Mille Miglia 2023 con la Z 8
In occasione della riedizione della Mille Miglia ha fatto la sua prima vera uscita con il sottoscritto la Nikon Z 8, per cui dopo un po’ di prove per settare il tutto e per avere il mio solito confort operativo, è arrivato il giorno di provarla sul serio. Dopo aver raccontato e mostrato le foto della manifestazione, esprimerò le mie modeste sensazioni d’uso, per quelle approfondite arricchite anche di particolari tecnici rimando ai test che effettueranno in modo mirabile i nostri Mauro e Max.
La Mille Miglia è una competizione nata nel 1927 come gara di velocità dall’intuizione di Giovanni Canestrini, Franco Mazzotti, Renzo Castagneto e Aymo Maggi, nonché meravigliosamente ricordata con una canzone (Mille Miglia) da Lucio Dalla nel 1992.
Oggi la 1000 miglia è diventata una corsa di regolarità per auto storiche che attraversa scenari unici della nostra Italia. Un viaggio tra il calore del pubblico e l’entusiasmo dei partecipanti. Un’esperienza di una settimana per pezzi unici di arte e design in movimento, lungo il classico percorso da Brescia a Roma e ritorno.
L’edizione 2023 della Mille Miglia Storica si è svolta in 5 tappe in altrettanti giorni, con partenza ed arrivo a Brescia. Ho potuto ammirare il passaggio delle vetture nel corso della terza tappa del 15/06, quando sono transitate in Toscana e precisamente nel corso della “passerella” che hanno fatto transitando per le vie centrali San Quirico d’Orcia.
Quest’anno le vetture ammesse alla partenza erano 443 (senza considerare le vetture del “Ferrari Tribute 2023” e quelle elettriche (che ci stavano come il cavolo a merenda), delle quali 357 classificate all’arrivo a Brescia e 58 non classificate, per cui si presume che solo 28 abbiano abbandonato la competizione per noie meccaniche o altro. Un risultato eccezionale considerato la tipologia delle vetture partecipanti.
La gara è stata vinta per il secondo anno consecutivo dall’equipaggio Vesco Andrea e Salvinelli Fabio su Alfa Romeo 6C 1750 SS del 1929, che sono stati in testa fino dalla seconda tappa. Oltre all’assoluto, hanno vinto la loro categoria di appartenenza (Cat. 1 vetture dal 1923 al 1930) ed anche il premio Villa Trasqua (foto sotto).
Dietro l’Alfa dei vincitori, sul podio anche due Lancia Lambda Spider Tipo 221 del 1927 con al secondo posto la coppia Gianmario Fontanella e Annamaria Covelli (foto sotto)
ed al terzo posto l’equipaggio Andrea Belometti e Gianluca Bergomi (foto sotto)
Al primo posto della seconda categoria (auto dal 1931 al 1946) si sono classificati Peli Osvaldo e Moceri Giovanni su Alfa Romeo 6C 1750 GS Spider Zagato del 1931 (foto sotto)
Al primo posto della terza categoria (auto dal 1947 al 1957) si sono classificati De Angelis Ermanno e Del Gaudio Nunzia su Cisitalia 202 S MM Spider del 1947 (foto sotto)
Il miglior equipaggio femminile è stato quello composto da Silvia Marini e Irene Dei Tos a bordo di una Bugatti T 40 del 1929, che hanno conquistato la Coppa delle Dame per il secondo anno consecutivo e chiudendo al ventisettesimo posto assoluto (foto sotto)
Il trofeo per nazioni è andato all’equipaggio olandese Houtkamp John, Houtkamp Van Bussel Micheline su Alfa Romeo 6c 1750 SS Zagato del 1929, che hanno vinto anche il Trofeo Gaburri (foto sotto)
Vincono, infine, il Trofeo Gaburri per auto moderne Andrea Milesi e Giordano Mozzi con una F8 Spider del 2022. Di quest’auto non dispongo di foto, perché non ho fotografato le Ferrari moderne, ma solo quelle storiche.
Legenda: sulle foto che seguono il numero fra parentesi dietro l’equipaggio è la posizione in classifica generale
O.M. 665 Superba del 1925 – Domenico Battagliola e Emanuel Piona (12°)
O.M. 665 MM Superba 2000 CM3 del 1929 – Lorenzo e Mario Turelli (15°)
O.M. 665 MM Superba 2000 CM3 del 1929 – Roberto Miatto e David Borchia (11°)
Bugatti T37 A del 1927 – Foresti Cesare e Foresti Pietro (37°)
Fiat Balilla 508S Coppa D’Oro del 1935 – Bussolati Maria e Kahane Elizabeth Ann - 6° nella Coppa delle Dame e 350° nell’assoluto, ma senz’altro prime per eleganza. Vedi anche foto seguente.
Lancia Lambda Spider Tipo 223 passo corto del 1928 – Wouter Lammerse e Emiel Putman (89°)
Bugatti T37 A del 1927 – Matteo Belotti e Ingrid Plebani (48°)
Sumbeam Super Twin Sports del 1926 – Michel Laarman e Madelief Laarman (234°)
Chrysler 75 del 1929 – Stephen Bruno e Kim Bruno (108°)
Alfa Romeo 6c 1750 SS Zagato del 1929 – Aliverti Alberto e Valente Stefano 3° classificati nel Trofeo Gaburri e 4° nell’assoluto e vincitori del trofeo Chopard.
Bugatti T40 del 1929 – Umberto Ferrari e Ronzoni Mauro (34°)
Alfa Romeo 6C 1750 GS Carrozzeria Sport del 1930 – Gaetano ed Andrea Maffei (27°)
Alfa Romeo 8C 2300 Monza del 1933 – Roderick e Isobel Jack (218°)
Alfa Romeo 6C 1750 GS Spider Zagato del 1931 – Shawn e Leanne Till – Il miglior equipaggio statunitense classificatosi al 35° posto nell’assoluto
Alfa Romeo 6C 1750 GS carrozzeria Brianza del 1932 – Axel Marx e Andreas Interbitzi – Miglior equipaggio Svizzero classificatosi al 66° posto.
Fiat 513 Coppa Alpi Spider Sport del 1932 – Alessandro Pietta e Giuliano Donin (75°)
Alfa Romeo 6C 1750 GS Spider Zagato del 1931 - Hendricus Goddijn e Corinne Vigreux (110°)
Delahaye 135 CS del 1937 - Vincent Tourneur e Laure Fiat (121°)
Alfa Romeo 8C 2300 MM Spider Zagato del 1931 – Clive Joy e Gregor Fisken (337)
Lagonda M45 Rapide del 1934 – Howard Bellm e Danny Metha (NC) – L’auto che segue, la Lancia Aprilia Berlina 1350 del 1937 – Georg Geyer e Sebastian Klackl è l’equipaggio austriaco meglio classificato (64°)
Fiat 1100 (508 C) Sport Speciale del 1937 – Francesco Siccardi e Matteo Kamata (278°)
Alfa Romeo 6C 1750 GS Spider Zagato del 1931 - Alejandro Pablo Oxenford e Jose Luis Celada (58°)
Jaguar XK140 FHC del 1955 - Jeffrey Morgan Gault e Jones Kent (173°)
Alfa Romeo 6C 2500 SS Spider Colli del 1947 - Stefan e Norbert Rybczynski (NC)
Cisitalia 202 S MM Spider del 1947 – Bruno e Riccardo Marini (38°)
Alfa Romeo 6C 2500 S Cabriolet Pininfarina del 1947 – Olindo Deserti e Maurizio De Marco (74°)
Alfa Romeo 2600 MM Spider Zagato “SF” del 1931 - Robert Defares e Volkert Struycken (NC)
Fiat 1100 Hard Top Ala D’Oro del 1947 – Rob Peters e Colin Bolle (207°)
Cisitalia 202 S MM Spider del 1947 – Marc Niederkorn e Frank Becker (109°)
Cisitalia 202 SC Berlinetta Pininfarina 1948 - Volkert e Max Doeksen (86°)
O.S.F.A Faccioli Fiat 750 S del 1948 – Alex Von Mozer e Robert Nijhof (304°)
Talbot-Lago T26 GS del 1949 – Roland De Boer e Frans Kramer (183°)
Healey 2400 Silverstone (E-Type) del 1950 – Kristian Thorpe e Adam O’Leary, 105° assoluti ed equipaggio inglese meglio classificato.
Ferrari 195 Inter coupé Ghia del 1950 – Niklas e Jacqueline Pohl (NC)
BMW 328 del 1938 – Johan e Hans Beerlandt (177°) a loro è andato il premio dello sponsor Ginion Group
Chrysler 75 del 1929 – Michel Decremer e Marie Claire Martens 45° assoluti ed equipaggio belga meglio classificato.
D.B. Citroen Spider 1945 – Stefaan Bettens e Isabelle Moriaud (NC)
Ferrari 166 MM Berlinetta Vignale del 1950 – Tim Weller e John Ronald Bergius (217°)
Mercedes Benz 710 SSK del 1930 - Marcus Breitschwerdt e Broich Patrick (196°)
Healey 2400 Silverstone (E-Type) del 1950 – David Atcherley e Richard Poole (120°) a loro è andato il premio dello sponsor Retro Rally Group
Maserati A6 GCS/53 Fantuzzi del 1955 – Filip Baert e Stefhan Eigenmann (333°)
Lagonda Lg 4.5 French Grand Prix Team Car – Matthias Laqueur e Oleg Shardin (330°)
Cisitalia 204 spyder sport del 1948 – Ikuro e Yumiko Matsuba (283°)
Jaguar XK 120 OTS Roadster del 1951 – Varia Stefano e Biondetti Andrea (51°)
Ermini 1100 Sport del 1927 - Kusano Kazoyoshi e Haruaki Kumagai (231°)
Ferrari 250 MM Spider Vignale del 1953 – Andreas e Nathalie Pohl (322°)
Aston Martin DB2 Vantage del 1953 – Klaus-Hasso Heller e Dennis Niheage, 53° assoluti ed equipaggio tedesco meglio classificato
Ferrari 250 GT Europa del 1954 – Eric e Hannah Hereema (NC)
Jaguar XK 120 OTS Roadster del 1951 – Lorenzo e Gianfranco Ronchi (145°)
Porsche 356 1500 del 1952 – Stefano Brendolan e Marco Corbetta (73°)
Ferrari 212 Inter Europa Pininfarina del 1953 – Maurizio Zanni e Luca Stefanini (26°)
Hw (Poi Hwm) Hw Alta-Jaguar del 1951 - Eddy Duquenne eJos De Vuyst (289°)
Porsche 356 1500 Speedster del 1955 – Romain Dumas e Zhu Ilona (344°) Chi fotogafa chi?
S.I.A.T.A 208 CS Spider Corsa del 1952 – Raffi Najjarian e Luca Fontana (170°)
Mercedes Benz 300 SL (W198) del 1955 – Giovanni Fassi e Paolo Zanardi (135°)
Mercedes Benz 300 SL (W198) del 1955 – Marco Cefis e Matteo Zanetti (78°)
Jaguar XK 120 OTS Roadster Light Weight del 1950 – Nigel e Ellanah Griffiths, 180° assoluti e premiati dallo sponsor The Fast Lane Club
Ferrari 250 MM Berlinetta Pininfarina del 1953 – Diego Meier e Giacomo Balzarini (239°)
Jaguar XK 120 OTS Roadster Light Weight del 1950 – Kevin e Alexander Obrien (240°)
Triumph TR2 Sports del 1954 – Silvano Maria Zaglio e Andrea Bonomelli, 142 assoluti e vincitore del premio Guest
Fiat 500 C “Topolino” del 1951 – Martin Utberg e Sacha Philippe Andre Rauscher (343°)
Ferrari 500/750 Mondial Spider Scaglietti del 1955 - Dieter Roschmann e Ulrich Boenisch (NC)
Mercedes Benz 300 SL (W198) del 1955 – Wilfried e Robin Porth (49°) e vista dietro
Arnolt Bristol Bolide del 1954 – Frederic e Eugenie Derumeaux (NC)
Ferrari 166 MM Spider Vignale del 1953 – Josef Eim e Richard Britten-Long (248°)
Maserati A6 GCS/53 Spider Fantuzzi del 1955 – Jutta Roschmann e Gabriele Buerger (NC)
Fiat 514 S del 1931 – Giorgio Ciresola e Stefano Franchini (61°)
Mercedes Benz 300 SL (W198) del 1956 – Karl Wendlinger e Charles H. Metcalfe (281°)
Healey 2400 Silverstone (D-Type) del 1949 – Claudio e Matteo Gelli (269°)
Delahaye 135 S del 1936 – Henricus e Bastienne Van Den Anker (349°)
Siata 208 S Spider del 1953 – Robert e Micah Davis (280°)
Osca MT4 1100 2AD del 1954 – Mark e Lotte Juliette Noel Thieme (131°)
Alfa Romeo 1900 SSZ Zagato del 1955 – Rainer Wolf e Robert Peil (296°)
Ferrari 340 America Spider Vignale del 1952 – Henk Jacobs e Sarah Lewald Lotte (356° penultimi classificati)
Ferrari 750 Spider Monza Scaglietti del 1955 – Marco Pagni e Terence Donnelly (352°)
Lancia Aurelia B24 Spider “America” Pininfarina del 1955 – Jeffrey Thompson e Andrea Camiolo (186°)
Fiat 500 Sport del 1939 – Bernd Schwengsbier e Sabine Reber (262°)
Osca MT4 1350 2AD del 1955 – Marc Rollinger e Laurent Schandeler (216°)
Abarth Fiat 750 Berlinetta Zagato del 1957 – Fernando Arena Guedea e Marta Costantini (275°)
BMW 507 del 1957 – Claude Poncelet e Martine Henricote (168°)
Osca S 187 - 750 del 1956 – Pieter Van Adrighem e Carola H. Berkel (288°)
Lancia Aurelia B24 Spider “America” Pininfarina del 1955 - Pier Roelof Evert Bijlsma e Monique Emma Lauwaert (334°)
Austin Healey 100/6 del 1957 – Paul Rose e Stephen Owens (161°)
Abarth Fiat 750 Berlinetta Zagato del 1957 – Cornelius Necas e Ruby Roubinek (127°)
Le foto di queste meraviglie a quattro ruote sono state tutte scattate con la Nikon Z 8 abbinata al 24-120/4. Un’accoppiata che sembra nata per stare insieme, da come è bilanciata e cade bene in mano. Tra l’altro, la Z 8 rispetto alla Z 7 essendo un poco più larga mi fa arrivare le dita della mano sinistra proprio sulla ghiera dello zoom, evitandomi di muovere erroneamente quella della messa a fuoco e non è poco. L’abitudine ai pulsanti è stata quasi immediata, in fondo è una Nikon e come tutte le Nikon hanno un feeling comune, poi con il tasto “i” si comanda quasi tutto.
La cosa più entusiasmante è senz’altro l’autofocus. Qui la Z 8 rispetto alle sorelle minori è su un altro pianeta, impostando AFC - area AF Auto ed il riconoscimento veicoli, fa tutto lei e non perde un colpo, permettendo al fotografo di concentrarsi solo sul soggetto. Qui per arrivare ad avere fiducia nel sistema ho perso del tempo inutilmente, volendo controllare come e se funzionava correttamente. Ma quello che non funzionava ero io, che non sono alla sua altezza e velocità di esecuzione.
Altra novità è il mirino in tempo reale, che mi ha consentito di evitare le diverse foto che ottenevo con le auto senza un po’ di muso o senza un po’di coda. Tanta ma tanta roba.
Sia chiaro, non è che le foto adesso le faccio meglio di prima, no, ma il lavoro, oppure il piacere di scattare le foto, viene molto agevolato ed il peso non è un problema. Come non è un problema il riscaldamento del corpo macchina. In un’assolata mattinata, la macchina sempre accesa, con inserita una Prograde Cobalt da 161 Gb, la Z 8 e la scheda sono rimaste a temperatura ambiente, scaldate solo dal sole e dalle mani del sottoscritto.
Per finire, anche l’orizzonte artificiale finalmente è diventato, in entrambe le modalità, non invasivo e adesso è comodo e piacevole da usare.
Dimenticavo, la batteria ha svolto il suo lavoro ed è morta nel pomeriggio mentre fotografavo un paesaggio, dopo cinque ore consecutive di macchina accesa e 1800 scatti.
Sicuramente, avrete pensato che per fare queste foto bastava ed avanzava anche la mia vecchia Z 7 o anche una Z 50, ma volete mettere il godimento nell’usare questa nuova e attraente bestiolina.
Un grazie sentito a chi è arrivato sin qui.
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