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Max Aquila

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  1. si allunga la lista degli obiettivi super ed ultra grandangolari Sigma cosi' corretti. Questo 14/1,8 e' il degno complemento di 20 e 24/1,4 e dei notevolissimi zoom wide-to-wide 12-24/4 e 24-35/2 tutti gia' recensiti: Sigma 20mm f/1,4 Art: molto piu' che ad occhio nudo ! Sigma 24mm f/1,4 Art : qualsiasi luce sia... Sigma 12-24mm f/4 Art : il Sesto Senso nella prospettiva Sigma 24-35mm f/2 Art : un terremoto tra gli zoom
  2. Ho la fortuna di poter scegliere con che obiettivo scattare una foto e siccome il tempo da dedicare a cio' non mi bastera' mai e neppure tutte le cose che vorrei tenere insieme nelle mie inquadrature, il piu' delle volte sulla mia baionetta F faccio sdraiare un grandangolare. Sigma Art mi vizia e mi intriga da un po' di tempo, grazie anche alla fortuna della nostra amicizia con il suo distributore italiano al quale facciamo i complimenti tanto quanto in altre occasioni, ci capita di esprimere dissenso da alcune scelte della Casa Madre (ovviamente indipendenti dalla loro volonta'), nella speranza di sentirci un piccolo spicchio (che e' piu' di un granello) della grande torta trans-brand, composta dagli appassionati di questa linea di obiettivi. Ed e' grazie alla buona amicizia con Mtrading che ho avuto a poca distanza di tempo dalla disponibilita' di un 14/1,8 del quale ho parlato in questo articolo, nel quale l'avevo utilizzato sul Foveon della Sigma sd4H in un connubio ideale (rispetto al progetto primigenio) ma incompleto in relazione alla ridotta copertura ingenerata dal taglio 1,2x del formato sensore di quella mirrorless. Mi era rimasto il cruccio di non averlo potuto provare sul pieno formato della Nikon D810 ma, appena si e' resa possibile questa congiunzione astrale, in un breve lasso di giorni durante il mio viaggio di inizio ottobre in Salento, sono riuscito ad ottenerlo ed a metterlo alla prova in tutta la sua capacita' dei 114° di angolo di campo di cui e' capace! Non si tratta solo di quanto spazio stia dentro un wide simile, non solo quantita', ma sopratutto della qualita' di immagine ingenerabile con un range di aperture di diaframma che spazia dal luminosissimo ed inedito (ancora una volta una prima assoluta dai Sigma Art) f/1,8 dove oltre a nitidezza e correzione cromatica deve essere messa in conto pure la piacevolezza dello sfuocato agli f/16 del tutto nitido da mezzo metro ad infinito Uno schema complesso e di pregio, formato da 16 lenti in 11 gruppi ed una maneggevolezza limitata solo dal peso (ovvio dati i materiali della linea Art) di 1120grammi, non dalle dimensioni, certamente ingombranti, ma non per questo proibitive del nostro grandangolare estremo tra i fissi Sigma, casa che della correzione delle aberrazioni cromatiche fa giusta bandiera, non certo da adesso Il mio tour in Salento ed in Valle dell'Itria e' durato piu' a lungo dei giorni nei quali ho potuto usare il 14mm Art, prima di doverlo rispedire per tempo ad Opera (MI), dove serviva per un Sigma Day, ma in quei giorni sono riuscito ad utilizzarlo in giornate luminose, nelle quali, insieme agli spettacolosi ISO64 della mia D810, ha dato il meglio della propria nitidezza e cromia in salsaNikon. Ostuni, Cisternino, Otranto, Lecce, Gallipoli, Alberobello e dintorni si prestano con i loro contrasti cromatici ed i quartieri piu' levantini che si possano godere in Italia a mettere a proprio agio le curve della lente frontale asferica da 80mm di questo Sigma Art 14/1,8 e a prestare spazio ad architetture reinventate dai 114° di questa focale, al netto delle distorsioni prospettiche da inquadratura dovute al fatto di non potere sempre trovare la giusta posizione di ripresa rispetto le dimensioni (in altezza sopratutto) dei soggetti inquadrati. Ma un superwide e' anche fantasia allo sbaraglio, senza i lacciuoli dell'ortogonalita' delle regole auree di inquadratura: cosa per la quale non tutti possono trovarsi a proprio agio con ottiche esasperate come questa. Che restituisce da uno dei suoi angoli una piazza intera, ombre comprese, alle quali anche riesce a dare comunque dignita' di soggetto a suo agio ovviamente negli interni a tutta apertura, sfruttando la capacita' di un superwide di consentire a mano libera tempi ben piu' sfidanti di questo 1/30" a soli 160 ISO tanto quanto intrigante anche nelle altrimenti "severamente proibite" inquadrature verso il basso, dove ogni intreccio di linee di fuga, provoca movimento mentre nelle riprese in bolla, tutte le forme riprendono coerenza senza accenni di deformazioni a barilotto, come ci si potrebbe aspettare e con una capacita' di lettura del dettaglio fine anche ad ingrandimenti elevati come in questo crop 3X La differenza di prospettiva data da riprese a distanze relativamente poco differenti forniscono a questa focale risultati assolutamente non sovrapponibili, pur nel rispetto delle caratteristiche prospettiche dell'obiettivo, sempre corrette anche a TA ma la differenza di nitidezza e' percepibile gia' tra gli f/1,8 e la chiusura di un terzo di stop, a f/2 che e' poi il mio diaframma preferito alle brevissime distanze per questo Sigma Art insieme all'intermedio f/4 che oltre a staccare sufficientemente dallo sfondo il soggetto lo rende comunque intellegibile in toto dove ad f/2 si operi invece una radicale tridimensionalizzazione del piano di messa a fuoco oppure un accorto contenimento del rumore ad ISO accettabili in condizioni di luce molto bassa oppure ancora, in notturna a luce ambiente, dove quest'obiettivo conserva intatto (insieme al sensore della D810) tutto il suo enorme potere risolvente e per quanto sia stato tentato di lavorare spesso a TA il perfetto bilanciamento di pesi tra obiettivo e Nikon + BatteryGrip, consente di esagerare abbondantemente di diaframma anche in condizioni difficili, in interni a mano libera destinando gli scatti alla massima chiusura di f/16 alle condizioni nelle quali si renda necessario accostare in modo comprensibile elementi molto distanti tra di loro, come la bandiera dell'UE insieme al faro di Santa Maria di Leuca, uno dei lembi estremi del continente, piegati apposta alla logica dell'inquadratura comune, nonostante le distanze, meglio gestite cercando di ottenere nella composizione la maggiore planeita' possibile lasciando invece ai diaframmi intermedi ... l'ordinaria amministrazione... La luce di mezzo ottobre salentina fa la sua brava parte, tra sensore e lenti asferiche, restituendo sfumature di luci e ombre attese appena il sole spunta tra le nuvole si cambia subito registro restituendo informazioni accettabili anche tra gli estremi di gamma quando non in piena luce, senza porre problema alcuno in postproduzione tra i torrioni delle cittadelle fortificate, come Otranto, avamposto verso l'Oriente nessun timore neppure in controluce, dove ancora una volta lodo l'estrema correzione per evitare del tutto flare e ghost (se questi possano dirsi difetti in controluce diretto e a f/16... CHAPEAU!!!) così come in luce diretta, il 14mm Art non cede neppure qui alla diffrazione e se la mano ogni tanto manca nella correzione a mirino delle linee cadenti (colpa dell'Ape apparsa all'improvviso...) in determinate condizioni parecchio difficili, come nel caso della ripresa del Duomo di Lecce e del suo campanile, si deve scegliere tra il tutto oppure accontentarsi di una parte... ritagliando in PP... Pure nelle ombre coperte il comportamento del 14/1,8 e' ottimo: se la foto sia necessaria, c'è... e tante volte la situazione in ombra e controluce (con 114° di angolo di campo ci si trova spesso in controluce) non e' da meno di quella col sole alle spalle ove poi, grazie alla qualita' della luce, questa situazione atipica (se non controindicata) per moltissimi obiettivi, non si traduca nella soluzione migliore Voglio concludere questo test ontheroad con le foto del posto più caratteristico di Puglia e probabilmente uno dei più caratteristici del pianeta, che si trova a poca distanza tra Bari e Brindisi, in Valle d'Itria: Alberobello con i Trulli, le caratteristiche abitazioni della popolazione, oggi trasformato in attrazione turistica, ma che conserva quasi per intero il senso e la originalità del luogo che fu, nonostante calamite, ristoranti, magliette e tessuti handmade, rigorosamente filati sui telai di quattrocento anni fa, tramandati di generazione in generazione e ancora oggi attivi ristoranti "tipici" fotografo locale visitabili, alcuni, anche all'interno... la vecchietta non desidera essere ripresa: e ci credo, con migliaia di visitatori al giorno... finti trulli... trulli veri Il tutto per concludere come gia' alcuni mesi orsono: neanche stavolta sono riuscito a trovare difetti !!! - Poca distorsione anche alle brevissime distanze, comunque mai deformante i soggetti, qualsiasi siano - Diffrazione invisibile - Vignettatura irrilevante anche su sensore FF - Flares, ghosts e UFO in controluce, ridicoli per forma e dimensioni: facilissimi da eliminare in postproduzione... Davvero un eccelso lavoro negli strati di antiriflesso della gigantesca lente frontale Grazie ancora una volta a Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  3. Roby, io non ho nessuna idea preconcetta al riguardo. Leggo il titolo del blog e la domanda sorge spontanea: perche' ne fai a meno? Nel senso: ritieni che il sistema che adotti, in funzione del contrasto che ottieni sia migliore che un adattatore su Nikon da 810 in su (in funzione della qualita' del sensore) In che senso? Piu' facile da settare/utilizzare, o in relazione ai risultati che ottieni? IL file digitale ottenuto cos'ha di difficile da essere allegato in questa discussione? L'originale, comprendo, non si puo'... Era solo per dare completezza all'articolo: se si voglia. Io no nemico...io amico...
  4. non solo scatti operativi, ma i risultati della tua digitalizzazione: come vedi gli altri ti chiedono confronti tra la tua sorgente di illuminazione autocostruita e i risultati che promanino da scanner. Che al netto della praticita' di impiego e di impostazione delle attrezzature, e' il quesito principale (comevienefuori?) Vorrei poi suggerire che chiunque pensi di operare su ingenti volumi di originali da digitalizzare fara' sempre prima a rivolgersi a chi operi professionalmente tali volumi richiesti. Il livello di cui dovremmo parlare e' quello della realzzazione di QUALCHE imperdibile originale da digitalizzare. Pensare di convertire quanto realizzato a pellicola in blocco o per selezione di blocchi, in proprio, (con scanner o reflex digitale hi-res), e' una battaglia persa in partenza sulla scorta del tempo necessario. A meno che non abbiate scattato davvero pochi rullini di pellicola in vita vostra.
  5. Si Roby, Tenevo a farti.precisare, magari facendotelo illustrare, che con quella macchina e con le facilitazioni del digitale, l'operatività in queste operazioni di duplicazione è enorme rispetto ad una Nikon F sullo stesso supporto. Se io avessi realizzato dia duplicazioni con il tuo sistema, avrei pubblicato una foto nella quale illustravo la nuova posizione di lavoro che un monitor orientabile, touch screen ed in live view oggi consente. Per bellezza 😂
  6. e mica si parla di pompelmi... se si tratta di Nikon NL5300... is different...
  7. E che lo sposti a fare il monitor se non attivi il live view?
  8. vedo che non usi il basculamento del monitor e quindi, immagino, neppure il live view, che sono due caratteristiche direi di estrema facilitazione in questa operazione di riproduzione. o no ?
  9. Di fatto il problema principale per la duplicazione di originali non consiste unicamente nel supporto, quanto nel corretto indice di contrasto della/e sorgente/i di illuminazione. Questo accrocchio non sarà certo diverso dalle sue precedenti versioni che, marchiate Nikon, risalgono alla dotazione delle prime coolpix (serie 900) forse hanno pensato che sia ridicolo dedicarlo agli acquirenti della d850, i quali dovrebbero essere gia piuttosto avvezzi alla risoluzione del compito prefisso
  10. Quindi sarà la batteria con maggiore autonomia sul mercato. E quando la scarichi? 😂
  11. Insomma, Silvio, sei venuto alla luce addirittura dopo i drepanosauri ! Ecco la vera scoperta: Nikonland is different ! (very)
  12. Un altro aspetto che sollevi è fondamentale e riguarda tutti noi: la capacita di selezionare le immagini è un elemento di acquisita maturita artistica (e personale...) Non è da tutti
  13. Hai ben ragione e nessuno è immune dal peggio. Ma a differenza di chi si limiti alla loro conoscenza attraverso le selezioni presenti sui siti personali, io sono andato a trovare nel loro studio Rosita ed il marito e mi sono guardato in giro. Inoltre ho avuto modo di visionare interi lavori finiti e debbo confermare la mia impressione iniziale che ho poi esplicitato in questo articolo. Fidatevi... 📷
  14. Max Aquila

    Profoto A1

    Presentazione Profoto A1 da Fotocolombo (viale Verdi 95, Merate) sabato 14 dalle ore 9,30 alle 12,30)
  15. Io penso di no. Specie chi scatta sport. Speriamo qualcuno lassù comprenda che i dual slot debbano ricominciare ad essere identici E questo e' un bel difetto, peraltro in continuità rispetto lo stesso problema della D500.
  16. Questo tu... Ma bisogna porsi seriamente il problema del professionista che mentre lavora il backup lo vuole. Eccome se lo vuole, prestazionale pure... Sarebbe da chiedere se si possa ottenere doppia xqd sugli slot. Temo proprio di no, in ordine allo spazio da realizzare per la seconda scheda. Puoi fare altre prove con schede differenti? Questo che sollevi mi pare sia qualcosa di non ancora emerso...
  17. Prova a chiedere a chi abbia gia' fatto esperienza diretta del percorso che vorresti iniziare: chiedi a Rosita Lipari ed a suo marito Michele, i quali la prima cosa che mi hanno portato a vedere del loro studo e' stata proprio la stampante fine art Epson con la quale riescono a gestire al meglio in prima persona tutta la filiera che dalla richiesta del committente arriva al risultato finale che deve essere superiore per principio e per onesta' commerciale, rispetto quello di un qualsiasi fotolab. Vai sul loro sito per i contatti. Oppure, risparmiati una grossa spesa iniziale e tanti costi di manutenzione e di provinatura (dopo quelli relativi all'apprendistato necessario) che ti porterebbero via tempo e denaro e consorziati con un vero laboratorio di stampa per professionisti, dedicando tempo ed investimenti a studio, materiale, attrezzature, pubblicita'.
  18. anch'io, in scala ridotta e senza NAS, ma per sostituire il secondo RAID del mio computer, che aveva due "vecchi" WDblue da 2 TB
  19. eh si... idda e' ! la velocita' di scrittura e quella di lettura mi sembrano quelle di una xqd... tutto depone a favore di questa tesi, anche la forma della scheda...
  20. io sono stato fortunato e una notte di un paio di settimane fa su Amazon un venditore è impazzito: ne parlo solo dopo averla ricevuta, perchè non ci credevo neppure dopo averla pagata (se clicco su "compralo di nuovo" il prezzo e' di 121,80)
  21. Con iGodox (ed in generale con ogni altro flash a slitta cinese) il TTL Nikon-eq al quale fare riferimento e' il TTL-BL ossia quello che tiene conto anche della luce ambiente sullo sfondo. Puo' piacere o no, ma comunque lo staratore di esposizione e' sempre a...disposizione
  22. Max Aquila

    Godox AD200 Pocket Flash

    Luce per le mie foto Nikon... Luce flash e ... continua, con la nuova testa a led di cui avevamo detto da poco, che con pochi euro trasforma il flash in un illuminatore a tre diversi livelli di potenza (qui al livello minimo) Me ne sentirete vedrete parlare
  23. quello che continua a sfuggire in questa discussione e' che Mauro non scattava col flash, ma in luce ambiente Il flash intercettato e' pilotato da altra reflex. Gli scatti in questione sono in modalita' silenziosa a raffica e il flash non e' pilotabile in questa modalita'
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