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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 09/10/2018 in tutte le aree

  1. Lo scorso venerdì, approfittando della bella giornata mi sono fatto quattro passi fuori porta, e sono andato a Mandello del Lario, mi interessavano due cose: la prima il Mulino Ripamonti ( eddaje, che continua con stà solfa ) e il secondo motivo la visita del Museo Guzzi, purtroppo non sempre le cose vanno come si pensa e spera.. la Piaggio, proprietaria del marchio, permette la visita in forma gratuita " SOLO tra le 15,00 - 16,00 di ogni giorno meno festivi pre-festivi il mese di Agosto ed altre limitazioni.. poi, doveva esserci un Boock store, era chiusa da tempo.. vabbè non diciamo altro; una breve storia dell'azienda e poi le fotografie.. A Genova nel 1921 esattamente il 21 marzo il cav. Emanuele Vittorio Parodi, suo figlio Giorgio e il suo amico Carlo Guzzi fondarono a Genova la " Soc. Anonima Moto Guzzi " sede legale a Genova e unità produttiva a Mandello Tonzanico, nel tempo diverrà Mandello del Lario, per il logo fu scelta l'Aquila in onore di un'amico aviatore caduto. In quel di Mandello l'unità produttiva venne installata nel garage della fam. Guzzi con lo scopo di portare a termine il prototipo, che fu la G.P. 500 ( la sigla delle lettere di Guzzi e Parodi ), venne prodotta con il valente aiuto dell'officina del sig. Giorgio Ripamonti ( del omonimo mulino n.d.r. ) ma il nome dato al primo motociclo non durò molto, dopo poco tempo si tramutò in Moto Guzzi, con l'emblema dell'aquila con le ali spiegate; dopo il primo prototipo venne iniziata una piccola produzione con bel 17 motocicli prodotti nel primo anno, con leggere varianti per il contenimento dei costi. La " Normale " questo era il nome del modello, era per l'epoca con caratteristiche avanzate una potenza di 8 CV, una velocità di ben 80Km/h oltre ad essere la prima motocicletta nella storia ad avere il cavalletto centrale, siamo sempre nel 1921, nel mese di settembre viene presa la decisione di debuttare nelle competizioni sportive, con due " Normali " alla Milano - Napoli, ultima prova sportiva per quell'anno, riuscendo a arrivare al traguardo, senza danni e guasti percorrendo ben 877 Km della gara di gran fondo. Partecipando alle gare la marca si affermava sempre più nel tempo, e la consacrazione la si ottiene già nel 1924 con la partecipazione trionfale del Campionato Europeo nella quale la 500 C 4V riesce ad ottenere il primo, secondo e il quinto posto; nel 1925 a Mandello con circa 300 persone di maestranza, vengono prodotte ben 1200 motocicli, mentre nel 1927 per sperimentare il cosidetto 2 Telaio elastico " brevetto Guzzi " unica al mondo, il fratello di Carlo, Giuseppe Guzzi guida sino a Capo Nord il nuovo modello GT, che con questa impresa si potrà fregiare del nome " Norge "in onore all'omonimo dirigibile, va detto che i due fratelli Guzzi furono gl'inventori del telaio elastico con sospensione posteriore; precedentemente tutte le motociclette erano dotate di telaio completamente rigido, nel 1929 la produzione raggiunge le 2500 unità, e poi nel 1934 sarà il maggiore produttore italiano. Adesso basta con la storia.. se volete leggerne di più in commercio potete trovare testi validissimi, passiamo ora alle fotografie.. dimenticavo, ora ve ne propino il 50% circa.. poi vediamo il vostro pensiero.. se devo continuare o meno.. Un amore purtroppo passeggero di diversi anni fa, ma la colpa fu solamente di un venditore disonesto; che messo alle strette riprese il veicolo e, rimborsò tutta la cifra pagata, ma onestamente era una gran bella sensazione, la motocicletta era un' Airone Sport. Ed eccoci davanti all'ingresso del vecchio stabilimento, ora vuoto, la produzione è altrove, il parcheggio davanti era praticamente vuoto, solo alcuni nostalgici in attesa dell'apertura. L'unica persona addetta al controllo del museo, che polo poteva indossare? ma Ralph Lauren perbacco.. Il giubbino marchiato.. Venerdì sono stato il primo ad entrare, la sicurezza mi ha fatto compilare un modulo e firmarlo, non ho letto cosa vi era scritto in piccolo.. e poco dopo ecco il primo bolide. Passato il bolide, la scala.. al primo piano un lungo corridoio, e il primo lotto di mezzi, i più vetusti. posti in due file posti quasi tutti a 45° uno vicino all'altro, in totale la mostra è di 150 motociclette + pezzi affini. Ed ecco il reale ingresso, con alla sinistra in una teca .. Con la prima motocicletta in assoluto costruita, la GP 500 prodotta a Mandello nell'officina del fabbro del paese, il Ripamonti.. ma era l'anno 1919 e dobbiamo aspettare il 1921 che.... Siamo nel settembre del 1921 e la prima moto di serie la Normale, debutta.. notare: l'assenza del freno anteriore, e la mancanza di qualsiasi ammortizzatore anteriore e posteriore, dietro un piccolo freno a tamburo con azionamento a leva, motore monocilindrico 4 tempi 498 cc 8,5 Cv a 3400 giri, velocità di 85 Km/h. Questa è la C 2 V , prodotta dal 1923 al 1927, 498 cc 4 tempi 17 CV per 4200 giri, velocità di 120 Km/h, si inizia ad avere un molleggio anteriore e relativo freno, posteriormente ancora rigida, con molloni sotto la sella, notate il serbatoio ausiliario dell'olio, posto sotto quello della benzina. Una motocicletta di 250 cc sperimentale, non viene detto altro, siamo nel 1926, migliora il sistema frenante complessivo e l'ammortizzatore anteriore. Due viste della GTW 500, mezzo decisamente militare Tre viste della 250 Compressore, prodotta dal 1938 al 1952, 250 cc per 38 CV e 180 Km/h.. dici niente.. la ruota posteriore carenata, e finalmente un' ammortizzatore posteriore, primitivo ma c'è.. Ben quattro viste della Tre cilindri, sono 491cc per tre cilindri a 4 tempi, anno di produzione, non sono molto chiari.. si passa dai 1932/33 al 1940, con 65 CV a 8000 giri ed una velocità di 230 Km/h Uno studio del 1937, 250 cc a compressore Motore sperimentale bicilindrico da 500 CC raffreddato ad acqua 1937 Ed ecco Gerolamo del 1938, 250 cc con compressore e iniezione diretta Siamo per l'epoca, ad un piccolo gioiello; tre cilindri 494 cc con 25 CV a 5500 giri velocità di 130KM/h; notate il sistema di ammortizzamento già all'avanguardia il faro , il clakson i paragambe le marce a mano con leva al fianco del serbatoio e i freni a tamburo. Queste cinque fotografie sono della mitica GT che poi acquisterà l'appellativo NORGE, motore monocilindrico 4 tempi, 498 cc per 13,2 Cv a 3800 giri velocita massima 130 Km/h Questa notte ero andato avanti ben più di questa immagine ma nel caricare altre fotografie ho sbagliato, chiudendo in fretta senza salvare.. debbo ora rifare quanto avevo fatto prima.. beh, poco male.. Dicevamo, ad un certo punto mi trovo al mio fianco un altro visitatore con in mano una cosa da me mai vista, un coso con cui può fare riprese a 4K in condizioni di operabilità per me precluse, visto la barra di protezione posta a tutte le motociclette esposte, ma ad un costo così mi ha riferito, di circa 250 €. Queste quattro ultime sono della Corsa C 4 V, che si vede in due leggere varianti estetiche, motore da 498 cc monocilindrico 22CV di potenza per 5500 giri, velocità massima di 150 Km/h; prodotta dal 1924 al 1927. E siamo arrivati alla fine della prima parte del giro, due ragazzi stanno leggendosi la storia della casa.. A questo punto mi tocca uscire dalla mostra, la batteria della mia D 5300, simil Nikon ma a tutti gli effetti cinese.. da segni poco simpatici.. eppure era stata ricaricata ieri sera, sono passato davanti ad una bacheca nei pressi del fatidico Orologio dove veniva timbrato il cartellino.. e la bacheca con gli avvisi, quanti di noi hanno vissuto quotidianità del genere? tanti.. ma il tempo passa ed ora ci sono i badge.. ma però ormai tutto è inutile, i 300 operai chissa dove sono visto che la fabbrica è ormai deserta. Ed anche questo cartello, ormai risuona un pochino beffardo.. nei saloni ormai vuoti dalle maestranze.. Questa costruzione che vedete, in effetti io non l'ho mai vista, è uno scatto recuperato dalla rete, questaè la galleria del vento della Guzzi, unica in Europa quando fu costruita oltre mezzo secolo fa, nel 1950; oggi ormai è prassi comune utilizzare una simile risorsa.. ma allora... Ma torniamo a Mandello, al museo.. ecco quanto si vede nelle sale; la galleria vera viene aperta alle visite solo in momenti eccezionali, chissà se un giorno non mi sarà possibile.. sarebbe interessante, da questo momento si riprende il giro su un altro piano, dopo scale e corridoi. Altra vista " rubata.. " globalmente in questo reportage, di fotografie mie sono solo tre.. più avanti la terza; il gruppo motore per la creazione dei flussi. Su questo tavolino vengono esposti alcuni cimeli ma purtroppo senza nessuna indicazione, siamo nell'ala dove è stato ricostruito l'ufficio di Carlo Guzzi, utilizzato sino alla sua scomparsa nel 1964, sotto la scrivania e i vari cimeli dell'ufficio, sul tavolo i volumi dove apporre le impressioni dei visitatori.. purtroppo non ho potuto farlo, per motivi che poi chiariremo.. Ed ecco un'altra chicca, questa è del 1948, motociclo da corsa, 2 cilindri a V di 120°, 4 tempi valvole in testa, 494cc complessivi per 44 CV a 7000 giri, cambio a 4 velocità Anche questa è del 1948, motore a 2 cilindri per 247 cc complessivi, 25 CV a 9000 giri, 4 tempi e 4 valvole in testa cambio a 4 velocità, per 170 Km/h E siamo nel 1955, questa motocicletta da corsa classe 350, 1 cilindro per 349 cc 4 tempi e valvole in testa sviluppa ben 35 Cv a 7800 giri, cambio a 5 marce velocita massima 220 Km/h, da notare i tasselli in legno.. E questa? beh.. potrò sbagliare ma io di cartelli con nome e cognome non ne ho visti, posso arguire che il motore è a 4 cilindri.. con i cilindri che sembrano in linea, trasmissione ad albero cardanico, due poderosi freni a tamburo di grande diametro, mi sono piaciuti i cerchi prodotti in spagna, la conformazione del parafango anteriore, cambio a pedale e ammortizzatori posteriori altro non posso dedurlo, sarà per la volta prossima. Motociclo da competizione anno 1957, monocilindrico di 498 cc, 4 tempi e valvole in testa, sviluppa 46 Cv a 7000 giri, cambio a 5 velocità e velocità massima 240 Km/h. Scooter sperimentale del 1960, motore a 2 tempi di 160cc, stop non si sa altro. Questo trabicolo a tre ruote, potete leggerne le caratteristiche la foto sopra.. ma anche questo, sperimentale. Bene.. di questa cosa a tre ruote, con carrozzeria in fibra di vetro.. non so un' accidente, per ora.. ma adesso invece qualche cosa la mettiamo, siamo a metà anni 60 e impazzava la moda delle vetture da spiaggia, o da " Mare " questa è costruita su un traliccio tubolare, lo scafo in materiale plastico, motore derivato dallo Stornello 160, avviamento elettrico, inversore di marcia, ruote da 10", sedili spaziali, trazione su una sola rota posteriore, ma rimase allo stadio di prototipo.. peccato. Due prove di inserirsi nell'agricolo.. Altro veicolo un pochino inusuale, un piccolo furgoncino, con motore a 2 tempi di 49 cc per 1,5 Cv cambio a 3 velocità + retromarcia, da notare i parastrappi sulla trasmissione. La prima fotografia inserita sono io, con il motociclo Airone Sport, non molto dissimile da questo che sport non era, ma ritengo che non vi fossero delle differenze eclatanti, mi ricordo che pesava un botto, ma per sollevarlo sul cavalletto non era un problema, era ben bilanciato; altra cosa che ricordo.. prima di richiedere una velocità quasi massima sentire con la mano SX la temperatura del serbatoio dell'olio, posto sotto quello della benzina, e via... come il vento.. ho raggiunto i 120 Km/h in discesa... insomma dai non brillava poi molto. Una piccola motoleggera.. di 65 cc del 1947... ma poi? ecco arriva il gestore e comunica a me e al tipo della micro-telecamera-super che tra non molto si chiude... e allora di corsa per il resto... Una visione d'insieme del corridoio riempito solo ed esclusivamente di V7 e famiglia... che ho di fatto saltato.. Alcune viste del mulo meccanico per il corpo alpini, motorizzato con il V7 appunto, ma di extra ha la trazione su TRE ruote Tutte e cinque le fotografie precedenti si riferiscono ad un modello per corsa rimasto unico nella storia a quanto ne so, un motore di 498,7cc frazionato in otto cilindri, due bancate di quattro a V di 90°, alla prima uscita nel 1955 sviluppava ben 68 CV e al momento del ritiro, nel 1957 era arrivato a 72 CV per una velocità di 285 Km/h; il progetto era dell'ing. Giulio Cesare Carcano, uno dei grani della Moto Guzzi. Queste due fotografie sono di un altro cimelio che porta la data del 1950, record assoluto mondiale dell'epoca con un motociclo carenato e alleggerito, motore monocilindrico di 75cc 2 tempi, a percorso 1000Km ( mille ) alla velocità di 105,3Km/h.. ma sono mille.. mica quattro giretti. E siamo arrivati alla fine del giro, gli ultimi metri di corsa.. con il tipo in Polo Guzzi Rossa che premeva perché uscissimo, difatti.. orrore siamo usciti alle 16,03, vabbè che fare? nulla.. mancherebbe ancora un sacco di cose.. vedremo in futuro, ma ora riporto quanto ho saputo da un ex dipendente dell'uff . tecnico, allora.. sono stato messo sulle tracce da due fattori, il primo è che il mio arrivo era di venerdì alle 15,00 come richiesto, al dire il vero era un'oretta che giravo in giro; nessun camion, nessuna vettura parcheggiata, le tapparelle tutte abbassate, ma dico io.. dove diavolo producono? in Cina? vuoi vedere.... poi, spero di non sbagliare, egidio 54 esulta e mi informa indirettamente che alcuni particolari li produce la ditta xy di Mandello... ora, io ho lavorato anche per la Guzzi, che ci crediate o no poco importa; certo ho fatto solo cinque interventi ma li ho fatti, negl'anni tra il 73 e il 75, del secolo scorso; mi ricordavo un'azienda piena di vita e di gente.. ma all'interno io non ho visto, a parte il guardiano della parte museale nessuno, beh la sicurezza appaltata da una ditta che con Guzzi non centra nulla, mi ha fatto compilare un foglio e firmarlo all'ingresso. Ho navigato con Google Hearth, con la possibilità di usare le fotografie aeree di alcuni anni indietro, ho pure scoperto che il fabbricato è stato anche parzialmente demolito; e allora? un trucco di una semplicità paurosa... La clientela vuole solo Moto Guzzi by Mandello, la Piaggio che fa? fa produrre una quantità tot di pezzi, dalle fusioni alle verniciature da ditte sparse anche ben fuori Mandello; con il proposito di stare sottodimensionati con il numero prodotto, e con questo si crea: la domanda supera l'offerta, quindi chi la vuole paga pure di più; il mezzo diventa di elité con tutto quello che ne consegue, viene prodotta solo la V qualche cosa in diverse varianti, non faccio magazzino, per il montaggio questo fatto nello stabilimento, occupo un centinaio di operai per poco tempo all'anno, tutta la parte amministrativa è a Genova... basta? io direi di sì.. beh per ora ho finito.. ultimo aggiornamento, il 21 - 10 - 2018
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  2. Ecco Mauro, questo è il motivo per il quale faccio parte di Nikonland. Leggendo le tue risposte tra le righe trovo tutte le motivazioni che ogni giorno mi spingono a fare il login e parlare e confrontarmi con tutti voi. Persone, non avatar. Grazie. PS - Fotograficamente: mi piace e mi stimola la tua continua ricerca della perfezione.
    2 punti
  3. La serie di Quattro chiacchiere con... si chiude in bellezza con l'intervista al co-fondatore e anima vivace di Nikonland. Non ha bisogno dia presentazioni è lui: M&M. Raccontaci qualcosa di te Ho da un pezzo passato i cinquanta anni ed ho rinunciato ancora da prima a tenere sotto controllo il mio "peso forma". Il mio lavoro é tra le cose più lontane al mondo dall'espressione fotografica o dall'arte in genere. Perchè io considero la fotografia come un mezzo di espressione, alla pari con le altre forme di arte e non certamente come una forma di riproduzione meccanica fedele. Io come fotografo non mi sento affatto un cronista o un "contastorie", ma un pittore o un compositore. Fotografare per me è il sistema più facile per esprimere la mia creatività. Da giovane studiavo musica e sognavo di diventare organista o direttore d'orchestra. Ma non ne avevo né il talento né lo spirito d'abnegazione necessari. Sono pigro e trovo sempre più pratiche le scorciatoie. Fotografare è - in apparenza - molto meno impegnativo. Ecco perchè ! Quando e come ti è nata la passione per la fotografia? Confesso che non mi sono mai interessato particolarmente alla fotografia fino ai venti anni di età. Le mie forme espressive più naturali sono la musica e la pittura. In casa c'era una Zeiss Contessa deputata alle foto familiari che usava mio padre esponendo aiutandosi con un misterioso foglietto piegato e riposto dentro l'astuccio della fotocamera (di quelle a soffietto, avete presente ?). Da grande ho poi scoperto che l'esposimetro era guasto e nel foglietto c'erano le coppie tipo di diaframma/tempo. Ma all'epoca non mi interessava per nulla. Tutto il mio interesse si riversava sulle macchinine, sui modelli da costruire, sui dischi di musica classica. La mia prima esperenza fotografica risale all'epoca del mio primo alano - Lisa - e di un regalo inaspettato, una Polaroid. Le foto erano pessime ma vedere lo scatto del mio cane che si materializzava in pochi minuti era emozionante. Nikon perchè? Un caso o una scelta? E quando hai iniziato? Quindi con uno dei miei primi stipendi, nel 1983, finii per acquistare prima il mio primo vero impianto stereo con cui valorizzare i miei dischi e poi, solo poi, la mia prima macchina fotografica. Non ne sapevo nulla e quindi come mia abitudine mi documentai approfonditamente prima dell'acquisto. Tanto da capire che doveva essere una reflex. Che doveva avere un obiettivo fisso di qualità molto luminoso. Che doveva essere una macchina seria ed affidabile. Quindi uscii dal negozio con uno stipendio in meno e una Nikon FE2 e un Nikkor 50/1.4 AIs in più. Qual'è il tuo genere preferito oggi? Fotografo le cose vive - anche quelle animate da motori potenti - che mi guardano. Sostanzialmente i miei simili. Ma mi devono poter guardare negli occhi, come io guardo negli occhi loro. In fondo considero creature vive anche le automobili sportive. Gli aerei e le locomotive. Hanno anche loro occhi, cuore, braccia e gambe. E i fiori, che io cerco di fotografare come se fossero persone, quando ci riesco. Ho sempre fotografato questo e non mi riesce di stancarmi mentre il resto mi annoia. Come ti trovi? Cosa ti manca? Ho sempre avuto la fortuna di potermi permettere il meglio del mercato. Se c'è qualcosa che mi manca, presto o tardi sarà disponibile. In generale per me la pellicola_è_una_cosa_fragile_che_puzza che non ho mai apprezzato, sono nato digitale per tutto quanto; i megapixel non sono mai abbastanza così come la focale che sto usando é sempre troppo corta. Già ad 85mm mi sento a disagio, quasi come se avessi un grandangolare in mano ... Ultimamente, per curiosità, ho usato materiale fotografico di altri marchi per vedere se dall'altro lato della siepe l'erba era altrettanto verde. Ho trovato la stessa risposta di quando ho scelto la mia prima Nikon. E non penso che mi avventurerò più fuori dal confine della Contea. Ho apparecchi che hanno svariate decine o centinaia di migliaia di scatti all'attivo, eppure sembrano nuovi appena acquistati. Facilità d'uso, ergonomia e tenuta nel tempo. Che altro chiedere di più ? Oltre alla fotografia hai altre passioni o interessi? In realtà dovrei rispondere che oltre alle mie passioni, c'è anche la fotografia. La fotografia spesso è semplicemente la scusa per vincere la pigrizia e la ritrosia verso il mio prossimo ed andare là dove posso fotografare, con la scusa di fotografare ciò che mi piace. Proprio non riesco a fotografare qualcosa che non mi appassiona, non mi piace, trovo brutta o non mi parla ! La mia più grande passione è la musica - quella cosiddetta "classica" - e poi la storia, quella militare in particolare. Mi interessano poi molte altre cose che mi appassionano ma che ho accantonato in attesa di riavere tutto il mio tempo per me (e non dovrebbe mancare oramai tantissimo tempo, toccando ferro !). Fotografi i soggetti o gli oggetti di queste altre passioni? La musica non si può fotografare ma le belle donne e le automobili da sogno che non mi potrò mai permettere nemmeno di provare, quelle si ! Va bene come risposta ? Qual'è la foto, o il portfolio, il progetto fotografico da te realizzato a cui sei più affezionato? La realizzazione di una promessa fatta ad una ex-modella tanti anni fa. Essere l'ultimo a fotografarla prima che smettesse di posare. Il risultato sono più di 9000 foto molto personali che non mi piace condividere con gli altri ma che resteranno per sempre nella mia memoria e con cui mi confronterò per sempre, probabilmente incapace di andare oltre, in termini di coinvolgimento e di tensione emotiva e creativa. E in futuro? Nell'immediato futuro voglio dedicarmi ancora di più a fotografare ciò che, facilmente, dopo non potrò più avvicinare come posso oggi. Più avanti non lo so. Come vi sto dicendo, per me la fotografia è tutt'altro che il fine, è un mezzo. E in futuro avrò modo di utilizzare più continuamente anche altri mezzi, con ritmi più tranquilli di oggi. Nikonland, perchè? Bella domanda. Ci vorrebbe un libro solo per rispondere a questa. Diciamo che Max ed io ci siamo buttati in questa avventura perchè gli altri siti dell'epoca, non ci sembravano abbastanza nikonisti. O se lo erano, il vero motore non era la nostra stessa passione. Può bastare ? Cosa ha rappresentato Nikonland e cosa rappresenta oggi? Grazie a Nikonland ho conosciuto tante persone care, con alcune ho costruito veri rapporti di amicizia duratura. Con molti ho avuto ed ho contatti frequenti. Qualcosa di inestimabile. Spesso Nikonland è lo sfogo principale della mia necessità di comunicare e di scrivere. La scusa è il test di un apparecchio, il vero scopo e dire agli altri le cose che penso. Metterlo a fattor comune, insieme alle esperienze di altri amici che condividono la mia stessa inclinazione per Nikon è un moltiplicatore che ha consentito al sito di arrivare fino ad oggi a 12 anni dal lancio. Oggi forse ci sono online meno contatti, ma è normale, quando pensiamo che per molti oramai uno smartphone è più che sufficiente per fotografare. Per quelli - sempre meno - per i quali una Nikon resterà invece l'unica risposta all'esigenza di avere una fedele compagna fotografica, Nikonland é parimenti l'unica voce fuori dal coro nella lingua del si. Averla fatta nascere ed aver contribuito a creare quella sottile rete di relazioni umane che l'ha alimentata, sarà sempre motivo di orgoglio per me. Ma Nikon, prima che Nikonland, per sempre. Non credete ?
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  4. Sabato mattina ero al Castello Sforzesco di Milano con altre mire fotografiche (feline), non sapendo che nel pomeriggio ci sarebbe stato un trofeo di auto d'epoca costruite prima del 1970. Però già al mattino stavano mettendo in mostra delle auto d'epoca dei pompieri e così davanti a delle belle macchinine (o macchinone) rosse fiammanti, non ho resistito. Peccato che la giornata grigia, ma proprio grigia, non abbia messo in risalto la livrea. Pazienza, cominciamo con la star. Isotta Fraschini 8A Che splendore di auto. Circolano molte storie e leggende su questa elegante vettura, che vantava un motore a 8 cilindri in linea dalla cilindrata di 7370 cc. e potenza di 115 HP . L'acquisto fu autorizzato dal prefetto di Milano, allo scopo di avere un mezzo per arrivare velocemente sulla zona dei sinistri. La ditta Schieppati (la stessa che anni fa preparava i fuoristrada?) nel 1939 adattò la carrozzeria e gli equipaggiamenti e la ditta Bergomi installò la pompa, creando un gioiello che rimase operativo dal 1940 fino all'inizio degli anni '50. Particolare della pompa a pistoni. C'era anche il Fiat 508. E' entrato ancora rombante nella piazza d'armi del castello come non sentisse i suoi anni. Ed eccolo qui, anziano ma orgoglioso, al fianco della Isotta. Con tutti i suoi manicotti. E gli ottoni scintillanti. Timido, un furgoncino UAZ stava in un cantuccio a distanza, come se si sentisse a disagio, poverino. Forza piccolo russo, a me i furgoncini stanno simpatici! Dedicato a tutti quelli che amano le auto d'epoca!
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  5. ciao a tutti, volevo segnalarvi che qui a Torino c'è una mostra fotografica tenuta al Museo d'Arte Orientale intitolata "Nomadi dell'Asia" storie di donne e uomini tra steppe e altopiani. La mostra fotografica di Calrla e Giorgio Milone una coppia di fotografi viaggiatori di Torino. da 8 Settembre 2018 a 14 Ottobre 2018 Inaugurazione aperta al pubblico Venerdì 7 settembre 2018 ore 18 Venerdì 7 settembre 2018 ore 18 Un viaggio lungo migliaia di chilometri nei Paesi dell’Asia Centrale e Settentrionale è la mostra che presenterà al pubblico quasi 100 scatti di Carla Parato Milone e Giorgio Milone, fotografie dedicate alla vita quotidiana delle popolazioni che ancora praticano il nomadismo. Costo Biglietto mostra: Solo Mostra € 3, gratuito Abbonati Musei Torino Piemonte e aventi diritto. Ingresso gratuito alla mostra ai possessori del biglietto Museo. Orario mar-ven h 10 -18; sab-dom h 11 – 19; chiuso lunedì. La biglietteria chiude un'ora prima. VISTE IN MOSTRA CON L'AUTRICE CARLA MILONE Domenica 9 e 23 settembre, domenica 14 ottobre 2018 - ore 17 sabato 15 settembre e sabato 6 ottobre 2018 - ore 17 Visita e proiezione documentario: mercoledì 3 ottobre 2018 - ore 17 vi lascio il link del MAO: http://www.maotorino.it/it/eventi-e-mostre/nomadi-dell’asia-storie-di-donne-e-uomini-tra-steppe-e-altopiani
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  6. Passione, competenza, sensibilità: per chi ti conosce un po' non hai che confermato queste doti. Per gli altri sono certo che hai fatto conoscere qualcosa di te che farà apprezzare ancora di più i tuoi lavori fotografici.
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  7. Ho votato. Mi lasciano totalmente indifferenti TUTTI i 24-70mm di tutti i tipi, di tutte le luminosità, per qualsiasi sistema. Li abolirei per legge se fosse possibile. Degli altri presenti in roadmap in linea di massima mi interesserebbero tutti anche se credo che in prima battuta comprerò solamente i tre fissi f/1.8, in attesa di vedere verso dove evolve Nikon con i corpi. Per quello che vorrei fosse inserito in roadmap in futuro, sono tali e tanti i buchi che c'è l'imbarazzo della scelta. Personalmente vorrei altri fissi f/1.2, altri obiettivi da ritratto, un paio di macro di livello mondiale (finalmente). Quasi, quasi, non ho invece nessun interesse per obiettivi nativi oltre i 200mm. Sarei anche in dubbio se adottare in questi primi tre anni un 70-200/2.8 S.
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  8. Io sono dell'avviso che bastano e avanzano. Ci mancherebbe altro. e io non credo che qualcuno le sottovaluti adesso. Il problema è che attualmente sono fuori mercato, costano troppo in casa nikon, specialmente in questa fase di passaggio da Reflex a mirrorless. Chi era interessato a mirrorless, c'è già passato anni fa con sony e oggi forse rifugge tornare indietro anche perchè non vede la necessità e il motivo. Chi invece oggi vuole passare alla mirrorless, attende perchè, pur volendo rimanere in casa Nikon, non vede dei plus evidenti che gli facciano utilitaristicamente di rimanere con nikon e non passare a canon, sony o altri. Gli annunci panasonic, hanno difatti bloccato questo mondo di indecisi.
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  9. Si possono anche fare di titanio, alluminio o carbonio, se si vuole... non farli pesanti e poi.... le camme interne di teflon... non si possono accettare. Ti credo poi che un Ai-s ancora oggi funziona, mentre molti zoom Af-d o af-s sono dovuti andare in assistenza anche più di una volta. Mi sta bene che gli obiettivi nikon costino, ma li vorrei più solidi; perfino la sigma li fa meglio e a prezzo minore.
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