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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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  1. Grazie, per fare lo scatto proposto da Max... ci vuole l'attrezzatura di Max e/o Mauro ...e anche l'esperienza di Max e/o Mauro.
  2. Mi hai fatto ricordare Gregory Bateson, che in un suo suo libro, credo sia Steps to an Ecology of Mind (Verso un' Ecologia della Mente, ed. Adelphi), riporta una frase di una famosa danzatrice a cui venne chiesto perchè danzava e cosa provava mentre danzava, lei rispose: se potessi spiegarlo non avrei più bisogno di danzare. E scappo anch'io .... .
  3. Riflessi più che mai (Palazzo della Regione, Milano).
  4. Le cavità nasali sono quelle che si vedono nella foto frontale (seconda). Nella prima l'apertura più grossa che si vede è una finestra ossea che serviva ad alleggerire il cranio. Comunque sì, si pensa di sì. Le ripiegature che si intravedono all'interno delle narici nella seconda foto, negli animali attuali servono ad aumentare la superficie recettiva, dunque doveva avere un buon olfatto.
  5. Grazie per l'apprezzamento, per quanto riguarda il lavoro di Fabio, potrei raccontare io, ma secondo me sarebbe meglio ancora proporgli un'intervista, corredata di foto, in cui risponde direttamente lui. Provo a chiedere se gli va, stay tuned, come si dice.
  6. Il colore scuro è la parte della corona dove si è conservato lo smalto (più scuro) più chiaro dove lo smalto non c'è, come nella radice . Le lezioni di un' Università pubblica sono pubbliche, per cui si può assistere. Non si possono dare invece gli esami se non ci si iscrive. Le lezioni universitarie però sono un po' più tecniche che, ad esempio, le conferenze, dove divento più discorsivo.
  7. Grazie Roby (e grazie Mauro per il like!), mi piacerebbe sapere da chi ne sa più di me, quale di queste versioni preferisce (e perchè) e anche quale gli piace meno (e perchè), penso mi possa essere utile per una prossima volta. Io ad esempio preferisco la prima, trovo che sia più suggestiva, così che esce dall'ombra.
  8. L' antidepressivo ce l'hai che gironzola in cortile, guardalo per mezz'oretta e vedrai che già ti sentirai un po' meglio.
  9. E non ci sono più nemmeno le mezze stagioni. Tanto per sdrammatizzare. Comunque ha ragione Gabriele quando dice che un animale non è consapevolmente "buono". Gli animali non sono nè buoni nè cattivi, nel senso che intendiamo noi. Il succo è che ogni specie però non è apparsa nel nulla, ma è frutto di coevoluzione con altri animali, piante, funghi e habitat in un un sistema con meccanismi complessi di reatroazione, di autoregolazione che garantiscono un equilibrio fra le parti. Quello che conta è il sistema. Il problema (e qui ha ragione Roby) si crea quando (gli) si cambia l'ambiente e la specie ad esempio si trova a non avere più competitori o predatori (scoiattolo grigio, pesce siluro, calabrone asiatico) o viceversa non ha più risorse (deforestazione, monocolture, ma anche in tempi antichissimi, cambiamenti climatici non indotti dall'uomo). Noi ci stiamo comportando come animali che hanno cambiato profondamente l'ambiente con la grazia di un bulldozer, ed abbiamo un atteggiamento da pesce siluro nel Po. Essendo in teoria "consapevoli", dovremmo essere i controllori di noi stessi. Se no, arriveranno dei "revisori dei conti" comunque, perchè finite le risorse finito il gioco, ma quelli, più tardi arrivano, più picchiano duro.
  10. Fabio Fogliazza è un amico ed un collega, è preparatore al Museo di Storia Naturale di Milano, ma non si limita a questo. La sua formazione è artistica, ha studiato a Brera ed ha creato cioè dipinto e scolpito ricostruzioni di animali e uomini preistorici che gli hanno dato fama internazionale. se volete farvi un'idea di lui date un'occhiata QUI . Chi legge il National Geographic avrà senz'altro visto la sua ricostruzione dell'Uomo di Neandertal che ha fatto il giro del mondo: Oltre che scolpire e dipingere per lavoro, Fabio fa anche cose per se stesso. Tornato di recente da un Viaggio in etiopia, ha scolpito una testa di donna che lo aveva ispirato e mi ha chiesto se potevo fare una serie di ritratti del modello in cera prima della fusione in bronzo. Poco avvezzo ai ritratti, l'ho presa come una occasione stimolante, il soggetto mi intrigava, così mi sono armato della SIGMA SD quattro H, 105 Macro SIGMA OS (l'unico obiettivo Sigma SA che ho) flash Godox V 860, trigger Godox pro, una serie di pannelli riflettenti bianchi/neri di recupero e ... gli input di Mauro Maratta nei suoi workshop sul ritratto . Quindi ci ho provato, orientando il flash in vari modi, a 45° fra me e il soggetto, dietro al soggetto, rivolto contro un pannello bianco e così via. Chi di voi ha esperienza nei ritratti sicuramente troverà dei difetti e non me la prenderò di certo, nel contempo sono comunque contento del risultato perchè si avvicna molto quello che avevamo in mente, sia Fabio che io, cioè non fare un'immagine da catalogo d'arte, ma una sorta di evocazione, una figura tribale e farla uscire dall'ombra. Una voluta prevalenza di oscurità dunque. E soprattutto MI SONO DIVERTITO UN MONDO A "FARE E CAPIRE". Ecco i risultati : Questa sotto è forse un po' troppo da reperto archeologico, ma la metto comunque per sentire la vostra opinione. Critiche, consigli, commenti, molto graditi. Come sempre. Silvio Renesto
  11. Pedrito... Ho sbagliato era Nikolas, scusate!!! Gianni e gli altri: NON se la caveranno gli insetti nel complesso, ma quegli insetti ed anche altri gruppi animali, che sono cosiddetti opportunisti (non è un'accezione morale ma un adattamento biologico), ossia quelli che sanno sfruttare le fonti più diverse per sopravvivere e gli scarafaggi ad esempio sono maestri in questo, le farfalle, i carabidi invece no, gli specialisti nelle crisi se ne vanno. La durata di una specie, statisticamente, va dai 8-10.000 ai 100.000 anni, eccezioni a a parte. Valerio, lo so bene,. ma... l'è inscì, ghe poc de fà. Chiedere al Brustia o al Roby per la traduzione...
  12. Sì, ma (purtroppo) fa parte di una minoranza consapevole, che per fortuna esiste, e combatte. ne vedo anche tra i miei studenti, ma è appunto una minoranza. La maggioranza dei giovani giovanissimi è diventata come scrive Paolo, perchè qualcuno che li ha cresciuti ed "educati" (e non mi riferisco solo alle famiglie, è un fenomeno ben più complesso) ha lasciato/voluto che diventassero così, ed arriviamo perciò a dar ragione a Pedrito ops, Nikolas.
  13. Vi aggiungo una nota professionale da una delle mie lezioni. Una cosa che spiego all'inizio a i miei studenti . La Storia della Vita sulla Terra è stata costellata da grandi crisi, vere catastrofi che hanno portato a quelle che si chiamano estinzioni di massa, in cui è scomparsa gran parte (in un caso fino al 95%!) della diversità biologica= forme di vita del pianeta. Le principali sono state cinque, le "big five", una delle quali, ma non la più intensa è quella che ha visto la scomparsa anche dei Dinosauri. Dopo ogni catastrofe la vita si è ripresa, ma cambiando direzione, quei che prima erano dominanti sparivano o diventavano minori e viceversa, vedi ad es. i Dinosauri e i Mammiferi. ma non vi voglio fare la storia delle catastrofi passate, solo riflettere se stiamo andando verso una di queste estinzioni di massa in un futuro più o meno lontano. Degli studiosi nel 2011 hanno confrontato il ritmo delle estinzioni attuali con quello delle Cinque grandi crisi e, secondo il modello da loro elaborato, se si va avanti con questo ritmo non c'è da stare troppo allegri: se nei prossimi 100 anni si estinguessero solo le specie definite ad alto rischio, con un ritmo simile ci vorrebbero mille-duemila anni per arrivare alla grande crisi (una grande crisi è quando scompare almeno il 75% della diversità dei viventi). Se si estinguessero in 100 anni tutte le specie oggi considerate minacciate, con questo ritmo basterebbero 500-600 anni, per arrivare ad un'estinzione di massa. Dopo ogni estinzione di massa la vita riprende, ma come ho detto non sono più gli stessi scenari. Quello che cerco di far capire ai miei studenti è che noi siamo attori di questo scenario, ma non e' detto che potremmo esserlo nel prossimo. Ovvero proteggere la diversità attuale è proteggere noi stessi. Gli scarafaggi se la caveranno comunque, da quando ci sono (350 milioni di anni) le hanno sempre passate senza problemi.Noi, nonostante siamo una specie infestante, non è detto che potremmo cavarcela così bene. Oltre agli specialisti trovate una sintesi in una canzone che chi ha qualche anno ricorderà senz'altro:
  14. Max mi sono ripreso dallo stupore, verifica le specifiche: il rr è 1:3.3 che è molto buono, non 1:1.3 che sarebbe sconvolgente. Diciamo che è molto interessante, ma da un 70-300 a messa a fuoco ravvicinata più lente, un rr del genere ce lo si può aspettare, la qualità invece sembra sopra alle aspettative.
  15. Ho visto foto di auto, persone e questa bellissima libellula, quindi il contest non è solo di paesaggio?
  16. In città spesso sono più confidenti, se ti sei avvicinato senza far troppo chiasso e movimenti/stop bruschi, è possibile. Era impegnato a nutrirsi, ma ti ha sicuramente visto. Il pericolo che percepiscono in città sono le cornacchie e le gazze più che gli umani.
  17. Bè allora sì, non c'è storia... la voglio anch'io (la mirrorless da 1299 dollari), beh... dipende.
  18. Così senza sapere le caratteristiche non so, ma io direi che una D760 potrebbe aver successo.
  19. E' bella, molto bella, niente "congelamento", tanta poesia.
  20. Non ho votato perchè ho una D500, trovo che vada molto bene per la macro e gli uccelletti, ma adesso che faccio anche altro, ogni tanto mi sta un po' stretta.
  21. Il leopardo indiano e quello africano sono due sottospecie della medesima specie Panthera pardus, quella africana è P. pardus pardus ma ce ne sono altre otto in Asia. Le sottospecie sono semplicemente varietà di una stessa specie, per cui perfettamente interfeconde (incrociabili con discendenza fertile). Il Giaguaro (Panthera onca) americano è invece una specie distinta. Il melanismo è raro e più frequente nei giaguari e nei leopardi asiatici, meno in quelli africani, quasi assente negli altri grandi felidi . Ci sono storie risalenti agli anni '30 su delle tigri melaniche in Cina, le chiamavano tigri blu perchè il colore di fondo era un grigio bluastro come quello dei i gatti certosini (o blu di russia ), ma non ci sono prove certe della loro esistenza. Fossero esistite davvero, dovevano essere uno spettacolo.
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