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Debussy : Sonates e Trio


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Debussy rideva quando lo definivano "impressionista" o anche "espressionista".

Lui si diceva semplicemente un compositore e un musicista francese e nella sua musica ha sempre prevalso il gusto - tipicamente del suo Paese - di rivalsa nei confronti degli esterofili, sforzandosi di recuperare i tratti della tradizione francese, specialmente nelle sue radici barocche, in contrapposizione con la moda post-wagneriana e comunque romantica imperante, intrisa di cultura e modelli musicali tedeschi.

La beffa è stata, per Debussy, morire a Parigi, durante un bombardamento tedesco in seguito all'ultima campagna del 1918.

Ma sto divagando. Questo è un disco tipicamente francese. Di musica francese registrato da (ottimi) musicisti francese.

Ci sono nomi noti (come Capucon, il violinista, manca il fratello, violoncellista, e Pahud ottimo flautista di fama mondiale) e meno noti. Ma comunque legati dal piacere di fare musica insieme, non di concludere in fretta un catalogo.

Non c'è nulla di inedito in queste pagine, sebbene il trio - giovanile, composto negli anni di studio - sia stato da poco ritrovato.

Per il mio gusto, questo rappresenta il Debussy più interessante, forse perchè - a parte la sonata per flauto solo "Syrinx" - è quello meno sperimentale. Ma non per questo tradizionale.

Come si intende già nelle prime battute della splendida sonata per violoncello accompagnato dal pianoforte (Debussy scriveva che il pianoforte non deve lottare contro il violoncello ma assecondarlo : tutto l'opposto delle sonate per pianoforte e un altro strumento del germanissimo Brahms).
E' una sonata molto intensa, a tratti addirittura veemente e selvaggia, con soluzioni nuove, originali.

Debussy, proprio per il suo essere tipicamente francese, non ha avuto discepoli. Ma probabilmente è anche vissuto in un'era in cui tutto si è dissolto.

E se è pieno di timbri ed echi che si rifanno a Fauré o a Gounod, Saint Saens, Franck (scegliete voi chi altri) il giovanile trio, la straordinaria sonata per flauto, viola ed arpa non ha - a mio parere - eguali.
Riesce ad essere all'unisono moderna e tradizionale.
Intendiamoci, non è che possa mai sembrare la musica di uno dei maestri citati sempre un pò ... a sproposito da Debussy (io nella maniera di Rameau o di Couperin di Debussy ci ho sempre trovato Debussy, mai uno dei grandi settecenteschi maestri francesi).
Salvo che nella libertà di ritmo e di armonia. Di leggero piacere di fare semplicemente musica e non di voler dimostrare a tutti i costi che nella musica c'è incisa in nuce la matrice piramidale dell'essenza stessa del creato ...

In sintesi, un disco splendido, splendidamente suonato ensemble da splendidi musicisti che ho già ascoltato innumerevoli volte e che non mi stanco mai di ascoltare e quando, arrivato all'ultimo brano inciso, il trio prorompe in un brillante (e romantico) Finale "appassionato", mi viene voglia di riascoltarlo da capo.

Registrazione di grande qualità, in formato ad alta risoluzione 96/24, presso la Salle Colonne e lo Studio Davout di Parigi tra il settembre 2016 e il marzo 2017. Edito da Erato, gloriosa etichetta francese, Gruppo Warner.

Disco della settimana a pieno diritto !

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