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Enrico Floris

Nikonlander Veterano
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Tutti i contenuti di Enrico Floris

  1. Grazie Gabriele. Guarda è stata quasi una botta di culo non avere fotografi tra i piedi, diciamo che in mezzo al casino eravamo solo in due, io e un ragazzo con una (bellissima) telecamera Canon, credo un C5 che ad un certo punto inquadro mentre è sdraiato in terra. Ed eravamo proprio in mezzo a loro che erano anche contenti e un po' vanitosi. Per quanto riguarda gli schermi basculanti sì, con la D500 un paio di volte nelle riprese dal basso; con la Zfc quasi tutte le immagini scattate sfruttando la praticità dello schermo basculante. E in quella fotocamera è una comodità pazzesca. E' una macchinina davvero divertente.
  2. Grazie a tutti per aver apprezzato il mio lavoro. Credo il più "inseguito" della mia carriera di fotografo randagio. Ora mi manca solo una bella partita di rugby a bordo campo con pioggia e fango e poi deciderò di appendere la fotocamera al chiodo. Scherzo, non è vero. Ma grazie di cuore a tutti voi. Qualche volta lo sono (pigro), ma stavolta no. Come avevo anticipato ho inseguito questo lavoro per tanti anni e per molteplici motivi ho sempre mancato l'appuntamento. Stavolta, a dispetto del meteo, non ho mollato la presa. Lo volevo a tutti i costi e devo dire che mi sono divertito tantissimo. Ma non capitano tutti i giorni occasioni di questo spessore. Comunque sempre grato a Nikonland che mi sopporta e che mi permette di pubblicare i miei lavori che valgono qualcosa solo se sono degli appassionati come me ad apprezzarli e qui di appassionati ce ne sono tanti.
  3. L'intento reportagistico mi pare riuscito, considerata la debordante presenza umana. In casi come questo se si è in due si lavora meglio
  4. Enrico Floris

    Carnevale in Barbagia

    UNA narrazione semplice, teatrale originata da riti apotropaici propri delle antiche civiltà dell'area mediterranea. La ragione che deve dominare sull'istinto animale che alberga in ognuno di noi. La bestia (Boe, il bue) e l'uomo (Merdule*, il guardiano dei buoi). L'uomo tiene a bada la bestia con un bastone (su mazzoccu) e la lega a se con un laccio di cuoio (sa soca). La bestia resiste, si ribella e lotta con forza ma l'uomo ha la meglio e la sottomette. E' a questo punto che appare una terza figura a occupare la scena in questo immenso teatro che è la piazza e appare dal nulla, tra la gente. E' una figura femminile cupa, vestita di nero, Sa Filonzana** che stringe nella mano un fuso con avvolto un filo di lana, il filo della vita che lei sola ha il potere di spezzare, quindi ordina alla bestia di morire. Uno stato di morte apparente perchè poi la bestia si ridesta e ricomincia a lottare. Questo ci insegna che non è possibile uccidere la bestia senza uccidere anche l'uomo. Con i nostri peggiori istinti conviviamo tutta la vita ma sarà sempre la ragione a prevalere. Maschere inquietanti, ombre antiche che danzano intorno al fuoco, immerse nell'abbraccio di una folla festante, un altro Carnevale in Sardegna è iniziato. - La notte tra il 16 e il 17 gennaio segna l'inizio del Carnevale in Sardegna. Nei centri dell'isola si accendono i fuochi di Sant'Antonio e le maschere compaiono. Le maschere di Ottana sono queste, Boes, Merdules* e Sa Filonzana**. Amatissime dalla comunità ottanese che in questa notte si stringe attorno ad esse con gioiosa partecipazione. * Su Merdule. Si ipotizza che tale nome sia composto da due parole di origine addirittura nuragica mere (padrone) e ule (bue), quindi padrone del bue. Ma non esistono certezze perchè si va a ritroso nel tempo di alcune migliaia di anni forse all'epoca degli etruschi o forse prima. ** Sa Filonzana. E' sicuramente una figura inquietante e che in passato era particolarmente temuta: non è una figura propria della tradizione sarda ma si suppone sia stata importata da altre culture mediterranee, ricorda le Moire greche che avevano il potere di decidere del destino degli uomini. All'imbrunire l'accensione dell'immenso falò con un addetto della Protezione Civile che lancia un secchio di accelerante sulle fiamme (e un fotografo di passaggio che mi si para davanti all'improvviso) ... e inizia l'attesa, le fiamme dovranno essere ben alte Poi, un suono di campanacci ci avvisa che sos Boes stanno arrivando ... seguiti da sos Merdules Le bestie corrono e gli uomini tentano di trattenerle e tranquillizzarle ma una carezza non può bastare... ...si ribellano furiosamente tentando di liberarsi. La lotta ha inizio L'uomo ha la meglio, sottomette la bestia e improvvisamente, avvolta in un mantello nero, appare Sa Filonzana la quale, spezzando il filo della vita avvolto nel fuso che tiene in mano ordina alla bestia di morire Uno stato di morte apparente che dura pochissimo, quel tanto che basta perchè il calore del fuoco ridesti la bestia che riprende a lottare, inarrestabile. Ancora una volta. In un nuovo Carnevale a Ottana. Un evento che si ripete ogni anno. Uno spettacolo emozionante e una bella sfida per chiunque voglia documentarlo con una fotocamera tra le mani. Veramente incredibile la partecipazione popolare, soprattutto dei più giovani che non mostrano solo affetto nei confronti di queste maschere ma si sentono parte di questa storia antica. Sono per loro le ultime immagini di questo lavoro che finalmente, dopo tanti anni, sono riuscito a produrre. I ragazzi si avvicinano al fuoco e "rubano" pezzi di legno già carbonizzati con i quali si sporcano la faccia e li porgono anche ai bambini, con grande disperazione delle mamme che poi li dovranno lavare L'allegria di una ragazza, anche lei con la faccia sporca di carbone ... e uno sfondo nello smartphone non ce lo vogliamo mettere? Copyright Enrico Floris 2023 per Nikonland
  5. Ovviamente parlavo di Globalizzazione non nel significato storico del termine. Ma della globalizzazione economica e finanziaria che venne decisa a Davos nel 2000 (casualmente due anni prima dell'entrata in vigore dell'Euro). In quel caso per l'Europa fu un disastro perchè l'unico significato percepito fu la delocalizzazione delle imprese verso zone del mondo che offrivano manodopera e materiali a buon mercato. Naturalmente anche gli Usa approfittarono di ciò ma approfittarono soprattutto dalla possibilità di muovere ingenti capitali sotto forma di merci (in particolare oro, petrolio, gas). In questo contesto l'Europa fu vittima ancora prima di nascere e ciò che accadde in seguito lo conosciamo bene. Ora si sta attivando una retromarcia e lo si sta facendo in maniera irresponsabile, mettendo a rischio la sicurezza del mondo solo per meri interessi economici di poche lobby. Ora la maggior parte di questi interessi economici, almeno per quanto riguarda l'Europa e in particolare l'Italia, hanno una valenza extranazionale. E al di là delle idee politiche di ognuno di noi non credo proprio che ci possa piacere.
  6. B/N sicuramente meglio. Ma eviterei la filtratura del rosso. Per come la vedo: una maschera di livello che illumini solo il disegno sul muro, tutto il resto sottoesposto, niente vignettature. Bella ma molto impegnativa in pp. Buon lavoro Silvio
  7. Certo, non l'avranno inventata ma la movimentazione di grossi capitali nel 2000 non poteva essere un'idea della Cina o della Russia o comunque dei BRICS, ne convieni? E men che meno dell'UE che ad appena due anni dall'entrata in vigore dell'Euro di capitali da movimentare non è che ne avesse tanta disponibilità. Ne convieni? E poi sulle guerre... beh 10 anni di Iraq, 20 anni di Afghanistan... e dal 1995 la Nato è ancora presente nei Balcani, un'occupazione militare in piena regola. Ecco con questi due scherzi in tutta Europa ci siamo giocati le pension e oggi con l'Ucrainai siamo a un passo dal giocarci anche la sanità. Io sono un pacifista, lo sono sempre stato. Per me non esiste un'alternativa alla discussione e l'accordo si trova sempre. Ma in questo caso è difficile trovare accordi perchè se anche esistesse un tavolo attorno al quale discutere non sarebbe occupato da buoni e cattivi ma solo da imbecilli.
  8. Personalmente considero questo comportamento infantile. Soprattutto considerato che l'unica risposta sarà che embargati ci finiremo noi perchè loro hanno le risorse e noi no. L'unica domanda che dovremmo porci sarebbe: ma tutto questo casino a chi giova veramente? Io mi sarei anche un po' stufato di vedere abusato il termine "geopolitica" che sa tanto di politicamente corretto. Ogni decisione (sulla pelle dei popoli, e tanto meglio se quei popoli sono europei, giusto per non perdere l'abitudine di mettere gli altri nel tritacarne) viene presa per meri interessi economici. Gli Usa hanno inventato la globalizzazione e oggi gli Usa la vogliono eliminare perchè ha creato solo casini. Beh, troppo semplice. Indietro non si torna, non dopo che Cina, Russia e India si sono arricchite a dismisura (e si sono anche armate a dismisura perchè potenza economica equivale a potenza militare) e lo hanno fatto riempiendo gli arsenali per quanti anni? Senza spendere un centesimo in guerre inutili. Cosa che invece la NATO ha fatto e peggio ancora gli USA hanno fatto: un'unica guerra ininterrotta da oltre 80 anni in ogni angolo del mondo. Ma davvero vogliamo (passatemi il termine, ma non c'è un modo diverso per dirlo) scoprire quanto pesano i coglioni di CIna, Russia e India? Ma davvero? Il mondo dovrebbe essere un posto sicuro. Attualmente non lo è. E per una strana congiunzione astrale l'UE e gli USA sono governate da imbecilli. Non saprei come uscire da questo casino, avete qualche idea?
  9. A pensare male verrebbe da dire che la globalizzazione è servita per creare ampie sacche di povertà procapite in Occidente delocalizzando nei BRICS dove tutto era a buon mercato, dalle risorse, ai materiali, alla manodopera. Oggi i governi occidentali hanno deciso di recuperare solo per un motivo: stante l'attuale stato di povertà delle popolazioni occidentali lo sfruttamento si può fare liberamente in casa e poi _ diciamocelo chiaramente _ l'attuale economia di guerra nella quale ci stiamo addentrando favorisce la manodopera per un tozzo di pane. Rimane il problema delle materie prime. Quello lo si risolve solo con una guerra. Una guerra vera natualmente e non fatta di embarghi e sanzioni. Servono le bombe. Giusto un paio di giorni fa l'OMS ha invitato tutti i governi occidentali a fare incetta di medicinali utili in caso di catastrofe nucleare. Che peso dovremo dare a questa notizia? (Stoltenberg, al di là del nome, è un incommensurabile idiota. E trovo assurdo che possa ricoprire una carica di assoluta responsabilità come quella).
  10. Qualcuno di quei libri lo acquistai quando iniziai a fotografare, cinquant'anni fa ma allora era quasi un obbligo, nel senso che la camera oscura complicava parecchio le cose e le fotocamere analogiche avevano un'unica dotazione elettronica: l'esposimetro con una cellula di silicio. Per cui una buona infarinatura tecnica era necessaria almeno per capire come comportarsi in ogni occasione. Ma una volta terminato il "rodaggio" ho capito che la conoscenza andava applicata e da quel momento ho preferito, come Massimo Vignoli, i libri dei grandi fotografi e ho scoperto che guardare il lavoro degli altri, capire come lavorano, con quale attenzione studiano la composizione, con quale maestria sfruttano la luce che hanno a disposizione in quel momento è il miglior insegnamento. Non so se ho imparato a fondo quello che ho visto (e che continuo a cercare in un libro fotografico) ma ci provo sempre e qualche soddisfazione riesco a togliermela ogni tanto.
  11. In realtà la chiesa era chiusa e il parroco stava uscendo dalla sagrestia che ha l'ingresso di lato. Molto casuale, scattata in estate, e io cercavo solo un po' d'ombra. Al volo di brutto.
  12. Molte foto che produciamo hanno una valenza sia a colori, sia in b/n e questo in parte ci aiuta a salvare molti fotogrammi che diversamente verrebbero cestinati. Ma ci sono foto che nascono con una precisa destrinazione: irrimediabilmente in b/n. Lo capiamo subito, al momento dello scatto ed è proprio questo che valorizza il bianco e nero. Il secondo passo è la post produzione appropriata, quella che merita. Tanto di luce, tanto di ombra, e tanto di grigi e i giusti contrasti e _ perchè no _ un filo di taglio analogico, la grana, più o meno sottile, più o meno definita. Non dico una sciocchezza sostenendo che la post produzione diventa avvincente, come pigiare un'altra volta il pulsante di scatto. Questi i casi
  13. Gabbiano in fuga. Non so se è la migliore che ho prodotto ma forse è quella più "casuale" e questo per chi scatta è valore aggiunto. Capita e basta.
  14. Un vero peccato perchè è molto colorato e dev'essere divertente da fotografare. Ma davvero tanta gente per la miseria. Comunque, pur con tutti i limiti imposti dalla folla e dalla distanza, sei riuscito almeno a portare a casa qualche buono scatto. Ma davvero un peccato
  15. La street, secondo me, è la classica istantanea: soggetto umano o animale+ambientazione (e che la street sia cittadina o campagnola poco importa). Nella urban invece il soggetto è il paesaggio urbano con o senza elementi viventi incorporati.
  16. Si, poi quando le ho viste ho deciso per il colore. Il rumore, se visibile, sarebbe un vantaggio perchè amplificherebbe la dinamica delle immagini (e ce n'è tanta).
  17. Penso che il nome vero in ogni caso sia meglio. Online il nickname può anche andare bene, su carta decisamente no.
  18. Anche. Tagliare la foto in previsione dell'impaginazione è anch'essa una soluzione. In questo caso praticabile perchè comunque c'è molta acqua attorno al soggetto. Diciamo che scegliendo la foto giusta si può fare. A patto che la foto giusta abbia dignità di doppia pagina.
  19. Ho avuto casi simili durante l'impaginazione di un libro. Non esiste soluzione. Potrei dirti che nel caso di un libro (ovviamente impaginago a fascicoli poi legati) sarebbe sfruttabile la pagina centrale di ogni fascicolo ma a quel punto si vedrebbe la cucitura in mezzo alla foto. La soluzione che resta non piacerebbe a nessuno _ e la puoi ben immaginare _ sarebbe quella di impaginarla verticale e costringere il lettore a rovesciare la rivista. Ma la foto sarebbe salva.
  20. Ecco, questo intendevo, due pagine due marginature differenti non va bene Su BookWright di Blurb di fianco allo strumento ingrandisci in alto c'è lo strumento mostra/nascondi area di rifilo. In pratica devi lavorare dentro quella gabbia all'interno dei margini rosa. La parte esterna alla linea rossa tratteggiata è la linea di taglio della rifilatrice ma la parte interna dentro il margine rosa è quella che bisogna utilizzare. Di fianco a quello strumento c'è un altro strumento importante che sono le linee guida, quando è attivato ne mostra due che puoi muovere come ti pare. Esistono linee guida anche orizzontali, in entrambi i casi le tiri dal righello superiore e laterale di sinistra (pulstante sinistro sul righello la acchiappi e la posizioni dove ti pare, se la vuoi togliere la acchiappi e la riporti dentro il righello). Le linee guida sono importanti, puoi usare tutte quelle che vuoi e ti permettono di sbatterci dentro quello che vuoi, con gli spazi che vuoi: testo, foto, titoli, ogni elemento è ancorabile alle linee guida.
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