il nostro inviato Max Aquila nel suo elemento ai mondiali di windsurf di Mondello edizione 2022. Treppiedi heavy-duty, Nikon Z9 e in tutto il suo splendore il nuovo Nikkor Z 800mm f/6.3 S : obiettivo ideale per questo sport
una delle sue tante foto della manifestazione.
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Ma non è questa la storia che raccontiamo in questo articolo, delle sue esperienze ai mondiali, ci parlerà direttamente Max.
Questo è un resoconto degli ultimi momenti delle guerre indiane per il controllo dei territori del nord-est del continente nord-americano, ancora prima che nascessero gli Stati Uniti ?
Nemmeno, anche se il titolo prende diretta ispirazione, come è ovvio, dal fortunato romanzo di James Fenimore Cooper, trasposto in tante pellicole cinematografiche.
Sappiamo tutti la storia, vero ? Ci sono gli scontri tra francesi e inglesi, appoggiati dalle tribù native, Huron, Mohawk, Irochesi, Cayuga e, per l'appunto, Mohicani.
Una tribù quasi estinta per effetto delle guerre, il cui ultimo rampollo, Uncas, perirà per salvare la sua innamorata, lasciando solo l'ultimo di quella gente, suo padre Chingachgook.
Anche se il personaggio reso più famoso dai film è Occhio-di-falco detto anche La Longue Carabine dai francesi, un cacciatore bianco che vive libero nei boschi.
Anche lui tra gli ultimi del suo tipo, con l'avanzata dei coloni, dei forti presidiati dalle giubbe rosse e civiltà e tecnologia in generale.
sarà Max Aquila il nostro Long Fusil ?
VEDIAMO IL QUADRO STORICO NELL'INSIEME
Nel suo piano a lungo termine, Nikon non vede più se stessa come una società impegnata principalmente nel campo dell'immagine ma come fornitore di componenti per l'industria.
E' là che vanno gli investimenti principali, è da li che ci sono le più importanti crescite di fatturato e i ritorni di utili.
I settori tradizionali di Nikon - immagine e produzione di macchine per la microfotolitografia - sono visti come stabili o in calo.
Nikon investe in questi settori per stabilizzarli ma negli ultimi anni ha fortemente ridotto la componente industriale ad essi dedicati, la manodopera e gli ingegneri, dirottando le nuove assunzioni nei nuovi segmenti e pre-pensionando il personale in esubero del "vecchio".
il piano 2025 di Nikon diviso per segmenti. Circa il 78% del fatturato arriva da business diversi dalla fotografia, tutti diretti al business to business e non alla vendita diretta al cliente finale.
I segmenti in crescita sono la componentistica specializzata, la produzione di macchinari per l'industria digitale (scanner, strumenti di misura e verifica laser, stampanti 3D per metalli, CNC) oltre al campo sanitario su cui Nikon ha investito miliardi.
Per quanto riguarda la microlitografia Nikon è stata esclusa dal Congresso USA dal "giro grosso" e quindi si deve contentare di essere marginale, fornendo macchinari per produzioni non strategiche (in primis, sensori di immagine e pannelli per monitor e televisori, oppure processori e memorie non di punta. Il resto proviene da ASML). I due segmenti tradizionali di fatto servono a Nikon per produrre i margini da reinvestire in tutto il resto.
E la fotografia ? Continua ma é un consolidamento.
Il programma fotografico di Nikon è comunque nutrito con l'impegno di rifare di fatto tutto il sistema tradizionale nel nuovo attacco Z, riportandolo in parte ai fasti dei primi anni '80 del secolo scorso.
Ma con prezzi in crescita per recuperare le vendite limitate. E forniture centellinate per non avere eccesso di offerta (che indurrebbe ad una riduzione dei prezzi).
Una politica simile a quella adottata dai produttori di petrolio a fronte del raffreddarsi della richiesta di combustibili fossili.
tutto questo è scritto nei grafici di vendite che vedono compensare nei margini con le mirrorless le ridotte vendite di reflex ma non nel numero di unità vendute, pochissime, nel controvalore di vendita.
Prezzi più alti per unità venduta moltiplicato per il numero di pezzi venduti inferiori = margini invariati o in crescita.
E noi vecchi nikonisti ? Siamo gli ultimi dei Mohicani a correre liberi per i boschi con i nostri Nikkor e le nostre Nikon in braccio
noi siamo cresciuti con le macchine fotografiche, facevano costume e storia, la cronaca di tutti i giorni della nostra infanzia e giovinezza parlavano per mezzo delle fotografie, Paul Simon inneggiava alla Nikon camera caricata con la Kodachrome. Avevamo dei fotografi tra i nostri miti.
Come ci piaceva la musica, l'alta fedeltà, le automobili sportive, lo stile, il modellismo, i fumetti americani dell'epoca d'oro e d'argento e tante altre cose che invece ai millennial non interessano proprio per niente.
Per i ragazzi di questo secolo le fotocamere sono cose da vecchi, oppure sono come le videocamere della televisione, le vedono distrattamente ai margini delle manifestazioni sportive e di spettacolo. Ma senza alcuna curiosità.
ma anche alle manifestazioni più importanti (in questa foto, il ritorno di Marcell Jacobs in Italia con due ori olimpici al collo) è ubiqua la presenza dei fotocellulari.
Gli smartphone sono preminenti sia nel modello d'uso che di spesa, anche per i più maturi. Anche per molti dei presenti.
Spendere 1500 euro per un iPhone è considerato accettabile. Del tutto insensato spendere la stessa cifra per una fotocamera. Oggetto superato, non connesso, inutile, che bisogna imparare ad usare.
Ma noi no, noi abbiamo migliaia di euro in attrezzature fotografiche (Nikon). Ci piace usarle. Le usiamo con passione. Ci piace sognare di averne altre. Ed altre ne desideriamo. Vorremmo averle tutte. Anche di più ...
ancora Max, appena ritirato il suo nuovo 800mm
che contempla questo tavolone di supertele Nikon
Siamo gli ultimi dei Mohicani, siamo una specie già estinta. Solo che l'evento ancora non è stato registrato dagli scienziati.
Occhio di Falco e Uncas pianificano il loro ultimo viaggio
Questo è il nostro ultimo viaggio. Le Nikon Z ci accompagneranno per il resto della nostra avventura fotografica. Come la carabina di Long Fusil e la scure di Uncas.
Facciamo che questo viaggio sia indimenticabile. Dimostriamo quanto siamo ancora vivi. Quanto ci sentiamo ancora vivi ! Quanto siamo felici ed orgogliosi di essere quello che siamo.
Massimo Vignoli in Norvegia con la sua nuova Nikon Z9 : vivo come non lo è mai stato prima. E felice di essere là a fotografare con la sua passione.
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