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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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  1. E' vero, ma l'anello COMA l'avevo preso insieme al 65mm MP3 prima che le mirrorless (non solo Z ) vedessero la luce ed ho usato quello che già avevo in casa, Massimo: l'alternativa, sempre "vintage", sono gli obiettivi montati rovesciati su teleobiettivi moderati, un 50mm montato su un 105 mm da' un RR di 2:1 con l'obiettivo principale focheggiato ad infinito. Con un 200 mm si parte da 4:1. Avevo provato con le Nikon D300 ecc. , Con la Z dovrebbe essere più facile. Quando ho tempo provo. PS Se no c'è l'85mm Mitakon f2.8 Super Macro 1-5x che sulla carta promette bene, venduto anche con attacco F.
  2. E' la slitta piccola della Novoflex: https://www.amazon.it/Novoflex-CASTEL-MINI-Testa-regolabile-treppiedi/dp/B0002SWFCQ
  3. Già, avevo trovato una Mini Castell usata anni fa, ma aveva dei problemi con le rotelle di scorrimento e non l'ho presa, ne capitasse un'altra ci farei un pensiero serio.
  4. Uno dei vantaggi delle mirroless, oltre a previsualizzare l'esposizione e quindi vedere la foto in tempo reale, è la messa a fuoco manuale assistita. La Z6 in questo senso è ben dotata. Ho così ripescato il mio vecchio Canon 65mm MPE, con adattatore COMA (del famoso Adriano Lolli) da Canon Ef a Nikon F e tramite adattatore cinese da Nikon F (senza contatti) a nikon Z l'ho montato sulla Zeta 6. La scelta di usare un adattatore cinese senza contatti mi è stata consigliata da Mauro Maratta per evitare di danneggiare il più delicato e costoso FTZ con accoppiamenti non protetti . Il tutto montato su slitta micrometrica per una messa a fuoco di precisione. Ah, ho usato anche anche un illuminatore a LED. Poi ho preso qualcosa di piccolo: E ho voluto provare a riprendere un particolare con un RR di 3:1 ossia tre volte più grande del reale (il Canon permette di arrivare fino a 5:1). Ovviamente non era possibile fare lo "stacking automatico" con questo accrocchio, ma vi assicuro che non è stato difficile. Come forse sapete il 65mm MPE non ha una ghiera di messa a fuoco, si imposta il rapporto di riproduzione desiderato e si muove avanti indietro il complesso obiettivo fotocamera fino ad avere il soggetto a fuoco. Un problema aggiuntivo è che con l'adattatore Canon/Nikon non si può nemmeno chiudere il diaframma per cui si lavora a tutta apertura (che anche se non è realmente f2.8 è comunque ampia). La profondità di campo è quindi piuttosto esigua: Ma grazie al focus peaking (ho anche impostato il pulsante AfON per mostrare l'immagine al 200% se serve) ho potuto fare una serie di 21 scatti in sequenza e combinarli con Photoshop. Et voilà: E' stato relativamente facile e veloce. Più che con una DSLR. Anello debole della catena, la slitta micrometrica, ne ho due, ma entrambe hanno qualche leggero scarto, per cui a questi ingrandimenti ogni tanto si hanno scatti leggermente disassati che vanno eliminati prima di fare lo stacking. Nel complesso non ci è voluta gran fatica ed il risultato è buono. Attenzione, io il Canon l'avevo già, non compratelo , ci sono altre soluzioni. Ne riparliamo se volete.
  5. Vero c'è l'atmosfera ma è un po' poco, ll discorso però mi interessa, provo a mettermi a fare i compiti delle vacanze per bene. Vediamo se tiro fuori qualcosa di buono.
  6. Non so se ci azzecca, ma mi ispira un che di postatomico. Domenica 15/12/2019, MM Sant'Ambrogio Milano (il missile è al Museo della Scienza e della Tecnologia).
  7. Anche da parte mia. Sono rimasto affascinato anch'io dalle foto, che sono come le ha descritte Marco 63. PS. Tutto sommato la Z6 l'ho presa "anche" per fare qualcosa del genere (non proprio uguale, nè sono bravo come te, naturalmente).
  8. Beh, con quell'aggeggio vengono foto così Che a me non dicono molto. Ho visto dei tizi seduti davanti all'alberello e mi sono avvicinato solo per testare la Z6 con gli uccellini .
  9. Notevole risultato. Grazie per la condivisione.
  10. La noce non l'ho appesa io, semplicemente passavo di lì.
  11. Sto provando ora il "cambio di messa a fuoco" con rapporti vicini ad 1:1 e confermo quanto scritto da Marco, le cose si complicano, ci sto ancora studiando sopra.
  12. ... l'ho usata poco, perchè il tempo atmosferico e quello a disposizione hanno congiurato contro di me. Per questo non scrivo (per ora) un articolo sulla Z 6, non potrei dire niente di più o di meglio di quanto hanno già scritto Max Aquila, Massimo Maratta e Massimo Vignoli (in ordine alfabetico) nei loro eccellenti articoli. Mi riservo però di contribuire in modo originale (ossia senza ripetere quanto già scritto) in futuro, con un articolo sull'uso della Z6 nella macro close-up sul campo. Sotto questo aspetto nutro notevoli aspettative dalla Z 6. Però vorrei condividere lo stesso le mie prime impressioni, senza dire granchè di nuovo, ma offrire il mio punto di vista, soggettivissimo. Corpo macchina. Non è curvy/sexy come le DSLR di alto livello, ma è piacevole da tenere in mano, è leggera ma non troppo, è piccola ma non troppo. Come ho già scritto, con ottiche di dimensioni ragionevolmente contenute (fino al 70-300 AfP, ad esempio) mi sta bene in mano anche senza grip aggiuntivi. Mi procurerò comunque una basetta con attacco Arca perchè comunque ci sono volte in cui devi usare il treppiede. L'impressione di solidità è molto buona. Non ho esperienza con le Sony quindi non faccio confronti, le Fuji XT 1-3 che, non lo nascondo, le trovo esteticamente molto belle, anche loro danno un'ottima impressione di robustezza, ma sono un pochino troppo piccole per le mie mani. Il mirino è uno dei migliori che abbia provato, rimane quel più o meno fastidioso lag rilevato da Massimo Vignoli, ossia al "risveglio" dallo stand by per un "attimo" l'immagine rimane nera. Molto sensibile lo switch tra mirino e monitor, a volte usando i comandi touch il sensore del mirino percepisce il dito e mi oscura il monitor. Come risolvere la cosa l'ha già scritto Massimo. Monitor ottimo e comandi intuitivi per un nikonista. Non ha un'interfaccia utente nello stile delle le DSLR Pro-in cui includo la D500. In questo contesto, con il discutibile termine "Pro" volgio solo indicare un tipo di disposizione dei comandi, particolarmente la ghiera superiore che sulla Z 6 presenta i tipici comandi P A S M (anzi M A S P) un po' come le Nikon D610, D750, D7XXX, però nemmeno si propone come "Pro" per cui, nella sua fascia medio alta di appartenenza va benissimo così. Autofocus buono in generale, abbastanza reattivo (tenendo presente di problemi di "risveglio"). In Af C con FTZ e tele-zoom ogni tanto mi ha mancato il fuoco, non so dire se siano casi sporadici, o una cosa sistematica, devo usarla di più. L'Af singolo permette il Pinpoint (punto di messa a fuoco piccolissimo) ed è davvero eccellente. Non è disponibile in AfC, non so se non sia tecnicamente possibile realizzarlo (e allora bene così) o sia una scelta (in questo caso non la condivido). Sull'otturatore meccanico ed elettronico e sullo stabilizzatore non ho nulla da aggiungere a quanto già scritto dalle tre M (Max, Mauro e Massimo), funzionano bene. La qualità di immagine è elevata, sia con il suo zoom di corredo, il 24-70 che, piacevole sorpresa, con il 70-300 AfP. Con il 24-70mm f4S: Bei colori, nitidezza e impressione di tridimensionalità. Ottima tenuta e recupero anche nel controluce: Con il 70-300mm Af P: sotto crop 100%. I file sono ottimi e molto lavorabili, la capacità di recupero nelle ombre mi ha entusiasmato, Come la resa ad alti ISO (a 12800 ISO le immagini sono ancora più che buone). Vincent a 12800 ISO. Anche in studio ho potuto superare con disinvoltura alcuni vincoli sulle luci che la SIGMA mi imponeva. Ho provato il Focus Peaking (molto valido) e Il "cambio di messa a fuoco" o come si chiama (quello che serve per poi fare lo stacking di più immagini), anche questo molto soddisfacente. Stacking di una ventina di scatti (rapporto di riproduzione 1:2 circa) Immagine singola: ù Aggiungo una cosa che non è misurabile oggettivamente, ma per me è comunque molto importante, il feeling: Anche se devo ancora finire di scoprirla, al momento sento che la macchina non mi è (quasi) mai di intralcio, anzi mi fa venire voglia di usarla, di fotografare. Sì, ma adesso lasciaci dormire... Silvio
  13. Ho sospeso la cosa in quanto questo venerdì arriva mio figlio maggiore (ingegnere informatico) per passare il natale insieme, mi ha promesso di pensarci lui . Poi vi faccio sapere.
  14. Per dimostrare che non dico bugie, questo è un crop del 100% della foto con il 200 micro -nikkor AfD con montato il Kenko:
  15. Anche nella mia esperienza il moltiplicatore rende meglio alle distanze ravvicinate. Sono riuscito a fare foto macro più che decenti persino con un Kenko 2X (montato dietro ad uno stellare 200 micro nikkor AfD ) in casi in cui il soggetto era a circa 1-1,5m, non avvicinabile oltre per ottenere il rapporto di riproduzione che volevo io. Esempio estremo forse, ma risultato accettabile. Persino con il vituperato (a ragione) TC 200 E I sul 105 VR ho ottenuto nitidezza decente.
  16. Sì il paraluce è un po' ostico da rimontare capovolto. Si deve forzare un po', se no rimane libero. Sulle prime temevo di danneggiarlo.
  17. Certo che il mezzo tecnico è importante, certo che deve collaborare come hai scritto, certo che deve essere all'altezza come scrive Mauro ... ma io volevo anche fare i complimenti per la bellezza intrinseca delle foto, perchè oltre a saper usare le cose, sai vedere e tradurre in immagini quello che la tua sensibilità ha colto. Tutto qui
  18. Massimo, ottimo reportage, oggi per la prima volta ho avuto modo di usare la Z 6 con continuità (in ambiente molto diverso, naturalmente ) e mi ritrovo completamente nelle tue conclusioni. Ma... al di là dell'attrezzo le tue foto sono di una bellezza rara, aprono il cuore. Questo però è indipendente dal mezzo usato, sei tu.
  19. Il fatto strano è che il PC fino all'altro ieri leggeva il ...lettore senza alcun problema, non ci sono stati aggiornamenti di software nel frattempo.
  20. Aiutooooo succede questo: Il PC non riconosce più la scheda XQD e/o il lettore. La scheda ed il lettore se collegati ad altri PC funzionano Se metto qualsiasi altra cosa nella presa USB del PC dove metto il lettore XQD, questa altra cosa funziona perfettamente. La scheda funziona. Cosa non funziona? GRRRR!
  21. Neil Leifer è uno dei più "iconici", come si usa dire adesso, fotografi sportivi, uno di quelli che hanno fatto la storia della fotografia di sport con immagini indimenticabili. Un giovane Leifer con la Nikon F Nasce nel 1942 e cresce nella Lower East Side di Manhattan in New York City. Ad appena tredici anni si accosta alla fotografia grazie al patrocinio della Henry Street Settlement House, organizzazione che offriva corsi gratuiti ai giovani di famiglie povere della zona (per inciso da quel gruppo di fotografi uscirà anche Stanley Kubrick). Si appassionò subito e fece ogni genere di lavoro, lustrascarpe, fattorino di fast food, fino a risparmiare abbastanza denaro da comprarsi la sua prima fotocamera. Da ragazzo a New York si ingegnava ad entrare gratis alle partite di baseball dei New York Giants facendo da accompagnatore allo stadio di soci sostenitori in sedia a rotelle. Grazie al biglietto gratuito e la fotocamera si appostava poi sul campo con gli altri fotografi. Neil Leifer, a sinistra sui gradini, con un "obice"?! Iniziò come professionista nel 1960 e le sue foto apparvero regolarmente sulle riviste più famose come il Saturday Evening Post, Look, LIFE, Newsweek, Time, e soprattutto (naturalmente) Sports Illustrated . Neil Leifer in una foto più recente Erving a canestro La sua foto di Muhammad Alì che ha messo KO Sonny Liston è ritenuta una delle più grandi foto sportive mai scattate. Alì con i Beatles. Neil Leifer con Alì, ormai malato. Quando nel 1990 lasciò la redazione di TIME, le sue foto erano state pubblicate in oltre duecento copertine di Sports Illustrated, Time e Peoples . Leifer ha pubblicato 16 libri. I suoi più recenti, Ballet In The Dirt e Guts and Glory, (pubblicati da TASCHEN), raccolgono cinqunat'anni di foto della Major League di Baseball e di Football Americano professionisti. Leifer oggi, ad un match di Manny Pacquiao.... ma.. ma... cosa gli è successo? Il peso degli anni? DISCLAIMER: Tutte le foto sono prese da internet al solo scopo di illustrare l'opera di Neil Leifer e il copyright appartiene ai rispettivi autori/aventi diritto.
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