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M&M

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Blog Entries pubblicato da M&M

  1. M&M
    Vedo che a volte, chi cerca di inserire un video di Youtube su Nikonland spesso si esibisce in mostruosi copia&incolla di links lunghi ma inutili, se non ci si clicca sopra (e a volte, nemmeno se ci si clicca sopra).
    Ma Nikonland è intelligente e capisce che gli state indicando un video e se lo mettete bene e lo incorpora nel sito direttamente come se fosse una finestra su Youtube che poi può essere visto da tutti i visitatori senza abbandonare le nostre pagine.
    Come fare ?
    Niente di più banale.
    In ogni video di Youtube sulla destra, dopo il titolo del video, giusto sotto al video c'è una frecciolina storta e il tasto Condividi.
    Se premete quello compare una finestrella con tutti i possibili link :

    se vi limitate al testo centrale e premete COPIA, il link "giusto" verrà messo in memoria nella clipboard del vostro dispositivo.
    A questo punto potete andare nel vostro post ed incollarlo direttamente al rigo dopo il vostro testo :
     
     
    attendendo una manciata di secondi, o anche meno, il link verrà trasformato in un video direttamente incorporato nel test.
    Ma se non succede ... vuol dire che avete sbagliato voi.
    Attenzione, non dovete copiare il link che vedete nell'indirizzo del browser, quello non funziona al di fuori di Youtube.
    Dovete proprio prendere quello indicato da Youtube al tasto CONDIVIDI
    Facile.it Facile.it, Facile.it 
  2. M&M
    Ma adesso rinuncio anche a darmi spiegazioni.
    Questo sito vanta migliaia di visite e milioni di pagine visualizzate.
    Ci sono anche centinaia di iscritti. Molti affezionati da 1-2 ... quasi tre lustri.
    Eppure si contano a stento una manciata di interventi al giorno.
    Se ci sono commenti sono di contenuto per lo più ... dispensabile (con le dovute e gradite eccezioni).
    Foto ? Come se nessuno fotografasse o fotografasse solo ad ogni morte di Papa.
    Commenti alle foto degli altri ? Troppo impegno.
    Eppure la presenza continua e costante di decine di visitatori in ogni momento dovrebbe testimoniare che c'è interesse.
    Ma la mancanza di un segno del passaggio o, peggio (!) la necessità di forzare l'intervento con appelli e "preghiere" mi é divenuta totalmente inaccettabile.
    Ci sono le eccezioni, è vero, ma io sto pensando a tutti gli altri che sembrano sordomuti (con tutto il rispetto per i poveri malcapitati che lo sono per davvero, ovviamente).
    Insomma, non comprendo e oramai sto disperando che ci siano spiegazioni oltre la normale pigrizia o totale incompetenza. Alla radice di tutto anche la mancanza di orgoglio personale.
    Perchè io se fossi dalla vostra parte mi sentirei avvilito e imbarazzato a rispondere con l'indifferenza anzichè con la dovuta riconoscenza a chi vi accoglie ogni giorno su queste pagine.
    Io mi diverto un mondo a fare migliaia di fotografie. Per il puro piacere di farle, per la gran parte dei casi semplicemente perchè mi piace. Senza farmi domande.
    Ma al tempo stesso ho anche l'intimo piacere di condividerle con tutti gli iscritti e i visitatori di Nikonland, giusto un attimo dopo che le ho scattate o appena ho il tempo per farlo.
    Perchè è ancora più bello ed è come se avessi fotografato con voi.
    Perchè mi piace farvi vedere quello che mi piace, senza domandarmi - mi perdonerete - se piacerà anche a voi.
    Ma è lo scopo per cui sono qui. Uno dei motivi principali perchè teniamo tanto a questo sito.
    Perchè per il resto, non avrebbe molto senso scrivere articoli su cose che noi già sappiamo.
    Questo sito non ha una connotazione commerciale, non ci guadagnamo assolutamente nulla a tenerlo così vivo ed attivo. Non ci interessano i record, siamo abituati sempre più spesso ad essere i primi o anche più spesso, gli unici a parlare di certe cose nikoniste.
    Se non ci fosse il piacere di condividerle per ascoltare anche la voce e il parere, perchè no, anche le novità, degli altri : perchè farlo ?
    Così, giusto per osservare le dinamiche di gruppo, per un pò, credo che limiterò la mia sfera di intervento al mio Club, dove se lo animo principalmente io ci può stare, scrivendo gli articoli che ho voglia di scrivere quando me ne viene voglia.
    Ma rispondendo solo ed esclusivamente a chi si pregia di rispondere a me. Do ut des. Questo è il mio sito, non ho doveri verso nessuno, salvo Max Aquila che è un amico fraterno e l'unico vero motivo per cui questo sito è nato
  3. M&M
    Pubblicate i vostri articoli sul vostro Blog.
    Noi li valuteremo tutti.
    Se saranno in linea con i nostri criteri editoriali, per contenuto, argomento, immagini e profondità di indagine, verranno valorizzati e pubblicati in Area Redazionale tra gli articoli di Nikonland.
    Come questo qua, di stamattina :
     
    nato come blog personale e subito promosso in area redazionale
  4. M&M
    la copertina nel vostro articolo è un segno distintivo. Anticipa cosa contiene al di là delle parole.
    Dovrebbe essere sempre inserita quando si scrive un nuovo articolo.
    Dovrebbe (questo lo dimentico anche io) avere un taglio compatibile con il formato orizzontale e non semplicemente una foto del servizio scelta a caso.
    Fatelo, ricordatevene. Influenzerà la qualità complessiva della vostra proposta editoriale.
     
  5. M&M
    Il Re ed Io. Una delle storie d'amore più strane di tutta la storia del teatro e del cinema (qui nella versione cinematografica del 1956 con Yul Brynner nel ruolo del Re del Siam, ruolo che interpretò a Broadway per un totale di 4865 repliche).
    In un certo senso è la stessa che vivo io con Nikon. Parimenti "creatura" orientale e anche solo per questo, imperscrutabile per un cuore intimamente occidentale come il mio.
    In questi ultimi giorni ho scritto una quantità di articoli su materiale Nikon. Sulla Nikon Z5 penso di avere già il record mondiale (sono 6 in tutto e ancora la macchina non è nemmeno uscita in versione definitiva).
    Per non parlare dell'obiettivo perfetto (il chimerico Nikkor Z 70-200/2.8 S) etc. etc. etc.
    Inoltre per la prima volta in vita mia non ho alcuna reflex operativa in casa, avendo deciso di passare integralmente alle Nikon Z. Magari tra 3 anni, quando andrà in pensione, comprerò una D6 per poterla usare con gli obiettivi da reflex che quasi certamente terrò, nonostante tutto.
    Perchè sono oggetti eccezionali.
    Insomma, nulla di nuovo, è una liason che data 1982 e nulla la scalfirà in modo sostanziale.
    Ciò però non significa che io cammini con le fette di mortadella incollate sopra gli occhiali.
    E sebbene continui a non pensare minimamente di adottare materiale di altri marchi, non segua le evoluzioni del mercato e le proposte degli altri.
    E nemmeno che io non mi senta in pieno diritto di criticare Nikon per scelte quanto meno discutibili o inspiegabili.
    Come ad esempio :
    l'aver scelto di limitare in via progettuale la Nikon Z5 con un sensore diverso da quello della Z6 (video 4K croppato 1.7x perchè quel sensore non ha un tempo di lettura tale da consentire l'estrazione del video a pieno formato) averla dotata di una raffica anacronistica (4 al secondo sia in L che in H, sia in meccanico che in elettronico, quando la Z50 che costa meno della metà, ne fa sempre 8) obbligare il potenziale acquirente alla scelta di un solo kit, con o senza FTZ ma sempre con lo stesso obiettivo (carino ma non all'altezza di un kit che costa circa 2000 euro) sorvoliamo sul fatto che il Nikon 70-200/2.8 S sia praticamente come l'araba fenice e che, facilmente, quando arriverà sul mercato (la prossima settimana ?) creerà una lista d'attesa di mesi, stile quel vero campione che è il 500/5.6 PF che solo adesso è in pronta consegna, dopo quasi tre anni dal lancio.
    Ma il 24-200mm è un obiettivo consumer, necessario come il pane visto che non ci sono altri obiettivi anche tele.
    Annunciato in febbraio, non è al momento disponibile. Forse ne arriverà un nuovo lotto nelle prossime settimane. E andrà facilmente a ruba.
    Intanto Nikon continua ad essere carente in termini di comunicazione con i clienti. E ritiene che basti una laconica nota di comunicato stampa sul suo sito istituzionale per promuovere un prodotto.
    In un momento in cui non si possono fare roadshow e presentazioni reali ma solo virtuali, c'è chi si è attrezzato cinematograficamente per promuovere i suoi prodotti.
    Nikon lo lascia fare ai volenterosi senza paga, come i redattori di Nikonland.
    Lo sapevate che il 20mm f/1.8 S è il miglior 20mm mai prodotto da Nikon ? Si ? E allora vuol dire che avete letto gli articoli su Nikonland  perchè per Nikon, è un obiettivo tale e quale al 24-50mm nella sua letteratura ufficiale 
    Le Nikon Z sono funzionali e via software sono stare rese mature. Sia Z6 che Z7 rappresentano buone scelte.
    Ma sono macchine consumer, il sistema Z ha maledettamente bisogno oramai di corpi di riferimento perchè ci sia l'effetto traino anche di quelli più economici. Per non parlare delle migliaia di euro che richiedono gli obiettivi.
    Eccellenti ma costosi.
    Ci sussurrano che usciranno in ottobre due modelli aggiornati, marchiati S. Ma come saranno nessuno lo sa. 
    La sorpresa sarà positiva, mezza positiva o sarà una mezza delusione ? O tutta una delusione ? Vai a saperlo, nessuno ce lo dice ...

    ecco dove punto il dito, ecco perchè sono critico.
    Non mi interessa nulla di Canon, ma Canon ha lanciato due mirrorless R allo stato dell'arte sul piano fotografico con un autofocus invidiabile e una salva di obiettivi che già coprono moltissime esigenze.
    Non mi interessa nulla di Sony, ma Sony ha appena lanciato una macchina allo stato dell'arte nel video e lancerà - sembra - una full-frame veramente da assalto (sulla soglia dei $1000) sebbene molto limitata per un fotografo serio.
    Non mi interessa nulla di Panasonic, ma Panasonic con la prossima Lumix S5, avrà in totale 4 fotocamere serie e ben costruite. Persino belle da vedere.
    E non mi dite che le Nikon Z sono belle da vedere o da tenere in mano, senza zeppa sotto al fondello ... ve lo dice uno che ci ha già fatto ben più di 300.000 scatti con le Nikon Z, sia le proprie che quelle in visione per gli articoli.
    Insomma, Nikon, io vorrei danzare con te ma tu sei pronta ?
    Shall we dance ?
     
     
  6. M&M

    foto di copertina (c) Roberto Piccinini riportata solo a scopo accademico e appassionato.
    Ci sono tante frasi celebri di Enzo Ferrari, alcune decisamente ... scorrette e sanguigne, difficili da sottoscrivere anche quando si vorrebbe.
    Ma l'uomo era così, passionale, sincero, diretto. Come lui non ne nasceranno più ed era figlio di un'epoca che era tramontata già quando io sono nato.
    Domenica scorsa si è celebrato il 70° anniversario del primo Gran Premio di Formula 1 valido per il campionato mondiale della categoria.
    A Silverstone nel maggio del 1950, Nino Farina capeggiò un quartetto di Alfa Romeo che si qualificarono ai primi 4 posti in griglia di partenza e ai primi 3 alla fine della gara.
    Enzo Ferrari decise di non partecipare con le sue Ferrari a quella gara, perchè sapeva di non poter competere.
    Il secondo è il primo degli ultimi
    ma si rifece negli anni successivi fino a diventare il più titolato titolare di scuderia di Formula 1. A Silverstone nel 1951, Ferrari batté la mamma Alfa Romeo.
    Il suo credo in gara e nella concezione delle automobili era semplicemente questo :
    Ci asteniamo dal precisare il numero di cavalli che hanno i nostri motori. Quando le nostre macchine vincono vuol dire che hanno più cavalli, quando perdono vuol dire che ne hanno di meno.
    Senza altre regole, complicazioni, accordi.
    L’aerodinamica è il risarcimento per chi non sa spremere cavalli dal motore.
    La sua vita era l'amore per le automobili da corsa
    Una macchina è come una figlia, quando vince una corsa mi sento come il padre che sa che la propria figlia ha preso un bel voto a scuola.
    La migliore Ferrari che sia mai stata costruita è la prossima.
    Naturalmente sessista, ma nella frase che segue io leggo un doppio complimento, non una offesa
    I motori sono come le donne, bisogna saperli toccare nelle parti più sensibili.
    Del resto lui viveva così
    Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere.
    Un giorno io non ci sarò più. Spero che le rosse vetture che portano il mio nome continueranno ad esserci anche dopo di me ed a farsi onore su tutti i circuiti del mondo.
    Ebbene, oggi, a metà di un campionato assurdo, falsato dalla mancanza di tifosi sulle gradinate e dopo una serie di accordi politici in materia di risparmio (di cavalli, di soldi, di tempo, di idee) e con avversari che falsano sfacciatamente la realtà, arrivando persino a vantarsene, il responsabile della Scuderia Ferrari, Mattia Binotto afferma che :
    " Crediamo di poter migliorare, ma credo che cercare di battere la Mercedes sarebbe sbagliato perché il divario è enorme. Per questo, un obiettivo concreto potrebbe essere il secondo posto nel 2021"
    Potrebbe essere. Un secondo posto. Quest'anno nemmeno quello ....
    L'estrema sintesi dell'antipassione, espressa con un distacco e una freddezza che non si vedrebbero nemmeno in uno scandinavo.
    Ma ritiratevi dalle corse e ritornate solo quando avrete capito perchè si compete.
    Si corre in macchina per vincere. Non per arrivare secondi. Se tutto va bene e nessun'altro arriva secondo e noi no ...
    La Ferrari di oggi è indegna di portare il nome di Enzo Ferrari.
     
    Kimi Raikkonen su Ferrari, ultimo Re di Maranello

    Foto del sottoscritto al Gran Premio d'Italia di F1 del 2018.
    Domenica scorsa Kimi Raikkonen, su Alfa Romeo, si è qualificato ultimo, nella gara celebrativa dei 70 anni dal primo Gran Premio di Silverstone.
  7. M&M
    Che sia un articolo nel vostro blog, una foto nel Club, una domanda tecnica o una news, prendete la buona abitudine di mettere un prefisso tra parentesi quadre nel titolo.
    Tipo :
    [Nudo] Occhi blu e capelli biondi
    [Natura] Una passeggiata in val alta
    [Quesito tecnico] Come si pulisce il sensore ?
    [Paesaggio] Il mare sotto Berlino.
    [Autobiografico] Perchè fotografo anzichè andare a pescare
    [Novità] Il nuovo Laowa 9mm f/5.6 per Nikon Z
     
    darete un indirizzo sul contenuto del vostro intervento in modo che i visitatori ne vengano attratti o respinti già dal titolo, specie in una lunga disamina o ricerca delle pagine del sito.
    E per cortesia, evitiamo titoli da Settimana Enigmistica che fanno tanto Milano da bere tipo "Lo sapevate che ..." oppure "Nulla di che ma guardate un pò ... " o peggio, "Info" !
    Usate titoli chiari ed autosplicativi.
    Io ancora "Milano la terza città al mondo" non lo posso leggere ... né reggere ... specie perchè riprodotto in XXXIV puntate.
  8. M&M
    [Domanda] A cosa servono i Blog Personali su Nikonland ?
    [Risposta] I Blog personali su Nikonland sono a disposizione dei Nikonlander per scrivere i loro articoli.
    Ogni Nikonlander può aprire un suo proprio Blog su Nikonland.
    Su questo Blog, il proprietario può scrivere i suoi articoli di carattere fotografico, tematico, illustrativo, personale a suo piacere.
    Il suo Blog così racchiuderà tutto il suo pensiero, suddiviso per articoli separati.
    Non tentate di scrivere un articolo direttamente nell'intestazione del Blog.
    Il Blog è il contenitore, gli articoli i vari contenuti.
    Un Blog nasce per contenere tanti articoli, non uno solo.
    Per interventi di natura più generale o per fare domande agli altri iscritti, non usate il vostro Blog, se non scrivete un articolo per porre la domanda, ma i Club di Nikonland (qui) a secondo della tematica, troverete la sezione giusta.
    Basta cercare.
  9. M&M
    Cuffie che passione   La mia (lunga) frequentazione con le cuffie é una storia di amore-odio.
      Sinceramente non trovo mai del tutto appagante l'ascolto in cuffia. Per mia fortuna non ho problemi "ambientali" e quindi posso ascoltare a volume normale dai diffusori la mia musica ad ogni ora del giorno.
    Le cuffie le impiego quando voglio isolarmi oppure quando cerco nuance e sfumature difficili da ritrovare nella musica riprodotta dai diffusori.
    Ma c'è una peculiarità delle cuffie che, lo concedo, anche per me è impagabile.
    Ogni cuffia ha un suono suo, diverso dalle altre. Non solo modelli differenti, anche esemplari differenti dello stesso modello.
    Diversa intonazione, diverso scopo, diverso carattere.
    Diverse tecnologie, aperte, chiuse, semichiuse, dinamiche, elettrostatiche, ortodinamiche.
    Di scuola europea, giapponese, americana.
    Alta impedenza, bassa impedenza.
    C'è da divertirsi.
    E poi le cuffie costano molto meno di una coppia di diffusori dello stesso livello.
    Occupano poco spazio, si possono collezionare.
    E poi scegliere secondo l'estro quelle che ci piacciono di più in quel momento.
    E' bello anche parlarne alle volte e discuterne come facciamo su queste pagine.
    Ma non tutte le cuffie escono perfette dalla scatola, a volte ci sono cose che piacerebbe correggere, almeno a livello di risposta globale o particolare.
    Una volta questi interventi potevano essere fisici. Modificando materialmente a mano le cuffie stesse.
    Cambiando i padiglioni, aumentando o togliendo l'imbottitura interna. Chiudendo parzialmente l'apertura esterna. Passando da sbilanciato a bilanciato.
    E via spropositando. Modifiche per lo più permanenti e non sempre reversibili.
    Oggi per fortuna la moderna tecnologia ci rende la vita più facile e si possono fare interventi soft via ... software, per modificare, addolcire, linearizzare, riplasmare la risposta delle cuffie.
    Capiamoci bene, un modello impostato per dare il massimo per la musica elettronica o i mix spinti non potrà diventare miracolosamente adatta all'opera barocca.
    E le cuffie elettrostatiche resteranno sempre confinate più o meno nell'ambito della musica acustica a bassa energia.
    Ma nel mezzo ci sono tante possibilità di intervento.
    Prendiamo per esempio questa riposta in frequenza :

     
    continua su VariazioniGolbderg.it
  10. M&M
    Da ragazzo suonavo e disegnavo. Guardavo mia madre dipingere e una volta l'ho anche aiutata a finire un quadro ad olio.
    Ma dovevo disegnare solo creature viventi. Non sono mai stato portato per il paesaggio o per la natura morta, salvo che per esercitarmi nella luce o nel chiaroscuro.
    Quando ho comprato la mia prima fotocamera, trentasetteanni fa, sapevo già che avrei un giorno fotografato solo o quasi esclusivamente le persone.
    I primi tentativi sono stati un fallimento ma più per carenze tecniche che per motivazioni. E come per tante altre cose ho dovuto accantonare quel desiderio per un pò. Un pò. Un pò Finchè è arrivato il momento in cui tecnica, apparecchiature e disponibilità sia economiche che di soggetti ben disposti, me lo hanno permesso.
    Già ma perchè ? Lungi dall'avere velleità scientifiche o antropologiche, mi attirano le creature viventi ma in particolare le persone. Ancora più in particolare le donne.
    La questione è di natura non solo estetica ma specialmente espressiva. Credo che si veda nelle mie foto che spessissimo si avvicinano a stilemi cinematografici.
    Che non vogliono raccontare una storia, non mi interessa che gli altri sappiano i fatti miei o delle donne che fotografo ma io devo fermare in un fotogramma tra diecimila l'anima e il carattere della donna che fotografo.
    O almeno l'idea che ho io di lei. Quando penso che ne valga lo sforzo ovviamente.
    Infatti non  sono interessato a donne qualsiasi, mi esalto solo con quelle che più si avvicinano ad un dato modello.
    Quali ?
    L'ho scoperto una trentina di anni fa quando stavo smettendo di fotografare per mancanza di soggetti.
    Ci sono stati due episodi visuali che mi hanno influenzato (esattamente come l'ascoltare per la prima volta un grand'organo nel pieno dei suoi registri mi ha segnato per sempre l'animo. Nulla è come un organo a canne, per me ...). Più o meno nella stessa epoca, a metà degli anni '70.
    Ovvero molto ma molto tempo prima che capissi che una fotocamera poteva avere uno scopo anche oltre le feste di compleanno o le vacanze al mare.
    La trasmissione di quel film, che per l'epoca mi parve assurdo, Blow Up di Antonioni. E Vanessa Redgrave. 
    Vanessa potrebbe essere benissimo - per età - mia madre. Delle sue figlie, la più grande avrebbe la mia età se fosse ancora viva, la più piccola, due anni meno di me (Dio quanto la adoro !).
    Ma non c'è proprio niente di edipico in questo, per nulla.
    Modella professionista già affermata, eppure attrice di grandissimo livello (una rarità per le tante modelle che hanno tentato il passo). In Blow Up appare in topless con una naturalezza che all'epoca mi ha colpito. Anche per il contrasto con le altre attrici che nello stesso film si vedono nude ma al confronto, volgari e senza una briciola del suo fascino naturale.
     
    quel film tratta di fotografia e dell'importanza dell'immagine nella società del suo tempo (la mitica Swinging London). E Vanessa compare oltre che dal vivo in tante fotografie.
    Ma non è bastato questo.
    Ci è voluta anche la comparsa di uno straordinario ritratto di Vanessa da parte di Victor Skrebneski a darmi l'imprinting.

    Vanessa Redgrave di Victor Skrebneski
    Victor Skrebneski, classe ... di mio padre, è morto il mese scorso. Notizia trascurata dai media occupati con il Covid19.

    E' a lui che si deve l'avvio della carriera di Cindy Crawford. Ed è vero che fotografava anche spessissimo ... banana all'aria ma quelli sono solo cavoli suoi quando mi presenta nel 1988 Paulina Porizkova in questo sensazionale bianco e nero per Estee Lauder :

    mi perdonerà Cindy ma per lei non ho mai provato particolare trasporto. Ma per Paulina .... 
    Certo, dopo, quando ho cominciato una dozzina di anni fa, sul serio, a fotografare le modelle, sono venuti Peter Lindbergh, Avedon, Sieff e Demarchelier. Ma in un solco già ben definito ed indelebile, nella memoria e nell'immaginario di un adolescente che suonava l'organo in chiesa.
    Ecco, fine della confessione, ora sapete.
    Grazie Victor.

     
     
  11. M&M
    Disclaimer : questo non è uno spot pubblicitario Carrera. Ho preso solo spunto da una mail commerciale per fare due ragionamenti a proposito di fotografia commerciale, produzione, riconversione, intelligenza imprenditoriale. Anche durante il lockdown.
    Sono cliente di Carrera jeans da sempre e in particolare da quando hanno il sito di e-commerce. La comodità di avere sempre lo stesso modello di jeans della mia misura, accorciato, con già l'orlo fatto, spedito a casa senza spese e spessissimo con sconti esagerati ... non ha prezzo.
    Il prodotto in fondo non è sto granchè ma io vado sempre vestito allo stesso modo e porto le cose finchè non sono da buttare. Le cambio per igiene, non per estetica.
    Quindi ricevo costantemente le offerte e le informazioni sulle campagne di Carrera, con coupon, offerte speciali, novità.
    La mail di oggi mi avvisa che Carrera ha in catalogo l'oggetto che sta segnando questa stagione. Che non è un jeans supersexy e attillatissimo per la ragazza che non vuole lasciare nulla all'immaginazione, ma è una mascherina in tessuto trattato chimicamente, anti virus, anti particolato, anti tutto. Lavabile, riutilizzabile, comoda da indossare.
    Offerta a euro ... andate a vedere sul sito !

    in vendita online, metti nel carrello, paga e ricevi.
    E' un dispositivo medico di classe 1, testato e approvato. E soprattutto è made in Veneto, non in Cina.
    Bene. Fin qui la nota autobiografica e la conferma - se ce ne fosse bisogno - che mi piacciono le bionde con gli occhi azzurri (c'è in effetti anche una foto di un ragazzo, ma non è granchè né la foto né il modello ...)
    Perchè ho sentito il bisogno di scrivere sul mio blog 10 minuti dopo aver letto la mail ?
    Vi sarà venuto già in mente, però lo scrivo.
    Carrera fa jeans e probabilmente in questo momento la gente non è proprio proprio incentivata a comprare altro vestiario. Non può uscire, non può sfoggiare, non può ... spendere. Altro che jeans e giacchini o t-shirt.
    Ma la mascherina è un altro discorso.
    E se è stilish, solida, made in Italy, a norma, riutilizzabile, lavabile, prodotta da una sartoria industriale secondo le approvazioni CE allora il discorso cambia.
    Non costa nemmeno tanto di più di certe FFP2 vendute di questi tempi.
    Quindi un plauso a Carrera che certo in questo momento ha un forte calo di vendite e sta pensando bene di reindirizzare la propria capacità produttiva con la flessibilità propria dell'industria e dell'artigianato italiano.
    Sono tantissime le realtà italiane che stanno producendo dispositivi di protezione di questi tempi. E la moda ci si metterà in forze. Ma qui dalla concezione alla produzione e alla promozione stiamo parlando di una confezione "perfetta".
    Bene, e che ci azzecca con Nikonland.
    La fotografia.
    La fotografia non l'ha fatta Carrera, l'ha fatta il suo fotografo. Quello che popola i cataloghi e le pagine del sito con le foto di ragazze ragazzi in jeans e magliette.
    E qui ha fatto una foto semplice, sia di concezione che di esecuzione. Non c'è nulla di particolare in questa foto.
    Ma è semplicemente perfetta, nella sua apparente semplicità per rendere sexy perfino una cosa squallida come una mascherina medica che richiama alla mente morte e malattia. Infezioni, virus. Pericolo.
    Lei sembra Eva Kant che sta provando un pezzo della maschera del suo Diabolik. Altro che virus !

    eppure ...
    C'è uno studio americano che da un sondaggio ricava come ben oltre il 50% dei fotografi americani stia pensando di cambiare attività a seguito del fermo produttivo attuale che ha di fatto azzerato il lavoro.
    Ma c'è invece chi si industria e riesce comunque a lavorare.
    Oppure sta studiando per sviluppare nuovi mercati e opportunità di lavoro.
    Come Carrera e il suo fotografo.
    Orgoglio, iniziativa e operosità tricolore.

  12. M&M
    Nonostante sia una vera gatta morta, fino a qualche anno fa, adoravo Gwyneth Paltrow

    specie nelle vesti della mitica Pepper, segretaria/amica di Iron Man.
    Nel tempo la ragazza si è fatta strada con quella sua aria da santarellina, appoggiandosi al fidanzato Brad Pitt e poi al grande Harvey Weinsten che le ha pure fatto avere un oscar, nonostante la dote principale della bionda oggi quarantottenne non sia proprio la recitazione.

    Brad e Gwyneth, prima che lui andasse con Angelina e lei con il frontman dei Coldplay

    Gwyneth e Harvey agli oscar 1999
     
    Ma naturalmente il tempo passa e ci vogliono nuove iniziative.
    Dopo la stagione salutistica e di cucina-benessere (ci sono trasmissioni TV in cui Gwyneth insegna alle donne americane come cucinare per aver cura di se), arriva l'ultima trovata che penso sia assolutamente sensazionale.
    E' in commercio ed è andata letteralmente a ruba, nonostante costi ben $75 dollari, una candela prodotta per conto di Gwnyeth Paltrow che sull'etichetta reca una assicurazione ben più che allusiva :
    "ha lo stesso odore della mia vagina"

     
    Per me è geniale e mi auguro che faccia veramente tanti soldi.
    Però mi resta la curiosità di sapere da Brad e da Harvey - lo ammetto, con tanta invidia - se lo slogan corrisponda a realtà ...
     

    Gwyneth Paltrow colta dai paparazzi mentre prende il sole con Brad Pitt quando erano fidanzati (foto prese del web, copyright dei legittimi proprietari)
  13. M&M
    La Viola è uno strumento particolare. Quello che sta in mezzo tra gli altri archi. E' un pò più grande di un violino e suona più in basso, senza i suoi acuti. In compenso ha un registro rauco, più gutturale, caldo del violino.
    E' nata insieme al violino e al violoncello. Nel tempo si é formata una famiglia di viole : da braccio - quella oggetto di questo servizio - da gamba, da basso. A seconda delle dimensioni, del numero di corde, dell'estensione del basso.
    Tutte con la stessa forma. La forma a "viola". Indiscutibilmente simile alla forma del corpo femminile. Come il violoncello, è vero, ma con dimensioni, almeno nel caso della viola da braccio, facili da gestire.
    Ho pensato di avvicinarla a Silvia, che ha indiscutibilmente anche lei una forma "a viola", per leggerne insieme le forme e le superficie.
    Lei si è lasciata ispirare dalla luce e dalla situazione mentre io mi sono limitato a scattare.
    Quasi al buio, con la Z6 e il 24-70/2.8 S.

    la ruvidità delle tavole di legno grezzo della parete e del tavolaccio, contrastano con la vellutata pelle di Silvia e con il lucido della vernice della mia Viola Johann Bruck (uno strumento tedesco da studio).

    qui la pelle è naturalmente lasciata come la giornata invernale l'ha disposta
    In controluce, con Z7 e 105/1.4E tutto aperto

    Silvia si è mossa di continuo per me, cercando di replicare le sinuosità della viola

    che è rimasta appoggiata davanti, ora sfuocata, ora a fuoco :

    ora un pò e un pò

    finchè Silvia si è alzata per assumere la sua di forma

    che poi è quella dello strumento

    nell'album allegato, una selezione più ampia tra le centinaia di scatti eseguiti in otturatore elettronico, sempre in luce naturale.
     
  14. M&M
    Dopo un anno di fatiche Zetiste, decine di articoli, centinaia di migliaia di scatti (letteralmente), migliaia di interventi su Nikonland, tante, tante soddisfazioni e anche qualche incidente di percorso, sono esausto.
    Per cui mi ritiro nella mia casettina fino a quando finiranno le provviste, e comunque fino a primavera.
    I miei vicini saranno l'orso Yoghi con i suoi cestini della merenda e Gollum con il suo tessoro (il Noct 58/0.95, naturalmente)
    Quindi fotocamere in vetrina e niente foto per almeno 5 o 6 mesi.
    Qualche articoletto ogni tanto, piuttosto recensioni di buona musica su VariazioniGoldberg.it
     Au revoir.
     
  15. M&M
    Durante queste feste 2018 ho la casa piena di apparecchiature nuove.
    Materiale audio - di cui parlo su un altro sito  - e fotografico.
    Le due Nikon Z con i loro tre nuovi obiettivi Nikkor Z

    i Sigma Art 40/1.4 e 14-24/2.8 che uso su Nikon D850

    e il Sigma C 56/1.4 per Sony APS-C.
    Sistemi diversi con potenzialità diverse che mi stanno facendo riflettere sulle mie scelte presenti e future.
    Alcune in effetti già fatte, con decisioni ben maturate e consolidate.
    Non si tratta di semplice voglia di possesso - in fotografia conservo con me solo quello che utilizzo, ho veramente pochi vecchi cimeli in casa, tutti i valore veniale minimo - ma di considerazioni sul futuro.
    "Sebbene Nikon presenterà nuove e più perfezionate reflex digitali, per me le attuali rappresentano il massimo dello sviluppo pratico.
    Non acquisterò le prossime reflex Nikon, facilmente ricomprerò la D500 perchè mi serve. Ma nessuna nuova reflex, mai più."
    Ho anche definito quello che sarà il corredo di ottiche da reflex che resterà con me.
    Recentemente ho venduto - un pò a malincuore - tre Sigma Art, il 35, il 50 e il 24-105/4. Ho anche ceduto per fine carriera il Nikon 60/2.8G.
    Tutti sostituiti da obiettivi Nikon Z per mirrorless.
    Penso che le ottiche da reflex - come le reflex stesse - abbiano raggiunto con le ultime proposte i limiti estremi dello sviluppo. Sviluppo che si è dovuto confrontare per decenni con il tiraggio lungo e il bocchettone stretto (parlo di Nikon, ovviamente), facendo crescere le dimensioni degli obiettivi oltre il normale, per permettere prestazioni di valore.
    Gli Zeiss Otus hanno aperto la strada al gigantismo seguito da Sigma nella sua serie d'eccellenza.
    Gli ultimi Sigma 105/1.4 E 40/1.4 rappresentano l'estremo ultimo in questo senso.
    Entrambi hanno prestazioni fantastiche, anche nei confronti dei primi Sigma Art (il 40/1.4 si beve l'ovetto a colazione, sulla lente anteriore dei 35 e 50 Art; il 105 se ne infischia di tutti quanti).
    Ma hanno anche proporzioni che li tolgono dal senso comune della pratica fotografica di tutti i giorni.
    Fantastici ma scomodi come una Bentley a passo lungo ... se usata nei giorni feriali !
    Una tendenza seguita più o meno da tutti, Nikon compresa. Ma comunque insufficiente a coprire il gap con quanto possibile su una differente categoria di macchine, con tiraggio corto e cortissimo, e bocchettone più largo
    (le mirrorless, Nikon Z per intenderci).
    In sola controtendenza i Nikon Phase Fresnel, che con pochi compromessi, consentono pesi ed ingombri compatibili con borne normali (paradossalmente è più facile pensare al 500/5.6 PF che al Sigma 105/1.4 Art ...).
    Ma comunque anche loro vincolati dai limiti di autofocus delle reflex.
    I teleobiettivi Nikon PF consentono buone prestazioni in pesi ed ingombri contenuti. Ma risentono comunque dei limiti di autofocus (tarature, concentrazione dei punti AF in centro) delle reflex.
    Tanto che, potenzialmente almeno per il momento - sembrano più pensati per le mirrorless !
    La prova dei primi tre obiettivi Nikon Z mi ha convinto definitivamente (ma già io avevo l'esperienza dei sistemi Fujifilm e Sony, lato ottiche) che il nuovo attacco, solo il nuovo attacco, permetterà incrementi di prestazioni evidenti.
    Ecco che le mie scelte sono orientate oramai in questa direzione.
    Ho dismesso praticamente tutti gli obiettivi sotto alla focale 85mm per reflex, per sostituirli con quelli da mirrorless.
    Sigma 35, 50 e 24-105/4 per Nikon Z equivalenti. Persino il 24-70/4 che all'inizio trascuravo - ma è un sentiment comune per me verso TUTTI i 24-70 di tutti i marchi e tipi - è risultato vincente.
    E con quello sostituisco anche il vecchio Micro-Nikkor 60/2.8G, mai aggiornato né da Nikon né da altri (Sigma ne ha fatto uno nuovo ma ... sostanzialmente da mirrorless).
    Ed ho tenuto solo i teleobiettivi.
    Nel prossimo futuro ?
    Ecco, andiamo al punto.
    Reflex : Nikon D5, Nikon D850, Nikon D500. Perfetto mix per struttura, costruzione, durata, autonomia, robustezza, capacità dell'autofocus.
    La D850 non all'altezza delle altre due per autofocus dinamico ma superiore ad entrambe le altre per gamma dinamica e risoluzione a bassi iso.
    Obiettivi : Sigma 135/1.8, Sigma 500/4, Nikon 300/4PF, Nikon 500/5.6PF, Nikon 70-200/2.8E FL
    niente altro (con l'85/1.4 Art trattenuto in attesa del Nikon 85/1.8 pe Nikon Z). Unica porta aperta ad un - peraltro mai ventilato ma possibile - Nikon 400/4 PF compatto ma più prestazionale degli altri due già in mio possesso.
    Per il resto mirrorless. In primis gli obiettivi, a tendere sempre più FTZ-FREE
    ai 24-70/4S e 50/1.8S già nella mia borsa, aggiungerò in futuro facilmente gli altri f/1.8, principalmente 85 ma magari anche 35 e 20. Difficilmente altri zoom, salvo che ... con il Nikon Z 70-200/2.8 S Nikon non presenti anche un corpo nuovo, di fascia professionale, idealmente una D5/D500 mirrorless.
    Al di là delle potenzialità di mirino elettronico e autofocus a tutto frame già presenti nelle Nikon Z6 e Nikon Z7, è di tutta evidenza che tutto lo sforzo di Nikon in termini progettuali nelle mirrorless è tutto da venire
    sinceramente la Z7 resterà la mia "mirrorless" da borsetta, ideale compagna della D850 di cui compendia ed estende le prestazioni.
    Ma è con una nuova generazione di mirrorless potenti, robuste, ragionevolmente dimensionate e con prestazioni a tutto tondo superiori a quelle delle reflex che vedremo completarsi lo sviluppo dei sistemi mirrorless di Nikon.
    Idealmente io attendo una evoluzione in fascia professionale della Nikon Z6 come mia prossima macchina principale, capace di mettere a riposo l'inossidabile Nikon D5
    Per quella farò uno sforzo adeguato. Anche in termini di ottiche.
    Immagino una nuova generazione di obiettivi superluminosi f/1.2 o anche oltre, capaci di prestazioni al di sopra di ogni aspettativa.
    Con un corpo professionale, con 15-20 scatti al secondo in totale silenzio e - requisito di base - con un autofocus in condizioni dinamiche allo stato dell'arte, superiore anche a quello della Nikon D5, probabilmente mi scrollerò definitivamente di dosso il retaggio reflex dello scorso secolo.
    Le mie scelte sono già orientate. Zero investimenti per reflex, tutto rivolto al mirrorless ma solo a condizione che Nikon si lasci alle spalle il "piccolo è bello" e diventi anche in campo mirrorless il riferimento di mercato.
  16. M&M
    fosse sfuggito, lo ricordo. Siete su Nikonland, la casa italiana dei nikonisti.
    Nikonland si occupa di tutto ciò che ruota attorno al mondo Nikon.
    Oggi, ieri, domani, sempre.
    It's a Nikon, it's an ... icon
    non è uno slogan, è un modo di essere.
    Nikon come retaggio storico



    Nikon come presente

    glorie di oggetti irraggiungibili ma che ancora oggi possono dire la loro

    ma anche straordinari strumenti fotografici che, pur a prezzo di qualche sacrificio, molti di noi hanno potuto usare o usano correntemente

    un sito come il nostro è nato con lo scopo di favorire lo scambio di opinioni, di esperienze ma anche semplicemente di conoscenze, di ricordi, di racconti personali, aventi come fulcro, centro, scopo, Nikon.
    Non è una questione di tifoseria, c'è il pieno rispetto per ogni altro produttore fotografico al mondo. Ma altro non è il nostro, il nostro è Nikon.
    Per questo vi ricordo che questo sito si chiama Nikonland, la terra di Nikon.
    Chiunque è bene accetto. Purchè si ricordi di essere nikonista.
    Dicendo qualche cosa di Nikonista agli altri.
    Ogni giorno. Secondo quello che sa o che può.
    Niente di più ma nemmeno nulla di meno.
    Excelsior !
    _______________________________________
    Il Sorridente
  17. M&M
    C'è chi si compra oggi una nuova fotocamera e tempo 10 giorni sfiora i 20.000 scatti (io, per esempio), chi si compra una nuova fotocamera per poi rivenderla a primavera come nuova con 200-300 scatti.
    Chi sogna uno zoom 180-400/4 con teleconverter incorporato e quando questo viene presentato cambia sistema, si accontenta di meno e sta in lista di attesa per un obiettivo annunciato un anno fa e che ancora manca nelle consegne.
    Chi si compra una Ferrari e la usa per girare attorno all'isolato di casa sua una volta a settimana.
    Chi con il suo diesel ci farebbe un milione di chilometri se non fosse che la Regione Lombardia ha vietato la circolazione a tutti i diesel senza FAP ....
    Chi sbava per la Sony Alpha 9 ma non ha i soldi per comperarla, chi si comprerebbe la Nikon D5 ma poi ci farebbe panorami.
    Chi ha perso l'ispirazione, chi ha sempre fatto foto di merda anche con l'Hasselblad, chi deve comprare sempre un hard-disk nuovo per incrementare lo spazio dei suoi NAS per depositare le migliaia di foto che fa ogni settimana.
    E chi l'ultima volta che ha caricato la batteria, l'ha fatto solo perchè è meglio conservara la macchina con la batteria mezza carica, mai del tutto scarica.
    E intanto provare se la vecchia D700 ancora funziona.
    C'è anche chi farebbe, andrebbe, fotograferebbe, se solo avesse quella cosina lì che ancora non ha.
    Perchè non c'è. O perchè è di un marchio non compatibile con il suo. O perchè costa troppo, o perchè è troppo o perchè ....
    ... parlate, sfogatevi, votate il sondaggio e spiegatevi bene. Costa solo 5 centesimi di dollaro, The Doctor is always in e non patirete quanto Keira Knightley in A dangerous Method 

     
     
     
  18. M&M
    Chiunque può imparare a suonare il violino. E' solo una questione di applicazione e di attitudine.
    Oggi uno studente può cominciare da bambino con uno strumento industriale come questo che si trova su Ebay o Amazon a 69 euro

    compreso di archetto, custodia e colofonia (la pece per l'archetto : magari un pò essiccata !).
    Il suono non è importante, purchè suoni e lo studenti si applichi. La mamma non si deve svenare e se poi il bambino non vuole proseguire negli studi, poco importa, quel violino resterà come elemento d'arredamento.
    Ma per suonare bene sia a livello amatoria che professionale, la qualità dello strumento comincia a diventare importante.
    Sia per il suono - è ovvio, è l'aspettativa più comune - che, soprattutto per la sua durata, tenuta nel tempo, affidabilità.
    Si, perchè se si suona in pubblico non ci si può permettere che lo strumento ... faccia cilecca nel momento migliore.
    L'investimento ovviamente sale ma mi sembra pacifico che un violinista che ha investito anni del suo tempo nello studio della musica e dell'arte di suonare il violino voglia almeno valorizzare i suoi sforzi.

    Questo è un violino professionale Piccaglini di Cremona del 1925 (detto violino rosso). Ben restaurato lo si può comperare per una cifra tutto sommato contenuta (in questo caso credo 8500 euro + IVA).
    Ci sono strumenti professionali per tutte le tasche, si può salire anche a 50-100.000 euro a seconda dei casi. Sono cifre importanti ma allineate alle prestazioni, alla cura con cui sono costruiti (e mantenuti nel tempo).
    Il bello di un violino è che pur nella sua fragilità, dura secoli se tenuto bene. Specialmente da quando si usano dettagli e accessori aggiornati nei materiali (corde e parti dure).
    Il violino professionale consente ad un violinista di assolvere ai suoi impegni quotidiani, anche in una grande orchestra e di guadagnarsi i suoi compensi. Si potrebbe anche fare con uno strumento amatoriale ma non si passerebbe nemmeno il casting e non si otterrebbe l'ingaggio.
    Però ci sono professionisti e professionisti. Ci sono violini di fila e ci sono solisti.
    Un grande violinista può esprimere un suono differente a seconda della partitura che interpreta sfruttando al meglio il SUO strumento.
    Ogni grande concertista ha il suo violino d'elezione, con cui ha un rapporto d'amore. Il suo valore sale oltre il ragionevole, ma c'è diretta relazione tra il suono e il suo valore effettivo, non venale.

    lo Stradivari nero Leclair
    E quello strumento porta chi lo suona a diventare il violinista che è, perchè il suo suono diventa unico mano a mano che arriva a comprenderlo

    la superstar del violino Janine Jansen non suona uno Stradivari, suona lo Stradivari "Barrere" del 1727 qui fotografata mentre suona il concerto di Britten
    Io adoro Janine, il suo suono è inconfondibile. Il suono del suo Stradivari è unico, va oltre l'immaginabile. Ogni sua registrazione supera le aspettative, mi commuove, mi fa lacrimare.
    La più grande violinistra del nostro tempo e il suo inestimabile Stradivari.
    Insomma, c'è il violino da studio con cui si cresce, c'è il violino professionale con cui si lavora, c'è il violino da concerto con cui si esprime un bel suono sul palcoscenico, c'è il violino unico ed eccezionale la cui firma caratterizza l'interpretazione di un grande violinista.
    La differenza c'è, si vede, si sente. Eccome se si sente.

    ancora Janine Jansen e il suo Stradivari Barrere, mentre prova il Concerto per Violino di Chaikovsky
  19. M&M
    Lo compro perchè costa poco, o la compro perchè mi serve ?
    Naturalmente se uno ne ha tanti, è liberissimo di spenderli come vuole. Di fare opere benefiche o di fare come quelli della pubblicità della Dacia Duster che dicono al venditore della concessionaria "ma noi volevamo spendere molto di più !".
    Quindi uno può benissimo comprarsi oggi un Nikkor S 50/1.4 o un 58mm f/1.4 del 1962 se gli piace (e ne avrebbe motivo, sono due obiettivi esteticamente bellissimi pur avendo circa la mia età ! Io purtroppo sto invecchiando molto peggio ... SOB).
    Cimeli fotografici, soprammobili, oggetti da collezione. Ce ne sono per tutte le borse e per tutte le voglie.

    Ma se parliamo di materiale fotografico "da uso" come scrive sempre Watanabe nelle sue offerte su Newoldcamera, non è sempre così.
    E quindi capita che un orribile, plasticoso e poco affascinante Nikon 28-105 f/3.5-4.5D

    che si trova, ovviamente solo usato intorno ai 150 euro, possa diventare un ottimo trans-standard da ritratto, per le sue caratteristiche di morbidezza e di resa della pelle dei soggetti, del tutto controcorrente con il contrasto e il microdettaglio esibito dagli obiettivi da ritratto moderni, quelli da 1500 euro, per intenderci.
    Per pochi soldi di più si può trovare un "luminoso" Nikon 35-70/2.8 a pompa, come questo :

    io ve lo sconsiglio, ma se vi piace il brivido dell'affare che capovolto zooma da solo e nelle cui intercapedini si vanno ad annidare polveri e muffe così pertinaci da compromettere il trattamento interno delle lenti con conseguente alone e opacizzazione visibili sia ad occhio nudo che nelle foto, fate pure. C'è chi per il vintage cheap finisce per spendere dei capitali.
    Io non ho realmente bisogno di uno zoom transtandard e posso farne a me ma c'è chi invece indulge in oggetti anche di minor valore di questo pur pregevole 35-70/2.8.
    C'è quello che comunemente viene chiamato, a torto, "cinquantino", il 50/1.8.
    Nikon ne ha prodotti tantissimi modelli, anche dichiaratamente della serie E (E per economico, non per eccellente).
    Il migliore dei quali è certamente l'ultimo, motorizzato ad ultrasuoni.

    non è il migliore dei 50mm possibili, ma si trova nuovo ben meno di 200 euro e usato a poco più del costo di una cena per due.
    Lo dobbiamo comprare perchè costa poco ?
    No, in generale non si compra una cosa perchè non costa molto, ma perchè ci serve. Il 50mm dovrebbe servire sempre. Ma se uno non sa servirsene o non lo riesce ad apprezzare, perchè acquistarlo ?
    In tema mi fotocamere digitali oggi c'è l'imbarazzo della scelta. Pezzi pregiati come la Nikon D2x che costava 14 anni fa 4500 euro, viene venduta a 250 euro.
    Ha un valore collezionistico ? Si, anche se non è un modello raro come una D810a per astronomia (!).
    Ma ha un valore fotografico ?
    Bah, io spendere meglio quei 250 euro piuttosto che su una fotocamera grossa, pesante che non riesce ad andare oltre i 200 ISO neanche a volerlo ...
    Per esempio una bella Nikon D7100 

    si trova usata a 350-400 euro (e nuova, fondo di magazzino a circa 700 euro) e permette di fare cose inimmaginabili con la Nikon D2x.
    Magari mettendoci davanti un Nikon 35/1.8G, che non offrirà il più bello sfuocato del mondo, ma è piccolo, leggero, veloce e costa circa 150 euro

    Potrei continuare così per giorni, parlando di veri affari e di pessimi affari.
    Ma lo scopo di questo mio pensiero è quello di ricordare che se si vuole usare con profitto uno strumento fotografico, il prezzo è certamente una componente importante, ma lo è sempre di più l'uso.
    Se uno ha bisogno di una cosa, deve cercare quella che gli serve realmente, non comprare una cosa differente, perchè la trova a poco prezzo.
    Per esempio, non costa pochissimo ma non costa nemmeno troppo. E rispetto a TUTTI i suoi predecessori è un signor tele-zoom :

    l'ultimo Nikon 70-300 AF-P si mangia anche certi 80-200  costa sui 550-600 euro ma ne vale di più.
    E certamente, se uno scende a certe focali che per me sono abissali, il nuovo Nikon 10-20VR non teme rivali :

    ma a me non serve assolutamente, quindi anche se costa meno di una scheda di memoria da 128 GB, perchè dovrei comprarlo ?

  20. M&M
    La compro perchè costa poco, oppure non la compro perchè costa tanto ?
     
    Si leggono spesso frasi di questo tipo :
    - quella fotocamera costa troppo
    - oppure, ho comprato il tal zoom 28-75 f/4.5-5.6 perchè l'ho pagato una stupidata
    - deciderò se comprare la tal Nikon confrontandola con il prezzo di prodotti concorrenti
    - quanto costa quel prosciutto cotto ? Si ? Me ne faccia 4 etti.

    - cos'è quello, prosciutto di San Daniele ? Eh, lo so, è buono ma costa troppo. Con quello che costa mi compro mezzo chilo di mortadella. Ha lo stesso sapore ? No, è pure salatissima. Però se ne compro due etti risparmio 6 euro !
    Come se tutto finisse per limitarsi ad un valore solo, il costo.
    Io, per esempio, questa macchina qui non la compro solo perchè non ho i soldi, non perchè costa troppo. Perché se avessi il milioncino che ci vuole per comprarla, la pazzia la farei oggi pomeriggio (attendendo quei 24 mesi di rito che un ferrarista deve attendere per averla !)

    non ho esitato un istante a comperare il 500mm f/5.6E PF, perchè mi serve e perchè so che mi cambierà - fotograficamente - la vita.
    Costa poco ? No. Costa il giusto ? Non lo so, è certo che non ce n'é un altro sul mercato.
    Nikon chiede quel prezzo, per me è indispensabile. L'ho comprato e ci ho già fatto un quindicina di migliaia di scatti.
    Avrei potuto aspettare tre anni per comparlo a meno. Si, certo. Per la Ferrari FXX-K non basterebbero 15 vite come la mia.
    Resta il fatto che il 500mm, pur avendo fatto uno sforzo per comprarlo, ce l'ho già da un mese, della Ferrari mi dovrò accontentare del modellino in scala 1/18 per Natale.
    Perché costa poco ? No, perchè il modellino, almeno, me lo posso permettere !
    Comprare una Nikon D500 solo perchè costa poco ?
    Certo ma solo se mi serve (tipo una D500 in primavera, ad un prezzo di un terzo di quanto l'ho pagata appena uscita tre anni prima).
    Perchè ? Perchè con il 500mm la D500 è meglio di ogni teleconverter. E oramai non costa più di un teleconverter ...

    Ho fatto male a pagarla 2000 euro nell'aprile del 2016 ? Ma certamente no, in quel momento mi serviva e in un anno ho fatto 45.000 scatti o più.
    Adesso mi serve di nuovo e la compro al prezzo di mercato.
    Comprare una fotocamera m4/3 perchè la si trova usata a poco e poi finire per non usarla perchè non è adeguata alle mie necessità ?
    Bah, ognuno spende i soldi suoi come crede ma io credo sarebbe più ragionevole comprare una cosa se effettivamente serve, non perchè è un affare.
    Un apparecchio fotografico che costa poco, raramente diventa un affare in caso di rivendita !
    Non comprare una cosa che serve perchè costa troppo ?
    Ognuno si faccia i conti i tasca sua, in base alle priorità del suo bilancio familiare.
    Ma se  una cosa è necessaria - ragionevolmente parlando come si dovrebbe fare quando si parla di oggetti della propria passione e quindi non di capitale importanza -  allora il suo prezzo diventa una variabile subordinata.
    Se non avessi avuto i soldi per comprare il 500mm oggi, avrei fatto un "debituccio", oppure avrei risparmiato per comperarlo appena avessi potuto.
    Sarebbe diventato più economico ? Magari si, un pò, ma non è per quello che avrei dovuto attendere, né l'avrei comprato perchè più economico. Ma perchè intanto non sarebbe cambiato il bisogno sottostante.
    Comprare una cosa differente da quella che mi serve realmente e che soddisfa esattamente le mie necessità perchè, sul mercato, ce n'è un'altra, vagamente simile che costa di meno ? (tipo, che so, una Sony al posto della mia Nikon ?).
    Ma, dico, non puoi parlare sul serio ! Piuttosto niente !
     
    PS : io, poi, certe cose le compro appena posso, perchè tra un anno o tra sei, potrei non essere più in grado di comprarle, o peggio, di utilizzarle
  21. M&M
    Oramai 35 anni fa, compravo la mia prima reflex.
    Ero totalmente digiuno di fotografia ma avevo già deciso che avrei comprato la macchina insieme ad un obiettivo normale e luminoso.
    Mi ero documentato approfonditamente.
    Il negoziante mi propose una scelta tra Olympus e Nikon, con vari Zuiko e Nikkor, suggerendomi di acquistare uno zoom, qualche cosa tipo 35-70mm.
    Ma io fermo nei miei propositi, una volta visto il Nikkor 50/1.4 Ais, non lo ascoltai nemmeno di striscio.

    parliamo di tanti anni fa, quando ancora non c'erano gli smartphone multicamera con capacità di simulazione dell'effetto di profondità di campo .... !
    Sembrerà strano detto oggi, ma io ero cresciuto con le fotografie scattate con un Tessar 45/2.8 da mia padre e quella era la mia visione normale.
    Anzi, in verità, è ancora così oggi.
    Penso che potrei scattare anche solo ed esclusivamente con un 50mm, purchè luminoso e di qualità.
    All'epoca Nikon ne aveva in catalogo tre di luminosità differente, cui si potevano sommare anche il miracoloso Noct-Nikkor 58/1.2 e il compatto 45/2.8.
    Questo fu il mio primo ed unico "kit" e resta il mio unico "kit", perchè in epoche successive ho sempre e solamente acquistato corpi singoli, cui adattare la mia selezione di obiettivi, per lo più a focale fissa.
    I tempi cambiano, le tendenze anche. Il 50mm è sempre stato un obiettivo abbastanza economico per standard elevati, costoso invece se proposto con corpi macchina entry-level, decisamente di fascia inferiore rispetto alla mia Nikon FA.
    E quindi dopo i tentativi con obiettivi E, Nikon seguì la strada degli altri produttori, compresi gli universali Tamron e Vivitar, proponendo sempre più spesso zoom, di varie fascie. Sempre più in basso, fino a certi improponibili 28-80 venduti insieme ad altrettanto improponibili F50 ed F60.
    Una sceneggiata ripetuta con il digitale, sia in epoca APS-C, che full-frame.
    Oggi il kit è essenzialmente quello della macchina con annesso zoom 24-XXX o equivalente, sempre ad apertura variabile, spesso di un improbabile f4-f5.6
    E se questo può anche essere passabile per kit di primo equipaggiamento dove fa premio solamente il basso prezzo di acquisto (specie se comprato online, in liquidazione, perchè fondo di magazzino di modelli usciti di produzione), la prassi si estende anche a modelli di fascia più alta, se non altissima, come la Nikon D850 che solo corpo costa circa 3.500 euro.
    C'è la scusa della flessibilità, c'è quella di offrire in un pezzo solo "quasi" un intero corredo. Ovviamente il discorso non è limitato a Nikon ma coinvolge tutti i produttori di ogni fascia. Compresa Leica con la sua SL.
    Ok, nulla di male in fondo, se l'acquirente trova conveniente comprare in kit corpo più ottica ad un prezzo vantaggioso e magari in casa non altro.
    Ma perchè limitare a quella sola scelta dello zoom trans-standard ?
    Come dite ? C'è anche il kittone con due zoom, uno corto e uno tele.
    Stesso discorso nell'ottica di spendere il meno possibile e possibilmente ... comprare due schifezze anzichè una sola (!).
    Ma, per Bacco, per la Nikon Z7 che da sola costa praticamente 4000 euro, vogliamo fare una proposta più articolata ?
    Va bene il kit con il 24-70/4, conveniente e compatto. Va bene (a trovarlo) il kit con il solo FTZ per chi gli obiettivi li ha già delle sue reflex.
    Ma un paio di kit alternativi, previsti in fabbrica, con il corpo macchina e il 35/1.8, oppure al suo posto il 50/1.8, come era una volta ?
    Sarebbe un invito ad offrire migliore qualità, magari ad un prezzo più conveniente ?
    Oppure c'è l'idea delle case che l'acquirente sia incentivato ad acquistare lo zoom in kit e poi anche i due fissi separatamente ?
    E dagli anni prossimi, quando ci sarà una scelta più ampia di ottiche Nikon S cosa proporranno, sempre il 24-70/4 dell'esordio ?

    la nuova Nikon Z7 con il nuovissimo, anzi più che nuovo, anzi, non ancora disponibile Nikon 50/1.8 S.
    Insomma, io sono per il ripristino legale del kit corpo macchina con il 50mm !
  22. M&M
    Confesso di essere un vero misantropo. Non per causa d'altri.
    Non è come per Alceste (il Misantropo di Moliere) che non crede negli uomini perchè é stato tradito.
    Sono proprio così. Uno dei giorni più tragici della mia vita è stato il 1° ottobre 1969, il primo giorno di scuola. Ricordo che non capivo cosa ci facessi là e perchè c'erano tutte quelle persone.
    Ma questa è un'altra storia, ne riparlerò magari in un altro blog quando finalmente terminerà definitivamente la scuola.
    Al contrario del mio rapporto con le persone (che non odio, ci mancherebbe, solo che per ogni minuto passato con persone fuori di casa mia, ho bisogno di passare un numero congruo di minuti al sicuro tra le mie cose).
    Dicevo che diversamente, il mio sodalizio con i cani è una cosa che trascende ogni considerazione. Va oltre le parole, oltre ciò che si può confessare. Nella realtà é un rapporto ineffabile.
    Sono sempre stati i miei veri amici, i miei compagni di ogni attività, ogni giorno, da che mi ricordo.
    Nove anni fa, era un momento difficile. C'era stato da pochissimo un passaggio generazionale in casa, molto doloroso e anche i cani di casa si avvicinavano al momento di godersi il meritato riposo.
    Arthur, il primo Jack Russell Terrier della mia vita, comprese fin dal primo momento che doveva cambiare le cose.
    Riempì la vita dei vecchi cani (che ci accompagnarono solo per pochi altri anni) costringendoli a tornare a giocare e anche delle persone, specie di mia madre, rimasta improvvisamente sola in casa per la prima volta in vita sua.

    Arthur modello, a sei mesi
    Arthur correva tutto il giorno. Giocava. Anzi, no, combatteva con le palle.
    Ne aveva una enorme collezione che teneva rigorosamente inventariata sotto il letto. Guai se gliene mancava una. Riusciva a ritrovarla in pochissimo tempo dopo aver rovistato ovunque, spostato porte, cuscini, smontato letti.
    In quel periodo lavoravo a Bologna e quando tornavo, al venerdì, impazzito di gioia saltava ovunque, inarrestabile, per manifestarmi quanto gli ero mancato.
    Dormiva sul mio petto quando io guardavo il Gran Premio. Anche quello del Giappone o dell'Australia di mattino presto.
    Abbaiava come un cane grande, riconoscendo se stava arrivando BRT o GLS (capirete il viavai di corrieri che c'è sempre in casa mia).
    Assalendo senza tema quelli neri, per i quali non ha avuto mai una grande confidenza. Non per razzismo, solo che non gli andavano troppo a genio, come al sottoscritto.
    Quando poteva, scappava dal cancelletto per andare dall'altro lato della strada a lasciare il suo segno, di monito ai tanti cani della via che si avventuravano con i padroni dalla nostra parte.
    Morto il vecchio terrier bianco a 16 anni,  il vecchio Fritz e il vecchio Sean non erano mai stati dei gran giocherelloni e lo guardavano seriosi.
    Così gli procurai altri due fratellini della sua taglia. Con i quali condivideva i giochi ma mai le sue palline. Anche quando quelli cercavano di rubargliele.
     
    Arthur insegna al suo piccolo amico Blakey, come si gioca, ma guaio se si prendeva una della sue palline !
    Ma è sempre stato lui il capo naturale. Quello che chiamava gli altri per uscire a giocare. O chiamava me quando era il momento di rientrare.
    Un capo, no, un vero Re, un Re bretone, che faceva onore al suo nome, o un re vichingo, indomabile, dal primo giorno in cui l'ho scelto a prima vista tra i suoi fratelli.
    Ad oggi.












     
    Indomabile anche nella difficoltà, quando un fa anno gli è stata diagnosticata una malattia incurabile.
    Con pazienza lo abbiamo accudito e lui ci ha ricambiato con una forza d'animo inimitabile, se non per un capo vichingo, pur sentendo che giorno dopo giorno gli mancavano le forze.
    Trascinandosi fino agli ultimi giorni, sempre con una pallina in bocca, anche a rischio di cadere a terra sfinito, per riprendere fiato.
    Abbiamo cercato di dargli almeno una parte dell'amore incondizionato che ha mostrato ogni giorno della sua vita per ognuno di noi.
    Di ricompensarlo per il ruolo guida e per averci aiutati ad andare avanti in momenti difficili, dandoci l'esempio delle cose che contano.
    11 pollici di altezza, 8 chili di peso. Ma la forza di un gigante.
    Ci ha lasciati oggi alle 13:08, avrebbe compiuto 9 anni il 24 di ottobre, dopo due settimane di infermità cui si è opposto con ogni fibra della sua sconfinata forza d'animo, nell'ultima battaglia, contro forze purtroppo soverchianti.
    Forse vi sembrerà retorico quello che sto scrivendo ma per la prima volta in vita mia, pur provando un dolore inconsolabile provo allo stesso tempo la stessa gioia che provava lui vedendomi tornare a casa dal lavoro.
    Ho sepolto decine di cani, ho sofferto ma oggi è veramente un giorno indimenticabile come lo è stata tutta la sua vita.
    Arthur, è stato un privilegio conoscerti e vivere con te. In tuo onore stanno suonando le fanfare della Royal Fireworks di Handel.
    Sono sicuro che dove sei ora sei già il capo.
    Conto di venirti a cercare quando sarà il momento. Aspettami.

    Arthur I, 24 ottobre 2009 - 30 settembre 2018. Il suo ultimo viaggio verso il regno degli eroi non poteva cominciare senza le sue palline preferite che certo non poteva lasciare incustodite.
  23. M&M
    L'estrazione della radice quadrata con il metodo Bombelli é un sistema manuale, algebrico, basato sui numeri interi.
    Molto semplice, si può fare a mano.
    E' uno dei primi algoritmi moderni che porta ad un risultato preciso e non per oscillazioni o convergenze.

    Me l'hanno insegnato alle scuole medie, l'ho subito dimenticato perchè subito dopo ho iniziato a programmare calcolatori intelligenti.
    Ma mi è rimasto impresso il metodo, molto pratico, vista l'epoca del sistema (intorno alla metà del 500).
    In estrema sintesi si calcola per passi successivi, riportando a semplici moltiplicazioni e differenze il calcolo e non richiede alcuna nozione di geometria analitica (su cui invece si basano i metodi più sofisticati e rapidi impostati successivamente).
    Può essere utile anche per apprendere i rudimenti di un algoritmo ripetitivo e può essere facilmente "insegnato" ad un computer riportandone il metodo, se vogliamo per esempio verificare la precisione di calcolo di un sistema decimale.
    Prendiamo un numero casuale a base 10 di cui vogliamo estrarre la radice quadrata.
    Per esempio :
    5362451
    lo spezziamo in doppie cifre partendo dalle unità :
    5'36'24'51
    prendiamo le prime due cifre da sinistra :
    5
    il metodo consiste nel trovare il numero più grande contenuto in questa cifra che venga calcolato dalla formula d*(20*x+d) con d un numero in progressione successiva 1-2-3-4... ed x pari al risultato parziale della radice quadrata che stiamo calcolando.
    Applichiamo la formula :
    1*(20*0+1)=1  ' al primo passaggio il risultato parziale è ovviamente 0
    il numero 1 è inferiore a 5, proseguiamo :
    2*(20*0+2)=4  
    il numero 4 è inferiore a 5, proseguiamo :
    3*(20*0+3)=9
    il numero 9 è superiore a 5, quindi torniamo al punto precedente. Il risultato parziale è  2 
    sottraiamo dalla nostra cifra il risultato della formula : 5-4 =1
    Quindi il resto è 1, lo riportiamo sotto :
    1
    abbassiamo le successive 2 cifre del numero di cui stiamo estraendo la radice quadrata :
    136
    riapplichiamo la formula :
    1*(20*2+1)=41 ' il numero 41 è inferiore a 136, reiteriamo
    2*(20*2+2)=84 ' il numero 84 è inferiore a 136, reiteriamo
    3*(20*2+3)=129 ' il numero 129 è inferiore a 136, potremmo reiterare ma è evidente che arriveremmo ad un numero superiore a 136, quindi il risultato parziale è 3 che si va ad accodare al 2 già trovato, quindi 23
    sottraiamo dalla nostra cifra 136 il risultato della formula : 136-129 =7
    Quindi il resto è 7, lo riportiamo sotto e stacchiamo le successive 2 cifre del numero di cui vogliamo estrarre la radice quadrata :
    724
    riapplichiamo la formula :
    1*(20*23+1)=461 ' il numero 461 è inferiore a 724, reiteriamo
    2*(20*23+2)= 924 ' il numero 924 che è superiore a 724, quindi il risultato parziale è 1 che si va ad accodare a 23. Abbiamo quindi un risultato parziale complessivo di : 231
    proseguiamo, ricavando il resto dell'operazione, sottraiamo qundi 461 da 724 = 263, stacchiamo poi le ultime due cifre del numero di cui stiamo estraendo la radice quadrata, cioé 51
    26351
    riapplichiamo la formula :
    1*(20*231+1)=4621  ' il numero 461 è inferiore a 724, reiteriamo
    .................................
    5*(20*231+5)= 23125 ' che è l'ultimo numero inferiore a 26351 ricavabile con la nostra formula. Quindi l'ultima cifra intera della nostra radice quadrata è 5 che in coda a 231 ci porta a 2315
    volendo proseguire con i decimali, basterà ricavare il resto della differenza tra 26351 e 23125 che è pari a 3226, ci mancano le cifre ed aggiungiamo semplicemente due zeri in coda :
    322600
    riapplichiamo la formula :
    1*(20*2315+1)=46301  ' il numero 461 è inferiore a 322600, reiteriamo
    semplificando verifichiamo che il moltiplicatore massimo è pari a 322600/(20*2315) = 6.
    Applicando 6 alla formula avremo :
    6*(20*2315+6)=277836 ' quindi il risultato parziale è 6 che accodato a 2315 ci dà : 2315,6
    il resto di 322600-277839= 44764, aggiungiamo altre due cifre decimali :
    4476400
    riapplichiamo la formula :
    1*(20*23156+1)=463121  ' il numero 463121 è inferiore a 4476400, reiteriamo
    semplificando verifichiamo che il moltiplicatore massimo è pari a 4476400/(20*23156) = 9.
    Applicando 9 alla formula avremo :
    9*(20*23156+9)=4168161
    quindi il risultato parziale alla seconda cifra decimale è 2315,69
    ...
    potremmo continuare con questo algoritmo ad libitum ottenendo tutte le cifre decimali che vogliamo, in modo assolutamente infallibile, conservando un resto finale sempre assolutamente preciso, quanto una calcolatrice non potrà mai fare  verificate se vi va ...
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