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    "Riconnettersi con le radici della fotografia"

    Messaggio aggiunto da M&M,

    Lungi da me censurare o criticare.
    Ognuno sia felice come crede di esserlo, purché lo sia, fotograficamente parlando.
    Non ho nulla contro il fotografo di cui parlo ma che preferisco non nominare. Non è mai stato una icona per me, anzi.
    Molto prima di conoscerlo da vicino mi sembrava che facesse fotografie banali ma gli capitassero situazioni e soggetti eccezionali che avrebbero fatto la felicità di ognuno.
    Nè ho nulla da rimproverare a chi compra, usa, desidera Fujifilm, Leica o Hasselblad. Contento lui.
    Questo editoriale vuole solo ricordare che non c'è bisogno di chissà che per ... fotografare con la testa, il cuore e il cu7o ...
    E poi ribadire l'ovvia banalità che questo è Nikonland.it
    :36_1_11:

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    simulazione pellicola Ilford FP4 125 ma scatto nato così, guardando questa costruzione dal cancello di casa

    [consiglio di ingrandire le foto per vederle meglio]

    Un famoso fotografo, reso celebre dai suoi ritratti esotici, anni fa, a Roma, ad una "personale" consigliò ad un nostro amico di "riconnettersi con le radici della fotografia".

    L'unica cura per l'ipertecnologia delle fotocamere proposte dal trio NiSoCan.

    Il modo migliore per farlo ?

    Acchiapparsi una Fj o una Le. Ed usarle come una volta, con i quadranti, le manopole e le ghiere.

    Perché una Fj Xo una Le QM anzichè una GFX o una SL ? Perchè solo quelle fotocamere consentono etc. etc. etc.

    Incidentalmente, potremmo essere maligni ma non lo siamo, quel fotografo che con le sue Nikon ha percorso i sette mari, i deserti e le montagne più impervie, pubblicando reportage con FM2 e ritratti con F5 e D3, oggi in età matura è Le Ambassador.
    Ma non conta, conta il concetto.

    Riconnettersi. Le radici della fotografia.

    La fotografia è nata in bianco e nero quando la pittura era a colori già da millenni per questioni tecnologiche. La fotografia è comunque, sia a colori che in bianco e nero, luce, contrasto, forme, composizione, impatto.

    Probabilmente questa era la noce del consiglio, la scusa del mezzo, quello più tradizionale e - immagino io - semplice da usare come intermediario.

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    ieri mattina, nebbioso. Nikon Zfc con Nikkor Z 24/1.7 ad f/10. Scatto pensato in bianco e nero esplorando il mondo davanti a me con il mirino della Zfc.
    Volevo che affiorassero dalla nebbia le sagome degli alberi lontani, con la quinta formata dai pali elettrici.

    Se immaginiamo bene, è possibile che il senso fosse quello di tornare a riconsiderare gli aiuti della fotocamera - sempre più esasperati e soverchianti le capacità del fotografo - per riprendere il proprio potere fotografico.

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    ieri mattina, nebbioso. Nikon Zfc con Nikkor Z 24/1.7 ad f/10. Scatto pensato in bianco e nero esplorando il mondo davanti a me con il mirino della Zfc.
    Il sole comincia a farsi spazio

    Vedere a mirino ciò che si sta "creando", al di là del soggetto, che può essere banale o minimalista, regolando la fotocamera e l'obiettivo con le proprie mani, infischiandosene di quello che direbbe l'esposimetro.
    Guardando la luce e come si formano i contrasti e le luci e le ombre.
     

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    ieri mattina, nebbioso. Nikon Zfc con Viltrox 13mm f/1.4 ad f/4. Scatto pensato in bianco e nero esplorando il mondo davanti a me con il mirino della Zfc e regolando tempo e diaframma a mano, senza guardare l'esposimetro.
    Dietro la sagoma dell'albero verde ma reso nero dalla luce del sole incidente in raffronto alla nebbia retrostante

    Guardare, Pensare, Regolare, Inquadrare. Ecco l'immagine. A casa si tratterà solo di "tirarle" (dal termine francese che comprende l'esposizione della carta che le eventuali sovra e sotto esposizioni o regolazioni di contrasto e tono ... in stampa) per ottenerne vere fotografie.

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    E' un ambiente familiare, dove passeggio ogni giorno, è il circuito dove la gente porta a giocare i cani. Sono campi agricoli, alcuni coltivati altri messi a disposizioni delle greggi in transumanza durante l'inverno.

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    Il sole prende sempre più forza e il contesto cambia. La nebbia si alza e si dissolve. Le sagome, anche con il semplice Nikkor Z 24/1.7 descrivono un orizzonte che sembra lontano ma sono pochi passi.

     

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    una copertura per il maneggio coperto si offre ad una foto strutturata. Gli elementi sono semplici e per lo più composti da grafismi. La resa complessiva vuole ricordare una pellicola 50 ISO Ilford.

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    giro lo sguardo, l'uomo col cane che mi ha appena superato è più avanti nella stradina che costeggia il maneggio.

    Il tempo di questo scatto e gli alberi di fianco mi attirano.

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    sono presi a 24 e a 13mm con diaframma f/8 e il classico 1/125'' ad ISO 100. Le stesse impostazioni che usava mio padre con la sua Zeiss Contessa quando io avevo 4 anni.

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    gli stessi alberi, qui inquadrati solo parziali, si spogliano. L'ultimo scatto mi ha ricordato certe foto d'autore dei Joshua Tree

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    più avanti uno specchio di sicurezza stradale mi offre questa forma che trovo irresistibile in questa situazione di luce.

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    di questa casa, solo in apparenza abbandonata mi ha richiamato la muffa sulla parete a nord, più che la sua banalità. Che volevo sembrasse alla fine quasi un HDR.

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    mentre più avanti la copertura sintetica del campo di calcetto riflette il sole pieno e calda in una giornata partita da - 4°C. La parete anteriore sembra l'entrata di un bunker minaccioso.
    Ma siamo solo a "35mm", nulla di spaventoso.

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    io adoro le panchine e ciò che le ricorda. Posso immaginare di parlare con le persone che ci si sono sedute sopra, senza il disturbo di averlo fatto sul serio.
    La rete che mi separa nel primo (visibile) e nel secondo (sotto di me) mi lascia osservatore anziché attore della scena.

     

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    ma una macchina così piccola e un obiettivo così compatto si possono anche avvicinare per attraversare la rete.
    La scena diventa così più personale e meno voyeuristica.

    Altri elementi banali, consueti per me, che la luce può descrivere diversamente, come voglio vederli io in questo momento

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    sono rientrato a casa.

    Il giro è finito, è durato una mezz'ora.

    Mi sono riconnesso con la fotografia ? Io credo di si, ammesso che me ne fossi mai disconnesso.

    E quanto ha contato lo strumento che ho utilizzato ?

    Devo essere franco ?

    Sul serio ...

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    credo ZERO MENO MENO. Con qualunque fotocamera avrei potuto fare le stesse cose che avevo in mente.

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    qui ho scelto di usare la mia Nikon Zfc "interista" con il Nikkor Z 24/1.7 prestatomi da Max, portandomi dietro anche il Viltrox 13/1.4 per poter avere una visione alternativa ancora meno normale .... del normale.
    Gli obiettivi Viltrox (come i Voigtlander) hanno l'anello del diaframma attivo, quindi si lavora ancora più "riconnessi con le radici della fotografia".

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    la Nikon Zfc ha ghiere, quadranti, manopole e per me è naturalmente impostata in Manuale.
    Il suo Bianco e Nero - standard, senza bisogno di fare i creativi - è già di ispirazione.
    E il suo sensore ha una gamma dinamica che non ha proprio nulla da invidiare ad una Leica o ad una Fujifilm.

    E' compatta, leggera, prestazionale, soprattutto Nikon.

    E non ha un obiettivo fisso ma permette di cambiare obiettivo per permetterci di essere ancora più creativi senza contorsioni mentali tipo il ritaglio, le cornicette, lo zoom digitale.

    Normalmente si lavora bene anche a 6400 ISO (il 100% delle foto che realizzo a corredo degli articoli per Nikonland è fatto dalla Nikon Zfc Red&Silver con il 16-50 a 3200 ISO quando non ho voglia di usare il treppiedi come invece ho fatto in questo caso).
    E volendo, si può andare anche oltre e poi intervenire in Lightroom. Così come sempre da Lightroom si può portare la sua risoluzione a 80 megapixel.
    Come ben sa Max che ha stampato in grande i suoi tulipani scattati con la Zfc Mint&Silver e il Trioplan la primavera scorsa, poi portati a risoluzioni esagerate senza colpo ferire.

    Insomma, abbiamo strumenti estremamente duttili in casa. Dobbiamo cercarne altrove ?

    Io credo di no. E poi Nikon ci ha proposto due macchine che si connettono naturalmente alle radici della fotografia.
    Non bastasse la Zfc c'è la Zf che va 10 volte oltre. Alla Zfc ? No, a qualsiasi Fujifilm e/o Leica.

    Serve una medioformato da 100 megapixel e 10.000 euro per fare foto "ispirate al fineart" come queste con soggetti banali di tutti i giorni ?

    Ma va là, va là, va là. Serve una cosa sola.

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    un fotografo ispirato dalla propria esperienza. E una Nikon Camera, come cantava Paul Simon già nel 1973

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    Commenti Raccomandati

    • Amministratori

    Wenders è nei cinema in questi giorni con il suo Perfect days, che sta riscuotendo molto interesse, proprio per la figura del protagonista, un uomo dalle tante passioni (lettura, musica, fotografia) che svolge un lavoro umile con una metodicità estrema, pari a quella che usa nel tenere in ordine la sua micro casa (dove non ha neppure la doccia ed il water) la sua biblioteca, le sue cassette stereoquattro e le scatole con le sue annate di stampe fotografiche, che seleziona subito, strappando e gettando via quelle che non fanno al caso suo.

    Fotografa con una compatta Olympus a pellicola, all/in/one, e nulla è più connesso alle radici di quest' uomo, che fa dell' essenziale e del suo modo di sorridere alla vita, il suo universale.

    Chi lo capisce è chi lo ama: la nipotina, il collega giovane che non impara nulla da lui, la padrona del bar dove ogni giorno si ferma, perfino la sorella con cui non sono frequenta più.

    Chi ha bisogno di riconnettersi alle radici...non può bastargli solo semplicemente usare una fotocamera fintamente simile a quelle di cinquanta anni fa.

    Esposimetri, cellule, batterie, ausili di messa a fuoco, monitor, son tutte cose che ci aiutano molto più di allora.

    Ciò che serve davvero è usare la testa: anche (e soprattutto) con una Z9. 

    Se no, neppure una Leica M4-P servirà...

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    • Nikonlander

    Complimenti Mauro. Condivido le premesse, lo sviluppo ma sopratutto la conclusione di quanto hai scritto.

    Per tornare alle "origini" della fotografia non servono macchine vintage, antiche o di marchi più o meno blasonati ma serve un "approccio" ad essa diverso, più riflessivo ma avendo in testa cosa si vuole ottenere. Io, nel mio piccolo, quando posso scatto in manuale e senza consultare l'esposimetro affidandomi a ciò che i miei occhi vedono a mirino. E questo è il più grande vantaggio delle ML. Almeno per me.

    Le nuove macchine, con processori sempre più potenti e algoritmi sempre più precisi permettono di fotografare "facilmente" cose che qualche generazione fa era appannaggio pochi fotografi. E questo porta a cercare foto wow per "impressionare" perdendo le origini della fotografia. 

    O, forse, sono i tempi che cambiano e noi stiamo diventando vecchi e, quindi,  critici verso i cambiamenti...

    Chissà 

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    • Nikonlander

    Avete mai sentito dei pittori discutere accanitamente sulla marca dei colori e dei pennelli?

    Certamente ognuno ha le sue preferenze con le quali arriva più facilmente all'obiettivo che ha in TESTA. 

    Strumenti, che ci aiutano, riducono gli errori, e ci consentono cose impensabili un tempo. In questo le ML credo siano un punto di svolta, ma per rendere concreto qualcosa di "impensabile" devi appunto...PENSARLO.

    Questa mattina verso le 9 (-4°), andavo da Crescentino a Vercelli percorrendo una strada in mezzo alle risaie (che un po' già conoscete...), paesaggi simili ai primi che ci hai proposto, ad un certo punto, mentre guido, mi giro e vedo in controluce un tipo cha armeggia vicino ad un fuoco, con molto fumo  i campi appena arati e le prime colline del Monferrato sullo sfondo ancora nella nebbia.

    Ero "disarmato", mi sarei accontentato della qualsiasi ed invece ho tirato dritto...

    Ma una z30 con qualcosa davanti da portare nella tasca del giaccone?

    Comunque lo specchio di sicurezza non è affatto banale.

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    • Nikonlander Veterano

    Penso che alla fine sia così. Nella mia breve vita ho visto lavori eccellenti eseguiti con le Zenith: vedere un'immagine fa la differenza e c'è chi la vede e chi no. Chi rimane connesso e chi no. Io vado a periodi e questo è un periodo nel quale non sono connesso ma quando lo sono me ne accorgo ed è una bella sensazione perchè tutto riesce naturale. Lo strumento conta nel momento in cui il fotografo stabilisce un buon feeling con quello strumento. Scelte personali.

    :leo:

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    • Nikonlander Veterano

    Ecco, adesso esci di nuovo con la F2 caricata con la Delta 400, poi corri a casa a sviluppare il negativo. Così potrai fare i paragoni! ;)

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    • Nikonlander Veterano

    Analogico, digitale, piccolo, medio, grande formato sono esperienze tutte diverse. Da ottobre non uso il digitale, lo farò ma ora non ho bisogno di fotocamere che fatto quasi tutto da sole, mi tolgono la soddisfazione, il gusto. Credo che sarà sempre peggio. Al momento è così. 

    La Fotografia è rendere visibile quello che non si vede, "tutto qui".

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    • Amministratori
    11 ore fa, Paolo Mudu ha scritto:

    Ecco, adesso esci di nuovo con la F2 caricata con la Delta 400, poi corri a casa a sviluppare il negativo. Così potrai fare i paragoni! ;)

    Se stavi dicendo a me, già negli anni '70 trovavo pittoreschi  la pellicola, i nastri audio e i dischi in vinile.
    Devo essere nato digitale già nella pancia della mamma (che a 80 anni, la trovo già alle 06:00 del mattino che consulta il suo tablet da 12 pollici o guarda i messaggi del suo iPhone !)

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    • Nikonlander

    Concordo, la fotografia e testa e lo strumento è la macchina qualsiasi essa sia ed e solamente  il mezzo per catturare in quel rettangolo un attimo o un idea.

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    Domenica scorsa ho realizzato un trittico di autoritratti (magari poi ve li propongo), fatti con la Zf ma che avrei potuto fare anche con l’iPhone.

    Sono da sempre convinto che lo strumento, e con questo la tecnica fotografica, siano asserviti al pensiero, altrimenti una fotografia si riduce a banale esercizio di stile.

    Poi, io adoro l’”oggetto” fotografico e ne sono attratto, così da cambiare/acquistare attrezzatura ogni tot. Ma ciò non toglie che sono onesto con me stesso nel riconoscere che le foto che posso fare con la Zf le farei anche con altri mezzi (come ad esempio la Pola Land 103 che affiancò con grande soddisfazione l’allora Canon 6D in viaggio di nozze).

    Poi ovvio che con la Zf godo più.

     

    P.S. comunque, M&M che belli i tuoi BN: pieni, intensi, contrastati… io anche in post fatico a raggiungere questi risolteti (per limiti miei senz’altro). È dovuto solo alla simulazione pellicola Ilford FP4 125 ?

    Modificato da Peppevallo
    Integrazione post
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    • Amministratori
    5 minuti fa, Pik ha scritto:

    Concordo su tutto. Una domanda semplice come fai a portare la risoluzione a 80 megapixel da Lightroom ?? Grazie

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    • Nikonlander Veterano

    Beh il fatto della connessione è banalmente e spudoratamente puro marketing. Ogni grande azienda lo fa.
    E i vari ambassadors, mentre ricoprono quel ruolo, rispecchiano semplicemente la parte di rappresentati pagati per dire quello che l'azienda vuole che dicano.

    Leica si è inventata la storia della riconnessione, i giapponesi che ora si possono fare foto che prima era assolutamente impossibile ecc ecc
    Hasselblad ultimamente, tramite i social, sta puntando a evidenziare come la sua macchina ML sia particolarmente adatta alla... street photography :-))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))

    A ben vedere, soprattutto pensando alle Leica M, alla fin della fiera Leica è quella che la spara meno grossa.

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    • Nikonlander Veterano

    Connettersi alla fotografia significa concentrarsi sull’immagine pre visualizzata ed interpretando la realtà, a prescindere dalla tecnologia del sensore utilizzata.
    La novità però oggi non riguarda più il sensore o il livello di automatismo delle fotocamere. Riguarda piuttosto l’ingerenza di tecnologie aliene alla realtà. Quando avremo l’intelligenza artificiale implementata nelle fotocamere darò ragione a quelli che, guardando una fotografia (immagine), diranno: “bella foto, si vede che hai una buona macchina”.

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    • Nikonlander Veterano

    Ho sorriso parecchio leggendo l'articolo, divertito leggendo il testo e compiaciuto guardando le foto.
    Soprattutto le prime, pescate dalle tipiche nebbie padane che adoro.

    Una volta di più si conferma che prima di tutto serve la crapa, poi l'attrezzo. Altro che le connessioni alle radici di 'sta... fotografia.

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    • Nikonlander Veterano

    Bellissimo articolo che ti fa pensare, io l ho letto appena pubblicato, e lo sto rileggendo ora, profondo, abbiamo tantissimi propositi, e non serve molto per fotografare, tutti gli ambienti che ci circondano possono trasmette emozioni e non servono grandi attrezzature.

    Di una cosa però io non posso fare a meno : di una NIKON 

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