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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 10/10/2021 in Articoli

  1. Ho la Zfc dal 4 Agosto di quest'anno, abbastanza da farmene un'opinione. Così ho pensato di intervistare me stesso su questa "macchinetta". Eccola qui. Perchè l'hai comprata? L'acquisto è in parte razionale ed in parte sentimentale: Stavo già pensando se procurarmi una Z 50 che mi facesse soprattutto, ma non solo, da "moltiplicatore" per il 300mm (+ TC14) per la fotografia ravvicinata, recuperando così quel suo valore di quasi macro che era andato perso con la Z6,e anche in macro il formato Dx è di aiuto. Quando è stata annunciata la Z fc, il suo look astutamente retrò, ai miei occhi riuscito molto meglio di quello della Franken-Nikon Df, mi ha attratto come ha attratto tanti altri. Così la parte emotiva ha spinto dalla parte della Z fc. Abbastanza forte da farmela comprare. Per cosa la usi? Per tante cose: per la fotografia ravvicinata, macro, come ho detto sopra, con lei spesso posso evitare di montare troppi accrocchi, mi basta il guadagno di 1,5x dato dal fattore di crop del formato Dx, che mantiene 20 megapixel come nella D500. Se serve, aggiungo una buona lente addizionale. Quasi macro: Nikon Z Fc e 24-200mm Z , a 200mm con lente addizionale. Per lo street: piccola, discreta, leggerissima, con il suo 16-50 collassabile è un divertimento portarsela in giro, fa addirittura venire voglia di fotografare. Senza contare che posso andare in giro con una coppia di obiettivi (16-50 e 24-200) arrivando da 24 a 300mm. Il formato Dx sul 24-200 ne migliora la resa ai bordi (o meglio, li taglia proprio fuori). La trovi comoda come ergonomia? Diciamo che non la trovo scomoda. Non ha l'ergonomia di una fotocamera moderna, da questo punto di vista la Z50 è indubbiamente meglio, ma come ha detto qualcuno, la bellezza richiede qualche sacrificio! Scherzi a parte, nonostante abbia le mani grandi, non mi trovo poi male (più o meno come quando avevo la Nikon FG!). C'è da dire che io non faccio lunghe sessioni fotografiche con la fotocamera sempre in mano, quindi le mie considerazioni sono relative a come la uso io. In macro il maggior peso lo regge la sinistra che tiene l'obiettivo, nello street, nei momenti di "riposo" la tengo al collo con la cinghia e montato c'è il 16-50. Non senti il bisogno del grip? Penso che senza dubbio, un grip migliorerebbe sensibilmente l'ergonomia e per alcuni può addirittura essere essenziale, ma a mio personale parere ne risulta alterata l'estetica. Dato che questa fotocamera l'ho comprata al posto della Z 50 anche -se non soprattutto- per il suo look, cambiarlo non mi va. Naturalmente è una considerazione molto soggettiva. Dovessi tenerla sempre in mano, probabilmente prenderei il grip ... o forse avrei preso una Z50! Vorrei comunque prendermi una base per proteggere il fondello di plastica. Pensavo alla half-case in pelle (?) della Smallrig. Un po' leziosa forse, ma ci sta. La half case non ha l'attacco Arca Swiss incorporato, lo so, ma la cosa mi interessa relativamente. Al 300mm ho sostituito il collare originale con uno cinese ben fatto con l'attacco Arca nel piede e sul cavalletto ci metto quello. Gli altri montati sulla Z Fc si possono anche usare a mano libera, al limite, servisse proprio, posso sempre avvitare una piastra. Dal sito Smallrig Come comandi e in generale interfaccia utente? Uno dei motivi per cui continuo ad usare Nikon è che non devo nemmeno prendere in mano le istruzioni, anche con fotocamere nuove, se non in casi rarissimi, sarà anche perchè uso Nikon da trentacinque anni, ma per me interfacciarmi con una fotocamera Nikon è quasi istintivo. La qualità di immagine ti soddisfa? Assolutamente sì, per essere una fotocamera Dx è sorprendentemente buona. Non ho fatto confronti diretti, ma come impressione sono concorde con chi dice che in questo è persino superiore alla sua "antenata" (benchè molto diversa) D500. File puliti ed incisi anche ad alti iso, lavorabilissimi. Sotto un crop 100%: C'è qualcosa che non ti piace? Il display articolato di lato, apprezzo molto che si possa ribaltare, così da proteggere il display stesso, creando un dorso molto stylish, ma lo trovo scomodo da usare. Avrei preferito una soluzione a ponte levatoio, comoda per scattare ad "altezza pancia". L'hai presa con il 16-50mm, cosa ne pensi di questo kit-zoom? Come altre realizzazioni "economiche" per Z sono delle piacevoli sorprese per quanto riguarda il rapporto qualità prezzo. Il vero problema è l'apertura massima, un po' troppo chiusa. Il 16-50 nello street A volte, un paesaggio. Appena possibile aggiungerò un fisso più luminoso, il 40mm o il 50mm MC, più facilmente quest'ultimo, non è troppo grosso, la focale equivalente da 75mm mi è congeniale e l'opzione macro è sempre comoda, senza contare che la qualità generale è eccellente. E con gli altri obiettivi come si comporta? Del 24-200mm ho già detto, li trovo fatti uno per l'altra, il 24-200mm a 24mm Il 24-200mm a 200mm, con lente addizionale! l'altro obiettivo con cui la uso molto è il 300mm f4 Pf, occasionalmente moltiplicato con il TC 14 EIII, Va bene, anzi molto bene. Con il 300mm f4 Pf, senza moltiplicatore Per gioco ci ho montato anche il SIGMA 150-600mm Contemporary, su cavalletto ovviamente, non ho trovato particolari problemi, e la qualità delle immagini è molto buona, come nelle due foto sotto, ma nel complesso non è una combinazione proponibile seriamente troppo squilibrio. Per queste cose, meglio la Z6, che ho tenuto. Ho usato anche un SIGMA 12-24 (non Art) per delle foto di street quando avevo bisogno di un grandangolo spinto. Il problema è che non amo l'FTZ, anche se poverino non mi ha fatto nulla di male, non vedo l'ora che esca qualcosa di nativo ed abbordabile che mi permetta di abbandonare gli obiettivi F definitivamente. Un'ultima domanda, pensi di usarla con obiettivi "vintage" o comunque manual focus? No, di obiettivi Ai-AiS non ne ho più e di sicuro non ne comprerò più. Ho provato a montarci qualcosa per pura curiosità, ma a parte il focheggiare a mano, nella maggior parte dei casi con gli obiettivi da me provati le immagini non rendevano giustizia al sensore. Non escludo però che con altri obiettivi d'epoca la resa possa essere superiore. Un tentativo con il Micro-nikkor 55mm f3.5. Resa onesta, accettabile. A questo proposito, non penso che comprerò i vari TT Artisan e simili a messa a fuoco manuale, indipendentemente dalla loro qualità e bellezza estetica, perchè la messa a fuoco manuale non fa più per me. Non sono mai stato collezionista di niente quindi se non li posso usare non mi interessano. La Z fc è bella e fotografa più che bene, almeno per l'uso che ne faccio (chiaro, non è una Z9, ma nemmeno pretende di esserlo!), per questo è con me. Silvio Renesto
    9 punti
  2. Ahhh, i vecchi tempi... In mezzo la rivelazione di Nikon per la sua estate all'insegna della Zfc in un revival degli anni 70-80 di somiglianze, assonanze, amarcord (per chi c'era) Ma anche per chi non c'era, ai tempi delle fotocamere della serie FM cui la Zfc si richiama, la ghiera del nuovo 28/2,8SE insieme all'estetica tutta del gruppo di famiglia, comunica sicurezza, grip, voglia di utilizzare quella ghiera. Una delle mie critiche al sistema Zfc è sicuramente l'eccessivo utilizzo di plastiche poco nobili, ed anche questo 28mm non ne è immune: all plastic made! E' un peccato, perchè si è persa un'occasione, sacrificando qualche etto di peso, a realizzare una realistica copia delle ottiche e delle fotocamere cui questo sistema si rifà. La seconda critica, ancora più accesa, è alla scelta di Nikon di questa focale da sacrificare sul formato APS-C della Zfc !!! Perchè...???? L'angolo di campo del 28mm è quello più disastrato, a mio vedere, dal fattore di conversione 1,5x: molto più interessante sarebbe stata una copia SE del 40mm f/2 di imminente uscita sul mercato. Credo Nikon abbia perso una ottima occasione, a meno che non voglia succesivamente realizzare una versione SE del 40mm o di altri compatti di futura progettazione. Le qualità indiscutibili (in rapporto a costruzione e prezzo) del 28SE sono state già da qualche settimana evidenziate in questo mio articolo ... Ma dopo questo sproloquio, ci manca ancora di sapere come si comporti questo Z Nikkor 28/2,8 SE in full format: ecco che ho recuperato una bella Nikon Z7, la prima delle mirrorless Z uscita nel 2018, col suo mega sensore da 45,7 Mpx, che fino ad ora non ha avuto 28mm fissi da utilizzare, solo zoom al cui interno questa focale di ripresa leggermente grandangolare, tanto amata da architetti e geometri/ingegneri, per i rapporti molto lineari tra larghezza e profondità del suo angolo di campo da 75,3*. Insomma: eccovi il primo fisso 28mm Z sul catalogo mirrorless Nikon. Vecchi tempi, antichi templi: Agrigento, Valle dei Templi, Tempio della Concordia ...direi un buon soggetto per vedere come si comporti questo grandangolare al pieno delle sue potenzialità... f/4 sappiamo come una delle caratteristiche di questo 28SE sia la buona nitidezza alla minima distanza di maf (19cm), eccolo all'opera a due diaframmi intermedi di lavoro, per vedere come funzioni in profondità di campo, l'altra delle caratteristiche proprie di focali di questo genere... (maf sugli steli in primo piano) f/16 la ripresa di questo fossile chiarisce come possa diventare interessante alla brevi distanze questo 28mm SE. Mi avvicino: un angelo caduto come gli Aiaci Telamoni (che sono più avanti) mi offre la possibilità di continuare a valutare la pdc (flash di rischiaramento in pp) f/11 f/5,6 f/8 guardando la differenza tra primissimo piano e sfondo, a tutti e tre i diaframmi, per quanto molto diversi tra loro, non mi pare di notare molte differenze... la nitidezza dello sfondo è sempre molto simile... Anche mettendo a fuoco l'ulivo vicinissimo...con un diaframma medioaperto, come f/5,6...non otteniamo molto più stacco di prima dallo sfondo f/5,6 La Maestà di questo colosso dell'antichità (440 aC) chiamato Tempio della Concordia (degli agrigentini il sottinteso) dal I sec. dC si ammira tutta nelle viste frontali e di traverso f/11 sia anteriori sia posteriori, dove il 28SE si comporta molto bene in termini di distorsione prospettica (nonostante il pessimo punto di ripresa) e nitidezza anche ai bordi immagine, come si nota dai crop dell'immagine precedente, uno vicino al piano di maf l'altro assolutamente fuori dal piano di maf Un risultato davvero encomiabile per un plasticotto da duecento euro e poco più, in questo senso. L'uniformità di esposizione a diaframmi crescenti, evidenzia invece una manifesta vignettatura a f/2,8 che,curiosamente, ritorna in misura meno accentuata al diaframma di massima chiusura, f/16, come si vede anche nel trittico seguente la suggestione delle riprese di questo Tempio agrigentino (uno dei meglio conservati dell'antichità) viene ben evidenziata col 28SE sia per rapporto dimensionale delle colonne, rispetto la distanza di ripresa, sia nel concentrare l'attenzione sugli aspetti più scenografici come le luci che filtrano tra il tufo delle cave vicine cromia e saturazione non sono aggressive, come con altri obiettivi più "modernisti" della serie Z, specie gli zoom di prezzo basso In buona sostanza, ritengo molto curiosa la mancanza di incremento di pdc, diaframmando: sembra che Nikon abbia progettato lo schema ottico di questo obiettivo proprio come trattandosi di uno standard (al quale assomiglia per quel comportamento) ed invece di calcolare matematicamente il fattore DX a ritroso, relizzando quindi un 33mm, abbia voluto utilizzare una focale classica, come quella dei 28mm (la triade delle FM era il 28, il 50 ed il 135mm) per ricreare la suggestione che la Nikon Zfc vuole realizzare, riuscendoci pienamente. Tirando le somme, ecco il mio pensiero su aspetti di forza e di debolezza di questo semplice obiettivo, una volta utilizzato su un sensore full frame, esigente come quello Z7: cosa mi piace: resa cromatica ben gestibile leggerezza costruttiva correzione della distorsione nitidezza prezzo cosa non mi piace costruzione in plastica pdc impersonale leggera vignettatura Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021 ...bei tempLi...
    5 punti
  3. 2 punti
  4. Mentre Nikon continua a lavorare, personalmente attendo pazientemente alcune novità, il mondo Z ha ormai raggiunto una buona maturità ed è in grado di dare grandi soddisfazioni a tutti i fotografi. Scopo di questo articolo è quindi presentare e condividere la mia personale selezione di lenti per fotografare il paesaggio, diurno e notturno, insieme ad alcuni "trucchi" appresi sul campo con un uso prolungato di questi strumenti che, a parte il relativamente recente 14-24/2.8S, non sono assolutamente delle novità. Ma credo che trasmettere le esperienze, anche di lungo periodo, e quello che da queste deriva sia una delle cose utili che Nikonland può fare per i Nikonlander e per tutti i lettori. Ancor di più se questo può contribuire non solo a definire i pro e contro di un singolo strumento ma a presentare un kit definito ed ottimizzato per un compito specifico, con i razionali delle scelte fatte per comporlo rispetto alle alternative disponibili. Presentiamo quindi i protagonisti! Parleremo di: Z6II, che qui vedete seduta sull'indispensabile impugnatura/basetta arca (meike in questo caso) 14-24/2.8 S, con tappo portafiltri 24-70/4 S 70-300/4.5 5.6 AF-P, con il suo FTZ Io fotografo prevalentemente in natura e, quindi, nell'assemblaggio del mio kit, ho cercato il compromesso tra più esigenze. Innanzi tutto, un'ottima qualità di immagine contrapposta ad una adeguata semplicità di trasporto e d'uso sul campo. Per questo ho scelto tre zoom, capaci di garantirmi il meglio in assoluto sulle focali grandangolari ma anche ottime prestazioni, in particolare chiudendo un poco il diaframma, nelle focali intorno alla normale e lato tele. Tele che, per come mi piace fotografare, è opportuno abbia una lunghezza massima di almeno 300mm. Ma andiamo con ordine. La Z6II non ha la massima risoluzione disponibile, appannaggio della Z7II, ma ha un ottimo equilibrio complessivo tra gamma dinamica, risoluzione e tenuta agli alti ISO. La qualità di immagine è sostanzialmente la stessa della Z6, ma con una apprezzabile differenza: ha una maggior capacità di recuperare le ombre senza mai far trasparire la matrice dei sensori AF. Intendiamoci, non è una cosa che ai file della Z6 succeda con frequenza ma, in condizioni di luce estreme (3-4 stop da recuperare), a me è capitato mentre con i file della Z6II mai. Sulla risoluzione di Z6II vs Z7II ho già detto nel passato, ripeto per comodità dei lettori: dalle prove pratiche risulta che è pressoché impossibile vedere la differenza di dettaglio tra una stampa prodotta da un file 24 mpix ed uno a 45 mpix per dimensioni inferiori ad A2. E questo se il file della Z7 viene prodotto nelle migliori condizioni (perfetta messa a fuoco, perfetta tecnica, perfetta lente, ISO base) in quanto ogni "errore" in ripresa contribuisce a ridurre questa differenza. Allargando il discorso, c'è un'altra caratteristica che ha uno straordinario impatto nella pratica fotografica: il sensore stabilizzato, che consente tempi di scatto a mano libera incredibilmente lunghi ed impossibili alle reflex. Quanto lunghi? beh, il mio record a mano libera è 1/15" di secondo con il 500/4! Ma sostanzialmente l'impatto nella foto di paesaggio è tale che, dopo una vita passata sotto zaini affardellati dal treppiede, ora porto questo ausilio solo se prevedo di fotografare prima dell'alba o dopo il tramonto o se voglio utilizzare tempi lunghi con intento creativo. E anche quando lo porto, lo uso solo quando serve in modo da essere più agile e veloce nelle inquadrature. Me lo avessero detto 5 anni fa non ci avrei creduto! Del 14-24/2.8 S abbiamo scritto moltissimo, io in particolare per questo genere fotografico qui e qui. Pure Max si è parecchio dato da fare, cercate su Nikonland e troverete tutte le informazioni utili a valutarlo. Più lo uso e più mi convinco che sia il miglior zoom grandangolare che si sia mai potuto montare su una Nikon. Zoom che è stato corredato anche di una comodissima funzionalità per utilizzare i filtri, che è la proverbiale cigliegina sulla torta fatta da prestazioni ottiche inarrivabili unite ad un peso piuttosto leggero ed a dimensioni contenute. Il 24-70/4 S lo abbiamo conosciuto al debutto del sistema, è la lente kit apparsa per prima insieme a Z6 e Z7. Non ha la brillantezza del fratello maggiore f2.8 e neppure dei fissi Z di pari focale, ma ai diaframmi più usati nella fotografia di paesaggio (tra f8 ed f16) è un eccellente performer. Se consideriamo quanto è piccolo e leggero lo definirei uno straordinario performer! Il 70-300/4.5 5.6 AF-P è.... l'intruso. Perché non è frutto della nuova progettazione e produzione Nikon e, quindi, ha ancora bisogno di essere intermediato dall'FTZ per connettersi al bocchettone delle Z. Ma, una volta fatto, funziona perfettamente e rende disponibili un bel autofocus e prestazioni ottiche che il prezzo esiguo non farebbero lontanamente immaginare. Nikonland, alla sua uscita e probabilmente in anteprima mondiale, è andata a provarlo ed ha scoperto e svelato questa vera e propria gemma! Ovviamente ringrazierò moltissimo Nikon quando farà un tele Z nativo con la sua leggerezza e, prevedibilmente, prestazioni ancora migliori. Ma ne frattempo uso lui senza remore. Come dicevo, questo è il kit che viene con me tutte le volte che vado "per paesaggi". Come lo trasporto? Beh, io sono "allergico" ai vari zainetti fotografici perché nessuno ha uno schienale veramente comodo, capace cioè sia di scaricare il peso sul bacino del fotografo e non sulle sue spalle sia di essere adeguatamente traspirante (compresi anche quelli "più ottimizzati" come gli fStop). E fotografando nella natura, spesso camminando molte ore, la differenza tra un buono zaino pensato per la schiena del fotografo ed una "soluzione da fotografi" è abnorme. E, di più, a me lo zaino serve per portare anche acqua, cibo, indumenti.... tutte cose che nel normale zaino fotografico non stanno. Ma come proteggo tutto nello zaino? E come rendo comodo l'uso sul campo? Usando una custodia appositamente progettata e prodotta da Tenba: la BYOB 10 DSLR (BYOB=Bring Your Own Bag!). I più attenti noteranno 2 cose. La prima è che questa custodia è più lunga che larga e la seconda è che la cerniera non segue il bordo ma va quasi a metà del lato corto. Entrambe queste caratteristiche sono state pensate per rendere più semplice l'uso dentro ad uno zaino invece che in una borsa a spalla (Tenba produce anche un modello orientato orizzontalmente per inserirlo in una messenger bag). Per maggiore flessibilità sul campo, ho sostituito i divisori di serie con normalissimi "tubi" in neoprene (Lenscoat in questo caso). Questo mi consente di riporre dentro Tenba+tubi tutte le combinazioni d'uso (cioè qualsiasi delle 3 lenti montata sulla Z6II e le altre 2 nei tubi) e di appoggiare il tutto su rocce o erba umida senza necessità di particolari precauzioni. Mi consente inoltre di portare anche la sola custodia, con la sua comoda maniglia, se ad esempio decido di lasciare a terra o in tenda lo zaino. Ok, ma quanto pesa tutta questa roba? Meno di 3.5KG! Considerando che il tutto è eccellentemente protetto nel trasporto e che mi rende disponibili tutte le focali da 14 a 300 con un'ottima qualità direi che non è niente male. Si potrebbe andare più leggeri? si, in più modi: 1) sostituendo il 14-24/2.8 S con il 14-30/4S. Ma non sarebbe la stessa cosa, non solo perché il 14-24 è a 360° una lente migliore del 14-30 - alla fine della fiera anche il 14-30 fa ottime foto ed è migliore del 16-35/4 che ho usato per migliaia di fotografie con le mie reflex - ma perché fotografando di notte lo stop di differenza è dirimente. E la differenza di peso è comunque di meno di 2 etti, cioè il 5% del peso del mio kit. Per me assolutamente non ne vale la pena. 2) sostituendo 24-70/4 S E 70-300/4.5 5.6 AF-P con il 24-200/4 6.3. Qui la partita è veramente dura perché le due lenti che ho scelto, insieme, pesano 1.5kg mentre il nuovo super zoom pesa meno di 600gr, e cioè risparmierei il 26% del peso nel mio kit. Ed un chilo in più o in meno in montagna si sente. Questa strada è stata seguita da molti, anche qui su Nikonland, e pure io l'ho provata. Ma, per me, questo risparmio impatta sulla qualità delle immagini in un modo che rende il compromesso non funzionale all'obiettivo. I motivi più importanti sono l'inferiore qualità ottica attraverso tutto il fotogramma/focali e la mancanza delle focali 200-300, aspetti che nella mia fotografia di paesaggio hanno più importanza di quel kg nello zaino. Di più, il vantaggio principale della soluzione super zoom - passare da 24 a 200 senza cambiare obiettivo - per me è del tutto marginale. Ovviamente per altri le cose possono stare diversamente: sopra ho scritto i miei motivi, ciascuno valuti per se! Ed ora un po' di foto, spero capaci di illustrare quanto detto. Il Dente del Gigante, illuminato da un pallido sole, fa capolino tra nuvoloni che coprono quasi tutto in un pomeriggio decisamente burrascoso. In casi come questi la capacità di chiudere le inquadrature con il teleobiettivo rende possibile trovare scorci interessanti anche in situazioni di luce decisamente sfavorevoli. Z6II su 70-300/4.5 5.6 AFP@92mm f8 1/320 ISO100 Il cielo migliora ed aumentano le zone illuminate dal sole, la sfida è aspettare ed avere il momento giusto con la luce che pennella dove si desidera. Z6II su 70-300/4.5 5.6 AFP@116mm f8 1/200 ISO100 Ma in certi casi sono utili focali ben più lunghe e lo stabilizzatore aiuta tantissimo a farlo anche a mano libera e con gli ultimi od i primi raggi di sole. Z6II su 70-300/4.5 5.6 AFP@300mm f6.3 1/80 ISO100 Z6II su 70-300/4.5 5.6 AFP@300mm f5.6 1/200 ISO100 Per avere una adeguata profondità di campo, ed estendere la nitidezza da un primo piano molto vicino ad uno sfondo distante Km, è necessario chiudere molto il diaframma. Ma noterete la nitidezza esemplare da angolo ad angolo, a dispetto della diffrazione che molti fotografi sembrano temere in modo eccessivo, merito di questa lente kit decisamente sopra la media. Z6II su 24-70/4S@24mm f16 1/20 ISO100 Una lente versatile come il 24-70 è spesso indispensabile per rifinire la composizione quando non è possibile "zoomare" con i piedi. Inoltre, quando il sole spostandosi cambia il modo in cui la luce colpisce le montagne, potersi muovere rapidamente fotografando a mano libera è impagabile. In casi come questo, con i riflessi da "riprendere a piombo", oltre allo stabilizzatore sul sensore è estremamente utile anche la bolla elettronica presente a mirino. Z6II su 24-70/4S@60mm f11 1/13 ISO100 Per avere il sole "a stella" con tutti quei raggi e le lame di luce sulle vette occorre essere li nell'istante esatto, chiudere a f16 ed avere una lente resistente ai riflessi quando il sole colpisce la lente frontale dell'obiettivo. L'ho già detto che il 24-70/4S è una gemma? Z6II su 24-70/4S@62mm f16 1/100 ISO100 La luna e la primissima luce del sole (sono le 5:58) illumina le vette più alte. A 1600ISO, solo un ottimo sensore ed una esposizione perfettamente centrata possono catturare sullo stesso fotogramma quelle luci senza sfondarle e quelle ombre senza chiuderle sul nero. Questi ISO sono necessari a ad avere un tempo di scatto relativamente rapido per evitare il movimento della luna, anche a 14mm! Ovviamente occorre anche un obiettivo capace di non chiudere le ombre e luminoso abbastanza da non obbligare ad ISO ancora più alti, cosa che avrebbe sia aumentato il rumore sia ridotto la gamma dinamica del sensore. Z6II su 14-24/2.8S@14mm f2.8 1" ISO1600 Quando ho fatto queste foto per illustrare l'articolo - non tutte - ero a Chamonix. L'obiettivo era fotografare la via lattea sopra il monte bianco e tutta la catena fino all'Agulle Verte, passando tra gli altri per Aguille du midi, Dente del gigante, Grand Jorasses e Drus. Con il tutto specchiato nel lago! Purtroppo il meteo ha fatto i capricci e dopo la pioggia pomeridiana e le schiarite serali, tutto previsto nelle ottime previsioni del tempo di MeteoFrance, abbiamo avuto cielo coperto fino alle 3AM. Per il movimento della terra, a quel punto la via lattea non era più dove avrebbe dovuto essere e ci siamo inventati un "piano B". Fotografare il cielo stellato illuminato dalla falcetta di luna presente a tarda notte. Ed eccoci qui. Difficile da vedere nel file ridotto che ho postato qui, sulla cresta del Monte Bianco si vedono salire gli scalatori con la pila frontale!!! Z6II su 14-24/2.8S@17mm f2.8 13" ISO 3200 (10 file raw sovrapposti in postproduzione con Starry Landscape Stacker) Massimo Vignoli per Nikonland (c) 12/9/2021
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