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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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  1. Per il weekend del 4-5 Maggio davano tempo tra il brutto ed il pessimo, allora niente uscite naturalistiche. Mi dicono che a Villa Castelbarco a Vaprio d'Adda MI (sì, è la stessa del festival dei gatti) fanno il Festival dei Gufi. La homepage dell'evento recita così: "E' la più importante manifestazione in Europa dedicata al mondo dei rapaci notturni, ideata per far conoscere al grande pubblico questi animali fantastici, misteriosi, magici." Annunci anche un convegno scientifico " STRIGIFORMI, ETOLOGIA E STORIA DEI RAPACI NOTTURNI". e continua "Il 5 maggio invece avrà luogo una giornata speciale dedicata alla fotografia naturalistica e ai progetti naturalistici (foto e videotrappolaggio, videomaking... Mentre sia negli spazi esterni del magnifico giardino, che nei 4000 metri quadri all'interno della Villa Castelbarco, vi saranno laboratori teatrali, facepainting, workshop di disegno naturalistico, mostre fotografiche, presentazioni di libri, proiezioni di documentari… Potrete anche osservare i gufi dal vivo, visibili nel modo più rispettoso possibile." L'evento è a cura di NOCTUA, dalla loro pagina Facebook deduco che si tratta una organizzazione che si occupa di eventi a carattere divulgativo-naturalistico, anche in collaborazione con EBN Italia (ad es. La Notte Europea della Civetta 3 marzo 2019). Sono incuriosito, il 5 Maggio ho altro da fare, ma il 4 posso farci un giro tanto per vedere cosa c'è... Ed eccoci all'ingresso del parco della villa. Come per i gatti, anche in questo caso nel parco antistante la villa ci sono gli scultori del legno, che però stavolta intagliano ...gufi. Dentro e fuori mercatini a non finire, con gufi di tutte le fogge e dimensioni. Mi sembra che il commercio di gadget di gufi sia persino superiore a quello di gatti e cani. In fondo anche i Gufi e le Civette, insomma tutti gli Strigiformi, hanno grandi occhi frontali, testa tonda e forme morbide, il che suscita simpatia istintiva in molte persone, anche non appassionate di animali. Nella corte della villa poster vari e musica. C'erano un pianista e questa signora che traeva risonanze un tantino surreali con quelle coppe di cui non conosco la natura (pietra?). Comunque erano gesti eleganti e suoni melodiosi. E questo che ci fa qui? Ha un suo perchè, e lo vedremo, ma per ora vi lascio la curio sità. All'interno della villa anche face painting e body painting (mi sembravano la stessa modella e body painter dellla mostra sui gatti, ma posso sbagliare) All'inizio del Make up E una fase più avanzata. Poi altre bancarelle con gufi di ogni sorta, e sculture più interpretative. Artisti del disegno e dell'acquarello Insomma gufi da ogni parte. Proprio ovunque. Ma i gufi veri ci sono o no? In una sala c'erano dei pannelli con delle fotografie e schede informative esaurienti sulle diverse specie di strigiformi europei e no. Alte sale erano dedicate a mostre fotografiche sul tema e devo dire che la maggior parte delle foto erano veramente belle. Naturalmente non mancavano quelli che fotografavano le fotografie. E i Gufi vivi? Come promesso dalla pubblicità c'erano. In voliere, in fondo a tutto il percorso. Questo cartello tranquillizzava sul fatto che i gufi erano stati recuperati da situazioni critiche e curati, e non si tratta di animali da spettacolo. Una sorta di "gufile". Inoltre ,per evitare stress ai soggetti, era severamente vietato fotografare con il flash. La signora che ne è responsabile raccontava la storia di ogni gufo. Fotografarli ovviamente non ha alcun senso dal punto di vista naturalistico e anche da quello estetico per quanto la rete traspare sempre. Allocco della Lapponia Allocco,era sul braccio della signora Questo Assiolo dalla faccia bianca che era esibito senza rete. Versione Jekyll: E versione Hyde: In un angolo, a cura della Birdwatching & Wildlife di Riccardo Trevisani, noto fotografo naturalista, c'era una postazione attrezzata con treppiedi fotocamere e teleobiettivi, per far provare agli inesperti ed ai curiosi una simulazione di quello che potrebbe essere un appostamento in capanno. E c'erano alcuni fotografi in "divisa" da campo, che seguivano questi curiosi, ecco il perchè dell'uomo in Ghillie. Il soggetto aveva i laccetti che lo trattenevano, naturalmente. A disposizione soprattutto delle Nikon D4 e diversi supertele. Ho giocato anch'io, con una D4 e 300mm f2.8 G. C'era sempre il divieto di usare il flash. Proponevano anche mini corsi a tema, ed il giorno dopo avrebbero fatto dei seminari più completi, come annunciato. Qualche scatto con la mia Nikon D500 ed il piccolo 70-300 P su altre altre "modelle" fotografabili. Non si tratta propriamente di fotografia naturalistica, ma nel complesso l'evento vorrebbe, nelle intenzioni degli organizzatori, informare e sensibilizzare le persone sulla necessità di proteggere i rapaci notturni ed il loro habitat, infatti, accanto alle iniziative più commerciali, c'erano in programma diversi incontri scientifico-divulgativi che trattavano questi temi.
  2. Mia opinione, e se sbaglio mi sconfessino gli interessati, per me il "lamento" o se vogliamo la frustrazione di Mauro (e Max) è scaturita non tanto dal fatto che ci siano persone ignoranti, nel senso buono che intendi tu, che fanno domande, quello ci sta secondo me. Quello che ha fatto da innesco è forse il fatto che di fronte ad una serie di risposte informate che dicono guarda che per fare bene bisogna sudare e studiare, e ne abbiamo parlato qui e qui, si riceve come replica un "no, troppo difficile, troppo impegnativo, a questo punto preferisco soluzioni di ripiego".
  3. Già, Da persona del mestiere (divulgativo/didattico, non fotografico) non posso che dire: "Mauro fai bene lo stesso a scriverne e condividere, per 100 dal cervello impermeabile, ci sono 10 che ti saranno intimamente o esplicitamente riconoscenti e che grazie a quello che fai avranno modo di crescere, e questo va a onore e merito di chiunque si dedichi con passione a condividere ciò che sa. E vale per me (nel mio lavoro, come qui ed altrove) ma non dubito che in valga per te e Max qui, e per chiunque faccia questo in qualsiasi campo, la cosa viene da dentro e anche se è un impegno ed una fatica, se non lo facessimo, non ci sentiremmo bene.
  4. Su dpreview ho trovato un tempo questo commento all'uscita di una nuova fotocamera (cito a memoria ) Well, now we'll be flooded with photos of kittens and toddlers. Bene, ora saremo invasi da foto di gattini e bambini piccoli (quelli sui due-tre mesi). Tolti i kittens gli restano sempre i toddlers Mmmm ... che però hanno il vizio di mettersi in bocca di tutto... .
  5. Sì un flash che abbia il pannellino incorporato e poi ti compri con poche decine di euro una cosa così come ho fatto io, niente di professionale, ma meglio del flash diretto. Ma... al di là del flash, necessario, per realizzare qualcosa che renda le foto appetibili io studierei come riprendere i soggetti. Come ottenere foto dinamiche, espressive. Per un breve periodo su Nikonland (vecchio o nuovo,, non ricordo) è girato un tizio che faceva foto di incontri di BJJ (Brazilian Ju Jitsu) erano molto interessanti.
  6. Roby: Io vorrei restare ancora un po' Piuttosto si dovrebbe essere un po' più umili, muoversi ...lentamente e guardare lontano, invece ... siamo (a qualsiasi livello) pressati, precipitosi e miopi. Perchè altrimenti ci ... eradicheremo senza volerlo. Ogni scoperta entusiasma, promette benessere (e profitto) salvo poi accorgerci che profitto sì, ma benessere ... non sempre. Negli anni 30 vendevano bevande curative/toniche al Radio (!) , poi hanno smesso perchè tanto bene non facevano... ops. Negli anni 50 in USA facevano le gite di famiglia all'impianto nucleare e nei negozi di scarpe facevano Rx di routine ai piedi dei bambini per fare scarpe su misura, poi hanno smesso perchè come sopra... ops. Negli anni del Boom la plastica prometteva di risolvere ogni problema e l'ha fatto, creandone qualcuno di nuovo, ops. Adesso sembra che le scorie lasciate dai pile (le felpe sintetiche) formino una fanghiglia che si deposita al fondo marino... ops. Intendiamoci, non è che io sogno la civiltà degli Amish con il calesse la candela di cera e la cuffietta alle donne. Al contrario. Le cose in sè non sono nè buone nè cattive, e il progresso è cosa molto buona, bisogna solo imparare ad gestire con accortezza e discrezione, non pensare solo in termini economici , ma olistici. Basta se no mi cacciano... PS Massimo... al di là della necessità o meno della cosa, la selettività è quello che rende perplesso anche me.
  7. In campo di foto sportive indoor so poco o nulla, tuttavia la logica e le poche esperienze che ho fatto, come ad esempio qui, mi portano a dar ragione a Mauro. La luce è l'upgrade principale, senza la luce giusta sarai sempre a lottare con ombre e quant'altro. Nelle foto del link (Nikon D500 e Sigma 17-70 f2.8_4) ho semplicemente sparato il flash a soffitto tenendo il pannellino riflettore alzato, ma più spesso un mini diffusore/softbox montato sul "cobra". Poco, ma meglio di nulla o di un flash diretto.
  8. Sono d'accordo con Nicola, senza un approccio sistemico è molto difficile tutelare qualsiasi cosa. Leo, senza dubbio bisogna fare ogni sforzo per proteggere la biodiversità, anche se necessario delle eradicazioni, dopo attenta valutazione delle implicazioni. Ma alla base ci dev'essere la consapevolezza che solo una corretta gestione (ho scritto gestione e non protezione apposta) dell'ambiente, può dare risultati significativi.
  9. E' da quando ero ragazzo che non ne sentivo più parlare...
  10. L'amico Paolo (Vento) ha richiamato la mia attenzione su una notizia che circola da qualche giorno su diverse testate. Il governo australiano starebbe pianificando l'uccisione di due milioni di gatti "selvatici"; in realtà si tratta di gatti domestici "rinselvatichiti", abbandonati o fuggiti, perchè in Australia non sono mai esistiti felini selvatici; il termine corretto sarebbe "ferali" o più volgarmente, randagi. Questa proposta avrebbe lo scopo di proteggere la gravemente minacciata piccola fauna locale di uccelli, rettili e mammiferi autoctoni, per i quali i gatti rappresenterebbero la più grave minaccia. L'uccisione sarà perpetrata soprattutto tramite avvelenamento, ossia la dispersione di bocconi avvelenati. E' già permesso, anzi incentivato, lo sparare a vista (tirare frecce, intrappolare, passare sopra con l'auto) ai gatti randagi (come si possano distinguere da un gatto di proprietà che si sta facendo un giro è da vedere, ma il punto non è questo) a scopo protezionistico. Per inciso, nell'intero mondo anglosassone, oltre che in Australia anche in Gran Bretagna ed in USA, sta montando una fazione anti-gatto, sempre per motivi protezionistici, che sostiene la necessità di eradicazione dei gatti ferali, oltre ad altre misure meno cruente. Anche da noi girano sui social delle campagne più o meno informative sul pericolo rappresentato dai gatti ferali, ma da noi la situazione è differente e fuori tema qui (magari un'altra volta), adesso restiamo in Australia. A seguito della notizia, come sempre si sono accodati commenti dei lettori, chi a favore chi inorridito, chi ironico (qualcuno ha proposto di portarli a Vicenza...). Ben pochi però escono dall'emotivo, dal luogo comune, per cercare di capire se questa cosa è giusta o no, se serve, a cosa serve è che conseguenze può portare, e non ho visto nessuno fare affermazioni documentate. Non ho certo voglia di mettermi a discutere in commenti a giornali con delle tifoserie ottuse di entrambe le fazioni, quindi i miei pensieri li scrivo qui, fra amici e soprattutto persone che ragionano, per sfogarmi su quanti pochi siano quelli che ritengono che prima di fare o di dire sarebbe meglio pensare e capire. NON HO FATTO LA TARA alla notizia, ho letto ciò che ha riportato la nostra stampa senza andare a vedere le fonti originali, quindi può esserci un vizio di informazione, ma, come esercizio prendiamolo per vero e ragioniamoci sopra. I GATTI FERALI COSTITUISCONO UNA MINACCIA? La risposta di chi li studia sul serio è DIPENDE. E' indiscutibile che l'introduzione di gatti su territori confinati, come piccole isole sulle quali erano originariamente assenti, può provocare danni seri, specie se su quelle isole sono stati introdotti anche altri alieni, quali i topi, che da una parte forniscono al gatto una fonte di cibo certa che gli permette di prolificare, alle spese anche della fauna insulare, e dall'altra sono loro stessi una minaccia. Ma può succedere anche l'opposto. Uno studio suggerisce che la rimozione dei gatti può non far bene o perlomeno essere ininfluente: Nell'Isola di Stewart (Nuova Zelanda, a due passi dall'Australia) i gatti sono stati eradicati(= sterminati) per il timore che portassero all'estinzione il Kakapo, Kakapo (foto da internet) nonostante fosse stato dimostrato che il gatto predava principalmente i ratti, che erano una minaccia più seria per il kakapo (ne predavano i nidi). Infatti dopo una convivenza di due secoli fra gatti e kakapo, i gatti furono sterminati, ma il kakapo continuò a diminuire e gli esemplari sopravvissuti dovettero essere rimossi in aree più sicure, protette dai ratti. A PROPOSITO, COME LA METTIAMO CON I RATTI IN AUSTRALIA? Ricordiamoci che i ratti sono stati responsabili dell'estinzione di decine e decine di specie animali in Nuova Zelanda. In aree ampie, continentali, come l'Australia, i gatti possono essere sia un fattore di danno che protettivo, a seconda delle condizioni. Proprio in Australia degli studi indicherebbero che se da una parte i gatti sicuramente contribuiscono al declino del bandicoot (lepre marsupiale), gatti ferali in aree urbanizzate contribuiscono a proteggere gli uccelli da nido cacciando i ratti. Sempre in Australia, un altro lavoro (pubblicato nel 2010 sulla rivista Pacific Conservation Biology) sostiene che in aree de-gattizzate (mi si passi il termine) non si aveva una diversità maggiore di fauna autoctona rispetto ad aree non regolate, anzi spesso si aveva lo stesso declino delle zone non regolamentate, in quanto la discriminante principale sarebbe stata il degrado ambientale, con conseguente limitazione di risorse. Sull'entità dell'impatto predatorio dei gatti ferali nei confronti dell'avifauna (ci sono molte stime per i paesi anglosassoni) non metto in discussione il dato, nè disconosco il problema, ma un numero da solo non dice niente: i gatti uccidono X migliaia/milioni di prede? Orrore però... perchè questo dato significhi qualcosa va confrontato con i tassi riproduttivi delle prede. Purtroppo le testate amano il sensazionalismo e sparano una cifra perchè impressionante e tanti saluti. Uno studio in inghilterra stimava circa una popolazione di Cinciarelle pari a 3,5 milioni di coppie ciascuna che produce 7-8 pulcini per anno, per cui in teoria si avrebbe un surplus di 25 milioni di individui rispetto alle risorse del territorio, di questi, molti morirebbero o sarebbero indeboliti per competizione intraspecifica per le risorse alimentari anche senza gatti od altri predatori, per cui con questi numeri, anche se i gatti uccidessero due milioni di cinciarelle l'anno, sarebbe ininfluente se non benefico.Inoltre uno studio suggerisce che almeno una percentuale delle vittime dei gatti siano proprio animali in cattive condizioni, nidiacei caduti o individui adulti indeboliti ad esempio d'inverno. Un altro studio suggerisce che perlomeno nelle aree urbanizzate i passeriformi avrebbero evoluto strategie difensive nei confronti dei gatti, riducendone l'impatto predatorio. E' infine curioso uno studio inglese (effettuato da ornitologi ) rivolto a valutare l'impatto del proliferare incontrollato di gazze (fra le principali predatrici di nidi e giovani uccelli), che conclude (traduzione mia): "non ci sono prove che l'aumento delle gazze causi il declino degli uccelli canori e conferma che la numerosità popolazione delle prede non è determinata dal numero dei predatori (sic!) quanto dalla riduzione delle risorse e degli habitat dovuti all'espansione agricola intensiva (e in Australia è lo stesso)", le gazze no e gatti sì? NOTA BENE: NON SCRIVO COSE CHE MI PASSANO PER LA TESTA, A CHI VOLESSE POSSO FORNIRE TUTTI I RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI. E adesso andiamo alla modalità di eradicazione proposta: sul serio penserebbero di spargere bocconi avvelenati? Vorrei che mi si spiegasse come fare a farli mangiare solo ai gatti (randagi) e non alla fauna che si vuole proteggere. Sinceramente questo aspetto mi preoccupa, anche e più per quegli altri animali "da proteggere"... Intendiamoci, non voglio affatto sostenere che i gatti ferali siano una buona cosa, perchè non lo sono, sempre di invasori si tratta, nè sono contrario ad azioni di contenimento (quando possibile meno cruente) se realmente necessarie, voglio solo suggerire che la loro demonizzazione, il farne un "capro espiatorio", con una certa ipocrisia, ignorando altri fattori, potrebbe alla fine non portare ai risultati che ci si aspetta. Se vogliamo vedere, dal punto di vista dei disastri naturali, gli Australiani (intesi come gli Europei arrivati in Australia) sono sempre stati dei campioni: Hanno provocato l'estinzione del lupo marsupiale (l'unico grosso carnivoro marsupiale) perchè pensavano minacciasse le pecore (era invece il Dingo), l'hanno dichiarato protetto quando era troppo tardi e l'ultimo è morto nel 1936 allo zoo di Sidney. Hanno seminato i conigli che, in un paese quasi privo di predatori in grado di cacciarli si sono riprodotti come ... conigli, ed hanno desertificato buona parte del territorio. Resisi conto del danno, hanno disseminato la mixomatosi (una malattia mortale per i conigli), ma non essendo troppo esperti di epidemiologia non hanno pensato che su popolazioni così grandi ci sono sempre ceppi immuni e così, con a lungo andare hanno selezionato i conigli resistenti alla mixomatosi che gli hanno fatto marameo e siamo daccapo. Avranno imparato? Nooo... Avete visto il film Crocodile Dundee? C'era un ... Bufalo, e ci sono i Cammelli, chi li ha portati? Questa foto non è mia ovviamente. Più recente ancora hanno importato della canna da zucchero, con i relativi insetti parassiti. Per controllare i parassiti... hanno importato dei rospi giganti, i quali in Australia han pensato bene di mangiarsi i piccoli anfibi locali anzichè i parassiti della canna da zucchero come nella terra di origine. In Nuova Zelanda hanno importato, oltre alle pecore, i Maiali, i quali sono rinselvatichiti diventando giganteschi e zannuti (in pratica sono tornati cinghiali cosa che accade in pochissime generazioni) e fanno talmente tanti danni che ne fanno dei film dell'orrore. Il messaggio sarebbe che prima di fare qualcosa bisognerebbe pensarci bene. Come dice il proverbio la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni (ehm, non sempre buone... non dimentichiamoci che a fine del 1700 tra stragi deliberate e spargimento di vaiolo e morbillo, i coloni australiani hanno più o meno fatto con gli aborigeni lo stesso dei coloni americani con i nativi ... americani). Ma in fondo, la storia del rapporto tra uomo e gatto è sempre stata così, ambivalente: a volte amato e riverito, altre odiato e perseguitato. In Belgio a Ypres c'era una festa in cui si gettavano da una torre centinaia di gatti una volta all'anno (lo fanno ancora, ma con gatti di stoffa). L'ultimo gatto vivo fu lanciato nel 1817. Le foto dei gatti e del ratto sono mie.
  11. I casi sono due: o sono acari/batteri, ed allora l'uomo non ha colpa, oppure sono incidenti con cavi e fili, anche sottili come capelli, che stringono troppo e l'animale non riesce a liberarsene, bloccano la circolazione al piede e lo mandano in cancrena. Non sono un veterinario e non so dirti nel caso del gheppio cosa possa essere, di solito però le infezioni da acari e/o batteri più che altro deformano rattrappiscono il piede e gradualmente debilitano l'animale, che qui invece sembra normalmente attivo.
  12. Potrebbe essere benissimo. Ricorda anche a me la malattia dei piccioni. Speravo proprio di no., ma in fondo i piccioni abbondano lì.
  13. Non saprei proprio. Il Gheppio in Europa non ha predatori specifici, anche se falchi più grossi, ad es. lo Sparviere o il Falco pellegrino, a volte possono cacciarlo. Raramente volpi e mustelidi (faine) potrebbero cercare di prenderlo se lo trovassero a terra. Capita che anche i gatti randagi attacchino i gheppi; ma in questi casi di solito un uccello o sfugge illeso o non sopravvive alle ferite. Le cornacchie e le taccole spesso gli fanno mobbing, ma in genere il gheppio è più bravo nel volo e dovrebbe riuscire a sfuggire. Può darsi che sia rimasto intrappolato incidentalmente in qualcosa. Spero proprio che nessuno metta archetti o altre nefandezze in un parco pubblico! Magari Alberto o Gianni possono suggerire altre possibilità?
  14. E fai bene. PS. Elegantissimo questo Segretario(Serpentario)!
  15. Il Gheppio è abbastanza abituato alla presenza umana, può insediarsi in ambienti molto frequentati e se può ci ritorna ogni anno. Sono tornato nello stesso posto dove l'avevo fotografato l'anno scorso, poco distante da casa mia e ho ritrovato una coppia nello stesso edificio. Ho così scattato qualche foto di involo con preda. Se avete buon occhio, avrete notato che gli manca un piede. Altrimenti lo vedete chiaramente qui sotto. La mutilazione sembra non aver compromesso le sue capacità di riprodursi e sopravvivere. Riesce comunque a catturare le prede e trovare il partner. Gli animali tengono duro, come possono, finchè possono.
  16. Brutti i Mignattai? NOOOOO!!! Sono gli ibis nostrani (ok, non c'entra con la bellezza... )! Scherzo. PS Per il naturalista che è in me, è stata una gradita sorpresa il vederli. Non me lo aspettavo, in tutti gli anni che sono stato a Torrile, mai incontrati.
  17. Mi piacerebbe Roby, ma come scritto, la Z6 è di un caro amico... e gliela ho dovuta restituire
  18. Proprio quello Max, hai pienamente ragione, la luce, le ombre la tridimensionalità (sarà anche perchè pieno formato?). Anche a me lo zoom è sembrato più ...performante. Purtroppo su una cosa ti devo correggere ... la Z6 non è mia (ahimè!), l'ho dovuta restituire
  19. Grazie del passaggio, sì la luce era pessima, ma sono contento lo stesso, se non per le foto perchè i Mignattai li ho visti raramente e poi incontrare un po' di animali mi mette sempre di buon umore.
  20. Sì la seconda è più corretta, la prima è troppo blu, ma anche la resa generale è diversa, quella scattata con la D500 è più piatta e meno vivace di quella scattata con la Z6.
  21. Silvio Renesto

    Confronto

    Due immagini scattate nelle stesse condizioni con lo stesso obiettivo (Nikon 200-500), una con la D500 , l'altra con la Z6, sempre a f5.6 Dati e correzioni: D500 283 ISO Bilanciamento del bianco come scattato temperatura 5250k Esposizione +0.3 Rimuovi foschia + 10 Profilo standard correzione livelli valori tonali: punto di nero 30 punto di bianco 183 Z6 400 ISO Bilanciamento del bianco come scattato Profilo standard V2 temperatura 5250k comp. esposizione esposizione 0 rimuovi foschia +8 correzione livelli valori tonali: punto di nero 17 punto di bianco 231. Sono molto diverse. Perdonate l'ingenuità (=ignoranza assoluta) Cos'è che maggiormente contribuisce a questa differenza?
  22. Non andavo a a Torrile dal Luglio del 2016, così colgo l'occasione di questo ponte festivo e raduno i vecchi amici Un po' come le partenze intelligenti per le vacanze, pazienza. Ma nonostante tutto, non mi posso lamentare! Intanto è stata la prima volta che ho fotografato i Mignattai. Ce n'erano tantissimi! La luce era pessima come da previsioni... La foto che segue è scattata con la Nikon Z6 di un amico. Una moltitudine di limicoli sullo sfondo (Piro Piro?) C'è anche un Cormorano: C'erano anche Cavalieri d'Italia, Tuffetti Aironi e Garzette, Folaghe ed Anatre ma li avevo già fotografati a sufficienza in altre occasioni, quindi li ho lasciati perdere. Avrei fotografato volentieri le Sterne, ma erano lontane. Un rapido cambio di Capanno e... Sgarza ciuffetto vicinissima Torniamo al capanno iniziale (il Capanno Swarowski, per chi conosce Torrile, davanti al Bunker invece c'era il deserto). Altra sorpresa, la Spatola: Al gruppo si uniscono degli Ibis... Ad un certo punto buona parte dei presenti si invola Che sia stata colpa sua (Falco di Palude) ? O delle nostre raffiche incessanti? Ho fatto anche altre foto, ma penso che questo assaggio possa bastare per dare l'idea che la giornata, anche se grigia ed affollata , è stata piuttosto ricca e divertente. PS tutte le foto scattate con Nikon D500 e zoom nikon 200-500mm f5.6E VR ED, tranne una, scattata con la Z6 e sempre lo zoom 200-500mm come descritto nel testo.
  23. Sì, per pseudomacro Maxbunny intendeva solo dire "quasi-macro", ossia fotografia ravvicinata, al di sotto del rapporto di riproduzione di 1:2. Ho fatto anch'io una foto con il 300 f4 AFS dello stesso soggetto con quasi la stessa definizione (altro corpo macchina, ancora la D200, foto vecchia). Se non si ha bisogno di rapporti di riproduzione elevati, la distanza di lavoro lo rende unico. Il 300 f4 PF è il suo degno erede. Non per niente il 300 f4 AFS era l'obiettivo di elezione di Ronnie Gaubert, che lo usava con dei tubi. Il 200-500, per quel che ho potuto provare, sembra un po' meno inciso nella fotografia ravvicinata.
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