Martin e Frank, quintetti con pianoforte : Martin Klett e Armida Quartett
Frank Martin e Cesar Frank, quintetti con pianoforte : Martin Klett e Armida Quartett
CAvi-music, 21 aprile 2023, via Qobuz, formato 96/24
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Disco "strano" in quanto l'accostamento tra il quintetto di César Frank e quello di Frank Martin, al di là dell'assonanza tra il cognome del belga e il nome dello svizzero ci sta come la senape nel caffelatte. Tanto sono distanti sia l'indole che l'impostazione musicale dei due musicisti.
Sono anche due composizioni abbastanza lontane nel tempo. E in fondo più romantica quella di Martin (1919), quasi morbosamente sensuale quella di Frank (1890), detestata praticamente da tutti i suoi contemporanei (gli aneddoti si sprecano, Saint-Saens alla prima uscì sdegnato, Debussy parla di "parossismo" con chiare allusioni sessuali).
In questa lettura però questo aspetto è contenuto, quasi messo sotto sedativi, imbavagliato per dettagliare il fraseggio e le dinamiche irrequiete che caratterizzano i tre movimenti ("quasi lento", "con molto sentimento", "con fuoco").
Ma nella realtà ciò che mi ha attirato di questo disco è il raro quintetto di Frank Martin, autore di composizioni colte e popolari all'unisono, appassionato e passionale.
Questo quintetto, eseguito a Zurigo per la prima volta con Martin al pianoforte nel 1919, è nelle aspettative "neobarocco" e in tanti ci vedono echi di Bach. Io più che altro sento influenze di Ravel su una struttura classica, fin dalla struttura in quattro movimenti.
Il pianoforte a volte sembra più una voce fuoricampo come se il quartetto suonasse un lavoro autonomo. Ma l'equilibrio complessivo è sempre garantito.
Di particolare interesse il primo movimento che ha dinamiche interne e moti straordinari tra le parti e il presto finale, con echi esotici e folkloristici chiaramente di origine lontana per il panorama musicale mitteleuropeo tradizionale.
L'esecuzione è di una meravigliosa finezza. L'Armida ha il suo particolare suono raffinato e limpido mentre il "jazzista" Martin Klett è inappuntabile.
Insomma, è un disco estremamente interessante, più per Martin che per Frank. Ma pure il quartetto del belga, per chi se lo regge, è di particolare finezza.
La registrazione è chiara. Nel libretto si fa riferimento a Deutsche Grammophon, non so a che titolo. Anche perché la registrazione è stata ripresa negli studi della Bayerischen Rundfunks di Monaco da gente della BR-Klassik.
Ricordo con l'occasione di aver recensito qualche anno fa un disco straordinario (di tutte fughe : Fuga Magna) dell'Armida Quartet.
Mentre non conoscevo affatto l'estroso pianista Klett.
il pianista Martin Klett
il raffinatissimo Armida Quartett
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