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Massimo Vignoli

Nikonlander Veterano
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Tutti i contenuti di Massimo Vignoli

  1. Beh, “accreditate teorie” è il modo in cui ho inteso scrivere “si fa così” e nel mio ultimo intervento parlavo proprio di capture+creative, e delle relazioni tra i comandi disponibili in Lightroom per gestire queste fasi perché quella era la domanda di Bergat, rimasta aperta anche dopo il tuo dettagliato intervento. Questo seguendo quanto avevo già scritto in relazione alla nitidezza per l’output, cioè che si lavora in modo diverso, e nello specifico che io lo faccio affidandomi agli algoritmi di LR che si preoccupano di gestire, senza un elevato livello di controllo ma anche senza necessità di approfondite conoscenze, la variabilità legata a tipo di supporto, compreso il video, e dimensioni. Sul fatto che il libro che ho citato serva a poco a chi scrive di non sapere nulla di come si regola la nitidezza mi trovi poco d’accordo. È evidente che con ore di letture sui forum giusti puoi costruirti le basi che ti mancano o approfondire ogni specificità, ma anche che ci puoi arrivare in pochi minuti, leggendo un paragrafo del libro giusto, se quanto vuoi fare è, come è stato anni fa per me e come ora Bergat chiedeva, usare LR per fare con semplicità tutto questo. E nello specifico, nitidezza con LR, quel libro è ancora oggi perfettamente adeguato.
  2. Beh, la poiana è un uccello bellissimo e quella è una grande atmosfera! La seconda a me piace un sacco, aumenterei un pochino il contrasto...
  3. Bonatti è stato un grandissimo, i suoi libri, e quelli di Desmaison, mi hanno fatto innamorare dell'alpinismo!
  4. Allora, i 4 cursori fanno questo: * Amount: è la quantità di nitidezza. Va da 0 a 50, con 25 il valore di default di LR per il capture sharpening, cioè il primo stage (secondo molte accreditate teorie, la nitidezza alle foto si da in tre stage: capture, creative e output). Per le foto di natura, per me il valore normale come somma tra capture e creative è 80. Oltre non vado perché mi sembra diventi irreale. Sulla persone stesso concetto ma mi fermo a 50. Affligge tutto il risultato. * Radious: è l'ampiezza in termini di numero di pixel coinvolti nell'operazione. il default è 1, e io normalmente uso quello. Lo riduco se ho molti dettagli fini o amento se non ci sono. Ma in generale più cresce il raggio e più riduco la quantità. * Detail: è l'effetto del dettagli fine. Default 25. Aumentando questo si aumenta moltissimo il rumore. Ma tira fuori moltissimo il dettagli fine (a dire che lo puoi aumentare un po nelle foto a bassi iso con molti piccoli dettagli, esempio piume). * Masking: esclude dall'applicazione della nitidezza le zone senza dettaglio. Alla fine, in presenza di dettaglio fine, lo impasto aun poco. Ma aiuta moltissimo a controllare il rumore dove questo non è presente. Utile in particolare con foto ad alti iso. Tipicamente, più aumento il detail e più contemporaneamente aumento il masking. Per vedere l'effetto di tutti quanti, muovi i cursori contemporaneamente tenendo schiacciato a "ALT" (Mac, per Win non so). C'è un ottimo libro di Jeff Schewe, intitolato "The digital negative - Image Processing in Lightroom, Camera Raw and Photoshop", in vendita su Amazon come kindle, che pur essendo riferito a versioni un po passate di questi sw, spiega benissimo il funzionamento di questi parametri. Non aggancio qui il testo per ovvi motivi di copyright. Spero di aver aiutato, se hai dubbi chiedi! Ciao
  5. Alcune settimane fa un amico, impegnato nel settore del rugby giovanile, mi ha proposto di andare a bordo campo a fotografare un torneo. Ho accettato con entusiasmo perché vedere la grinta e l'impegno che questi ragazzi portano in campo mi emoziona tantissimo. In più, ed è una cosa altrettanto importante, io credo che questo sport sia veramente formativo e capace di trasmettere ai ragazzi concetti molto importanti, come il valore del lavoro di squadra e del sacrificio. Inoltre, a differenza di quanto molti pensano, non è affatto uno sport violento e, anzi, grazie anche ad un pubblico molto corretto, le partite, ed il dopo partita - il famoso "terzo tempo", scorrono con grande serenità. Cosa che purtroppo non si può dire di sport molto più seguiti come il calcio, ma questo è altro discorso... Fotograficamente, le situazioni sono assolutamente simili a quelle delle fotografia naturalistica: è importante cercare di anticipare quanto sta per succedere e seguirne le evoluzioni. Quindi essere veloci nel muovere il sensore di messa a fuoco, per la quale ritengo che l'impostazione migliore sia "gruppi". Così come è importante utilizzare l'esposizione manuale per evitare che i diversi sfondi finiscano per ingannare l'esposimetro, ricontrollandone e modificandone i valori mano a mano che la luce cambia con il proseguire della giornata. Spero di essere riuscito a rendere l'intensità di quei momenti e, come al solito, sono graditi tutti i commenti! Tutte le immagini con D5 ed 80-400 AFS VR. Massimo 7/1/2018
  6. Per me è meglio la prima. Relativamente al fatto di ritenere lecito "girarla": assolutamente si. Per me in post produzione si può fare tutto quello che non stravolge lo scatto. Questa, se la giri, resta sempre un pontile verso il tramonto. Articolo meglio. La post produzione, per come la intendo io, è finalizzata al completamento/ottimizzazione della visione fotografica alla base dell'immagine realizzata al momento dello scatto. In questo senso ribaltare l'immagine non è all'interno di questa finalità, ma per me è proprio un "peccato veniale". Quindi lecito.
  7. Io ho sempre creduto che non si potesse dirigere il volo, che si fosse in balia del vento. Non è così?
  8. Mi accodo nei complimenti a chi mi ha preceduto, hai fatto un bellissimo reportage in termini di fotografie e di racconto di un uccellino molto elusivo. Io pure, mi accodo anche qui, non l'ho mai fotografato. Bravissimo!
  9. Bel reportage Gabriele! Deve essere una esperienza molto particolare: In diverse foto si vedono palloni molto in alto.
  10. Secondo me stai sbagliando qualche cosa di molto significativo. Ho stampato settimana scorsa un file a 4500ISO su A2. nessun rumore apprezzabile sullo sfondo e dettaglio notevole sul soggetto...
  11. Max introduce due spunti di approfondimento. Sport Outdoor: si, l'ho usato con grande soddisfazione. Qui una mattina allo stadio il racconto di come questa lente sia efficace anche nello sport, rugby giovanile in questo caso. A bordo campo quella escursione focale è veramente una manna, ed i ragazzini non giocano in un campo grande come quello degli adulti! Io sono molto contento del 80-400 per le occasioni dove voglio/devo fare con una sola lente. Ma se posso scegliere, la mia coppia d'elezione è 70-200/2.8FL è 500/4G. Il 70-200 è meglio (più nitido, luminoso, maneggevole e veloce in AF) per le foto ambientate, il 500/4 molto meglio per i soggetti distanti/piccoli. Insomma, per quello che fotografo io, vale il consiglio insito nel titolo: "Quando la versatilità è importante". Nei altri casi, e soprattuto se si può contare su una coppia di lenti, c'è molto di meglio in giro!
  12. Mi serve aiuto: non possiedo il TC20III. Premesso questo, mi aspetto che il risultato sia confrontabile a 400/5.6 ma che mi tocchi giocare a metti e togli il TC da 70 a 140, cosa non buona!
  13. Premesso che io uso solo lightroom, sia perchè mi trovo bene sia perché è l'unico SW che conosco, io faccio così. Il mio valore standard è 80, 1, 25, 0, che funziona per me molto bene sia su animali che paesaggi. Sui ritratti, per il poco che ho capito finora, tendo sempre sia a ridurre il valore, da 80 a 50, sia ad aumentare il Mask, tipicamente verso un 30-50. Devio dallo standard sugli alti iso, quando cioè devo contemperare nitidezza e riduzione rumore. In questi casi riduco il valore, anche fino ad un semplice 10 ma di quanto dipende dal quanto rumore ho e da quanto è intricata la trama presente in fotografia (più trama - esempio erba, rami - e meno riduco). Poi: Dopo aver ridotto la nitidezza regolo la riduzione del rumore di contrasto fino ad ottenere il risultato desiderato sullo sfondo (poco rumore ma non effetto plastica). Valutandolo visivamente al 200% (uso un monitor 5k, su queste risoluzioni il 100% non va bene). Usando il pennello, spennello sul soggetto, dove voglio la nitidezza, con un valore che è il complementare ad 80 (cioè se ho 50 su tutta l'immagine uso 30). Raramente modifico gli slider di "dettaglio", dipende dal soggetto. Mai oltre 50. In fase di esportazione verso il web o di stampa mi affido al valore "normal" di lightroom, per me proprio "poca spesa e tanta resa". Relativamente al clarity, sto sui valori da 20 a 40 per paesaggi o animali, niente sui ritratti.
  14. Beh, a me piace e per quello che faccio credo sia l'obiettivo giusto. Ma la considerazione sul rapporto qualità/prezzo unitamente al fatto che per fotografare animali in condizioni convenzionali (in Italia, da capanno e senza voler ambientare il soggetto) è spesso corto, secondo me spingono in altre direzioni i possibili acquirenti. Il profilo lente lo imposto raramente, e qui non l'ho selezionato per rendere più evidente il comando che fa la "magia" con le aberrazioni. Sai che dalla mia esperienza non li conosce quasi nessuno? Ringrazio tutti, ma proprio tutti. È il mio primo articolo da sempre, non solo qui su Nikonland - ma per chi altri mai scriverlo?!?!, e vedere che lo valutate interessante mi ha dato una enorme soddisfazione. Così come sono contento che le foto siano piaciute. A Mauro e Max un grazie speciale: il sostegno dietro le quinte è stato utilissimo!
  15. Come d’ uso qui su Nikonland, non mi dilungherò nell’esporre i dati tecnici ma concentrerò questo articolo sulla mia esperienza sul campo, durata ormai quasi 4 anni. Per Nikon questa realizzazione non è una novità: questo obiettivo ne sostituisce uno della stessa lunghezza focale ma privo di motore autofocus e dal VR primordiale, se non erro il “vecchio” 80-400 è stato il primo obiettivo stabilizzato nel catalogo Nikon. Personalmente non ho mai avuto modo di provare il vecchio modello, ma è universalmente noto che il rifacimento ha portato, oltre ad un autofocus finalmente prestante, anche un sensibile miglioramento delle qualità ottiche, apprezzabile soprattutto alle focali più lunghe e sui sensori FX. Di fatto, l'assenza di un 80-400 prestante era uno dei motivi di invidia verso il catalogo Canon. Ecco l'80-400 oggetto dell' articolo, montato su D810. Questo il complesso schema ottico. (20 lenti in 12 gruppi , implementato rispetto i 17/11 del prima serie) Pesa 1570 grammi, è lungo 20,3cm per 9,6 di diametro, ghiera filtri da 77mm, mette a fuoco a partire da 1,75 metri e ha un diaframma a 9 lamelle. Un particolare della bottoniera, che comprende oltre ai consueti comandi anche uno switch per bloccare la lente alla minima lunghezza focale. In questo genere di obiettivi, che si allungano fisicamente aumentando la focale, è previsto per evitare che, inclinato verso il basso, l'obiettivo si allunghi da solo. Il mio esemplare è ben frenato e, per ora, non ne ha bisogno. Ma male non fa. Un particolare della lente frontale, diametro standard da 77mm. Non ruota. L’ obiettivo viene spedito con la custodia in materiale morbido CL-M2, la stessa del 70-200 2.8 per intenderci. Scelta relativamente felice: è utilizzabile per proteggere l'obiettivo quando viene trasportato in un normale zaino da montagna, cosa per me molto utile, ma è lontana dalle migliori realizzazioni in neoprene per capacità di compressione quando non usato. La costruzione è meccanicamente adeguata, è prodotto in Giappone, con il corpo in policarbonato. Non eccellente ma allineata alle altre realizzazioni Nikon in questa fascia di prodotto. Io tratto bene il mio materiale, ma lo uso per il mio genere fotografico: wildlife in ogni condizione atmosferica e spesso al nord o in quota, con lunghi trasporti nello zaino da montagna. Ebbene, finora nessun problema, nemmeno in relazione allo zoom ottenuto mediante allungamento fisico “a pompa”. In teoria a rischio di risucchio polvere o infiltrazioni di umidità ma in pratica, finora, a me non è successo nulla di tutto ciò. Norvegia, febbraio 2016 - D4, 80-400 @ 240mm f5.6 1/800 - mano libera. Fisicamente l'obiettivo è abbastanza grande e pesante, un poco più di un 70-200/2.8 per intenderci (1.570g), ma ancora ben all’interno delle possibilità d’uso a mano libera. Possibilità ben presente nella mente dei progettisti che hanno disegnato un collarino di attacco treppiede robusto, in metallo, ma smontabile, cosa che fa risparmiare quasi 100g. Per capire meglio le dimensioni, qui lo vedete in mezzo al 70-200/2.8 FL ed al 500/4 G. Tutti senza paraluce. L' 80-400 alla minima focale. L' obbiettivo si allunga in maniera significativa passando dalla minima alla massima lunghezza focale, ancora di più se poniamo il paraluce in posizione di lavoro. Nikon dichiara la compatibilità con il TC14 ma personalmente non ho nemmeno ritenuto di provare a utilizzarlo: per come la vedo io il moltiplicatore di focale nella fotografia naturalistica è un tool importante ma 400mm a f5.6 con uno zoom 5x non sono a priori compatibili. Ne risulterebbe, infatti, un 560mm f8, che diaframmando uno stop diventerebbe f11: improponibile. Di più, non credo che ci sia abbastanza margine in nitidezza per poter sopportare il moltiplicatore. Come da titolo, la sua vera capacità è la versatilità, che consente senza poter muovere un passo di fare queste due fotografie: Valle d'Aosta, novembre 2017 - D5, 80-400 @ 80mm f4.5 1/1250 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2017 - D5, 80-400 @ 400mm f5.6 1/400 - mano libera. Nelle immagini sopra è apprezzabile la vignettatura, presente ma per me non in modo invasivo, mentre qui un crop al 100% per apprezzare la nitidezza a tutta apertura alla massima focale e le ridotte, ma presenti, aberrazioni cromatiche. Questa la regolazione di nitidezza e riduzione rumore impostate (miei valori "standard" per questo genere di immagini): Ma basta un click per eliminare praticamente tutte le aberrazioni.... Come si vede da questo altro crop: Oppure, di nuovo seguendo il movimento del soggetto e senza poter muoversi per accomodare l'inquadratura con un'ottica fissa, passare da questa situazione: Valle d'Aosta, novembre 2015 - D4, 80-400 @ 400mm f5.6 1/1250 - mano libera. A quest'altra, dove le due immagini sono separate da soli 3" (entrambi nocrop, questo giovane gipeto ha voluto venire a vedere chi/cosa fossi.... quel giorno ero molto molto in alto ) Valle d'Aosta, novembre 2015 - D4, 80-400 @ 185mm f5.6 1/1250 - mano libera. Focalizzandoci sulla nitidezza, argomento sempre molto caro a tutti noi, posso dire che è buona a tutte le focali - migliore alle corte che alle lunghe, soprattutto dopo i 300mm scende un poco - e buona anche tutta apertura, posto che chiudendo il diaframma di 2/3 di stop migliora. Chiaramente non siamo nel territorio dei supertele - come ovvio considerato prezzo, peso e luminosità. Qui un esempio senza neve tra me ed il soggetto e chiudendo 1/3 di stop.... Finlandia, febbraio 2017 - D5, 80-400 @ 400mm f6.3 1/500 - beanbag. Crop 100% Personalmente sono arrivato a scegliere questa lente dopo averla confrontata, sempre sul campo, con quelli che spesso sono considerati i suoi competitor: Nikon 200-500 AFS VR e Sigma 150-600 Sport. Le principali differenze tra questi tre obiettivi, per quello che ho riscontrato io sono: L'80-400 è quello otticamente meno prestante, entrambi gli altri sono più nitidi, in particolare il 200-500 Nikon lo è apprezzabilmente sulle lunghe focali. L'80-400 è quello più maneggevole ed usabile a mano libera, per effetto di dimensioni e pesi sensibilmente più ridotti (il 150-600 Sigma Sport per me non è usabile a mano libera, sottolineo "per me" perché questa valutazione è assolutamente soggettiva dipendendo dalla forza fisica del fotografo e dai luoghi dove fotografa, cioè da quanto si stanca arrivando alla location ). Il 200-500 Nikon è quello con l'autofocus più lento, 80-400 e 150-600 Sigma Sport sono entrambi veloci e per me alla pari. Nessuno dei tre ha velocità sul livello delle ottiche da sport o azione veloce (come 70-200 FL o 300 2.8 e via dicendo). Il 150-600 Sigma Sport è quello con la migliore percezione di qualità costruttiva, veramente in una classe superiore. Mentre il 200-500 è quello trasmette la sensazione della minore. Se si vuole usare l'ottica per foto ambientate l'80-400 vince a mani basse, perché dispone delle critiche focali, in questo ambito, tra 80 e 150/200. Il fatto che l'80-400 sia contemporaneamente il più vecchio in termini di data di presentazione (2013 l'80-400 vs 2014 il 150-600 vs 2015 il 200-500), il meno prestante otticamente e quello di gran lunga più costoso (c'è una grande variabilità di prezzi sul mercato tra ufficiali e import e tra venditori fisici e internet, prendete quindi queste cifre più come termini di paragone che come prezzi: 80-400 - 2700€ vs 200-500 - 1200€ vs 150-600 - 1600€) la dice lunga sui progressi ottici e costruttivi di questi ultimi anni e sul beneficio della concorrenza qualificata per i consumatori. Ovviamente stiamo confrontando oggetti non del tutto omogenei (diversi ratio di zoom, dal 5x a 2.5x e diversa qualità costruttiva), ma la sensazione è che l'80-400 sia quello col peggiore rapporto qualità/prezzo. Per completezza, Sigma produce anche un modello Contemporary del 150-600 che costa meno del fratello Sport e, per effetto di una costruzione meno massiccia e robusta, è più leggero. Ma non ho avuto modo di provarlo e quindi non sono in grado di includerlo in questo confronto. Ultimo punto circa la qualità ottica e la complessiva reattività ed usabilità dell'obiettivo. Io l'ho usato su D800, D810, D4 e D5. Sui 36mpix è usabile ma i difetti ottici si notano di più, anche l'autofocus è molto meno sicuro, in particolare al salire della focale con la contemporanea riduzione della luminosità. Su D4 e D5 per me è molto buono, a tutto tondo, e quindi tendo a consigliarlo su corpi a meno mpix e più reattivi. Nonostante tutto, però, è quello che, oggi, tra i tre, ricomprerei per le considerazioni relative alla flessibilità d'uso, che per me è la sua vera carta vincente. Dopo tante parole, qualche immagine: Finlandia, luglio 2016 - D800, 80-400 @ 130mm f5.0 1/200 - beanbag. Valle d'Aosta, novembre 2015 - D810, 80-400 @ 92mm f5.6 1/500 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2015 - D810, 80-400 @ 120mm f6.3 1/500 - mano libera. Piemonte, febbraio 2015 - D4, 80-400 @ 310mm f8.0 1/2500 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2015 - D4, 80-400 @ 400mm f5.6 1/500 - mano libera. Norvegia, febbraio 2016 - D4, 80-400 @ 270mm f5.6 1/1000 - mano libera. Norvegia, febbraio 2016 - D4, 80-400 @ 270mm f5.6 1/1000 - mano libera. Norvegia, febbraio 2016 - D4, 80-400 @ 400mm f8. 1/500 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2016 - D5, 80-400 @ 98mm f6.3 1/1250 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2016 - D5, 80-400 @ 400mm f6.3 1/1600 - mano libera. Finlandia, gennaio 2017 - D810, 80-400 @ 180mm f7.1 1/200 - beanbag. Valle d'Aosta, novembre 2017 - D5, 80-400 @ 112mm f8 1/160 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2017 - D5, 80-400 @ 240mm f8 1/1250 - mano libera. Valle d'Aosta, novembre 2017 - D5, 80-400 @ 400mm f5.6 1/800 - mano libera. In sintesi. PRO: Ottimo range di focale, superiore alle altre alternative da me esaminate. Ottima maneggevolezza e trasportabilità. Buona nitidezza, a tutte le focali e tutti i diaframmi, in particolare su corpi FX con sensore non estremamente denso. La nitidezza migliora chiudendo appena il diagramma alle focali più lunghe. Nessun difetto ottico invadente Autofocus abbastanza veloce, in particolare su corpi pro. Stabilizzatore di ottima efficienza. CONTRO: Costo abbastanza elevato. Otticamente non del tutto a livello dei corpi con sensore molto denso, in particolare a tutta apertura ed alle focali più lunghe (ma questo problema è comune a moltissimi altri obiettivi). (C) 2018 Massimo Vignoli per Nikonland
  16. Credo che il futuro porterà sempre di più l'uso dei vetri. Sono funzionali ad evitare il disturbo che una elevata frequentazione non qualificata inevitabilmente porterebbe, proteggendo l'investimento del costruttore/gestore. Detto questo, a me piacciono. In particolare il frosone.
  17. Benvenuto! ottime le foto di presentazione, non vedo l’ora di vederne ancora
  18. Grazie Fab per le risposte e le foto interessanti e Silvio per l’idea.
  19. Premesso che uso dall’origine Lightroom e che, invece, non ho mai usato Photoshop io trovo nel primo tutto quello che mi serve. Probabilmente perché faccio uno “sviluppo” poco spinto. Mi interessa, però, giusto per stare in argomento stampa, un approfondimento circa le funzionalità aggiuntive in questa fase di PS rispetto a LR: che cosa sto perdendo?
  20. Ok, alzata 0.2 la luminosità e risistemati bianchi e neri di conseguenza. Stampato in A2 su carta Innova Smooth Cotton High White IFA-14 con profilo custom. Uno spettacolo. Quindi porto a casa la prima grandissima lezione: Profilare carta e stampante! Ho stampato praticamente lo stesso file con risultati così incredibilmente diversi! Grazie infinite ad entrambi. p.s.: l'altra cosa veramente che lascia a bocca aperta è la qualità di una stampa in A2 da un file scattato a 4500 ISO!!! incredibile.
  21. Bravissimo! Un reportage così era nei miei obiettivi fotografici 2017.... ma la stagione è andata molto diversamente e non mi ci sono nemmeno avvicinato! ma ci riproverò quest'anno.... Grazie, di grande ispirazione. Tanti auguri per le tue difficoltà motorie, qualsiasi cosa sia non abbatterti e fai vedere al destino di che pasta sei fatto!
  22. Bravo Paolo, belle immagini. A dimostrazione che anche con attrezzatura primordiale un buon manico può fare cose egregie. La location della seconda ( xxxx sound?!?) l'ho vista con luci blu incredibili. Travel schedule impossibile?!?!
  23. Certo Aldo, monitor profilato. Circa l'istogramma carente di neri non so cosa rispondere, nel senso che per me quell'immagine è cosi. Parliamo di una situazione a basso contrasto, dove i neri sono quelli delle poche penne nere dell'aquila, idem i bianchi, illuminata da sopra dalla poca luce che arriva dal cielo che è riflessa da sotto dalla neve. Il tutto attraverso una nevicata. Luce morbida, a dir poco. Ma pochi neri non significa assenza di neri. In ogni caso l'immagine la trovi qui Lapland Golden Eagles II... per favore dimmi se vista sul tuo monitor, e volendo rendere la situazione a basso contrasto che ho fotografato, ti sembra povera di neri.
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