Fab Cortesi
Cominciamo la nostra serie di "quattro chiacchiere" con Fab Cortesi, Nikonlander di lunga data
Raccontaci qualcosa di te,
Sono nato a Roma nel 1970, sin da bimbo son sempre stato incuriosito dal mondo circostante e per questo ho sempre desiderato viaggiare e conoscere il mondo e le culture che lo abitano, tanto che ho vissuto in varie parti del mondo, a 29 anni mi trasferì in Australia dove ho vissuto quasi 10 anni e acquistato la cittadinanza Australiana, attualmente vivo a Barcellona (Spagna). L’interesse per la fotografia iniziò abbastanza presto e decisi di fare vari corsi di fotografia proprio per raffinare la tecnica e apprendere molto di più di questo affascinante mondo. Ho frequentato vari corsi di fotografia presso l’università di Melbourne pero decisi di dedicarmi alla moda e al fotogiornalismo. Questa passione mi ha permesso di entrare a pieno nel mondo della fotografia professionale e collaborare e lavorare per vari periodici e agenzie australiane. Qui in Spagna ho conseguito, presso l’università di Barcellona, un post-grade in fotogiornalismo e attualmente collaboro per una testata nazionale “El Periodico” (Link)
Quando e come ti è nata la passione per la fotografia?
All’età di dieci anni inspirato dal film “Blow Up” di Michelangelo Antonioni presi in mano la fotocamera di mio padre, una Pentax analogica e da allora ho iniziato il mio percorso fotografico osservando e scoprendo il mondo da dietro una fotocamera.
Qual'è il tuo genere preferito oggi?
Come detto la mia passione è la fotografia sociale e la moda, sebbene ultimamente mi dedico quasi esclusivamente al fotogiornalismo. Mi piace molto viaggiare, però con interesse culturale e per questo mi ritengo più un Viaggiatore che un turista. Questo mi porta a organizzare i viaggi minuziosamente, sempre relazionati ai miei interessi fotografici e culturali. Normalmente li pianifico accuratamente facendo intense ricerche antropologiche e storiche che mi permettono di scoprire le varie facce dei luoghi e delle culture che visito.
E quando hai iniziato?
Ho iniziato a scoprire il mondo della fotografia a 10 anni con una Pentax, poi all’età di 15 anni con vari sacrifici ho acquistato la mia prima fotocamera professionale, una Nikon F3Hp, e un ingranditore Lupo per poter sviluppare in casa le mie foto in B&W. Scelsi una Nikon perché era il massimo che il mercato potesse offrire.
Nikon perchè? Un caso o una scelta?
La scelta Nikon fu una scelta mirata, proprio per cercare il massimo della qualità che potesse offrire il mercato e in quel momento; le due grandi erano Nikon e Canon, sebbene vi fossero altre ottime alternative come Leica, Minolta e Olympus, comunque per amore a prima vista mi innamorai del marchio Nikon. Cercavo il meglio e a parte la alta qualità fu una sensazione, un feeling che non saprei descrivere bene con parole, proprio perché va molto più in là della razionalità. Chiamiamolo anche amore a prima vista. Da allora ho seguito il largo percorso e la filosofia Nikon, anche nei momenti più difficili generati dall’arrivo dell’era digitale, ove nei primi anni di questa nuova era tecnologica Nikon rimase sempre un passo indietro rispetto a Canon. Nonostante questo, resistendo alla tentazione rimasi legato al marchio Nikon, e con ottima soddisfazione. Ammetto che nella mia carriera ho utilizzato varie marche ma non ho mai abbandonato Nikon.
Come ti trovi? Cosa ti manca?
Sinceramente mi trovo molto bene, ho quello che necessito per il tipo di fotografia che faccio e non ho molte pretese pero forse quello che mi manca è un zoom grandangolare attualizzato, un nuovo e aggiornato Af-s 17-35 f2.8 e un sistema flash adeguato al marchio Nikon senza ricorrere a terze parti. Ho sempre preferito la qualità alla quantità e la scelta del mio materiale Nikon è sempre incentrata al meglio per il mio modo di fotografare. Forse mi manca anche una mirrorless di qualità, una fotocamera compatta ma qualitativamente ben costruita e pensata per una fotografia specifica ove un corpo più snello e compatto aiuterebbe certi tipi/generi di fotografia. Ma conoscendo Nikon credo sia solo una questione di tempo. Personalmente credo che Nikon non ha creato ML per una questione di marketing, nel senso che una volta intrapreso questo cammino non ci sarà una retromarcia, abbandonare il sistema reflex per un sistema ML comporterebbe una perdita di Know-How con conseguenti svantaggi e fino a quel giorno, Nikon continuerà ad estendere la rendita della gallina dalle uova d’oro del sistema DSLR. Posseggo una Fuji X-Pro2, una buona camera però non ne sono del tutto soddisfatto, i file che produce non mi soddisfano come i file di una Nikon.
Oltre alla fotografia hai altre passioni o interessi?
Una delle passioni che ho è l’antropologia, conoscere e investigare culture differenti mi affascina, tant'è che mi iscrissi all’Università di Roma, però alla fine non conseguii la Laurea in antropologia, mi bloccai alla tesi finale, ma l’importante per me non era conseguire un diploma, ma arricchire il mio bagaglio culturale.
La mia filosofia di vita è: ho una sola vita e cerco di sfruttarla al massimo e arricchirmi di tutto quello che mi incuriosisce. L’interesse e le passioni vanno alimentate quotidianamente, e la ricerca e la curiosità deve condurmi a sapere sempre di più.
Un’altra passione è lo sport, farlo attivamente e non subirlo passivamente. Nel senso che mi piace praticarlo. Mi piace molto il “running” e il ciclismo, (odio il soccer/calcio). All’attivo ho già decine di maratone, ultra maratone e varie corse ciclistiche (amatoriali). Spesso esco a correre non solo per la salute o per rimuovere lo stress ma anche perché mi concentro e incontro nuove idee. Diciamo che correre è per me come entrare in una stanza inspiratrice dove sviluppo i miei progetti. Mi rimane difficile descriverlo a parole, ma credo sia quello che si possa provare facendo Yoga o meditazione.
Altra passione sono gli animali e tutto il loro mondo, la musica in ogni sua forma, leggere e andare al cinema.
Fotografi i soggetti o gli oggetti di queste altre passioni?
Sì, mi piace fotografare anche i soggetti/oggetti delle mie passioni, il tema della tesi del master di fotografia che feci all’Università di Barcellona, era incentrato sulla preparazione atletica del triathlon, un reportage su cosa vi era dietro a questo sport, specialmente durante il periodo invernale e sul valore di lavorare in team. Però la passione più grande e con risultati maggiori, in quanto esce il lato del fotoperiodista o documentalista, è quello di fotografare durante i miei viaggi alla scoperta di culture e luoghi, le differenti facce, culture e riti che questo mondo ci può offrire. Come detto, pianifico sempre i miei viaggi proprio per cercare l’opportunità di entrare in contatto con queste realtà sconosciute. Non sempre è facile perché molte volte si ha bisogno di tempo per integrarsi e perchè ti accettino come osservatore. Però il mio carattere e la mia empatia molte volte funzionano come una chiave, un passepartout che facilita l'apertura di porte sconosciute.
Qual'è la foto, o il portfolio, il progetto fotografico da te realizzato a cui sei più affezionato?
La foto che mi rappresenta maggiormente è una foto scattata durante un reportage in Cambodia molti anni fa per il decimo anniversario della fine della Guerra dei Khmer Rouge di cui ne sono particolarmente affezionato perché mi ha offerto l’opportunità di poter incontrare quello che realmente cercavo, la fotografia sociale. Pero in generale ogni foto mi rappresenta perché quello che scatto le ricerco minuziosamente.
Anche le foto di moda durante le varie passerelle o i reportage di culture, tribù, o luoghi lontani. In generale le mie foto sono frutto di un pensiero che ha ricercato l’azione, partorito l'immagine e generato un'emozione.
E in futuro?
Credo che il mondo e il settore che mi affascina di più, il fotogiornalismo, oggi sia in crisi come la stampa e l’informazione di qualità. Quindi mi dedico ogni giorno di più a progetti personali e alla ricerca della foto perfetta, non tecnicamente o qualitativamente, ma perfetta per me, ossia che rappresenti il mio modo di vivere, vedere e rappresentare il mondo circostante.
Sarò, finchè le possibilità fisiche, economiche e mentali me lo permetteranno, sempre alla ricerca di qualche cosa che non conosco, che mi generi curiosità ma che si possa ritrarre con la mia fotocamera…... e spero che sia sempre una Nikon.
Spero che Nikon sia all’altezza di maturare con l’esigenza del mercato offrendo la qualità e la professionalità che l’ha sempre accompagnata e contraddistinta.
Riassumendo, alla domanda: …. e il futuro?
Rispondo: il Futuro sta per venire.
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