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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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  1. Si va a piedi, è una passeggiata piuttosto lunga; le aree con gli animali sono recintate e ci sono punti di osservazione rialzati o comunque protetti per osservare o fotografare senza impedimenti; per certi animali non pericolosi puoi anche entrare nel recinto.
  2. Il Bayerischer Wald è parte di una vasta regione forestata di collina che si estende fino alla Repubblica Ceca. E' stato il primo Parco Nazionale tedesco. Nella foresta vivono liberi numerosi animali un tempo diffusi in tutta Europa, dai più comuni cervi e cinghiali fino ai lupi e orsi. Il fatto che ci siano è una cosa, vederli è un'altra. Per cui ecco una breve spiegazione per chi non conoscesse questo parco e magari gli andrebbe di farci un giro fotografico prima o poi. La maggior parte dei fotografi non "avventurieri" si reca nei due "tierpark" (parchi zoo) principali, situati uno a Neuschonau e l'altro a Lohberg. Si tratta di due strutture assai diverse. Neuschonau è molto grande, con ampi recinti boscati dove gli animali hanno molto spazio a disposizione. Questo fa sì che siano più liberi di muoversi, più a loro agio, si possono fare ottime foto ambientate, per contro alcuni soggetti sono meno facili da vedere, occorre un po' di pazienza e può anche andare buca. E' aperto praticamente sempre, non si paga l'ingresso, si paga il parcheggio (5 euro per tutta la giornata, al momento in cui scrivo). Lohberg invece è simile ad un parco zoo, con anche galline, coniglietti ed asinelli, con la maggior parte dei recinti molto piccoli (solo i lupi hanno un certo spazio) . Per i soggetti più fotogenici (lupo e lince) ci sono altane e postazioni per fotografare al di sopra o attraverso le grate. A Lohberg sono possibili foto in soggettiva o comunque inquadrature ravvicinate, ma non ambientate. Ho riconosciuto alcune location di foto di lupi molto famose... . Il parco ha orari di apertura e si paga un biglietto d'ingresso (10 euro al momento in cui scrivo). Io ho passato tre giorni a Neuschonau e mezza giornata a Lohberg. Per dare un'idea dello spazio a disposizione della Lince a Neuschonau, queste foto sono state scattate allo stesso soggetto da posizioni diverse con 300mm e TC14 su nikon D7100 : La lince era più o meno nello stesso posto. Ma è lei che si è concessa. Il primo giorno non sono nemmeno riuscito a vederla. Nè io nè altri. Questo, sarà strano ma mi rende la cosa più attraente e mi fa preferire Neuschonau a Lohberg dove puoi sì fare i bei ritrattoni, ma le bestie sono più sacrificate.
  3. Più che "Into the Wild" sarebbe "Into the Wald", perchè ho provato lo Zoom Sigma 100-400, durante una visita al Bayerischer Wald (Foresta bavarese), grosso parco nazionale al confine fra la Baviera e la Repubblica Ceca. Questo parco è molto conosciuto fra i fotografi perchè in due località è possibile fotografare gli animali da vicino, in ambiente controllato ma sufficientemente aperto e comunque dentro la foresta. Avevo tre giorni a disposizione, in cui il tempo è stato per lo più nuvoloso e piovigginoso. Rather than "Into the Wild" it should be "Into the Wald", because I had the chance to test the Zoom Sigma 100-400 at the Bayerischer Wald (Bavarian forest), a large national park at the Germany/Czech republic boundary. The Bayerischer Wald is well known among wildlife photographers because in a couple of places it is possible to get close to the animals in a controlled environment, yet wide enough and into the forest. I had only three days, in which the weather was mostly cloudy, with drizzle and occasional rainfalls. Il Bayerischer Wald è un lembo di un'antica grandissima foresta che ospitava una ricca fauna. Qualcosa rimane anche oggi. Ecco le specie più rappresentative. The Bayerischer Wald is a remain of a large forest that housed a rich fauna, and something is still there. Here the most representative species. Tutte le foto sono state scattate con Nikon D500 e Sigma 100-400mm f5-6.3C. All photos taken with Nikon D500 and Sigma 100-400mm f5-6.3C. Orso Bruno Europeo. European Brown Bear. Bisonte Europeo, meno massiccio di quello americano, perchè adattato ad un ambiente di foresta, anziché di prateria. European Bison, less bulky than the American one, because it lives in forests rather than in grasslands. Per dare l'idea dell'ambiente in cui vive. To give an idea of the environment in which it lives. Più centrato sul soggetto senza avvicinarsi, è il bello dello zoom. Closer look at the subject without getting closer, it's the advantage of the zoom. Lupo europeo, una delle star del parco European Wolf, one of the stars of the park Lince europea (continuo a scrivere europeo/a perchè si tratta di specie o almeno varietà diverse da quelle americane). European Lynx (I insist in adding European to make it clear that are different species, or sometimes breeds, with respect to American ones). Il primo incontro è stato in una giornata buia e piovigginosa, col soggetto illuminato da dietro. C'è stato poco da fare, anche con ISO esagerati, peccato perchè sarebbero state belle foto. Solo due esempi: The first encounter was in a dark and rainy day, with the subject backlighted, Little could be done, even with crazy ISO; a pity because the photos could have been very good. Just two examples: Un altro giorno, un altro posto, un'altra luce. Another day, another place, another light. Per finire il grazioso, elusivo Gatto Selvatico europeo. Last, the cute, elusive European Wildcat. Contrariamente a quel che si può pensare, non è antenato diretto del Gatto domestico, che invece deriva dal Gatto selvatico del Vicino Oriente (Felis silvestris lybica) . Le diverse razze possono comunque ibridarsi, come i cani e i lupi. Contrary to what one may think, the European Wildcat (Felis silvestris silvestris) isn't the ancestor of the domestic cat, which instead comes from the Near East Wildcat (Felis silvestris lybica). However all can interbreed, like dogs and wolves. A proposito del Sigma 100-400. Non posso che confermare le sue doti ottime per il tipo di obiettivo. Senza cambiare obiettivo si va da soggetti lontani a vicini, da grandi a piccoli, sempre con una qualità soddisfacente. Oltre a girare per tutto il giorno senza stancarsi. About the Sigma 100-400. I can only confirm the excellent qualities (for its class). Without changing lenses, it is possible to shot subjects far away or very close, big or small, always with the same very good quality. And walking all day without getting tired. Unico limite le condizioni di scarsità di luce, come nel caso delle due prime foto delle linci (quel giorno accanto a me c'era un fotografo con 500mm f4 e una D5, su un cavalletto monumentale, ha fatto meglio di me, ma stiamo parlando evidentemente di contesti e costi differenti). The limitations show off in dim light, such as int he first two photos of the Lynx (that day I was shoulder to shoulder with a photographer with a 500mm f4 and a D5, on a huge tripod, he got better results, but it is obviously a different context). Altre foto nella galleria Di nuovo sentiti ringraziamenti a Mtrading, Importatore italiano di Sigma per avermi messo a disposizione l'obiettivo e a Mauro Maratta per il supporto. Again, my sincere thanks to Mtrading, the Italian dealer of Sigma, for the loan of the lens and to Mauro Maratta for his friendly support.
  4. Ma gli obiettivi sono E (diaframma elettro...coso)? I tubi sono i DGX o i DG?
  5. Nostalgia!!, ho cominciato proprio da quelle parti...
  6. Hai ragione, la memoria mi inganna, mi riferivo proprio a Piemonte Parchi.
  7. Hai pensato di provare anche con la Regione Piemonte? Un tempo era piuttosto sensibile alle problematiche ambientali. Mi ricordo anche una rivista, Piemonte Natura, che non era male (non so se esiste ancora).
  8. Infatti, diciamo che devo dilazionare un po' gli acquisti fra loro , ma mi sa proprio che sarà il prossimo.
  9. Potrei ripetere quello che ho scritto nel commento al post di Roby, ci sta bene anche qui, anzi meglio, ma qui c'è di più, molto di più. C'è quello ce ci fa veramente uomini. Amare e proteggere qualcosa o qualcuno per quel che è. Senza calcolo. E essere felici nel farlo. PS Il titolo di questo intervento andrebbe scritto nella pietra. Mi vien da scrivere un sacco di cose, ma basta dire che è vero. L'ignoranza è tra le cause dei maggiori disastri.
  10. Ci stai prendendo gusto con il close up, eh? Sabato scorso brutto tempo poca luce usato a tutta apertura (non per macro) e non è niente male a 400 mm su D500. Mi sa che devo proprio prendermene uno.
  11. L'ho sempre detto anch'io, oltre alle belle foto e l'impegno appassionato, hai la stoffa del divulgatore, coinvolgente e vivace. A voce e per iscritto. PS: Bravo Roby!
  12. Nel 2016 Tamron ha brevettato questo schema per un 100-400 f4.5-6.3: (pescato su Juza che l'ha pescato da un'altra parte) Se è lui, sembra diverso dallo schema ottico del Sigma che hai pubblicato nella recensione..
  13. Dall'esterno appaiono proprio identici, a parte che il Tamron sembra avere la ghiera dello zoom che ruota in senso opposto a quella del Sigma. Di solito Tamron e Sigma si differenziano nella resa, ad es dei colori o nel contrasto (stesso progetto vetri diversi?).
  14. E' estremamente difficile per me rispondere, perchè può variare da caso a caso. Potrei piuttosto dire cosa non mi influenza. Ad esempio leggo le recensioni dopo che un oggetto mi ha suscitato interesse o curiosità, per saperne di più, ma casomai è un rinforzo, o viceversa un deterrente, ma mai il motivo principale. Lo stesso vale per i consigli, anzi a volte vado contro. Non compro mai qualcosa solo perchè ce l'ha qualcun altro. Con tutto il rispetto, Mauro e Max sono voci autorevoli che consulto molto volentier per gli acquisti i, ma su cose che già rientrano nel cerchio di ciò che mi interessa . Le altre motivazioni, influiscono un po' tutte, libido compresa, a seconda dei casi.
  15. Un piccolo libro quanto mai accattivante questo di Diego Mormorio, autore, fra tante cose, di diversi libri sui rapporti tra fotografia filosofia e letteratura (che, confesso, non ho mai letto). Questo libro mi ha attratto perchè ha un approccio differente, narra la storia della fotografia (in breve , sono 114 pagine) a partire dal tempo di posa. Passa quindi dal "costruire" l'attimo (dalla "Veduta dalla finestra di Gràs" di Niépce, 1826-7 che richiese otto ore di esposizione, o la fotografia del Boulevard du Temple di di Daguerre del 1839 quando il lustrascarpe e il suo cliente dovettero restare in posa per due ore) al cogliere l'attimo con le istantanee. Una lettura agile, simpatica e gradevolissima accompagnata da una nutrita serie di fotografie "ghiotte" dal punto di vista storico e di costume. Insomma mi è piaciuto.
  16. Interessante, informativo, simpatico, bel contributo, grazie!
  17. Quindi niente tubi con il 300 PF? (manca la faccina che si gratta la testa) Forse i DgX??? Ma dev'essere assai poco probabile mi sa. Grazie per la prova.
  18. Grazie Francesco, Se Mauro poi ha tempo di provare con un P togliamo ogni dubbio (se no vado a trovare Roby ); viva Nikonland e le esperienze di prima mano. Da una breve ricerca su dpreview risultava ahimè sia che non funzionano, ma anche che funzionano... https://www.dpreview.com/forums/thread/3871445 e un tizio su Fredmiranda ha scritto di aver fatto questa foto di Anolide(=lucertola) col 300 PF e un kenko da 20mm , per i dati far scorrere dopo le cince egli altri uccelli qui: http://www.fredmiranda.com/forum/topic/1346257/12
  19. Roby mi informa che i suoi kenko funzionano con la D5000 e l'85 micro Dx. Settimana prossima sono via, ma quando torno li provo sul 300 P e vediamo
  20. Probabilmente è un argomento che interessa pochi, ma.. mi chiedo, non ci sono tubi di prolunga compatibili con i nuovi teleobiettivi ? Nikon è rimasta ancora ai tubi Pk e PN con baionetta Ai e lo sappiamo. Però... fino al 300mm f4 AFS e compagni era possibile usare dei Kenko PRO DGX e lavorare con tutte, o quasi, le funzionalità presenti. Con i nuovi tele come il 300 f4 P si può o no? Qualcuno ha provato? Un tubo medio-corto come il Kenko PRO DGX su un teleobiettivo come un 300, ma anche un 500, era comodo perchè con la perdita di uno stop di luce o poco più permetteva due cose: La più ovvia era avvicinarsi di più al soggetto. Non solo in macrofotografia, ma anche con soggetti particolari. Ad esempio le cince e i piccoli passeriformi possono essere timidi per riprenderli con un tele corto, ma nel contempo sono troppo piccoli per la distanza di messa a fuoco minima di un 500mm fisso. Avvicinarsi un po' grazie al tubo risolveva il problema. La seconda è che con il tubo corto si poteva ingrandire maggiormente alle brevi distanze anche senza avvicinarsi perchè si impostavano distanze di messa a fuoco maggiori, con una conseguente minore riduzione della focale effettiva. Ne avevo scritto a suo tempo ma riporto un esempio qui sotto per chiarire. Nikon 300mm f4 AFS alla distanza di 2,5m. Per i curiosi è un cranio di avvoltoio. Nikon 300mm f4 AFS con Tubo Nikon PN11 alla stessa distanza, anzi il sensore è 5cm più indietro per la presenza del tubo. Il guadagno si vede. Un nikonlander che per ora non si è trasferito nel nuovo sito, usava spesso il suo 500mm con un tubo Kenko da 36mm proprio per entrambi gli scopi. Io facevo lo stesso col 300mm. Magari mi ripeto, non interessa più, però... non era una brutta cosa avere la possibilità di usare dei tubi di prolunga anche al di fuori della macrofotografia in senso stretto. Ad esempio per "guadagnare senza spostarsi", come sopra. Forse, dato che adesso ci sono dei buoni converter... quanto sopra non ha più senso come una volta?
  21. Quando ho provato per la prima volta la D500 sono passato anche da Torrile (PR). oltre alle foto che ho pubblicato nella prova delal fotocamera ne ho ricavato una serie a tema. Numerose coppie di Cavalieri d'Italia avevano nidificato sugli isolotti davanti ad uno dei capanni ed i pulli ormai grandicelli si avventuravano fuori dal nido nella palude, sotto l'occhio attento dei genitori. I Cavalieri d'Italia difendono i piccoli coraggiosamente e con incredibile aggressività, in pratica scacciano qualsiasi altro uccello che possa rappresentare una minaccia. Davanti al capanno era un carosello continuo di attacchi aerei velocissimi ed un frastuono infernale di grida di allarme. A coppie o addirittura in stormo non esitavano ad assalire uccelli ben più grandi di loro: Airone guardabuoi (giovane) Due intercettori inseguono il nemico (ancora Airone guardabuoi) Però sono anche selettivi, quando un'Oca egiziana è atterrata su un'isolotto non l'hanno degnata di uno sguardo. Quando sono arrivate le Spatole, una volta identificate come non particolarmente pericolose Le hanno lasciate stare. Le uniche che hanno dato filo da torcere ai Cavalieri sono state le Folaghe, non perchè minacciavano i piccoli ma perchè avendo nidificato fianco a fianco, c'erano ogni tanto screzi fra coinquilini, come in un condominio. E le folaghe sono goffe, ma toste.
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