storie Argentiera - La disavventura di Honoré de Balzac
QUANTO sia stato realmente terribile quel soggiorno in Sardegna per Honoré de Balzac probabilmente non lo sapremo mai.
Era il marzo del 1838 quando il grande scrittore trovò a Marsiglia un imbarco per l'isola. La meta da raggiungere era il sito di estrazione mineraria dell'Argentiera
“... abbandonato dai tempi della scoperta dell'America”, scriveva a Ewelina Hańska, la donna che amava e che sposò qualche mese prima di morire.
Nelle sue intenzioni vi erano il recupero e lo sfruttamento delle miniere di piombo e argento e in effetti in quegli anni l'attività estrattiva avrebbe potuto rendere bene, tanto da rimettere in sesto le finanze dello scrittore. Benestante sì, ma indebitato fino al collo e perseguitato dai creditori per via della cattiva abitudine a spendere molti più denari di quanti ne guadagnasse, che già erano tanti, proventi dell'attività di scrittore, drammaturgo ed editore.
L'affare non andò mai in porto. Battuto sul tempo da un amico al quale, con scarsa prudenza, aveva confidato il motivo del viaggio. L'Argentiera ai suoi occhi e in quello stato d'animo per l'affare sfumato deve essere apparsa un luogo triste, oscuro e deprimente.
Un villaggio minerario abbandonato circondato da un'estesa e impenetrabile foresta di lecci per attraversare la quale occorrevano giorni.
Strutture in legno marcescente
Gallerie che sventrano la montagna e sbucano su spiagge nere
lambite da un mare infido
Scogliere imponenti che si palesano improvvise protette alla vista da un velo di nebbia
Attorniate da secche occultate in un palmo d'acqua
prole affilata che si mostra solo quando non vi è più tempo per raddrizzare la barra
Mulinelli enormi, capaci di inghiottire in pochi minuti un mercantile di buona stazza
e il furioso sibilare del vento che accresce la ferocia delle acque
dalle quali emergono orribili mostri e lugubri presagi
... mentre nel medesimo istante, a terra, sotto la pioggia
un raggio di sole illumina beffardamente l'Eldorado svanito
sparso su una mulattiera
Una distesa di microscopiche particelle di materiale che brillano
sfiorate dalla luce che penetra le dense nubi
Ci provo con poche immagini a ricreare quelle atmosfere angoscianti. L'Argentiera e il suo mare non faticano a mostrarsi in tutta la loro cupa e spaventosa bellezza, pur addolcita dalla mano dell'uomo e dal trascorrere del tempo. A dispetto di ciò che lo scrittore francese narrò di quei giorni che non riuscì mai a dimenticare.
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