HIFIMAN HE1000 Stealth : prova d'ascolto e confronto con le Arya V1
Provare delle cuffie per riferirne a persone che non si conoscono non è impresa facile.
Chi lo fa con nonchalance (il web ne è pieno, non parliamo di Youtube) è un millantatore o uno che mente sapendo di mentire.
E chi inventa vocaboli o paragoni incomprensibili lo fa solo per buttare fumo negli occhi.
Non parliamo di quando si fa un confronto tra due apparecchi.
Passi se sono diametralmente differenti. Ma quando parliamo di cuffie top alimentate da un amplificatore over-the-top, ci vuole umiltà.
E tempo.
Quindi datemi tempo, vi prego.
Cercherò di essere soggettivamente il più obiettivo possibile.
Ma la musica e la sua riproduzione è il più grande amore della mia vita.
Nato quando sono nato e che morirà quando le mie orecchie mi precederanno là dove sono Bach, Beethoven e Brahms.
a sinistra, le HIFIMAN Arya V1 con i nuovi cuscinetti, a destra, le HE1000 Stealth.
Sotto ai cavi, il supercarrozzato Audio-GD R27 HE.
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Per ogni considerazione generale sulle HE1000, la cui stirpe alligna sin dal 2015, rimando al precedente articolo :
Come suonano le HIFIMAN HE1000 Stealth ?
Come tutte le magnetoplanari aperte.
Il suono è aperto, chiaro, brillante con un campo sonoro ben sviluppato (per quanto possibile nelle cuffie).
I bassi sono estesi ma neutri, non sono cuffie da "bassisti", lo dice chiaramente la risposta in frequenza e lo conferma l'ascolto.
Il pedale di un grand'organo si sente perfettamente fino in fondo, manca l'elemento tellurico, ci si aspetterebbe di sentire le panche vibrare.
Estesissimo ma chiaro.
Chi si aspetta da cuffie del genere un effetto speciale ascoltando musica elettronica o techno, ha sbagliato candeggio.
Ma l'articolazione è estremamente più raffinata.
In generale, lo dico senza snobismo, le HE1000 si comportano come ammiraglie.
Non sono per un ascolto casuale e richiedono "orecchie educate" per farsi apprezzare.
E una alimentazione di livello.
In un primo momento le ho provate in parallelo con Arya ed HE400 SE con un SMSL 400DO, buon tutto in uno impostato su ES9038 e con una buona sezione di amplificazione.
Forse il miglior apparecchio di questo tipo sotto ai 500 euro.
Ebbene, non riuscivo a trovare differenze, pur dannandomi a cambiare tracce.
Insomma, a costo di sembrare banale, non sono strumenti banali all'ascolto.
Ci vuole orecchio. E ce ne vuole parecchio (cit. !).
Ma soprattutto ci vuole un motore equivalente.
Per questo anche con l'Audio-GD R28 (un all-in-one che si mangia tutte le creature asfittiche da meno di due chilogrammi di cui si riempiono la bocca gli "influencer" su UTUbe) mostrava un pò la corda.
E quindi ho approfittato di uno scontone dell'IVA per sostituirlo con il fratellone R27 HE, un apparecchio che oltre ad avere il doppio dei moduli R2R vanta anche una alimentazione introvabile sulla terra.
E alla fine, mentre le cuffie si scioglievano e le mie orecchie si "educavano", ho capito quello che il Dr. Fang ci vuole dire.
Come i Master Chef lui non svela le ricette segrete ma propone tanti piatti sulla tavola, con tante fragranze diverse, molte volte simili ma non così sovrapponibili.
Lui sa che i palati, come le orecchie, hanno gusti differenti. E i più raffinati non si accontentano della stessa pietanza tutti giorni.
Un vero appassionato di cuffie avrà più strumenti, ognuno adatto ad un tipo di ascolto, di umore, di giornata, di occasione.
Gli altri modelli di HIFIMAN sono di impressione più immediata. Queste richiedono più tempo per capirne l'essenza.
E se una volta il loro costo era tale che questo poteva già svelare una parte del loro segreto, adesso che sono sullo stesso piano delle "sorelline" Arya, bisogna rifletterci sopra.
Insomma. Preparatevi ad abbassare o ad alzare il volume. Dipenderà da molti fattori diversi.
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Silje Nergaard : Be still My Heart
Abbondanza di sibilanti su una voce in primissimo piano.
Pianoforte abbastanza esile. Riverbero complessivo che porta ad apprezzare la scena nel suo spazio, nonostante la voce sia proprio a centro-sinistra. Come se lei vi guardasse di tre quarti da sinistra.
Volume che deve essere abbassato di parecchio.
Rach 39/5, Babayan, DG
Pianoforte gigantesco, acuti metallici, basso lungo, esteso ma in secondo piano.
Volume che corre su di 15 punti.
Diana Krall, California Dreamin'
Minchiapapà, voce in primissimo piano e violini "elettrici" in attesa delle percussioni che si sommano, calde, ritmiche.
La voce resta li in mezzo, con quella vaga venatura roca, visto che la Signora nel 2014 aveva già i suoi anni.
Janine Jansen : Prokofiev, concerto per violino n.2, secondo movimento
Conosco lo Stadivari del 1707 di questa registrazione come se fosse un vecchio amico.
Qui rispetto al solito ha una voce un filino più stridulo e nervosa.
In compenso i bassi pizzicati di accompagnamento sono di un volume ascoltato solo con i 15'' finora.
L'effetto lacrima facile di Mauro arriva comunque subito dopo. Non ci posso fare niente. E' meglio dell'estratto di cipolla !
L'organo della Thomaskirche di Lipsia riempie l'aria e sembra che riempia anche quella della piazza antistante e che il vecchio Bach stesso si possa alzare la da dove riposa.
Pedale possente, medio deciso, acuti che risuonano. Tolgo il saluto a chi non riesce ad apprezzare una fuga a tre voci come la 548.
Non ce la faccio a staccare l'ascolto devo andare oltre ... forse il più grande complimento che possa fare ad uno strumento di ascolto mentre lo provo.
Si può separare ogni nota del pedale anche se il volume è oltre 60 e i manuali stanno asciugando letteralmente la cera dalle candele.
Commozione e applausi a scena aperta. A Bach, a Bohme, a Fang.
Ma mi sto distraendo e sono andato alla meravigliosa fuga in Re maggiore BWV 532 che anche io, nel mio piccolo, strimpellavo quando avevo dita buone ...
Joni Mitchell/Herbie Hancock/Norah Jones : Court and Spark
Pianoforte squillante e un pò metallico, bassi possenti, piatti spettacolari, voce chiara nella sua tonalità naturale.
Meglio abbassare un pò il volume. La voce resta chiara, la scena ne acquista in naturalezza.
Molto naturale il sax.
Anche Edith & The Kingpin, con Tina Turner si apprezza di più ad un volume più moderato ma per ascoltare ogni nuance dell'accompagnamento dovrete sacrificare qualche pò di udito.
La batteria è tridimensionale e si sente il sax soffiare.
Anche Amelia, con la stessa Joni Mitchell è allo stesso livello. Dal vivo.
Sul piano del test, è bellissimo avere a disposizione nella stessa registrazione e sullo stesso set, voci così diverse, caratteristiche e conosciute.
la meravigliosa registrazione dei Mottetti di Bach del Pygmalion ha una estensione di scena esagerata.
Qui si individuano i gruppi di cantanti sulle voci quando intervengono (Komm, Jesu, komm BWV 229).
Io però continuo a sentire delle squillanti un pò "cattive".
AC/DC : Highway to Hell
Devo ripartire tre volte perché un riverbero così non l'avevo ancora sentito in vita mia.
La voce è più alta che dal vivo. Bassi che per me sono altro che presenti.
Chi cerca di più, sinceramente avrà bisogno presto anche dell'apparecchio acustico ... !
Il 24° capriccio di Paganini con l'Anselmo Bellosio del 1775 di Alina Ibragimova si fa apprezzare ad alto volume.
Qui sento le inflessioni dell'archetto e il cambio di tono dello strumento che segue duttile la mano dell'artista.
Bella prova. Registrazione di 10 piani sopra quella Decca della Jansen.
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Confronto sintetico
Non vi annoio con la ripetizione dei miei commenti di ascolto. Le mie Arya sono più che rodate. Adesso le sto imparando a conoscere con i nuovi cuscinetti che, non si direbbe, ma ne hanno "arrotondato" il suono, incrementando il basso profondo e il medio.
Restano meno sensibili delle HE1000 e quindi in un confronto immediato è necessario alzare il volume.
Nel complesso e con le stesse tracce che vedete sopra, mi sembrano più indicate per un ascolto di tutti i giorni.
Dove non si chiede di essere stupiti nell'immediato con una prestazioni eccezionale.
Sono anche più portate a perdonare nefandezze di registrazione, specie lato acuti. Sibilanti e microfoni troppo ravvicinati risultano più addomesticati rispetto alle HE1000.
Se dovessi usare solo poche parole per definirle direi naturali e umane.
Questo aiuta a contenere la stanchezza di ascolto che, non so a voi, ma per me è sempre dietro l'angolo con le cuffie (io non sono proprio in grado di ascoltare cuffie chiuse per questa ragione).
E rende piacevole continuare ad ascoltare musica.
Un pò il carattere delle elettrostatiche.
Le HE1000 Stealth al confronto sono decisamente più analitiche, portano in evidenza i dettagli, aumentano ed amplificano ogni contrasto.
Sono, se mi permettete un paragone tirato per i capelli, una versione ad alta definizione VS una a definizione normale.
Le HE1000 Stealth stupiscono per il microcontrasto e per l'impatto. Si sentono cose che non si sentono facilmente con altre cuffie (e quasi mai con i diffusori).
Come se fossero dei monitor professionali mettono tutto in evidenza. Qualche volta troppo.
La scena è più ampia. Molto di più.
Il basso sembra più profondo, nella realtà è solo più veloce ed efficiente.
Insomma, stupiscono. Ma un pò stancano per la loro brillantezza, per me, eccessiva. Secondo me hanno bisogno di maturare e di perdere un pò di eccesso di brillantezza per diventare compagne di tutti i giorni.
Ma se vi volete stupire ed emozionare, avete orecchie buone e un amplificatore/DAC Top Of The Line, allora sono la scelta per voi.
Potendo, io sceglierei una o l'altra a seconda dei casi. E a seconda di altri (per esempio con la musica da camera) sceglierò le elettrostatiche Jade II.
Conclusioni
Insomma, forse non ho risposto alla domanda.
E' vero.
Le HE1000 Stealth sono cuffie eccezionali. E se dovessi paragonarle ad un obiettivo Nikkor (in fondo siamo ospiti su Nikonland) le paragonerei al 138/1.8 S Plena.
"Eccezionale ma non per tutto o per tutti".
Lo stesso per queste cuffie. Con le Arya più simili al 50/1.2 S.
Non pensate di comperarle perché sono le ammiraglie di gamma. Magari le Arya, le Ananda o le XS per voi saranno meglio.
Io non vi so aiutare.
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