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Aggiorniamo la discussione con il nuovo aggiornamento firmware. Se prima si voleva lavorare in studio con trigger universali, bisognava passare per forza all'esclusione del preview a mirino da menù, perché impostando in una memoria utente l'opzione assieme ad un tris di iso tempo diaframma, se la macchina andava in standby ritornava al diaframma impostato precedentemente cosa che, quando si lavora in studio è assurda, nessuna reflex lo ha mai fatto e questo era un baco grosso come una casa. Ecco con il nuovo FW il baco è stato risolto, se la macchina va in standby od anche la si spegne rimangono le modifica tempo diaframma precedentemente impostate anche se differenti da quelle memorizzate nella memoria. Se si usa un trigger TTL la macchina si imposta automaticamente per non vedere sottoesposto se invece si usa un trigger universale si può creare una user per lo studio.
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Se ne è parlato qui
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Questo è il mio lettore da desktop È questo da viaggio Sono buoni entrambi ma la differenza c'è è si vede tutta.
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Va provato, potrebbe essere grande per individuarlo meglio e passare da un occhio all'altro, tanto deve prendere quello. Oppure potrebbe essere che in condizioni di non primo piano sia migliore il face detection che comunque richiede di essere impostato a menù. Esistono già le comparazioni con la Sony su YouTube però fatte da Dpreview non fanno testo.. 😁 Bisognerà farci su "l'occhio" 😂
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Dal tuo istogramma si evince che hai tre canali clippati sui neri e nessuno sui bianchi
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Quei due triangolini in alto che puoi attivare per visualizzare se ci sono clip (o ritagli) su luci ed ombre possono assumere diverse colorazioni in base al canale di ritaglio. Grigio scuro nessun ritaglio Grigio chiaro tutti i canali con ritaglio rosso verde e blu se uno di questi ha un ritaglio giallo se il verde e rosso hanno un ritaglio magenta se rosso e blu ciano se verde e blu Non puoi vederli singolarmente ma puoi sapere se qualche canale clippa o se tutti lo fanno.
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Z come Zuma 7: Tamrac backpack a triplo accesso
Dario Fava ha commentato al articolo Dario Fava in Accessori
Io ho un Lowepro piccolo, senza aperture laterali (che ho sul manfrotto grande e detesto), non mi trovo male se non fosse che hanno sacrificato un pezzo di interno con uno scomparto separato e non rimovibile, in modo che non è possibile montare un'ottica lunga. Il manfrotto, invece è micidiale, ha le spalle larghe ma ha anche la traversa per ravvicinarle, contiene 3 corpi montati più flash, ma anche lì hanno deciso di fare in modo (aperture laterali a parte) di non aprire completamente il vano, ma dividerlo in due, quello alto che si può usare anche per vestiti per escursioni in montagna e quello basso, il che lo rende un po' macchinoso nel recuperare l'attrezzatura.. insomma io lo zaino perfetto non l'ho mai trovato, o meglio ce l'avevo e l'ho distrutto con l'uso era una marca sconosciuta (Godspeed) ed ha fatto il suo lavoro per un sacco di anni, poi non l'ho più trovato ed ho ripiegato sul manfrotto che è costruttivamente migliore ma hanno sempre il vizio di esagerare con le aperture.. a me ne basta una che apra tutto.. prendo ciò che serve e lo richiudo. -
Ho venduto la mia prima foto!
Dario Fava ha commentato al blog entry Dario Fava in Il blog di Pedrito
Sì devo ammettere che ogni opera venduta lascia sempre un sapore particolare che esula dal vile denaro, anche se lo fai di mestiere. Perché non è un lavoro su commissione ma un tuo progetto, ed il fatto che qualcuno sia disponibile a pagare per poterlo esporre in un suo ambiente è estremamente gratificante. Complimenti! -
Sì ma quelli che si sono comprati l’a1 pensate che saranno entusiasti?
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Quanto è importante un autofocus allo stato dell'arte nella vostra fotografia ?
Dario Fava ha risposto a M&M nella discussione Materiale Fotografico
Anni fa si faceva lo scatto in modo diverso, i diaframmi erano spesso chiusi, il fuoco si prendeva in distanza iperfocale, oggi si lavora a TA, sfido qualunque "vero fotografo" a prendere a fuoco una persona in movimento ad f1,4 ...la fotografia cambia e con lei devono cambiare anche i fotografi, sarebbe impensabile girare oggi con automobili a carburatore e con cambio senza sincronizzatori, si può fare certo, per diletto. -
Quanto è importante un autofocus allo stato dell'arte nella vostra fotografia ?
Dario Fava ha risposto a M&M nella discussione Materiale Fotografico
Ho sempre avuto corpi differenti, proprio per diversificare il campo d'azione ed avere risultati il più possibile vicini alle mie pretese. (ho scritto pretese prima che esigenze, perché sono un perfezionista esigente) Inutile dire che pur non facendo sport l'autofocus resta l'unico automatismo al quale mi affido totalmente, sfruttandone per quanto possibile le caratteristiche che lo fanno rendere al meglio. Ne consegue che per me l'AF è fondamentale, mi sono sempre adattato ai limiti delle macchine, che ho sempre trovato e nonostante la notevole evoluzione negli anni (lasciamo perdere la D5 che è sovrumana) ancora oggi esistono. Oggi rispetto ai tempi della D70 diciamo che siamo piuttosto agiati, un piccolo step indietro con le mirrorless dovuto al sistema diverso costringe ad adattarsi un po' di più, ma consente anche altri tipi di vantaggi, quindi resta ancora più forte oggi la convinzione che corpi diversi permettano di essere più versatili, se si sanno sfruttare ovviamente. -
Ma io per quegli scopi seguirei il consiglio di Mauro, AD200. Il V1 lo vedo bene per il ritratto d'azione, sul campo lavorativo dove non è possibile puntare la parabola su superfici riflettenti, come in chiesa ad esempio.
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Dipende, se fai caccia fotografica ed usi lunghi, l’860 con la parabola a 200 aumenta notevolmente in NG
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I flash con parabola variabile non ce le possono fare, hanno una complessità interna che produce una luce dura anche nello sfumato esterno, migliorano con il cupolino diffusore, ma io stesso non mi sento mai di puntarlo diretto se proprio non ho alternative, questo è uno step più avanti, ha una parabola fissa, la luce dovrebbe essere modificata il più possibile per essere fruibile senza accrocchi di sorta, è sempre un compromesso, ma diciamo che per la portabilità resta un buon compromesso, se qui scrivono che non è morbida mentre godox sì, potrebbero chiedersi perché? Ovviamente come hai appena scritto la luce di tipo diretto, su soggetti umani, anche attraverso softbox è più problematica di una luce riflessa da un ombrellino o beauty dish od anche la parete bianca di un appartamento, quindi sì io preferisco evitare di togliere l'effetto pelle lucida con photoshop e partire già con la base pronta, ma non sempre è possibile. Sarei curioso di provarlo anch'io sto coso, più che altro per sentire quanto sbilancia rispetto ad un 860 e soprattuto che luce produce sulla pelle.
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Questo è grave per un illuminatore che dovrebbe rappresentare il riferimento nel professionale.
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Il fascino del filtro...in era digitale
Dario Fava ha risposto a Max Aquila nella discussione Materiale Fotografico
Quello, se non sono stordito dal mattino, sembra un graduato, ed il filtro a lastra consente di spostare e gestire il punto in cui si vuole digradare, cosa che il tondo non può fare. -
Tu firmi le tue foto?
Dario Fava ha risposto a .screen nella discussione Open Space : due chiacchiere in compagnia
Esatto, ti faccio un altro esempio... Questo scatto di Paolo Roversi, è stato attribuito per un certo periodo erroneamente a Peter Lindbergh, perché assomiglia al suo stile, anche se Roversi ha sfumature diverse da Lindbergh, questo ha portato a conoscere maggiormente (anche se non ne aveva bisogno) Roversi Che vi ricordo quest'anno sarà l'autore degli scatti del Pirelli 2020... sperando che gli editors non facciano porcate e continuino a deluderci come nei precedenti. -
Tu firmi le tue foto?
Dario Fava ha risposto a .screen nella discussione Open Space : due chiacchiere in compagnia
Come vedi anche in questo caso, a causa di un misunderstood, un fotografo sconosciuto è finito sotto ai riflettori, senza aver firmato la foto. -
Tu firmi le tue foto?
Dario Fava ha risposto a .screen nella discussione Open Space : due chiacchiere in compagnia
Un sindaco potrebbe anche non sapere che le foto online non sono pubbliche, ma l'editor che l'ha usata per quello scopo non può non saperlo, e questa è una grave mancanza di professionalità nonché una brutta figuraccia. -
Tu firmi le tue foto?
Dario Fava ha risposto a .screen nella discussione Open Space : due chiacchiere in compagnia
Ti cito un esempio di maleducazione di cosa non puoi fare con una foto , o se vogliamo chiamarla ignoranza in buona fede. https://roma.fanpage.it/la-spettacolare-foto-di-roma-che-virginia-raggi-ha-rubato-a-un-giovanisimo-fotografo/ -
Tu firmi le tue foto?
Dario Fava ha risposto a .screen nella discussione Open Space : due chiacchiere in compagnia
Quello sta nella sensibilità e nell'educazione di chi le pubblica.. purtroppo non tutti ne sono provvisti. In ogni caso le foto non possono essere "rubate" per scopi commerciali, per usi che non siano divulgativi e che esulino dal significato della foto in sé, se dovesse accadere, perché accade, basta scrivere due righe, per chiedere l'esposizione dei credits. Ed in mancanza di risposta si può procedere anche legalmente. -
Tu firmi le tue foto?
Dario Fava ha risposto a .screen nella discussione Open Space : due chiacchiere in compagnia
IL mio marchio sta sull'insegna dello studio sul catalogo degli album da matrimonio, sulle borsine di carta che do ai clienti, sulle foto artistiche (solo se richiesto) in timbro in rilievo e non in inchiostro. -
Tu firmi le tue foto?
Dario Fava ha risposto a .screen nella discussione Open Space : due chiacchiere in compagnia
Nonostante io abbia speso un bel po' di soldi per avere un Logo creato da un professionista, perché quando lavori in un settore artistico, avere un marchio che la gente possa ricordare prima del nome, è importante; difficilmente firmo le foto od anche solo aggiungo il marchio, perché trovo deplorevole "sporcare" una foto con qualcosa che sia estraneo alla foto. Quando è capitato di farlo è stato per esplicita richiesta. Spesso è un errore nel quale "casca" facilmente il dilettante, quello di voler a tutti i costi far vedere il proprio nome unitamente alla foto, perché anche ai grandi professionisti, quelli le cui foto sono riconoscibili anche senza firma, non hanno alcuna velleità nello scrivere il loro nome sulla propria opera, non interessa se la foto gira senza sapere il proprietario, l'importante è che giri. In alcuni casi è necessario fare in modo che la foto non sia replicabile, ed allora entra in gioco il watermark ma, e non è il mio parere, la firma sulla foto in rete è sinonimo di "dilettante" -
Sì ma infatti ho scritto che non significa nulla essere nps o meno, una p.iva da fotografo quando l’aprii io, bastava avere un diploma tecnico, tipo il mio perito meccanico, quello non faceva certo di me un fotografo. Però ti posso dire che lui scrive bene della nikon ovviamente, ma nella diretta si è lasciato scappare volutamente qualche frecciatina, questo mi è piaciuto, e perché le facce dei responsabili nikon non erano inquadrate, ma ho sorriso, immaginandole 😂 La mia impressione è che neanche lui conosca bene le macchine, ha ammesso di non aver letto il manuale e di avere appreso dai tecnici quella funzione di tracking. Probabilmente con la Sony ha fatto lo stesso, non sapeva come settare l’AF, ma a lui sostanzialmente non piacevano i file e l’impugnatura liscia e scivolosa per quello l’ha venduta.
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Beh il fotografo che ha fatto il test su una z7 che gli è stata fornita appositamente, utilizza l’aggancio automatico quotidianamente, con le D850. Ha detto alcune cose (nella diretta) che io non condivido, come metodo di lavoro, ognuno lavora a modo suo e come crede. Tipo io sono velocissimo in manuale, ho affinato negli anni il metodo di controllo totale del mezzo per avere uniformità tra i risultati di macchine diverse, lui scatta molto in A con iso auto e macchine uguali. Io uso l’afc su punto singolo o (a seconda della macchina) con 9 punti adiacenti, mai usato in lavoro un AF dove la macchina decidesse cosa mettere a fuoco, perché mi conosco, se sbaglio io, mea culpa, se sbaglia la macchina mi incaxxo come una biscia... insomma i metodi di lavoro sono diversi. Da quando lui ha testato la Z, ha mollato la A7 per una serie di motivi, tra il file che non lo soddisfa, l’ergonomia e l’autofocus... lamenta solo la mancanza del doppio slot che per lui è fondamentale per sicurezza, ed è il motivo per cui per lavoro, continua ad usare le 850 e si è comprato una Z6 e non una 7 per le proprie cose. Io non lo conosco, di nps ce ne sono tanti e non vuol dire nulla, ma se gli hanno chiesto di recensire la z7 e gli hanno dedicato lo spazio che io ho seguito in diretta online, suppongo avrà delle qualità. Sicuramente mi ha incuriosito questo aspetto e credo che meriti di essere approfondito.