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  1. In questo articolo vorremmo riepilogare le caratteristiche dei 50mm disponibili per il sistema Nikon Z (escludiamo il 58/0.95 che riteniamo - a ragione - di un'altra categoria) Abbiamo peraltro la fortuna di averli tutti e quattro in casa e quindi li possiamo esibire in questa foto di gruppo. abbiamo messo vicini i due più luminosi che secondo noi hanno prerogative che idealmente li avvicinano, mentre il macro e il 50/1.8 S sono più consanguinei, nonostante siano pensati per scopi differenti. In questo specchietto abbiamo il riepilogo delle caratteristiche principali. Ovviamente sono tutti autofocus (un motore solo) ed hanno diaframma elettromagnetico. L'anello di messa a fuoco manuale è azionato virtualmente, cioé via anello a movimento continuo che simula l'azione ma senza realmente insistere sulla meccanica che è invece elettroattuata. viste le caratteristiche, di seguito invece abbiamo messo gli schemi ottici e i grafici MTF. Vanno confrontati cum grano salis, in quanto sono presi a diaframmi con apertura molto diversa. Ma già così ci dicono moltissimo delle loro caratteristiche che poi, effettivamente, si ritrovano nell'uso. Ma prestate un attimo attenzione. Perché guardando questi MTF e dimenticandoci della nostra storia, si potrebbe essere autorizzati a dire che il nuovo 50/1.4 sia un schifezza. E invece sono gli altri Nikkor Z che sono eccezionali. Date solo un'occhiata al grafico del vecchio 50/1.4G, 8 lenti in 7 gruppi : e immaginatelo montato su una Z8 o una Z7 ... Qualche parola che giunge dall'esperienza che abbiamo avuto usando questi obiettivi per completare il quadro ? Ecco qua. Nikkor Z 50mm f/1.2 S PRO: Sfuocato sensazionale Nitido quando serve Costruzione inappuntabile Ottime prestazioni generali CONTRO: Enorme. Enorme. Enorme. Pesante quasi quanto un 70-200/2.8 Molto costoso Irrazionale Nikkor Z 50mm f/1.8 S PRO: Nitido e con caratteristiche ottiche sostanzialmente impeccabili Silenzioso e ben costruito Sfuocato di categoria superiore CONTRO: Né così piccolo né così compatto (e anche discretamente pesante) Costoso rispetto alle precedenti generazioni (ma prezzo secondo noi giustificato) Nikkor Z MC 50mm f/2.8 PRO : ottime prestazioni ottiche, obiettivo corretto che non richiede alcun intervento in postproduzione brillante, colori vivaci, facile da usare compatto, tutto sommato bello da vedere, leggero eclissa totalmente il vecchio 60/2.8G : l'upgrade è da fare senza nemmeno pensarci CONTRO : soluzioni ingegneristiche strampalate (il cuore dell'obiettivo che esce, il paraluce ridicolo, il passo filtri fuori epoca) costoso in relazione al 105/2.8 che in confronto sembra "regalato" Nikkor Z 50mm f/1.4 PRO: ricorda per le sue caratteristiche di resa fotografica i vecchi 50mm f/1.4 manual focus ma con prestazioni ottiche allineate ai giorni nostri estremamente luminoso Sfuocato eccellente a condizione che si scelga bene lo sfondo; è soprattutto lo sfuocato sul soggetto che si giova delle sue qualità Obiettivo "umanista" un classico moderno, perfetto per cerimonia, ritratto e quando c'è poca luce o si vuole più gentilezza sul soggetto rispetto a quanto fanno tutti gli obiettivi moderni CONTRO: Soluzioni di compromesso per contenerne costo e ingombro/peso hanno impedito di correggere a fondo i difetti ottici rispetto agli altri 50mm Manca del trattamento antiriflesso e questo si nota nei controluce o quando si presentano bagliori a distanze estremamente ravvicinate si comporta come i vecchi superluminosi (prestazione onirica ma mediocre) E quindi ? Qual'è quello da avere ? Ma è evidente, tutti e quattro ! Se potete ... Potete escludere il micro se non fate macro ed avete bisogno di fotografare a diaframmi molto aperti. Dove effettivamente farà la differenza il piccolissimo 50/2. 8 MC ? A distanze ravvicinate e chiudendo ad f/8, in studio o all'aperto. Con un pò di aiuto di luce artificiale. Altrimenti è inutile. Impietoso sulle persone ... Per gli altri tre, il 50/1.8 S è un obiettivo che va bene per tutto, adatto al perfezionista che vuole immagini corrette sin dall'origine e non fotografa sempre in condizioni di luci al limite. Il 50/1.2 S è il sostituto autofocus del 58/0.95 che resta confinato in una categoria dove si confrontano gli dei di Olimpo e Valhalla e richiede capacità non comuni anche al fotografo. La versione 1.2 porta in dote l'autofocus e caratteristiche eccezionali. Se solo fosse un 58mm sarebbe fantastico e non si porrebbero certi dubbi. Però è oggettivamente un pachiderma che non ha eguali in nessun marchio. Qui Nikon voleva un 50mm finalmente senza compromessi. Quanto averlo e usarlo sia razionale lo lasciamo stabilire a voi. Ma se per lo più fotografate dove la luce "appena disponibile" è un elemento concreto che compone le vostre fotografie, allora non vi pentirete mai dei quasi 3000 euro che costa. Resta il nuovo arrivato, il 50/1.4 senza la S. Che non è il più corretto ma comunque è meglio di ogni altro 50/1.4 della storia Nikon. Non è il 50/1.2 ma gli si avvicina per luminosità e sfuocato. A condizione che impariate a conoscerne i limiti che vengono fuori quando la luce non è del tutto addomesticata. Però in fondo è quello che costa meno e sembra pensato apposta per la Zf, ricordando (in meglio) il carattere dei vecchi 50/1.4, ripreso appena dal 40/2 SE che però gli è nettamente inferiore. E per chi fotografa le persone, per noi, è quello da avere. Naturalmente abbiamo semplificato più che altro a beneficio di chi voglia farsi un'idea propria, avendo di fronte tutte le informazioni disponibili. Poi non c'è che da provarli. Per fotografare, non per fare test, che avevate capito ? 50mm è l'obiettivo con cui una volta si imparava a fotografare, fotografando qualsiasi cosa.
  2. dotazione minima, come ci si aspetterebbe per questo nuovo Nikkor Z 50/1.4 qui appena arrivato da Nikonstore.it. Il prodotto è stato da noi acquistato. qui montato sulla Nikon Zf con cui fa praticamente coppia fissa da quando è arrivato. tutto sommato appare ben bilanciato anche se mantiene l'ingombro complessivo del precedente 50/1.8 S a confronto con il Nikkor Z 50mm f/1.8 S, i paraluce sono ben identificati con l'indicazione dell'obiettivo sul paraluce stesso. In effetti sono diversi, sebbene intercambiabili Ma tratteremo in altri articoli il confronto con i pari focale Nikkor Z già disponibili, qui vogliamo focalizzarci su questo obiettivo e sul suo posizionamento di mercato. Per farlo, intervistiamo M&M, che già l'ha potuto utilizzare abbastanza diffusamente e che è un estimatore dei 50mm luminosi Nikon. *** Admin : ci confidi da cosa nasce la tua passione per il 50mm ? M&M : credo di averlo scritto già tante volte. Il mio primo acquisto Nikon risale al 1983. Lavoravo da un anno ma solo a giugno dell'anno dopo ho comprato la mia prima reflex (prima i soldi erano andati in hi-fi). Il negoziante di Varese che mi stava facendo vedere una Nikon FE2 nuovissima me la proponeva con un 50mm f/1.4 AIs, oppure in alternativa con uno dei primo zoom Tamron con anello Adapt All. Fu amore a prima vista per quel cilindro di vetro appena appena giallognolo che, a diaframma aperto, mi faceva vedere tutto il mondo attraverso. Zoom ? ... Admin : Ma non c'era anche la versione 1.8 ? M&M : può essere ma o il negoziante mi aveva pesato bene ad occhio, oppure pensava che fosse quello adatto per me. In ogni caso questo ha costituito una sorta di imprinting definitivo per me che poi ho sempre considerato il 50mm un obiettivo essenziale ma solo nelle sue versioni luminose. All'epoca non sapevo nemmeno se esistessero versione f/2 o f/1.8 ma c'era quello f/1.2, troppo al di là delle mie possibilità economiche. Per venti anni il 50/1.4 è stato il mio obiettivo unico, cui ho aggiunto più avanti il 105/2.5; con queste due focali io potrei, anche oggi, fotografare tutto. Ma di fatto Nikon ha sempre proposto come obiettivo essenziale il 50mm f/1.4 Nikon Zf e Nikkor Z 50mm f/1.4 a tutta apertura Admin : e adesso Nikon ha un pò confuso le carte in tavola, non credi ? M&M : in parte, perché si deve considerare il momento di Nikon in questa fase di trasformazione e di passaggio da Nikon F a Nikon Z. Di fatto Nikon ha promosso la prima linea di obiettivi fissi come obiettivo di riferimento, a prescindere dalla luminosità f/1.8 - tutto sommato non eccezionale - aggiungendo la famosa lettera S di Superior. Il 50/1.8 S appartiene a questa linea di diritto. Admin : e in cosa consiste la differenza con gli obiettivi che non hanno la S ? M&M : concentriamoci sul 50mm. Quando è uscito il 50/1.8 S ci siamo stupiti perché andava meglio di ogni altro 50mm Nikon di tutti i tempi, compresi 58/1.2 e 58/1.4G. L'obiettivo ha uno schema ottico molto complesso, usa elementi speciali in un numero inusitato - nelle epoche precedenti - per un "semplice" normale. Per questo è molto corretto, ha prestazioni eccellenti, da bordo a bordo, da angolo ad angolo. Admin : che si fa pagare in termini di prezzo di acquisto e di dimensioni M&M : vero ma perché per convenzione abbiamo sempre considerato il 50/1.8 come il calimero dei 50mm e prima di lui il 50/2 che era il normale di chi non poteva permettersi il 50/1.4. Questo invece è un obiettivo a livello dell'Otus di Zeiss. Admin : e poi è arrivato il 50/1.2 anche esso S M&M : quello lo abbiamo sognato e desiderato per 50 anni, perché con l'attacco F tradizionale era quasi impossibile fare un 50mm f/1.2 autofocus. Il 50/1.2 S va oltre l'immaginabile e si porta a prestazioni sensazionali, senza confronti. Ma con dimensioni altrettanto eccezionali e un costo elevato. Admin : con la presentazione del 35/1.4 non S ti aspettavi un seguito ? M&M : si ma non così presto. In ogni caso anche con il 35/1.4 abbiamo avuto la sorpresa di un 35mm luminoso ad un prezzo e con un ingombro inconcepibili con le reflex. Il 35/1.4G costava più di 1500 euro e non era così buono. Questo invece mantiene quel carattere ma è molto meglio, è più piccolo e costa quasi un terzo. Admin : quindi il nostro 50/1.4 ? M&M : é la ripresa del 50/1.4, un classico per Nikon ma aggiornato con le moderne tecnologie. Ne mantiene il carattere migliorandone tutte le caratteristiche. Admin : cioé ? M&M : tutti i normali Nikon non hanno mai brillato per prestazioni ottiche pure a tutta apertura. Anzi, per cominciare a moderarne i difetti (vignettatura, aberrazioni, soprattutto scarsa nitidezza) si dovevano chiudere di 2 o 3 stop, andando a perdere tutti i vantaggi della loro elevata luminosità. Questo nuovo 50/1.4 non è nitido ad f/1.4 come il Macro ad f/2.8 o come il 50/1.2 ad f/1.2 ma se la gioca con il 50/1.8 ed è incomparabilmente meglio di 50/1.4G e 58/1.4G. Che pure costava un botto ma non era nitido mai, in nessuna condizione, nemmeno la domenica ! Nikon Zf e Nikkor Z 50mm f/1.4 a tutta apertura e in ombra nel bosco Admin : ci deve essere il rovescio della medaglia, allora M&M : certo. Per fare un 50 superluminoso prestazionale si deve fare un coso enorme. Magari non esattamente quanto il gigantesco 50/1.2 S ma abbastanza. Qui i tecnici Nikon hanno fatto il miracolo di mantenere le dimensioni e il meso del 50/1.8 S, aumentando la luminosità massima di quasi uno stop e proponendolo ad un prezzo inferiore. Per farlo hanno dovuto trovare compromessi di prestazioni che - sul piano puramente ottico - non sono all'altezza nemmeno del 50/1.8 S, figuriamoci del 50/1.2 S che in fondo, se la gioca (e non sempre vince) col più piccolo 50/1.8 S. Admin : quindi riassumendo, a chi si rivolge questo 50/1.4 e a chi gli altri due ? M&M : dicevo che questo 50/1.4 è il classico ... 50/1.4 Nikon, un obiettivo onesto, gentile col soggetto, mai troppo rivelatore, con un particolare rapporto di sfuocato rispetto al piano di messa a fuoco, ideale per fotografare in luce disponibile, le persone. In questo lo definirei un obiettivo umanista. Per il ritrattista che fotografa senza luci artificiali o quasi. Il 50/1.8 S invece è indirizzato a chi vuole una risposta corretta, si preoccupa anche di cosa succede ai bordi e ai margini, non vuole avere correzioni software eccessive, cerca elevata nitidezza e aberrazioni cromatiche ridotte al minimo. Forte tenuta al controluce e ai bagliori. Il 50/1.2 S invece è un obiettivo di riferimento, iperluminoso, con uno sfuocato da medio tele da ritratto, che si pone come riferimento sia in casa che fuori, praticamente un NOCT autofocus. Admin : mentre il 50/1.4 ? M&M : ci si deve confrontare con un residuo di difetti ottici, accettabili per lo più ma presenti. In cambio si ha quella luminosità in più e quel tipo di fotografia più d'altri tempi. 50/1.8 e 50/1.2 S invece sono obiettivi moderni in tutti i loro aspetti. Questo è un obiettivo che vedo perfettamente con la Zf. Per questo sarebbe stato bello che lo avessero proposto in Special Edition Nikon Zf e Nikkor Z 50mm f/1.4 a tutta apertura ; un filo di luce e tutto risplende Admin : riassumendo ? M&M : 50/1.4 per il ritrattista, il matrimonialista, come surrogato "portatile" del 50/1.2 S 50/1.8 S per chi non scende a compromessi. Sono proprio due obiettivi diversi per fotografi diversi. Potrebbero coesistere ma dipende da cosa si fotografa 50/1.2 per chi vuole il massimo ed ha spazio in borsa (oltre che nelle tasche). Il 50/1.4 sta nel mezzo. Il macro, ovviamente ha un altro campo di utilizzo, per lo più a diaframma molto chiuso. Gli altri tre esistono solo per tenerli aperti, altrimenti uno zoom va sempre meglio. Quando io scatto con il flash, uso il 24-120/4 a 58mm ad f/8. E non mi porto altro. i quattro cavalieri 50mm Nikon. Abbiamo messo 50/2.8 MC e 50/1.8 S staccati, mentre 50/1.4 e 50/1.2 S possono essere alternativi tra loro e più vicini di quanto si potrebbe dire, al di là delle prestazioni assolute Admin : per cui possiamo dire che avendo in mente le caratteristiche dei vari 50mm il fotografo sceglierà in base al proprio fotografare ? M&M : questo sempre. Ma si, se uno si ricorda il 50/1.4 Nikon di "una volta" ma lo vuole "moderno", ha trovato finalmente l'obiettivo che gli serve. Specialmente su Zf e Z6. Chi vuole il 50/1.2 sa bene il perchè e nessuno gli può dire niente. Tutti gli altri dovrebbero scegliere il 50/1.8 Per me sono obiettivi alternativi che coesisteranno benissimo sia nel catalogo che nelle borse dei fotografi. Non di tutti, dipende se e cosa fotografano. sfuocato con un soggetto in primo piano sfuocato onirico "cercato" che però diventa cacofonico quando ci sono punti di luce forti : il trattamento del 50/1.4 non è quello degli S e bisogna imparare a dosarlo guardando un obiettivo "umanistico" perfettamente a suo agio in queste ultime due foto. Bene, anticipando che prossimamente - clima permettendo - usciremo con due altri articoli, uno di confronto specifico con il 50/1.8 S e uno che metta a confronto dettagliatamente i quattro 50mm, pensiamo di poter trarre alcune conclusioni dall'intervista e dalle nostre osservazioni d'uso. Pro: costruzione in linea con gli standard Nikon Z. Cambiano in parte le finiture, ma è il gemello del 35/1.4 appena uscito ed ha peso/volume simile al 50/1.8 S tanto da riconoscerli a stento il compromesso costruttivo limitando lenti speciali e trattamento superficiale sofisticato ha consentito di fare un obiettivo luminoso delle stesse dimensioni del precedente 50/1.8 ad un prezzo addirittura inferiore. Ciò ribalta il paradigma sempre accettato che il 50/1.4 costa di più e va meglio del 50/1.8. Questi sono semplicemente due obiettivi diversi per caratteristiche, destinazione d'uso e fotografo prestazioni ottiche di ottimo livello, allineate ai giorni nostri ma non di riferimento soprattutto si apprezza l'elevata luminosità e la relazione tra piano di messa a fuoco e soggetto sfuocato un classico moderno, che Nikon non poteva non riproporre, non importa in quale linea di prodotto Contro: distorsione e vignettatura sono corrette via software, restano visibili le aberrazioni cromatiche assiali e laterali (in misura superiore a quele del 50/1.8 S) ma non ad un livello intollerabile. Tolleranza in controluce e ai flare migliorabile (ma non si può avere tutto nella vita) lo sfuocato non è sempre onirico, il fotografo dovrà sempre guardare bene come si pone il soggetto verso ciò che gli sta dietro il Nikkor Z 50/1.8 S ha prestazioni ottiche di laboratorio da riferimento superiori a questo 50/1.4; ma fa fotografie concretamente di aspetto diverso nonostante compromessi e formule di marketing e benché conveniente rispetto agli altri, resta costoso rispetto "ai tempi in cui il 50/1.4 era l'obiettivo da kit standard" e resta lungo e grosso. Ma questo è il dazio da pagare per il bocchettone enorme delle nostre Z manca il selettore AF/MF ? E chi lo usa ? C'è l'anello programmabile ? Potevano (forse) risparmiare anche su quello ... troppe scelte sui 50mm finirono per far morire di fame il cavallo ? Ma un 14, un 16, un 105 non macro, un 200 compatto ? altre fotografie : GIUDIZIO FINALE : riteniamo l'obiettivo RACCOMANDATO al fotografo che è "cresciuto" con i classici Nikkor 50mm f/1.4 dal primo S degli anni '60 all'ultimo AF degli anni '90. Troverà in esso quella delicatezza e naturalezza di espressione, aggiornate con caratteristiche in linea con le Nikon Z. Mentre riteniamo più indicato il Nikkor Z 50mm f/1.8 S per chi gradisce la resa degli obiettivi più moderni ed allineati ai sensori ad alta densità.
  3. Lexar è diventato il nostro fornitore di riferimento per le schede CFExpress così come lo è sempre stato per le SD e lo era per le XQD. Abbiamo provato schede di differenti produttori e nessuna delle altre ha dimostrato la stessa costanza di prestazione e di rendimento sul medio termine. Rileviamo peraltro prestazioni uniformi tra i differenti tagli di memoria, grande disponibilità di capienze e velocità, su tre linee prodotto differenti. Attendiamo con interesse la disponibilità delle nuove CF 4.0, presentate la CES di Las Vegas e non ancora immesse sul mercato ... dopo il mezzo flop delle ProGrade da noi testate qualche mese fa. Questa Lexar è della serie Silver, idealmente quella "basica" che mostra il miglior rapporto prezzo/prestazioni. Più in alto ci sono le Gold (le più capienti) e le Diamond (le più veloci). Abbiamo scelto il taglio da 512 GB per le nostre esigenze e lo proviamo oggi in vista di utilizzarlo poi con la nuova Nikon Z6 III, apparentemente ci sembra la scelta più indicata, visto che quella macchina propone file e video di dimensioni ridotte rispetto a Z8 e Z9. *** La scheda viene consegnata nella consueta confezione in cartone con dentro un contenitore in plastica che a sua volta protegge il classico guscio/custodia per la scheda che si caratterizza per la banda in color argento. Le prestazioni promesse sono stampigliate sulla confezione e sulla scheda : 1750 MB/s in lettura e 1300 MB/s. Sappiamo che queste sono promesse e quindi noi facciamo sempre le nostre misure nei nostri sistemi. Come per le altre schede Lexar di recente produzione (le schede che confronteremo in questa sede sono tutte dell'ultima produzione), è ben evidenziato Made in Taiwan. Ovvero chip e controller provengono da Taiwan, sede di TSMC. Longsys - proprietaria del marchio Lexar - produce nella Cina continentale i chip e i componenti degli altri supporti di massa. Ma evidentemente ancora non dispone della tecnologia per produrre ai livelli richiesti dalle CFExpress/NVME. la confezione ha stampigliature anche in italiano. Un segno di attenzione al nostro paese e chiaramente questo prodotto - acquistato da noi su Amazon.it - appartiene alla serie distribuita regolarmente nel nostro continente. Stia attento l'acquirente alle fregature sempre possibili in questo segmento. Acquistando da un venditore affidabile si ha la possibilità di essere rimborsati o di avere la sostituzione del prodotto, qualora non risultasse conforme o fosse contraffatto. ecco la scheda ripresa in controluce, in luce artificiale non si apprezza bene la banda che però non si può confondere con la Gold perché quella ha la banda dorata ben visibile, mentre la Diamond ha lo scudetto al posto della banda colorata. il trio di schede che abbiamo in laboratorio. Gold da 1TB, Silver da 512 GB, Diamond da 256GB. *** Le misure si sono dimostrate ben distanti dalle promesse, ma è la norma anche per le altre schede. a riposo abbiamo riscontrato 30 °C (25 °C è la temperatura ambiente di oggi). Mentre dopo un test e il trasferimento di 2650 file la temperatura è arrivata a 45 °C. Dopo una serie di test abbiamo registrato un massimo di 56 °C senza che si attivasse nessun avviso di allarme automatico. Siamo nella norma per questi dispositivi. Per quanto riguarda le prestazioni, abbiamo misurato un dato interessante, peraltro abbastanza omogeneo tra lettura e scrittura questo è misurato con un lettore USB 4.0 ProGrade con un miniPC Windows. Mentre questo è con la workstation da scrivania che mostra un vantaggio marginale. Per riscontro, il trasferimento dati (la semplice copia di qualche cartella di immagini NEF) evidenzia un valore medio di circa 700 MB/s, interessante anche se al di sotto del GB/s che in media riscontriamo con la Gold o la Diamond. In video : abbiamo la conferma. La scheda maneggia circa 900 MB/s ed è in grado di sopportare praticamente il formato 8K. Come c'è evidenziato sulla confezione. Ovviamente la scheda funziona perfettamente sulle nostre Nikon. Ci fermeremmo qui con le misure, riservandoci poi di testarla, come anticipato, con la Nikon Z6 III. Salvo evidenziare che ... ... strumentalmente, i valori in scrittura e in lettura, misurati con gli stessi strumenti, si dimostrano praticamente di poco differenti tra le tre schede confrontate. Ci permetteremmo di concludere che le differenze tra le schede siano da considerare oramai marginali a questi livelli e che prestazionalmente si equivalgano. Potremmo pensare che quelle più pregiate possano sopportare meglio il flusso elevato e continuo delle macchine più prestanti, magari con i formati video più impegnativi. Ma salvo verifica a questo punto, almeno per Lexar, è solo una questione di costo al Gigabyte. *** La scheda da 1 TB costa 239,99 euro, con un costo per GB di €0,24 per GB La scheda da 512 GB costa 169,9 euro, con un costo per GB di €0,33 per GB La scheda da 256 GB costa 118,99 euro, con un costo per GB di €0,46 per GB La scheda da 128 GB costa 93,99 euro, con un costo per GB di €0,73 per GB con un vantaggio per l'acquirente che cresce con il crescere del taglio (perché ovviamente si diluisce il costo della scheda rispetto ai chip). la temperatura media rilevata durante i primi test (copia di file per 59 gigabyte).
  4. Sono passati quasi sei anni dal mio articolo in anteprima sulla Nikon Z6 che appellai in maniera più che convinta, la necessaria ! Un articolo piuttosto letto a giudicare dagli oltre 19mila click ricevuti in questi anni e che ha mosso al suo acquisto molte persone che mi lessero, tutti o quasi soddisfatti in funzione di prestazioni e prezzo contenuto per quel suo sensore da 24mpx, in uso prima e dopo ad una caterva di apparecchi non solo Nikon. Dopo una meno fausta versione MKII che a fronte di doppio processore, secondo slot di memoria e predisposizione per un MB-N11 portabatteria per due EN-EL15b non aveva percettibilmente migliorato le carenze strutturali del progetto della prima, a livello di mirino elettronico, affidabilità dell' AF e assoggettabilità al rolling shutter (anche e nonostante i successivi copiosi aggiornamenti fw) eccoci arrivati alla terza figlia del progetto iniziale, nata sotto la bandiera del rivolgimento strutturale, sempre intorno al medesimo sensore, dal taglio congeniale alla maggior parte degli utenti per dimensioni e rapporto S/R dotata di rotella multiselettrice a sx di stampo PSAM+U1/2/3+Auto, quindi ben differente dalle Z9/8 compatta quanto le precedenti sorelle e ciò nonostante, dotata di un'impugnatura tanto profonda da consentirne un agevole uso a mano libera Il sensore non dispone della tendina di protezione che invece è uno dei jolly delle Z9 ed 8 e resta quindi esposto alla polvere al momento del cambio ottica il monitor posteriore è pivotante, come nelle Z30/Zfc/Zf e ciò costituisce un indubbio valore aggiunto in moltissime situazioni scomde di ripresa, come nello still life o nella macrofotografia, ma anche in mille altri ambiti come quello delle riprese video, per le quali questa Z6iii è particolarmente dotata così come per i formati di salvataggio disponibili in ambito video, alla stregua della linea professionale delle mirrorless Nikon con l'apposita sezione per le connessioni di rete ed altre opzioni, di alcune delle quali nelle precedenti Z6, non vi era traccia il livello è dichiaratamente quello superiore delle Z9/8, come si vede dalla dotazione di bordo che comprende anche il pixel shift, presentato in anteprima sulla Zf, il focus shift, le filtrature per l'ammorbidimento della pelle, il controllo di vignettatura, distorsione e diffrazione automatici, i picture control personalizzabili... anche le opzioni di formattazione scheda sono assolutamente identiche adesso a quelle della Z8 la sezione delle connessioni fisiche è completa, ma mi infastidisce solo la posizione della USB-C, così in alto, per la ricarica veloce: l'avrei preferita in basso, invertita rispetto a quella per il remote control, che storicamente verrà di certo usata molte meno volte. Il doppio slot per una CF Express ed una SD di ultima generazione si trova, così come per le precedenti 6, dietro apposito sportellino di facile apertura... ...se non fosse per il nottolino a triangolo per la tracolla, che ogni volta si interpone al momento dell'apertura e necessita di essere spostato un pò più seccante quando si usi una tracolla che contribuisce all'impedimento (suggerisco a chi non usi tracolla di togliere del tutto il triangolino a questo scopo) nottolino 6iii .mp4 Una decisione incredibile, di non continuità con le precedenti 6 e 6ii è quella delle dimensioni del corpo macchina, più larghe di appena 5mm rispetto le precedenti, tanto da non consentire l'utilizzo del pur buono MB-N11 della Z6ii nè di ogni altro accessorio come le basette ed i rig adatti alla precedente 6ii, dalla quale anche, in teoria, dovrebbero arrivare i potenziali acquirenti di questa nuova 6iii ecco la differenza irrisoria che impedisce il fissaggio di una basetta Smallig di protezione del fondello costringendo gli acquirenti della Z6iii potenzialmente in possesso di un MB-N11 all'acquisto dell'analogo e quasi indistinguibile MB-N14...! Direi, un autogol, giacchè consentendo l'utilizzo del precedente MB oltre ad ottimizzare le scorte di magazzino di negozianti e della stessa Casa, si sarebbe lanciato un messaggio di continuità e miglioramento che in questo modo e per la somma necessaria per l'acquisto di un portabatterie non modulare (come del resto non è neppure quello ancora più approssimativo della Z8) non consente di sorridere tanto ai possessori di 6ii che vogliano passare al nuovo modello e si troveranno costretti a sostituire anche questo, per taluni importante, accessorio. Lineare, filante, maneggevole, come le Z6 che l'hanno preceduta: decisamente più compatta di una professionale Z9, come richiesto dagli utenti interessati a questa linea di mirrorless... ma dotata della maggior parte dei comandi e tasti, compresi quelli programmabili, presenti sulle ammiraglie Nikon Z dal joystick al multiselettore, disposti peraltro praticamente nello stesso ordine (fatta salva la presenza dei pulsanti duplicati nella Z9 per l'impugnatura verticale) le differenze vanno cercate come nella Settimana Enigmistica, e ben poco salta all'occhio, come ad esempio il monitor superiore più piccolo di qualche mm, quadrato invece che rettangolare, per lasciare spazio ad uno stupido pulsante di illuminazione (normalmente coassiale al pulsante di scatto) ed ai forellini per l'altoparlante di playback... roba che poi dicono che uno si butta a sinistra... Questa Nikon Z6iii arriva insomma con un ritardo epico sul mercato: diciamolo pure che avremmo voluto che fosse così la Z6ii del 2020, che al netto del doppio processore rispetto il singolo della Z6, del doppio slot di memorie e della possibilità di un MB con i contatti elettrici (tutte cose assenti sulla Z6) deluse fortemente tutti gli acquirenti che desideravano prestazioni ben differenti dal modello precedente, in termini di AF e del mirino elettronico. Ma i tempi necessari sono stati questi, è dovuto arrivare il nuovo processore, Expeed 7, il nuovo mirino elettronico ad alta risoluzione e fluidità assoluta, dotato della gamma colore DCI-P3 (una prima assoluta), ma sopratutto, dotato per la prima volta di un sensore parzialmente stacked, ossia un compromesso di costi e prestazioni rispetto i full stacked di Z9 ed 8. In questo modo si mantiene un otturatore meccanico per la risoluzione dei problemi di banding causati dal rolling shutter di un otturatore elettronico meno veloce del frame/rate di quello delle ammiraglie, consentendo la scelta, obbligata sulle Z9 ed 8 Tutti contenti, insomma: fotografi prestazionali sportivi (fino ad t/16.000) e di reportage, ritrattisti con modelle che vogliono sentire il click dell'otturatore mentre scatta, fotografi da cerimonia in caso di presenza di luci disturbanti, fotografi da reflex che avevano digerito al massimo la prima tendina elettronica (col limite del t/2000..che poi vengono a protestare su Nikonland), paesaggisti da buio assoluto (ISO da 100 fino a 64mila) Ed allora perchè, accanto alla migliorata efficienza dell' AF anche ad EV proibitivi, poi lo scivolone dell' eyeAF sugli uccelli non presente come invece sugli apparecchi dotati dello stesso processore e perfino sulla iconica Nikon Zf che per tutto potremmo consigliare piuttosto che per andare a caccia fotografica di tarabusi ed aironi cenerini? Solo persone, animali autoveicoli ed...aerei...!!! Ma ci saranno nel mondo così tante persone incapaci di tenere a fuoco la carlinga di un velivolo, piuttosto che un svasso in picchiata sullo stagno? Scivoloni del marketing nikoniano, cui abbiamo assistito negli anni e che si protraggono a dispetto dell'esperienza. Sicuramente correggibile con il prossimo aggiornamento fw (come quello che nelle 6ii e 7ii introdusse appunto la distinzione per categorie di eyeAF) Ma incomprensibili per uno staff votato alla progettazione di strumenti per la cattura delle immagini. Per esempio: insieme ad animali e persone, cosa c'è di più fotografato se non i fiori...? A casa, in natura: non dovremmo chiedere anche un riconoscimento automatico dei petali piuttosto che degli stami? Giusto per parlare di cose concrete... visto che un fiore mosso dal vento e fotografato a distanze da close up photography, non è che sia più facile da tenere a fuoco, magari con uno zoomino, di un aviogetto a centinaia di metri o di un cagnolino che corre... lo stesso valga per i fotografatissimi insetti, spesso non riconosciuti dall'opzione animali dell' eyeAf Di fatto una fotocamera brillante e semplice da utilizzare, venduta ad un prezzo forse ancora passibile di qualche ribasso, come sempre accade dopo i primi sei mesi dalla commercializzazione, che dovrebbe andare nelle mani delle persone più disparate, per realizzare la concretizzazione delle loro immagini in ogni ambito considerabile. Ho scattato in un mese con la Nikon Z6iii una discreta quantità di foto in molte modalità, prevalentemente in slow photography per la strada, con obiettivi ben differenti tra di loro, dal Nikkor Z 35/1,4 usato anche in ambiti non prettamente convenzionali per la sua tipologia, a zoomoni come il 28-400 in prestito da Mauro Maratta oppure il mio Z 24-200, passando per il superwide Viltrox 16/1,8Z ed il Nikkor MC 50 che resta un jolly per tante situazioni di ripresa. In ogni situazione mi sono trovato a mio agio con questa macchina, che è perfettamente centrata per autonomia sulla batteria EN-EL15c che la equipaggia (ricordatevi che non accetta le batterie non originali) è perfettamente equipaggiata per ogni situazione di ripresa, anche sportiva, disponendo dello scatto continuo fino a 120 ftg/s e di ripresa video RAW 6K, così come di ogni formato foto NEF presente anche sulle ammiraglie, alle quali deve essere oggi commisurata. Non surriscalda anche in uso intensivo, è dotata di ogni risorsa di ripresa che Nikon abbia fin qui presentato sulla linea Z: è la summa dell'esperienza maturata dalla "necessaria" Nikon Z6 del 2018. Purtroppo nel frattempo si era creata una grossa cesura nel catalogo tra le ammiraglie Z9 e Z8 e le fotocamere di prima generazione FX con i successivi aggiornamenti che erano insufficienti a colmare il gap. In mezzo le divertenti Zf e Zfc, che altro non sono che una dimostrazione delle storia del marchio, unitamente a dei contenuti fortissimi, come nel caso della Zf, ma del tutto inadeguata a sostenere obiettivi che non siano puramente da passeggio. Invece questa Nikon Z6iii, magari opportunamente dotata del suo MB-N14 (che ne aumenterebbe il prezzo di circa 400 euro), diventa la candidata ideale ad utilizzare tutti questi obiettivi middle class Z dagli zoom trans standard, come il 24-120 ed i 70-200, fino agli zoomoni come il già citato 28-400 (che ho usato sulla macchina nuda e cruda) ed il più ponderoso 180-600, senza colpo ferire... Oltre ovviamente ad ogni fisso disponibile, eccezion fatta per i più pesanti f/1,2 ed oltre. Molte delle persone che oggi posseggono una Z8 utilizzandola molto al di sotto delle sue potenzialità, probabilmente avrebbero comprato una Nikon Z6iii se fosse stata già disponibile un anno fa: è questo il leit-motiv delle discussioni che si aprono su ogni forum di fotografia, dove gli utenti paragonano i prezzi delle fotocamere invece che le loro prestazioni in rapporto alle proprie necessità ed abitudini di scatto. Nessuno, pur desiderandola, comprerebbe una Lamborghini o una Ferrari solo per accompagnare i figli a scuola o la moglie a far la spesa. Status symbol a parte (ed ormai le fotocamere sono più che altro un boomer symbol, ossia ...un boomerang) sarebbe un vero spreco ed alla lunga anche un motivo di insoddisfazione per chi ritenga ancora che una fotocamera professionale consenta di realizzare immagini migliori di quelle che possono scaturire a pari condizioni (perizia, ottica, soggetto) da una fotocamera più economica. E di persone che la pensano così, ce ne sono moltissime in circolazione... Questa Nikon Z6iii è quindi necessaria³: al cubo come da titolo, perchè diventa il cardine del sistema Z intorno al quale ruotano sia le due macchine di categoria, peso ed ergonomia superiore (e relativa differenza di prezzo) e le attuali DX che verranno certamente integrate da nuovi modelli nell'immediato e prossimo futuro. Probabilmente la sua presenza in catalogo non farà rimpiangere anche la possibilità di una Z 7iii: la sovrapposizione con la Z8 anche a livello di prezzo diventerebbe inutilmente marcata. Max Aquila photo © per Nikonland 2024
  5. L'ultima guida all'acquisto di Nikonland risale al 2019 ed era incentrata su reflex ed obiettivi per reflex e solo una presenza marginale di materiale Z. Dopo si è aperta la nuova fase delle mirrorless che ancora si sta sviluppando. Riteniamo però che sia già sufficiente per scrivere una nuova guida che contempli, in questo articolo, una scelta ragionata dei corpi macchina, sono già 11 quelli sul mercato. Per poi dedicarci ad un approfondimento sugli obiettivi. Su Nikonland abbiamo avuto la fortuna di avere a disposizione (quasi) tutto ciò che Nikon ha presentato nel mondo Z. Vi invitiamo a leggere gli articoli e i test approfonditi (sono un centinaio) in questa sezione dell'area editoriale. *** Nikon Z, la scelta del corpo macchina. Potremmo anche sbrigarci in un attimo, indicando la Nikon Z8 come la macchina ideale per tutti. Ma non saremmo giusti, perché sebbene fantastica, la Z8 non è indispensabile a tutti. Dipende dalle esigenze effettive. Possiamo però fare un appunto introduttivo in linea generale. Possiamo considerare già obsolete le Nikon Z che non prevedono la porta USB-C come via di comunicazione e di ricarica della batteria. Insieme a quelle che non hanno il processore Expeed 7 (praticamente tutte, tranne Nikon Z9, Z8 e Zf). Ciò però non significa che chi possiede una di queste fotocamere e la usi con profitto debba smettere di usarla né che, a condizioni particolari di acquisto, un fotografo debba trascurare una buona opportunità. Purché sappia cosa sta acquistando in base a ciò che gli serve. Ultima osservazione di carattere generale. Se è vero che il corpo macchina è importante, è ancora più importante metabolizzare il concetto che Nikon Z significa principalmente quel nuovo bocchettone (il più ampio e quello col tiraggio più corto del mercato) su cui Nikon sta progettando i nuovi obiettivi. I veri protagonisti della nuova generazione, per cui le fotocamere rappresentano lo sfogo effettivo. Solo la combinazione Nikon Z + Nikkor Z consente la piena esplicitazione delle qualità offerte dalle nostre mirrorless. Piuttosto che usare una combinazione ibrida, tutto sommato una scelta di natura per lo più economica pensata "al risparmio", tanto vale restare con una splendida reflex come può essere la D850 o come è la D780, per tacere di D5 e D6. E stiamo nominando alcune tra le migliori reflex della storia. A cui purtroppo Nikon non sempre o solo limitatamente ha dato obiettivi degni di loro. Oggi siamo al contrario, con alcuni corpi macchina un pò claudicanti che trovano però supporto da obiettivi che, confrontati con i pari classe da reflex, risultano sempre vincenti e spesso superiori anche a quelli da reflex di categoria superiore. Quindi, si, il corpo macchina è importante ma le ottiche lo sono sempre di più. Infine, il progresso non si ferma. E lo sviluppo è continuo. Per il biennio 2024-2025 ci aspettiamo il lancio di nuove Nikon Z e l'uscita di nuove versione di firmware. In particolare : Nikon Z6 III, nuovo sensore, nuovo processore, prestazioni allo stato dell'arte del suo segmento Nikon Z50 II/Z70, nuovo sensore, nuovo processore, forse stabilizzatore integrato Nikon Z7 III, nuovo sensore, nuovo processore, nuove funzionalità Nikon Z9 II, nuovo processore, sensore aggiornato, prestazioni assolute insieme alle versioni di firmware 2.0 per la Z8 e 5.0 per la Z9 che aggiungano nuove funzionalità alle due macchine di punta. Bene, finita l'introduzione, andiamo al dettaglio. *** a sinistra la Nikon Z8, lanciata nel maggio del 2023, a destra la Nikon Z9, lanciata nell'ottobre 2021 Consideriamo Z9 e Z8 le eredi dirette delle premiate coppie Nikon F5 e Nikon F100 dell'era analogica o Nikon D3 e Nikon D700 dell'era digitale. Offrono il massimo delle performance odierne per Nikon che ha dimostrato di saperle tenere aggiornate anche a livello di sviluppo firmware. Le due macchine condividono buona parte dell'elettronica ed hanno prestazioni quasi coincidenti. Hanno lo stesso sensore, tanto veloce da essere per lo più in grado di azzerare gli effetti del rolling-shutter. Sono le uniche prive di otturatore meccanico, potendo sincronizzare il flash anche senza. Non avendo parti meccaniche, non subiscono usura all'otturatore né necessitano di una sua registrazione periodica. Al di là del differente prezzo, la Z9 va considerata nell'uso di obiettivi grossi ed impegnativi e in ambiti dove conta poter esprimere sempre il massimo del potenziale. La Z8 invece è più abbordabile, per prezzo, peso e volume, potendo funzionare tranquillamente anche senza battery-grip con un fattore di forma non così più impegnativo delle macchine di fascia inferiore. La Z8 paga alla Z9 una minore autonomia, un corpo meno capace di dissipare il calore generato da processore e sensore oltre a qualche dettaglio più o meno importante. L'ergonomia della Z9 è imbattibile. La Z8 è più discreta. La Z9 al momento ha nuove funzionalità aggiunte via firmware (scatto automatico, riconoscimento uccelli) che però ci è stato promesso verranno estese anche alla Z8 ad inizio 2024 (mentre alla Z9 verranno estese funzionalità della Z8 e della Zf che per ora non sono previste nella Z9). Abbiamo un articolo che le confronta dettagliatamente : Nikon Z8 o Nikon Z9 : quale scegliere ? Ma entrambe le macchine andrebbero scelte consapevolmente per lo più da fotografi che richiedano prestazioni, velocità, capacità video allo stato dell'arte, tenuta sul mercato. Hanno caratteristiche professionali che per chi fa foto ragionata in ambienti rilassati sono praticamente tutte superflue. La nostra Nikon Z9 ha accumulato in 18 mesi oltre un milione di scatti e sembra ancora nuova. Le Nikon Z8 passate per il laboratorio sommano circa 250.000 scatti e potrebbero stare in vetrina. Me sappiamo di Z9 e Z8 che in un anno non hanno fatto che poche migliaia di scatti. E alcune sono in vendita sull'usato con 500-600 scatti. Molti meno di quanti ne servano per testare la capacità di una nuova scheda di memoria. Entrambe necessitano di schede di memoria di livello per esprimere il loro potenziale. E fotografi non privi di immaginazione ma, soprattutto, di occasioni fotografiche, perché non passino il più del loro tempo, "sprecate" in vetrina. *** Non troppo a sorpresa, Nikon ha presentato poco più di un mese fa una Z che può essere considerata un ibrido, una sorta di laboratorio sperimentale. la Nikon Zf deve molto del suo appeal all'aspetto che sembra una replica moderna di una reflex a pellicola dei primissimi anni '80 del secolo scorso. Ma dentro quella scocca e sotto a quei quadranti, c'è il sensore della Nikon Z6/Z6 II che offre ancora buone potenzialità, con il processore di Z8 e Z9. Questo è responsabile di funzionalità e prestazioni insospettabili per una semplice fotocamera "vintage", tanto che come autofocus e raffica si mangia la Z6 II a colazione. E in un uso spensierato non fa troppo rimpiangere la Z8. Dove è cedente rispetto alla Z8 e alla Z9 è nel comparto memorie - adeguate alla macchina ma in una strana combinazione tra SD e microSD - e nella relativa vetustà del sensore, ottimo per capacità di dinamica e tenuta al rumore, ma lento nel readout (un ventesimo rispetto a Z8 e Z9) che ha obbligato Nikon a mantenere l'otturatore meccanico e che, se usata in modalità silenziosa, rende le immagini di soggetti in rapido movimento, sensibili agli artefatti indotti dal rolling shutter. La Zf nasce per dare le sensazioni d'uso di un tempo, però manca di ottiche dedicate con l'anello del diaframma funzionante. Ci sono solo due obiettivi - identici a quelli normali - che ne richiamano solo l'estetica. Ma in generale, oltre che bellissima e ottimamente costruita, ha ottime prestazioni e funzionalità anche sovrabbondanti per il fotografo tipo che la "dovrebbe" acquistare. Ne abbiamo parlato in anteprima qui : Nikon Zf : io sono leggenda ! *** Le tre fotocamere che abbiamo già trattato sono quelle più moderne e dotate dell'ultimo processore di immagini Nikon, il responsabile delle migliori prestazioni di autofocus, riconoscimento del soggetto, video evoluto, velocità di raffica. Le successive sono deficitarie in questi comparti e andrebbero considerate dai fotografi che effettivamente, per genere di fotografia praticata o per aspettative generali, non necessitino di quel genere di capacità. Pensando al formato DX, il 24x16mm, Nikon propone una linea di tre fotocamere che sostanzialmente ... sono la stessa macchina proposta in tre allestimenti differenti. Un pò come certe Volkswagen che si trovano negli autosaloni, marchiate anche Seat o Skoda (quando non anche Audi). le tre Nikon in formato DX condividono sensore, processore, batteria, differiscono per aspetto, ergonomia, porte di comunicazione, mirino Delle tre, sinceramente oggi non ci sentiamo più di consigliare la Nikon Z50, tranne che non venga offerta in kit con i due pregevoli zoom dedicati, ad un prezzo inferiore a quello di uno smartphone di fascia media. Pur avendo ancora buone capacità ed essere l'unica ad avere il flash incorporato, non ha la porta USB-C e anche alcuni aspetti a livello firmware sono stati trascurati. E' un pò come se Nikon si fosse dimenticata di lei per dedicarsi agli altri modelli. L'ultima DX proposta, già a metà dell'anno scorso, la Z30 invece, pur nell'assenza di mirino incorporato, presenta il miglior mix di capacità sia in ambito foto che video. E costa il giusto, oltre ad avere una ergonomia infinitamente superiore a quella della più "carina" Zfc che è la prima proposta Nikon di Z con aspetto vintage. Questa ha vinto tutti i concorsi di bellezza, sia nella versione nera che nero e silver e in tutte le possibili combinazioni di pelli colorate. Ma presa in mano a lungo provoca dolori. E come la Zf, manca di ottiche dedicate che consentano di evitare le ghiere del corpo macchina per cambiare il diaframma dell'obiettivo. Nessuna delle tre ha il nuovo autofocus con le librerie di riconoscimento oggetti, salvo il rilevamento dell'occhio di umani e animali (per lo più cani e gatti). Sono da considerare però la porta di ingresso nel mondo Nikon Z, avendo piena compatibilità con ogni obiettivo Nikkor Z. Costano il giusto, sono compatte e leggere. La Z30, in particolare, la più adatta per gite e scampagnate, da tenere in un tascone o in una borsetta minuscola anche quando dotata di un paio di obiettivi. Le ottiche, poche in formato dedicato, sono pregevoli, tutte di gran lunga adeguate alle necessità e superiori a quelle analoghe, offerte da Nikon per le reflex di questa categoria. Insomma, non sono seconde scelte ma vanno prese in considerazione avendo bene a mente cosa si cerca e cosa si ottiene nella scatola. Perché difficilmente potranno essere aggiornate se non con nuovi modelli. Di cui uno, pensiamo, uscirà nel 2024. *** Z6 e Z7 sono le prime Nikon Z presentate oramai 5 anni fa. Poi è arrivata la Z5, modello entry-level per le pieno formato e quindi sono state avvicendate Z6 e Z7 con modelli quasi identici salvo avere un doppio processore e la possibilità di montare un battery-grip con i pulsanti verticali (mentre Z6 e Z7 hanno solo un battery-pack senza comandi di controllo). Il sensore della Z6/Z6 II è originale ed ha buone caratteristiche ma è lento e soggetto a rolling-shutter quando usato in modalità silenziosa. Ha però ottime caratteristiche dinamiche e di tenuta al rumore. Diciamo che è forse il miglior sensore full-frame da 24 megapixel della sua categoria, pur con il limite della relativa lentezza. Il sensore della Z7/Z7 II è quello della Nikon D850 a cui è stata aggiunta la rilevazione di fase sulla matrice di microlenti sopra alla matrice di Bayer. La Z5 ha invece un sensore vecchio - quello della D750 che non ha ancora il dual-gain - ed è limitata in quasi tutte le sue prestazioni. E' nata per offrire un prezzo d'attacco aggressivo che però per noi dovrebbe stare ben al di sotto dei mille euro per essere attraente. Da evitare l'obiettivo in kit Nikkor Z 24-50mm, non perché abbia scarse prestazioni ma per la troppo ridotta escursione focale. la Nikon Z5 e in suoi due slot di memoria di tipo SD a destra, a confronto con la Z6 e il singolo slot XQD/CFexpress La domanda che nasce spontanea, dopo il cappello iniziale non può che essere : vale la pena di pensare ad una Z5-Z6-Z7 a fine 2023 ? In linea di massima ci permetteremmo di rispondere di no, non ci sembra il caso oggi. Se avete atteso fino ad ora, meglio attendere ancora qualche mese in più. Siamo certi che la Z6 verrà avvicendata nella seconda metà del 2024. Forse lo sarà anche la Z7. E le prossime macchine avranno prestazioni e potenzialità tali da renderle "quasi" soluzioni definitive. Ma nemmeno di fronte ad un usato sicuro o ad una offerta che non si può rifiutare ? Qui è d'obbligo il più sonoro dei dipende ! Dipende dalle esigenze del fotografo e se questo non avrà poi a pentirsene quando leggerà le specifiche della prossima generazione che metterà definitivamente fuori mercato la prima. Per fotografia "lenta", paesaggio, foto in studio, still-life, nulla che contempli l'azione, una qualsiasi di queste Nikon Z (e ci permettiamo di dire anche le macchine DX) va meglio delle corrispondenti reflex, specie se usate con gli obiettivi Nikkor Z. Oltre che naturalmente dal budget. Una Z6 a circa 1000 euro può essere un buon affare da tenere magari poi come secondo corpo e intanto allestire un bel corredo. La Z7 invece è sempre stata la Nikon Z con il peggior rapporto prezzo/prestazioni. Andrebbe scelta solo dall'estimatore di quel sensore ... Per la Z5 siamo ancora più scettici. Solo a prezzi molto marginali ma senza poi pentirsene. E la differenza tra Z6 e Z6 II e Z7 e Z7 II ? Non tali da stare troppo a pensarci. Le versioni II hanno aggiunto solo marginali capacità, soprattutto le due schede di memoria, un buffer maggiorato per la Z7, pochi altri dettagli oltre al battery-grip vero di cui abbiamo già detto. Nikon Z6 II e battery-grip per due Nikon EN-EL15b/c con comandi di scatto verticali Nikon Z5 e battery-pack semplice, senza comandi di scatto Salvo che non vi serva il video in formato 4K60p, quello lo offrono solo le versioni II (in full frame la Z7 II e in ritaglio DX la Z6 II). Ma è solo una questione di prezzi in fondo, con un budget ridotto da destinare anche agli obiettivi, allora meglio puntare su una Z6 di prima generazione "usato garantito" e spendere di più sulle ottiche, oppure risparmiare più soldi per la prossima Z6 III che temiamo andrà pericolosamente a sfiorare i 3.000 euro e cominciare a vendere tutto il materiale reflex che abbiamo ancora in casa prima che diventi difficile da "liquidare". State ragionando sul prossimo acquisto e avete ancora dubbi dopo le nostre considerazioni di questo articolo ? Chiedete nei commenti quanto vi rimane oscuro, chiarendo quale sia la vostra situazione attuale e le vostre aspettative. E noi faremo del tutto per aumentare la vostra indecisione confondendovi ancora di più le idee in modo persino più dettagliato !
  6. A grande richiesta, perché vediamo che queste guide sono gli articoli più letti su Nikonland. Magari possiamo approfondire gli aspetti più interessanti di ognuna fotocamera ma poi a distanza di poco vediamo che il numero di letture delle guide di acquisto o quelle di previsioni di prossime uscite surclassano largamente i nostri articoli originali, quelli dove magari andiamo oltre e più in profondità di quanto si dice su Youtube e in generale sul web. Poco male, sembra che sia così che va il mondo. E perché lo show debba continuare si deve dare al pubblico ciò che vuole il pubblico. Aprendo il sito Nikon.it (o un qualsiasi altro sito Nikon del mondo) si viene introdotti nel mondo dei loro prodotti. Per le fotocamere Nikon Z questa è la pagina di presentazione principale. C'è l'ultima arrivata, la Z6 III. C'è la bella Zf. C'è la Z8. Ci sono le altre due piccole e versatili Zfc e Z30. E infine c'è l'ammiraglia Z9. Potremmo anche finirla qui e dirvi scegliete in base al portafogli, a come volete apparire, a come siete abituati voi. Ma noi siamo Nikonland, un sito seriamente appassionato di Nikon. E quindi cercheremo ancora una volta di andare oltre la superficie delle cose. Ma senza psicanalizzare il fotografo. Quello è un campo che non ci appassiona. *** Naturalmente consigliamo di approfondire attingendo dalle letture di Nikonland. Abbiamo, nel momento in cui scriviamo, più di 100 articoli dedicati alle Nikon Z, a tutte, anche le più vecchie e meno prestati (-> QUI <-). Ma cominciamo subito senza altri indugi. Consigliamo la Nikon Z9 solo a chi faccia della fotografia la più grande delle passioni. La Nikon Z9 è la Z senza compromessi, pensata per non fermarsi mai, anche dopo milioni e milioni di scatti. Ciò glielo consentono : il corpo con la miglior ergonomia finora concepito da Nikon l'eccezionale - anche se molto costosa - batteria EN-EL18d l'assenza di parti meccaniche come, per esempio, l'otturatore meccanico. non cercheremmo la migliore qualità di immagine possibile in casa Nikon, né la migliore resa possibile agli alti ISO. Ma il complesso equilibrato di prestazioni, in fotografia e in video, impresso da Nikon in questa macchina polivalente. Il costo è elevato ma siamo in una fase di mercato in cui saranno sempre possibili sconti interessanti, spesso più convenienti del poco usato disponibile in giro. Se ci sono due limiti in questa macchina, sono stati avvertiti dagli appassionati di sport e di eventi. Pensiamo che la prossima Nikon Z9, che non sappiamo se avvicenderà questa o le si affiancherà, andrà in una direzione diversa. Avrà meno pixel, avrà un sensore più veloce, avrà una migliore tenuta alle luci oscillanti. I punti deboli avvertiti da chi arriva da D5 e D6, modelli a cui la Z9 non è esattamente sovrapponibile. La Z9 nella realtà ci ricorda più la D4, una via di mezzo tra D3 e D5. Valida per tutto e non specializzata. Con questo riteniamo che la Z9 attuale potrà tenere il campo praticamente per sempre, almeno finché sarà riparabile (2030 e oltre ?) Nikon Z9 : 1.000.000 di scatti dopo Consigliamo la Nikon Z8 ai grandi appassionati della fotografia che cerchino le prestazioni della Z9 in un corpo più compatto. La Z8 raggiunge pensiamo almeno il 95% delle capacità della Z9 in un corpo in stile F100-D850, eventualmente "zavorrabile" con un battery-grip che ne aumenta l'autonomia e la presa in verticale. Le differenze rispetto alla Z9 sono per lo più legate alla diversa batteria e alla diversa capacità di dissipazione del calore. Il resto è solo una scelta del marketing attuata via software. La Nikon Z8 si adatta a tutto, dal paesaggio alla foto di studio, dal wildlife allo sport, dalla foto disimpegnata a quella artistica e concettuale. Come la Z9 è candidata a durare a lungo, anche tutta una vita, se in caso di riparazione ci saranno i ricambi la pensiamo in attività anche nel prossimo decennio. Se abbiamo ravvisato dei punti deboli nella Z8 (che condivide tutto con la Z9, salvo il corpo, la batteria e il vano memorie : la Z9 ha due CFExpress, la Z8 una CFExpress e una SD) sono questi : la batteria EN-EL15c è un modello evoluto, standard, utilizzabile su tutte le Nikon di fascia media. Ma ci sembra che oramai non sia più all'altezza delle necessità di queste fotocamere moderne. Se ne rende necessaria una evoluzione con capacità maggiore, restando nei due elementi attuali. Di suo ha, oltre all'ubiquità, un costo unitario accettabile e non faraonico come quella della Z9 la capacità di dissipazione del calore in certe situazioni non è al livello di quella della Z9 e spesso si incorre in avvisi di overheating sia solo cautelari che più seri, in dipendenza della temperatura esterna. Chi necessita di prestazioni al di sopra di ogni compromesso, è meglio che si indirizzi verso la Z9 a livello generale, ha gli stessi limiti individuati più sopra nella Z9 ma comunque più accettabili per la sua destinazione più generalista e più frequente nel fotoamatore con esigenze meno estreme del professionista della Dakar o del campionato mondiale di hockey è una fotocamera recente e ancora in fase di consolidamento. Non ci aspettiamo un modello aggiornato per almeno 3/5 anni. Nikon Z8 : prova d'uso Consigliamo la Nikon Z6 III al fotografo tipo D750 che cerca prestazioni in un corpo compatto e meno costoso di Z8 e Z9 Con la premessa che comunque con la Z6 III si accetteranno compromessi rispetto all'acquisto di Z9 e Z8, il budget disponibile è comunque una componente sempre presente nelle scelte di acquisto. La brillante soluzione del sensore simile a quello delle Z6 I/II con l'aggiunta di memoria incollata sul secondo strato (il famoso parzialmente stacked) ha permesso a Nikon di avere un sensore molto più veloce di quello delle generazioni precedenti. Che anche se non così veloce come quello di Z8 e Z9, consente comunque ottime prestazioni per lo più in otturatore elettronico, con il vantaggio di evitare gli inconvenienti di quello meccanico (rumore sonoro, inaccettabile in alcuni contesti, usura, shock allo scatto etc.). L'autofocus è veramente vicino a quello di Z8 e Z9, il file è più compatto, le immagini hanno una componente rumore inferiore a quella di Z8 e Z9, non sono necessarie schede di memoria di fascia alta. La macchina presenta un video di qualità eccezionale e allo stato dell'arte sul mercato. Anzi, nel momento in cui scriviamo, la Z6 III non ha rivali con le stesse caratteristiche e a questo prezzo sul mercato (ma ci si deve "accontentare" del formato 6K al posto del 8K consentito solo da Z8 e Z9). Anche in termini di consumo elettrico ed emissione di calore, la macchina sembra più perfezionata della Nikon Z8, pur essendo più leggera e più compatta, a parità di batteria. In più porta caratteristiche innovative che per il momento non ci sono su Z8 e Z9 (o Zf), come il trasferimento sul cloud delle immagini scattate e il picture control flessibile. Se abbiamo riscontrato dei limiti in questa macchina sono marginali e probabilmente al di là delle necessità del potenziale acquirente : in otturatore elettronico il flash sincronizza solo fino ad 1/60''. Per lo più sufficiente ma non allineato con Z8 e Z9 che invece sincronizzano fino ad 1/250'' (ma basta passare in meccanico e il problema non si pone più) il sensore è veloce ma non estremamente veloce. Quindi anche se ridotti, si vedranno fenomeni di artefatti indotti dal rolling-shutter, sia in fotografia che in video il corpo è piccolo, non adatto a tutte le mani e spesso sarà richiesto il battery-grip, vanificando la compattezza. Ma per fortuna in catalogo ci sono anche Z8 e Z9, più comode ed ergonomiche. Altri marchi non offrono questa scelta, perché hanno corpi tutti compatti e con ergonomia insufficientemente diversificata la qualità di immagine "assoluta" non è migliore di quella delle altre fotocamere Nikon con un sensore da 24 megapixel, anzi, è forse un filino peggiore (anche se con differenze inavvertibili nel mondo reale), facilmente a causa del maggior calore generato dal sensore semi-stacked Nikon Z6 III : unboxing e prime impressioni Consigliamo la Nikon Zf al fotografo che vuole possedere la Nikon più bella che ci sia, senza rinunciare ad avere prestazioni moderne Consideriamo la Zf tra le più belle Nikon di sempre. Per intenderci più vicina a F ed F2 che ad F3. E' bella, è ben costruita, è impostata all'antica con ghiere e comandi fisici. Condivide il sensore con Z6-Z6 II-D780 ma su una scheda madre che ospita il processore di Z9, Z8 e Z6 III. Per questo ha prestazioni che, seppur non raggiungono quelle delle Nikon che la precedono in questa lista di consigli, specie in termini di autofocus e di raffica, sono pur sempre di livello elevato. Ovviamente non la pensiamo come macchina adatta all'azione, alla fotografia intensiva, a dove sia necessario averla in mano per tutto il giorno. In fondo é un oggetto fashion che però racchiude qualità moderne e se fa pensare alla pellicola, nella realtà in questi termini è una macchina aggiornatissima. La lista dei punti di forza e di quelli di debolezza è già stata da noi esplicitata e dettagliata nell'occasione dei nostri test. In questa sede ci permettiamo di ribadire che non dovrebbe essere paragonata alle altre Nikon. E se si cercano più che altro prestazioni, è la macchina sbagliata per noi. Questa è una cabriolet per il week-end estivo all'aria aperta, come una Mazda MX-5, non è un SUV allroad, 6 cilindri senza compromessi. Nikon Zf : io sono leggenda ! E le altre Nikon ? Sinceramente ci potremmo anche fermare qui. Ma non senza indicare le due Nikon in catalogo da pensare come secondo corpo economico. Pensiamo che la Nikon Zfc, che ha avuto i suoi 15 minuti di celebrità nel 2021, sia ancora una alternativa valida per chi la vuole diversa, la vuole Nikon, ma non arriva a pensare alla spesa necessaria per la Zf per un oggetto che sarà solo da sfoggiare. Intendiamoci, ha ottime caratteristiche di fotografia (statica) e non ha nulla da invidiare ad altre fotocamere meno "carine". Ma è piccola, scomoda, un pò cheapy, ha una batteria ridicola e un autofocus imbarazzante per qualsiasi cosa che si muova. Ricordiamoci che mentre le precedenti Nikon sono tutte in formato 36x24mm, quelle di cui parliamo adesso sono invece in 24x16m e quindi ritaglieranno l'immagine di 1.5 volte rispetto al reale. Pensiamo invece che la Nikon Z30 sia la candidata ideale a rappresentare il non plus ultra delle fotocamere sbarazzine per impiego ibrido foto+video, come macchina per la spiaggia, per la vacanza, per i video creator e come corpo "a perdere" in talune circostanze. Ma andrà evitata da chi considera eretico inquadrare la scena a braccia tese guardando nel display posteriore e a cui non interessa nulla del video ... ... per il resto qualità di immagine e disponibilità di obiettivi sono del tutto pari a quelli della Zfc che in fondo è la stessa fotocamera ma con un aspetto vintage e il mirino elettronico nel falso-pentaprisma. Nikon Z30 : l' inaspettata ... Nikon Z fc : anteprima Basta così ? Si, è un pò tranchant, ma con il dovuto rispetto per chi le trova adeguate ai propri usi, consideriamo obsolete tutte le altre Nikon Z, sia che restino a listino sia che siano state avvicendate. Hanno caratteristiche superate, specialmente sul piano dell'autofocus, cosa che ci fa suggerire di puntare al primo lotto di questa pagina. Ovvero, Z8 al posto di Z7 e Z6 III al posto di Z6 I, II e Z5. Intendiamoci, se uno fotografa solo paesaggi o fa still-life, la qualità di immagine sarà la stessa. Anzi, la Z7 a 64 ISO e con l'obiettivo in grado di esplicitarne la densità di informazione, è la Z che offre la migliore qualità di immagine (ma estremizzando, la D850 è ancora un filino-filino meglio ...). Ma viste con Z9, Z8 e Z6 III in mente, sembrano fotocamere del secolo scorso. Ci perdoneranno i loro proprietari a cui va il nostro incoraggiamento a continuare ad usarle se si trovano bene. Per la Nikon Z50, che oramai si avvicina ai 5 anni, anticipiamo che - secondo noi - il suo avvicendamento è prossimo. E noi ci azzardiamo a pensare che la Z50 II sarà per la Z50, quello che la Z6 III è per la Z6 I/Z6 II In quanto alla Z6 II, sbarazziamoci di falsi idoli e miti campati in aria. Non offre nulla di più della Z6 I salvo il battery-grip con i comandi verticali, due schede di memoria e il video 4K60p. That's all folks. Enjoy your Nikon !
  7. Non siamo soliti dedicare degli editoriali ai prodotti di altri marchi. Forse è capitato solo una volta in passato, con una Canon (se non ricordiamo male, la EOS R5). Se lo facciamo è perché riteniamo che la notizia valga un approfondimento dettagliato, perché il fatto probabilmente influenzerà il mercato complessivo e quindi, anche Nikon. Nei fatti, il nome del prodotto e l'assonanza con la Nikon Z9 lo dimostrano, è già successo con il lancio della α9 originale, oramai nel 2017. Quella macchina ha introdotto sul mercato il primo sensore stacked commerciale, aprendo le porte della fotografia silenziosa con otturatore elettronico in tutti campi in cui è vantaggiosa. Non ci possiamo nascondere che tutto lo sviluppo del sensore di Z8 e Z9 e delle ultime macchine Nikon ne sia stato influenzato. Saremmo disonesti. Con il modello III, Sony vuole ripetere l'operazione, introducendo per la prima volta un sensore dual-stacked di tipo global shutter. In un inciso ricorderemo le differenze tra sensori in modo da permettere a tutti di comprendere di che cosa stiamo parlando ma prima vorremmo delineare meglio le caratteristiche del nuovo prodotto. Che resta la macchina Sony dedicata specificatamente a sport e fotografia d'azione, non necessariamente l'ammiraglia, designata come α1 e dotata di altre caratteristiche (superiore risoluzione, sensibilità base più bassa, video 8k). il corpo macchina resta sostanzialmente simile. le schede di memoria sono una coppia di CFexpress di tipo A (quelle di formato più piccolo rispetto al modello di tipo B adottato dagli altri produttori, Nikon in testa) il display posteriore è di tipo completamente articolato il mirino è quello di fascia più alta adottato da Sony, il modello da 9.4 megadot, tarato a 120 Hz. Ma naturalmente gli elementi importanti della fotocamera sono quelli posti all'interno. il nuovo sensore stacked di tipo global shutter, la scheda madre con due processori separati. Il sensore mantiene una risoluzione appena superiore ai 24 megapixel (non sappiamo se l'effettiva risoluzione sarò di 6000x4000 pixel o qualcosa di più). E' costruito con tecnologia stacked, ovvero ha due strati, uno che contieni i fotodiodi incaricati di catturare la luce, uno con le memorie dedicate ad accogliere le informazioni del sensore. E' tarato con sensibilità base di 250 ISO mentre ha il punto di inversione dual base ISO a 2000. In questo non ci sarebbero particolari differenze con il nostro di Z9/Z8, salva la diversa risoluzione. Le nostre macchine sono tarate a 64 ISO di base mentre il dual gain interviene 3 stop sopra a 500 ISO (come esattamente tre stop separano 250 da 2000 ISO). Ma mentre il sensore della Z9 ha una capacità di lettura (velocità di readout) nell'intorno di 1/270'' (la precedente α9/α9 II si situa intorno ad 1/160''), la lettura del sensore della nuova Sony è "praticamente" istantanea. Questo apre le porte a due sostanziali novità. L'eliminazione pratica, sostanziale, della necessità di sincronizzazione flash ad una data velocità di scatto, l'eliminazione pratica, sostanziale, di blackout a mirino e di fenomeni di rolling shutter sia in foto che in video, in ogni circostanza. Con il non trascurabile corollario di rendere la macchina indenne anche dai fenomeni di banding indotti da fonti di illuminazione oscillanti a frequenze particolari (led e luci miste). Il marketing ha poi voluto strafare, dotando la macchina di una velocità di scatto fino ad 1/80.000'' e 120 scatti al secondo. Ma Sony ci ha abituati a dover leggere bene le note a pié di pagina che spesso sono ancora più lunghe delle specifiche effettive. In raffica il tempo di scatto minimo pratico è di 1/16000'' (la Z9 ha un minimo di 1/32000'') e la raffica a 120 fps è limitata a 1.6 secondi, compreso il secondo di eventuale prescatto. In quanto il sistema non ha la velocità necessaria per andare oltre i 6 GB/s necessari (le foto vengono immagazzinate nel buffer, che ipotizziamo sia di circa 8 GB e poi versate nelle memorie). La macchina, come vedete, ha il tradizionale corpo compatto di Sony. Ma ipotizziamo che le necessità energetiche del complesso siano tali da rendere razionale l'acquisto del battery-grip che utilizza due batterie in serie come se fosse una sola con un piccolo vantaggio di autonomia rispetto a α9 e α1 che usano le stesse batterie. Il prezzo annunciato è di $ 5.999 cui aggiungere i $ 399 del battery pack (con IVA oltre € 7.300 a cui aggiungere la seconda o più batterie di riserva). Consegna da primavera 2024 Quindi in tempo per le Olimpiadi di Parigi. Al nuovo corpo, nel lancio, è stato associato un interessante nuovo obiettivo GM da 300mm f/2.8 che ha nel peso ridotto (meno di un chilo e mezzo) e nella compattezza le sue armi principali. Proposto al medesimo prezzo di $ 5.999 e consegna sempre da primavera 2024. Durante il lungo ed articolato evento di lancio, sono stati annunciati nuovi firmware che aggiungeranno funzionalità attese per α1 e α7s III. Mentre ci sono rumors che parlano di una nuova α attesa per gennaio 2024 (che possa essere la α7 V o la α7r VI non è dato saperlo per il momento). *** La notizia è notevole, inutile nasconderlo. La nuova fotocamera si pone come riferimento per i fotografi di sport e di azione (wildlife di movimento). E siamo sicuri avrà un seguito negli altri marchi. Di fatto Sony dimostra di essere riuscita ad ingegnerizzare su larga scala un sensore full-frame global-shutter in formato 36x24mm, su un prodotto commerciale. Perchè intendiamoci, questo tipo di sensore non è una novità. Solo che fino ad ora era limitato per costi e difficoltà di smaltimento del calore, a compiti di natura industriale (in impianti collegati alla rete elettrica fissa e dotati di alette di raffreddamento o ventole). Ed a formati ridotti. L'unico 36x24mm offerto sul mercato veniva circa $6.000 al pezzo per un ordine di 1000 pezzi. Ma Sony ha certamente dovuto cedere a più di un compromesso che scopriremo nella pratica solo quando la macchina sarà sul mercato e che già leggiamo dalle specifiche. L'aver limitato a 24 megapixel la risoluzione (mantenendo di fatto la radice precedente con i suoi 759 punti di messa a fuoco) che per se non è un male (anzi, in molti campi, un vantaggio), è il primo indice, quando Sony stessa veleggia a ben altre risoluzioni anche con il modello concorrente α1. L'altro è la base ISO di 250 che probabilmente determinerà una dinamica del sensore un pò particolare alle basse sensibilità. Ma anche questo non sarà un problema nel particolare campo di applicazione di questa fotocamera. Che certo non è indirizzata a tutti ma ad uno specifico sottoinsieme di fotografi. Per questo, di qui a dire, come già vediamo nelle decine di video Youtube di anteprime "informate" che stiamo vedendo sul web (con tanto di espressioni sbigottite ed esclamazioni da fine del mondo, necessarie ad imbrigliare gli algoritmi di ripartizione degli utili derivanti dalla pubblicità in base ai click) che è cambiato il mondo e che è stata inventata l'acqua calda, "il funerale dell'otturatore" etc., ce ne vuole. Canon e Nikon usciranno dal mercato a causa della α9 III ? Lo escludiamo. Non sono uscite con il lancio della α9 cui hanno risposto solo 5 anni dopo, figuriamoci adesso che sono ben attrezzate per difendersi. Canon EOS R3 e Nikon Z9 hanno un'ampia base di installato, funzionano bene ed hanno adesso un corredo di ottiche invidiabile. Non ci aspettiamo trasmigrazioni di massa, salvo da parte dei soliti fotoamatori straricchi in possesso di tre corredi (per non saper né leggere né scrivere, meglio abbondare). Canon e Nikon imiteranno Sony con il global-shutter ? Da un paio di anni si dice che Canon stia lavorando alla vera ammiraglia EOS R, la R1 che si dice potrebbe avere un global shutter ma costare un botto di dollari. La vedremo probabilmente nei prossimi mesi. Il lancio celebrativo della Sony la anticipa probabilmente di qualche mese, anche se la effettiva disponibilità del prodotto si avrà in primavera. Nikon per il momento ha altre priorità (Z6 III e Z50 II/Z70 sono ben più strategiche di una Z9 II). La Z9 è ancora in fase di maturazione e vedremo un bel firmware 5.0 nel prossimo anno. Mentre la Z8 ha più spazio di mercato della Z9 e della Sony α9 III per un semplice motivo di costo al dettaglio. In futuro si vedrà. A noi sembra che Nikon stia cercando di avere un'offerta a prezzi sostenibili. Se il global-shutter sarà, nei prossimi anni, disponibile a prezzi concorrenziali rispetto ad un più economico rolling-shutter sempre stacked, potrebbe spostare la produzione di Z9 e Z8 su quel versante. Oppure aggiungere una nuova ammiraglia di bandiera e chiamarla magari Z1. Ma è anche possibile che lo sviluppo dei sensori stacked si diffonda a prezzi ancora più concorrenziali su più modelli (la Z6 III con uno stacked non ci sorprenderebbe così tanto a questo punto. Ma non abbiamo alcuna conferma la riguardo). E potrebbe anche raggiungere velocità operative tali da rendere non pratica la soluzione global-shutter, permettendo di scegliere di volta in volta la tecnologia più appropriata in base al progetto e al modello da sviluppare. Di certo, con i due processori dedicati e una potenza che viene indicata come 8 volte superiore a quella della Sony α9 II, la III spinge su questo versante. E non ci sorprende, vista la necessità di calcolo necessaria per elaborare tutta quella massa di dati e intanto non perdere di vista il soggetto. Anzi, seguirlo come non mai. slide promozionale Sony che identifica i due processori dedicati, di cui si occupa di tecniche AI asservite alla messa a fuoco automatica Per questo riteniamo che Nikon debba più che altro aumentare la potenza disponibile nei suoi Expeed nei prossimi modelli. Scegliendo con giudizio, pensando alle tasche dei suoi clienti, le soluzioni da mettere in campo. Quindi in conclusione : grazie Sony per mantenere vivo il mercato e fare da apripista. Noi attendiamo pazienti le scelte di Nikon. Siamo sicuri che gli ingegneri di tutti i marchi (che hanno studiato nelle stesse università con gli stessi professori) si parlino molto più amabilmente delle tifoserie di Milan e PSG. *** Sensore global-shutter e sensore rolling-shutter. In funzionamento silenzioso (e quindi in otturatore assente o simulato in elettronico), i sensori moderni di tipo CMOS simulano il funzionamento degli otturatori meccanici. In pratica al di sopra di una certa velocità di scatto, creano un meccanismo di lettura delle informazioni localizzate, a strisce per righe, con un movimento invisibile che crea un effetto simile a quello delle due tendine meccaniche di un tradizionale otturatore a tendine. Quello delle vecchie reflex, per intenderci. Nella Z9/Z8, la lettura avviene per strisce di 12 pixel. I dati vengono letti ed immagazzinati. A lettura completata, le informazioni vengono prelevate dal processore per le ulteriori elaborazioni. Questa operazione avviene fino a 120 volte al secondo, la raffica più veloce che può eseguire la Z9 (con risoluzione ridotta) o fino a 30 volte al secondo a risoluzione piena. Ne abbiamo parlato in questo articolo in attesa dell'uscita della Z9 (qui) animazione che idealizza il funzionamento delle due tendine (siano essere meccaniche o simulate elettronicamente) E dove sta il problema di questa pratica ? Sta nel fatto che pur veloce ai nostri occhi, 1/250'' è anche il ritardo che ci può essere nella ripresa di un soggetto in movimento, tra la lettura della prima strisciolina e l'ultima. Per ogni fotogramma scattato. Un soggetto in rapido movimento o che ha parti in rapido movimento (classico la pala dell'elica di un velivolo o le ali di un uccello che si invola oppure le ruote di un'auto), verrà quindi ripreso con un grado di deformazioni (artefatti) proporzionale al movimento relativo delle sue parti, rispetto al movimento relativo di lettura del sensore. Ma perchè la lettura del sensore non avviene in una unica passata ? Perché ogni dispositivo elettronico ha quella che si definisce banda passante, ovvero una quantità pratica e definita (o finita) di dati che possono essere trasmessi per unità di tempo. Questo per limitare l'emissione di radiazioni, quindi di calore e di rumore indotto. Più è elevata la banda passante, maggiore è la frequenza a cui può funzionare il dispositivo (ci perdoneranno i tecnici del settore per queste semplificazioni utili per farci comprendere da una platea non necessariamente specializzata). Un sensore ad elevata velocità di readout può funzionare praticamente senza richiedere questo escamotage. Ma costa molto produrlo ed induce altri problemi da gestire. animazione che esemplifica la differenza di funzionamento tra rolling shutter e global shutter : per righe a scansione progressiva, rolling, istantanea, global Nella lettura a global shutter, tutti i dati vengono letti istantaneamente e depositati nella memoria sottostante da cui il processore li può prelevare. La quantità di dati trasferita è tale che l'operazione non può essere indolore in termini di impatto termico e di consumo energetico. E' quanto vedevamo a suo tempo con i sensori di tipo CCD. Il sensore della Nikon D1 era di fatto letto a global shutter solo che il fotografo non se ne accorgeva. Salvo per il fatto che il flash poteva venir sincronizzato ad 1/500'' e il tempo minimo era già di 1/16000''. Come vedete sono tutte grandezze che si ripetono. Ma lo sviluppo va avanti e quanto era non praticabile industrialmente qualche anno fa, può diventare improvvisamente economicamente sostenibile se questo da un vantaggio competitivo sui concorrenti. Ma in fondo non è scienza aerospaziale, è tutta tecnologia disponibile sul mercato. E se l'ha ottenuta Sony, con i suoi tempi e se necessario, potrà averla anche Nikon.
  8. Acquistato al Nikonstore.it, appena arrivato in laboratorio, apriamo insieme la scatola. che si presenta come tutte le altre scatole Nikon Z, nero integrale con sfumature gialle. ci accoglie il paraluce avvolto in bugnato di plastica doppia protezione in polistirolo espanso l'obiettivo è rivestito in cellophane la dotazione completa, i manualetti/garanzia. dettaglio del paraluce di forma abbastanza inusuale, quasi più orientato al video che conferma il passo filtri da 77mm, quasi esagerato per un obiettivo di questa classe ma almeno standard, per chi utilizza filtri ND o polarizzatori. eccolo qui, in primo piano, davanti all'obiettivo. dettaglio dell'iscrizione attorno alla parte frontale dell'obiettivo produzione, ovviamente, cinese, non ci saremmo aspettati diversamente vista la classe di appartenenza particolare dell'anello di zoomata e della ghiera programmabile. E' evidenziato dalla feritoia colorata in arancione il blocco (lock) che impedisce che l'obiettivo si allunghi se preso in mano mentre è a riposo (cosa che si verifica se è montato su un corpo macchina e viene sollevato verso l'alto, tenendolo per la parte superiore). pur essendo quasi integralmente in policarbonato si presenta bene, sia sul piano estetico che costruttivo. E' analogo - ad esempio - agli obiettivi Nikkor Z di derivazione Tamron che presumibilmente escono dalla stessa fabbrica cinese. naturalmente, rispetto alla posizione minima di 28mm, in posizione 400mm l'obiettivo si allunga. Sono due i cilindri concentrici che fuoriescono dal barilotto esterno. Ma questo è un caso assolutamente comune per gli zoom di questa fascia. Come vediamo in un confronto con altri Nikkor Z a sinistra il 24-200/4-6.3 di cui questo nuovo 28-400/4-8 risulta già a prima vista consanguineo, a destra il più pregiato Nikkor Z 100-400/4.5-5.6 che con il nuovo super-zoom è accomunato esclusivamente dalla focale massima di 400mm. Notare i paraluce completamente differenti tra loro. qui i tre zoom estesi alla focale massima. Impressiona la compattezza del 28-400 rispetto al più corto 24-200 in entrambe le posizioni. Qui lo abbiamo montato sulla Nikon Zf che potrebbe tranquillamente essere la sua destinazione a 28mm a 400mm e ancora a 28mm E qui, per finire, alcune immagini di repertorio, più dettagliate (focus stacking della Zf su treppiedi Manfrotto) *** Complessivamente le prime impressioni sono positive. A condizione che le aspettative siano allineate a quelle rivolte ad un superzoom - che sia questo o il pariclasse 24-200 - ovverosia un obiettivo di compromesso con una eccezionale escursione focale, una luminosità massima relativa (molto) contenuta e prestazioni ottiche indotte da queste considerazioni. Insomma non lo prenderemmo in considerazione come alternativa al più prestante Nikkor Z 24-120/4 che, giustamente, è di classe S, più qualificato per fotografia di elevato livello. Ma per tutte le situazioni in cui - in pieno sole o con il flash - si debba o si voglia fotografare qualsiasi cosa senza mai cambiare ottica. Immaginiamoci ad un rally, oppure ai bordi di una pista di motocross dove si deve passare dal primissimo piano alla panoramica, senza poter cambiare mai obiettivo anche per proteggere la fotocamera da polvere, terra sollevata dai veicoli, schizzi e fango. Avendo peraltro un obiettivo "a perdere" molto meno costoso di un 100-400 o di una coppia 70-200+400mm da usare necessariamente con due corpi macchina (e costi/ingombri/pesi inerenti). O per i reporter di vacanze, viaggi ed escursioni, che con un obiettivo relativamente compatto, magari semplicemente accoppiato con un fisso luminoso (tipo 20 o 35mm f/1.8) possano affrontare qualsiasi situazione, anche ad un safari o in cima al mondo (sia Artico o Antartide che voi vogliate). Non è chiaramente un obiettivo progettato per resistere a condizioni climatiche estreme, ma finora non abbiamo riscontrato problemi con nessun Nikkor anche con pioggia o umidità o vicino a specchi d'acqua, anche nel recente passato. Il proprietario di questo obiettivo, comunque, saprà regolarsi per il meglio. Di fatto l'obiettivo ha anelli di tenuta per polvere e umidità, come di consueto per Nikon il progetto nasce da uno schema piuttosto complesso con sfoggio di lenti speciali e sfruttando tutte le possibilità dell'ampio attacco Nikkor Z. Già dalle prime immagini, abbiamo la conferma di quanto questi nuovi Nikkor Z, anche in queste configurazioni estreme che sulle reflex avremmo guardato con sospetto, si discostino dai superzoom precedenti. Nitidezza, colori, assenza di difetti ottici evidenti, capacità di adattarsi allo stile fotografico di ognuno, sono di tutta soddisfazione. La piccola differenza tra gli MTF a 28 e a 400mm del resto parla da sola il resto lo fanno, certamente, le correzioni automatiche delle Nikon Z. Naturalmente sin da subito ci si dovrà confrontare con la scarsa luminosità del progetto, obbligatoria per contenere pesi e dimensioni. Qui abbiamo uno scatto in ombra, in una giornata di sole, che pur a soli 1/400'' di tempo di scatto, ha richiesto di salire a 6400 ISO nessun problema per la Nikon Zf che a queste sensibilità esibisce poco rumore. Ma il fotografo ne tenga conto, perché già a 125mm l'obiettivo apre a solo f/6.7 In particolare, ecco le luminosità alle focali principali : 28mm : f/4 35mm : f/4.2 50mm : f/5.6 70mm : f/6 105mm : f/6.3 200-400mm: f/8 perdendo quindi a 200mm 2/3 di stop rispetto al più luminoso 24-200mm. Ma tolto questo aspetto, importante ma già evidenziato dal progetto e cui ci si dovrà confrontare prima dell'oculato acquisto, vogliamo sottolineare ancora le qualità di elevata flessibilità di questo oggetto che sostituisce, da solo, un intero corredo. quasi macro per le distanze minime in gioco molto ridotte (qui a 360mm e circa un metro e mezzo di distanza) paesaggistiche alla focale minima (qui a 28mm, f/8 su Nikon Z8, profilo colore specifico della fotocamera) da "caccia fotografica" senza muoversi dal punto di ripresa, semplicemente cambiando visuale e portando lo zoom a 400mm (f/8, 1/1600'', ISO 500 in formato DX della Nikon Z8 per 20.2 megapixel, riconoscimento automatico dell'occhio degli uccelli) Insomma, abbiamo uno zoom 14.2x, che pesa solo 725grammi, è appena più grande del già compatto 24-200 (e quindi grande circa quanto il 24-120/4) essendo lungo a riposo solo 14cm. Ben stabilizzato (anche se a mirino si vede spesso ballare l'immagine : ma ci sta). Che mette a fuoco a distanze minime tra 20cm e 120cm (50cm a 50mm) che si permette un diaframma a 9 lamelle (e lo sfuocato in fondo non è male). Ha uno schema ottico complesso 21 elementi in 15 gruppi (inclusi 4 elementi ED e 3 elementi asferici) ed è costruito in linea con le aspettative. Nel video è eccellente, forse più che in foto (e anche in questo caso, la modalità DX della ripresa, permette di avere filmati -da 2K a 8K a seconda della fotocamera usata - con una escursione focale che certi cineasti si sognano) anche a mano libera, non perde il fuoco e segue i soggetti con agilità. L'autofocus non è da primato ma adeguato alle necessità. Meglio tenere tempi più veloci del necessario per soggetti molto rapidi. Da verificare la variazione focale al variare della messa a fuoco, sia in video che in foto, ma questo sarà oggetto di ulteriori approfondimenti di cui vi renderemo conto prossimamente. Per ora abbiamo messo qualche foto in galleria, pregando come sempre, i fortunati acquirenti di questo obiettivo, di non farci mancare i loro scatti e le loro impressioni su questa nuova proposta Nikon di cui noi ci sentiamo già ragionevolmente soddisfatti.
  9. Non è un segreto per nessuno. Attendiamo nel corso dei prossimi mesi la nuova Nikon Z6 III. E' stato anticipato da tutti i siti di rumors del mondo. Dopo tanti tuoni, verrà prima o poi la pioggia. La Z6 III porterà, come da promessa Nikon ufficializzata più volte, la tecnologia Z9 nella gamma media delle fotocamere Nikon Z. Avrà quindi un processore Expeed 7 con le sue librerie autofocus basate sul riconoscimento dei soggetti e il tracking realtime. Probabilmente avrà un sensore aggiornato, video 4K60p pieno formato, raffica più rapida e in generale prestazioni superiori alla Z6 II. E ci mancherebbe altro, visto che la Z6 II è stata presentata quasi 4 anni fa, nella seconda metà del 2020 e che lei stessa, nella sua architettura, riprende in gran parte le caratteristiche della precedente Z6 del luglio 2018. Naturalmente sei anni non sono passati invano e la tecnologia Nikon più avanzata adesso offre la Nikon Z9 e la Z8 che ne ricalca per la maggior parte le caratteristiche. Ma anche la Nikon Zf, nel suo piccolo ... pur mantenendo lo stesso sensore della Z6/Z6 II riprende in parte le funzionalità di Z8 e Z9. Quindi ha senso parlare di Nikon Z6 e Nikon Z6 II nel 2024 come nuovo acquisto nel 2024 ? A nostro avviso si, perché non tutti i fotografi necessitano di un autofocus allo stato dell'arte, di raffiche fino a 120 frame al secondo, di video 8K e di prestazioni esasperate in ogni campo. Z8 e Z9 rappresentano la punta di diamante dell'offerta fotografica (mirrorless e non solo) di oggi e la Zf, al di là dell'aspetto che ricalca le reflex dei primi anni '80, ne riprende in parte le possibilità tecnologiche. Ma, appunto, per chi fa fotografia ragionata a soggetti immobili o cooperativi, molte delle capacità dell'ultima generazione sono esagerate. Esagerazioni che hanno un prezzo, perché, anche trascurando la Z9, la Nikon Z8 ha costi di accesso inaccettabili per molti fotografi. La Z6 III molto probabilmente si posizionerà ben al di là dello street-price attuale della Z6/Z6 II (rendendone il costo complessivo impegnativo per molti, e anche li, con prestazioni, spesso esuberanti per le necessità effettive). Mentre la Nikon Zf, bellissima e potente, deve piacere. Ma quel fascino vintage in fondo ha successo ma non presso tutti. Insomma, se non siete fotografi animalieri e non fate sport a tempo pieno ma vi dedicate a fotografia da ... fotografo della domenica (nulla di offensivo, intendendo con questo il normale hobby della fotografia che si pratica durante il tempo libero, non come sfogo principale ed elettivo delle proprie passioni), una Nikon Z6 II potrebbe bastarvi. E con il risparmio conseguito (rispetto all'acquisto di una Z8, di una Zf, di una ... Z6 III ... !) potreste anche concedervi quell'obiettivo in più che vi renderebbe più felici della raffica a 30 frame al secondo o del video 4K full-frame. Per tacere del video 8K, indispensabile proprio solo per pochi. La Nikon Z6 II, body, ha un corpo del tutto analogo alla Nikon Z6 da cui si discosta solo per piccoli dettagli esteriormente. presenta un corpo maneggevole, né troppo piccolo, né troppo grande. ha un bel display articolato, non a prova di attacco nucleare come quello della Z8 e nemmeno del tutto articolato come quello della Zf ma comunque bello e ben fruibile. ha, eventualmente, gli attacchi interni per l'innesto del battery-grip opzionale che la rendono più comoda da utilizzare con obiettivi importanti e ne raddoppiano l'autonomia con le due batterie ma soprattutto si appoggia ad un sensore che, seppure non velocissimo e abbastanza soggetto ai fenomeni di rolling-shutter quando usato in modalità tutto "elettronico", vanta ottime doti di dinamica. In più, ha una tenuta spesso sorprendente agli alti ISO, come dimostrato in più articoli, anche ultimamente. lo scatto qui sopra è ripreso con li sensore della Nikon Z6/Z6 II/D780, trattato con Lightroom. E' uno scatto a 51200 ISO. Ma sembrerebbe una qualsiasi ripresa a 200-400 ISO, non vi sembra ? e questo qui sopra invece è ripreso a 12800 ISO. Ma passerebbe indenne il processo per la stampa in grande formato. Qui possiamo vantare un utilizzo pieno in molti generi per un totale di oltre 200.000 scatti con le varie Z6/Z6 II che abbiamo avuto a disposizione. Se abbiamo trovato un limite è nella capacità di seguire soggetti che si muovono ad alta velocità nella raffica ad alta risoluzione. Perché la Z6, come la Z7, olre i 5 frame per secondo, commuta la visione a mirino in una sorta di moviola che non è più realtime ma è un intercalare di immagini statiche riprese l'attimo prima. Con il risultato che quello che si vede non ha esatta correlazione temporale con la realtà. Cosa che impedisce di seguire con puntualità l'azione. Ma se non fate azione e non usate la raffica, non ve ne accorgerete mai. Così come non vi farà un baffo il fatto di avere l'otturatore meccanico. Se non siete fotografi da milioni di scatti, un otturatore pensato per fare 200.000 scatti vi durerà per sempre ! Sbaglierebbe chi pensa che i suoi 24 megapixel siano un limite. Nella realtà 24 megapixel sono più che sufficienti - anzi - di più, per la maggior parte degli usi. Come abbiamo modestamente cercato di dimostrare in un recente editoriale : Di quanti megapixel abbiamo realmente bisogno nel 2024 ? Potendo in ogni momento, intervenire via software/AI, per - qualora servisse - quadruplicarli fino a 96 pixel e senza bisogno del pixel shift, senza muoverci da Lightroom/Photoshop : Il Migliora Immagine di Adobe : I - Super Resolution (ingrandimento immagini) In questo esempio, lo scatto del sensore da 24 megapixel della Z6, portato a 96 megapixel con Lightroom e la sua intelligenza artificiale : basterebbe per stampare in formato poster, o anche 240x160cm a parete. Ma nella realtà è solo il crop di un volto ripreso da una figura ambientata, portato ad risoluzione quadrupla e stampabile in grande formato ! Insomma, abbiamo visto i suoi limiti, evidenziato i suoi pregi, vediamola a confronto con le altre soluzioni Nikon. Con la Nikon Z8 non condivide nulla se non il marchio Nikon. La Nikon Z8 è una macchina professionale ad alte prestazioni, pensata per assecondare ogni necessità del suo proprietario. Ma è più grossa, più pesante, più costosa. Molto più costosa. Richiede ottiche più pregiate, perché la Z6 con il suo 24-70/4 va benissimo. Mentre per la Z8 ci vuole, al minimo, il più costoso e ingombrante 24-120/4. lato prestazioni non ci sono paragoni. Ma se uno di voi interessati a questo confronto punta sulle prestazioni, può anche smettere di leggere. La Nikon Z8 vincerà sempre. Però, siate sinceri, siete sicuri che vi servano quelle potenzialità ? Se è così preparatevi a spendere i 5.549 euro necessari per avere la Z8 con il 24-120/4 (in questo momento scontati di 700 euro per una campagna in corso). Per la Z6 II con il 24-70/4 ne basteranno 2.499. E se preferireste il 24-120/4 al posto del più piccolo obiettivo dato in kit standard con la Z6, l'offerta è pari a € 2.749. Insomma, circa la metà di risparmio che possono andare in un bel grandangolare o in un bel teleobiettivo, a seconda di cosa vi piace fotografare di più. Naturalmente la Z8 offre comandi professionali, mirino tondo, tenuta per migliaia e migliaia e migliaia di scatti continui (non ha parti meccaniche che si possono usurare, come ad esempio, l'otturatore meccanico) la differente architettura tra Z8 e Z6 è evidente. Una è una macchina realmente professionale, l'altra viene definita prosumer, né professionale né consumer, insomma, una via di mezzo. Ma per un fotografo senza pretese professionali e senza un corredo professionale il solo corpo non farebbe differenza, salvo impegnare buona parte del budget disponibile a discapito delle ottiche, più importanti per il risultato complessivo. Con la Nikon Zf le differenze sembrano più estetiche. Nella realtà le due macchine condividono solo il sensore, che è esattamente lo stesso 24 megapixel CMOS impiegato anche su D780 e Z6 prima serie. ma l'architettura è ancora più diversa. La Zf si rifà alle reflex Nikon dei primi anni '80 (ad esempio FM2 o FE2, o anche, più recente, FM3a) e andrebbe usata regolando i quadranti anziché le ghiere. mentre la Z6 II è una macchina di impostazione moderna. La Z6 è più ergonomica, più compatta, più leggera. Utilizza schede di memoria di tipo CFexpress insieme alle comuni SD. La Zf ha uno strano miscuglio di SD e microSD. certo la Zf è più raffinata, più affascinante. Anche più prestante, perché ha un processore 10 volte più veloce di quello della Z6. Che le permette un autofocus simile a quello di Z8 e Z9. Ma la qualità d'immagine (e del video) é del tutto sovrapponibile a quella della Z6. Quindi a meno che non abbiate necessità di un autofocus evoluto e non siate attratti dall'aspetto e dalle funzionalità vintage della Zf, con la Z6 farete le stesse identiche fotografie. La Zf è un modello più recente, oggi non è scontata, quindi costa di più. Peraltro non ha una gamma di obiettivi pensata per lei. Mentre la Z6 si trova a suo agio con ogni Nikkor Z e con ogni Nikkor F via Nikon FTZ. Naturalmente se siete affascinati dalle top model degli anni '80 sceglierete la Zf. Ma la Z6 II resta una scelta razionale. E la Nikon Z6 di prima serie ? C'è un mare di usato a prezzi di ogni genere, di macchine usate e come nuove. E spesso si trovano anche fondi di magazzino, realmente nuovi. La Z6 condivide quasi tutto con la Z6 II, salvo pochi dettagli. I tre più importanti, sono interni. La Z6 II ha due processori Expeed 6, che si dividono il carico tra loro. La Z6 ne ha solo uno. Questo ha consentito alla Z6 II di offrire all'utente il video 4k60P (seppure in formato DX) cosa che alla Z6 I è preclusa. La Z6 II ha anche un buffer leggermente maggiorato. Ma soprattutto la Z6 II ha due slot di memoria uno per XQD/CFexpress e uno per SD, mentre la Z6 ha solo lo slot per XQD/CFexpress. Quando non si ricercano prestazioni, fateci essere onesti, le CFexpress sono un lusso inutile. Le SD, al netto della loro struttura più fragile, vanno bene ugualmente ed hanno il pregio di essere più economiche e più facilmente interfacciabili. Infine, ultima differenza eclatante - perchè una Z6 I e una Z6 II si distinguono a stento sul piano estetico - è il differente battery-grip disponibile. la Nikon Z6 II ha un vero battery-grip con impugnatura ergonomica e comandi verticali duplicati la Nikon Z6 invece si deve contentare di un semplice battery-pack che contiene due batterie ma nessun comandi di scatto. Ma, in estrema sintesi, se queste peculiarità non vi interessano per il vostro stile fotografico, Nikon Z6 e Nikon Z6 II faranno foto perfettamente identiche tra loro. Come saranno identiche alle foto fatte con la Nikon Zf o la reflex Nikon D780 che condivide sensore e processore con la Nikon Z6 e rappresenta l'estremo ponte di collegamento tra reflex Nikon e mirrorless Nikon Z. Quindi, concludendo ? Bisogna fare l'identikit del fotografo, prima di decidere quale fotocamera sia meglio comperare. Se si fa fotografia d'azione, sport o wildlife in movimento, allora il nostro consiglio è puntare alla Nikon Z8 (se non alla Z9). Oppure attendere la Nikon Z6 III che forse offrirà prestazioni di quel genere, in un corpo compatto ed a prezzo più abbordabile (ma comunque ampiamente più costoso della Z6 II). Se invece la propria fotografia non prevede la necessità di riconoscimento in tempo reale e tracking del soggetto, raffica per inseguimenti ad alta velocità, video sofisticato, una Z6 potrebbe bastare. Il risparmio economico sarebbe solo razionale ed utilizzabile per acquistare altri obiettivi utili per il proprio genere fotografico. La Nikon Zf rappresenta una alternativa. Più che altro per soddisfare aneliti di stile e nostalgico, non necessariamente razionali. Che non ci permettiamo di criticare, perché noi stessi siamo vittima del fascino della Nikon Zf. Perché ogni Nikon Z, in mano al fotografo giusto e con i giusti obiettivi Nikkor Z, farà la sua felicità a prescindere dal nome del modello, dalla targhetta sul suo corpo macchina e dal cartellino del prezzo. Buone scelte ! *** Giudizio finale PRO: compatta e leggera Ben costruita dispone di memorie di tipo avanzato (CFexpress) qualità di immagine elevata (specie lato dinamica e tenuta agli alti ISO) prezzo/prestazioni, specie in promozione o sull'usato, eccezionale rispetto ai modelli nuovi, per chi non necessita delle prestazioni della nuova generazione non richiede il corredo più sofisticato per rendere al meglio (cosa pretesa invece dalla Nikon Z8) a differenza della Nikon Zf, gli obiettivi S di prima generazione sono pensati per lei CONTRO: affetta da artefatti di rolling-shutter quando usata in otturatore elettronico verrà presto avvicendata dal modello Z6 III autofocus di prima generazione che viene da considerare "primitivo" se rapportato agli standard attuali Nikon effetto "moviola" a mirino che perde il tempo reale quando si fotografa alla raffica massima video 4K60p permesso solo nel modello II e solo in formato 1.5x adatta a generi fotografici più posati (ma è un difetto ?)
  10. A metà aprile abbiamo avuto modo di provare la batteria SmallRig, "sostitutiva" della Nikon EN-EL15c che da questo momento chiameremo rispettivamente SmallRig e Originale. Abbiamo verificato le sue capacità e potenzialità, l'abbiamo usata per video e foto. L'abbiamo ricaricata via porta USB-C, via caricabatterie, via fotocamera. Tutto questo con la Nikon Z8. L'unico inconveniente è capitato quando abbiamo provato ad usarla con la Nikon Zf. Questa si è rifiutata di accendersi, pregandoci di inserire una batteria "adatta a quella fotocamera". SmallRig : una batteria clone della Nikon EN-EL15c con ricarica USB-C Ma su Amazon.it, c'è in vendita - in questo momento scontata a €38 - un'alternativa che sembra un clone conforme della SmallRig è marchiata Neewer, produttore molto noto per accessori fotografici di ogni tipo che ultimamente si sta espandendo anche in campo luci e batterie. arriva in un pacchettino di cartone marrone e nel complesso il packaging è più economico di quello della SmallRig. La dotazione comprende un cavetto USB A->C adatto per la ricarica, qualche pagina di manualetto, la batteria stessa e il cappuccio di protezione. all'arrivo è carica circa al 50%. Collegata ad un caricabatterie da 145 Watt con porta PD, imposta la tensione di ricarica sui canonici 5 Volt, assorbendo intorno ai 2 Ampere per quasi 10 Watt di potenza. La carica completa richiede due ore e otto minuti. non manca un comodo led che avvisa dello stato di carica (rosso in carica, verde, carica completata) ricarica completa da completamente scarica. Poco più di due ore di tempo, 3440 mAh e 17,288 mWh (esattamente come da specifiche di targa). il LED verde -> ricarica completata a confronto con la SmallRig le differenze sembrano solo apparenti (il colore della plastica, l'etichetta). Specifiche esattamente identiche, posizione della porta USB-C di ricarica nella stessa posizione. le tre batterie che utilizziamo da oggi con Z8 e Zf (la SmallRig, come detto, solo con la Z8). *** Abbiamo fatto un rapido test di scarica, registrando video 2K con la Z8. La batteria ha retto per circa due ore e 10 minuti. Più o meno in linea con la SmallRig e con l'Originale. La potenza disponibile è all'incirca la stessa. Nell'uso normale, riteniamo che si otterranno rendimenti simili per le tre batterie, se usate nelle stesse condizioni. Ovviamente questa è una rapida anteprima - la batteria è arrivata ieri e la stiamo giusto testando - per questi dispositivi nulla può "sintetizzare" una prova continuata di qualche mese. Specialmente per quanto riguarda la veridicità dello stato di carica residua e l'effettiva tenuta della carica nel tempo : difetti che in passato abbiamo riscontrato sovente in altre batterie compatibili. Per il momento possiamo registrare il fatto che la batteria funziona, è compatibile sia con la Z8 che con la Zf (e possiamo ritenere, pur non potendolo provare effettivamente, che riuscirà ad alimentare anche tutte le Nikon, sia Z che D, precedenti, che utilizzano la EN-EL15). Il prezzo è interessante. In generale, Nikonland consiglia l'acquisto e l'uso di batterie originali. Quelle sostitutive sono spesso soggette a prestazioni inadeguate e sono a rischio di incompatibilità in caso di interventi degli ingegneri Nikon a livello di firmware. Al momento non ci risulta che queste batterie possano usare la porta USB-C per intervenire a livello firmware ma usino la porta solo per il trasporto dell'energia elettrica. Ma diamo tempo al tempo e finirà che le batterie si comporteranno come gli obiettivi e saranno in grado di seguire le evoluzioni del firmware delle fotocamere. Per il momento ci fermiamo qui. Se qualche iscritto ha esperienza con questa o altre batterie sostitutive della Nikon EN-EL15c e vuole condividere con noi il suo pensiero nei commenti, avrà la nostra gratitudine.
  11. In questi giorni ho "litigato" con la Z8 cercando senza riuscirci di variare la modalità di variazione della misurazione dell'esposizione senza passare da menù. In particolari condizioni di luce, in teatro ad esempio, imposto la "misurazione ponderata sulle alte luci" poi al variare della situazione vario questa opzione. Abituato "bene" dalla D5 dove il comando è controllato da pulsanti esterni, trovo scomodo entrare nel menù e mi piacerebbe trovare una soluzione diversa. Per ora ho inserito questa voce nel "MIO MENU'" qualcuno ha trovato una soluzione diversa? Grazie Fabrizio
  12. CONFEZIONE il prodotto, è inutile nasconderlo, è del tutto analogo al battery grip MB-N11 proposto per le Nikon Z6 II e Z7 II. Lo stesso vale per la confezione che non presenta sorprese, sia nell'aspetto esterno che nell'interno. naturalmente per sfruttare la capacità di doppia batteria del battery-grip si dovrà acquistare almeno una seconda EN-EL15c. NIKONLAND RACCOMANDA L'ACQUISTO E L'UTILIZZO DI BATTERIE ORIGINALI NIKON. NON E' SUI POCHI EURO RISPARMIATI CHE E' IL CASO DI RISCHIARE FOTOCAMERE DA MIGLIAIA DI EURI DETTAGLIO Ma andiamo nel dettaglio. Esattamente come nel modello MB-N11 del quale questo replica sia l'architettura che le funzionalità generali, la contattiera che mette in comunicazione il grip con la fotocamera è rappresentata da un gruppo di pin dorati sulla sommità del protuberanza che va introdotta dentro alla Nikon Z8, ovviamente privata di batteria interna e del relativo sportellino copribatteria. l'impugnatura è ampia ed ergonomica. La solidarietà con la fotocamera è assicurata da diversi perni - oltre alla "falsa batteria" costituita dalla gamba verticale, mentre il blocco avviene per il tramite di un vitone azionato da una grossa ghiera avvitabile e svitabile con le dita della mano. i comandi verticali sono replicati. E' previsto un blocco per evitare azionamenti involontari con il palmo della mano destra. Il tastino funzione aggiuntivo è di default impostato su Compensazione della esposizione ma può essere riassegnato ad esempio alla modifica della sensibilità ISO. il posteriore presenta la replica del mini-joistick della Z8 e il tasto AF-ON. Resiste il comodo appiglio per il pollice. Come i due led che indicato la carica delle due batterie, denominate A (quella esterna) e B (quella interna). dettaglio della piastra di contatto col fondello della Z8 dettaglio del comodo alloggiamento dello sportellino del copri-batteria della Z8 che va rimosso prima di montare il battery-grip. In questo modo si evita di dimenticarlo chissà dove e poi doverlo comprare come pezzo di ricambio. dettaglio del pulsante di scatto verticale con il suo blocco di scatto. altri dettagli costruttivi. CONFRONTO CON LA Z8 e LA Z9 A vedersi da solo non si direbbe ma non è piccolo. Di fatto è la replica di quello pensato per fotocamere più piccole come Z6 e Z7 II. Ne differisce solo per dettagli. Sufficienti a rendere incompatibili i due modelli MB-N12 ed MB-N11 tra loro. Ciò comporta che in altezza il battery-grip MB-N12 aggiunge alla Z8 quei centimetri che la fanno diventare più alta della Z9. praticamente la Z9 arriva alla spalla della Z8 ... con il tacco a spillo. Se ciò aggiunge comodità di presa e tanto spazio per poggiare il palmo della mano destra, fa anche si che la Z8 così "carrozzata" diventi più alta, più ingombrante, più ... goffa. Probabilmente - non abbiamo verificato con la bilancia - anche più pesante. Perdendo di fatto tutti i vantaggi che la differenziano in positivo dall'ammiraglia. Lo scotto da pagare per guadagnare la presa verticale e l'autonomia aggiuntiva della seconda batteria. Non sfuggirà che l'aspetto più squadrato e un pò affilato delle linee laterali - indispensabili per guadagnare ogni millimetro indispensabile a mettere due batterie EN-EL15c per la lunghezza - corrisponda ad una peggiore ergonomia rispetto all'ammiraglia Z9 che è invece pensata per dare il massimo durante l'uso. FUNZIONALITA' Ma andiamo alle cose pratiche, perché questo accessorio non è pensato per l'estetica. Dovessimo dare un voto al design, a stento arriveremmo ad assegnare un INSUFFICIENTE. lo sportellino si apre a scorrimento e poi gira su se stesso. Cela la slitta che si sblocca con la levetta bianca. questo consente di estrarre la slitta completa con le due batterie che sono chiaramente montate in controfase tra loro. La prima, quella esterna, designata come A, entra ed esce a scorrimento, la seconda, designata come B, si incastra e può essere inserita o rimossa solo estraendo del tutto la slitta. La prima invece può essere estratta anche senza muovere la slitta, semplicemente premendo il blocco giallo come si farebbe con la batteria integrata nella Z8. Ma la differenza è che la batteria A può essere rimossa o sostituita " a caldo " senza spegnere la macchina, a condizione che la batteria B sia ancora carica. sostituendo la batteria A si può quindi continuare a fare ciò che si stava facendo senza interruzioni. Inoltre il battery-grip, dispone di una sua presa USB-C di ricarica. Attraverso quella, le batterie inserite nel grip possono essere ricaricate anche off-camera, avendo di fatto la possibilità di un caricabatterie doppio. La condizione stabilita da Nikon è che si abbia un alimentatore da almeno 30 Watt, meglio se con Power Delivery. innesto USB-C di un terminale di ricarica proveniente da un Baseus da 100 Watt con Power Delivery, con un mini-tester di verifica. Il battery-pack, come si vede in foto è separato dalla fotocamera ma la ricarica avviene comunque. E in questo caso viene ricaricata la batteria B, come evidenziato dalla relativa spia accesa. qui invece abbiamo l'operazione di ricarica attiva con il battery-grip montato sulla camera. La batteria B è carica mentre viene ricaricata la A. L'operazione avviene dalla presa USB-C del battery-grip, non della fotocamera. il menù della Z8, alla voce "Info batteria" evidenzia in ogni momento lo stato delle due batterie. In questo momento la B è al 100%, la A al 3% e necessita di ricarica. durante la presa di carica viene evidenziato il segno di presa di corrente per dire che l'alimentazione è collegata. Sia sul display superiore che su quello posteriore la ricarica assorbe 5 Watt a 15 Volt. E' più lenta di quella diretta dalla Z8 o da un caricabatterie dedicato. Ma lo stesso pienamente funzionale. Usando la Z8, quando la batteria A si sta scaricando appare il segno ROSSO a mirino, anche se la batteria B è ancora carica. Ma ad avvenuta scarica completa, si innesta automaticamente la batteria B, senza soluzione di continuità. Come detto, è sempre possibile, a condizione che la batteria B abbia ancora carica residua, sostituire al volo la batteria A scarica con un'altra carica. GIUDIZIO COMPLESSIVO Nell'uso il battery-grip è pienamente funzionale. L'autonomia della Z8 supera quella della Z9 con la sua enorme EN-EL18d e l'ergonomia complessiva ne guadagna, in particolare per lo spostamento del baricentro verso il basso, la presa più sicura con il palmo che ha tutto lo spazio che si vuole senza premere contro lo spigolo della parte inferiore della fotocamera. Ovviamente nell'uso in ripresa verticale, specie con obiettivi "importanti", non c'è paragone rispetto al corpo senza battery-grip. Di contro dobbiamo registrare, oltre al costo, non indifferente del MB-N12 (€399) e quello di una batterie aggiuntiva (€ 68), un ingombro complessivo che toglie ogni ragione di preferire la Z8 alla Z9 perché più compatta. La costruzione è di qualità ma la finitura complessiva meno raffinata di quella del corpo Z8 per non parlare di Z9. Senza nulla voler togliere al suo valore funzionale, sembra una soluzione di ripiego, pensata per chi ha proprio bisogno e non può farne a meno ma senza quelle particolarità che invece caratterizzavano il grip delle reflex professionali, come ad esempio, quello sensazionale della Nikon D850 che poteva integrare anche una batteria da ammiraglia al suo interno. Noi ne raccomandiamo l'acquisto a chi ne necessiti sporadicamente. Chi avesse bisogno permanentemente di questa soluzione, probabilmente troverà meglio soddisfatte le sue esigenze acquistando una Z9. Se già non ce l'ha. Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
  13. Ciao a tutti, oggi ho scattato diverse foto ad una festicciola di bimbi (prima volta con la Z8) ed ho notato che tantissime foto, in una sequenza con la stessa scena e a parità di parametri di scatto, hanno delle dominanti di colore che cambiano completamente, in particolare una forte dominante di giallo non uniforme in una o più foto rispetto ad altre di una stessa sequenza. Non è la prima volta che scatto in queste condizioni, ho migliaia di foto simili fatte con Z6, ma mai un risultato così. L'illuminazione, artificiale e brutta come sempre in queste situazioni, mi è sembrata al neon, potrebbero anche essere stati neon a led, in questo momento posso solo pensare alla frequenza della luce artificiale che abbia potuto causare questo casino. Il problema principale è che le dominanti non sono uniformi nella foto, complicando il lavoro per neutralizzarle. Allego due esempi. Grazie in anticipo per il supporto. Danilo.
  14. Sabato 28 ottobre u.s. approfitto di quello che sarà secondo le previsioni meteo, l'ultimo pomeriggio di tempo soleggiato di questo mese Giusto un paio d'ore, prima del tramonto in un laghetto riserva naturale nei dintorni di Milano Nello zaino la Nikon Z8 ed il mio tele zoom Sigma con la speranza di riuscire a fotografare i colori dell'autunno, qualche uccelletto e rilassarmi un poco Arrivato sul posto l'autunno si percepisce, i colori del fogliame hanno iniziato a virare verso il giallo ma manca ancora la tonalità rosso-marrone @150 mm T:1/640 f:7.1 ISO 500 Per dare un'idea della condizione trovata, questa che segue è l'immagine ripresa un centinaio di metri più in la sulla stessa sponda, con la stessa luce @150 mm T:1/400 f:7.1 ISO 500 Ma sono qui per rilassarmi e va bene anche così Uccelli in acqua pochi, le solite folaghe e germani e niente che volteggia, poi in un'ansa del laghetto vedo riemergere questa piccola anatra che non riesco a riconoscere Mi piace ciò che ho davanti e la seguo, o meglio l'autofocus della Z8 la segue e aggancia l'occhietto, ditemi voi se riconoscete questa anatide @400 mm T:1/1000 f:7.1 ISO 1100 Evito di fare il ritrattone allargando un poco e devo dire che quello che ottengo mi piace Proseguo, sento gli uccelletti in movimento tra il fogliame degli alberi, compiono movimenti rapidissimi e si posano per poco tempo, riesco appena ad inquadrarli che ripartono Comincia ad imbrunire e noto che pian piano stanno scendendo sui rami un po' più bassi e sembrano meno rapidi Riconosco dei piccoli pettirosso che cantano e mi cerco un punto favorevole alla ripresa in un controluce accettabile Imposto l'esposimetro su media ponderata e la Z8 attraverso il tele zoom riconosce e centra l'occhio delle piccole creature permettendomi di portare a casa queste immagini Questa prima, insolita, pulita e secondo me bilanciata, con il soggetto riconoscibilissimo in alto con lo sguardo verso il sole @550 mm T:1/1000 f:7.1 ISO 500 e questa seconda, in posa per me in mezzo ad un intreccio di rami, comunque ben visibile @550 mm T:1/1000 f:7.1 ISO 500 Sembra volermi dire ora o mai più. E' tutto, ora a voi nei commenti Grazie
  15. Venerdì 7 Luglio 2023 Autodromo nazionale Monza Riesco a ritagliarmi uno spazio nel pomeriggio, dalle 16:30 alle 18:30, per andare a fare foto alle prove previste della prova valida per il WEC Quando arrivo in autodromo mi rendo subito conto che c'è una moltitudine di persone che non avevo previsto, si l'evento era libero, ma non m aspettavo certo tutta questa partecipazione Un evento molto sentito dunque Mi avvio lungo il percorso sotto il solleone, e trovo tutti i soliti spot completamente occupati da bivacchi di tifosi e fotografi di ogni tipo E' stato difficile avere a disposizione, per più di qualche minuto, un buco buono tra la folla e quando lo trovavi, improvvisamente arrivavano i fotografi "ufficiali" a toglierti la possibilità di provare a "bucare" la rete In ogni caso con tanta pazienza e applicazione sono riuscito a portare a casa qualche scatto Le auto del WEC in pista sono davvero belle e anche se di prova si è trattato ce c'è stato spettacolo La Z8 in queste occasioni è davvero a suo agio, il confronto con la mia ex D850 non è possibile, a tratti imbarazzante. Ma che ve lo dico a fare Alcune foto ora Grazie per il passaggio e per un vostro cenno di gradimento
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