratti era indemoniato durante le prove, mentre si sforzava di trovare l'amalgama tra un coro e una orchestra che non fanno usualmente musica insieme. Io ho potuto seguire varie fasi delle prove potendo permettermi di muovermi a mio piacimento ma sfruttando al massimo il potenziale di invisibilità delle Nikon Z, cioè scatto silenzioso (sempre) e apparenza rassicurante. Potendo scattare senza in alcun modo disturbare o influenzare i musicisti nel loro lavoro. Vedendo le animazioni e le foto d'insieme valuterete anche le tipiche condizioni di scatto in una chiesa tardo-barocca. L'altare è volutamente l'unico punto molto illuminato, in questo caso un tripudio di dorature. E li davanti c'era il coro. L'orchestra più avanti, ancora in luce. Il direttore più in ombra ma molto meno dei cantanti, messi sul limitare della gradinata, praticamente in ombra. Scattando ho potuto anche qui sfruttare le doti delle Z di inquadratura libera al limite dei quattro bordi del fotogramma, potendo puntare il cursore dell'autofocus sempre sul volto del soggetto inquadrato, spesso sfruttando anche il riconoscimento del volto, e li fare l'esposizione per ottenere una media accettabile. Luce scarsa, spesso necessità di salire molto di sensibilità per non avere foto troppo mosse. Scatti in continuo a 5.5 scatti al secondo per seguire espressioni, movimenti, momenti topici. Ed eccoci qua (ancora, attenzione alle animazioni, servono per dare il mood ma sono chiaramente dithering a 256 colori, non a 8 bit, quindi ci sono artefatti che poi nelle foto successive, come vedrete, non ci sono). sequenza animata di 52 scatti consecutivi durante un'aria col soprano e il direttore in evidenza Nikon Z6 e Nikon 70-200/2.8E ad f/2.8, 1/100'', ISO 5600 uno scatto qualsiasi della sequenza vedete la forte differenza di esposizione tra il volto del soprano e quello del direttore e qui 50 scatti montati in sequenza, scattati a 18.000 ISO di cui questo é uno scatto qualsiasi, ideale per pulizia (semplice conversione da NEF a jpg senza regolazioni). 18.000 ISO ... le condizioni di luce nella navata centrale, scura come sempre per ogni chiesa di questo genere, costringevano a tenere sensibilità "pazzesche" per non avere il mosso sul soggetto Z6 a 40000 ISO (si : quarantamila ! Conversione con le impostazioni di LR da Nikon) situazione migliore sugli strumentisti Z7 con 105/1.4E a 1600 ISO, file pulitissimo al naturale Alcuni dettagli sul direttore durante le prove Z6 a 5000 ISO e a 16000 ISO un montaggio di 40 scatti tra i 300 scattati in sequenza guardate i movimenti, le espressioni, la foga. Altro che fotografia statica. Io ero praticamente tra i coristi, del tutto invisibile e in grado di cogliere ogni espressione e ogni momento. Ho volutamente limitato a 300 scatti la sequenza solo per non avere troppi fotogrammi da esaminare a casa ... altrimenti avrei potuto farne migliaia solo da questa posizione. diversamente da quanto un profano possa immaginare, i musicisti barocchi si muovono parecchio, non sono imbalsamati con parrucche coperte di talco. Il fotografo - e il suo sistema di ripresa - ha il suo bel da fare per riprendere al meglio nel dettaglio uno scatto tra le prove, Z6 e 105/1.4E ad una sensibilità che non useremmo normalmente ma che ci consegna comunque una plasticità di immagine abbagliante ! Z6, 7200 ISO ancora evidenza sulla necesità di bilanciare la luce per evitare zone bruciate e zone troppo in ombra (luce dall'alto, volti scuri e pelate brillanti !) Z7, 5000 ISO Z7, 2500 ISO 105/1.4E durante le prove del concerto per archi di Locatelli Andiamo al concerto che, chiesa affollata, ho ripreso dalla balaustra del coro dell'organo, dall'altra parte della chiesa, sfruttando l'allungo del Nikon 70-200/2.8E obiettivo f/2.8 su Z6 che può salire meglio di sensibilità, f/1.8 o f/1.4 su Z7 per consentirle di esprimersi al meglio in tutta la sua risoluzione Z6, 20000 ISO, 70-200/2.8E ad f/2.8, 1/250'' dettaglio sul coro la chiesa dalla mia posizione. Ombra, ombra e poi improvvisamente luce. Io, al centro della navata (a luci spente). Z7, 14400 ISO, 105/1.4 ad f/1.4 FTZ free, zaino free e treppiedi Free ? Yes ! *** Non mi dilungo oltre, pensando di aver detto tutto quanto mi premeva esporre ma che vorrei sintetizzare ulteriormente. Credo che in questo particolare genere le mirrorless possano fare la differenza, consentendo possibilità sconosciute alle reflex. In particolare per : la capacità di scomparire, sia per ingombri che aspetto, ma soprattutto per l'assenza di rumore di scatto in otturatore elettronico, in modo tale da non infastidire nessuno e soprattutto far scomparire il fotografo che non deve assolutamente interferire col lavoro dei musicisti (e l'ascolto del pubblico) capacità di messa a fuoco selettiva e di precisione anche ai bordi del frame, lasciando piena libertà di espressione e di inquadratura al fotografo nella stessa situazione, capacità di esporre mediando le differenti luci, visualizzando a mirino - meglio con l'istogramma in tempo reale - come sarà la foto scattata buone prestazioni generali di autofocus e di bilanciamento del bianco con limitata generazione di rumore ottime prestazioni nel video anche a mano libera (mi spiace ma non siamo attrezzati per mostrare il video di qualità su Nikonland, dovete fidarvi) semplicità d'uso. Alcune delle foto esposte sono state riprese dal mio amico Cosimo - nikonista abituato alla D7000 - cui ho semplicemente messo in mano alternativamente la Z6 o la Z7 senza alcuna spiegazione. Eppure lui se l'è cavata senza problemi. con questi limiti al momento : il mirino consente di vedere al buio e mostra una scena molto luminosa. Ciò in alcuni casi può ingannare il fotografo che tende a sottoesporre la scena che vede troppo brillante. Per questo consiglio di visualizzare a mirino l'istogramma in tempo reale per avere una migliore aderenza con l'effettiva esposizione mancanza di teleobiettivi luminosi nativi che permettano di fare un servizio anche in video, senza FTZ (ricordo che gli obiettivi Z non fanno rumore di messa a fuoco, gli AF-S si e i loro sibili vengono captati dal microfono della fotocamera in ripresa) un problema limitato all'ambiente Adobe in sviluppo. Inutile fare il prebilanciamento del bianco perchè il software poi lo interpreta male, significativamente per il tint. Quindi ho dovuto poi regolare gli scatti di Z7 e Z6 differentemente (sul grigio del travertino delle colonne della navata : 2550 K e -27 per la Z6 e 3150 K e -12 per la Z7). e direi basta. Per quanto mi riguarda. Cioé basta reflex in questo contesto, secondo me. Se dovessi riprendere con continuità concerti di questo tipo (o anche di musica da camera) o rappresentazioni teatrali, oggi mi doterei di una coppia di Nikon Z, probabilmente due Nikon Z6. Niente più reflex. Credo che lo stesso ragionamento possa essere esteso anche alla fotografia da cerimonia religiosa, per le stesse motivazioni. Intendiamoci, io non sono uno specialista di questo genere (meno che meno del matrimonio) e mi è capitato poche volte di fotografare un concerto in chiesa. Ma mai come questa volta mi sono divertito, ottenendo scatti di qualità, potendo osare liberamente anche oltre il limite (le reflex, affidabilissime, spesso mi conducono a stare entro i confini usuali, non so come spiegarlo. Le mirrorless - al costo di tanti scatti in più - mi liberano verso la sperimentazione.) Spero di aver reso l'idea, scusatemi per il peso dei file animati ma non avrei saputo in quale altro modo darvi una dimostrazione delle condizioni reali di scatto, mostrandovi poi la reale qualità delle migliaia di scatti conseguenti le mie ... sequenze. (c) 2019 Mauro Maratta per Nikonland, riproduzione riservata
  18. A quanto pare iniziano ad arrivare anche gli accessori di terze parti per le nuove Z. Qui: Ebay una proposta di half case in similpelle al modico costo di 120 USD dalla Korea. La fattura sembra decente, è compresa anche una basetta in alluminio con foro filettato e compatibilità con attacchi arca.
  19. PRO : Autofocus flessibile ed intelligente (in termini di possibilità di copertura del frame) Scatto silenzioso efficace relativamente esente da rolling-shutter in queste condizioni Relativa trasparenza del teleconverter Grande efficienza dell'adattatore Nikon FTZ Cadenza di raffica a 9 fps più che adeguata a questo genere di sport CONTRO : lag a mirino valutabile tra i 2 e i 5 centesimi di secondo (ad occhio) che rende difficile seguire le evoluzioni dei soggetti in tempo reale Velocità dell'autofocus insufficiente a seguire i momenti di massima accelerazione delle moto e in generale, autofocus abbastanza lento Impugnatura non ideale per lunghe sessioni di scatto con ottiche lunghe NEUTRO : Batteria più che adeguata in queste condizioni come testimoniato dal residuo di carica dopo quasi 5000 scatti Buffer adeguato in queste condizioni (jpg, scatto a 9 fps) Visione a mirino elettronico più che sufficiente in queste condizioni di luce (sole, ombra, niente controluce) la "borsetta" preparata per l'occasione : Nikon Z7, Nikon FTZ, Nikon 70-200/2.8E FL, Nikon TC-14E II Con la doverosa premessa che non sono esperto di motocross e di gare di moto in generale e che in circostanze in cui dovessi avere l'assoluta certezza di avere la massima affidabilità di risultato, porterei la Nikon D5 (o la D500, avendola a disposizione, per il suo fattore di teleconversione con il sole, come in questo caso), ho pensato con curiosità di approfittare di una gara di Enduro a due passi da casa - 1° Memorial Ivan Riggi - per vedere come si comporta la Nikon Z7 con l'FTZ in una situazione che certamente non è quella cui è destinata naturalmente questa macchina. La Nikon Z7 ha molte potenzialità, le più importanti delle quali sono esplicitabili al massimo delle sue capacità in condizioni di pieno controllo della luce per approfittare della sua elevata risoluzione. Ma in condizioni dinamiche come un evento sportivo di questo genere, dove la risoluzione elevata diventa più un intralcio che un vantaggio, come si comporterà ? Allora, cominciamo con il dire che il motocross non presenta elevate difficoltà di scatto. Le moto sono costrette a rallentare per affrontare curve strettissime e sono comunque rallentate dal terreno che dopo qualche passaggio nei punti più esposti viene letteralmente scavato, producendo solchi difficili da evitare che costringono ad un percorso abbastanza prevedibile. MA tra una curva e un altra, queste moto accellerano in maniera molto repentina, spesso scodando o impennandosi. Ho impostato la macchina con la raffica più elevata, direttamente in JPG, alternando il Picture Control su Auto e su Vivid. ADL su automatico. Controllo vignettatura automatico. Esposimetro su media-ponderata o su matrix, a seconda che scattassi in ombra o al sole. Scelta una posizione ideale, mi sono messo a seguire le moto in corso. Con circa un centinaio di partecipanti, mi sono, detto, non mancheranno certo le occasioni di scatto. All'inizio mi sono sentito avvilito, pentito della mia curiosità. Un ritardo molto elevato tra la visione a mirino e la scena reale mi impediva di seguire le moto che al punto di corda si avvicinavano molto a me. Mentre in avvicinamento o in allontanamento, semplicemente non riuscivo ad avere un'alta percentuale di foto a fuoco. Ma insistendo, sono riuscito a compensare i limiti del sistema, una volta presa la giusta confidenza, ho cominciato ad avere le foto che sono abituato a fare negli sport motoristici, specialmente in panning. 4.735 scatti in meno di un'ora e mezza con circa il 60% di carica utilizzata. Il residuo sufficiente per altri 2500 scatti a raffica o una mezza giornata di fotografia normale. Mica male per una fotocamera che al lancio veniva criticata per l'autonomia valutata con i criteri CIPA. All'inizio mi sono mantenuto su tempi di sicurezza senza scendere sotto ad 1/250'' nei panning. La svolta è venuta quando, dopo aver cambiato posizione, ho impostato lo scatto silenzioso. La macchina mi è sembrata da quel momento più reattiva, con un minor ritardo nella risposta. Ed è cominciato il divertimento. Ho alternato l'obiettivo liscio con l'uso del teleconverter (non ho portato il 300/4 proprio per simulare un'uscita leggera). In queste condizioni ho avuto un buon successo in tutti gli scatti scendendo fino ad 1/60'' ma mi sono comunque dovuto abituare alla relativa leggerezza del corpo macchina nel riuscire a seguire in modo fluido con il panning le moto in curva (in queste condizioni la decelerazione e l'accelerazione non sono costanti e le moto al culmine del punto di corda sono quasi ferme per poi accelerare repentinamente). pur regolando la risposta del Lock-On in molti casi l'autofocus è stato confuso dagli schizzi di terra (moto a fuoco, schizzata di terriccio, autofocus che segue la terra sparata in aria, anzichè la moto) ma complessivamente la percentuale di foto a fuoco mi sembra decisamente molto elevata. In generale ho trovato l'autofocus non del tutto all'altezza della situazione durante le accelerazioni più impegnate, quando le moto si avvicinavano a me. Nessun problema invece a seguirle fino ad una certa distanza. In queste circostanze nessuna limitazione dal buffer (che in JPG Fine* si attesta ad una riserva di scatti di circa 16 frame, poco meno di 2 secondi di scatti), perchè il passaggio delle moto è rapido e non ti permette di fare troppi scatti. Rilasciando il tasto di scatto il buffer si svuota comunque rapidamente (un jpg pesa intorno ai 22 megabyte). panning a differenti tempi di scatto inseguimento e salto, con spruzzata di terriccio e detriti vegetali sgommata ad 1/1250'' di secondo, circa 280mm, f/5.6, circa 25 metri da me una sequenza di 8 scatti tutti perfettamente a fuoco con inseguimento del soggetto 5 metri di distanza, impennata, sole di taglio, 280mm altri panning lenti ancora una sequenza di 6 scatti a fuoco con inseguimento. Secondo mia abitudine ho cominciato a scattare usando la modalità ad area estesa a 9 punti (analoga ma più grande di quella di D5/D850) per poi provare le altre due aree estese. Mi sono concentrato sul mantenere a fuoco il casco dei motociclisti, in taluni casi - ai tempi più lenti - comunque con un diaframma piuttosto chiuso ma con i tempi più rapidi (1/1000'' o 1/1250'') a tutta apertura. In questo modo è stato facile riempire il fotogramma mettendo le moto perfettamente dentro al frame. Con le reflex è facile avere una composizione che necessita poi di un ritaglio, per la concentrazione dei punti di messa a fuoco al centro che costringono a lasciare spazio inutile tutto attorno. In queste foto invece non ci sono crop, al limite leggerissimi ritagli. Nella maggior parte dei casi - finchè ne sono stato capace - con il casco/testa a fuoco e il resto più filato. La cosa più divertente è stata constatare che il tanto vituperato otturatore elettronico non ha generato effetti psichedelici visibili a causa del rolling shutter. In sostanza cosa volevo dimostrare ? Che anche con la Z7, avendo "manico", si può fare persino il motocross, sebbene sia chiaro che i progettisti non l'hanno pensata per questo. Passato il primo momento in cui le mie certezze hanno cominciato a vacillare si può ed è persino divertente. Useresti comunemente la Z7 (o la Z6) per questo genere di fotografie ? Ma no. Il corpo non è adatto, è complicato ed oneroso tenere in mano un sistema del genere con un'ottica lunga per molto tempo. E negli scatti in verticale io sono abituato ad usare il secondo pulsante di scatto. Qui il battery-grip non è previsto, ci sarà l'anno prossimo un battery-pack, cioé un semplice portabatterie per prolungare l'autonomia. Insomma, se esistono corpi macchina concepiti per lo sport con determinate qualità di ergonomia e di tenuta nel tempo anche ad abusi in condizioni difficili e con superteleobiettivi grossi e pesanti, i motivi ci sono e sono confermati ogni giorno dai fotografi professionisti dello sport che non usano bestie pesanti e robuste ... per sport ! Detto questo, la tecnologia c'è e se questo è il primo passo per Nikon, chissà cosa ci porterà il futuro. Morale, mi capiterà ancora di divertirmi con la Z7 nello sport e nella fotografia d'azione. Lo farò con curiosità e perchè mi piace sfidarmi. Anche per dimostrare che certe cose si possono fare comunque a dispetto di impostazioni progettuali o di marketing differenti (come fu per la Nikon 1 V3 che con il suo 70-300 era fonte di divertimento per me in autodromo) e di quello che dicono certi recensori accreditati nel web internazionale. Ma già io mi immagino una Nikon Z9 con le prerogative della mia Nikon D5 (macchina d'elezione in questi casi) ma con tutte le potenzialità offerte dalla tecnologia senza specchio e con obiettivi dedicati, come quelli che ho per la D5. 20 scatti al secondo a tutto frame e 800 punti di messa a fuoco con inseguimento veloce e scatto silenzioso privo di blackout, con 10.000 scatti di autonomia per una batteria più grossa della EN-EL15b. Ma che bello ! Non vedo l'ora ! Due note a margine : 1) ho scritto che ho trovato l'autofocus non sufficientemente rapido per seguire le moto in accelerazione. Mentre non posso dire se nelle stesse condizioni con D5+70-200/2.8E FL avrei notato la stessa latenza, sono altrettanto certo che si debba mostrare indulgenza verso un sistema che per il momento deve utilizzare ottiche da reflex adattate ad una mirrorless tramite adattatore, non avendo ancora teleobiettivi dedicati. Efficiente quanto si vuole ma difficilmente sullo stesso piano di un sistema ottimizzato con motori adatti al tipo di messa a fuoco sul piano del sensore 2) una sciocchezza facilmente sistemabile via firmware. Il TC-14E II (non so dire con il nuovo modello) viene utilizzato con tranquillità e senza problemi dal sistema ma non viene rilevata né l'apertura inferiore né la focale risultante, sia oncamera che negli Exif (ovvero io con il TC-14 leggevo a mirino f/2.8 anzichè f/4 e 200mm anzichè 280mm, e lo stesso negli Exif dei jpg). Peccato veniale, visto che comunque esposizione e stabilizzazione non hanno mostrato pecche.
  20. momenti indimenticabili della memoria. Classici irripetibili che nemmeno il gusto per l'orrido della Hollywood di oggi ha potuto sottoporre alla macabra pratica del remake. Quando si fa riferimento a quei film e a quelle scene appassionate non si può farlo per qualche cosa di meno ... ma è pericoloso fare paragoni impropri o azzardati. Come riferirsi alla Nikon F5 parlando della Nikon Z7, ad esempio. Liberi pensieri sulle nuove mirrorless Nikon Una precisazione d'obbligo per chi non mi conosce e non mi segue da tempo. Per me l'idillio con Nikon è cominciato una vita fa e proseguirà - se possibile - nell'altra vita. Già solo pensarmi con in mano una fotocamera di un altro marchio mi mette a disagio. Ma ho passato l'età dell'innamoramento, quello che ti acceca e non ti fa pensare lucidamente. Già ieri (e immagino quanti altri oggi) è stato un fiorire sul web di lunghi monologhi video (cercateli su Youtube se volete annoiarvi) con tanti personaggi - anche nostrani - che hanno sentito l'obbligo, l'impulso incontrollabile di esprimere giudizi taglienti e definitivi sul nuovo sistema mirrorless Nikon, senza averlo mai preso in mano e in larga parte, con esperienze alle spalle, non sempre abbastanza solide da poterne riempire un curriculum. Non è questo il caso, anche perchè noi non cerchiamo click, non vendiamo prodotti, non abbiamo link a partner commerciali che ci passano una piccola commissione per ogni acquisto di ogni nostro lettore. Scriviamo solo per passione, da appossionati fotoamatori. Ma abbiamo alle spalle anni di esperienze di lunghe sessioni fotografiche, accompagnati anche nella circostanza più sfidante, dalle nostre affidabili Nikon. Finalmente il 23 agosto 2018 anche Nikon è approdata al mercato grosso delle fotocamere mirrorless. L'aspettavamo da tempo e ognuno sapeva che ci sarebbe arrivati, prima o poi. eccole qua. E adesso che ci sono, sinceramente non mi interessa dibattere - come stanno facendo i summenzionati - i singoli punti della scheda tecnica di queste macchine per confrontarli con i corrispettivi delle macchine degli altri marchi. Io so che esistono altri produttori di fotocamere, ma ai miei fini di fotografo Nikon, ciò ha il valore aggiunto della raccolta delle nespole in Antartide. Capirete che sapere che la Nikon Z7 fa solo 5.5 scatti al secondo in RAW a 14 bit con esposizione e aufocus quando altre macchine fanno 10-12-20-100.000 scatti è puramente un fatto di cronaca. Quello che mi interessa é che vantaggio mi portano queste due mirrorless Nikon e il loro sistema e cosa Nikon mi sta dicendo con questo evento del 23 agosto. C'è del buon e c'è di che criticare. Tutto qui. E ve lo spiego. - Nikon ci ha dimostrato che c'è anche lei in questo mercato nuovo - che dispone bene o male della tecnologia che hanno anche gli altri - che ha fatto delle scelte anche controcorrente - che ci tiene a che i nikonisti si trovino a casa con le nuove mirrorless, cosa che non sarebbe lasciandosi tentare da altri marchi - ci sta promettendo per il futuro interessanti sviluppi - lo fa sposando a pieno i nuovi formati di memoria (XQD per adesso, CFexpress appena disponibili sul mercato) - con macchine costruite certamente molto bene e con una ergonomia migliore di certi altri modelli già presenti sul mercato (anche di Nikon stessa, penso a Nikon 1 V2 e V3) tutto bene in teoria. E quindi ? Dove invece Nikon ha clamorosamente fatto un passo falso è su tutt'altro versante e se vogliamo, marginale rispetto alle fotocamere stesse. - se fai una campagna di lancio così roboante con teaser continui - se enfatizzi il lignaggio delle tue fotocamere facendo chiaro riferimento alle ammiraglie che hanno segnato la tua e la nostra storia come le varie F-F3-F5-D3-D5 presenti nei filmatini - se scegli per data di lancio il 23 di agosto e lanci due macchine come nell'agosto del 2007, quando hai fermato il tempo con la mitica Nikon D3 (e la sua figlioletta D300) - se solletichi le aspettative del tuo pubblico e poi fai un evento in grande stile con i tuoi boss e i tuoi testimonial poi non puoi fare la figura di quello che per sparare troppo in alto, finisce con lo spaventare solamente i piccioni. Mirrorless Reinvented ? Non puoi dire sul serio con questa roba qui. Provaci ancora Nikon ! la Nikon D3 - prima reflex digitale full-frame di Nikon - lanciata nell'agosto 2007 insieme a Nikkor 14-24/2.8 e Nikkor 24-70/2.8 e a breve distanza dal lancio di 400/2.8, 500/4 e 600/4 VR Già, la gente si aspetta una nuova ammiraglia e una sua partner di pari profilo. Ma quando vede che le due macchine hanno una impostazione chiaramente amatoriale si domanda se fosse proprio necessario tutto questo fracasso. Infine, lo dico da felice ed orgoglioso proprietario della Nikon D850 (tra le migliori reflex dell'intera storia, non solo Nikon !), che cosa debbo pensare se vedo che metti il sensore della mia macchina in un apparecchio da passeggio e mi chiedi per quella un prezzo del tutto paragonabile a quello - solo parzialmente giustificato - che hai chiesto a me per una reflex professionale ? Si perchè se il target è quello del fotografo vagante e disinvolto (lo fa pensare il design, la compattezza e il peso relativamente contenuto, i video), come mi puoi chiedere quella cifra per aggiungerla a ciò che già ho ? le due nuove mirrorless Nikon Z6 e Z7 e certamente se mi fai una preparazione mediatica come quella, poi ti presenti all'evento pieno di sorprese. Non ti fai trovare con le brache calate il battery grip ancora ad uno stadio preliminare, sembra una stampa 3D nemmeno verniciata, giusto una sgrossatina, poi lo presenteranno tra 6-8 mesi e con i mockup di obiettivi che avresti dovuto presentare ieri i tre prossimi obiettivi. Tutti e tre promettenti ma che certo non spingeranno le vendite dal giorno zero. Cosa sarebbe stato meglio fare ? Non spetta a me dirlo. Ma qualche osservazione posso farla. Se hai deciso che il momento è arrivato, fallo con stile ma senza troppo rumore. Sei il penultimo ad uscire sul mercato, presentati con quello che hai, fammi vedere la roadmap ma non cercare di farmi credere che hai reinventato la ruota del carro. Se vuoi fare due macchine differenti e lanciarle insieme, differenziale nel modo giusto. Z6 e Z7 sono identiche tranne il sensore e il prezzo. Ma poi per 2000 euro cerchi di vendermi una macchina che ci sarà solo per Natale, che ha la metà dei punti di messa a fuoco (ed altre cosette nascoste) mentre pre il primo kit, quello che sarà quasi immediatamente in vendita mi chiedi il doppio. Ma soprattutto se in una mi metti il tuo sensore di punta, quella macchina deve essere in tutto un benchmark di mercato. Come lo è stata la Nikon F, la Nikon F3, la Nikon D3, lo è la Nikon D5 e certamente lo è la Nikon D850. Non può essere zoppa già a partire dall'aspetto. Altrimenti, continua a non far rumore, presentami solo la macchina più modesta, propronila però ad un prezzo MOLTO aggressivo, con cui aprirti il mercato. Risparmia sulla promozione, piuttosto, ma vendila subito al prezzo giusto. Non quando sarà troppo tardi ! Non ce la fai a presentare tutti quegli obiettivi che tu e il nuovo bocchettone extralarge sembrate promettere ? Presentati insieme a Sigma e a Tamron, e oltre all'adattatore per ottiche pachidermiche da reflex, assicurami che ci saranno i tuoi alleati ad allargare presto l'orizzone degli obiettivi. Soprattutto non darmi modo di pensare - con non tanta malizia - che si capisce che non eri pronto e che il marketing ha forzato e tentato di coprire uno sviluppo ancora in embrione con la pubblicità. Come se fosse stato ordinato agli ingegneri di andare sul mercato con quello che c'era di disponibile. Poi il resto si farà in seguito. Cosa c'è di buono. Ma - e qui parla la voce del vecchio nikonista smaliziato e ragionevole - c'è anche tanto di buono che sarà bene dire ad alta voce, visto che di gente che sorride là fuori (ma non sarà tollerata qua dentro !) ce n'è tanta. - abbiamo finalmente l'autofocus a rilevazione di fase con copertura al 90% del frame anche in casa Nikon - abbiamo finalmente anche in casa Nikon - dopo anni di negazioni - lo stabilizzatore sul sensore - abbiamo finalmente specifiche video abbastanza in linea con il mercato - abbiamo un mirino elettronico che a detta di tutti, anche i più scettici, è veramente il nuovo benchmark di mercato - abbiamo un ecosistema che può essere sviluppato e che parte con i migliori presupposti senza i limiti imposti da un attacco pensato 60 anni fa Il resto verrà A me i supergrandangolari attirano quanto una seduta di ore dal dentista. Ma quel 14-30/4 piccolo e compatto ma già estremo la dice lunga sulle possibilità del sistema Nikon Z. E se quel 58/0.95 non è indirizzato a tutti i fotografi, il 50/1.2 e più avanti i più che probabili superluminosi in focali che abbiamo sempre desiderato (85/1.2, 35/1.2) saranno certamente possibili e se non proprio abbordabili, almeno desiderabili. L'autofocus sembra già di buon livello e certamente potrà essere messo a punto in successivi modelli. Già, perchè tra meno di due anni ci saranno le Olimpiadi in Giappone e Nikon non si farà trovare nuovamente con la cucina in disordine. E se poi tra poco tempo cominciassimo a sentire i rumors che parte di questa tecnologia sbarcherà anche sulle ipotetiche Nikon D6 e Nikon D900 ? Vi immaginate il massimo della tecnologia dei due mondi fusa insieme ? Altro che fotografia vagante con lo zainetto ! Già perchè la presentazione di ieri del 500/5.6E PF che per molti è passata inosservata a causa delle aspettative suscitate dalle mirrorless, per me è la vera novità per cui merita di essere ricordata la giornata. Per quello - e per una futura reflex professionale che incorpori autofocus a rilevazione di fase, stabilizzatore sul sensore e ... altre tecnologie sinora riservate alle mirrorless - Nikon avrai subito i miei soldi. Per queste Z6 e Z7 mi dispiace dubito di essere disposto a spendere tutti quei soldi per un sistema acerbo. Aspetterò con pazienza non solo la seconda, ma forse anche la terza emissione. Quella che ritengo sarà pensata finalmente per me e non per l'ipotetica venticinquenne asiatica che, lo capisco, è il nuovo modello di consumo anche per l'industria occidentale cui il Giappone ha sempre fatto riferimento. Insomma, provaci ancora Nik ! Io ci conto. E voi ?
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