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Mendelssohn : quartetti n.2 e n.4, Quattro pezzi Op. 81 - Quatuor Arod


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Mendelssohn : quartetti n.2 e n.4, Quattro pezzi Op. 81 - Quatuor Arod
Erato, 22 settembre 2017, formato 96/24, via Qobuz

***

Uno dei dischi più appassionati che abbia sentito negli ultimi tempi e che mi riconcilia definitivamente con l'autore della Grotta di Fingal e del Sogno di una Notte.

E' il primo disco registrato da questa giovane formazione francese e contiene un capolavoro. No due. No, tre.

I due quartetti 2 e 4 vivono tra Mozart e Beethoven, nello spazio che va dal 1827, anno di morte di Beethoven che per il giovane Felix rappresentò una svolta dal punto di vista compositivo con l'op. 13.

Questo quartetto in La minore prende le mosse dagli ultimi quartetti di Beethoven ed è intriso di tristezza e di passione emotiva. Romantico quanto lo era l'ultimo Beethoven ma profondamente classico.

Non molto diverso ma più simile agli ultimi quartetti di Mozart, il più romantico ancora Op.44 in Mi minore, con una architettura contrappuntistica più lineare e meno uso del fugato.

Per alcuni il suo quartetto n. 7, i quattro pezzi Op.81 stanno benissimo insieme ma appartengono ad ere differenti.
I primi due movimenti sono del 1847, appena prima che si compisse la tragedia che portò via a pochi mesi di distanza i due fratelli Mendelssohn, sono precedenti invece gli ultimi due, in particolare l'ultimo, una fuga del 1827 in stile Beethoveniano.

Ma sono di particolare interesse tutti e quattro i movimenti. Intimi e pacifico il primo ma con improvvise animazioni schubertiane.
Lo scherzo in la minore (gli altri brani sono in mi, maggiore, minore e bemolle maggiore) è vivace con richiami alle ultime sinfonie di Felix.
Particolarmente interessante il capriccio, il terzo brano, diviso in due parti che insieme sintetizzano tutto Mendelssohn.
Cantabile e appassionata la prima parte, una fuga drammatica che inizia senza troppi preamboli al minuto 2 che si avvolge continuamente sui richiami dei due temi.
Una fuga più elaborata all'ultimo, fatta di contrappunti complessi ma in un'atmosfera "lunare" che non sale mai troppo di intensità.

Il disco chiude con un bellissimo lieder "Ist es wahr ?" ("E' vero ?") arrangiato per soprano e quartetto d'archi in cui la voce di Marianne Crebassa si staglia fredda ma dolcissima su una melodia sussurrata dal quartetto all'unisono. Una meraviglia di nemmeno 2 minuti.

Insomma, un disco straordinario di una formazione freschissima e vivacissima che si è ripetuta poi agli stessi livelli nei dischi successivi.

Bella registrazione, armonica, ben equilibrata, leggermente fredda. Ma non è un problema.

Attesissimo, per dopodomani il nuovo disco con i quartetti di Debussy, Ravel e Attahir, sempre per Erato.

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