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Fauré : la musica per violoncello e pianoforte - Phillips/Tiberghien


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Fauré : la musica per violoncello e pianoforte - Phillips/Tiberghien
Sonate 1 e 2 per violoncello e pianoforte, brani sciolti
La Dolce Volta, 20 ottobre 2023, 192/24

***

Il bello é che non solo si trovano nuove interpretazioni di musica conosciuta ma capita comunque piuttosto spesso di incontrare musica per la prima volta.

E' il caso di questo Fauré per violoncello e pianoforte, prima ascoltato solo in qualcuno dei brani di contorno ma mai nelle due sonate.

E devo ammettere che con la prima sonata (Op. 109, 1917) è stato amore a prima vista.

Fauré è un compositore che sa essere enigmatico. Pensando che nel 1917 in Europa c'era la più devastante guerra mai conosciuta fino ad allora e alle altre composizione coeve dei cugini d'oltre Manica, questa sonata mi ha preso immediatamente.

Il tema principale del primo movimento (Allegro) pare che sia un'idea poi scartata per la sua Sinfonia in re minore. Qui é contraddistinto da una scrittura a zig-zag, con sincopi ma soprattutto accenti decisi che producono un effetto drammatico.
Questo tema, portato con grande lirica dal violoncello dona una sua grande veemenza molto passionale. Il secondo tema, io non riesco ad identificarlo bene - siamo ancora nella forma sonata classica - perché è avvolto nella forza frenetica che caratterizza tutto il primo movimento
Sinceramente io non conoscevo questa forza nella produzione di Fauré.

Più intimistico ma comunque lirico il secondo movimento . Il tema principale è molto cantabile e si intreccia con il secondo, più portato dal pianoforte.

L'Allegro comodo prende le mosse da una melodia dolcissima ma Fauré si serve di un contrappunto molto complesso per farlo fluire in modo molto fluido.
Il violoncello ha decisamente il sopravvento, ma perché lamentarsi ?

Non è altrettanto coinvolgente la seconda sonata, solo di poco successiva (1921) ma che comunque mantiene lo stesso carattere e la stessa impronta. Fauré scrive di aver preso per spunto la prima sonata di Saint-Sans.
Ma anche se non è - secondo me - un capolavoro come la precedente, è comunque un importante aggiunta alla letteratura per questi due strumenti che vanta grandi esempi anche nel '900.

Nel mezzo svariati brani sciolti, interessanti o meno, più in tono fin de siecle. Alcuni famosi, trascritti.

In quanto ai due, non conoscevo Phillips che è stato a lungo allievo prediletto di Rostropovich quando insegnava a Parigi. Ha un suono molto lirico e caldo, perfettamente intonato a questa musica.
Mentre Tiberghien lo conosciamo benissimo per le sue numerose partnership con alina Ibragimova.
E devo ammettere che qui prende molto dal calore di Phillips.

Per conoscerlo meglio segnalo questo altro disco, del 2009, non allo stesso livello per qualità sonora ma estremamente intenso :

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Il suono come ho accennato è spettacolare.
Merita certamente attenzione.

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