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Max Aquila

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  1. pazienza, ci vuole pazienza per leggere tutto fino in fondo, ma alla fine si ottiene un quadro di insieme degno di pubblicazione, come da sempre sono i tuoi articoli su questa materia. Io mi permetto di aggiungere un "disclaimer" che possa levare un briciolo di confusione ai meno adepti in questa materia, quella della fotografia a distanza ravvicinata, che si divide tra due branche di utilizzo, cui fa riferimento un corollario: quello di ottenere il massimo rapporto di ingrandimento del soggetto nel fotogramma, insieme al massimo di dettaglio del particolare, indipendentemente dalla riconoscibilità dello sfondo (che per la dottrina principale non risulta mai di eccessivo interesse, tanto da arrivare a sostituire eventuali elementi di distrubo con sfondi artificiali, con il nero dato dal contrasto luminoso di un flash, con l'accoppiata di focali estreme e tubi di prolunga), in modo da eliminarne qualsiasi interferenza. Hai ben spiegato che nella maggior parte dei tuoi calcoli ti sia basato sull'utilizzo dell'obiettivo (con lente addizionale o con tubo di prolunga) utilizzato ad infinito: Vorrei fosse chiaro che ciò corrisponda alla gestione dell'obiettivo in manual focus, invece che in AF, con cui avvicinandosi al soggetto, ovviamente, si raggiunge la minima distanza di messa a fuoco, che dovrebbe essere quella a cui un obiettivo macro sia ottimizzato a funzionare. (infatti nell'articolo hai utilizzato come esempio non un macro, ma uno zoom generico, come il 24-200) Ed allora io direi che per completezza di narrazione, andrebbe aggiunto che utilizzare l'obiettivo in MF (se all'infinito) significhi cercare il fuoco sul soggetto muovendosi avanti ed indietro (se a mano libera) o utilizzando lo spostamento della slitta di una testa treppiede specifica: cosa non propriamente facile per chi non sia avvezzo a questo tipo di uso. Sicuramente usare l'obiettivo all'infinito, specie su uno zoom, mette al riparo dal famoso Focus Breathing (diminuzione progressiva della lunghezza focale reale) sulla quale ti sei spesso soffermato, ossia tiene il valore di RR maggiore possibile, indipendentemente dl mezzo di ingrandimento utiizzato (lente o tubo). Di mio ritengo quindi che l'uso dell'uno o dell'altro dei due sistemi, al netto delle specifiche controindicazioni (perdita di luminosità per i tubi, possibile distorsione per le lenti addizionali non all'altezza) si attesti su due diversi tipi di fotografi del close-up: chi ne faccia un utilizzo più immediato, a mano libera, in condizioni luminose variabili, senza necessità di raggiungere un determinato RR, userà le lenti addizionali consigliate, che gli consentiranno affidabilità di autofocus e se del caso (insetti in volo, fiori col vento) anche di raffica (flash incluso) chi abbia molto più tempo e desideri il raggiungimento del risultato ideale che quell'obiettivo possa dare, indipendentemente dalla facilità di accesso, dalla pazienza soggettiva (e del soggetto ritratto), dalla necessità di un'attrezzatura più da treppiede con slitta o testa a cremagliera che di scatto al volo, a costo della quota di luce che costa un tubo, per quanto piccolo sia: userà il tubo di prolunga con obiettivo posto all'infinito, in MF e al prezzo di "un colpo solo" per volta. Io, nel mio piccolo di affascinato dalla disciplina...non ho dubbi: uso i tubi di prolunga una volta ogni dieci di utilizzo delle lenti addizionali, ottime e dai tanti diametri e differenti potenze, che ormai posseggo.
  2. PROMOZIONE MEGADAP MTZ11 | operazione valida dal 15 Aprile al 15 Maggio attraverso punti vendita specializzati Megadap è attiva, da oggi 15 Aprile fino al 15 Maggio, la promozione Megadap MTZ11 per attacco Leica M che, attraverso adattatori converter di tiraggio lens mount aggiuntivi consente l'impiego di obiettivi Leica R, Nikon F, Canon FD e EF, Contax Yashica Zeiss, Minolta MD, Olympus OM ma anche obiettivi con innesto a vite 42mm. MTZ11 offre messa a fuoco motorizzata attraverso estensione o contrazione del tiraggio, permessa dal motore concentrico dall'adattatore con ampio spostamento AF di 6,5mm. Supporta funzionalità Nikon AF-S, AF-C, AF-F, Eye-AF e Face Detect. Un'occasione per chi sia interessato alle molteplici opportunità offerte da questo adattatore, più volte messo alla prova negli articoli di questa sezione di Nikonland
  3. Il miracolo moderno della replica di suggestioni passate grazie alla disponibilità delle attrezzature attuali, aperte ad ogni confronto
  4. Leoluca Orlando (di spalle) e Letizia Battaglia alla sua destra, sotto l' albero Falcone a Palermo, trenta giorni dopo la strage di Capaci, dopo una delle innumerevoli catene umane che legavano idealmente il Tribunale di Palermo con il luogo della residenza dei giudici Falcone e Morvillo migliaia di cittadini e di persone giunte da ogni parte di Italia e dall'estero, che tenendosi per mano realizzavano lunghissime catene umane a dimostrazione dell'afflato e della coincidenza di intento della gente normale, di fronte all'efferatezza delle stragi di mafia, alla violenza, alla sopraffazione del diritto, alla prevalenza degli interessi di parte e noi eravamo sempre presenti, con le nostre macchine fotografiche a documentare, perchè ne restasse il Segno il 1992 sancì l'inizio della Primavera di Palermo, con la nuova alleanza politica di Orlando (la Rete) nella quale fu parte attiva Letizia Battaglia
  5. col suo ventaglio in mano, slightly out of focus...(alla maniera dei reporter), con tutta la grana della mia T-Max 400 tirata a 1600 sulla mia Nikon qui è il 19/8/92 e siamo in via Libertà a Palermo per commemorare ad un mese, la strage di via Mariano d'Amelio che quest'anno, dopo trenta, non la vedrà in prima fila dove è sempre stata. Letizia Battaglia non aveva paura se non del silenzio e dell'omertà che circondano le vicende che riguardano malaffare, corruzione, sfruttamento e mafia, delle quali la sua azione e la sua Fotografia sono state strumento di denuncia. Una fotografa premiata per la sua espressività concettuale, prima tra le donne, con il premio Eugene Smith per la fotografia sociale nel 1985 e poi anche col Mother Johnson Achievement for Life nel 1999, quindi nel 2009, col Cornell Capa Infinity Award; nominata dal New York Times nel 2017, tra le 11 donne più rappresentative del mondo (unica italiana). Nata fotograficamente alla fine degli anni 60 con l'amicizia di fotografi Magnum del calibro di Josef Koudelka e Franco Zecchin, (nella foto qui sotto) (foto: Episcopio courtesy) con il quale realizzò l'agenzia Informazione Fotografica che poi continuò, come laboratorio d' IF negli anni 80, nello sviluppo e nella ricerca della comunicazione fotografica per un lungo periodo, contribuendo anche alla formazione di molti fotografi contemporanei. Aprì a Palermo una casa editrice (Edizioni della Battaglia) e pubblicando molti autori con tematiche specifiche di evoluzione, rivoluzione del costume, immagine, politica. Poi una rivista bimestrale, Mezzocielo. In prima linea dovunque ci fossero storie di donne sfruttate o emarginate, così come nella organizzazione di centri culturali, come quello dedicato a Peppino Impastato, il giornalista ucciso dalla mafia e raccontato ne "I cento passi" La sua parentesi di reporter del quotidiano palermitano L'Ora, durante la quale realizzò i reportage che l'hanno a lungo imprigionata con l'etichetta di fotografa di mafia (lei precisava "contro la mafia") è una fase solamente della sua produzione e sicuramente un fortissimo incentivo all'azione ed impegno politico e sociale per il quale l'abbiamo conosciuta amata ed eventualmente anche odiata, per un certo presenzialismo che negli ultimi anni ho capito essere stato più un peso terribile che una occasione di protagonismo per la donna Letizia, piuttosto che per la figura di sè che nel tempo si era andata formando. Le fotografie restano a testimoniare l'impegno, tanto quanto i riconoscimenti tributati tra i tanti, anche da Wim Wenders nel suo film sullanostra città, Palermo shooting. La sua creatura più cara, il recupero dei Cantieri della Zisa, diventati Culturali con il suo contributo artistico, dedicato alla creazione di un punto di riferimento per la Fotografia intesa come Arte Espressiva: fondando il Centro Internazionale di Fotografia. Innumerevoli mostre, convegni e corsi, quelli organizzati per assicurare uno spazio espositivo e realizzativo anche a chi volesse muovere i primi passi in questo ambito. L'ho ascoltata raccontarsi negli ultimi anni di questa sua lunga vita (aveva 87 anni) e ho capito che lo spessore umano è sempre maggiore di ciò che l'espressione artistica possa dimostrare: nonostante premi e riconoscimenti. Avrebbe continuato a fare: a due passi da casa mia è in fieri l'organizzazione del primo museo della Fotografia di Palermo, in un bellissimo villino liberty. L'avrebbe dovuto curare lei... Ora ci manca.
  6. non l'avevo ancora letto e mi sono portato avanti perchè mi interessa molto la seconda delle features promesse: quella del supporto alla messa a fuoco a mano per i videografi, che a mio parere si potrebbe ripercuotere anche sul focus stacking incorporato a quelle Z
  7. Tra le stranezze che circolano su ebay, ogni tanto la marea fa spiaggiare qualcosa su cui si ferma la nostra attenzione.... Nella fattispecie un accessorio Manfrotto nato per le compatte, costituito da uno snodo in gomma provvisto alle due estremità di due piattelli, uno con impanatura classica da 3/4" per essere fissato su di un monopiede, e dall'altra parte, analoga vite per il fondello della fotocamera. Tutto in meno di cinque cm di altezza e 53 grammi di peso La mia curiosità nasce dalla mia pratica di windsurf che mi ha fatto sbellicare dalle risate nel vederlo, essendo ne più ne meno identico ad analogo snodo per l'articolazione sulla tavola dell'albero di un windsurf: Bene... ma da utilizzarlo buffamente sotto una compatta ad uno dei nostri obiettivi ce ne corre, ho pensato ! Però costava un nonnulla e ho voluto fare la prova: eccolo allora alle prese con tre robi non da poco... da destra verso sinistra: Sigma Art 135mm f/1,8 DG + FTZ Z Nikkor 70-200mm f/2,8 tale e quale Nikkor AiS 400mm f/3,5 + Megadap ed anello adattatore per Nikon F tre pesi ben differenti (anche per il diverso bilanciamento) Sigma Art Z Nikkor Zoom Nikon F Ebbene: ecco il responso del test di questo divertente accessorio Manfrotto: accettabile su Sigma Art 135/1,8, nonostante il peso e lo sbilanciamento netti verso la testa dell'obiettivo, causati anche dall'attacco treppiede presente solamente sotto l' FTZ perfetto ed equilibratissimo sull'omogeneo zoom Z Nikkor 70-200/2,8S, nonostante il peso maggiore, e grazie all'impanatura centrale (levata la staffa) che equilibra alla perfezione il sistema impensabile da utilizzare con obiettivi pesanti (e fortemente sbilanciati in avanti) come il mio glorioso gladiatore 400/3,5 ma è un oggettino interessante per tutte quelle situazioni nelle quali il posizionamento su monopiede debba essere mobile anche in testa, in alternativa all'acquisto di una testa a due movimenti, come quelle delle quali abbiamo anche parlato in passato Manfrotto, una volta tanto... Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
  8. Si...mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu: questo critico qui sopra mi sembrava Carlo Verdone flippato . A me pare che tutto sia già stato scritto: sarà il periodo pasquale... Suggerisco per analogia "Voyage of the Acolyte" di un solingo Steve Hackett. Ma parliamo di quasi 50nt'anni or sono ...
  9. In questa sezione gli altri articoli sui Megadap compreso l'articolo esplicativo sugli adattatori per Nikon Z
  10. eh no: guarda che il x (fattore moltiplicativo) si riferisce alla prima delle due cifre (7x 8x 10x 12x 20x 30x) La seconda cifra è invece il diametro della lente frontale. La pupilla si ottiene dividendo il diametro per il fattore di ingrandimento (8x 40 = 40/8= 5) Mi sa che devi rivedere quanto fin qui suggerito...
  11. Non ci manca proprio nulla e nulla ci facciamo mancare: viviamo in un'epoca nella quale in ambito foto nulla è precluso, neppure l'accostamento tra nomi così distanti come Leitz e Nikon Z, eppure così vicini, grazie all'aiuto del nostro adattatore AF preferito, il Megadap MTZ-11, che tutto unisce e consente. Ecco allora che in questo weekend ho serenamente rinunciato ai miei tanti obiettivi Z Nikkor, per mettere in borsa (anzi borsetta, date le dimensioni contenute) un set di tre obiettivi che hanno il fascino del nome che portano orgogliosamente fin dai tempi delle fotocamere a telemetro, insieme alla mia mirrorless più eclettica, la Nikon Z50: Leitz Summicron R 50/2 Leitz Elmar R 180/4 Minolta M-Rokkor 90/4 Un trio di lenti accomunate dall'adattatore R-M per i due Leitz e dalla baionetta M per il Minolta, nato per le telemetro CL e CLE, da montare sul MTZ-11 che come abbiamo tante volte ricordato, consente oltre alla possibilità di montare su Nikon Z praticamente qualsiasi obiettivo dell'orbe terracqueo, (grazie all'ampio tiraggio Zmount), anche quella di trasformare in AF obiettivi MF oppure di AF incompatibile con quello moderno delle Nikon Z. Un ottimo espediente, per far diventare un giuoco il poter riesumare progetti ottici di eccellenza, o semplicemente di affezione pèersonale, per essere stati usati da noi o dai nostri cari nell'arco delle nostre esperienze fotografiche. Due giornate di sole e luce eccezionale, come spesso in questa stagione, accompagnate da un vento che ha contribuito a portare e spostare le nuvolette che hanno arricchito gli sfondi delle mie foto. Di questo terzetto l'obiettivo che preferisco, fin da quando l'ho avuto in mano, è il Summicron R 50/2, seconda serie del 1973, nato per le Leicaflex, distinto dal modello successivo per una diversa disposizione dei gruppi ottici delle sei lenti di cui è composto e dal diametro filtri e configurazione di paraluce e tappo (la mia fonte sono gli articoli e la competenza di Marco Cavina) Lo preferisco perchè è plastilina nelle mani di ogni fotografo: morbido e pastellato, quando serva, acuto e contrastato non appena lo si imposti per ottenere tale risultato, filtrando on-camera o postproducendo in camera chiara... Non ci credete?.... ecco come si è comportato in questi giorni in esterni: E' chiaro? Da un estremo all'altro della scala di contrasto, ideale nella fotografia di ritratto...infatti: Tutte le immagini scattate a diaframmi f/2 ed f/4 come sono abituato a fare sempre col Megadap, (che non è un adattatore che nasca per i diaframmi chiusi...), sicuramente non quelli caratterizzati dalla maggiore acutezza di questa lente, ma proprio per questo molto plasmabili in ripresa e dopo. L'altro Leitz R utilizzato nel weekend è un teleobiettivo classico per questo schema, l' Elmar 180mm f/4 anni '70: il meno luminoso di un trittico di 180mm che comprendeva i più pregiati f/2,8 ed f/3.4 Apo e proprio per questo, certamente il più comune di casa Leitz, schema caratterizzato (come da fonte Marco Cavina) da 5 lenti in 4 gruppi E' una focale che mi è parecchio congeniale, sia per essere felice possessore di un Nikon AF-D 180/2,8, sia per utilizzare incosciamente questa focale, spesso, quando utilizzo uno zoom 70-200 vicino alla sua massima estensione: è pertanto un obiettivo che mi piace utilizzare a distanze brevi e medie, tra il ritratto e il panorama stretto: come ben vedete, anche questo "economico" Leitz, comunque molto interessante e particolarmente ampio di gradazione cromatica, pur se ben differente dall'aggressività tipica degli antiriflesso moderni delle ottiche di questa focale. Consente di rendere il soggetto con il contrasto che si preferisca, rispettando quando serva i colori tenui. E con il Megadap MTZ-11 capace di un AF affidabile anche con soggetti dalla dinamica...meno prevedibile...: Rilassante, no?.... Il terzo obiettivo portato a spasso in questo weekend è il più semplice ed al tempo stesso, più sorprendente del lotto: non è Leica, ma fu costruito con le specifiche dell' Elmar corrispondente, per funzionare sulle Leica CL e Minolta CL e CLE, compattissime fotocamere a telemetro, nate per mantenere un livello commerciale che potesse far sopravvivere Leica, i cui pezzi pregiati costavano (e continuano a costare) patrimoni, per questo fortemente oggetto di critiche da parte dei puristi della Casa di Wetzlar, ma alla fine della fiera, i sistemi camera più venduti in termini di numero di pezzi...! Ovviamente: e non certo per un discorso solamente economico, perchè questo Minolta M-Rokkor 90mm f/4 mediotele da 4 lenti in 4 gruppi, dal peso di 250grammi e alto solamente 6 cm... anche di questa serie di obiettivi ha ampiamente parlato e descritto Marco Cavina, scrivendone anche su NOC Sensei, dove è una firma fissa, per nostra cultura ! Come parlano le foto del mio M-Rokkor 90/4 adattato con Megadap su Nikon Z50...? giudicate voi: io lo trovo addirittura ...moderno, pur nella semplicità estrema del suo essere... Un bel fine settimana, diventato un test per questo adattatore di Gabale, distribuito da Nital, venduto anche su New Old Camera. Una serie di foto, realizzate prevalentemente a TA con tutti e tre gli obiettivi utilizzati, pur se variati nella loro focale reale dal crop del sensore Dx della Z50, con la quale il 50mm diventa già un mediotele, il 90mm un 135mm-eq ed il 180mm un potente 270mm-eq. E con le prove di messa a fuoco sia in AF-Single, sia in AF-Continuous, sia in AF-Auto a fotogramma intero (per esempio con i gabbiani ed il 180/4) Ma un test che è proseguito in interni, in serata, alla mostra dei modellini in diorama di un mio amico, medico chirurgo, ma con la passione della MotoApe Piaggio, ovvero il tramite tra la capacità di arrangiarsi tutta meridionale degli italiani e la loro ...pulsione commerciale. Ancora viva dalla nostre parti: divertitevi con le foto scattate a luce ambiente e mano libera, in AF, con il Leitz Summicron 50/2, talvolta a distanza ravvicinata, grazie ad un tubo automatico da 11mm anteposto al Megadap, in un ulteriore esercizio di provocazione ad un adattatore che si è dimostrato in tutto quest'anno al di sopra di ogni sospetto ! Una premessa: a Palermo l' APE 50 si chiama 'a Lapa ...anzi , 'u Lapino... e per finire...sempre a tutta apertura del Summicron...: pane e panelle dal panellaro ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
  12. Si, proprio una ottima analisi. Peraltro dovrebbe essere facile per chi ama talmente gli animali da passare tutto il suo tempo a fotografarli che andrebbero trattati in foto per restituirli per ciò che sono: creature vive....
  13. molti Savoia Marchetti furono costruiti con licenza negli stabilimenti Caproni... C'era l'embargo e in Italia si costruiva dove si poteva
  14. Beh, peccato: un'occasione perduta, anche perchè Caproni nella Grande Guerra non aveva ancora le insegne littorie...ovviamente e fu il primo bombardiere tattico usato in un conflitto nella Storia. E l'Aeronautica Italiana, la prima a costituirsi militarmente per questo scopo. Le vicende successive dell' Azienda si incrociano ovviamente con quelle del regime successivo, sfociando nel maggior successo civile che mai un marchio aeronautico possa vantare: la trasvolata atlantica. Il fascio appesantiva solamente un successo industriale tutto italiano. E affossò la Caproni, che dopo la IIWW, nonostante i riconoscimenti conferiti da Roosevelt, fu costretta alla riconversione industriale: proprio come Nippon Kogaku....della quale mi pare parliamo da 15 anni su questo sito...
  15. Io si...ma lascio spazio a Mauro, sicuramente vorrà aprire un capitolo al riguardo...
  16. Pale in moto a 1/125" e aereo fermo: bravo! Bella prova di compromesso tra nitidezza e dinamismo del soggetto. Hai dimenticato di ricordare il perché gli idroplani Caproni abbiano un posto nella storia dell'aviazione moderna... Non tutti lo sapranno...
  17. Max Aquila

    Gattonando nel mondo Z

    Ehhh...beh... Enrico, per ostinazione tutta sarda mi sa che ti sei perso in questi anni il meglio dell'evoluzione del digitale sotto l'insegna del marchio Nikon: che, inutile a dirsi, si è sviluppata attraverso le DSLR FX, non quelle che hai usato tu. La D500, alla quale sei tanto affezionato, è in realtà un cavallo bizzarro, difficilotto da domare in termini di interazione tra processore e periferiche (sensore, esposimetro) ed alimentazione: certamente anni luce superiore alle altre dx che hai citato, per esempio alla 7100 che ho avuto e i cui colori sembravano quelli delle figurine Panini. Ti sei persa la lettura nelle ombre delle D3/700, e la saga delle magnifiche, rissose ed incredibili D8xx, a partire dalla MF D800 , a finire allo stupor mundi D850 con la quale avresti saputo rendere giustizia alla tua Fotografia, fatta di emozioni e suggestioni, che adesso con la caccavella della serie Z ti pare trasfigurata. Dimentica le reflex e goditi questo nuovo mondo cui Nikonland ti ha costretto, addomesticandoti in qualche annetto... Ajò !
  18. comunque l'occasione è propizia per annunciare che finalmente anche su Nikonstore.it è possibile preordinare prodotti non ancora disponibili, mettendosi così a turno per l'evasione dell'ordine online.
  19. Non ancora: se si va avanti, messo nel carrello, compare l'avviso che si tratta di un pre ordine La disponibilità sarà prevedibilmente a partire da maggio
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