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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 06/09/2017 in tutte le aree

  1. Ringraziamo non solo per la tempestività ma anche per la grande sensibilità Nital per averci concesso una delle pochissime macchine disponibili in Italia, ancora prima del lancio ufficiale del prodotto. Una cortesia che ricambiamo con un test realmente approfondito, sebbene condotto in tempi strettissimi. La macchina è già stata rispedita al mittente. Attenzione : non essendo ancora disponibile un programma di sviluppo ufficiale in grado di aprire i file NEF della Nikon D850, tutte le valutazioni del presente test hanno a base il jpg Fine* prodotto on-camera dalla D850, con impostazioni di Riduzione del rumore su Normal. Premessa altrettanto importante, le foto e le prove presentate in questo articolo sono funzionali allo scopo, provare questa fotocamera, non il fotografo. Ho avuto la fortuna e l'onore di poter provare in anteprima rispetto alla data di presentazione al pubblico e di inizio distribuzione, una delle primissime Nikon D850 di serie arrivate in Italia. Lo confesso, erano molti anni (dal 2008, annuncio della Nikon D3x) che l'arrivo di una nuova Nikon non mi rendeva così entusiasta e trepidante. Capirete quindi che pure la mia proverbiale freddezza non sia bastata e sulle prime, ma proprio le primissime foto scattate con questa nuova macchina, mi sia trovato in imbarazzo. Non sentivo bene la macchina che mi sembrava poco reattiva. Quasi restia a farsi portare ... ... ma non era la macchina, era il fotografo che doveva scaldarsi. Del resto l'avevo solo presa in mano e giusto il tempo di regolare data, ora, formato file e bilanciamento del bianco, mi trovavo con il mio amatissimo Nikkor 105/1.4E davanti ad una esuberante modella bionda di quasi due metri di altezza. eccola qui la nuova Nikon D850 in mano mia. la cinghia non fa nulla per nascondere l'identità. Infatti in autodromo tutti i nikonisti attenti mi hanno avvicinato per chiedermi se fosse proprio lei ... Questo modesto fotografo, alle prese con un sistema da sogno : la nuova Nikon D850 con il Nikkor 105/1.4E - certamente una unione decisa in cielo. E' una lunga parabola quella che ci ha portato dalla D1 alla D850. Ad ogni generazione qualche passo in avanti. Qualcuno importante (come per la D3 e la D700 e poi la D3x) e qualcuno un pò meno. Fino ad arrivare alla generazione 5, iniziata con D5 e D500 ad inizio 2016. Proseguita con la D7500 a metà 2017. E infine questa D850. la progressione della risoluzione in casa Nikon. Dalla D100 da 6 megapixel, alla Nikon D3 da 12 megapixel. I 20.8 megapixel di D5 e D500, i 24 megapixel della D3x (e della D750 e di moltissime DX), per finire con D810 (36 megapixel) e D850 (45.7 megapixel). Graficamente l'effetto é evidente. E certo passare oggi da una D3/D700 ad una D850 potrebbe far venire più di un dubbio. Ma le mie impressioni che manifesterò nel corso di questo test sono invece quelle di una macchina "docile", facile da portare dove si vuole. Purchè al timone ci sia un nikonista esperto. Alla fine tutti questi pixel servono. E il peso dei file, rispetto ad una D750 o ad una D850, non è così eccessivo. Insomma non preoccupatevi di dover cambiare il computer (magari il sistema di backup si, ma quello deve essere SEMPRE una priorità a prescindere dalla risoluzione della macchina che si usa). Ma se sapete guidare una Nikon, e allora anche questa Nikon non vi deluderà. L'autofocus Anche perchè l'aumento di risoluzione è, ai miei occhi, la ciliegina di una torta che contiene ben altro. E' da quando è uscita la Nikon D5 con il suo autofocus "chirurgico" che io ho relegato la mia Nikon D810 a macchina da studio per fotografie a diaframma chiuso. Tanta è la differenza che ho riscontrato con gli obiettivi dell'ultima generazione a diaframma luminoso, come il recente Nikon 105/1.4E. Con la D5 la percentuale di successo è del ... 99%, mentre con la D810 più vicina al 60%. E in più c'è il fattore fiducia nel mezzo. Ecco perchè per 18 mesi ho trepidato perchè arrivasse una macchina che prendesse l'eredità della D810 con le novità dell D5. Ed eccola qua. la copertura dei punti è decisamente più ampia, sebbene siamo lontani da quella consentita dalle mirrorless di ultima generazione. Ma qui abbiamo una reattività e una precisione a tutta prova, anche in raffiche continue a soggetti in rapido - e randomico - movimento. Il modulo autofocus della D850 è lo stesso di quello della D5. E' sensibilissimo, anche in condizioni di luminosità dove i nostri occhi fanno fatica a distinguere gli oggetti. Ed è anche piuttosto sofisticato - per una reflex - senza però diventare inutilmente complicato e ridondante come certe mirrorless che ho provato di recente. la logica di controllo dell'autofocus si basa su un chip separato che lavora in parallelo al processore principale, liberandolo da un compito particolarmente importante per una macchina a così alta risoluzione. Perchè è inutile avere tanti megapixel se poi la macchina non mette perfettamente a fuoco. Nikon D850, Nikon 105/1.4E, F1.4, 1/250'', 500 ISO. Tatjana@Wavemanagement. Un fuoco perfetto come me lo sarei aspettato dalla Nikon D5. ma la precisione non sarebbe nulla se non fosse a nostra disposizione anche con soggetti in rapido movimento, sempre perfettamente messi a fuoco anche se scattiamo a raffica, alla massima velocità consentita da questa macchina Qualifiche di F2, Autodromo Nazionale di Monza, Nikon D850 e Nikon MB-D18 con batteria EN-EL18, per nove scatti al secondo. e naturalmente non solo alla luce del sole ma anche al coperto o al buio. Grazie ai 99 punti a croce e alla sensibilità fino a -4EV. In questa foto, ancora Nikon D850, Nikon 105/1.4E, luce riflessa di un lucernario su una parete bianca, attraverso una porta nell'interrato dove c'è il mio studio. La raffica Lo confesso, non me lo aspettavo. E' la vera sorpresa che ci ha fatto Nikon con la D850. Fin dallo scorso anno io avrei puntato sull'uscita di due macchine contrapposte, una a bassa risoluzione - tipo D5 - e raffica rapidissima, una ad alta risoluzione ma raffica ridotta. Nikon ha fuso le due macchine in una. Ed è uscita con una macchina che riesce ad arrivare a 9 scatti al secondo a piena risoluzione. Perchè ridurre la risoluzione non serve ad aumentare le prestazioni. Per farlo si deve potenziare l'alimentazione. Perchè il corpo liscio arriva a 7 scatti al secondo. Una velocità più che sufficiente per chiunque. Per chiunque non faccia sport o fotografia di fauna selvatica. Ma per avere questa prestazione è necessario il battery-pack dedicato, il Nikon MB-D18 e la batteria della Nikon D5. ecco la Nikon D850 con il battery-pack Nikon MB-D18 in quest'ultima immagine, il Nikon MB-D18 - in primo piano - e il Nikon MB-D17 per la D500, in secondo piano. Sono quasi indistinguibili. Io mi domando perchè li abbiano differenziati ... L'alimentazione standard è data da una seconda Nikon EN-15a - la stessa della recente Nikon D7500. E in questo caso si aumenta solo l'autonomia. Ma con la batteria EN-EL18 della D5 si aumenta la tensione di alimentazione e con essa le prestazioni del motore della D850 che arriva così in raffica veloce fino a 9 scatti al secondo. In questo modo io mi sono permesso di farmi qualche migliaio di scatti durante le giornate del Gran Premio di F1 di Monza, capitato giusto a fagiolo durante il mio periodo di test della macchina Bottas su Mercedes Sebastian Vettel su Ferrari Kimi Raikkonen su Ferrari che qui affronta l'uscita della Variante Ascari Se la risoluzione una volta non era indispensabile nella fotografia sportiva, lo era sostanzialmente perchè si preferiva avere file molto leggeri per non appesatire il buffer della fotocamera e riuscire a mantenere alte cadenze di scatto. Ma adesso, pur con 45.7 megapixel - che consentono ampie possibilità di crop, oppure di avere dettagli fantastici ! - una macchina come la D850 ci permette di scattare praticamente in continuo. Perchè se abbiamo una scheda veloce di tipo XQD, come le Lexar 2933x, il buffer praticamente è sempre libero e la macchina non si ferma, riuscendo a scaricare sulla scheda di memoria le foto in parallelo alla cattura di nuove immagini. Devo ammettere che già dai primi scatti, se non fosse stato per la silenziosità di specchio e otturatore della D850, avrei potuto pensare di avere in mano una D5 e non una D850. un passaggio ravvicinato a 400mm, peraltro a 1800 ISO per mantenere uno scatto abbastanza rapido da congelare i dettagli. E' solo una delle 8 foto che ho scattato consecutivamente alla Ferrari di Raikkonen che accelerava alla Roggia. Sono tutti scatti in JPG ad alta risoluzione. Con la macchina in Matrix, ADL su normal. Picture Control Neutral con +2 di nitidezza, +1 di chiarezza e +1 di saturazione Il live-view Le modalità in live-view sono l'altra grande novità di questa macchina. Il funzionamento è di gran lunga più fluido delle macchine precedenti. Non ci sono tentennamenti o rallentamenti. L'immagine resta nitida anche se scattiamo al buio. Il sistema è così efficiente che ammetto di averlo usato tantissimo, in unione con lo schermo orientabile che permette anche di mettere a fuoco toccando con le dita lo schermo. Questo scatto al Leopardo Nebuloso è venuto così treppiedi, macchina in Live-view, 1/60'', ISO 1000, F5.6 con il Nikon 200-500/5.6 a 500mm. Inquadratura perfezionata sul monitor, scatto ... silenzioso. La grande novità permessa dalle modalità live-view della D850 è lo scatto silenzioso. La macchina scatta in singolo o a raffica utilizzando esclusivamente l'otturatore elettronico. Non si sente un rumore, nè una vibrazione. Praticamente non ci si accorge nemmeno che si sta scattando ... E' il caso dell'amico Watanabe che incredulo, mi guardava mentre io letteralmente gli sparavo addosso 64 scatti consecutivi senza un minimo rumore. ci sono naturalmente delle limitazioni ma ci si può convivere benissimo. In modalità ad alta risoluzione, la raffica arriva a sei scatti al secondo è il visore si oscura durante gli scatti. In modalità ad alta velocità, la raffica va all'esagerato valore di 30 scatti al secondo. Però è un crop in formato DX (3600x2400 pixel) con compressione "normal" da circa 3.6 megabyte. L'altra limitazione - più grave - è che AF e esposizione restano fissi al primo scatto. Per gioco ho voluto provare con le Formula 1. Questa è una sequenza di 16 scatti fatti a Raikkonen alla Ascari. I primi 12 sono a fuoco perchè ho tenuto un diaframma chiuso. Gli ultimi inevitabilmente sfuocati. ma se il soggetto collabora (si muove sul posto) ci si può divertire. Come in questo caso, una spettatrice della parata di auto storiche con i piloti di Formula 1 dall'altra parte della strada, dietro alle transenne. Nessuno poteva capire che stavo facendo sequenze continue di scatti. Oppure, in modalità guardone, con una coppia di ghepardi, intenti a farsi il petting mattutino, sotto le frasche, a 50 metri da me, con luce bassa tanto da richiedere 4500 ISO ancora in modalità SL2, da 30 scatti al secondo per letteralmente centinaia di scatti consecutivi ... Restando in tema di Liveview, ecco come si presenta lo schermo della D850 con la modalità di autofocus con rilevamento del volto attivata (si fa semplicemente cambiando la modalità di messa a fuoco, come si fa normalmente, tastino del selettore più rotazione ghiera anteriore) Charlize inquadrata in semioscurità. Muovendo la testa la messa a fuoco segue in modo fulmineo il soggetto, comunque si sposti. entro rotazioni ragionevoli anche se il soggetto è in 3/4 (ovviamente il volto deve essere visibile, immagino che il sistema cerchi gli occhi, il naso e la bocca). Purtroppo manca una indicazione dell'occhio. E nessuna selezione di quale occhio mettere a fuoco. Per quanto riguarda il punto di messa a fuoco in Live-View è regolabile per dimensioni per maggiore precisione il cursore in modalità PIN é di dimensioni ridottissime ed é di una duttilità fantastica. La precisione che ho riscontrato ad occhio nei miei esperimenti è encomiabile (sto parlando sempre del Nikon 105/1.4E ad F1.4). La modalità di stacking automatico Ovviamente a questo punto la curiosità mi ha portato a provare anche la nuova funzionalità di scatto automatico con variazione della messa a fuoco. In poche parole, il sistema funziona completamente in autonomia. Se ci sono limiti alla procedura, derivano dal fotografo (è il mio caso) e dal software di montaggio (io ho usato Photoshop CC 2017 che mostra sempre i suoi limiti). la schermata con le impostazioni. Ho usato un intervallo di 5 secondi per permettere la ricarica tranquilla del flash. 25 scatti probabilmente sono troppi. Ma comunque una volta partita la procedura è andata in porto. Montando i vari frame poi mi sono accorto che i primi non erano a fuoco e quindi il risultato è inaccettabile. Ma non avevo il tempo di verificare e poi ripetere la procedura. Sarà l'occasione per testare approfonditamente il procedimento quando avrò la mia macchina. tre automodelli, Nikon D850 e Nikkor 105/2.8VR Micro-Nikkor. Con uno scatto singolo a mala pena avrei avuto solo la prima Mercedes AMG GT a fuoco. Così il campo si estende su tutte le auto. L'ultimo scatto è sull'alettone della Porsche banca e blu. stesso discorso con le rose. Purtroppo qui la messa a fuoco iniziale è proprio inguardabile. Ma comunque apprezziamo la profondità di campo sui successivi boccioli. Faccio presente comunque che il software (oltre al fotografo) non esente da problemi. A parte che elaborare 25-30 fotogrammi da 46 megapixel significa impiegare oltre 10 gigabyte di RAM con swap su disco che rallenta ulteriormente la procedura. Su un soggetto complesso come la rosa bianca York, gli artefatti si sprecano. Detto questo, se questa funzionalità è carina, ben fatta e ben realizzata, oltre che affidabile, si tratta di una automatizzazione di una procedura che con la D850 viene facilissima anche in manuale. Immaginate la scena. Inquadrata in Live-View, componete, puntate con il dito dove volete il fuoco. Clack. Prima foto. Muovete il dito dove volete mettere a fuoco successivamente. Clack. Seconda foto. Eccetera, eccetera fino a fine sequenza. Poi è sempre una questione di software. Faccio presente anche che io ho qualche dubbio sul sistema perchè utilizza la messa a fuoco automatica. Come sappiamo questo sistema produce cambiamenti di focale che se anche impercettibili ad occhio per le corte distanze e cortissime differenze di distanza di messa a fuoco, implica comunque una differenza di focale effettiva tra scatto e scatto. Per lavori di grande precisione io preferirei sempre la messa a fuoco manuale, fissa, e poi lo spostamento della macchina con la slitta micrometrica (ma ci vuole una pazienza che io in generale non ho, quindi rimando queste operazioni a quando sarò uno spensierato pensionato !). Still Life In ogni caso, la Nikon D850 e le sue funzionalità Live View sono perfette per lo still-life. In questo caso ho usato il nuovo formato quadrato Nikon D850, Micro-Nikkor 105/2.8 VR, F8, 1/100'', flash Godox da 600 W/s idem uno scatto singolo. La sequenza di 30 scatti che ho fatto invece è stata rovinata da Photoshop. Dovrò studiarci meglio ... Alti ISO Ovviamente c'è rumore e rumore. Ed io potendo lavorare solo con i jpg prodotti on-camera non mi vorrei soffermare troppo su questo argomento. Giusto qualche scatto per affrontare la questione che poi approfondiremo quando ci saranno Capture NX-D e Adobe Camera Raw per la D850. luce LED 12.800 ISO luce mista all'aperto, 3200 ISO luce LED laterale, bassissima, 25600 ISO il teppista di casa : Fritz, sotto il portico, luce naturale, 5600 ISO luce LED giusta, 12800 ISO Ritratto Si va bene, però a me una macchina così interessa per lo più per fare ritratto in studio. E non c'è di che lamentarsi Ovviamente dovrete essere preparati a ... selezionare modelli perfetti oppure a lavorare con la luce migliore e poi a rifinire i vostri scatti in post-produzione se non volete poi dover sentire le giuste rimostranze dei soggetti ritratti. Perchè la macchina non è spietata. Di più ... Nikon 105/1.4E, F1.4, luce disponibile in studio, 400 ISO Nikon 70-200/2.8E ad F2.8, 200mm, luce disponibile in studio, 640 ISO Nikon 70-200/2.8E, F6.3, Flash idem idem idem idem Nikon 105/1.4E ad F1.4, ISO 64, 1/160'', luce disponibile in ambiente Sono tutte foto senza alcun intervento in PP, né sviluppo, né altro. Spero che Tatjana@Wavemanagent non se la prenda. Ma io le ho detto che è bellissima così come si alza al mattino. L'ho scelta per questo test proprio per questo motivo Blakey, luce naturale, Nikon 70-200/2.8E ad F2.8 Ok, vi sento sbadigliare com eil mio Blakey qui sopra, andiamo al dunque. Ultime considerazioni sulla macchina Il corpo è simile a quello della Nikno D500. L'ergonomia mi sembra migliorata. L'impugnatura è profonda, c'è un incavo per il dito medio che si trova subito perfettamente a posto. Il mirino è sontuoso. Meglio di quello della D5. E' come essere davanti alla televisione, solo che di là c'è la scena naturale e non una sua rappresentazione in pixel ! Che si usi al buio o in pieno sole è lo stesso. La visione è naturale. Questo mirino ha comportato una riprogettazione della calottina che copre il pentaprisma. Non c'è più il flash integrato (meno male), e la linea è anche più piacevole. Mettendo la D850 vicino alla D500, la prima svetta per il mirino più importante. Ma nulla che ne comprometta l'ingombro o la maneggevolezza. la ghiera di comando sulla sinistra è più inclinata, meno sfuggente e facile da utilizzare. il tasto ISO è stato spostato per coerenza con tutte le altre macchine della generazione 5 sulla destra (anche la D7500 ce l'ha a portata di indice). il famigerato ... appoggio del correttore diottrico che ha scatenato i sogni più mostruosamente proibiti della rete. E' semplicemente un riporto in fusione su cui è montata la ghiera di regolazione della correzione. Evidentemente dentro non c'era più spazio con quel mirino. vista d'insieme della parte superiore della macchina e del posteriore, sostanzialmente identico alla D500 il vano memorie. Rispetto alla D500 le due memorie sono parzialmente sovrapposte (nella D5 sono parallele. Nella D500 invece sono affiancate). Le memorie per la D850 sono importanti. Per avere la massima prestazione anche in raffica (o nel video) consiglio di non lesinare su questo punto. Io utilizzo per lo più XQD 2.0 da 2933xx. Ma un mio torture-test con una SD 1000x UHS-II in backup continuo mi ha permesso di verificare che anche scattando a raffica in autodromo le prestazioni non sono compromesse. Ma per favore, fatevi un favore : buttate via le vostre vecchie SD UHS-I da 8 gigabyte 233x regalatevi da zie e nipoti ... e compratevi le migliori memorie che offre il mercato. Un bel vestito, viene sempre valorizzato da un buon paio di scarpe ! il vano sinistro con le connessioni esterne. USB 3.0, ovviamente. E HDMI per il video, oltre a microfono e cuffia. La macchina ha ovviamente connettività WI-FI e BT (che io però non ho provato). il fondello. Made in Thailand come di consueto per questa categoria di macchine. accoppiata con il mio Nikkor 105/1.4E. Non si sarebbero mai separati, ho dovuto forzarli io ... Conclusioni Una macchina ad altissima risoluzione, buona anche per lo sport, come la cerimonia, la foto in studio, lo still-life, il paesaggio, il reportage ? Se me l'avessero detto tre mesi fa li avrei presi per pazzi. E invece Nikon ha fatto il miracolo ed è realtà. una pantera asiatica al parco faunistico La Torbiera siamo dietro al vetro, e a 18.000 ISO con il Nikon 200-500/5.6 ad F5.6 il vincitore del Gran Premio di Monza 2017, Lewis Hamilton che ha anche superato Michael Schumacher per numero di Pole Position. PRO altissima risoluzione, sensore ad alta dinamica, raffica fino a 9 scatti al secondo ? Fantascienza ! E' una macchina che ridefinisce il concetto di reflex moderna. autofocus allo stato dell'arte per quanto riguarda le macchine reflex : un vero benchmark per ora imbattibile. costruzione a tutta prova mirino ottico sontuoso, il migliore tra le reflex digitali Nikon velocità operativa in tutte le condizioni. Una macchina che realmente non si ferma mai in controtendenza con il mercato, l'autonomia, a parità di alimentazione, è aumentata, nonostante le prestazioni siano superiori alla macchina che va a sostituire disponibilità del battery grip MB-D18 che va ad estendere le possibilità operative e a migliorare l'ergonomia con ottiche lunghe (e consente di affrontare i maggiori consumi di video e fotografia silenziosa/live-view) funzionalità in Live-View realmente pratiche. E' la prima Nikon che mi invoglia ad utilizzarla ... come se fosse una mirrorless senza mettere nemmeno l'occhio sul mirino touch screen (esteso al menù) veramente allo stato dell'arte funzionalità evolute (come lo scatto silenzioso in due modalità e il focus-stacking) adatta letteralmente a tutti i generi fotografici : una soluzione universale. CONTRO autofocus in Live-View ancora a differenza di contrasto, senza le prestazioni (in video) di altri sistemi riconoscimento del volto molto efficiente ma senza l'indicazione dell'inseguimento dell'occhio. Nikon possiede questa tecnologia e l'ha implementata in passato. Mi aspetto che venga aggiunta con uno sviluppo successivo del firmware. Se posso suggerire, aggiungerei la possibilità di selezionare quale occhio seguire (destro, sinistro, oppure il più vicino) con un PIN verde che indica nel display il focus che segue l'occhio mentre il rettangolo giallo segue la faccia il battery grip MB-D18 - ben costruito e perfettamente solidale con la macchina - non è compatibile con il precedente MB-D17 per la D500. Secondo me sarebbe stato più elegante ripetere quanto concesso con D300/D700, anche perchè sono accessori non proprio a buon mercato (sebbene il prezzo sia in linea con quello della concorrenza) i due slot di memoria dovevano essere entrambi XQD come sulla D5. Capisco la scelta, dettata da ragioni di mercato ma ne soffriranno le prestazioni. Docile e duttile Passata l'emozione iniziale, dopo due giorni la macchina si è mostrata per quello che è. Docile nelle mani di un nikonista e in grado di assecondarlo in tutte le sue azioni. Tanto che mi sembrava di usarla correntemente già da due anni. E duttile, perchè in grado di fare veramente tutto quello che un nikonista può pensare di fare con la sua unica macchina. E' un passo in avanti epocale nella maturazione della reflex digitale. Prima, di fatto, eravamo obbligati a dotarci di due macchine differenti, una per l'azione e una per la precisione o la foto ragionata. Adesso con una macchina solo si può fare realmente tutto quello che si vuole. Anche di più. Questo significa fare veramente la differenza. La Nikon D5 ha, secondo me, ancora le sue motivazioni di acquisto, ma queste diventano sempre più di nicchia. Ritengo che un fotografo che faccia quasi esclusivamente sport, debba pensare più alla D5. Lo stesso, probabilmente, se si trova a fotografare in condizioni per lo più estreme dove il corpo monolitico della D5 può fare la differenza. Ma per tutto il resto, sarà più facilmente la D850, la macchina ad entrare nella borsa, anche solo per le sue possibilità di crop. Con la D5 che resterà a casa ad aspettare. Non so voi, ma credo che realmente io finirò per comperarmene due. Ciao Cara, mi spiace moltissimo che tu sia dovuta andare via così velocemente. Ma tornerai presto, vero ? Dopo non ci lasceremo mai I nostri ringraziamenti nell'ordine : - a Nital Spa per averci dato la macchina in visione in anteprima, quando ancora non è stata presentata ufficialmente né alla stampa, né ai rivenditori, nè al pubblico e ancora non è acquistabile in negozio - a Rossano Rinaldi dello Spazio Blu e alla Wavemanagent per averci concesso Tatjana il 30 agosto quando ancora tutta l'Italia era in ferie - all'Autodromo Nazionale di Monza - al Parco Faunistico La Torbiera
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  2. Mtrading, importatore italiano di Sigma vuole bene a Nikonland Sono anni che, ormai, con la cadenza definita dalle presentazioni delle ponderose novità (sotto il segno di Yamaki-san) ci mette a disposizione the best of... di cui possa disporre, mettendo in questo modo a dura prova le nostre possibilita' di trovare qualcosa che non ci soddisfi nelle attrezzature che riusciamo a testare: gli chiederemo ogni tanto di farci provare apparecchi di secondo livello, tanto per non indurre i lettori del sito a pensare che noi si sia in qualche modo Sigma-addicted nel senso deteriore del concetto E perche' allora ho definito Teatro della Vita questo mediotele, ultimo nato della serie Art? Perche' lo so bene che un obiettivo, così come una macchina fotografica, come qualsiasi altro accessorio, non siano altro che dei mezzi, strumenti adatti ad ottenere un risultato predefinito e premeditato. Il fatto e' che la Teoria poi si combina con la Realta' delle cose in modo imprevedibile, tanto da ridefinire il confine tra lo strumento ed il risultato. Posto che un mediotele come un 135/1,8 non sia certamente ne' uno standard, nè tantomeno uno zoom all-in-one ma invece un obiettivo ben specialistico, come ottimamente dimostrato dagli specifici articoli di Mauro Maratta su questo eccellente obiettivo Sigma 135mm F1.8 Art : il mustang Sigma 135mm F1.8 Art ... a nudo ma nelle settimane nelle quali ho avuto modo di usarlo, questo Sigma 135/1,8 Art mi ha parlato anche di altro... e non proprio sussurrandomi le sue opportunita' all'orecchio, ma chiamandosi a gran voce sulla sd Quattro H con la quale utilizzavo in contemporanea il 14/1,8 Art ed il 35/1,4 Art con i quali Mtrading mi ha dato il privilegio di utilizzarla. Teatro, intanto, come genere: avevo gia' provato ad utilizzare la sd Quattro 1,5x in teatro ed a ISO proibiti dallo stato dell'arte del sensore Foveon, che accanto alle strabilianti prestazioni alla sensibilita' base non riesce ancora ad accompagnare un'amplificazione del segnale esente da...effetti collaterali, nel senso di artefatti cromatici e di scadente rapporto S/N. Il risultato mi aveva confortato, insieme alle caratteristiche complementari come la silenziosita' di scatto, inarrivabile da alcuna reflex. La necessita' in questa calda e luminosa estate di restare su diaframmi apertissimi come quelli offerti da questo mediotele Art, mi ha indotto nella decisione di iniziare sfruttandolo proprio a teatro, a Segesta, durante le rappresentazioni serali che si tengono esattamente dove si tennero, analoghe, fin dal III secolo a.C. (senza cellulari allora...) e nello specifico durante la rappresentazione dell'Oreste di Euripide e, alcune sere dopo, delle Nuvole di Aristofane. Il filo che leghera' tutte le foto realizzate per questo articolo è chiaramente l'utilizzo di questo Art a tutta apertura o immediatamente presso questa: l'esigenza di luce in condizioni di ripresa come quelle che seguono non consente l'utilizzo di diaframmi piu' chiusi, giusto il secondo paletto, quello di restare tra gli ISO 100 canonici per la sd QuattroH e al massimo ISO 400 per evitare eccessi di rumore digitale o di distorsioni cromatiche a vanificare l'intento originario, ossia fermare l'azione ! Ecco quindi dipanarsi la storia della follia di Oreste, perseguitato dalle Erinni per l'orrendo delitto commesso (l'uccisione della madre Clitennestra e del suo amante Egisto, richiesta da Apollo per vendicare l'assassini da parte di quei due di Agamennone tornato vincitore da Troia con Elena) Elettra regge tutta la scena, raccontando della follia del fratello, Oreste, follia che e' travaglio interiore per il gesto compiuto e le motivazioni che continuano a dividerlo tra il Giusto e la Perdizione, una Luce spettacolare, quella del sole al tramonto che investe il palco da sinistra verso destra, illuminando nel modo piu' suggestivo gli attori (il palcoscenico e' disposto esattamente verso il Nord): il Sigma 135/1,8 Art non si fa pregare in queste condizioni, anche nel crop seguente si vede come sia stato progettato per avvolgere il soggetto della luce disponibile, anche e sopratutto in esterni i riflessi sugli ornamenti di Elena di Troia (sposa di Menelao) riflettono del tutto la luce del tramonto prossimo la qualita' del fuori fuoco di sfondo e' una delle caratteristiche piu' rilevanti di questo Sigma anche con un diaframma piu' chiuso, (f/2,8) lo stacco tra i piani prospettici di questo mediotele continua ad essere determinante sul soggetto, Elena istruisce Ermione (la figlia avuta da Menelao), in questo crop si percepisce meglio la pdc dell'immagine precedente ed i colori e la nettezza del gesto, rispetto il tempo di otturazione non fulmineo (1/200") la dicono lunga sull'insieme di valori in gioco ma e' dove si apra verso il limite massimo che si torna a considerare in pieno l'opportunita' offerta da questa lente, che tiene l'asticella della qualita' ottica sempre al massimo (pure quando le Eumenidi si trasformino in Erinni ) e pur variando in postproduzione valori come quelli della temperatura colore o della saturazione (il Foveon tende a caricare in eccesso al diminuire degli EV), il risultato e' del tutto intercambiabile, perche' non dipende solo dal sensore, ma principalmente dalla lente. Oreste passa dalla lucidità alla follia (mentre le luci di scena cominciano a sopravanzare l'ultima luce solare) ed il 135 Art fa il suo splendido lavoro, selezionando soggetti anche negli insiemi spicca la sua vocazione al sottolineare (crop) senza eliminare informazioni dagli spazi circostanti. Gradualmente, senza scosse, ma inesorabilmente ! arrivano in scena Menelao e il vecchio Tindareo, nonno di Oreste, che vuole giustizia della figlia, (Clitennestra) che la luce mista sta per diventare artificiale e cio' nonostante, Foveon + Art = successo guardate il blu dell'ora sulle montagne di sfondo (ed il loro definito sfuocato) Pilade, amico di Oreste, arriva a ...dargli una mano cosa che Oreste ...si accolla di buon grado Elettra e' sull'orlo di una crisi di nervi decisamente, direi... e nel crop vorrei sottolineare come omogenei siano i passaggi, le transizioni cromatiche e delle forme dei soggetti salgono gli ISO, per forza di cose... (qui siamo a 250) e compaiono i primi artefatti verdastri, intorno alle aree meno definite, come si vede nel crop seguente ma nella trasformazione in B/N (e coerente correzione dei difetti delle immagini) l'incisivita' del 135 Art continua a definire il senso del racconto, a seconda di che soggetto sia quello a fuoco proprio come sia lecito aspettarsi da obiettivi costruiti per questo crop sulla qualita' d'immagine della trama del velo Niente luce se non artificiale, ma forse ancora piu' definito lo stacco prospettico, giusto lo sfondo ormai tutto nero il dramma volge al termine, con Elettra, Oreste e Pilade condannati al suicidio dal tribunale popolare voluto dal padre di Clitennestra cosa si inventano i tre? Prendere in ostaggio la piccola Ermione e tentare di ucciderne la madre, Elena (quella che aveva originato la soap opera intera) e quando il terrore scorre sul filo della lama impugnata da Oreste (paura....) arriva Apollo e trova la soluzione: liberi tutti e matrimoni incrociati... Oreste ed Ermione (ma non la stava ammazzando?), Elettra e Pilade e chipiunehapiunemetta (Ma questo e' un finale rivisitato: Euripide volle far scorrere sangue anche alla fine del dramma) Teatro, poi, come luogo: Altra accezione del termine, che indica il luogo dello svolgimento dell'azione, anche quando non scenica, nella quale un obiettivo come questo Sigma 135mm si ritrova sempre alla grande, per sua natura. Dal ritratto piu' banale che praticato con questo mediotele...smette di essere banale, alle foto di vedute (terreno per tutte le lunghezze focali, ma sopratutto a mio vedere per quelle medie) che proprio per questo si arricchiscono facilmente di ulteriori elementi (che su angoli di campo piu' larghi resterebbero in minor dettaglio) Al dettaglio di parti del campo inquadrabile con altri obiettivi, a specificarne dinamiche difficilmente intellegibili ad occhio nudo particolari mai notati nella loro "azione" resi palesi dalla capacita' del Sigma 135/1,8 di isolare, definire, distinguere, comprendere e... ricordare. E rivolgendo occhio ed obiettivo a dettagli d'insieme, come una guglia, girandovi attorno lo sguardo per determinarla soggetto... piu' volte oppure al pavimento dello stesso luogo indovinando da qui una nuova caratteristica, inconsueta per un mediotele luminoso, quella della definizione anche sulle brevi distanze, applicandola quindi a teatri ben differenti, ma pur sempre paradigma di Vita, di vite... differenti dalla nostra, ma non per questo meno caratterizzate dalle qualita' di questo fuoriclasse indiscusso, già senza lenti addizionali, senza tubi di prolunga, solamente con l'ausilio del suo limitatore del range di distanza focale che ai suoi 87,5 cm di distanza minima, a f/2 ci consente di riportare anche di simili Teatri di Vita (crop 90%) Teatro, infine, come Tempo: Il Tempo e' una delle variabili della Vita, se non la piu' determinante. Ogni oggetto ha il suo tempo, fa il suo tempo, e dopo altro tempo... avra' fatto il suo tempo. Ogni epoca ha degli oggetti che la caratterizzano e nel nostro piccolo, su Nikonland, siamo convinti che l'Estro e l'Inventiva dei progettisti e della proprieta' di Sigma, stiano facendo battere i secondi del tempo attuale: perche' indipendentemente dal valore assoluto di queste attrezzature, cio' che sta ottenendo questa cascata di obiettivi di grande qualita' accompagnati da macchine fotografiche tanto particolari quanto innovative, ha di certo ottenuto il grande merito di spaccare l'argilla ai piedi delle Grandi del mercato, che sentendo la pressione di Sigma e di pochi altri competitor, si sono rimessi in movimento. Cosa che potrà solo produrre benefici per tutti noi appassionati. Nel Tempo si muove l'Umanita', che agisce e vive e produce memoria del suo essere. Questa memoria viene trasmessa e condivisa: il pregio di Aristofane sta nell'indiscutibile senso dell'Universale che pervade la sua opera: che puo' essere attualizzata come hanno voluto fare gli sceneggiatori di quest'anno a Segesta, nel rappresentare le Nuvole niente di meno che come ...the Cloud rispetto i moderni smartphone e tablet cui riferirsi come oggetti del potere terreno, in contatto con l'Etereo. Socrate vive lacero e puzzolente in un cassonetto e gestisce una... scuola per aspiranti smart people, con alterno successo, specie se l'allievo sia un allevatore di polli ignorante come Strepsiade ossessionato dai vizi del figlio Fidippide che pensa solo a cavalli e lussi per loro improponibili. Debiti da gioco e da acquisti (niente rate a tasso zero) da curare con la filosofia del Guru... Sigma 135mm f/1,8 Art in available light a f/2 t/200" Socrate dal cassonetto in luce mista, predica alle masse e parla alle Nuvole ammonisce Strepsiade, che tenta di aggiornarsi col cloud le nuvole le quali scendono tra gli uomini, sempre in available light, e nonostante l'errore di esporre ad 1/30" f/2,8 la mirrorless sdQuattroH salva in parte il risultato 320 ISO @ f/1,8 t/100" ISO 250 @ f/1,8 t/200" Non finisce bene: Strepsiade non riesce come allievo, suo figlio molto meglio di lui e lo ricatta... Allora Strepsiade manda a quel paese le Nuvole e Socrate e con una fiaccola gli appicca il fuoco dentro il cassonetto (ma sono le 21,30 e la luce di scena diventa sempre piu' gialla, il Foveon non regge piu' e questa foto l'ho fatta col 35/1,4 art) Morale dell'Articolo? Sigma costruisce segni del tempo attuale come questo 135/1,8 Art, che non serve solo per fare ritratti in studio, ma spazia per Teatri di molte altre dimensioni e destinazioni, nei quali fotografi migliori senza dubbio di me, sapranno tirarne fuori tutto cio' che questo obiettivo sapra' loro suggerire... Tornando quindi al pensiero dell'inizio ritengo senza dar segno di cedimento mentale che esistano strumenti che riescano ad essere ben piu' che semplici mezzi con i quali portare indietro il risultato, ma oggetti decisamente ispiratori delle opportunita' che vi offrono. E ve lo scrive uno ben abituato a scendere a compromessi con materiale ed attrezzature non per forza "no compromise". Per divertimento... Che dire di piu' ...? W S I G M A... e grazie ancora alla gentile disponibilita' di per la possibilità di utilizzo di queste attrezzature ...del nostro Tempo ! Max Aquila photo (c) per Nikonland 2017
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  3. La nuova D850 arriva con la nuova batteria EN-EL15a. Tale batteria conserva le stesse identiche specifiche della precedente EN-EL15 in termini di tensione e di capacità di scarica. Ma aggiunge una nuova certificazione. La D850 sarà ovviamente compatibile anche con le EN-EL15 (senza la a) purchè recenti. Lo stesso discorso già visto con la D500 lo scorso anno (non compatibile con le EN-EL15 prodotte sino al 2012). Diversa questione per le EN-EL18 da mettere nel battery grip dedicato MB-D18. Io ho provato con successo una vecchia batteria del 2012 risalente alla mia vecchia D4. Ma naturalmente si potrà usare anche la EN-EL18a della D5 e le nuove EN-EL18b (identiche alle EN-EL18a ma con la nuova certificazione 2017).
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  4. Ripreso all'Isola della Cona, inizio Giugno.
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