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L'effetto Osborne


Nel 1982 una semisconosciuta società del Colorado fece, a sorpresa un annuncio epocale di quello che è di fatto il primo personal computer "trasportabile" se non proprio portatile.

L'Osborne 1 era una valigetta la cui chiusura superiore era la tastiera e che recava sull'altro lato la maniglia di trasporto.

Aveva floppy-disk da 5 e 1/4, al centro c'era un minuscolo monitor CRT (a tubo catodico) a fosfori verdi.

Il sistema operativo era il CP/M, l'ambiente a caratteri, simile a quello dei mainframe IBM.

Il responsabile dell'ambiente software era un certo ... Thom Hogan.

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la pubblicità dell'epoca prometteva ad ogni ... business man di poter avere l'intero ufficio a portata di mano ovunque

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anche in Italia fece scalpore, ricordo le recensioni sulle riviste specializzate (MCmicrocomputer di Nuti & amici).

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non costava poco ma era un epoca impegnativa sul piano dell'informatica.

Nell'ambiente di lavoro i personal dovevano ancora fare il loro ingresso di massa. Noi in banca usavamo terminali IBM collegati ad un mainframe con la potenza di ... una lavatrice attuale e memorizzavamo le informazioni su strip magnetiche il cui backup era su un floppy da 8 pollici.

Per contestualizzare, il primo personal computer IBM fu presentato nel 1981, con il primo MS/DOS e il primo Basic Microsoft.
Stiamo parlando di quando io avevo 18 anni e usavo macchine tascabili programmabili con una dozzina di chilobyte di spazio per programmi e memoria dati.
Il mio primo computer di tipo IBM aveva solo 512 chilobyte di RAM perchè c'era shortage e i monitor, quelli belli a 80 colonne, erano con i caratteri color ambra.

***

Bene, perchè parliamo di "Effetto Osborne" ?

Perché il successone mediatico dell'Osborne 1 fece si che la società si lanciò nella progettazione di altre macchine, più avanzate, da lanciare subito dopo l'avvio della produzione del primo.
Ma anziché tenerlo segreto - i nuovi "trasportabili" avrebbero avuto il doppio della potenza e sarebbero costati la metà, ne fecero parola con i giornalisti che ne ebbero dei sample in visione privata con patto di riservatezza.
Che evidentemente non fu rispettata, tanto che si seppe subito dell'arrivo di questi nuovi "gioielli".

Il risultato fu che i grossisti e i negozianti, saputa l'indiscrezione, corsero ad annullare gli ordini dell'Osborne 1 con il risultato che la società, pur dimezzandone il prezzo, finì rapidamente in bancarotta e i successivi prodotti non videro mai la luce.

L'episodio è diventato un caso di studio nelle business school di tutto il mondo ed è alla base della comunicazione societaria in materia di prodotti successivi a quelli in vendita.

Per evitare l'effetto Osborne, Nikon evita di dare notizie certe sui successivi modelli di fotocamera e mai, a costo della vita di tutti i suoi manager, pubblicherà una roadmap dell'uscita di Z8, Z6 III e Z7 III che giocoforza, azzererebbero le vendite di Z6 II, Z7 II e Z9, giusto per entrare nella cronaca dei nostri giorni.

Anche le case automobilistiche sono sempre molto vaghe anche quando presentano un prototipo, stando attente, al contempo, ad avviare prima una campagna di promozione dei modelli già in listino se è chiaro che il nuovo modello ne sfavorirà la vendita.

Di Thom Hogan sappiamo poi che non ha seguito i suoi colleghi della Osborne, con cui lui racconta di essere stato in totale disaccordo sulle strategie di vendita, mentre sul piano dell'innovazione, anche lato software, l'Osborne resta comunque l'inizio dell'era di notebook e laptop, anche se nella realtà quasi nessun utente finale l'ha mai visto dal vero.

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4 Comments


Recommended Comments

  • Administrator
Rudolf

Posted

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"Chiuso, l'Osborne ha l'aspetto di una (strana) valigetta, con tanto di manico. Un microcomputer portatile in piena regola, dunque, ma basta aprire le due cerniere sui lati e collegare alla rete il cavo di alimentazione perché si trasformi, almeno dal punto di vista del software, in uno dei sistemi più "standard" che esistano. In dotazione, fra l'altro, viene fornito non solo il sistema operativo CP/M con tutte le varie utility, ma anche il Basic (Microsoft, interprete e compilatore), il Supercalc (tabellone elettronico tipo Visicalc) e il Wordstar (uno dei più diffusi ed apprezzati programmi per la scrittura e il trattamento di testi)" (Marco Marinacci, MC n. 8 dell'aprile 1982)

  • Nikonlander Veterano
Giannantonio

Posted

Tutto vero caro Mauro e grazie per averlo condiviso.
Ora, giusto per amarcord, nel ormai lontano 1984 la nostrana Olivetti, commercializzava questa evoluzione MS-Dos che era la versione trasportabile del desktop Olivetti M24. 
Con tanto di HD da 10 Mb.
Il costo? Spaventoso rispetto a quanto abbiamo disponibile oggi.
 

 

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  • Administrator
Rudolf

Posted

Ricordo perfettamente ma ... M24, M20, M28 si vendevano bene, De Benedetti ancora non aveva scassato l'Olivetti che si guardava bene dal promuovere novità, senza aver venduto il campionario già a listino.

  • Nikonlander Veterano
Giannantonio

Posted

Vero si vendevano bene confronto all'Osborne.
La pista era già aperta, comunque l'esempio rientra perfettamente nel modello di business che citavi.

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