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Giuseppe Paglia

Nikonlander
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Obiettivi di Giuseppe Paglia

Nikonlander Veterano

Nikonlander Veterano (4/6)

601

Reputazione Forum

  1. Spero (ma non solo io ne sono certo) che tu possa trovare delle buone posizioni dove realizzare degli ottimi scatti come quelli che hai messo in mostra lo scorso anno. Faccio il tifo per te ma non certo a scapito della sicurezza di alcuno. Forse le regole sono troppo stringenti alle volte e ci lamentiamo che non ci permettono di fotografare ma per noi è solo una passione e del resto quelle (le regole) valgono anche per i fotografi professionisti specializzati nelle competizioni motoristiche. E comunque ti invidio tantissimo!!!
  2. Abbiamo presentato momenti e momenti e momenti. Ci sono stati i momenti che hanno certamente rappresentato tanto per gli autori ... ma solo per loro. Ci sono stati i momenti dove posso mettermi in postazione e aspettare il gesto atletico che arriverà certamente per ogni atleta. Infine ho visto i momenti dove c'è stata attenzione e tempismo nel catturare il momento che quasi certamente sarà irripetibile. 1) Francesco Contu 2) Enrico Floris 3) Giuseppe Casella
  3. Enrico, grazie per i complimenti. Io avevo letto le notizie sulla fondazione di Buenos Aires ma le mie righe volevano accompagnare le immagini senza scendere troppo in profondità. Visto però che hai mosso le acque, raccontiamo l'aneddoto sull'etimologia del nome. L'attuale Buenos Aires fu fondata due volte, la prima nel 1536 (ma fu subito distrutta per un attacco subito da parte delle popolazioni indigene) e la seconda nel 1580, in entrambi i casi per volere di due esploratori spagnoli. La prima volta era stata chiamata Città dello Spirito Santo e Porto Santa Maria della Buona Aria ( Ciudad del Espíritu Santo y Puerto Santa María del Buen Ayre ), la seconda volta, quella definitiva, Città della Santissima Trinità e Porto della Nostra Signora delle Buone Arie ( Ciudad de la Santísima Trinidad y Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires ). Il filo sottile di cui parla Enrico è che entrambe le volte le maestranze a servizio del Regno di Aragona che aveva finanziato le esplorazioni erano Sardi, in quanto la Sardegna era annessa proprio al predetto Regno e la seconda parte del nome con il quale era stata battezzata la città onorava la Madonna di Bonaria a Cagliari.
  4. Buenos Aires resta una metropoli e di turisti ce ne sono tanti davvero, personalmente non ho avuto problemi a muovermi con l'attrezzatura al collo.
  5. Il mio viaggio nella Puna Argentina (del quale una sintesi fotografica vedrà la luce nel numero 12 del nostro Magazine) ha avuto inizio e fine nella capitale dello Stato sudamericano - Buenos Aires - e non potevano mancare due brevi e rapide escursioni. Soprannominata La Regina del Plata o La Parigi del Sudamerica, e nota anche con l'abbreviativo Baires. Oltre ad essere la città più popolosa del paese, è anche una delle più grandi metropoli sudamericane, è suddivisa in 15 comuni e in 48 barrios, è uno dei più importanti centri politici, culturali e finanziari dell'economia nazionale e, in virtù della fitta rete di nodi stradali e autostradali che si diramano lungo la metropoli, funge da principale punto di convergenza per i trasporti di tutta l'America meridionale. Al suo centro si trova Plaza de Mayo, circondata da edifici signorili del XIX secolo tra cui la Casa Rosada, il celebre palazzo presidenziale con balconi, il Cabildo di Buenos Aires, che oggi ospita il Museo Storico Nazionale del Consiglio e della Rivoluzione di Maggio, la Cattedrale. Nel mezzo della piazza, La Piramide de Mayo, un monumento storico, alta 19 metri e realizzata nel 1811 in occasione del primo anniversario della Rivoluzione di Maggio, e il Monumento equestre al generale Manuel Belgrano., alla cui base (contenuti da un recinto trasparente) si trovano i sassi lasciati dalle madri dei desaparecidos con i nomi dei loro figli dissidenti scomparsi durante la dittatura militare in Argentina tra il 1976 e il 1983. Il Puente de la Mujer (Ponte della Donna), è un'opera dell'architetto spagnolo Santiago Calatrava che si trova nel Dock 3 di Puerto Madero. Questa è una delle due realizzazioni di Calatrava in America Latina, l'altra è il Museo del Domani a Rio de Janeiro. Il quartiere più italiano e colorato di tutta Buenos Aires è il Barrio La Boca, una tappa obbligata in Argentina, nato come porto naturale sul Riachuelo. Dal 1870, il Barrio iniziò a ricevere un gran numero di immigrati, soprattutto italiani (in particolare genovesi), che costruivano le loro case con lastre di zinco e le dipingevano con le vernici lasciate dalle officine del porto, motivo per cui erano molto colorate, un’usanza che è ancora mantenuta in alcune parti del quartiere. Le case, che erano chiamate "conventillos", erano abitazioni collettive in cui vivevano numerose famiglie all’interno di spazi comuni. Furono proprio un gruppo di giovani italiani originari di Genova che il 3 aprile 1905 si incontrarono nella casa di Esteban Baglietto (vi parteciparono altre quattro persone, Alfredo Scarpatti, Santiago Sana e i fratelli Juan e Teodoro Farenga, costoro originari di Muro Lucano) per fondare un club di calcio, il CABJ ovvero il Club Atlético Boca Juniors. Il Caminito è un museo all'aperto lungo quasi 150 metri che vede nella sua estensione le tipiche case popolari in lamiera di diversi colori. Il suo tracciato sinuoso è dovuto al fatto che segue il corso di un torrente che scorreva lungo di esso fino all'inizio del XX secolo e, per molto tempo, la zona ha fatto parte della linea ferroviaria per Ensenada, fino a quando, nel 1928, la diramazione fu chiusa e il binario divenne un vicolo abbandonato. È stato grazie all'iniziativa di alcuni vicini che, negli Anni 50, il terreno è stato recuperato e trasformato nella strada museo, dove è possibile ammirare il “Filateado”, uno stile artistico unico che si è sviluppato a Buenos Aires. È caratterizzato da colori vivaci, linee curve e composizioni creative, solitamente utilizzate per decorare insegne e case. L'arte di strada espone i sentimenti delle persone emarginate che hanno abitato il quartiere fin dalle sue origini. Gli impressionanti graffiti murali mostrano la grande passione e la mitologia di La Boca. Oggi questa piccola strada è il simbolo delle origini del tango e della forte personalità di questa parte della città. Su Avenida Santa Fe nel barrio di Recoleta, nella zona di Barrio Norte, sorge un edificio progettato dagli architetti Peró e Torres Armengol per l'impresario Max Glücksmann e fu inaugurato con il nome di Teatro Gran Splendid nel maggio 1919. Realizzato in stile eclettico, presenta affreschi sul soffitto dipinti dall'artista italiano Nazzareno Orlandi. Alla fine degli anni Venti il teatro fu trasformato in cinema e nel 1929 proiettò i primi film sonori in Argentina. Nel febbraio 2000 l'antico teatro è stato trasformato nella Libreria El Ateneo Gran Splendid, le poltrone del cinema sono state rimosse e al loro posto sono stati installati scaffali per libri. In tutto l'edificio sono stati installati posti a sedere per i clienti, compresi i palchi del teatro ancora intatti, e sul retro di quello che era il palcoscenico è stata creata una caffetteria. Il soffitto, gli intagli ornamentali, il sipario cremisi, l'illuminazione dell'auditorium e molti dettagli architettonici sono rimasti. Nonostante i cambiamenti, l'edificio conserva ancora l'aspetto del grande teatro che era un tempo e ogni anno oltre un milione di persone varcano le sue porte.
  6. Se parliamo di assoluta conformità all'originale per la EN-EL15c molto probabilmente potremo fare la stessa considerazione per la la EN_EL25a. Io avevo guardato proprio quella per la mia Z30.
  7. Mauro concordo su molte cose che dici ma facendo un paragone con il mondo del pallone sappiamo bene com'è andata a finire quando diverse squadre hanno messo in discussione la UEFA e il suo Presidente. Possiamo essere sicuri che ci saranno costruttori che decidano di seguire la Ferrari fuori dagli attuali schemi e dai diabolici progetti della FIA? Va bene anche questo ma non vorrei sentirmi dire che quando vincevamo sempre non ci lamentavamo proprio (come dice cismax) e che se non riusciamo più a farlo è colpa nostra perché non siamo capaci di adeguarci ai regolamenti e non possiamo (o non vogliamo) investire in tecnici e tecnologie. Io trovo che la F1 d'oggi sia assolutamente snaturata e ci sono regole assurde come appunto quella dei periodi di prova ben specifici. Per fortuna ci sono le nostre Z a tirarci su il morale!
  8. Sono cambiati i tempi? Certamente sì. La fotografia è un racconto in sintesi, ma non sempre un messaggio può essere trasmesso con una sola foto e allora le aziende, da 5/6 anni, hanno deciso di puntare sulla creazione di video per la propria comunicazione social, facendone un punto cardine delle strategie di marketing. A questo punto le persone che al giorno d’oggi “vivono” sulle piattaforme social (e sono sempre più anche le quelle adulte a farlo), divorando una marea di contenuti, piuttosto che avere centinaia di foto che intasano i feed di Instagram e Facebook (tra selfie, panorami al tramonto e filtri di ogni genere), rivolgono la loro attenzione alle Stories, ai video brevi di TikTok, ai Reels, e via così. Perché scegliere una foto e non un video? Il video richiede un’attenzione maggiore, una volta che si comincia a guardare bisogna dedicarcisi fino alla fine. Se è vero che decido io se guardarlo o non guardarlo è altrettanto vero però che è l’autore del pezzo che decide quanto tempo mi porterà via dall’inizio alla fine. E mi capita anche di doverlo riguardare. La foto funziona in modo diverso. Come per il video, sono io che decido se guardarla o meno ma mi lascia la libertà di avvicinarmi ed allontanarmi e sono io che decido quando ho capito e passo oltre, perché persone diverse hanno tempi di lettura diversi.
  9. I cicli partono da lontano e con Todt è stato uguale. Lui arriva in Ferrari nel 93, alla fine della stagione 95 la Ferrari ingaggia Schumi e l'anno successivo arrivano gli ingegneri Byrne e Brawn. Nei campionati dal 1997 al 1999 combattiamo ma restiamo dietro (nel 1999 vinciamo il titolo costruttori). Solo dopo 16 anni dall'ultimo titolo, nel 2000, la Rossa torna a vincere! La situazione non è bella, tutt'altro, e ai mancati risultati si sommano episodi certamente imbarazzanti (decisioni del muretto che sembrano essere improntati perlomeno all'improvvisazione se non proprio a un'anarchia organizzativa). Dal 2008 ad oggi sono trascorsi altri 16 anni e non siamo neppure così vicini alla Red Bull (e in Cina anche la McLaren ce le ha suonate) ma Vasseur non è arrivato in Ferrari da 7 anni ma solo da 1. Chi ha scelto Vasseur lo ha fatto con cognizione di causa (speriamo) e deve assumersi il peso di difenderne l'operato. Lui deve poter lavorare tranquillo ma i passi in avanti devono vedersi. Come afferma il giornalista, deve iniziare a dimostrare il valore della sua leadership.
  10. Potrei scrivere sull'originalità dell'idea o sul ritorno alle mie origini siciliane ma ciò non toglie che i miei 25 punti vanno alla serie 14 di Max, che illustra l'artigianalità di un dolce che ha origini romane, rivisitazioni arabe e poi arriva come per magia in Sicilia, in un convento di suore. Le indicazioni di voto recitano fino a tre foto ... quindi andrà certamente bene anche solo una preferenza.
  11. 12 - Corale gregoriana per gli 800 anni della costruzione dell'Ospedale di Vercelli
  12. 4.1, 4.2 e 4.3 - Difficult, more difficult, increasingly difficult! 5 - Tocca a te, dai, tira 'sti dadi!
  13. La fotografia subacquea è tutto un mondo a se per le sue caratteristiche che la rendono di non facile realizzazione ma tu la padroneggi con bravura. La soddisfazione ce l'hai negli scatti che hai condiviso con noi. Fortunatamente questo sito marino è così al di fuori (e senza tutte le comodità) dalle rotte turistiche che riesce ancora a mantenersi integro. Personalmente ti ringrazio per avermi fatto conoscere l'esistenza dell'arcipelago Raja Ampat!
  14. Per il mio gusto, tutti gli scatti hanno qualche errore ma nel complesso il tentativo merita una bella sufficienza d'incoraggiamento. Posso darti la mia opinione sui singoli scatti? Inizio! Bella posa la prima ma mi disturba quell'unica parte della modella fuori fuoco (mano dx) e in pp avrei aperto un po' le ombre (per dare qualche dettaglio in più della giacca e staccare meglio i capelli) e schiarito il viso. Sulla seconda, avresti potuto togliere un po' d'aria sopra la testa e non mozzare la mano sx, per quanto questa sia tenuta in tasca. La terza è quella che, come posa, è corretta ma, la tonalità dello sviluppo in B/N a me non piace. Questo però è molto soggettivo e quindi se a te piace va bene così. La quarta, per me, a differenza delle altre, ha proprio un problema sulla posa, perché risulta troppo schiacciata sulla parte destra che resta anche indietro rispetto al lato sinistro, più avanzato. Troppo al limite dell'inquadratura il piede destro. Sul viso, la luce (forse quella riflessa dal basso del tavolato illuminato) crea contrasti che a me non piacciono. Anche in questa si perdono i dettagli dell'abbigliamento. Ultimo scatto. L'ora non era certo la migliore e le ombre sul viso potevano essere schiarite o in fase di realizzazione con un pannello riflettente o in pp. La posa non mi spiace (bella l'attenzione alle sole dita del piede sx appoggiate sul masso) anche se le mani avrebbero potuto "posare" diversamente. Mannaggia all'angolino del jeans tagliato! Un plauso però per l'intraprendenza di uscire dalla comfort zone dei tuoi soliti scatti paesaggistici e cartolinari (come li hai definiti tu)
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