Dopo la veloce anteprima dello scorso gennaio, ho chiesto un secondo round con la Sigma sd Quattro H, certo di poterne esaltare le sue peculiari potenzialità, questa volta con il tempo necessario a disposizione.
Ricevo questo materiale in prova da Mtrading in qualità di Sigma Ambassador per l'Italia.
Lo scorso gennaio è stato solo un breve assaggio (ne ho scritto qui) peraltro avendo a disposizione solamente il pur bellissimo Sigma 35mm F1.4 Art e per pochissimi giorni, non esattamente ciò di cui ho bisogno io per esaltare le potenzialità di questa fotocamera.
Vi rimando a quella anteprima per le mie considerazioni generali sulla macchina perchè qui vorrei far parlare essenzialmente le immagini, presentate per quanto possibile in originale e senza post-produzione, salvo le necessarie regolazioni in sviluppo.
Non lo nascondo, il recente contatto con la Fujifilm GFX 50S e con la Sony A7R II mi hanno in qualche modo drogato di superdettaglio ed altissima risoluzione.
Ma nessuna di quelle macchine può usare nativamente gli splendidi obiettivi Sigma di ultima generazione.
Quegli obiettivi che sono testati e sviluppati con una versione speciale del sensore Foveon che equipaggia la nostra Sigma sd Quattro H.
Ecco perchè prima io - in questo nuovo articolo - e successivamente Max appena sarà disponibile il supergrandangolare che serve a lui per portare al limite questa macchina, cercheremo di spremere ogni singolo pixel e ogni fotodiodo colorato per dimostrare cosa si può fare con la giusta combinazione sensore-obiettivo e per arrivare là ... dove pochi fotografi sono arrivati prima
Ma bando alle ciance, nelle prossime pagine le prime immagini in formato originale (attenzione, sono jpg ma sono pesanti !), l'articolo verrà successivamente aggiornato mano a mano che sarò in grado di ottenere i risultati che mi sono promesso di raggiungere.
Sono originali che vi consegno così come sono, certo delle vostre buone intenzioni ai soli fini di verificare le capacità del sistema Sigma.
Nella gran parte dei casi, lo anticipo, saranno scatti eseguiti con il formidabile Sigma Art 135mm F1.8 (di cui ho già parlato qui), ma in qualche caso anche con il Sigma Art 35/1.4, sempre verde e sempre eccellente.
attenzione, i file che seguono sono jpg a risoluzione originale, molto pesanti. Abbiate pazienza ...
Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8
F4, F4.5, F5, F6.3
Flash Godox QT600 II con Softbox Quadralite 95cm ottagonale con nido d'ape
makeup Ilaria Ferrantello
Spazio Blu
Modella : Julia K@nologomodels
Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8
F9 ed F11
Flash Godox AD600B con softbox Quadralite 60x60 con nido d'ape
MauroLand
Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8
F11 (le riprese in campo vicino con la solita Marumi DHG 330 con step down)
Flash Godox AD600B con softbox Quadralite 60x60 con nido d'ape
MauroLand
Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8
F11 (le riprese in campo vicino con la solita Marumi DHG 330 con step down)
Flash Godox AD600B con softbox Quadralite 60x60 con nido d'ape in studio, con Godox AD200 in esterni
MauroLand
Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8
F11 (le riprese in campo vicino con la solita Marumi DHG 330 con step down)
Flash Godox AD600B con softbox Quadralite 60x60 con nido d'ape in studio, con Godox AD200 in esterni
MauroLand
Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8
F11 (le riprese in campo vicino con la solita Marumi DHG 330 con step down)
Flash Godox AD600B con softbox Quadralite 60x60 con nido d'ape in studio, con Godox AD200 in esterni
MauroLand
Un accessorio più che utile, direi necessario, dato il rapido consumo della batteria in dotazione con la macchina.
Il battery-grip che può contenere altre due batterie, per un totale di carica di oltre 5600 mAh, circa una giornata di lavoro per le mie abitudini ...
le tre confezioni originali appena aperto il pacco.
eccoli qui appena scartate
vista posteriore
vista anteriore
il battery pack é in plastica, direi piuttosto leggero ma molto ben disegnato con una ergonomia che invita le dita e la mano.
si avvita come di consueto dopo aver liberato la macchina del copricontatti elettrici.
lo sportello per le batterie è sul posteriore.
le due batterie entrano affiancate, capovolte i contatti sono sul frontale.
E' così molto più facile estrarre l'una o l'altra a seconda della bisogna.
La batteria principale resta nel corpo macchina, accessibile solo smontando il battery pack.
Ma comunque così si arriva a ben tre batterie in linea.
dettaglio dell'etichetta della batteria originale Sigma BP-61 da 7.2V e 1860 mAh
ecco la vista laterale della macchina in configurazione completa con Sigma Art 135/1.8 e trasmettitore Godox XT32N
nelle due ultime foto frontali senza obiettivo si notano le sagomature molto ergonomiche che rendono decisamente ... morbida la presa in mano.
Le prime sensazioni sono fantastiche. La macchina è diventata da "ossuta" e difficile da tenere in mano per molto tempo a morbida e comoda, con il palmo della mano che riposa e non fa flettere il dorso.
Così la nostra Sigma sd Quattro H (ma le stessissime considerazioni valgono anche per la sd Quattro) è diventata molto più professionale.
Ed eccola in azione con il battery grip, 3 batterie e una coppia di Sigma Art, il 135/1.8 e il 35/1.4
Così ho fatto 436 scatti (che con una Sigma, per me è un record !) senza problemi di batterie (tutte residuano oltre il 50%).
Però il caldo non ha aiutato lo smaltimento di calore e si è accesa una volta la spia di surriscaldamento.
ecco le foto al 100% con interventi proprio minimi di postproduzione e di sviluppo (bianco misurato con termocolorimetro)
Arya@EuRossModels
Studio Spazio Blu di Milano
Ilaria Ferrantello per trucco e parrucco
Sigma sd Quattro H con Sigma Art 135mm F1.8
flash Godox QT-600 II e Fomex 600 HD, pilotati dal trigger Godox XT32.
Conclusioni
Bene, spero di non avervi annoiati con questa lunga carrellata di immagini in formato originale e con pochissimo (o nessun) intervento in postproduzione.
Avevo in mente un obiettivo preciso e mi sono sforzato di individuare perfettamente i limiti del sistema.
Volevo anche verificare se, con una spesa nettamente inferiore ed avendo a disposizione tutti i meravigliosi obiettivi Sigma Art, si poteva portare questa Sigma sd Quattro H al livello di ottenere risultati simili a quelli che ho potuto vedere con la Fujifilm GFX 50S.
La risposta breve è si, a patto che il fotografo comprenda che dovrà metterci (molto) del suo per colmare le differenze operative e i limiti della Sigma, i risultati saranno paragonabili pur al metto della risoluzione pari a circa la metà (e con una spesa di un quinto o su di li).
Arya@EuRossModels, acconciatura di Ilaria Ferrantello
Vestiario, gioielli, dettagli, dettagli, dettagli
Potenzialità
- è comunque una piccolo-formato, sebbene grande ed abbiamo in gioco "solamente" 25 megapixel ma i risultati in termini di dettaglio rivaleggiano tranquillamente con una 44x33mm da 51 megapixel e si possono paragonare a quelli dei 36 megapixel di una Nikon D810.
Con la differenza che la resa fotografica è nettamente differente da quella dei normali sensori a matrice di Bayer
- l'unione con gli obiettivi Sigma Art è stata decisa in cielo (per cortesia, se vi comprate una Sigma sd Quattro non lesinate sugli obiettivi : compratevi gli Art, non roba vecchia trovata ai mercatini !)
- ben costruita, solida, robusta, dotata di tutto il necessario, benchè "strana" si capisce che è stata studiata a fondo e per durare a lungo
- la disponibilità del formato DNG (sebbene limitato a 12 bit) agevola di moltissimo il processo di lavorazione evitando di dover passare per il programma di sviluppo Sigma, che è da definire strano, oltre che primordiale in termini di prestazioni (benchè gratuito ...)
Limiti
- come per altre mirrorless, il bilanciamento del bianco tende a sovrastimare blu e rosso.
Quando voglio ottenere i colori giusti io uso direttamente il mio termocolorimetro Sekonic 500C dopo aver profilato la macchina dentro Lightroom con il plugin di Xrite
- la dinamica di questo sensore è zero (ripeto, non è bassa, è zero). In sviluppo non si possono recuperare né le ombre (si forma banding nelle zone nere e confetti colorati in quelle grigie) né le alte luci (irrimediabilmente pelate). Quindi bisogna esporre perfettamente ed illuminare perfettamente e con luce di qualità il soggetto
- si deve intendere il sensore Foveon come se fosse caricato con una pellicola invertibile a colori da 80 ISO (e non di più : alzare la sensibilità è inutile, non c'è amplificazione interna)
- l'autofocus è preciso ed efficiente se aggancia il soggetto. Sostanzialmente inutile se non c'è abbastanza contrasto, è impensabile utilizzarla in continuo
- il focus peaking non è nella sua migliore implementazione presente sul mercato
- la visione nel mirino elettronico in basse luci è pessima
- il consumo è elevato, il battery-grip e le tre batterie indispensabile.
- se usata intensamente tende a surriscaldarsi. A me è capitato in una occasione di vedere comparire l'allarme di overheating (un termometrino lampeggiante come su certi flash)
- in alcuni generi fotografici l'elevato contrasto va combattuto (nel ritratto, ad esempio) illuminando bene e attenuando per quanto è possibile gli eccessi
- i comandi non sono pensati per lavorare con l'occhio al mirino. Il sistema di spostamento della messa a fuoco è ... demenziale (i tastini incassati poi sono una iattura). Ingegneri, mettetevi in testa che ogni fotocamera deve avere il joistick per muovere il punto di messa a fuoco e che non dovete avere in mente esclusivamente i paesaggisti !
- i file DNG sono enormi
- assenza di obiettivi macro di ultima generazione perfettamente funzionali (il 150mm da noi provato non mette a fuoco in automatico, il 105 fa fatica, Sigma stessa non li include tra quelli pienamente funzionali)
Nel complesso però una bellissima esperienza e la prima volta in cui con una macchina Sigma di questo tipo sono riuscito a fare centinaia di foto per sessione senza recitare litanie e giaculatorie che mi impedissero di scagliare il tutto contro la parete più lontana.
Insomma, si riesce a trovare il modo di lavorare abbastanza facilmente rispetto alla "impossibile " SD1 Merrill (che ti fa invece superare di slancio i primi sette livelli del percorso verso l'ascesi !), purchè la si consideri come una medio-formato (cavalletto e operatività very-slow).
Se mi posso permettere, nel futuro consiglierei a Sigma una evoluzione in questo senso.
- formato pieno 24x36, oramai con la sd Quattro H siamo vicini
- una ergonomia dei comandi "normale" e che agevoli l'operatività
- un autofocus efficiente
- un mirino implementato come quello delle altre mirrorless
- batterie più capienti
a quel punto, con 35-40 megapixel in formato pieno e la potenza degli obiettivi Sigma Art, queste macchine secondo me entrerebbero di diritto in moltissimi studi fotografici, specie quelli dove si fanno riproduzioni.
Non che in questa veste non possa già succedere.
Considerando il risparmio netto rispetto all'investimento minimo in una medio-formato, c'è da rifletterci a fondo.
Nel frattempo, io, in qualità di Sigma Ambassador e con il supporto di Mtrading, ditributore ufficiale per il territorio italiano dei prodotti Sigma, sono a vostra disposizione per consigli, suggerimenti e, soprattutto, dimostrazioni sul campo.
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