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  1. Grazie ad Mtrading che ci ha inviato al volo il nuovo Sigma 85mm F1.4 Art in corso di distribuzione. Non è un obiettivo per tutti, ma per chi ne sentiva il bisogno, finalmente è arrivato ! *** Il nuovissimo Sigma Art 85mm F1.4 sulla Nikon D5. Andiamo subito al sodo ! E' un obiettivo esagerato. Esagerato per dimensioni e peso (1.160 grammi), pretende di essere montato su macchine di struttura professionale. E con tutto ciò fa quasi apparire compatta la Nikon D5 ! ancora montato sulla Nikon D5 Esagerato per prestazioni. No, non parlo di quelle strumentali, quelle le pubblicheranno i soliti siti specializzati in mire ottiche e strumentazione di laboratorio ... ma carenti di fotografia. Dico in termini di resa. E' come avere in mano uno scanner mobile, da usare per lo più completamente aperto, che dona alle immagini un piano di messa a fuoco nitidissimo ma molto ristretto. Con uno sfuocato posteriore fantastico, uno anteriore morbido anche se non altrettanto burroso. Sempre totalmente aperto, un pozzo assetato di luce ! Esagerato per ergonomia, facilità di presa, velocità di autofocus, certezza di prestazioni. L'oggetto definitivo per questa focale e non semplicemente l'Otus dei poveri il pacchetto completo con gli usuali accessori Sigma. Già la scatola e l'astuccio - molto più grandi di quelli degli altri Sigma Art - danno un anticipo di cosa c'è contenuto. se proprio vogliamo sindacare, il paraluce non è praticissimo, con quei petali (saranno proprio necessari per una focale del genere ?) non è stabilissimo se appoggiato capovolto.Anche i tappi - sia anteriore che posteriore - come già detto per tutta la nuova produzione Sigma, potrebbero essere di migliore qualità. ma preso in mano da una sensazione di solidità, di struttura, come potrebbe darli una roccia.L'enorme anello di messa a fuoco manuale copre tutto il palmo della mano sinistra. A proposito, che non vi venga in mente di scattare tenendo il corpo macchina a due mani.Avrete la certezza di fare foto mosse.Questo complesso va tenuto bene in mano, stendendo il palmo sinistro completamente sotto all'obiettivo e tenendo saldamente il grip della fotocamera con la destra. VI sentirete un pò come Dwayne Johnson quando si prepara ad assorbire un pugno diretto di un avversario del suo calibro ma avrete la certezza di poter fare foto capaci di esaltare completamente la nitidezza che questo obiettivo può regalarvi se avrete l'accortezza di mettere a fuoco perfettamente ! il passo filtri da 86mm, mette al sicuro da qualsiasi tentazione di acquisto di filtri. questo nuovo Sigma, insieme ai coevi Sigma Art 12-24/4 e Sigma Sport 500/4, fa parte della prima serie Sigma ad usare il diaframma elettronico anche con l'attacco Nikon.Non credo che sarà un problema per nessuno interessato al suo acquisto, ma attenzione alla compatibilità, possibile solo con le macchine a partire da D300 e D3 (non che con le precedenti non sia possibile fotografare. Ma lo si potrà fare solo e sempre ad F1.4). imponente, più grosso del già grosso Nikon 105/1.4E che di suo pesa un bel chiletto ! e che ha il passo filtri di "soli" 82mm come dicevo, a mio parere è da pensare di utilizzare solo con macchine grosse e pesanti.Almeno una D800 con battery-grip, meglio una D4/D5 in questo modo il baricentro cascherà esattamente al centro del palmo sinistro. Caratteristiche principali foto courtesy Sigma Corporation MTF ufficiale schema ottico 14 lenti in 12 gruppi di cui 2 a bassa dispersione e un elemento asfericoangolo di campo 28,5°distanza minima di messa a fuoco 85cmrapporto di ingrandimento 1:8.5dimensioni : 126.2mm di lunghezza, 94.7mm di diametropasso filtri 86mmpeso : 1160 grammi numeri che possono impressionare ma non quanto una bella foto di gruppo che rappresenti le dimensioni reali a confronto a sinistra il nuovo Sigma Art 85/1.4, in centro il "vecchio" Sigma EX 85mm F1.4, a destra il 50mm F1.8G di Nikon (che non è proprio un obiettivo compattissimo ! Ci sono cose più piccole sul mercato ....) Concorrenti principali Nikon 85mm F1.4G 10 lenti in 9 gruppipasso filtri 77mmdistanza minima 85cm86x84mm per 595 grammi é il concorrente principale, venduto con garanzia italiana a 1.576 euro (è in commercio da qualche anno).E' un buon obiettivo ma a mio parere non ha nulla di meglio ... del precedente Sigma EX. Nikon 85mm F1.4D 9 lenti in 8 gruppidistanza minima di messa a fuoco 85cmpasso filtri : 77mmdimensioni : 80x72.5mmpeso : 550 grammi sostituito dal precedente, si trova usato intorno ai 700 euro. E' un obiettivo della vecchia scuola, molto delicato, con gialli e verdi sensazionali. Purtroppo penalizzato dall'assenza di motore intorno che, in luce sfavorevole, procura continui hunting e perdita di messa a fuoco.E' impensabile usarlo per soggetti per cui è necessaria la messa a punto del fuoco in continuo, raccomandabile solo se il soggetto collabora stando congelato.Oggetto di test di Gianni Zadra qui Sigma EX 85mm F1.4 11 lenti in 8 gruppi, 1 lente in vetro SLD, 1 asfericapasso filtri 77mm85cm di distanza minima di messa a fuocodimensioni 86x87mmpeso 725 grammi circa 850 euro fondo di magazzino, usato si trova 500-550. Lo considero un eccellente obiettivo, l'ho usato intensamente fino ad un paio di mesi fa, avendolo acquistato appena uscito per sostituire il vecchio Nikon, disperato dalla sua lentezza di autofocus.L'ho testato qui Escluderei dal novero sia il Nikon 85/1.8G, obiettivo di buone qualità ma indubbiamente di fascia economica (testato qui) che il recente Tamron 85/1.8, di cui mi raccontano buone cose ma che non ho mai visto, perchè di fascia differente da questo Sigma.Per la stessa ragione escluderei il Samyang 85mm F1.4 a fuoco manuale che dalla sua ha in buona sostanza solo il prezzo d'assalto (ma a quel punto, perchè non pensare ad un vecchio Nikon 85/1.4 AIs ?). Restano i due Zeiss a fuoco manuale, probabilmente gli obiettivi a cui si sono ispirati i progettisti di questo nuovo Sigma. Zeiss 1.4/85mm Milvus 11 lenti in 8 gruppipasso filtri 77mmdistanza minima 80 cm119mm di lunghezza per 1280 grammi In vendita con garanzia Italia a circa 1.750 euro Zeiss 1.4/85mm Otus 11 lenti in 9 gruppidistanza minima 80cm138mm di lunghezza per 1.240 grammi di peso In vendita con garanzia Italia a circa 4,280 euro Io non li ho mai provati ma li riconosco - soprattutto l'Otus - come il riferimento per questa focale.Ma a condizione di avere la capacità, la pazienza, la costanza e la collaborazione del soggetto nella messa a fuoco di precisione manualmente. Condizione essenziale per riuscire a sfruttare le grandissime doti di questi apparecchi Zeiss con i moderni sensori digitali. Come ho già scritto io ho usato a lungo il Nikon 85/1.4D e l'ho sostituito per la disperazione di non avere una messa a fuoco adeguata alle mie esigenze con il Sigma 85/1.4 DG che mi è sembrato, in una prova confronto, del tutto analogo al Nikon 85/1.4G.Ho invece ceduto da poco il sensazionale Zeiss 2/135mm Apo-Sonnar perchè le sue prestazioni pretendono il treppiedi e la messa a fuoco di precisione con il soggetto possibilmente addormentato o semiassiderato.Per le stesse ragioni ho sempre escluso i pur affascinanti Zeiss da 85mm. L'arrivo di questo - atteso - nuovo Sigma 85mm F1.4 Art ha sparigliato le carte. Portando le qualità dello Zeiss Otus con un autofocus addirittura migliorato rispetto a quello già eccellente del "vecchio" Sigma.In questo modo posso fotografare con messa a fuoco continua, ad F1.4 con una percentuale di "centri" con un soggetto che cambia continuamente posa, prossima al 99% ... Voi capirete la mia gioia ed io mi sforzerò di capire le vostre logiche ( ) se mi dite che preferite mettere a fuoco a mano ( ) Prestazioni Messa a fuoco il nuovo motore di messa a fuoco che promette a detta di Sigma una coppia superiore (e quindi una superiore accelerazione) è rapido, silenzioso e consente una messa a fuoco di precisione che, a tutta apertura con questo obiettivio è semplicemente necessaria. All'inizio vi suggerisco di testare la messa a fuoco alla minima distanza ed eventualmente regolarne la messa a punto fine con la correzione on-camera permessa dalla vostra Nikon.Una volta sicuri potrete fare le vostre foto sicuri di aver un sistema che vi asseconda. Aberrazioni Ogni superluminoso è affetto da aberrazioni cromatiche che possono variare a seconda dell'illuminazione.Persino sua maestà lo Zeiss Otus ne è affetto, seppure in misura ridotta. non fa eccezione questo Sigma Art. Devo però dire che in condizioni di luce "normali" il fenomeno è ben contrastato dallo schema ottico e che chiudendo ad F2 già quasi scompare. Ovviamente in condizioni di illuminazione sfidanti (pieno sole e in controluce) come negli scatti che seguono, l'aberrazione cromatica longitudinale sarà evidente nei dettagli più fini. ma siamo su livello sicuramente inferiori a quelli del precedente modello. Ed infinitamente inferiori a quelli che sperimentavo con il venerando Nikon 85/1.4D che avevo prima, anche su macchine a bassa risoluzione come la Nikon D2H (ogni singola linea di ogni struttura era letteralmente scontornata in verde e magenta). Chiudendo il fenomeno scompare. Ma è una cosa abbastanza trascurabile in stampa, salvo che in dettagli particolari, come i riflessi sulle pupille degli occhi. Vignettatura Tutti i superluminosi soffrono di vignettatura ai diaframmi più aperti.Questo Sigma non sfugge alla regola. Ad F1.4 la vignettatura è molto pronunciata, oltre uno stop e mezzo agli angoli ad F2 è ancora evidente ad F2.8 comincia a scemare per diventare trascurabile ad F4. Si tratta di un fenomeno normale, anzi, nel ritratto auspicabile perchè aiuta ad ambientare il soggetto.Chiudendo il diaframma scompare. Se non si mettono soggetti importanti agli angoli estremi, si corregge facilmente via software. Sfuocato lo sfuocato "tecnico" anteriore non è bellissimo. Ma è una costante in quasi tutti gli obiettivi moderni.E' invece adeguatamente cremoso quello posteriore.I punti di luce vengono resi a seconda della loro luminosità e distanza e dalla direzione della luce.Circolari o occhi di gatto. Qui però siamo nel campo dei gusti. Ognuno avrà da dire a favore o contro la resa di ciascun obiettivo. Nitidezza a patto di mettere a fuoco perfettamente, la nitidezza già a tutta apertura è elevatissima.Chiudendo il diaframma si finisce con ... l' esagerare. ad F2 su Nikon D5 In luce ambiente Nikonlander Foto prese da Adriano Max e da Gabriele Castelli durante il recente pranzo di Nikonland a San Nazario Sesia lo scorso 27 novembre.Con la Nikon D5, ai diaframmi più aperti (F1.4 ed F1.8), con la luce ambiente che filtrava dai finestroni della trattoria "Al Sesia".Le foto in controluce forte sono le più sfidanti ed hanno richiesta l'apertura delle ombre e il riempimento dei neri per riportare il contrasto ad un livello adeguato.Quelle in luce invece non hanno avuto interventi.Ed a me sembrano straordinarie. Vedete un pò voi ... In luce ambiente modelle Arya@EuRossModels in un loft totalmente vetrato.In situazioni di forte contrasto l'obiettivo ci mette del suo e bisogna che il fotografo stia attento a quello che sta facendo.Mentre se la luce è di riflesso il risultato ha una trasparenza e al contempo una incisione tale che io resto senza fiato (sempre a tutta apertura, interventi in fotoritocco e sviluppo solo per ridurre un pò di brufoli sulla fronte e sulle guance della ragazza). Saba@EuRossModels in un loft nel tardo pomeriggio di dicembre. La Nikon D5 non ha paura a salire anche ed oltre ISO 6400. E il Sigma 85mm Art la asseconda senza fare impastare le immagini. In studio Se si deve chiudere il diaframma, allora converrà usare obiettivi meno sofisticati (uno zomm F4 basterà).Ma con questo Sigma si può osare lo scatto alle aperture più elevate per caratterizzare diversamente le immagini. Studio Spazio Blu di Milano.MUA : Ilaria Ferrantello Immagini ad alta risoluzione cliccare per vedere al 100% Giusto tre immagini ad alta risoluzione da guardare a tutto schermo se potete.Invariabilmente con Nikon D5 (e il suo autofocus) per sfuttare la massima nitidezza possibile ad F1.4 Potete vedere altre immagini ad alta risoluzione nell'album dedicato al Sigma Art 85mm F1.4 nella nostra galleria (qui) Sono immagini il meno possibile "pasticciate" e quindi in alcuni casi ... spietate. Conclusioni Saba pensierosa, con il suo dolce vita rosa.Nikon D5 e Sigma Art 85mm F1.4 ad F1.4, luce ambiente del tardo pomeriggio. Dopo svariati grandangolari e supergrandangolari siamo grati a Sigma di essere tornata su focali più lunghe.Speriamo non sia l'ultima, vedendo le caratteristiche e le prestazioni di questo 85mm possiamo solo immaginare come sarà un eventuale 135mm luminoso o il già brevettato 200mm F2. Restando a questa nuova realizzazione, si vede chiaramente al primo approccio come Sigma per proporre un oggetto di caratteristiche differenti dai tanti 85mm presenti sul mercato abbia sostanzialmente lasciati liberi i progettisti.Ne è venuto fuori un colosso che rimescola tutti i giochi già consolidati, ad un prezzo che resta molto competitivo rispetto a tutti gli altri 85mm degli altri marchi. Arya un pò sfacciata ed orgogliosa di se, in studio, flash, Sigma Art 85mm ad F2 PRO - bello da vedere e bello da utilizzare se avete una mano sinistra con una presa robusta e un corpo macchina professionale (meglio se una ammiraglia o una macchina con battery-grip)- costruito come dovrebbe essere costruito ogni obiettivo di punta- prestazioni elevate dell'autofocus, rapido e senza incertezze- aberrazioni cromatiche laterali ben corrette- aberrazioni cromatiche longitudinali complessivamente ridotte, considerata la focale e la luminosità (anche l'Otus non è esente da questo difetto ottico)- distorsione ? Distorsione ?- vignettatura in linea con questo genere di obiettivi sostanzialmente indirizzati al ritratto e alla figura umana- nitidezza elevatissima CONTRO - esagerato in tutto, non è un obiettivo per fotografi occasionali, richiede la passione che ci vuole per dominare un mustang selvaggio- pretende anche una fotocamera con un autofocus preciso ed efficiente con ogni tipo di illuminazione (io trovo che sia stato pensato per la Nikon D5)- inutile comprarlo se non si pensa di utilizzarlo sostanzialmente sempre tutto aperto o quasi Giudizio Finale E' - secondo me - senza ombra di dubbio il miglior obiettivo Sigma della serie Art presentato sinora.Se questo è l'antipasto di quanto verrà proposto nei prossimi anni, ragazzi miei, converrà cominciare a mettere da parte i soldi. A mio parere i vari Nikon e Canon diventano - a dispetto del prezzo superiore - delle seconde scelte.L'unico asso nella (loro) manica è paradossalmente dovuto alle dimensioni e al peso molto più contenuti.Per qualcuno può essere un valore. Non per me ...... ma in quanto a prestazioni assolute l'unico obiettivo che può essere confrontato con questo Sigma è un obiettivo manual focus che richiede di essere messo in batteria con un treppiedi robusto e focheggiato in live-view (se il soggetto ve lo permette ....). Se riuscite a provarlo assicuratevi che sia stato tarato nella messa a fuoco. Il mio aveva un evidente front-focus. Mentre il Canon che abbiamo provato in studio il 4 dicembre aveva back-focus.Cose che si sistemano in pochi minuti, sfruttando l'interfaccia USB di Sigma e il programma di gestione gratuitamente scaricabile dal sito Sigma.A quel punto le prestazioni che vi potrà donare vi meraviglieranno ... Cari amici di Mtrading, sto architettando ogni scusa per non restituirvelo per un pò, così posso continuare a giocarci ! Saba sul sofa. F4 Saba si prepara il té mentre il sole scende. F1.4 il meritato riposo. F1.4 per sfuocare ogni dettaglio e rendere l'immagine intonata al momento. Ringraziamo ancora una volta Mtrading, importatore e distributore ufficiale Sigma in Italia per averci consentito l'esemplare in prova per questo test. Cliccando su questo link, andrete alla pagina di presentazione ufficiale del prodotto con tutte le carattistiche essenziali
  2. Un trapano-avvitatore elettrico Bosch, due scatti a focali differenti sempre ad F2. In questi due scatti, i primi effettuati appena tolto dall'imballo l'obiettivo c'è la summa delle sue caratteristiche, quelle che hanno già decretato il successo degli altri Sigma Art. Io non sono solito provare particolare attrazione per gli zoom. Ne ho usati tanti ma al momento ne faccio praticamente a meno con una sola eccezione in attesa di trovare altro. Ho sempre trovato limiti invalicabili anche negli apparecchi più prestigiosi (come ad esempio il costosissimo Nikkor 200-400/4 in tutte le sue versioni) ma qui ... siamo all'eccezione che conferma la regola. Perchè questo zoom mi ha entusiasmato fin dal primo contatto. E non riuscendo a trovare veri difetti pesato tutto mi sono chiesto il perchè. Perchè ? Perchè questo obiettivo è solo formalmente uno zomm. In realtà è un tri-focale superluminoso e così va considerato. Lo confesso, non lo comprerò perchè ho già i due formidabili Sigma Art ai suoi estremi, 24 e 35 mm che mi assicurano uno stop in più di luce e prestazioni ancora superiori. Ma questo è un Sigma Art in tutto, sfuocato, resa, nitidezza, costanza di prestazioni, colori brillanti ma neutri, bassissima o inesistente CA, costruzione. Costa ma costa meno di tre obiettivi separati, siano questi Sigma o Nikon. In pratica si compra uno ma si prendono tre obiettivi ecco il trio, a sinistra il Sigma 35mm F1.4 Art, a destra il Sigma 24mm F1.4 Art, in centro il Sigma 24-35mm F2 Art. Lo zoom è più grosso ma non enorme, pur con i suoi 82 mm di passo filtri Vediamolo più da vicino. L'obiettivo è solido e ben bilanciato. Sta benissimo nella mano sinistra. Le due ghiere sono facili da azionare, fluide e ben posizionate. il paraluce non è eccessivo e fa bene il suo lavoro. i tappi sono, come per tutti i sigma più recenti, di una materia plastica purtroppo molto incline ai graffi. Peccato, é l'unico punto debole, insieme alla filettatura filtri in plastica di una costruzione invece molto solida. L'obiettivo presenta la scala delle distanze ben leggibile, lo switch Manual e Auto Focus ben dimensionato e posizionato. Il consueto marchietto A di Sigma Art. Ovviamente come gli altri obiettivi Sigma della più recente generazione, è compatibile con l'interfaccia USB e il programma di gestione firmware e taratura fine della messa a fuoco alle varie focali e distanze. Utilissimo sempre perchè riscrive il firmware dell'obiettivo e lo tara per tutte le fotocamere di casa. Per provarlo me lo sono portato domenica al lago all'albeggiare e lunedì in ufficio, profittando di queste ultime belle giornate d'estate. Questa è solo una anteprima, poi per la prova approfondita leggeremo le impressioni di Max Bellagio prima del sorgere del sole dietro alle montagne della costa lecchese del lago di Como, visto da Tremezzo. A 35 mm dettaglio leggibilissimo (nessuna intepretazione in sviluppo) Il sole sale oltre le montagne, F16 per avere la "stellina". scatti in pieno sole (non semplice controluce) e in condizioni estreme. La tenuta dei riflessi è buona, non vedo eccessiva CA sull'acqua. Ma come detto queste sono condizioni di test, mica fotografie ! Sempre a Tremezzo, davanti a Villa Carlotta Villa Carlotta, F2.8, ottima leggibilità delle ombre in primo piano, luci controllate (sottoesponendo il cielo) sulle pareti della Villa. Le finestre, l'orologio i dettagli sono pienamente visibili. Il campanille della chiesetta di Ossuccio ho scelto di mantenere la massima leggibilità sui mattoni della costruzione illuminata dal sole diretto. Il cielo si è oscurito ma il dettaglio è massimo sul soggetto. Varese, dopo il sorgere del sole. Colori complementari (blu e giallo) e verde (sintesi) siamo a 28 mm, F2, la messa a fuoco è sulle finestre ma il dettaglio dell'indicazione stradale in primo piano all'angolo estremo è reso benissimo. Certo è merito dei 36 megapixel senza filtro anti-alias ma non sarebbero tanti gli zoom in grado di una simile risoluzione ... Anche in questo caso con in primo piano le pareti della Basilica di San Vittore e in secondo piano il campanile settecentesco siamo ad F2.8 i dettagli sono perfettamente visibili, questi sono crop al 50% in queste due ultime foto, ombre, colori, trama, dettaglio, sono sempre a mio avviso assolutamente esemplari ! Risoluzione dettaglio 1:1 dell'intonaco di una colonna di casa mia. Non c'è sharpening aggiunto. il ritratto di Heidi by Slowprint in 100x70cm che c'è in camera mia. A 24mm e a 35mm. A parte il riflesso del vetro siamo a livelli da obiettivo macro. Distorsione A 35 mm a i miei occhi la distorsione è inesistente. C'è invece a 24 mm (cornice della fotografia) ma si corregge impostando un +16 in manuale su LR o Photoshop e il risultato è esemplare. Sfuocato Prove di dettaglio e di sfuocato alle varie focali, sempre ad F2. Charlize in biondo. Il dettaglio dell'occhio è senza sharpening aggiunto. Magari c'è un leggero backfocus, non ho avuto motivo di controllare. Questo è un grandangolare non un macro o un obiettivo da ritratto e non si richiederà che raramente la massima precisione di messa a fuoco (ma volendo si può verificare e tarare in casa). Conclusioni di questo breve giro di prova Come ho scritto non sono solito entusiasmarmi per uno zoom ma questo è da considerare un tri-focale 24-28-35mm ad apertura costante F2 e se non avessi già due fissi Art ad alte prestazioni che coprono le focali che mi interessano di più, lo comprerei ad occhi chiusi. A 949 euro costa solo poco di più del nuovo Nikkor 20mm F1.8G o del Nikkor 24mm F1.8G e consente di sostituire un intero arsenale di ottiche fisse moderne nel suo range di focali. Ha un autofocus preciso e molto silenzioso. E' costruito molto ma molto bene. E' ben equilibrato. Ha prestazioni costanti. Colori brillanti, sfuocato da mezzo-tele, una distorsione contenuta e ben correggibile. Non si allunga (!). L'aberrazione cromatica io non l'ho vista e in condizioni normali in controluce non dà problemi. C'è vignettatura a tutta apertura ma io non lo vedo come un problema, anzi. Considerata la distanza minima di messa a fuoco consente quasi-macro e riprese creative ravvicinate, anche ne ritratto. Idealmente lo vedo bene in mano anche al fotografo di reportage o di matrimonio. Veramente un bell'obiettivo ! Complimenti Sigma ! Ringrazio Mtrading per la celerità con cui ci consente questo test. L'obiettivo è stato presentato ufficialmente solo il 20 luglio e noi lo abbiamo già a disposizione nemmeno due mesi dopo ! il link per avere maggiori dettagli su questo prodotto.
  3. Dopo la veloce anteprima dello scorso gennaio, ho chiesto un secondo round con la Sigma sd Quattro H, certo di poterne esaltare le sue peculiari potenzialità, questa volta con il tempo necessario a disposizione. Ricevo questo materiale in prova da Mtrading in qualità di Sigma Ambassador per l'Italia. Lo scorso gennaio è stato solo un breve assaggio (ne ho scritto qui) peraltro avendo a disposizione solamente il pur bellissimo Sigma 35mm F1.4 Art e per pochissimi giorni, non esattamente ciò di cui ho bisogno io per esaltare le potenzialità di questa fotocamera. Vi rimando a quella anteprima per le mie considerazioni generali sulla macchina perchè qui vorrei far parlare essenzialmente le immagini, presentate per quanto possibile in originale e senza post-produzione, salvo le necessarie regolazioni in sviluppo. Non lo nascondo, il recente contatto con la Fujifilm GFX 50S e con la Sony A7R II mi hanno in qualche modo drogato di superdettaglio ed altissima risoluzione. Ma nessuna di quelle macchine può usare nativamente gli splendidi obiettivi Sigma di ultima generazione. Quegli obiettivi che sono testati e sviluppati con una versione speciale del sensore Foveon che equipaggia la nostra Sigma sd Quattro H. Ecco perchè prima io - in questo nuovo articolo - e successivamente Max appena sarà disponibile il supergrandangolare che serve a lui per portare al limite questa macchina, cercheremo di spremere ogni singolo pixel e ogni fotodiodo colorato per dimostrare cosa si può fare con la giusta combinazione sensore-obiettivo e per arrivare là ... dove pochi fotografi sono arrivati prima Ma bando alle ciance, nelle prossime pagine le prime immagini in formato originale (attenzione, sono jpg ma sono pesanti !), l'articolo verrà successivamente aggiornato mano a mano che sarò in grado di ottenere i risultati che mi sono promesso di raggiungere. Sono originali che vi consegno così come sono, certo delle vostre buone intenzioni ai soli fini di verificare le capacità del sistema Sigma. Nella gran parte dei casi, lo anticipo, saranno scatti eseguiti con il formidabile Sigma Art 135mm F1.8 (di cui ho già parlato qui), ma in qualche caso anche con il Sigma Art 35/1.4, sempre verde e sempre eccellente. attenzione, i file che seguono sono jpg a risoluzione originale, molto pesanti. Abbiate pazienza ... Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8 F4, F4.5, F5, F6.3 Flash Godox QT600 II con Softbox Quadralite 95cm ottagonale con nido d'ape makeup Ilaria Ferrantello Spazio Blu Modella : Julia K@nologomodels Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8 F9 ed F11 Flash Godox AD600B con softbox Quadralite 60x60 con nido d'ape MauroLand Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8 F11 (le riprese in campo vicino con la solita Marumi DHG 330 con step down) Flash Godox AD600B con softbox Quadralite 60x60 con nido d'ape MauroLand Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8 F11 (le riprese in campo vicino con la solita Marumi DHG 330 con step down) Flash Godox AD600B con softbox Quadralite 60x60 con nido d'ape in studio, con Godox AD200 in esterni MauroLand Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8 F11 (le riprese in campo vicino con la solita Marumi DHG 330 con step down) Flash Godox AD600B con softbox Quadralite 60x60 con nido d'ape in studio, con Godox AD200 in esterni MauroLand Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8 F11 (le riprese in campo vicino con la solita Marumi DHG 330 con step down) Flash Godox AD600B con softbox Quadralite 60x60 con nido d'ape in studio, con Godox AD200 in esterni MauroLand Un accessorio più che utile, direi necessario, dato il rapido consumo della batteria in dotazione con la macchina. Il battery-grip che può contenere altre due batterie, per un totale di carica di oltre 5600 mAh, circa una giornata di lavoro per le mie abitudini ... le tre confezioni originali appena aperto il pacco. eccoli qui appena scartate vista posteriore vista anteriore il battery pack é in plastica, direi piuttosto leggero ma molto ben disegnato con una ergonomia che invita le dita e la mano. si avvita come di consueto dopo aver liberato la macchina del copricontatti elettrici. lo sportello per le batterie è sul posteriore. le due batterie entrano affiancate, capovolte i contatti sono sul frontale. E' così molto più facile estrarre l'una o l'altra a seconda della bisogna. La batteria principale resta nel corpo macchina, accessibile solo smontando il battery pack. Ma comunque così si arriva a ben tre batterie in linea. dettaglio dell'etichetta della batteria originale Sigma BP-61 da 7.2V e 1860 mAh ecco la vista laterale della macchina in configurazione completa con Sigma Art 135/1.8 e trasmettitore Godox XT32N nelle due ultime foto frontali senza obiettivo si notano le sagomature molto ergonomiche che rendono decisamente ... morbida la presa in mano. Le prime sensazioni sono fantastiche. La macchina è diventata da "ossuta" e difficile da tenere in mano per molto tempo a morbida e comoda, con il palmo della mano che riposa e non fa flettere il dorso. Così la nostra Sigma sd Quattro H (ma le stessissime considerazioni valgono anche per la sd Quattro) è diventata molto più professionale. Ed eccola in azione con il battery grip, 3 batterie e una coppia di Sigma Art, il 135/1.8 e il 35/1.4 Così ho fatto 436 scatti (che con una Sigma, per me è un record !) senza problemi di batterie (tutte residuano oltre il 50%). Però il caldo non ha aiutato lo smaltimento di calore e si è accesa una volta la spia di surriscaldamento. ecco le foto al 100% con interventi proprio minimi di postproduzione e di sviluppo (bianco misurato con termocolorimetro) Arya@EuRossModels Studio Spazio Blu di Milano Ilaria Ferrantello per trucco e parrucco Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8 flash Godox QT-600 II e Fomex 600 HD, pilotati dal trigger Godox XT32. Conclusioni Bene, spero di non avervi annoiati con questa lunga carrellata di immagini in formato originale e con pochissimo (o nessun) intervento in postproduzione. Avevo in mente un obiettivo preciso e mi sono sforzato di individuare perfettamente i limiti del sistema. Volevo anche verificare se, con una spesa nettamente inferiore ed avendo a disposizione tutti i meravigliosi obiettivi Sigma Art, si poteva portare questa Sigma sd Quattro H al livello di ottenere risultati simili a quelli che ho potuto vedere con la Fujifilm GFX 50S. La risposta breve è si, a patto che il fotografo comprenda che dovrà metterci (molto) del suo per colmare le differenze operative e i limiti della Sigma, i risultati saranno paragonabili pur al metto della risoluzione pari a circa la metà (e con una spesa di un quinto o su di li). Arya@EuRossModels, acconciatura di Ilaria Ferrantello Vestiario, gioielli, dettagli, dettagli, dettagli Potenzialità - è comunque una piccolo-formato, sebbene grande ed abbiamo in gioco "solamente" 25 megapixel ma i risultati in termini di dettaglio rivaleggiano tranquillamente con una 44x33mm da 51 megapixel e si possono paragonare a quelli dei 36 megapixel di una Nikon D810. Con la differenza che la resa fotografica è nettamente differente da quella dei normali sensori a matrice di Bayer - l'unione con gli obiettivi Sigma Art è stata decisa in cielo (per cortesia, se vi comprate una Sigma sd Quattro non lesinate sugli obiettivi : compratevi gli Art, non roba vecchia trovata ai mercatini !) - ben costruita, solida, robusta, dotata di tutto il necessario, benchè "strana" si capisce che è stata studiata a fondo e per durare a lungo - la disponibilità del formato DNG (sebbene limitato a 12 bit) agevola di moltissimo il processo di lavorazione evitando di dover passare per il programma di sviluppo Sigma, che è da definire strano, oltre che primordiale in termini di prestazioni (benchè gratuito ...) Limiti - come per altre mirrorless, il bilanciamento del bianco tende a sovrastimare blu e rosso. Quando voglio ottenere i colori giusti io uso direttamente il mio termocolorimetro Sekonic 500C dopo aver profilato la macchina dentro Lightroom con il plugin di Xrite - la dinamica di questo sensore è zero (ripeto, non è bassa, è zero). In sviluppo non si possono recuperare né le ombre (si forma banding nelle zone nere e confetti colorati in quelle grigie) né le alte luci (irrimediabilmente pelate). Quindi bisogna esporre perfettamente ed illuminare perfettamente e con luce di qualità il soggetto - si deve intendere il sensore Foveon come se fosse caricato con una pellicola invertibile a colori da 80 ISO (e non di più : alzare la sensibilità è inutile, non c'è amplificazione interna) - l'autofocus è preciso ed efficiente se aggancia il soggetto. Sostanzialmente inutile se non c'è abbastanza contrasto, è impensabile utilizzarla in continuo - il focus peaking non è nella sua migliore implementazione presente sul mercato - la visione nel mirino elettronico in basse luci è pessima - il consumo è elevato, il battery-grip e le tre batterie indispensabile. - se usata intensamente tende a surriscaldarsi. A me è capitato in una occasione di vedere comparire l'allarme di overheating (un termometrino lampeggiante come su certi flash) - in alcuni generi fotografici l'elevato contrasto va combattuto (nel ritratto, ad esempio) illuminando bene e attenuando per quanto è possibile gli eccessi - i comandi non sono pensati per lavorare con l'occhio al mirino. Il sistema di spostamento della messa a fuoco è ... demenziale (i tastini incassati poi sono una iattura). Ingegneri, mettetevi in testa che ogni fotocamera deve avere il joistick per muovere il punto di messa a fuoco e che non dovete avere in mente esclusivamente i paesaggisti ! - i file DNG sono enormi - assenza di obiettivi macro di ultima generazione perfettamente funzionali (il 150mm da noi provato non mette a fuoco in automatico, il 105 fa fatica, Sigma stessa non li include tra quelli pienamente funzionali) Nel complesso però una bellissima esperienza e la prima volta in cui con una macchina Sigma di questo tipo sono riuscito a fare centinaia di foto per sessione senza recitare litanie e giaculatorie che mi impedissero di scagliare il tutto contro la parete più lontana. Insomma, si riesce a trovare il modo di lavorare abbastanza facilmente rispetto alla "impossibile " SD1 Merrill (che ti fa invece superare di slancio i primi sette livelli del percorso verso l'ascesi !), purchè la si consideri come una medio-formato (cavalletto e operatività very-slow). Se mi posso permettere, nel futuro consiglierei a Sigma una evoluzione in questo senso. - formato pieno 24x36, oramai con la sd Quattro H siamo vicini - una ergonomia dei comandi "normale" e che agevoli l'operatività - un autofocus efficiente - un mirino implementato come quello delle altre mirrorless - batterie più capienti a quel punto, con 35-40 megapixel in formato pieno e la potenza degli obiettivi Sigma Art, queste macchine secondo me entrerebbero di diritto in moltissimi studi fotografici, specie quelli dove si fanno riproduzioni. Non che in questa veste non possa già succedere. Considerando il risparmio netto rispetto all'investimento minimo in una medio-formato, c'è da rifletterci a fondo. Nel frattempo, io, in qualità di Sigma Ambassador e con il supporto di Mtrading, ditributore ufficiale per il territorio italiano dei prodotti Sigma, sono a vostra disposizione per consigli, suggerimenti e, soprattutto, dimostrazioni sul campo.
  4. Il fotografo digitale ha lasciato le problematiche di archiviazione di negativi, pellicole e diapositive per occuparsi invece di competenze prima eminentemente informatiche come spazio di archiviazione e copia di file. Banalmente è un argomento che viene quasi sempre messo in secondo piano dal fotografo comune, sempre più sensibile ad occuparsi della scelta di fotocamere ed obiettivi che di hard-disk, tipi di connessione, copie di sicurezza, copie ridondanti, spazio di lavoro e spazio di archiviazione. Nikonland ha sempre cercato di sensibilizzare i suoi lettori su queste problematiche con una certa periodicità e cogliamo l'occasione della prova dell'apparecchio in esame per farlo ancora. Abbiate cura delle vostre immagini digitali. Non sperate che i vostri hard-disk siano eterni. Non sperate che non vi capiti mai niente perchè prima o poi capiterà. Un guasto ad un hard-disk é quasi sempre recuperabile ma comporta spese, rischio di perdita di dati, tempi morti. Risparmiare su questo fronte non è mai una scelta saggia. Spesso si finisce per capire quanto sia importate la protezione delle proprie immagini solo quando capita un guasto. E' il momento peggiore. Sul mercato esistono tante soluzioni pronte, sia per lo spazio di lavoro (i dischi in cui immagazzinare le immagini da lavorare, oltre che da conservare) che di copia (i dischi, generalmente esterni su cui si fanno le copie di sicurezza) di vario livello, prezzo e capienza. G-Technology - oggi la divisione che propone apparecchi premium di Western Digital - nasce per offrire apparecchi di fascia alta che si differenziano per robustezza ed affidabilità dalle proposte mass-market. L'ambito di sbocco tipico è quello professionale - specie per sistemi Apple ma anche per pc Windows - ma ciò non rende i suoi prodotti inaccessibili anche al normale utente amatoriale. Negli ultimi mesi abbiamo già provato due soluzioni personali esterne, in questa occasione siamo andati su un sistema RAID che rappresenta l'offerta di fascia media di G-Technology. Esistono infatti sistemi multidisco a 8 e più dischi interni. Che cos'è ? Si tratta di una unità a due dischi interni configurabili in RAID automatico. Ne esistono di vari tagli, da 8 a 28 terabyte (qui la pagina prodotto sul sito americano) tutte organizzate allo stesso modo - cambia solo il modello dei due dischi fissi interni, uguali tra loro - ma le prestazioni e le peculiarità sono le medesime. Io ho avuto in prova per circa due mesi la versione da 12 TB con due dischi interni HGST da 6TB l'uno per un totale di 12 TB. Sono comunemente disponibili presso la grande distribuzione e i venditori online di materiale elettronico. La confezione è quella tipica di G_Technology in azzurro. Come è fatto ? Il classico contenitore in alluminio argentato e spazzolato. Rispetto alla versione a disco singolo già provata (qui il test) ma naturalmente di altezza doppia. In dotazione c'è l'alimentatore separato e il cavetto USB con connettore di tipo C. l'estetica come vedete è del tutto simile a quella dell'unità singola. Sul frontalino forellato per favorire la ventilazione fa bella mostra di se il marchio della connessione Thunderbolt, giunta alle specifiche 3.0, diffusa in ambito Apple ma piuttosto inusuale in campo pc-Windows. il frontalino si apre premendo con un dito e si ribalta del tutto, scoprendo i due cassetini esterni che a loro volta sono coperti da un ulteriore sportellino singolo. Premendo il pulsante con la G si prare il cassettino che contiene i due dischi fissi che possono essere rapidamente estratti e senza alcun bisogno di attrezzi, nella malaugurata ipotesi che in caso di guasto vadano sostituiti i dschi contenuti in questa unita sono degli HGST Desktar da 6 TB, dischi tra i più affidabili del mercato, usati diffusamente in ambito cloud ed enterprise. il cassettino è in plastica e appare piuttosto ben realizzato. L'apertura e la chiusura sono operazioni molto semplici ed agevoli ma comunque non saranno manovre da effettuare comunemente. L'unità arriva comunque già pronta all'uso e l'utente non deve fare alcunchè. al posteriore sono presenti tutte le interfaccie (due THunderbolt 3, una HDMI, una USB 3.1 Gen. 2) la presa di alimentazione, l'interruttore di accensione e spegnimento, la ventolina di raffreddamento. Essendo una unità portatile, è anche presente l'aggancio ad un sistema anti-taccheggio. anche qui, il laterale è caratterizzato dalla G, marchio di fabbrica. Il design della parte superiore molto pulito. Tutti gli angoli sono smussati e non presentano asperità. Al tatto la superficie è piacevolemente rugosa. persino elegante, pur considerando che si tratta comunque di una unità disco fisso. RAID 0 La peculiarità del sistema è quella di funzionare in RAID. Raid è un acrononimo che sta per Gruppo di Dischi Indipendenti in Ridondanza. Un modo complicato per dire che ci sono più unità dischi che lavorano in cooperazione. Questa unità è in grado di implementare due tipi di RAID, i più comuni, quello base con cui arriva già configurato, che concatena semplicemente i due dischi, mettendone a disposizione lo spazio sommato. in pratica i due dischi da 6TB vengono utilizzati insieme in modo da sfruttarne le capacità cumulate. I file vengono distribuiti secondo la disponibilità di spazio. Raddoppia lo spazio ed aumentano anche le prestazioni in scrittura e in lettura perchè l'accesso avviene contemporaneamente ai due dischi, usando i due motori di movimento. Questa soluzione non è la più raccomandabile e sinceramente non è lo scopo per cui comprerei un sistema RAID. Se uno ha bisogno di 12 TB è meglio che si compri un disco singolo da 12TB e usi quello così come è. Avere due dischi serve ai fini della sicurezza. Comunque l'ho testato anche in RAID 0, provandolo sul mio pc Windows abbastanza stagionato con la ragionevole certezza che rappresenti una configurazione abbastanza media. Io dispongo solo di porte USB 3.0 che sono meno veloci di quelle 3.1 Gen 2 con cui questo G-Raid è compatibile. In Thunderbolt il sistema sarebbe ancora più veloce. Cionondimeno ho riscontrato prestazioni molto elevate sia per l'archiviazione che, soprattutto per la lavorazione dei file. Il test sintetico di compressione video simula la codifica di video HD in tempo reale con una prestazione che supera i 300 megabyte al secondo. Superiore ai miei dischi HGST interni al computer ... valore che è confermato anche dal software che simula l'accesso concorrente al disco, con valori di tutto rispetto sia in lettura che in scrittura. ho provato anche a copiare intere cartelle di file multimediali per valutare un valore in scrittura medio in ambito reale RAID 1 Ma veniamo alla modalità per cui io ritengo giustificato l'acquisto di un apparato a due (o più) dischi fissi, quella di sicurezza. In RAID 1 il sistema spreca metà della capacità complessiva, quindi avremo solamente 6 TB di spazio disponibile effettivamente per i nostri dati. Ma automaticamente il sistema stesso si incaricherà di fare una copia di sicurezza di ogni file sull'altro disco che per noi non è più accessibile. L'operazione è trasparente per l'utente ed avviene in tempo reale e via hardware, cioè non è necessario avere un software sul computer che faccia la copia dei dati, questa verrà fatta automaticamente dal sistema mentre il file viene salvato su di esso. La procedura viene definita "a specchio" (mirroring) cioè il sistema fa la copia specchiata del primo disco sul secondo disco in tempo reale. Ovviamente ogni file copiato sul disco, verrà salvato due volte. Ogni file cancellato da disco, verrà cancellato anche nella copia di sicurezza. Queste operazioni consumano una parte delle risorse e quindi sul piano prestazionale avremo numeri inferiori al caso del RAID 0, come prontamente evidenziato da software di simulazione. niente di allarmante, come vedete, sono sempre valori ampiamente superiori alle necessità minime anche di chi lavora con file grossi ad alta risoluzione, sia foto che video. Come dicevo, il disco arriva configurato dalla fabbricato in RAID 0 ed è immediatamente utilizzabile. Pre trasformarlo in RAID 1 si impiega una utility software di G-Technology scaricabile dal loro sito. E' una applicazione intuitiva e veloce che rende il disco immediatamente visibile su Windows (per Apple ne è disponibile una analoga, anche più easy da impiegare). Operativamente. Ho simulato un uso reale per circa due mesi, utilizzando il G-RAID come disco di lavoro in parallelo ai miei interni. Io faccio il backup di tutti i miei file su un RAID in rete da 32TB che però è molto più lento sia in scrittura che in lettura e che non si presta a disco di lavoro. Questo si, perchè anche in RAID 1, dove le prestazioni decadono leggermente, nei casi reali ho sempre riscontrato una velocità sempre superiore ai 200 megabyte al secondo, un valore che è equivalente a quasi 4 NEF al secondo di una macchina da 45 megapixel tipo D850/Z7. nella pratica non ho riscontrato alcun inconveniente. - ad ogni riavvio il sistema é sempre stato visto al volo - ed è sempre rimasto stabilmente online - nessun surriscaldamento - nessun calo di prestazioni - affidabilità massima (ma si sa, un giudizio reale richiederebbe almeno un anno di utilizzo quotidiano) In estrema sintesi mi ha veramente molto ben impressionato e non esiterei ad aggiungerne uno della capienza adeguata alle mie necessità, sulla mia scrivania, al posto o in aggiunta a qualcuno dei dischi interni del mio computer. Una operazione che penso di rimandare perchè prevedo un upgrade del sistema entro fine 2019. La disponibilità di vari tagli lo rende molto flessibile, ognuno sceglierà il taglio che più gli si confà, in base ai propri volumi di dati (non solo foto, anche video e audio o di qualsiasi altra necessità di lavoro o di archiviazione). Credo che sia sprecato da usare per backup ma io raccomanderei, nonostante il RAID - da configuare obbligatoriamento come RAID 1 - di prevedere comunque una ulteriore copia di sicurezza su un altro disco "sciolto" più economico. A chi invece non difettano i mezzi, suggerirei l'acquisto di due unità G-RAID, da configurare ognuna in RAID 0, e di fare il backup periodico di uno sull'altro, magari settimanalmente, secondo i propri intervalli di lavoro. Il backup è sempre importante ed è necessario farlo con disciplina. Per il resto, anche tenendo a mente i prezzi - superiori a soluzioni di massa certamente meno affidabili e prestazionali - non ho trovato proprio alcuna controindicazione a questo G-RAID che raccomando caldamente ad ognuno. Ringraziamo MTrading Srl, distributore nazionale del marchio G-Technology per il prestito di questa unità per questo test.
  5. La curiosità di provare sulla mia Nikon Z un supergrandangolare Sigma dell'ultima eccezionale generazione. Ho chiesto quindi il bellissimo Sigma 14-24/2.8 Art al distributore per provarlo. Mentre vi rimando al test approfondito pubblicato da Max Aquila l'estate scorsa (lo trovate qui) io mi limiterò ad intrattenervi con le mie impressioni. Cominciamo dal complesso risultante da Nikon Z7, adattatore Nikon FTZ e obiettivo Sigma 14-24/2.8 Art. Sigma ha beneficiato grandemente dal lavoro di Nikon nello sviluppo dell'adattatore F su Nikon Z. Infatti nella stragrande maggioranza dei casi gli obiettivi Sigma vengono visti come se fossero degli obiettivi Nikon anche montati sull'adattatore. Solo in pochi casi c'è manifesta incompatibilità, per lo più per obiettivi delle precedenti generazioni. E comunque Sigma con la sua abituale solerzia, interviene tempestivamente con aggiornamenti dei firmware nel caso in cui sia verificata qualche problematica di esercizio. Cosa che nel caso in prova mi sento di escludere categoricamente. Addirittura l'obiettivo, perfettamente riconosciuto anche a livello software, viene interpretato e corretto automaticamente in termini di distorsione e vignettatura in ambiente Adobe (Lightroom e Adobe Camera Raw) come se fosse il Nikon 14-24/2.8. Aspetto non trascurabile che rende più rapido e corretto anche il processo di sviluppo. Ho approfittato dell'occasione di una passeggiata in compagnia dell'amico Silvio Renesto a Citylife a Milano, con a disposizione le Tre Torri e gli scorci per alcuni scatti. Sono foto a vari diaframmi che sono andati a saggiare a fondo sia le possibilità espressive dell'obiettivo che le sinergie di impiego con la mirrorless ad alta risoluzione di Nikon, capace di portare questo obiettivo al limite grazie a risoluzione e dinamica alle basse sensibilità consentite dalla giornata di sole, al pari della mia Nikon D850 che in questa occasione è rimasta a casa. linearità eccezionale a 24mm e colori vivaci pur in una giornata con un sole pallidissimo molto divertente cercare il controluce o gli effetti (queste, si sarà capito, sono le nostre ombre, io a sinistra e Silvio a destra) nessun problema di lettura delle ombre anche al coperto, pur con una molteplicità di luci e di illuminazioni, sia naturali che artificiali. E' divertente e comodissimo giocare con la luce del sole in piena inquadratura se a mirino vedi già come verrà la scena esattamente con i parametri di scatto. Come sapete io scatto quasi esclusivamente in manuale e una volta definito diaframma e sensibilità, vario solo il tempo di scatto. grandangolare e stabilizzatore integrato sono una pacchia, tanto da dimenticare in ogmi modo la possibilità di mosso f/16 alla ricerca della stellina con il sole visibile a metà. Quei tiranti del grattacielo mi hanno fatto una strana impressione ... qui ammetto che ho accentuato un pò la tonalità del cielo, in verità molto meno brillante ... due o tre scatti più in la, in bianco e nero tempo lento ma non troppo strutture post-urbane nella Milano del futuro che è già diventato presente. Qui da bambino mio padre mi portava alla Fiera Campionaria a vedere tutte le meraviglie della meccanica presentate al mondo in anteprima. e adesso ci vanno i bambini in bicicletta. o i pupi a passeggio. Fine della passeggiata, restano le impressioni positive di questa prova. L'obiettivo è eccellente e francamente non si presta a nessuna critica. Devo anche ammettere che nel complesso (e a differenza del nuovissimo Sigma 40/1.4 Art che avevo in borsa e che ho utilizzato alternativamente a questo) non è nemmeno così impegnativo. Intendo dire che pur essendo più adeguato ad una reflex in termini di peso, baricentro e ingombro, non è impegnativo da utilizzare con una Nikon Z di cui si può avvalere in tutto per la riuscita delle foto. Nessuno, nemmeno minimo problema d'uso. Quindi se qualcuno in possesso di questo fantastico obiettivo (come di altri Sigma Art, specie dell'ultima leva ... ) si stesse interrogando come sia l'esperienza d'uso con le nuove Nikon Z, mi permetto di tranquillizarlo. Meglio che con la reflex, praticamente in tutto. Veramente. E sapete quale sia la mia reale inclinazione verso i supergrandangolari ... Come sempre infiniti ringraziamenti al distributore italiano dei prodotti Sigma, senza la cui collaborazione questo articolo non sarebbe stato possibile.
  6. Quando nel 2005 Sigma presentò sul mercato il primo zoom tele 10x a partire da 50mm, con un esemplare f/4-6,3 che venne subito ribattezzato Bigma, per le sue imponenti dimensioni di 95x218mm 20 lenti in 16 gruppi, da quasi 1900grammi di peso, non stabilizzato l'impressione fu notevole, ma la riuscita, causa la quasi impossibilità di gestione a mano libera con le, ancora diffuse, reflex a pellicola, non fu all'altezza delle ambizioni. Ci riprovò con la seconda versione, finalmente stabilizzata, del 2010, ma ancora più pesante e larga (104x219mm e 1970gr.) che riscosse un relativo successo nei primi anni, nonostante fosse affiancata dai meno estesi 150-600 e simili, sia Sigma, sia di altre Case, molto meno costosi anche se generalmente anche meno performanti sia otticamente che per il sistema AF, fondamentale per ottiche zoom di queste escursioni focali. (questo lo schema ottico dell'attuale versione Sports del 150-600 f/5-6,3) La necessità di costruzioni ottiche adeguate all'evoluzione dei sensori delle ultime reflex e mirrorless FF e la voglia di riaffermare il Primato degli Zoom rispetto le ormai numerose realizzazioni 150-600, come le due versioni (Contemporary e Sports) del 2014 di Sigma, insieme alle analoghe Tamron e Nikon, ha fatto sì che nel 2018 venisse alla luce la terza versione del BIGMA con questo 60-600mm f/4,5-6,3 Sports DG OS per ottenere il quale Nikonland si è messa subito a turno col distributore nazionale il quale, a gentile richiesta... ci ha come solito dato gentile risposta ... 25 lenti in 19 gruppi dovrebbero bastare a dare il senso della complicatezza costruttiva di questo bestione da 2,7 chilogrammi di peso, insieme alle sue dimensioni ragguardevoli di 120x269mm a riposo (ha uno slider di blocco per prevenire spostamenti dell'elicoide) Una costruzione mirabile, che in funzione del contenimento dei pesi è composta da una struttura interna di magnesio, per realizzare la quale Sigma ha edificato una apposita fabbrica, (senza la quale il peso attuale sarebbe cresciuto fino a 3,5kg 😮) ed una esterna in un composito termorefrattario dalle caratteristiche analoghe all'alluminio, ma ancora più leggero, capace di dilatazione termica controllata. Lenti anteriore e posteriore resistenti ad olii, polveri e spruzzi. Completa la dotazione di O-ring, per garantire una ideale tenuta ermetica Il paraluce, fornito di collare di montaggio a vite di blocco è costruito in plastica nobilitata e rinforzata da innesto di fibre di carbonio. Se lasciato in posizione il paraluce è dotato di cappuccio a chiusura in velcro, ma esiste in dotazione un più prosaico tappo in plastica da 105mm di diametro, tanto quanto misura la filettatura filtri di questo Bigma... Il diaframma varia con la focale, restando f/4,5 fino ad 85mm, poi f/4,8, a 110mm è un f/5, da 150mm è f/5,3, poi a 210 diventa f/5,6, da 340mm f/6, per diventare a 480mm f/6,3 E' dotato di motore AF ad ultrasuoni HSM e stabilizzatore OS a due stadi , un selettore di memoria di messa a fuoco a due posizioni e l'indispensabile limitatore di range di AF dalla posizione di Full range a quella che va dalla minima maf a 6 metri, oppure da 6 metri ad infinito. Ha la staffa per il treppiede a standard Arca, comodissima e stabile, dotata dei due standard di filettatura e di un collare di rotazione dell'inquadratura per la fotocamera, quando fissata a treppiede, di costruzione eccezionale per estetica e funzionalità: il vitone di blocco zigrinato è il più bello e modulabile che abbia mai avuto modo di sperimentare La messa a fuoco parte da 60cm alla focale più corta, per arrivare a 2,6metri a 600mm, quando la movimentazione di un gruppo di lenti provoca un consistente focus breathing alla minima maf di questo obiettivo: una caratteristica questa che consente a questo Bigma di vantare a 200mm un sorprendente RR di 1:3,3 come ben visibile nelle immagini che seguono, che illustrano la maf minima ai vari step di focale che come si vedono, dopo la performance ai 200mm (distanza operativa 29cm dalla lente frontale) cominciano a regredire a causa del focus breathing. Non fosse per il peso rilevante, parleremmo della possibilità di utilizzarlo in macro: ma certamente con soggetti inanimati...qualunque essere vivente, davanti ad una lente da 105mm ...manifesterebbe disagio. apparentemente esente da color fringings... La stabilizzazione OS, vanta un rinnovato algoritmo che consentirebbe ben 4 stop di assistenza, rispetto il tempo di sicurezza, ma il peso e le dimensioni di questo obiettivo mal dispongono verso un utilizzo a mano libera... Grande risalto quello da dare alla possibilità, come per tutti gli obiettivi Sports Sigma, di riprogrammare alcune importanti regolazioni, come una diversa scalatura del limitatore di messa a fuoco secondo piacimento, la possibilità di dare priorità alla messa a fuoco piuttosto che allo scatto, oltre alla consueta possibilità di ritarare la maf di precisione, nell'utilizzo con reflex, in caso presenza di front o rear focusing. E' disponibile per le baionette reflex di Nikon e Canon e, naturalmente, per quella Sigma. Nelle settimane nelle quali ho potuto utilizzare il Bigma l'ho prevalentemente portato dove uno zoomone di questa portata possa considerarsi più a suo agio: insieme alla mia Nikon D500 che lo trasforma in APS-C in un 90-900mm equivalente, surf e surfers ripresi da terra diventano automaticamente il suo ambiente ideale ovviamente supportato da un treppiede adeguato (nel mio caso un Manfrotto 055 con testa 222) perchè quando soffia il vento, il peso considerevole dell'insieme, non faccia volare tutto a mare, ipotesi che, sotto raffiche particolarmente intense, non mi è sembrata nemmeno tanto remota... Complesso l'utilizzo a mano libera, per più di qualche scatto (io ne ho realizzati complessivamente quasi 10mila con questo 60-600), difficile anche la gestione con un semplice, quanto robusto, monopiede: il primo giorno ho fatto così e...il giorno dopo facevo iniezioni di Voltaren+Muscoril Nonostante Febbraio sia anche a Palermo un mese pienamente invernale, temperature e meteo annessi, ogni tanto abbiamo la fortuna di trovare giornate onorate da un pallido (per noi siciliani) sole ed assistite da brezze leggere che inducono velisti e surfers moderati a mettersi in acqua: come me ed il Bigma, del resto... La prima caratteristica di giornate del genere è di certo una discreta componente di emissione UV che crea con facilità dominanti azzurrine, gestibili di certo in postproduzione oppure direttamente on camera attraverso una corretta regolazione dell'intonazione del WB (facilitata di recente con ulteriori preregolazioni fini) uno dei problemi principali delle lunghe e lunghissime focali (qua operiamo a 900mm eq) consiste proprio nell'abbattimento del contrasto immagine causato dagli UV ma questo superzoom non mi pare ne soffra affatto e questo è un grandissimo aiuto anche per chi non abbia il tempo di preoccuparsi a fare le migliori impostazioni della fotocamera la nitidezza a diaframma appena un pò più chiuso che a TA (qui siamo generalmente attorno f/8) consente agevole lettura tanto del primo piano quanto dello sfondo anche nello stacco tra soggetti "vicini" ed altri ben più lontani, nonostante una naturale propensione alla cattura UV, la cromia generale ne risente in misura limitata Ancora più interessante un'altra condizione spesso critica per i superzoom, quella del controluce indiretto e dei riflessi al traverso della lente frontale, qui evidentemente ottimamente rivestita di antiriflesso Anche con soggetti cromaticamente neutrali e forte componente di riflessi, dati da luce ed acqua il Bigma si comporta in maniera sempre lineare ed omogenea, senza comprimere i colori, nè esaltarli in eccesso, mantenendo sempre un comportamento sorprendentemente neutrale ugualmente nel controluce diretto, dove le ombre sono sempre facilmente recuperabili Bene, a cosa serve una escursione focale 10x come quella di questo 60-600mm? Sicuramente a poter spaziare tra inquadrature differenti come quelle che con simili soggetti in rapida traslazione da una parte all'altra dell'inquadratura ci consenta sia di riprendere particolari minuti, quanto figure intere, corredate anche di sfondo di contesto Devo dire però che, così come con i superwide ho sempre la tendenza a utilizzare prioritariamente l'angolo di campo più largo, all'opposto con i telezoom tendo ad utilizzare in prevalenza la focale più lunga: la statistica dei miei 10mila scatti col Bigma non dice altro: il 45% sono stati scattati alla massima focale, il 10% a 400mm e poi un 5% a 350mm, la restante parte del 40% in ugual misura tra le altre focali intermedie. In questo senso una critica la muovo alla non fluidissima ghiera di variazione focale, che oppone una certa resistenza (ben venga quando è utile) alle variazioni imposte: mentre il surfista schizza verso il fotografo diventa arduo gestire in maniera agevole la variazione di focale: meglio sarebbe stata una gimbal per migliorare la maneggevolezza dell'insieme... insomma, passare velocemente da 60mm a 450mm di focale in veloce progressione, prevede una certa disponibilità a torsioni del polso sinistro da ...violinista di professione: cosa che non tutti i fotografi possono millantare di essere. In questo senso ci viene in soccorso, rendendo questo Sigma 60-600 ancora di più un telezoom più unico che raro, la possibilità offerta dalla presa apposita sotto il collare del paraluce, di utilizzare la zoomata invece che in maniera rotativa, attraverso la ghiera, direttamente "a pompa" proprio come consentito dai primi Bigma in una modalità non più utilizzata di norma dai fabbricanti, ma che in questo caso potrebbe aiutarci ad evitare faticose torsioni del polso sinistro, per ruotare velocemente la ghiera usuale, con soggetti in rapido avvicinamento o allontanamento Devo dire che non ero a conoscenza di questa opportunità e non ho avuto modo di sfruttarla: spero di poter usare ancora questo Bigma in questa modalità operativa: UNICO al mondo !!! ciò che fa innamorare di questo colosso è certamente la sua indifferenza alle variazioni della temperatura colore della luce e la sua notevole duttilità in termini di resistenza a riflessi parassiti, mai notati in nessuna delle sessioni di scatto cui l'ho sottoposto: in questo senso il salto rispetto alle due versioni precedenti di Bigma è davvero epocale ed in perfetta compliance con lo stato dell'arte delle attuali fotocamere. L' AF va aiutato col selettore di fuoco: ho quasi sempre tenuto inserito il limitatore da 6 metri ad infinito, a pena di rischiare hunting, facili con gli spruzzi d'acqua e le altre variabili di questo tipo di fotografia Il motore HSM è eccezionale per performance (considerato il numero e la mole delle parti movimentate) e per silenziosità: quando ho scattato con la mia Nikon Z6 in otturatore elettronico, non si percepiva alcun soffio o sibilo, potenzialmente alla portata dei motori ad ultrasuoni. Velocissimo nell'adeguare il fuoco su soggetti dal movimento imprevedibile tanto quanto rapido, nell'avvicinamento frontale: impensabile sui primi due modelli queste performances ! definito, contrastato, saturo, anche in totale assenza di luce... morbido sulle linee curve e variabili, tanto quanto acuto sugli elementi definiti Quest'obiettivo dà il meglio di sè ovviamente in condizioni di luce che consentano alla fotocamera di utilizzare gli ISO più utili alla alta definizione delle immagini scattate e consente di giocare con il formato, grazie alla grande disponibilità di spazio che concede con la sua escursione focale infinita permettendo inquadrature altrimenti realizzabili solo attraverso crop in postproduzione, qui invece alla portata delle prestazioni velocistiche dell'obiettivo a distanza ravvicinata Tirando delle facili conclusioni possiamo adesso apprezzare i punti salienti del Sigma 60-600/4,5-6,3 Sports, riassumendoli in Pregi: sorprendente qualità generale per un megazoom da 10 ingrandimenti ! prestazioni omogenee e costanti indifferenti alle condizioni di luminosità: un obiettivo davvero PRO costruzione mirabile per materiali e disegno: un pezzo davvero unico di tecnologia ed engineering efficientissima protezione antiriflesso e UV RR a 200mm, per quanto utile possa essere per uno zoom di queste dimensioni staffa per treppiede ottimamente dimensionata e Arca shaped elevata programmabilità tramite USB dock e sw Sigma Difetti: peso comunque importante, che rende impegnativo l'utilizzo a mano libera prezzo elevato, ma comunque adeguato al fatto che questo zoom sia unico nel panorama di mercato escursione focale: forse più un vezzo che una utilità, superiore agli zoom che cominciano da 100 o 150mm Alla fine di questo test sono proprio contento di avere rivalutato in questa terza edizione il Bigma che aveva conferito primato assoluto a Sigma: questo esemplare è davvero all'altezza delle altre splendide realizzazioni della linea Sports !!! Grazie ancora ad che ce ne ha concesso l'utilizzo Max Aquila photo (C) per Nikonland 2019
  7. Mi è tanto piaciuto questo 500mm e mi mancava tanto un superteleobiettivo serio con cui fare scorribande in autodromo, al di là del compatto e comodissimo Nikon 300/4E PF, che dopo averlo provato un anno fa ( qui il test completo) l'ho voluto comperare e me ne sono fatto regalo per lo scorso Natale. Da quanto l'ho avuto ne ho approfittato per utilizzarlo esclusivamente con la Nikon D850 e i suoi 45 megapixel. L'anno scorso si era ben comportato con la D5 ma volevo vederlo alla prova con una partner più difficile Nikon D850 e Sigma 500mm f/4 Sports con staffa Sigma TS 81 su treppiedi Genesis con testa Marsace Dico subito che la fase di taratura (nulla con la D5 nell'aprile 2017) è stata critica alle brevi distanze con la D850. E ancora oggi non sono del tutto soddisfatto. Nulla da imputare all'obiettivo, solo che la sua nitidezza strabiliante, pretende una precisione più che millimetrica. E questo resta il vero punto debole della Nikon D850. Non che abbia difetti, no, solo che se la foto non è perfettamente a fuoco, appare immediatamente da cestinare una fase della taratura nel programma Sigma Optimization Pro che riconosce autonomamente anche la configurazione con il teleconverter Sigma TC1401, distinguendolo dall'obiettivo liscio (e dal precedente obiettivo avuto in test da Mtrading) Le foto seguenti sono state fatte in differenti occasioni alla Seconda Variante dell'Autodromo Nazionale di Monza attraverso il foro nella rete della postazione TV. Non sono crop, in alcuni casi l'obiettivo è stato accoppiato con il teleconverter 1.4x che non altera in maniera apprezzabile l'immagine. La distanza è notevole, anche se questi soggetti sono discretamente grandi. Le tre foto seguenti sono state riprese invece alla Variante Ascari, in uscita, attraverso la rete dalla tribuna. mentre qui siamo ancora alla Seconda Variante, io in piedi, attraverso la rete. 500mm liscio a tutta apertura in Autoiso. mentre qui siamo proprio all'ingresso del rettilineo che porta alla Parabolica Cambiamo completamente ambito e genere. In gennaio, in capanno, passeriformi assortiti. Obiettivo sempre ad f/4 a distanza MOLTO ravvicinata, ISO quanto basta sono sostanzialmente "ritratti" di soggetti in posa. Per gli uccelli in volo mi devo ancora attrezzare Ad fine primavera, una visita ad un sito popolato da Gruccioni non sono crop. Torniamo in autodromo, dalla Tribuna della Ascari altra occasione, auto oramai "storiche" qui invece, sul Lungo Lago di Como e ancora, passeriformi casalinghi mi fermo qui, convinto di avere già messo anche troppe foto per sottolineare il concetto. In estrema sintesi, confermo il giudizio sulla validità di questo obiettivo. Il fatto che l'abbia intanto anche comperato dovrebbe essere un rafforzativo ma ci tenevo a riprendere le mie osservazioni anche con l'esperienza D850 in mezzo. Lo ritengo valido sotto tutti gli aspetti e sempre molto affidabile. Tutto sommato abbastanza compatto (penso, rispetto ad un 600/4 Nikon) e leggero da non pesare eccessivamente. Ed utilizzabile anche con treppiedi leggeri e teste non esoteriche (ma io scatto sempre con tempi rapidissimi). In autodromo, considerando che fa sempre premio la qualità dell'aria o la presenza di ostacoli, rispetto alla bontà dell'obiettivo, ritengo esagerato l'uso con la D850. Prossimamente ci continuerò ad andare solo con la D5. L'autofocus più prestante mi da più sicurezza nell'inseguimento. Mentre per animali o altri soggetti a distanze ravvicinate, con la D850 si possono ottenere poster stampabili a dimensioni di parete in ogni circostanza. La messa a fuoco è sempre il punto critico e si devono scattare tante foto da cui scegliere quella potenzialmente migliore. La possibilità di aprire le ombre e tirare al massimo dinamica e colori permessi da questo sensore, fanno la differenza. E' un piacere e uno spasso poter utilizzare questo teleobiettivo, per me oramai irrinunciabile.
  8. Arrivato a tempo record, grazie ad Mtrading, in verità lo attendevamo da almeno 4 se non 5 anni, questo meraviglioso strumento fotografico. In casa Sigma, l'arrivo lo scorso autunno del nuovo 85mm F1.4 Art ha, non solo alzato l'asticella in tema di mediotele da ritratto (l'Otus autofocus è la mia definizioni) ma anche creato aspettative superiori per i successivi modelli. E poi non dimentichiamoci che là fuori c'è anche ill meraviglioso Nikon 105mm F1.4 a mettere in imbarazzo i ritrattisti (e non solo). Capirete la curiosità con cui ho appreso del lancio di questo nuovo 135mm Art di Sigma, specie dopo aver visto il suo grafico MTF, più simile ad un superteleobiettivo esoterico che ad un "semplice" 135mm, seppur di prestigio come è questo. la solita bella scatola bianca con la banda nera il trio delle meraviglie, il superkit da ritratto. Da sinistra il Nikon 105/1.4E, in centro il Sigma 85/1.4 Art, a destra il nuovissimo Sigma 135/1.8 Art oggetto di questa prova. 135mm é all'incirca il calibro dei pezzi medi standard dell'artiglieria navale (era effettivamente 127mm per gli americani, 150mm per i tedeschi ma la Regia Marina usava proprio il 135mm su alcuni incrociatori leggeri come Capitani Romani), superiore per gittata e peso del proietto al più compatto 105mm. 135mm è la focale standard per il ritratto stretto in fotografia nel nostro formato 35mm. E' una focale pensata per andare oltre il mezzo busto, oltre la testa e le spalle e poter studiare la sola testa.Nell'ultima generazione di 135mm la distanza minima di messa a fuoco, scesa sotto ai 90cm, consente anzi di chiudere agevolmente sul solo volto che finisce così per riempire il fotogramma. Il 135mm è già un teleobiettivo abbastanza importante anche per dimensioni e peso. E' pensato quindi per fotografi per nulla timidi, in grado di imporsi sul soggetto per scrutarne i più minuti dettagli, fino a catturarne lo spirito. E' una focale d'elezione, elettiva per natura. Non per tutti. Per pochi. Fortunati pochi. Noi nikonisti da decenni ci siamo dovuti accontentare di un ottimo obiettivo - all'epoca - il Nikkor AF-DC 135mm F2, luminoso e particolare, dotato di un meccanismo di dosaggio manuale della quantità di sfuocatura.Che purtroppo sconta il fatto di essere stato progettato per la pellicola e per un'altra epoca.E che, in era digitale, mostra purtroppo tutti i suoi limiti. Colpevolmente Nikon e tutta l'industria fotografica non ha ritenuto - dal 1990 ad oggi - di aggiornare questa classe di oggetti, fidando sulla disponibilità di zoom prestazionali per coprirne l'esigenza. Ma il ritrattista ha bisogno di una focale fissa, da scegliere a seconda dei casi.Ha bisogno di potersene fidare ciecamente perchè mentre fotografa si concentra al 101% sul soggetto e non ha testa per pensare ad altro. Finalmente, nel 2017, ci ha pensato Sigma. Lo ha fatto con un oggetto che ... scopriremo insieme nelle prossime pagine insieme all'ottimo Sigma 85mm F1.4 Art : che splendida accoppiata ! Ecco qui il mio esemplare appena arrivato. Nell'aspetto si presenta dannatamente simile al Sigma Art 85mm F1.4, tanto che in svariate occasioni li ho confusi, accorgendomi di avere l'obiettivo "sbagliato" solo dopo un pò.Persino per queste prime foto di presentazione dell'oggetto, al primo giro ho fotografato ancora ... l'85mm la garanzia ufficiale del ditributore italiano Mtrading Srl eccolo insieme al degno "compare" 85mm, tolti i petali del paraluce di uno ... si possono facilmente scambiare tra loro. il paraluce è un semplice tronco di cono. La focale più lunga non necessita di particolari accorgimenti di protezione della lente anteriore. Il tappo è il classico Sigma, il passo filtri da 82mm. una aggiunta che può risultare comoda, mutuata da obiettivi macro e supertele è il limitatore di distanza di messa a fuoco.Si può selezionare se stare sul campo vicino (0.875 metri - 1.5 metri) o se andare solo oltre il campo vicino (1.5 metri - a infinito).Ciò evita hunting e movimenti inutili. Ma attenti a non fare come ho fatto io, l'ho impostato, poi me ne sono dimenticato e per un momento, ho temuto che si fosse rotto il motore di messa a fuoco ! voi ditemi se preso così non è maledettamente simile all'85mm ! la baionetta per Nikon, senza più aggeggi meccanici. Anche in questo obiettivo come in tutti i più recenti, il diaframma è elettromagnetico in questo modo il diaframma sta sempre aperto anche a riposo e lascia passare tutta quella luce ! il paraluce riporta una pregevole incisione delle caratteristiche principali l'obiettivo è grosso ma un filo più compatto dell'85. Sulla D5 sembra quasi piccolino ancora un particolare della bottoniera e del marchio Made in Japan con il paraluce sulla D5 Caratteristiche principali foto ufficiale Sigma schema ottico : 13 lenti in 10 gruppi (2 equivalenti alla fluorite FLD e 2 SLD) mtf ufficiale il nuovo 135mm F1.8 Art è a prima vista il fratello gemello del recentissimo 85/1.4 Art.L'aver contenuto la luminosità ad F1.8 anzichè esagerare mantenendo F1.4 ha consentito in un certo modo di limitare l'effetto di gigantismo cui stiamo assistendo ultimamente.In effetti, rispetto ad altre realizzazioni Sigma questo - per essere un 135mm così luminoso - sembra compatto. pesa 1130 grammiè lungo 115mm ed ha un diametro di 91mmimpiega 13 lenti in 10 gruppi (2 equivalenti alla fluorite FLD e 2 SLD)mette a fuoco da 88cm con un rapporto di ingrandimento di 1:5il passo filtri è di 82mm Non c'è ancora disponibilità di questo obiettivo sul mercato, il prezzo consigliato dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.450 euro. montato sulla mia D5 : artist impression senza paraluce per ragioni fotografiche (ma io vi consiglio di montarlo SEMPRE) Concorrenti La scelta di 135mm moderni per attacco Nikon si esaurisce subito. Il mitico Nikon 135mm F2D DC oramai conta svariati lustri sulle spalle, essendo stato presentato nel 1990 nella prima versione AF ed aggiornato con la lettera D nel 1995.E' vecchio in tutto, sia nell'aspetto (che poco conta nell'uso pratico) che nell'autofocus (rapido per l'epoca ma oramai ... letargico rispetto ai bolidi supermotorizzati di oggi) che, soprattutto nelle prestazioni. Se alla presentazione suscitava scalpore il meccanismo del Defocus Control (la seconda ghiera di controllo in grado di modulare a mano le modalità dello sfuocato), nella pratica questo è stato il suo secondo punto debole (il primo è sempre stato la quantità e qualità di aberrazione cromatica laterale). Infatti oltre ad essere difficile da dosare anche empiricamente, in molti esemplari questo meccanismo finiva per minarne la precisione di messa a fuoco. Io ho fatto foto spettacolari con questo obiettivo ma ho anche sbagliato innumerevoli messe a fuoco.Tanto da averlo abbandonato presto per cominciare il mio peregrinare tra svariati macro (Sigma) per ridurmi poi - mio malgrado - a mettere a fuoco a mano con l'altro mito di cui parleremo più avanti. dalla sua ha ancora il vantaggio della relativa compattezza e leggerezza (rispetto ai mostri dell'ultima generazione), con un peso di 815 grammi, una lunghezza di 120mm e un diametro di 79mm. Il paraluce è integrato e si mette in posizione spingendolo in avanti. E' composto da sole 7 lenti in 6 gruppi (una lente in più del fratello minore 105/2DC che ha lo schema in comune con il loro papà, il vecchio Nikno 85mm F1.8), nessuna delle quali esotica.La distanza di lavoro appare oggi elevata, minimo di 110 cm, cosa che influenza le possibilità di composizione. Vi risparmio l'MTF e soprassiedo sulle altre caratteristiche come vignettatura e, specialmente aberrazioni cromatiche (per provarlo, basta scattare in controluce su uno specchio d'acqua. Io al lago ho fatto spettacolari anelli di cipolla magenta su acqua monocromatica !). E' ufficialmente ancora a catalogo a riprova della lentezza oramai proverbiale di Nikon nel aggiornare i propri pezzi più pregiati (Nikon aveva già prima ancora di questo a listino un sensazionale - per l'epoca - 135mm F2 AIs) ad un prezzo di 1.383 euro (Foto Colombo, garanzia Nital).Si trova a meno d'importazione (sono fondi di magazzino).Usato è facile da trovare intorno agli 850-950 euro a seconda delle condizioni. Io francamente ve ne sconsiglio l'acquisto, salvo che non vi ostiniate ad utilizzare ancora vecchie glorie come la Nikon D200 o la D700. Lo Zeiss Apo Sonnar 2/135mm a sinistra, senza paraluce, la versione "old", a destra, col paraluce, la versione Milvus dello Zeiss 2/135 Apo-Sonnar di cui ho parlato qua : Zeiss 2/135 mm APO SONNAR su Nikon : l'ineguagliabile ( test/prova ) é invece tra i più stupefacenti apparecchi di fotografia esistenti oggi su questo mondo.Purchè sappiate mettere a fuoco bene a mano.Lo facciate con tranquillità.E i vostri soggetti siano particolarmente ben disposti a collaborare. E siccome questo obiettivo è sostanzialmente pensato - come tutti i 135mm del mondo - per fare ritratto, tranne che non usiate azoto liquido oppure cloroformio in dosi massicce, sarà facile che tra i movimenti del soggetto, tra i microspostamenti vostri mentre mettete a fuoco, il numero di foto perfette ad F2 siano moderato o minimo, dipende da quanto mano ferma avete. In compenso il vostro conto in banca sarà più leggero di circa 2.200 euro (sempre da Foto Colombo con garanzia italiana Fowa). Questo Zeiss comunque è un obiettivo perfetto, realmente apocromatico in grado di dare soddisfazioni ad ogni fotografo in grado di servirsene.Io ho realizzato foto sensazionali con stampe in 100x75cm che mi guardano ogni mattina quando mi sveglio. Finchè un giorno ho deciso che ero stufo di trovarmi in imbarazzo di fronte a modelle non più abituate ad attendere che il fotografo metta a fuoco a mano e me ne sono liberato (vendendolo ad un caro amico che ha molta, molta, molta più pazienza di me perchè ha un approccio Slow alla fotografia ...) per usare moderni strumenti autofocus. Risparmio in questa circostanza il Samyang 135mm F2 in quanto manual focus come lo Zeiss, sebbene ne abbia sentito parlare bene ma non mi sento di considerarlo un concorrente.Non parliamo del mitico Mitakon 135mm F1.4, obiettivo di fatto presentato e mai distribuito (un coso enorme che sembra un 200/2, necessita del treppiedi e, su ordinazione, forse si può avere per soli 3000 dollari) anche perchè delle effettive prestazioni nulla sappiamo. Io credo che Sigma avrebbe potuto fare facilmente anche questo 135mm con la luminosità massima di F1.4 ma ne sarebbe venuto un oggetto molto più difficile da maneggiare e da proporre sul mercato.La differenza tra F1.4 ed F1.8 a 135mm non è così rimarchevole all'atto pratico. Vediamo se Nikon o Canon avranno il coraggio di osare di più di Sigma (una frase che qualche anno fa non avrei mai immaginato di scrivere). Prestazioni Messa a fuoco Come d'abitudine con i Sigma, la prima cosa che ho fatto e verificare la messa a punto dell'autofocus.Ho potuto riscontrare un leggero backfocus che ho sistemato subito usando l'apposita interfaccia USB di Sigma e l'utility software che permette all'utente di gestire tutti i parametri di messa a punto (oltre che di aggiornare il firmware dell'obiettivo se ce ne fosse bisogno).In un primo momento ho impostato un -4 alle distanze più vicine, preferendo poi fissare il dato ad un più corretto -7.In questo modo sia con la D5 che con la D810 ottengo una messa a fuoco precisa, almeno sulla mira che utilizzo per queste prove. Ho scoperto anche una nuova funzionalità per questo obiettivo che non avevo mai notato prima. e che mi riprometto di approfondire prossimamente uno scatto di verifica della messa a fuoco su treppiedi, luce continua. Al di là della messa a punto, nell'uso pratico ho potuto riscontrare una velocità dell'autofocus ... che definirei impetuosa. Misure approssimative mi fanno valutare in circa 0.4 secondi il tempo per andare da 1 metro ad infinito.Una prestazione simile a quella del Nikon 400/2.8, obiettivo che fa della velocità la sua caratteristica principale.Sul campo l'autofocus è preciso ed affidabile. Ma alle aperture più estreme, non aspettatevi di avere sempre tutto a fuoco se il soggetto si muove : questo comunque non è un obiettivo per lo sport o per l'azione. soggetto statico, F1.8, tutto perfetto soggetto in movimento libero, senza riferimento, F1.8, può capitare che anche con la potente Nikon D5 l'autofocus si inganni e finisca su una ciocca di capelli anzichè nell'occhio.In questi casi vi consiglio semplicemente di insistere, tanto una diecina di scatti in più non vi costano nulla !Aberrazioni Cromatiche Le aberrazioni cromati in questo obiettivo sono ben corrette.Quella assiale è proprio minimale e sullo stesso piano di quella dello Zeiss 2/135mm (cambiano le tonalità, anzichè verde e magenta, qui abbiamo blu e giallo).Quella laterale è quasi trascurabile. Vignettatura la vignettatura è normale per un'ottica così luminosa. Vale circa uno stop, uno stop e mezzo a tutta apertura e si riduce chiudendo il diaframma, scomparendo del tutto tra F2.8 ed F4 Distorsione La distorsione è inesistente, misurabile solo in laboratorio. Come è normale che sia per un teleobiettivo fisso di qualità come questo.Sfuocato La qualità dello sfuocato è sempre difficile da valutare perchè si tratta di una qualità che si relazione più sul gusto e le aspettative del fotografo, non essendo in nessun modo misurabile.Io mi sto ancora facendo l'occhio sullo sfuocato di questo obiettivo, quindi lascio a voi valutare da queste foto : naturalmente, oltre che dall'obiettivo, spesso la qualità dello sfuocato dipende molto anche ... dallo sfondo.Ma nella foto che vedete qui sotto, per strada, ad F1.8, io riconosco una capacità di isolare il soggetto dal resto del mondo che ho visto solo con il 300/2.8 che però schiaccia di più il primo piano.Qui il soggetto è nitidissimo eppure immerso in un mondo che si dissolve.Dietro di sono persone ed oggetti, di cui si vedono solo le sagome.I punti di luce sono ben rotondi nel centro mentre nelle zone laterali c'è la solita tendenza ad asssmere la forma degli "occhi di gatto"In quest'altra foto, oltre a confermare le peculiarità già evidenziate nella precedente, sottolineo la sottile entità del campo a fuoco rispetto al resto dell'immagine : siamo ancora, ovviamente ad F1.8. Io non riscontro differenze di qualità tra lo sfuocato anteriore e quello posteriore. Spesso in altri obiettivo moderni lo sfuocato anteriore è più nervoso anche quando il retro è del tutto cremoso. Una conferma l'abbiamo in questa fiorieria, presa in dettaglio : Ma al di là di questo, spicca - ed è la caratteristica più importante, secondo me - la capacità di questo obiettivo di rendere i piani sfuocati del soggetto.Come in questo tulipano, ripreso peraltro in condizioni di tutto manuale con la Sony A7R II : Ma, ripeto nuovamente, le caratteristiche dello sfuocato di un obiettivo variano moltissimi in base alle condizioni di ripresa. E vengono giudicate più che altro in base al gusto e a quello che ogni occhio ricerca in quel particolare tipo di obiettivo. In esterni mi sono divertito veramente con questo obiettivo a fotografare in esterni, rigorosamente ad F1.8 e in luce ambiente.Credo che sia la condizione in cui può dire veramente la sua.E' impegnativo avere una messa a fuoco accurata ma i risultati possono veramente soddisfare realmente. In studio Le dolenti note arrivano in studio. No, non fraintendetemi, il Sigma 135mm F1.8 non ha alcuna difficoltà in studio.Ma è un'arma letale e la sua nitidezza esagerata mette in evidenza con spietata sincerità ogni più piccolo e minuto ... difetto del soggetto. prova fondale (messa a fuoco sugli occhiali, evidentemente foto sbagliata) e non sempre questo è ciò che vorremmo ottenere. Sinceramente, quando non avessi a disposizione soggetti "perfetti" e schemi di luce particolarmente in grado di aiutare a camuffare quei dettagli che in ogni persona ci sono, eviterei di utilizzarlo, preferendogli il più gentile Nikon 105/1.4E o il più lungo Nikon 70-200/2.8, se il Sigma 85/1.4 non è adatto al lavoro che dobbiamo fare. persino nella pelle liscissima della mia modella Charlize questo Sigma 135/1.4 Art riesce a far affiorare segni e segnetti Galleria immagini ad alta risoluzione Ho preferito limitare il numero di immagini inserite in questo articolo per facilitarne la lettura.Vi rimando però all'album dedicato che contiene molte più immagini e che verrà aggiornato di tempo in tempo mano a mano che avrò occasione di avere i miei soggetti prediletti a disposizione. La trovate a questo LINK Conclusioni scatto in studio PRO - costruzione di elevato livello, secondo lo standard cui ci sta abituando Sigma con la serie ART- prestazioni ottiche, meccaniche e motoristiche impeccabili. Anche le aberrazioni cromatiche sono controllate in modo eccellente, su un livello superiore al Sigma 85mm F1.4 Art e nettamente migliori di quelle del Nikon 105/1.4E. Su un piano di parità a quelle dello Zeiss 2/135mm Apo-Sonnar- nitidezza esagerata, alle volte ... eccessiva- autofocus prestazionale, degno di un supertele CONTRO - straordinario in esterni, può essere spietato in studio con soggetti ... imperfetti. Non che questo sia un difetto, solo ricordiamoci che non è sempre comodo andare a fare la spesa alla Esselunga con una Porsche 911R- troppo simile esteriormente al Sigma 85mm F1.4 Art : si scambiano facilmente uno per l'altro- la focale, le prestazioni, il prezzo lo rendono adatto solo a chi cerca il meglio in assoluto. LE ULTIME PAROLE Qualcuno dirà che sono prevenuto. Qualcuno che sono [prezzolato, pagato, sponsorizzato ? vedete un pò voi]. Qualcuno, ancora peggio, dirà che nella mia fase senile oramai mi innamoro di tutte (le ottiche).Ma questo Sigma 135mm F1.4 Art è é uno dei più straordinari teleobiettivi da ritratto che mi siano mai capitati in mano.Non che questo lo qualifichi come l'unico che vorrei avere.No, non si tratta di un obiettivo adatto a tutte le circostanze. E' come un'auto sportiva che va portata fuori dal garage quando si sa che potrà mettere in strada tutti i suoi cavalli selvaggi.Per tutte le altre occasioni, non ci mancano alternative, sia in casa Sigma che Nikon. Di certo, in questo periodo di grande maturità dell'industria fotografica, stiamo vivendo una fase di grande ricchezza di proposte. Oggetti straordinari che un tempo non ci saremmo mai sognati, diventano realtà per consentirci di creare fantastiche immagini. Io sono felice di potermi godere questo momento e mai la mia passione per la fotografia viva e concreta come piace a me, è stata così forte. Grazie a tutti. stesso soggetto di sopra, scatto in esterni Ancora sentiti ringraziamenti a Mtrading Srl, distributore di Sigma per l'Italia per il prestito di questo strumento fotografico
  9. Ho ricevuto questo obiettivo in test da Mtrading Srl, distributore italiano di Sigma, in qualità di Sigma Ambassador. L'obiettivo sarà restituito a fine test. 1.060 grammi, 108x88mm (in posizione 24mm), passo filtri da 82mm, 19 lenti in 14 gruppi, ecco il biglietto da visita del nuovo zoom Sigma 24-70/2.8 Art OS. Si tratta di una aggiunta molto attesa al catalogo degli obiettivi Sigma Global Vision e se ne parlava effettivamente da almeno un paio di anni. E' oramai un must per ogni casa produttrice avere in catalogo almeno uno zoom di questa categoria perchè nel tempo sono diventati ambiti dai fotografi, sia professionisti che amatoriali. Un tempo potevano sostituire un intero corredo, quando i fissi alle focali corrispondenti erano poco luminosi e poco prestazionali. Adesso le cose sono cambiate. E tra obiettivi superluminosi (e Sigma con i suoi Art è all'avanguardia, quasi un riferimento) e della serie F1.8, le soluzioni sul fisso sono oggi molto più attraenti di un tempo. Resta la flessibilità e la comodità dello zoom, specie quando non si può cambiare ottica oppure non si sa a priori quale servirà, come sarà il soggetto, a che distanza saremo. Ma oggi esistono anche zoom trans-standard con una escursione più ampia che pagano uno stop di luminosità sui più prestigiosi F2.8 ma generalmente non sono delle seconde scelte. Insomma, lo zoom 24-70/2.8 è una scelta tra le diverse possibili, magari non più "la scelta" ma comunque tra le prime che il fotografo considera. E l'ultima generazione aggiunge alle sue specificità anche la presenza dello stabilizzatore che se non serve a fermare un soggetto che si muove, rende ininfluenti i movimenti del fotografo quando è costretto - per scelta o per necessità - ad usare tempi molto lunghi. Questo Sigma, annunciato lo scorso mese di marzo e reso disponibile a metà estate, si presenta come il più classico degli obiettivi Sigma Art. Ben costruito, con il fusto in metallo e la restate parte in resina termostabilizzata, in posizione 24mm ha una presenza massiccia, un pò tozza, ma sta benissimo in mano. il paraluce a petali è di buona fattura. Il tappo è il consueto Sigma che immdiatamente si riga senza paraluce a 24mm, esteso a 70mm, con il paraluce non è piccolo ma a confronto con il Sigma 100-400mm F5-6.3 sembra piccolino mentre a me sta bene in mano, e le mie mani non sono particolarmente grandi ... bottoniera tradizionale, qui si aggiunge l'interruttore dello stabilizzatore. la costruzione è ineccepibile, secondo gli standard Sigma dell'ultima generazione il marchio dell'anno di introduzione made in Japan, ovviamente la parte anteriore è ben sigillata da differenti anelli e guarnizioni. Non credo che questo obiettivo debba patire infiltrazioni di polvere o di umidità montato sulla mia Nikon D5. Una accoppiata abbastanza agile test dello stabilizzatore ad 1/6'' di secondo. Ragionevolmente fermo. primo piano e sfuocato in esterni, 46mm. Una bella prova. a 24mm l'aberrazione cromatica assiale è abbastanza presente ma nella norma a 70mm è invece quasi del tutto assente. Bella prova. distorsione alle varie focali. Anche qui siamo nella norma, tutto sommato meglio del Nikon ma è impossibile fare miracoli su escursioni così estese. Insomma, quanto mostrato dal meraviglioso Sigma 24-35/2 Art sta su un altro pianeta. Ma quello non è nemmeno un 2x ! l'escursione focale sulla villa d'Este di Varese sfuocato a 70mm e tutta apertura due prove di panning a diaframma tutto chiuso e tempi intorno ad 1/25''. L'autofocus è fulmineo e reattivo. nuvole, sole a destra sole nel fotogramma aprendo un pò il diaframma si vedono gli artefatti luminosi in primo piano. Ma il sole non si fotografa in pieno agosto ... a 24mm a 50mm a 70mm a 50mm a 70mm, F8 a 24mm Per più di uno questo Sigma sarà un ideale candidato in alternativa al superprofessionale Nikon 24-70/2.8E VR, provato da noi di recente su queste pagine. Li confronto solo sul piano dimensionale (dirò due parole sulle mie impressioni in fase di conclusione). il Nikon, pur tanto furbo da nascondere l'escursione dello zoom con il paraluce monumentale di cui è dotato, è comunque enormemente più grosso del Sigma in posizione rientrata peraltro il Sigma si estende al massimo a 24mm, mentre il Sigma è al minimo a quella focale, il Nikon è al minimo intorno ai 58mm altra foto "artistica" del nuovo Sigma sulla mia Nikon D5 Un altro confronto (anche qui, solo dimensionale, per un confronto fotografico dovrete attendere il prossimo test di Max Aquila) che può interessare molti e con l'ottimo Sigma 24-105/4 Art che è il mio zoom standard (per quando uno zoom è indispensabile pure a me :marameo:) il passo filtri è lo stesso (82mm), le dimension a riposo paragonabili. Il 24-70/2.8 ha un diametro più marcato ma la lunghezza è simile. ovviamente il 24-105/4 svetta quando è esteso al massimo. Ma ci sono giusto quei 35mm in più che a me tanto fanno comodo sul campo ... ! di fronte sono praticamente indistinguibili, infatti nell'usarli io dovevo leggere prima l'etichetta qual'è l'uno e qual'è l'altro ? Vi aiuto io : in primo piano il 24-105/4, in secondo, il 24-70/2.8 ancora di fronte Uno dei punti di forza degli obiettivi Sigma Global Vision è la disponibilità della basetta USB e del programma Sigma Optimizer Pro. In questo caso, dopo aver verificato la presenza di un nuovo firmware, ho tarato la messa a fuoco. che ho poi verificato con questo scatto a Sue mentre non c'è nessuno in grado di verificare la velocità di messa a fuoco del mio Fritz In questo periodo ho fotografato moltissimo ed ho portato sempre con me il Sigma 24-70/2.8. In studio un momento di preparazione del make-up : Julia e Ilaria Ferrantello mi sono subito accorto che la prestazione migliore di questo zoom è sempre attorno ai 46-56mm. Non che alle focali più corte sia disprezzabile, ma è visibilissima la differenza. In location, con Arya, luce naturale e mista, sempre tutto aperto e ancora in studio, flash da 600 W/s e ombrellone da 185cm, F2.8 Bene, andiamo alle : Conclusioni Pro ottime prestazioni di autofocus e stabilizzatore aberrazioni cromate molto ben controllate distorsioni normali per questo genere di zoom, forse un filo meglio della media alla focale più corta colori vivaci, contrasto non esagerato, obiettivo adatto al ritratto pur pesando più di un chilo è un obiettivo più compatto del Nikon che invece sembra quasi un 70-200/2.8 massima prestazione in termini di nitidezza alla focale normale Contro non brillantissimo alle focali grandangolari. Per il paesaggio sul mercato c'è di meglio vignettatura sempre ben presente a tutte le focali, anche chiudendo di uno stop il diaframma anche a 70mm tende ad essere un pò più morbido che a 50mm. Ma potrebbe essere un vantaggio per ritratto stretto prezzo consigliato al pubblico di 1.400 euro che se conveniente rispetto agli obiettivi "originali" Nikon e Canon non ne fa un campione di prezzo/prestazioni in casa Sigma In estrema sintesi, sarebbe un ottimo obiettivo questo nuovo Zoom Sigma se considerato a se stante. Purtroppo è un obiettivo Sigma Art e le ultime realizzazioni hanno alzato così tanto le aspettative di noi fotografi che questo non è riuscito ad entusiasmarmi come, ad esempio, il fantascientifico Sigma 24-35/2 Art, per tacere degli ultimi fissi da 85 e 135mm. Evidentemente ancora non si possono fare miracoli con escursioni così estese che prendano dal grandangolare spinto al tele moderato. E' possibile che il 24-35/2 tragga vantaggio dall'avere una escursione così modesta. Ma tant'è e la differenza di prestazioni è tale che nessuno potrebbe non accorgersene. E non considero nel novero il bellissimo Sigma 50-100/1.8 Art solo perchè non è full-frame. Mentre entrambi sono più luminosi di oltre uno stop rispetto al 24-70/2.8 e non pesano così tanto sia in mano che ... nel portafogli. Insomma, candidamente, confesso che me lo aspettavo. Da parte mia non sono un grande fan degli zoom e trovo che, se devo accettare dei compromessi per usare uno zoom, il Sigma 24-105/4 soddisfi di più le mie esigenze, dandomi a circa la metà del prezzo (pari garanzia Mtrading) e pur a costo di uno stop di luce in meno, molta più flessibilità sulle focali più lunghe. Quando sull'altro corpo avrò la possibilità di montare uno o più fissi scelti tra le opzioni del ricchissimo catalogo Sigma. Non che ve lo sconsigli, certamente no, ma solo vi consiglio di provarlo bene prima di comperarlo. Per evitare di comperare una cosa differente da quello che vi aspettate. Può essere che per voi vada bene, io lo so, sono un pò particolare con gli zoom. Rispetto al Nikon, sul piano delle prestazioni siamo tutto sommato li, con il Nikon un filino meglio (e questa è già una novità di questi tempi). Non che il Nikon sia un campione assoluto - tutt'altro - ma se siete un fotografo professionista, io tenderei a consigliarvi quello, specie con la Nikon D5. La parentela dà dei vantaggi che vanno oltre le prestazioni. Il Nikon sta in mano come un 70-200/2.8, solo è un pò più leggero. Ed è assolutamente naturale nell'uso. Ma anche con quello avrete bisogno dei migliori fissi per avere invece la prestazioni maiuscola. Ad un fotoamatore ... beh, ragioniamoci insieme nei commenti, se vi va. Comunque sia, e al di là della mia opinione che non voglio sembri essere asseverante, questo Sigma è bello da usare, "docile", pastoso, ben fatto e sincero. Una volta fatta la tara ai suoi "limiti", non dubito che, pur non potendo mai diventare un purosangue come il Sigma 135/1.8 Art, farà quello che gli chiederete di fare. Infiniti ringraziamenti a Mtrading che ci ha inviato questo esemplare in test, appena disponibile in Italia.
  10. Attenzione : in questo articolo sono presenti quasi esclusivamente immagini di nudo, anche esplicito. Chi si sentisse offeso o turbato dalla loro visione é pregato di interrompere la lettura. Mentre se continua, lo fa dichiarando di farlo di sua volontà. *** A fine sessione, modella e fotografo distrutti, ma il Sigma 24-35/2 a 35mm non fa una piega e continua a lavorare al suo meglio. Non so se l'ho scritto chiaro nel mio test dell'anno scorso ( Sigma 24-35mm F2 Art : prime impressioni (test/prova) considero questo zoom, semplicemente lo zoom migliore finora presentato con attacco Nikon, a prescindere dalla fascia di prezzo e con buona pace dei proprietari del meravigliosamente costruito Nikon 200-400/4 che costa circa 6 o 7 volte questo grandangolare Sigma. Intanto ho potuto provare anche i due eccellenti Leica per la SL, oggetti di altra classe, classe a cui mi sento di associare questo Sigma Art. E' vero, ha una escursione breve, solo da 24 a 35mm. Ma è eccellente a tutte queste focali, millimetro per millimetro. E' sempre nitidissimo. Ha sempre una distorsione molto ben controllata. Non ha aberrazioni cromatiche (o almeno, io non le ho mai viste). Per questo ho deciso di tributargli un ... tributo particolare. Uno zoom pensato certamente per altri generi fotografici (dal reportage, sia in interni che in esterni, al paesaggio e al ritratto ambientato o al matrimonio). Quello che segue è un servizio - anzi due - di nudo, in alcuni casi anche esplicito, fatto esclusivamente utilizzando il Sigma Art 24-35mm F2. E basta. Sfruttandone le sue peculiarità anche per evidenziare le peculiarità del soggetto. Un soggetto scelto appositamente per questo obiettivo ed esaltarlo. Per tutto il servizio - durato 6 ore su due giorni differenti. Mi sono lasciato ispirare dallo strumento. Avendo cura di utilizzarlo per tutta la sua gamma focale e non semplicemente per le classiche 24-28-35. E' stato impegnativo. Ma mi sono divertito. Nelle pagine seguenti troverete solo noiosissime fotografie di nudo. Invito chi non gradisce questo tipo di fotografia a lasciare questo articolo. Gli altri si annoieranno con me. Vi avviso, sono molte foto, 12 pagine, selezionate per focale. In alcuni casi ripetute per le varie focali in modo da mostrare il differente comportamento dell'obiettivo. E' un test approfondito in termini pratici cui non aggiungerò altre, inutili, parole ma solo i millimetri ! 24mm 25mm 26mm 27mm 28mm 29mm 30mm 31mm 32mm 33mm 34mm 35mm A servizio completato, mi sono accorto di aver trascurato le focali 33 e 34mm e mi sono trovato pochi scatti in quel range. Segno che nell'uso le trovavo poco dissimili dal 35mm. Per tutte le altre invece, la varietà della gamma espressiva di questo zoom mi ha consentito di ottenere scatti differenti semplicemente cambiando focale. Vi assicuro che Yulia si è in alcuni casi giovata delle mie scelte di focale. Scelte consentitemi solamente dalla qualità assoluta per tutto il range di funzionamento dello zoom. Una qualità più unica che rara. Ricordo che l'obiettivo ci è stato dato in visione da Mtrading lo scorso anno tra settembre e ottobre e poi lo abbiamo restituito. Ogni tanto mi manca e mi piacerebbe averlo nel mio arsenale, tanta è la sua qualità. Ma la mia frequentazione di queste focali non lo giustificherebbe. Almeno per il momento. Il servizio presentato è stato effettuato nell'ottobre 2015 presso lo Spazio Blu di Via Tortona e il Cross+Studio di Milano, grazie all'aiuto di Rossano Rinaldi, con la modella bielorussa Yulia. Sono stato a lungo indeciso se pubblicare o meno questo articolo. Lo faccio adesso dopo 10 mesi dalla data di scatto perchè mi è stato sollecitato al Nikon Day di giugno. Non me ne vogliano gli altri non interessati. Un'ultima curiosità.Questo test è stata un sfida per me e per l'obiettivo che mi è stata suggerita dall'amico Max Aquila che intanto aveva provato l'oggetto e se ne era fatta una sua più precisa idea, forte della sua lunga frequentazione di queste lunghezze focali
  11. A poco più di un mese (16 ottobre 2015) dalla presentazione ufficiale, ci arriva in prova il nuovo Sigma 20mm F1.4 Art. Ancora un sentito grazie al dinamismo e disponibilità dell'importatore italiano Mtrading Srl ! Sabato mattina. Suona il campanello. E' il corriere. Mi consegna un pacchetto marchiato Mtrading Srl. Santo DHL che lavora anche di sabato ;) E' lui. E' il nuovo 20 mm F1.4 della linea Art. Presentato, a grande sorpresa e in grande segreto soltanto il 16 ottobre 2015. Dopo nemmeno un mese e mezzo Sigma lo mette in consegna. E noi lo abbiamo in prova in anteprima. E' un'emozione particolare. Perchè questo è un obiettivo molto particolare. Uno dei pochi in questi tempi un pò massificati, che mostri caratteristiche tali da renderlo un vero oggetto del desiderio. Noi nikonisti desideriamo un 20 mm di grandissimo prestigio da quasi trenta anni. Il tentativo di Nikon di rinverdire il vecchio schema con il recente 20 mm F1.8 costruito in vera plastica in Cina non basta. Non che sia un cattivo obiettivo ma insomma, dopo tutto questo tempo, un colpo di reni, no ? Ebbene di questi tempi ci pensa Sigma che con questa serie di ultraluminosi fissi (cui aggiungo di diritto il fantastico zoom 24-35/2, un oggetto realmente in grado di ispirare il fotografo) dimostra coraggio, spirito, iniziativa, vera imprenditorialità mista ad una carica di orgoglio nazionale che Nikon e Canon hanno - forse irreparabilmente - perduto. Apro il pacchetto e ne esce questo bel set : 950 grammi di made in Japan. dettaglio del complesso frontale composto da un doppietto a doppia lente asferica che lo fa somigliare più ad un 14mm che ad un normale 20mm. Costruzione Parata di stelle : i fissi Sigma serie Art - 20, 50, 24, 35 allo stato dell'arte Come si vede l'oggetto è grosso ed imponente. La sagoma è all'incirca quella del 50/1.4, anzi un filo più grosso e con la particolarità che salta subito all'occhio. Non è indicato un passo filtri. Infatti questo obiettivo non li può montare. E il paraluce a petali è fisso, in plastica dura, inamovibile. E questo ultimo particolare, se vogliamo proprio dirlo, è l'unico elemento che mi desta qualche perplessità nel lungo periodo, in caso di urto accidentale. Andiamo più a fondo nei dettagli costruttivi. 15 elementi in 11 gruppi. Un complesso asferico frontale, due elementi a bassissima dispersione (equivalente alla fluorite), 4 elementi a bassa dispersione, una ulteriore lente asferica posteriore. l'oggetto pesa 950 grammi (si, ho detto un chilogrammo !), è lungo 130mm ed è largo 91. Apre ad un angolo di campo di 94.5°. Il diaframma è a 9 lamelle e chiude fino ad F16. I dati di distorsione dichiarati (e misurati) sono inferiori all'1% la vignettatura è abbastanza contenuta per un oggetto del genere l'MTF ufficiale, stiamo parlando di un 20mm, ricordiamocelo, non di un 500 mm il motore HSM è ad anello e come tutti gli altri obiettivi di nuova generazione si può "programmare" in casa con la basetta USB e l'apposito programma Sigma che è in grado anche di aggiornare il firmware senza interventi in assistenza. Al primo test mi sono accorto che in questo esemplare c'è un certo back-focus. Ho corretto con un +12 nella D810. La nitidezza a quel punoto diventa esemplare, quasi fosse un mezzo-tele. questo è il dettaglio di 5 o 6 cm al vero di una stampa da 100x75cm che ho fotografato a mano libera, a circa 45° dal basso ad una distanza di non meno di 120cm, ovviamente a TA. Mica male, no ? Vi ricorda il vecchio Nikon 20/2.8 che non era nitido nemmeno ad F11 ? Interni Qualche scatto per prendere confidenza con quelle che, secondo me, sono le condizioni di uso più indicate per un supergrandangolare superluminoso come questo. Al chiuso e con diaframma tutto aperto. Non lo vorrete mica comperare per fare semplicemente dei panorami a diaframma chiusi, vero ? non so dove sia stato messo a fuoco, non ho fatto io questo scatto ... la bella Charlize. Sfuocato e resa dei volumi quasi da mediotele da ritratto. Chi ha detto che col 20mm non si può fare ritratto ? due oggetti delle mie passioni. Distorsione al minimo. Vignettatura trascurabile (siamo sempre a TA). Bene, in questo test molto lontano dai miei generi preferiti, ho voluto lasciarmi ispirare da questo obiettivo, componendo e scattando senza pensare a tutto il resto. Ecco una serie che ho intitolato "La fredda luce del giorno" sono scatti eseguiti a Milano, intorno alla vecchia Fiera Raddoppiati a colori "La calda luce del giorno" due scatti da test nessuna distorsione orizzontale nè verticale (corrette facilmente senza sprecare troppi pixel) sole nel fotogramma, diaframma completamente chiuso mentre, decisamente, se si vuole si può forzare la prospettiva con linee tendenti all'infinito come si conviene ad un supergrandangolare come questo Interni in luce disponibile Old Wild West Saloon ISO tra 1600 e 2500, diaframma F1.4 o F2, profilo calibrato D810, nessun intervento in PP Conclusioni Bene. Volete la sintesi in una sola frase ? Questo è un obiettivo straordinario. Punto ! Perchè non è solo costruito come si deve costruire un obiettivo di prestigio ma ha prestazioni eccezionali per questa focale. E, soprattutto, mantiene quelle caratteristiche tipiche dei Sigma Art che hanno decretato il successo di questa linea. Con i fratelli di focale più lunga condivide - oltre alle qualità costruttive - anche lo stesso carattere. Utilizzando nella stessa sessione di scatti, ritroverete lo stesso sfuocato da mediotele, la stessa resa di volumi e forme, le stesse delicate transizioni di tonalità e di passaggio tra punto di messa a fuoco, e non, senza alcuna soluzione di continuità. Neutralità di colori. Nitidezza assoluta, anche ad F1.4. Distorsione contenuta, LoCa limitata, vignettatura sotto controllo. Tenuta di riflessi, controluce e sole nell'inquadratura realmente esemplari. Sono proprietà impagabili che però Sigma tutto sommato mette a buon mercato. Perchè se è vero che, oggi specialmente, 850 euro di prezzo consigliato al pubblico (ma lo street price sarà inferiore), non sono una cifra trascurabile per nessuno, con quello che offre la concorrenza (il Nikon ha un 20/1.8G non male ma è costruito con la plastica delle vaschette del gelato e costa più di 800 euro, il "nuovo" Zeiss 2.8/21mm Milvus costa 1.899 euro, è manual focus ed è di due stop meno luminoso. E' bello ma ... sostanzialmente superfluo con questo nuovo Sigma sul mercato) il prezzo diventa addirittura a buon mercato. Io di difetti non ne ho trovati. Peso e volume sono tipici di questa serie di obiettivi. Chi ha necessità di avere oggetti leggeri e compatti li ha sicuramente trascurati sinora e continuerà a farlo tranquillamente. Ma per chi ha nella focale 20mm una delle sue forme di espressione elette. Ebbene ... che sarà mai un oggetto da un chilo e 130mm di lunghezza ? Un perfetto complemento per una reflex seria come una D810 con MB-D12 o una D5x, se mai uscirà Per chi è indicato ? Non ditemi che sono rude. Gli amici amanti del panorama su cavalletto, scatto ritardato, ripresa lenta con i filtri per rendere setosa l'acqua del mare non dovrebbero prendere in considerazione questo oggetto. Per loro esistono i vari zoom 16-35/4 & Co. Ma se fate della fotografia in luce ambiente il vostro pane, mettete al centro uno o più soggetti, possibilmente animati - ritratto in interni ! - usate un obiettivo che apre ad F1.4 ... ad F1.4 oppure ad F2 come me, beh, che fate li, non l'avete ancora comperato ? Forza che vi scappano via i primi ! Insomma ? Assolutamente Consigliato. Anzi, consigliatissimo. Un oggetto che non può mancare al fotografo che sa cosa vuole in questa focale. Per tutti gli altri, restate nella vostra beata ignoranza. Vedere e toccare questo oggetto significa volerlo possedere. Il resto sono pure chiacchiere e onanismo organizzato. E' grosso ? Si. Non può montare filtri ? Embè ? un sentito ringraziamento a Mtrading che ci ha consentito questa anteprima europea su un modello di serie di questo straordinario oggetto fotografico. Per dettagli ulteriori sul prodotto andate qui Con la viva speranza di poter presto provare qualche altro Sigma Art, possibilmente di focale 6 o 7 volte più lunga
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