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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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  1. Non è proprio di questa settimana, ma...
  2. Grazie Mauro e Jorgos, vediamo chi altri ha lavoglia di unirsi, in fondo anche questa è cultura fotografica, o no? Per seguire l'esempio di Mauro faccio anch'io un parallelo Pettirosso (c) Silvio Renesto, in stile Galen Burrell.
  3. Grazie Mauro, magari smuoviamo le acque. Io però con "mettere una sua foto" intendevo una foto fatta da lui (quello che ci ha ispirato) che troviamo o abbiamo trovato particolarmente ispiratrice. PS: Quello sotto è Peter Lindbergh, lo nomini spesso, confesso invece la mia ignoranza su chi sia quello con il tele.
  4. Ieri ho avuto 4 ore di lezione fuori sede, ho perso il primo treno e i successivo ha fatto 40 minuti di ritardo (su un'ora di tragitto)... per cui il mio stato mentale una volta a casa non era il massimo e per questo messaggio di ieri forse era un po' confuso, l'ho cancellato e ci riprovo scrivendo, spero, meglio: C'è un qualche fotografo le cui foto, almeno all'inizio del vostro percorso di fotografi amatori o pro vi ha fatto da guida, da ispirazione? Poi naturalmente avrete tutti creato il vostro personale stile, ma c'è stato un punto di partenza? Chi? Ci fareste vedere una sua foto commentata? Mi sembra un bel modo di conoscersi e confrontare le proprie "radici" fotografiche. Grazie! Ri-comincio io. Per la macro senz'altro Ronnie Gaubert, l'uso del 300mm (su formato APS-C) per la foto ravvicianta mi ha aperto un mondo di soggetti limpidi e sfondi "speciali". Per le foto di natura in generale ad appassionarmi è stato Galen Burrell, con le sue foto come dipinti giapponesi, pulite, che danno una sensazione di armonia ed equilibrio, non prive di una punta di malinconia . Ora a voi, se vi va.
  5. Chiarissimo ed esauriente, ti toglie anche la necessità della slitta di messa a fuoco che se ha qualche imprecisione meccanica diventa una pena. Questa funzione anche da da sola mi fa venire voglia di una Z7 / D850 !!!.
  6. Dai, decidiamo una data, per me tutti i weekend sono uguali, basta saperlo in anticipo. Leggera preferenza forse per Novembre Solo una considerazione: premesso che ci sarò qualunque giorno scegliate, non è che il sabato pomeriggio la zona navigli "scoppia" di gente, stile metropolitana di Tokyo? Potrebbe essere forse meglio la domenica mattina? Più spazio di manovra?
  7. Roby, il Rudolf dell'articolo si chiama davvero Rudolf di nome, ed è un geologo Svizzero. Ma tu mi stavi prendendo in giro, vero ? Sulle luci tu e Max avete ragione e, quando è possibile, ad esempio al Museo di Milano dove hanno loro il set di stativo e illuminatori sia Led che UV, li uso. PS Grazie Max, il tuo commento mi ha fatto molto piacere.
  8. Vorrei tutto ma non mi serve (quasi) niente Forse mi manca un grandangolo/zoom grandangolare spinto (come un 10-20mm se rimanessi nel formato Dx) lo userei poco, ma certe volte ne sento la mancanza. E, quando il mio focus ritorna sulla natura, vorrei un tele lungo . Non avessi fatto cadere rovinosamente il 150 Sigma OS sarei a posto. Se la diagnosi sarà infausta, rivorrei qualcosa di luminoso tra i 70 e 200mm.
  9. Grazie a tutti, l'articolo è stato pubblicato oggi , è ovviamente molto tecnico, ma ci sono molte più foto da vedere. Se a qualcuno interessa, il link alla rivista è questo (l''accesso è gratuito): https://riviste.unimi.it/index.php/RIPS/article/view/10771 da lì si può accedere al pdf.
  10. Io ci provo... il 50mm ce l'ho ... ma ho un corpo dx Troverò una soluzione...
  11. Il lavoro del Paleontologo, l'ho già scritto, è molto simile a quello di un detective, con "casi" da risolvere che spesso hanno risvolti storici, oltre che scientifici. L'ultimo mio lavoro di ricerca, ora in corso di pubblicazione, ne fornisce un esempio. Durante una campagna di scavo in rocce del Triassico Medio (240-230 milioni di anni fa, milione più milione meno) sul versante svizzero del Monte San Giorgio (che sta a cavallo fra la provincia di Varese ed il Canton Ticino ed è patrimonio UNESCO dell'Umanità per l'importanza scientifica dei fossili che vi si ritrovano), il team del Museo cantonale di Storia Naturale di Lugano ha trovato, insieme a tante altre cose, un piccolo pesce apparentemente insignificante che però una volta preparato, ossia liberato dalla matrice di roccia si è rivelato essere il primo Celacanto ma i trovato in quella Formazione rocciosa (in altre erano già noti) nonostante ci si scavi da 160 anni! Per chi non avesse presente cos'è un celacanto riassumo: i Celacanti (sarebbe meglio dire Celacantiformi, ma in questo contesto non importa) fanno parte di un gruppo di pesci detti Sarcopterigi (pinne carnose), in cui le pinne sono sorrette da una serie di ossa rivestite da muscoli, anzichè da raggi come negli altri pesci ossei. Proprio l'essere "carnose" ed "ossute" ci indica (insieme ad altri caratteri ) che queste pinne sono i precursori delle zampe dei vertebrati terrestri, e che quindi è fra i Sarcopterigi che si trovano (e si sono trovate) le fasi del passaggio da pesce a vertebrato terrestre, cosa avvenuta oltre 300 milioni di anni fa. I Celacanti poi diventeranno via via più rari, tanto che si riteneva si fossero estinti una sessantina di milioni di anni fa, quando negli anni '30 una signora Inglese "esperta" ne vide uno sul banco del pesce di un villaggio delle isole Comore. Infatti l'ultimo rimasto dei Sarcopterigi, una specie di Celacanto chiamato poi Latimeria in onore di quella signora, che di cognome faceva Latimer, viveva (e vive ancora) nelle profondità dell'Oceano Indiano. Viene considerato "fossile vivente" perché fra altre cose, mantiene ancora quelle strutture nelle pinne che precorrono le ossa dei nostri arti. La sua importanza scientifica è enorme e si fanno sforzi per la sua conservazione. Il Celacanto attuale (Latimeria chalumnae), da Internet. Chiaramente le popolazioni delle Comore sapevano benissimo che il Celacanto non era estinto, ma non si occupavano di zoologia più di tanto... Nel Triassico, che è il periodo di tempo che interessa la mia ricerca, i Celacanti erano abbastanza diffusi con diverse specie ma i ritrovamenti sono poco frequenti o spesso gli esemplari molto incompleti. Per cui il "celacantino" nuovo, piccolo ma completo, è molto interessante, così mi è stato offerto in studio dal curatore del Museo, che è anche coautore dell'articolo scientifico per la parte geologica. Per prima cosa, come sempre, ho descritto l'anatomia, per avere i dati per confrontare l'esemplare con le altre specie note della sua epoca, sia nelle zone vicine che nel resto del mondo, per capire se si trattava di una specie nuova o invece apparteneva a specie già note. La SIGMA Sd Quattro H al lavoro. Ho osservato l'esemplare minuziosamente al microscopio binoculare, ma le foto per la pubblicazione le ho fatte con la SIGMA Sd Quattro H, perchè l'estrema nitidezza consentitami dal Foveon nelle giuste condizioni di illuminazione, non solo mi ha permesso di ottenere foto di qualità, da rivista scientifica, ma di ottenere immagini valide anche ritagliando pesantemente l'inquadratura originale, senza dover ricorrere a foto al microscopio. Là dove ritagliando dai 24 mpx di una dslr con matrice di Bayer avrei sicuramente avuto problemi di eccessiva morbidezza dell'immagine, con i 25 mpx (effettivi) del Foveon sono andato tranquillo anche interpolando un pochino. Inoltre in luce UV, quando la roccia ha le giuste caratteristiche, la resa è stata splendida. La coda del nuovo esemplare, ripreso in luce visibile ed in luce UV. La barra bianca è lunga 0,5cm. tutto l'esemplare è lungo circa 8 cm. SIGMA Sd quattro H su stativo, Sigma 105mm f2.8 macro OS, flash laterale e anello diffusore, 100 ISO. La conclusione è stata che il nostro "celacantino" condivide alcuni caratteri con Heptanema paradoxum, una specie "misteriosa" . Nota tramite due soli esemplari provenienti da rocce della Formazione di Perledo-Varenna (Lago di Como), più o meno contemporanee a quelle in cui è stato trovato in nuovo celacanto. Il problema è però che i fossili di Perledo sono stati trovati nel diciannovesimo secolo, sono mal conservati e così le descrizioni, specie di due secoli fa, spesso sono poco accurate. Ad esempio, il primo studioso addirittura descrisse a rovescio l'allora unico esemplare noto, prendendo la pancia per il dorso, tirandone fuori quindi delle caratteristiche bizzarre. Nel 1910 la specie fu ristudiata meglio, ma, non ci si poteva certo basare su quelle descrizioni e su delle litografie del 1910 pubblicate piccoline. Per un confronto, dovevo vedere gli esemplari originali. La tavola del 1910, l'unica immagine non disegnata esistente (finora) su Heptanema. La Seconda Guerra Mondiale. Gli esemplari di Heptanema in origine erano due. Lo studioso che ultimo li descrisse nel 1910 faceva riferimento ad un esemplare definito "Milano", ossia conservato al Museo di Storia Naturale di Milano. Corriamo a vederlo? No, ahimè il museo di Storia Naturale di Milano nel 1944, durante un'incursione aerea alleata, fu colpito da una bomba incendiaria che lo distrusse in gran parte. Andarono persi moltissimi reperti, fra cui ad esempio una splendida collezione di Mammiferi preistorici giganti sudamericani e moltissimi altri fossili, tra cui ahimè, proprio Heptanema. La SIGMA Sd Quattro H in trasferta. Ne rimaneva un unico esemplare, ma dove? Una rapida ricerca sulle fonti d'epoca mi indica che del materiale di Perledo era finito all'estero (in Germania) per studio negli anni prima della Guerra, e là era rimasto, in deposito presso il Museo di Storia Naturale di Francoforte (che in tedesco ha un nome lunghissimo, che vi risparmio ). Immediatamente contatto i colleghi tedeschi che mi confermano che sì, loro hanno l'esemplare originale, ma (oh, la legge di Murphy!) stanno spostando il deposito e quindi la maggior parte del materiale è imballato per il trasloco che prenderà .. mesi o probabilmente un anno o più. Con estrema cortesia si dichiarano però disposti a tirarmi fuori l'esemplare per un breve periodo di tempo purché vada subito a vederlo... Due giorni dopo ero in una stanza di un deposito del Museo di Francoforte, immerso fra le casse, con l'esemplare su su un tavolo, e sempre grazie alla grande cortesia dei colleghi, con un microscopio ed un vecchio stativo che avevano recuperato apposta per me. Mi metto all'opera, prima l' analisi al microscopio e poi le foto. Grande responsabilità questa, perchè sarebbero state le prime foto dettagliate al mondo di questo esemplare (!) e per un bel po' sarebbero rimaste le uniche. Anche qui la SIGMA Sd Quattro H ha fatto la sua parte, nonostante il soggetto fosse di quelli tragici: nero su nero e con una patina riflettente sull'esemplare. Ho fatto tantissimi tentativi, orientando flash e pannelli riflettenti, usando diffusori improvvisati (dal cellophane al fazzoletto di carta), ma alla fine ho ottenuto degli scatti accettabili, i primi a documentare fotograficamente le caratteristiche di questo esemplare. Di nuovo la qualità del Foveon mi ha permesso di fotografare anche i particolari, evitando di dover ricorrere al microscopio, (cosa che non avei potuto comunque fare), grazie alla resa in luce radente e la qualità che rimane anche nei ritagli (sempre in relazione agli standard qualitativi richiesti nelle riviste scientifiche). L'esemplare di Francoforte, la barra bianca è di 5cm. Sigma Sd Quattro H, Sigma 105mm f2.8 Macro OS, stativo, flash laterale, diffusore "artigianale" e pannello riflettente, 100 ISO. Dettaglio delle scaglie (è un crop di un'immagine più larga). Stessa attrezzatura. La barra di scala è lunga 0,5cm Così ho potuto portare a termine il lavoro. Se qualcuno fosse curioso sulle conclusioni dello studio, o volesse vedere altre foto, l'articolo si può leggere qui (accesso gratuito). Spero, come scrivo sempre di non avervi ann ... lo sapete , nè di sembrare oppressivo. PS Il vantaggio della SIGMA sta anche nel rapporto qualità prezzo,. Non dubito che con attrezzature "superiori" si potesse fare uguale o di meglio, ma i fondi sono quelli che sono e la SIGMA mi consente di ottenere risultati soddisfacenti, avendo impegnato un budget ragionevolissimo.
  12. Ha ragione Mauro, inoltre se non c'è la possibilità di selezionare la lingua è molto sospetto. A prescindere dalla legalità che ha sottolineato Mauro, potrebbe essere una truffa.
  13. Vuoi dire che non c'è la possibilità di selezionare la lingua al momento dell'installazione?
  14. Sì, avevo capito male, credevo si parlasse di quantità di sfuocato più che di qualità, ho mancato il punto. Naturalmente lo sfuocato ha un ruolo fondamentale anche per me.
  15. Ok messa così non posso che essere d'accordo.
  16. Non sono intervenuto perchè il discorso mi sembra strano di partenza. Credo ci siano situazioni di ripresa dove un certo tipo di sfuocato è utile o addirittura imprescindibile ed altre dove è inutile o addirittura da' fastidio. Quindi ci sarà chi vuole uno sfuocato eccelso e chi non gli importa. Domandarselo in assoluto, non so se abbia senso. O forse sono troppo ingenuo?
  17. Diciamo che non c'è paragone, prima cosa la bellezza di sentirsi fra amici a discutere e fotografare con serenità, e poi naturalmente la differenza di contesto. Ieri (c'ero anch'io ad accompagnare un amico, ma prendo la tua foto ad esempio): Oggi: Grazie Mauro, Ross, Massimo, Gabriele, Leo e Simona!
  18. Ho cercato, è un brano dell'"Ode al Gatto" di Pablo Neruda, (si vede la citazione dell'autore in piccolino in basso a destra). Da noi il bar dei gatti di senso ne ha meno che in Giappone, perchè qui chi li vuole di solito se li procura senza troppi problemi, credo (ma posso sbagliare) che qui sia per la maggior parte un gioco e in proporzione minore vera necessità di stress relief. Giustissimo quel che dici sulle conseguenze di portare il proprio gatto... Peccato per l'allergia, dovesse mai venirti un desiderio insopprimibile di avere un gatto, procurati un Siberiano (costa un occhio, ma è ipoallergenico ), detto questo io preferisco sempre i gatti di strada PS La foto è carinissima,
  19. Ecco, Michele l'ha scritto meglio
  20. Più che altro se ben ricordo (mai avuta la D800E) c'era un doppio filtro, un low pass ed un, per così dire, anti low pass. Mi è sempre sembrata una cosa un po' strana.
  21. Eh gioventù, a quelli della mia classe le tonsille le levavano di default, al secondo mal di gola. Così poi passavi direttamente alle bronchiti
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