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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 21/10/2018 in tutte le aree

  1. E' risaputo ormai che preferisco i gatti, ma quando ho saputo che al Parco di Monza si teneva una maratona di cani... bassotti, mi è venuta gran curiosità. "Strabassotti" il titolo dell'avvenimento, una marcia non competitiva di 2 km, accompagnata da stand e attività varie, con premiazioni ed altro, organizzata dall'Associazione Cuor di Pelo Rescue Bassotti Onlus. Partenza dalla zona ristoro presso la Cascina del Sole, lungo il viale Cavriga ci sono chiare indicazioni, ma una riunione di circa 600 (!) bassotti e relativi padroni si trova abbastanza facilmente anche "ad orecchio". I partecipanti arrivano un po' da tutta Italia con i loro piccoli beniamini. Ce n'erano per tutti i gusti, classici a pelo raso e a pelo ruvido, Più qualche livrea particolare In attesa del via coccole a profusione. Un altoparlante invita a radunarsi per la partenza. Madrina dell'evento Maria Luisa Cocozza. Conduttrice del programma televisivo della rubrica del TG5 l ‘Arca Di Noè. Con tanto di cameraman al seguito. A far da guardia addirittura carabinieri a cavallo (i cavalli non sembravano proprio rilassati a sentirsi abbaiare addosso da centinaia di cani, ma è andato tutto bene). Pronti via! La corsa comincia... beh ricordiamoci che è non competitiva quindi era più una passeggiata, ognuno col suo ritmo e ogni tanto una diversione. Forza dai! Questo French Bulldog si chiedeva un po' rammaricato perchè lui no... E per finire un outsider tra i piccolini: un Bassett hound che tanto piccolo non è. Spero che vi siate divertiti, e attenti, che il mio prossimo articolo tornerà... felino.
    3 punti
  2. Numero di scatti CIPPA (tm) Nuova Denominazione suggerita da Massimo Vignoli qui andiamo verso i 7752 scatti a carica. Mi sono esaurito prima io (4735 scatti in circa un'ora e 25 minuti primi).
    2 punti
  3. Mi sembra di vedere le vostre facce.. e leggere nel vostro pensiero.. ma cosa cavolo si inventa ancora questo qui? chissà cosa ha bevuto, ma un bel niente credetemi abbiate la pazienza di seguirmi per un pochino e vedrete che ci arriveremo. Allora iniziamo con la parte più vecchia il Mulino, a Mandello del Lario esisteva una famiglia di mugnai, ed avevano chiaramente un mulino ad acqua ma la storia inizia da lontano nel tempo, esattamente il 15 settembre del 1863, che con scrittura privata il sig. Dazio Ripamonti prende in affitto dal sig. Angeloni di Mandello, " Un Mulino per Macina di grano " ad un canone complessivo di lire 420, verrà poi acquistato il 30 aprile del 1890 per una cifra pari a 5500 lire. Per avere un'idea della valuta, un operaio guadagnava 1,30 lire al giorno; il mulino verrà poi ceduto ai figli Bartolomeo ( chiamato Bertula ) e Maria, che lo terranno in funzione sino al 1940 e questa e la breve cronistoria del mulino.. ed andiamo ora a chiarire in cosa consiste il rapporto con il Carlo Guzzi... L'attuale proprietario del mulino ed anche diretto discendente, al quale va un sentito " grazie " per il materiale e la storia.. E' un vincolo di parentela quello che lega il Mulino Ripamonti a Carlo Guzzi, fondatore dell'omonima fabbrica di motocicli famosa nel mondo; difatti nel 1909 che Carlo Guzzi sposa Francesca Gatti, sorella di mio nonno Piero coniugato Ripamonti. allo zio Carlo, come lo chiamavano in famiglia i miei nonni doneranno poi i terreni su cui sorgerà la fabbrica. Su questa pergamena decorata a mano che fu donata dal gruppo di dirigenti e dai piloti a Carlo Guzzi in occasione delle nozze del figlio , si possono vedere le firme autografe di: Giuseppe Guzzi ( fratello di Carlo detto Naco ) di Valentino Gatti ( fratello di mio nonno ) vincitore del circuito del Lario del 1923 e quelle di alcuni famosi piloti dell'epoca, Omobono Tenni e Nello Pagani In questa fotografia si può vedere un giovane Carlo Guzzi con alcuni meccanici nell'officina della squadriglia di Idrovolanti Sant' Andrea di Venezia. Ed è proprio qui che conoscerà gli aviatori Parodi e Ravelli con i quali costituirà una società per poi fondare la Moto Guzzi La passione per la tecnica e l’estrosità dell’Ing. Giuseppe Guzzi fratello dello zio Carlo lo spinsero sicuramente a curiosare anche tra i meccanismi del Mulino Ripamonti; fu infatti lui come si può vedere dal cartiglio, che nel 1941 per primo ne disegnò la planimetria, che è attualmente depositata come scheda catastale negli archivi del comune. Giorgio Ripamonti detto el fereè era un artigiano fabbro ma sopratutto meccanico esperto di motori ad olio pesante impiegati nelle imbarcazioni da trasporto merci sul lago Como (gondole e comballi). Fereè parola dialettale lombarda che significa “fabbro” era il soprannome di famiglia dovuto al fatto che il padre aveva un'attività di fabbro ferraio. Un uomo schivo ma dai molteplici interessi, in primo luogo la meccanica e i motori. Nell'attività di manutenzione dei motori per imbarcazioni ebbe un notevole successo era conosciuto in parecchie zone del lago di Como nella piccola comunità mandellese la sua officina meccanica era quindi abbastanza famosa. Nel 1913 la Ditta Agostini Giosuè di Mandello Lario fu tra le prime aziende ad installare sulla propria gondola "Luigina" un motore: era un Weber monocilindrico a "testa calda"_ Sviluppava la potenza di 5 CV circa a 450 giri il minuto ed era alimentato a "olio pesante" (nafta poco raffinata). Al momento dell'installazione tuttavia si manifestò subito un problema determinato sia dalle ·forti vibrazioni, che mettevano a dura prova il fasciame della barca, sia dall'elica in dotazione che, essendo stata studiata. per i fiumi, era dotata di pale molto piatte che facevano poca resistenza nell'acqua ferma del lago, provocando dei "fuori giri" del motore senza peraltro imprimere velocità alla gondola. I due meccanici della Weber, venuti appositamente dalla Germania per l'installazione del motore, non seppero risolvere questi problemi, che furono invece superati dall'intervento di due mandellesi, il meccanico Giorgio Ripamonti, che studiò l'installazione del motore in modo corretto e l'ing. Giuseppe Guzzi detto "Naco" (fratello di Carlo Guzzi fondatore della Moto Guzzi), che fece costruire su suo progetto un'elica adeguata alla necessità. I responsabili tedeschi della Weber onestamente riconobbero che senza l'intervento dei due tecnici mandellesi i problemi non sarebbero stati risolti in così breve tempo. Giorgio Ripamonti e Carlo Guzzi Ed in questa officina un non ancora ventenne Carlo Guzzi apprese i primi rudimenti di meccanica, si appassiono al mondo dei motori. Carlo Guzzi (1889-1964) milanese di nascita, figlio di un ingegnere meccanico e progettista,di famiglia benestante era solito frequentare Mandello del Lario in quanto la famiglia possedeva una casa per villeggiatura. Con la prematura scomparsa del padre (1906) la famiglia (la madre e altri 3 fratelli) decise di stabilirsi definitivamente a Mandello. Allo scoppio della prima guerra mondiale il Guzzi fu richiamato presso la squadriglia idrovolanti S. Andrea a Venezia come maresciallo motorista. Ufficiali piloti in quella squadra erano Giorgio Parodi, discendente da una ricca famiglia d'armatori genovesi, e il bresciano Giovanni Ravelli, pilota di motociclette negli anni precedenti il conflitto. Il sodalizio fra i tre divenne molto intenso, cementato dalla passione per la meccanica e per le motociclette Nei mesi immediatamente successivi alla fine del conflitto Ravelli restò vittima di un incidente di volo e i progetti che i tre amici stavano da tempo accarezzando furono proseguiti solamente da Parodi e dal Guzzi. Questi aveva coltivato da tempo il progetto ambizioso di mettere a punto un modello innovativo di motore per motociclo che potesse offrire, oltre a ottime prestazioni, grandi affidabilità e sicurezza....il sogno di Carlo Guzzi....con l'appoggio finanziario del padre di Giorgio Parodi nel 1919 nell'officina del vecchio amico Giorgio Ripamonti fu assemblato il primo prototipo di motocicletta chiamata G.P. (Guzzi-Parodi) In seguito Giorgio Parodi per evitare, a quanto si disse, che il nome del prototipo venisse confuso con le sue iniziali, e per una forma di riserbo comprensibile a chi conosca la ritrosia dei capitalisti liguri, volle introdurre la denominazione Moto Guzzi che assunse il valore di marchio commerciale. Nasce così nel 1921 la «Società Anonima Moto Guzzi» Il marchio Moto Guzzi è sovrastato dal simbolo dell’Aeronautica: l’aquila ad ali spiegate in ricordo dell'amico Ravelli. questa è l'officina in cui nel 1919-20 venne alla luce il primo prototipo della Moto Guzzi, anche questo posto è diventato un Museo.. ma.. l'ho saputo dopo... Abbiamo finito? no per davvero... adesso le cose diciamo si complicano un pochino.. Il primo bicilindrico progettato dall'ing. Giulio Cesare Carcano, che poteva avere una sua prima reale applicazione, ma dove? ma nella neonata Fiat 500, bello è? venne applicato direttamente al gruppo cambio frizione e i risultati.. furono uno schianto, la 500 poteva correre ad una velocità massima di ben 140 km/h, vi era da rinforzare un pochino la scocca, per l'irruente bicilindrico.. ma la Fiat, pensando poi di avere una spina nel fianco, declino la cosa.. e scelse una società più piccola la Abarth che si limitò con piccoli interventi sul motore, peccato.. ma peccato davvero, ovviamente due Galli in un pollaio unico.. vi sono in circolazione, pardon.. in qualche segreta privata almeno due esemplari.. ma vatti a sapere dove e di chi... E la Fiat l'abbiamo sistemata.. passiamo oltre... Nel 1990 la Guzzi venne interessata alla produzione di un motore da applicare ad un aeroplano, radioguidato a distanza da utilizzare per sicurezza ( che poi fosse armato o meno, eravamo alle prime prove.. )questo motore verrà poi acquisito da diversi stati europei, il progetto del motore è il V75HI-E e viene utilizzato il nostro motore bicilindrico a V di 90° con una cilindrata di 750 cc. ho notato che i gruppi motori sono due per ogni apparecchio, bene.. di carne al fuoco ne ho messa.. buon appetito ora.. Altra vista dei Droni, chissà se acquistano ancora i ricambi oppure sono stati dismessi.. Vista con il cofano alzato di un mono motore che, se non sbaglio è stato costruito da un pezzo da 90 del museo, appassionato di colo leggero Io questo motore appeso.. non l'ho visto a Mandello.. o mi è sfuggito, ma non mi pare.. Questa è la famiglia Ripamonti, Mugnai di Mandello nel 1924 circa Adesso non mi pare di dover aggiungere altro.. e il nostro Bimatic sarà contento.. Ultimo aggiornamento il 22 - 10 - 2018
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  4. E qui, giusto per dare spettacolo ... sequenze montate ridotte a 1800 punti di lato, ingranditele per vederle meglio Nikon Z7, Nikon TC-14E II, Nikon FTZ; Nikon 70-200/2.8E FL, 1/1250'', F5.6, ISO 160 e ISO 180, jpg, raffica a 9 fps, scatto silenzioso, ADL su auto
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  5. Ponte Buriano, Arezzo (L'Arno sotto "il ponte della Gioconda")
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