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Valerio Brustia

Nikonlander Veterano
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Tutti i contenuti di Valerio Brustia

  1. Fra' se avessero un po' di fantasia gli amici di nital avrebbero dovuto raccogliere in una pubblicazione le boiate che si son sentiti richiedere negli anni. Io ricordo nel '96 un tale che chiedeva la "nuova F4". Chissà che campionario si raccoglierebbe.
  2. Ma quanto saranno "cari" i prodotti di questi rumors. Il Canon equivalente viaggia sui 10k, grandi complimenti, scarsa penetrazione nel mercato. stiamo a vedere
  3. Ohhh che invito Michele, due e sono uno più "struzzo" "dell'altro: - la fascia pedemontana, le colline novaresi che digradano alla pianura, sono corridoi usati da decine di specie animali e vegetali. Si tratta di ambienti affascinanti modificati dall'uomo fin dall'età del bronzo. Belli ed esotici ma di scarso interesse comune. Bene! - la resistenza della natura negli spazi lasciati liberi dall'uomo come le arree non adibite ad industria od agricoltura, zone di transizione tra un ambiente ed un altro, e poi le isole viarie cioè tutti quei micro ambienti di separazione spaziale (rotonde e raccordi autostradali) dove l'uomo è bandito. Servirebbero dei permessi, altrimenti mi tocca a me fare il "bandito". Sono ambienti da esplorare in cui sarebbe bello cogliere il contrasto tra il mondo dell'uomo che guarda altrove e il mondo selvaggio che qui trova rifugio. Ci sarebbe un terzo argomento che mi intriga un casino. il lago d'Orta era un lago morto. Tre decenni fa intervennero in modo intelligente, eliminarono gli scarichi industriali e compensarono il ph acidificato spargendo tonnellate di polvere di roccia calcarea nelle acque lacustri. Oggi il lago è pieno di vita. Non conosco con precisione lo stato corrente però gia 17 anni fa ebbi modo di pinneggiare con delle belle trote nello scarico a lago di una condotta forzata. Al tempo non avevo i soldi per uno scafandro quindi ho solo il ricordo. ma ce ne sarebbero tante altre di cose da fare, da indagare, da raccontare come i cervi di Devero, il bosco nero come la notte di Esigo, poi parlare con la gente della Val Strona e raccontare il paese di Campello Monti "deserto" per oltre 250 gg l'anno, la bassa val sesia che sembra gli Adirondak americani ... Ce n'è ce n'è da riempire trenta vite.
  4. Grande! in condizioni differenti sarei stato con te-voi e con maglietta nera addosso, peccato non aver potuto approfittare!
  5. Roby, Ma che strano .... Si è bloccato? Per soli 600MB????? ma chi sei, TORRENT?!?!?!?! Grazie a tutti per gli attestati di stima. Vorrei fare di più, ma sto già perdendo i pezzi, dimentico le cose, dove ho parcheggiato l'auto, di comperare il latte, pagare l'assicurazione ecc. ecc.
  6. Ah, ma si va non ho detto particolari vaccate e non ho, soprattutto, fatto scappare qualche vocabolo colorito. Adesso abbiamo un gancio con la tivu locale. Piano piano, altri 200 anni, e arriveremo alla'eurovisione.
  7. Valerio Brustia

    Rosa fresca

    Ok, ma com'è che i miei file D500 convertiti in dng sono pietosi e mi è toccato fare una calibrata emanuense per avere qualcosa di guardabile ? ?? Il profilo che implementa non è accettabile, veramente.
  8. Buaaaaa chissà che risate. Chi mi conosce già si può immaginare. Boh, vediamo ma mi aspetto una performance di cui mi vergognero' per anni.
  9. Valerio Brustia

    Rosa fresca

    ohh credo proprio nessuna salvo la parte gestionale che ci rompe le palle, ma non ne ero sicuro fino ad ora. Ocio, il DNG converter converte e basta poi ti devi profilare la fotocamera a MANONA non esiste infatti una profilazione con target nikon dei DNG convertiti (ed ha anche senso). Il guaio è che profilare una fotocamera non è proprio semplice semplice.
  10. Valerio Brustia

    Rosa fresca

    Ma Adobe insieme al codec ACR per il Raw proprietari nikon non ha "elargito" uno straccio di Camera Standard per la D850?? Mmmm, io ragiono da utente LR , confesso che ACR l'ho usato due volte in 10 anni e forse sto prendendo un granchio.
  11. Valerio Brustia

    Rosa fresca

    Cavolo, è ben più "calda" con NxD, qual'e' la più realistica? Immagino che tu abbia usato un profilo di calibrazione specifico in camera Raw e non l'adobe standard, o mi sbaglio?
  12. Bizzarri quei numeri, sembra di tornare negli anni '60. Bizzarro anche che accanto a focali fisse interessanti si preoccupino subito di affiancare un candidato al titolo di cifone dell'anno, mica mai che non ci sia la possibilità di montare fin da subito un bel cesso conclamato sulla nuova ml. Nikon è premurosa. (Ovviamente mi riferisco al 28-80)
  13. Franceso, baionetta in ABS????? Ma santapace, possibile che i tubi interessino a NESSUNO?? O solo a quelli nati negli anni '60 I Miei Kenko funziano sui miei AFs ma di E non ne ho. Và detto che vignettano sui tele stabilizzati ad eccezione del 70-200/2,8 VR II. Mi sa che dobbiamo farcene una ragione e attaccarci alle Marumi
  14. Silvio, mezza Lombardia con i capelli bianchi ha "cominciato" dalle "mie" parti. e ne devo gratitudine perchè se esiste il Parco e la garzaia di Villarboit non è diventata un Carrefour lo dobbiamo ai Lumbard che negli anni 70, come pionieri della reflex e del teleobiettivo, hanno documentato e salvato da distruzione certa quei posti. In prima fila tra tutti un nome: Egidio Gavazzi. E ho detto tutto.
  15. infatti sono proposte 70x100 cm poi parliamo anche di fotografia, perchè ce n'è delle belle.
  16. Ma in realtà si difende da solo. Ho qualche aneddoto da raccontare che vale la pena, di gente che si è persa, altri che son scappati inorriditi (giuro, li ho visti con questi occhi) altri ancora, il grosso tutto sommato, che hanno trovato la visita particolarmente deludente. Detta tutta a giugno mi son perso anche io, era notte e solo grazie alla bussola ho capito che andavo a sud invece che a nord. Bizzarro, ma non troppo. Tutte le foto che ho fatto e anche quelle che devo fare sono state scattate nell'area giallo arancio della cartina sottostante vedi son proprio pochi metri quadrati, eppure sono veramente densi di vita. Pensate un po' cosa sarebbe de si riuscisse ad allargarlo almeno fino alle difese arginali, buttando fuori quei cribbio di filari di pioppo da carta. Chiaro che chi li coltiva e ne trae ricchezza non sarebbe contento, ma io non penso ad alcun esproprio proletario, ma ad un indennizzo temporaneo si. Mi fa incazzare brutto che i 1500 euro per il nuovo telefono apple dritta o storta saltano fuori, ma 3 euro cadauno per rimborsare per 10 anni gli agricoli per il mancato guadagno pare impossibile spenderli. Poi son io quello che fulmina i risparmi, va bè...
  17. si è bellissimo, ad apriile maggio e ottobre. in tutti gli altri mesi bisogna crederci
  18. No, non ho "contatti" , e poi ci va altro tempo che adesso proprio non ho, già non so come ho fatto a fare questo e a metter le foto in mostra(giuro che la cosa più complicata è combattere con la forza di gravità)
  19. Mi hanno chiesto, in relazione allo sforzo profuso per mettere in esposizione le mie foto del Parco Lame Sesia, cosa diamine mi spinge, dato lo scarso interesse registrato e l'assoluta assenza di alcun tipo di ritorno, a filare tanti soldi giù nel gabinetto. Ed allora proviamo a spiegarci. Per cominciare vorrei che vi dimenticaste della fotografia, delle fotocamere, degli obiettivi, di me e di quelli come me. Vorrei che pensaste solo alle persone con cui state bene, ai luoghi in cui siete stati bene, ai momenti emozionanti ma sereni, se non piacevoli, che nella vita avete vissuto. Ecco, ora parliamo del Parco delle Lame del Sesia e del perché da tre anni mi sbatto in modo estenuante per fare vedere, far circolare, le foto che ho raccolto all'interno di questo pezzo di natura selvaggia, dimenticato da tutto e tutti. Ho già avuto modo di raccontare come tanti anni fa ho scoperto, a pochi chilometri da casa, una piccolissima, ma verace, wilderness di pianura, un bosco impenetrabile su una terra paludosa, senza sentieri o strade che lo attraversano, con pochi punti di accesso e, lungo i fianchi del fiume, sterminati greti spacca-gambe. Una volta dentro, nell'ombra degli ontani, ho visto le “Lame”, ampi specchi d'acqua ricchi di vita sopra e sotto la superficie, riflettere le nuvole del cielo. Poi ho incontrato gli animali grossi e piccoli che sorprendentemente riescono a sopravvivere in così poco spazio. Infine ho tratto l’amara constatazione che se tutto questo vive e prospera è perché gli appetiti dell’uomo moderno sono rivolti altrove, riguardano esigenze e valori in cui il tronco di un pioppo secolare vale solo il peso della legna per il camino. Ho capito allora come l'esistenza di questo luogo sia intrinsecamente fragile, appesa ad una legge regionale di 40 anni fa e basterebbe una piccola variante di piano regolatore, per superiori ragioni di “interesse comune”, a stravolgere irrimediabilmente un ecosistema già troppo piccolo. E nel silenzio, nel disinteresse generale, in brevissimo tempo andrebbe distrutto ciò che la natura ha ricostruito in circa mezzo secolo di azione indisturbata. Io non v oglio perdere questo capolavoro di alberi scomposti, rami caduti, siepi di more, cascate di fiori di acacia, letti di funghi “chiodini”, di incontri fortuiti con volpi e lepri, e faccia a faccia con lucci e tinche, no, non ci sto proprio e finché posso farò quanto mi è possibile affinché questo non accada. Ed allora parlo, scrivo, fotografo, mi sbatto per far conoscere, per spiegare cosa c’è di meraviglioso in un territorio che fa a meno dell’uomo, lo accetta come pari, lo accoglie secondo le regole della foresta, un luogo che già solo nell'azione molesta delle zanzare ci restituisce alla dimensione atavica di anello della catena alimentare. Di posti come questo in Italia ne son rimasti ben pochi ed in pianura padana ancor meno, perciò quei soldi, quei quattrini che sperpero in stampe che in pochi vengono a vedere, il tempo che trascorro a montare e smontare quadri, i giorni di ferie impalati a cercare le cornici giuste, a ben guardare sono una scommessa e un investimento sul mio prossimo, sono un atto di fiducia di un inguaribile ottimista che spera ci sia in giro ancora qualcuno che sa ascoltare. Bene, e adesso se ne avete ancora voglia, parliamo anche di fotografia.
  20. Porkaputt, ho già visto un refuso in una didascalia. Si Giovanni, già nel 2015 avevo preparato una prima versione, l'ho ampliata e ho aggiunto un testo squinternato, scritto di notte in trasferta, che racconta delle mie "avventure" in quel Parco. Mi piacerebbe trovare un editore locale, ma pare impossibile, almeno per me. Certo, dovrebbe diventare altro, andrebbe tolto un po' di diario del fotografo ed aggiunta una seria descrizione del biotopo, che io non faccio, non sono in grado, ma è un peccato perché non esiste nessuna pubblicazione sul Parco delle Lame Sesia.
  21. Roberto son contento che ti è piaciuto. La tua collezione è ricca di cose bizzarre, mettici anche il moo libretto grazie per l'attestato di stima
  22. Per quello che mi consentirebbe di fare oltre a quanto mi consentono gli strumenti che già utilizzo.
  23. Accidenti, son 30 anni che nikon ha ricusato i tubi di prolunga, chissà per quale motivo.
  24. Ci sono già, ma se avessero montato il 230 mm sullo scafandro, non si vedeva più lo scafandro. Il dome 100mm, non ll'ho detto, ha una grave limitazione: a causa del suo strettissimo raggio di curvatura digerisce solo ottiche fisheye; qualsiasi grandangolo lineare anche spinto e diaframmato a fondo scala dietro a quel bicchiere regala foto impastate ai bordi in un modo indecente. Rimane il fatto che l'emisferico da 100mm essendo piccino offre due fondamentali vanraggi: - è facile da portare in giro per il mondo - puoi avvicinare maggiormente i soggetti in ripresa. certo, serve l'obiettivo giuso e fino a maggio l'unico prodotto da nikon era il 10.5 DX. Oggi con il nuovo 8-15 esiste una scelta in più ma per usare l'oblo' emisferico da 100mm con il nuovo zoom occorre interporre almeno 5cm di distanziatore davanti alla cassa scafandro e non è un gran bel vedere, per questo i costruttori nell'assetto "demo" non lo montano mai.
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