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  1. Un po' per contrastare la recente tendenza a mostrare solo il lato "cute", "coccoloso" del gatto, che non è nemmeno metà del suo fascino, e poi pensando al prossimo Samahin-Halloween, ecco un piccolissimo portfolio di ispirazione (ma guarda) felina, dark gothic come piace a me. Nel folklore irlandese e scozzese c'è una creatura dalla forma di gatto gigantesco, delle dimensioni di un cane pastore, tutto nero tranne per una macchia bianca sul petto. Gira di notte per le Highlands e incontrarlo di solito non è bene. E' il Cat Sith o Cait Sith (gatto fatato). Su di lui esistono due leggende. Per una è un ladro d'anime, che porta via l'anima del defunto nel tempo tra la morte e la sepoltura; per questo anticamente si tenevano delle veglie funebri apposite, se il Cat Sith si fosse presentato lo avrebbero distratto (coi gatti è facile) con musica, danze ed altro. Secondo un'altra tradizione il Cat Sith sarebbe una strega. Le streghe potevano trasformarsi in gatto e riprendere forma umana per otto volte, la nona volta erano condannate a restare gatti. E Halloween cosa c'entra? Il malevolo Cat Sith a Samahin/Halloween cambiava carattere e diventava una creatura anche benevola; in cambio di un piattino di latte fuori dalla porta avrebbe lasciato qualche piccolo dono, ma attenzione, se non gli si lasciava nulla avrebbe potuto prendersela a male e lanciare una maledizione sugli abitanti della casa. Quando, un po' di tempo fa, ho incontrato questo Gatto mi è subito venuto in mente il Cat Sith, così gli ho scattato un paio di foto prima che si dileguasse, elaborandole successivamente in modo da rendere un'atmosfera gotico-notturna. Rovistando poi nel mio archivio felino, mi sono accorto che avevo già una sua foto pubblicata (a colori) ed ho pensato di elaborare e riproporla. Le foto sopra sono quindi inedite mentre questa sotto è una rivisitazione. Alla radice del mito del Cat Sith forse c'è un gatto vero, molto grosso e molto raro, il Gatto di Kellas. Vivrebbe in Scozia ma se ne conoscono solo tre o quattro esemplari, trovati morti oppure uccisi da chi li ha avvistati. Sono identici al Cat sith tranne che per le dimensioni, che sono grandi sì, ma non come il gatto delle leggende, il più grosso era lungo un metro e sei centimetri coda compresa. Secondo alcuni esperti sarebbero ibridi fra gatti domestici ed il Gatto Selvatico scozzese. Il "Gatto di Kellas" imbalsamato al Museo Zoologico dell'Università di Aberdeen, Scozia Oh, se qualcuno di voi amasse la letteratura gotica, "il Gatto Nero" dell'omonimo racconto di Edgar Allan Poe ha molto del Cat Sith.
  2. Un Gerride pattina veloce sull'acqua creando forme circolari.
  3. Dubbio transitorio, Alla fiera di Senigallia (che non è più a Senigallia ma sul Naviglio Grande).
  4. Dopo i corvi pubblicati ieri, un trittico "stradale": Black and white: Pugs (Cagnolini) con sigaretta Galleria del Toro: Ci provo, ma mi ispirano di più i corvi ad essere sincero.
  5. Ovvero non è da leggere come foto naturalistica ma come foto evocativa (questa sarebbe l'intenzione, poi magari non evoca proprio nulla). Huginn e Muninn (Pensiero e Memoria) i due Corvi di Odino, ne ho già parlato. Guardano dall'alto impassibili le vicende umane, per poi raccontarle al vecchio dio con un occhio solo. Sono sincero, sono due corvi de noaltri, perchè sono due cornacchie, ma in controluce funzionano lo stesso. Se avete commenti, critiche, indicazioni per altri hobby... PS la fissa dei corvi non me l'ha messa più di tanto Masahisa Fukase: https://www.nikonland.it/index.php?/blogs/entry/1072-fotografi-masahisa-fukase-e-i-suoi-tormenti/ E' stata Beth Moon a stregarmi ! Sogno di farne immagini potenti come le sue, anche se so che non potrò mai eguagliarla. https://www.nikonland.it/index.php?/blogs/entry/75-beth-moon-gli-alberi-e-i-messaggeri-di-odino/
  6. Ho scoperto Beth Moon per caso, le sue foto mi hanno subito affascinato. Una visione intensa della natura, a volte drammatica, a volte cupa o sognante, mai leziosa o banale. Ne ho scritto già su Nikonland, ma ne scrivo qui in modo un po' più esteso e aggiungendo delle foto. Forse le sue immagini più famose sono i ritratti ad alberi giganteschi o secolari. Un patrimonio di meravigliosa antica bellezza, spesso minacciato, che Beth Moon ci fa conoscere attraverso la sua sensibilità, creando immagini di forte impatto emotivo. Lei stessa nel suo sito http://www.bethmoon....ouchWood00.html scrive: "Molti degli alberi che ho fotografato sono sopravvissuti perchè fuori dal raggio della civiltà...certi esistono solo in angoli remoti del mondo...i criteri che uso per sceglier eun particolare albero sono principalmente tre : l'età, le dimensioni immense o la storia importante... essendo i più grandi e più vecchi monumenti viventi della Terra, credo che questi alberi simbolici abbiano un significato più vasto in un tempo in cui la nostra attenzione è concentrata nel trovare un modo migliore di convivere con l'ambiente". Majesty back. Le grandi querce. Sempre nel suo sito Beth Moon riporta quanto sul suo lavoro scrisse Jane Goodall : "Queste anziane sentinelle delle foreste sono tra i più antichi esseri viventi del pianeta ed è disperatamente importante fare tutto quello che è in nostro potere per farle sopravvivere...voglio che i mie nipoti ... conoscano la meraviglia di questi alberi vivi e non solo tramite fotografia... I ritratti di Beth sicuramente ispireranno molti ... ad aiutare chi lavora per salvare questi magnifici alberi". Ma Beth Moon non si limita agli alberi. Odin's Cove (la Baia di Odino) è un portfolio fortemente gotico/romantico ispirato ai corvi di Odino. Nella mitologia norrena, Huginn e Muninn sono due corvi che volano per il mondo cercando informazioni e portando notizie al loro padrone, il dio nordico Odino. Escono all'alba e ritornano la sera, si posano sulle spalle del dio e gli sussurrano le notizie nelle orecchie. I loro nomi hanno un significato: nella lingua norrena Huginn vuol dire pensiero e Muninn memoria. I Corvi Imperiali sono grandi e stupendi uccelli; nelle immagini di Beth Moon sono al tempo stesso malinconici e potenti, sembrano davvero venire dalle brume di un altro mondo. Beth Moon per la stampa utilizza anche quello che lei, citando John Stevenson, chiama "Nobile processo nell'era digitale": ossia una stampa al platino, che dice di essere nota per la luminosità e ampia scala tonale, in cui l'assenza di uno strato legante (binder layer) permette ai cristalli di platino di venire incorporati nella carta dando una tridimensionalità unica.Oltre non mi addentro... perchè non so di cosa sto parlando se Michele, bontà sua, vorrà spiegarci meglio di cosa si tratta gliene sarò grato. Insomma, non perdetevi il sito di Beth Moon e godetevi le sue immagini. http://www.bethmoon.com DISCLAIMER: Va da sè che tutte le foto di questo reportage sono opera e proprietà esclusiva di Beth Moon, qui riportate solo a scopo di illustrare la sua arte.All the photos here shown are by Beth Moon and she has the exclusive copyright, and are published here only to spread knowledge about her great art.
  7. Che siano la cristiana Halloween o la celtica Samahin che l'ha preceduta, o addirittura i Lemuriales dell'antica Roma, esistono perchè c'è un tempo dell'anno in cui al volger della stagione, ci prende la sensazione che i confini tra il mondo reale e il mondo che c'è di là per un momento, per quella notte, si fanno più sottili e sembra possibile che qualcuno, spirito, fantasma, altra creatura del mondo altro possa venire a trovare noi vivi. E' la notte in cui possono succedere strane cose ed essere danzate strane danze, fra i vivi e chi vivo non è, fra umani e chi umano non è. L'attesa della notte mette un po' di timore, si spera che all'alba tutti ritornino felicemente al loro mondo, soprattutto i vivi, perchè quando si inziano a mescolare le carte, tutto può succedere. Queste mie sensazioni un po' autunnali, forse anche qualcosina di più che autunnali, sono state lo spunto per fotografare e creare questo piccolissimo portfolio in cui immagino che, prima ancora del calare della notte magica, già comincino ad arrivare i primi messaggeri da oltre, e ci facciano guardare dentro di noi. La location è il Cimitero Monumentale di Milano. Non metto didascalie alle foto, vorrei che ognuno le interpretasse a modo suo, solo per l'ultima scrivo qui che per me è una promessa di rinascita alla fine. PS Il soggetto sono le foto, che dovrebbero raccontare qualcosa. Per questo critiche, commenti, considerazioni sono gradite, ci tengo a sapere se ho reso un'atmosfera (quale per voi?) oppure no, se le foto han fatto pensare qualcosa oppure vi hanno lasciato del tutto indifferenti. Grazie. PS 2. Nel gradevole libro "The Graveyard Book " (Il Figlio del Cimitero) di Neil Gaiman, c'è il capitolo sulla Macabray, la Danza fra vivi e non, consiglio di leggerlo, se vi capita.
  8. Ispirato alle saghe nordiche*, con "materiale" nostrano (ci sarebbero voluti i Corvi Imperiali, ma ... questi avevo). *L'ho già scritto altrove ma lo riporto qui, se interessa: il titolo è la traduzione dei nomi dei due Corvi di Odino, Huginn e Muninn, rispettivamente.
  9. Più vecchi e malconci, resistono, all'età, al maltempo ed alle cattiverie umane. La bicicletta è di Rosy, che da cinquant'anni almeno continua ad occuparsi di loro.
  10. Le sue radici si prestano a creare atmosfere adatte al bianco e nero. Ti fan pensare ad alligatori ed a riti vudù.
  11. Nikon Z6 e SIGMA150-600m. La preview è un po' più "spenta" della foto.
  12. La spiegazione del titolo la trovate nella foto (aguzzate la vista, come nella Settimana Enigmistica ). Uno street senza troppe pretese ma mi ispirava il murale-collage col manifestino a fianco intitolato "diritti impiccati". Nessuna intenzione politico sociologica da parte mia, solo fotografia.
  13. I Corvi imperiali di Beth Moon mi riempiono di reverenziale ammirazione. Mi smuovono l'anima. I corvi di Masahisa Fukase mi danno una forte emozione, "ruvidi" duri e tristi come voleva l'autore. Bellissimi anche loro. E poi eccomi, solo un piccolo, indegno omaggio, senza confronto ma solo condivisione per un'atmosfera ed un soggetto che mi coinvolge.
  14. L'Università in cui lavoro ha una sede a Varese ed una a Como. In questo semestre ho lezione in entrambe. Oggi ero a Como e mi sono portato nella zaino la Zfc con il 16-50mm, ecco due foto,scattate nel tragitto tra il parcheggio e l'ingresso:
  15. Alberto è mio amico dai tempi dell'Università. Convertito al Nikonismo in giovane età è transitato alle Z poco dopo di me. Il suo ultimo acquisto è il Nikon 14-24mm f2.8 Z (a lui piacciono i paesaggi). Oggi siamo andati a fotografare insieme al nuovo Campus dell' Università Bocconi e me lo ha prestato per qualche scatto che vi propongo qui. Mi ha colpito quanto sia leggero per le dimensioni. Della resa hanno già parlato approfonditamente gli altri, ad esempio Massimo Vignoli, io posso solo confermare, il 14-24 è ottimo e anche di più. Ecco qualche foto (su Nikon Z6): A 14mm taglio 16:9 A 14mm A 24mm A 18mm. Un Alberto felice con il suo nuovo 14-24mm (+ polarizzatore), che ringrazio per avermici fatto "fare un giro".
  16. Non sono gli zombie che escono dalla terra Non sono adoratori di qualche divinità misteriosa Semplicemente dei praticanti di Yoga colti al Parco in una posizione supina.
  17. Come festeggiare il millesimo post se non con la mia modella preferita? Gli scatti risalgono all'ormai lontano 2014, al Cross Studio. Li ripropongo perché sono le due uniche stampe di qualità che ho mai fatto, e mia madre me le ha incorniciate a sorpresa come regalo di compleanno Le avevo fatte stampare (trovandomi ottimamente, peraltro) da quell' ex iscritto a Nikonland che sta in Veneto, e di cui non ricordo più il nome (abbiate pietà, soprattutto lui se per caso ci legge ancora). Se a qualcuno viene in mente, non mi dispiacerebbe ricontattarlo.
  18. Giocando con la Z fc a 35 gradi all'ombra vicino alla fontana e... insomma ecco le foto. Commenti e consigli sempre graditi
  19. Ho scattato questa foto in controluce espressamente per elaborarla in bianco e nero. A me piace abbastanza, così contrastata. Cosa ne pensate?
  20. Milano Porta Venezia? Purtroppo la seconda , il Cipresso di palude (Taxodium distichum) ce l'hanno portato... Però è bello come albero ed ha una splendida corteccia . Nikon Z6 e 24-200 Z bellissima base del fusto. Certo, ci starebbe bene un alligatore (o il Mostro della Laguna Nera )
  21. Rielaborazione di una vecchia foto (piove ed ho voglia di bianco e nero):
  22. Scopro con sorpresa che qualcuno anche in Università ha le idee un po' confuse sull'Evoluzione. Ovvero non è del tutto convinto che ci sia un' evoluzione dei viventi. E pensare che non siamo nemmeno in Kansas. Forse il problema è che ancora oggi per la maggior parte delle persone la "cultura" è orientata del tutto o quasi in direzione umanistica o tecnologica (o tutte e due)? A volte si pensa anche alla medicina applicata, ma la componente naturalistica ahimè, è Cenerentola, qualche senso di colpa che spinge un po' più persone a interessarsi di ecologia, viste le contingenze a cui stiamo andando incontro. Intendiamoci, fra le persone con un minimo di cultura tanti sanno (o pensano di sapere) cosa sia l'Evoluzione, ma a parte i professionisti (Genetisti e Paleontologi soprattutto), alcuni naturalisti e appassionati, ho l'impressione che il resto, anche quelle che "credono" (mi si passi il termine che contraddirò tra poco) nell'Evoluzione, non abbia idee molto chiare . Eppure capirne di più farebbe bene. Non sto certo a fare una lezione sulla concezione moderna dell'Evoluzione, nè su come funziona. Le risorse per approfondire non mancano e non è questo il luogo. E' solo una riflessione mia su perchè si dovrebbe sapere qualcosa sull'evoluzione. Sapere ad esempio che l'Evoluzione non è più una "Teoria". E' una Legge. Che differenza c'è in scienza tra Teoria e Legge? La Legge, come quella di Gravità, enuncia un fatto, su cui si possono fare esperimenti per verificarla. Oggi è possibile fare esperimenti evoluzionistici, lo fanno in Genetica. Il legame Mutazione-Selezione-Evoluzione è assodato. Quindi non c'è più bisogno di "credere" nell'Evoluzione di quanto ce ne sia per la legge di gravità. La "teoria" cerca di spiegare come funziona l'evoluzione, non se esista o meno. Sapere dell''Evoluzione rende umili. La sintesi moderna del meccanismo evoultivo ci fa capire che i "grandi" passi dell'evoluzione sono innescati da fenomeni climatici e geologici, più che a competizione, che gioca su scala molto più piccola. Fenomeni sui quali non mi risulta si abbia ancora controllo. Almeno finchè non si riesce a fermare il movimento delle placche terrestri o i movimenti del Nucleo Terrestre. Abbiamo un certo potere sulla superficie della crosta terrestre e sui viventi, senza dubbio (e lo usiamo male), ma i grandi fenomeni sono ancora più forti di noi. Cranio di Tigre dai Denti a Sciabola. Questi magnifici predatori si sono estinti circa 12.000 anni fa insieme a tanti altri animali, in quella che viene chiamata la Scomparsa della Megafauna, un fenomeno che ha interessato quasi tutto il mondo. Modello in resina ad alta fedeltà, di (c) Bone Clones Inc. . Sapere dell' Evoluzione rende uguali. Siamo tutti legati da un'origine comune, più o meno vicina, ma non c'è nessuna "creatura a parte", sottostiamo alle stesse leggi , non ci sono superiorità assolute, solo contingenti e sempre transitorie. Tra noi e il nostro cugino più prossimo, Lo Scimpanzè, c'è solo una manciata di mutazioni. Abbiamo fatto sesso con l'uomo (e le donne) di Neandertal, soprattutto noi Euroasiatici, e ce ne portiamo dentro dei pezzettini di DNA. Un Uomo di Neandertal osserva la sua selce appena scheggiata, modello fotografato al Museo di Storia Naturale di Vienna, sfondo eliminato in postproduzione. Sapere dell'Evoluzione rende saggi. Sapere che la storia dei viventi è una storia di relazioni reciproche, instabili, in evoluzione appunto, ci fa capire che siamo una parte di una comunità vivente che ha avuto un'origine e può avere una fine, e che è la salute della comunità intera che garantisce la salute nostra. Lucy (o sua sorella) e suo "marito" camminano sulla sabbia vulcanica ardente di Laetoli in Tanzania, lasciano quelle impronte che milioni di anni dopo dimostreranno che questi nostri antichissimi antenati avevano una postura eretta come la nostra. Modelli fotografati al Museo di Storia Naturale di Vienna, l'ambientazione è veramente la piana di Laetoli, aggiunta in postproduzione. Sapere dell' Evoluzione ci rende responsabili. Nell'Ottocento si pensava che l'evoluzione fosse solo o soprattutto una lotta per la supremazia di una specie sul'altra e tanti economisti e politici se ne sono innamorati. Oggi sappiamo che non è così. La selezione opera in un modo un po' diverso: la sopravvivenza su larga scala non sta nella competizione sempre più spinta, ma nel mantenere l'equilibrio fra le parti che coevolvono. Siccome siamo diventati una specie intelligente e "progredita", possiamo interferire un po' di più su questi equilibri rispetto ad altre specie, ma un maggiore potere, come per l'Uomo Ragno, comporta maggiori responsabilità. Sapere come lavora l'Evoluzione su larga scala, ci fa capire che pasticciare a caso con il benessere della biosfera anche se può sembrare utile, redditizio, e magari lo è, a breve termine, alla lunga potrebbe diventare assai poco divertente. Sapere dell'Evoluzione ci conferma se mai servisse che non ci sono vincitori e vinti assoluti, ma solo relativi. In natura non ci sono intenzioni, promesse, premi o punizioni, presenti o futuri, ma solo fenomeni, azioni e le loro conseguenze, a cui occorre fare attenzione, qui ed ora, e su cui agire consapevolmente, qui ed ora. Se si vuole eh, se no va bene lo stesso, basta saperlo. Tanto prima o poi verosimilmente ci si estinguerà, come l'Austrovenator qui sopra, ma almeno lui non ne ebbe colpa. Fotografato alla mostra dei Dinosauri Argentini, sfondo oscurato in postproduzione. E allora: Viva la Evoluciòn!
  23. Siamo quasi a fine anno , mi è venuta voglia di valutare la mia annata fotografica, per curiosità, per vedere se qualcosa è cambiato e quanto le "reclusioni " e tutto il resto hanno inciso sulla mia "produzione". Dover riorganizzare completamente la mia attività soprattutto per adattare le mie lezioni alla famigerata DaD (Didattica a Distanza) tramite PC è stato un lavoro che mi ha tenuto incollato al PC per quasi tutto il tempo in cui non ero ... incollato al PC a tenerle, le lezioni, weekend compresi. E quando non dovevo lavorare, non si poteva andare in giro. Per fortuna l'"altra" mia passione, che non richiede di stare seduti ad un tavolo od al PC (non l'avrei sopportato), e bastaun'ora al giorno o poco più, mi ha permesso di mantenere sani corpo e mente. Il bello delle arti marziali tradizionali è che possono essere studiati e praticate anche "a solo", in casa o all'aperto, in quanto attività motoria consentita da DPCM . Fotograficamente, il 2020 è stato l'anno in cui ho ridotto moltissimo, anche se non abbandonato del tutto, la fotografia naturalistica, sia wildlife che macro. Il motivo? più d'uno a dire il vero, un calo di interesse, forse dovuto alla la sensazione di non riuscire a fare di più di quanto già fatto. Anche potendo, non mi andava più di frequentare i capanni "a pagamento" per fare soggetti preconfezionati (e strafotografati). Intendiamoci, non sostengo che sia sbagliato farlo eh, era solo una sensazione che avevo mi toglieva il gusto e la voglia di andare. E vere spedizioni ... non sarei in grado per diversi motivi, quindi... Quindi poca, pochissima wildlife e tutta "vagante", a corto raggio. Il lockdown ha anche ridotto la macro, nelle finestre estive mi sono comunque dedicato alle libellule. Mi sono esercitato ad intercettare in volo E' cresciuto molto invece il mio interesse per il Bianco e Nero, già presente nello scorso anno. Ho continuato a sperimentarlo nella architettura urbana, che mi piace, ma non mi entusiasma troppo, Lo street, che trovo sia difficilissimo, invece mi dà delle belle soddisfazioni quando (raramente!) mi riesce di sfruttare la giusta situazione, di "vedere e far vedere" una storia, allegra, triste o solo curiosa, tutta in uno scatto. Credo che le foto che più mi hanno soddisfatto quest'anno (con forse un'eccezione) siano state quelle in bianco e nero. Forse questa delle tre damigelle è la foto migliore di quest'anno. Comprese quelle ai gatti di strada, che sono soggetti fantastici e sanno essere sempre diversi così che possono rendere una foto magica, tenera, inquietante, oppure surreale. Peccato che i lockdown abbiano bloccato (per ora) il mio progetto al Cimitero Monumentale. Tiriamo le somme? In quest' anno così diverso ho fotografato molto, molto di meno, ma non sono deluso perché, qualcosa tra quello che ho fatto mi ha dato soddisfazione ed ho intravisto nuove strade. Vorrei provare a percorrerle. Grazie a chi ha avuto la pazienza di seguirmi fin qui.
  24. In attesa di fare qualcosa di nuovo, un ripescaggio. Nikon D500 17-70 Sigma a 50mm.
  25. Estate. In riva al mare. Mattina presto. Con il fresco delle primissime ore del giorno è bello passeggiare sulla spiaggia. Sulla battigia o appena dentro l’acqua che vicino alla riva ti massaggia delicatamente i piedi. Il sole ancora basso sull’orizzonte splende già nel cielo, ma i suoi raggi sono piacevoli e la temperatura dell’aria è ancora indulgente dopo una nottata decisamente fresca. Alcuni bagnanti che si accompagnano sulla riva in una passeggiata lenta e pigra appaiono come figurine stagliate fra cielo e mare, i tratti indistinguibili per la forte luce del sole che inonda le loro sagome, come in una rappresentazione di ombre cinesi. Altri hanno scelto di allontanarsi un po’ dalla spiaggia per pagaiare lentamente su una tavola, godendo della bonaccia che rende il mare un olio e la navigazione rilassata nella totale assenza di onde. Un bambino ha già preparato i suoi giochi sulla sabbia, abbandonandoli momentaneamente perché rincorso dalla madre che cerca di applicargli la crema per proteggerlo dal sole. Due innamorati si tengono per mano per il loro primo bagno della mattina e sembrano saggiare la temperatura del mare con l’acqua che già arriva alle ginocchia. Lei è incerta e si affida a lui e insieme si allontanano, per scambiarsi qualche tenero bacio una volta lasciato un po’ di spazio fra loro e gli occhi indiscreti sulla riva. Un anziano guarda il mare, solo, forse ripensando alla sua vita e a ciò che è stato, o sognando ciò che non potrà più essere. E mentre la spiaggia si popola progressivamente di uomini che ragionano di sport e di politica, donne che si scambiano confidenze e discorrono sui propri figli, adolescenti che giocano e bambini urlanti, il sole si arrampica alto rendendo sempre più forte la propria luce e accorciando le ombre sulla sabbia, disegnando nel cielo la sua calda parabola estiva. Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce. (L. Tolstoj)
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