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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 01/10/2018 in tutte le aree

  1. Qualcuno una volta mi ha detto che il tempo è un predatore che ci aspetta al varco per tutta la vita, ma io credo che il tempo sia un amico che ci accompagna e ci ricorda di godere di ogni istante, perché quell'istante non tornerà mai più. Quello che ci lasciamo alle spalle è meno importante di come abbiamo vissuto. Dopo tutto, siamo solo mortali. Jean Luc Picard, USS Enterprise Grazie a tutti per le belle parole. Il dolore non passa, ricordo con commozione il giorno in cui ho sepolto il mio primo alano, 30 anni fa. Ma ogni momento passato insieme con i miei cani, un privilegio.
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  2. Anche. Tutto parte dalle necessità dei fotografi acquirenti (non dei tanti filosofi da poltrona). Comunque io penso che se ci sarà una erede della D500, non sarà una reflex ma una mirrorless. Se non ci sarà, Nikon perderà una fascia qualificata di vendite.
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  3. Al WOW Spazio Fumetto (viale Campania 12, Milano) si è appena conclusa la mostra Alieni! Gli extraterrestri tra cinema e fumetto. Da appassionato di cinema, di fumetti e di alieni, ho pensato che valesse la pena dargli un'occhiata. Ci sono andato armato della fida D500, del 17-70 e 150mm Sigma più flash. WOW Spaziofumetto. E' un piccolo museo, libreria/fumetteria e biblioteca insieme. Carino. L'ingresso alla biblioteca/fumetteria è gratuito per le mostre si paga un modico biglietto. La mostra era al piano superiore, non era grande, ma molto completa, di sicuro interesse per gli appassionati del settore e per i nostalgici come me. Ho chiesto se potevo fare foto e mi hanno detto di sì, ma senza flash. Poco male perchè era quasi tutto sotto vetro e il flash avrebbe riverberato quasi ovunque. Proprio a causa del vetro e della moltitudine di faretti che ci si specchiavano, ho potuto fare poche foto, molta postproduzione e, nonostante gli sforzi, molte foto sono così così, tuttavia voglio condividere questo piccolo viaggio nel fantastico con i vecchi e nuovi appassionati come me. In basso Margherita Hack sorride sorniona dalla copertina di un libro sulla possibilità che ci siano intelligenze extraterrestri. All'ingresso mi accolgono alcuni busti di alieni, opera di un gruppo di artisti specializzati denominato (giustamente) Area 51 Project, che in questo caso si sono ispirati ai vecchi film di fantascienza. C'era anche esperto che illustrava i temi principali della mostra a chi volesse ascoltarlo. La mostra era divisa in differenti settori, alcuni dedicati ai classici fumetti di fantascienza come Flash Gordon, Jeff Hawke ed i loro imitatori, altri con tavole di fumettisti moderni e d'epoca con spazi dedicati ad autori italiani. Non le ho fotografate perchè, riflessi a parte, non mi sembrava avesse senso, ho preferito documentare e, forse un pochino, interpretare altri aspetti delle sezioni principali. Non mancavano locandine di film degli anni '50, con i classici alieni un po' "gommosi" per i gusti di oggi, ma dal fascino senza tempo. Ecco le sezioni principali: Invasori. Marte e i Marziani. C'erto c'erano anche i Visitors, ma non si può cominciare che con La Guerra dei Mondi di H.G. Wells, geniale romanzo breve scritto nel 1897. Una gustosa riproduzione di un'illustrazione d'epoca, fa da contrappunto a locandine sulle diverse "guerre dei mondi" che sono seguite al cinema e nei fumetti. Dalla guerra dei mondi all'irriverente Mars Attacks del 1996, di Tim Burton, In cui cattivissimi marziani invadono la terra che sembra senza speranze finchè... andatelo a cercare se non l'avete visto, è troppo divertente e con un cast d'eccezione. Cosa che non sapevo, Mars Attacks deriva da una serie di trading cards, in pratica come le nostre figurine, ma che non si incollavano, si scambiavano e basta e sul retro riportavano o informazioni sull'illustrazione a fronte oppure, come nel caso di Mars Attacks, brani di quella che era una specie di storia a puntate. Uscite nel 1962, ebbero un successo enorme fra gli adolescenti per via dell'estrema violenza (per i tempi) e qualche allusione sessuale, entrambe vietate sui comics. Vennero presto proibite, ma rimasero per sempre nell'immaginario collettivo. Ci fu una riedizione negli anni '80 e poi il film. Alien! Film di culto del 1979, un capolavoro di altissima tensione, claustrofobico ed onirico, fu una pietra miliare del cinema di fantascienza non meno di 2001 Odissea nello spazio, e fu capostipite di una saga. L'alieno (meglio, lo Xenomorfo) fu realizzato sulla base di disegni di H. R. Giger, artista svizzero dalle opere perlomeno disturbanti. In mostra c'era un modellino della testa della creatura del primo film. E un modello originale in grandezza naturale in prestito dal Museo Giger, della creatura di un sequel. Notate le differenze nel muso. Siccome gli Xenomorfi in incubazione potevano acquisire DNA dal corpo dei loro ospiti questo ... ha la bocca sexy di Sigourney Weaver (il resto però non corrisponde tanto ). La saga di Alien si è trasformata in fumetti e videogiochi di successo, poi la sua strada si è incrociata con quella di Predator. B-movie del 1987 di scarso spessore ma di buon ritmo e trovate, reso delizioso dalla monolitica performance di Arnold Schwarzenegger, è diventato successivamente un cult, generando purtroppo dei sequel da indegni a pessimi, e dei videogiochi in cui gli Alien e i Predator si combattevano. Lo stesso "Predator" ebbe tale successo che da "cattivo" si è poi trasformato in antieroe. Ed eccolo in questo ottimo modellino, mentre lotta contro gli aborriti alieni (se qualcuno di voi ha in mente le illustrazioni di Frank Frazzetta, gli ricorderà qualcosa). Letteratura sugli alieni: PiKappa Chi ha più o meno la mia età avrà almeno sentito parlare di Peter Kolosimo.. Singolarissima figura di divulgatore di pseudo scienza, ebbe un successo enorme, scrisse tonnellate di libri che ebbero successo internazionale, inoltre diresse una rivista sul tema, PiKappa (che erano le sue iniziali) appunto. Da appena adolescente ho divorato i suoi libri più famosi (Non e' terrestre, Astronavi sulla Preistoria, Pianeta sconosciuto, per dirne alcuni) che hanno acceso sogni su preistorie fantastiche popolate di alieni o civiltà perdute. Di sicuro leggerlo ha contribuito ad appassionarmi alla Scienza anche se raccontava un bel po' di frottole. In questa bacheca il piccolo alieno sta dietro ad alcuni numeri di PiKappa, mentre la figurina nera sullo sfondo è Martin Mystére, personaggio di albi a fumetti che, ci racconta l'esperto, si sono ispirati spessissimo ai libri di Kolosimo. Miscellanea. Star Wars non poteva mancare, come non mancava Star Trek, e c'era pure qualcosa su Doctor Who, ma niente di che. C'era anche una mini locandina dedicata a Barbarella , un fumetto fantaerotico francese, e veniva proiettato, insieme ad altri, il trailer del film omonimo del 1968, interpretato da una giovanissima e (mamma mia quanto!) bellissima Jane Fonda, non per niente il regista era Roger Vadim. Solo il trailer, niente di fotografabile. E questi chi sarebbero ? Nientemeno che i Beatles, che in qualche giornale/rubrica si sostenne fossero in realtà degli alieni. Questo è orribile ma non ho resistito, quando mai rivedrò l'incrocio tra un ippogrifo ed un ...triceratopo? Gran finale: Karel Thole. Indimenticato illustratore delle copertine dei romanzi della collana Urania (Mondadori), non ha bisogno di presentazioni. Lo stile unico, leggermente ...lisergico, faceva sì che ogni volume di Urania fosse bello ancora prima di iniziare a leggerlo. Alcuni bozzetti: Questa illustrazione Per il romannzo Xeno: l'abominio che ci aspetta di D.F Jones (Urania 1981), storia che ha molti punti in comune con la sceneggiatura di Alien, Karel Thole realizza , pare senza essere a conoscenza del lavoro di Giger, una copertina in cui lo Xenomorfo di Jones somiglia molto al Facehugger di Giger (quello di Thole è un po' troppo ...astice, forse). E' tutto e come sempre spero di non avervi annoiato. Mi fermo a fare due chiacchiere con una vecchia conoscenza.
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  4. Bellissime le copertine di Urania... E pensare che c'è chi si ostina a considerare la fantascienza tutta un genere di serie B...
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  5. Bernardo: non so se lo facessi per lavoro, ma in questo caso io sono molto meticoloso e ho sempre con me i salvagenti necessarii a fugare ogni pericolo. Per esempio, quando leggo famosi recensori che parlano del doppio slot come di un fastidio, perchè tanto loro..." ne usano solo uno e al massimo comprano schede più capaci " non mi vengono i brividi, perchè comprendo che il loro lavoro in fotografia sia semplicemente quello di fare i "famosi recensori" Se devi render conto a qualcuno di scambio di anelli, tagli di torta, abluzioni in fonti battesimali e sequenze sportive di lanci o di salti acquatici, credimi, preferisco portare bretelle e cintura insieme ! Quando fotografavo a pellicola da solo oltre al corredo 6x6 avevo con me sempre una reflex 135 con un paio di ottiche a fugare ogni possibilità di grippaggi, sempre possibili con sistemi meccanici come quelli degli anni Ottanta. Quando è cominciata l'era digitale, in assenza di doppi slot (D70/D200/D300/D2x) io portavo con me sempre anche una reflex a pellicola ed una scatola con 5 film: ready to use. Oggi, dopo più di vent'anni di esperienza professionale, anche saltuaria in certi periodi, mi permetto di mettere alla prova da vero tester e non solo da recensore da filmati di unboxing (mi vergognerei già solo ad apparire in video) obiettivi a me ben noti per uso amatoriale, come i due Art 24-105/4 e 135/1,8 insieme ai miei flash Godox dei quali potrei scrivere altrettanti articoli rispetto quelli già pubblicati in questi anni, ma che alla prova dei fatti, sotto stress lavorativo, reagiscono sempre in maniera difforme da quella alla quale si è abituati nell'uso comune: ne è le riprova il comportamento della batteria al litio del mio AD200, sulla durata infinita della quale, fino al giorno prima del matrimonio, avrei potuto giurare e spergiurare... e non è stato così. Evidentemente l'ho sfruttata all'osso e lei mi ha ripagato resistendo per ben più di mille scatti. La prossima volta, pur sapendo che ogni situazione è assestante, avrò con me una seconda batteria WB29 per lavorare tranquillo; oppure porterò con me il granitico AD360 II-n (che avevo lasciato a casa) con megabatteria separata, sulla quale posso mettere di certo la mano sul fuoco.
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