Non ci manca proprio nulla e nulla ci facciamo mancare: viviamo in un'epoca nella quale in ambito foto nulla è precluso, neppure l'accostamento tra nomi così distanti come Leitz e Nikon Z, eppure così vicini, grazie all'aiuto del nostro adattatore AF preferito, il Megadap MTZ-11, che tutto unisce e consente.
Ecco allora che in questo weekend ho serenamente rinunciato ai miei tanti obiettivi Z Nikkor, per mettere in borsa (anzi borsetta, date le dimensioni contenute) un set di tre obiettivi che hanno il fascino del nome che portano orgogliosamente fin dai tempi delle fotocamere a telemetro, insieme alla mia mirrorless più eclettica, la Nikon Z50:
- Leitz Summicron R 50/2
- Leitz Elmar R 180/4
- Minolta M-Rokkor 90/4
Un trio di lenti accomunate dall'adattatore R-M per i due Leitz e dalla baionetta M per il Minolta, nato per le telemetro CL e CLE, da montare sul MTZ-11 che come abbiamo tante volte ricordato, consente oltre alla possibilità di montare su Nikon Z praticamente qualsiasi obiettivo dell'orbe terracqueo, (grazie all'ampio tiraggio Zmount), anche quella di trasformare in AF obiettivi MF oppure di AF incompatibile con quello moderno delle Nikon Z.
Un ottimo espediente, per far diventare un giuoco il poter riesumare progetti ottici di eccellenza, o semplicemente di affezione pèersonale, per essere stati usati da noi o dai nostri cari nell'arco delle nostre esperienze fotografiche.
Due giornate di sole e luce eccezionale, come spesso in questa stagione, accompagnate da un vento che ha contribuito a portare e spostare le nuvolette che hanno arricchito gli sfondi delle mie foto.
Di questo terzetto l'obiettivo che preferisco, fin da quando l'ho avuto in mano, è il Summicron R 50/2, seconda serie del 1973, nato per le Leicaflex, distinto dal modello successivo per una diversa disposizione dei gruppi ottici delle sei lenti di cui è composto e dal diametro filtri e configurazione di paraluce e tappo
(la mia fonte sono gli articoli e la competenza di Marco Cavina)
Lo preferisco perchè è plastilina nelle mani di ogni fotografo:
morbido e pastellato, quando serva, acuto e contrastato non appena lo si imposti per ottenere tale risultato, filtrando on-camera o postproducendo in camera chiara...
Non ci credete?.... ecco come si è comportato in questi giorni in esterni:
E' chiaro? Da un estremo all'altro della scala di contrasto, ideale nella fotografia di ritratto...infatti:
Tutte le immagini scattate a diaframmi f/2 ed f/4 come sono abituato a fare sempre col Megadap, (che non è un adattatore che nasca per i diaframmi chiusi...), sicuramente non quelli caratterizzati dalla maggiore acutezza di questa lente, ma proprio per questo molto plasmabili in ripresa e dopo.
L'altro Leitz R utilizzato nel weekend è un teleobiettivo classico per questo schema, l' Elmar 180mm f/4 anni '70: il meno luminoso di un trittico di 180mm che comprendeva i più pregiati f/2,8 ed f/3.4 Apo e proprio per questo, certamente il più comune di casa Leitz, schema caratterizzato (come da fonte Marco Cavina) da 5 lenti in 4 gruppi
E' una focale che mi è parecchio congeniale, sia per essere felice possessore di un Nikon AF-D 180/2,8, sia per utilizzare incosciamente questa focale, spesso, quando utilizzo uno zoom 70-200 vicino alla sua massima estensione: è pertanto un obiettivo che mi piace utilizzare a distanze brevi e medie, tra il ritratto e il panorama stretto:
come ben vedete, anche questo "economico" Leitz, comunque molto interessante e particolarmente ampio di gradazione cromatica, pur se ben differente dall'aggressività tipica degli antiriflesso moderni delle ottiche di questa focale. Consente di rendere il soggetto con il contrasto che si preferisca, rispettando quando serva i colori tenui.
E con il Megadap MTZ-11 capace di un AF affidabile anche con soggetti dalla dinamica...meno prevedibile...:
Rilassante, no?....
Il terzo obiettivo portato a spasso in questo weekend è il più semplice ed al tempo stesso, più sorprendente del lotto:
non è Leica, ma fu costruito con le specifiche dell' Elmar corrispondente, per funzionare sulle Leica CL e Minolta CL e CLE, compattissime fotocamere a telemetro, nate per mantenere un livello commerciale che potesse far sopravvivere Leica, i cui pezzi pregiati costavano (e continuano a costare) patrimoni, per questo fortemente oggetto di critiche da parte dei puristi della Casa di Wetzlar, ma alla fine della fiera, i sistemi camera più venduti in termini di numero di pezzi...! Ovviamente:
e non certo per un discorso solamente economico, perchè questo Minolta M-Rokkor 90mm f/4 mediotele da 4 lenti in 4 gruppi, dal peso di 250grammi e alto solamente 6 cm...
anche di questa serie di obiettivi ha ampiamente parlato e descritto Marco Cavina, scrivendone anche su NOC Sensei, dove è una firma fissa, per nostra cultura !
Come parlano le foto del mio M-Rokkor 90/4 adattato con Megadap su Nikon Z50...?
giudicate voi: io lo trovo addirittura ...moderno, pur nella semplicità estrema del suo essere...
Un bel fine settimana, diventato un test per questo adattatore di Gabale, distribuito da Nital, venduto anche su New Old Camera.
Una serie di foto, realizzate prevalentemente a TA con tutti e tre gli obiettivi utilizzati, pur se variati nella loro focale reale dal crop del sensore Dx della Z50, con la quale il 50mm diventa già un mediotele, il 90mm un 135mm-eq ed il 180mm un potente 270mm-eq.
E con le prove di messa a fuoco sia in AF-Single, sia in AF-Continuous, sia in AF-Auto a fotogramma intero (per esempio con i gabbiani ed il 180/4)
Ma un test che è proseguito in interni, in serata, alla mostra dei modellini in diorama di un mio amico, medico chirurgo, ma con la passione della MotoApe Piaggio, ovvero il tramite tra la capacità di arrangiarsi tutta meridionale degli italiani e la loro ...pulsione commerciale.
Ancora viva dalla nostre parti: divertitevi con le foto scattate a luce ambiente e mano libera, in AF, con il Leitz Summicron 50/2, talvolta a distanza ravvicinata, grazie ad un tubo automatico da 11mm anteposto al Megadap, in un ulteriore esercizio di provocazione ad un adattatore che si è dimostrato in tutto quest'anno al di sopra di ogni sospetto !
Una premessa: a Palermo l' APE 50 si chiama 'a Lapa ...anzi , 'u Lapino...
e per finire...sempre a tutta apertura del Summicron...: pane e panelle dal panellaro !
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
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