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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 06/12/2020 in tutte le aree

  1. Ettore Fieramosca di Blasetti con, tra gli altri, il grande Gino Cervi ed Elisa Cegani, è - per me - una delle massime vette del cinema italiano di tutti i tempi. Gino Cervi in quel periodo poteva tenere testa a Lawrence Olivier (che incidentalmente ha doppiato nella versione italiana di Amleto nel 1948). E la qualità di riprese, stile, sfarzosità dei mezzi di quel cinema era al livello del miglior cinema americano, non europeo. Ma a parte questo e a parte, ovviamente il messaggio di fondo chiaramente di regime, oggi non più attuale per questioni di politicamente corretto, è uno dei miei film preferiti. Io sono un uomo vecchio stile, legato a valori intrinsecamente tradizionali, quelli da "Dio, Patria e Famiglia". E sinceramente non me ne vergogno. E pochi eroi, folli, spacconi, esageratamente generosi fino all'ottusità, sono equivalente a QUEL Ettore Fieramosca. Che intendiamoci, è romanzato al massimo e poco o per nulla aderente alla realtà. Anzi, poco di quel film, tolto il periodo storico della contesa tra Francia e Spagna per il possesso delle ricche province italiane, è storicamente accettabile o attendibile. Poco mi importa, conosco la storia piuttosto bene, ma Fieramosca è il mio eroe lo stesso. La scena in cui Ettore saluta "a mai più" la bella castellana e si avvia a difendere il castello da solo dalle milizie francesi, dopo il tradimento del capitano di ventura (tal Graiano, personaggio in larga parte inventato), è un riferimento. Se possibile, meglio impegnarsi quando si è certi di vincere è la mia strategia. Ma una volta impegnati, si va fino in fondo. Ettore Fieramosca e Giovanna di Morreale il cavaliere armato, solo, sul ponte, impugna lo spadone a due mani (nella realtà questa scena è quella finale, nel duello all'ultimo sangue culminante la Disfida di Barletta che conclude il film). Tutte queste balle per ribadire il punto centrale della mia presenza su questo sito. Questo sito si chiama Nikonland ed è dedicato a Nikon. E' il sito che abbiamo creato Max Aquila ed io. Il corollario è "tutto ciò che ruota intorno a Nikon". Ed io, finchè sarò presente, mi sono preso il compito di difendere Nikonland, Nikon, Max e i nostri amici, dalle milizie straniere. Nessuna mercè per chi ci verrà ad offendere in casa. Massimo rispetto per chi rispetta la nostra bandiera.
    2 punti
  2. Tecnicamente è stato difficilissimo sotto ogni punto di vista, prima volta volta che mi cimento, sicuramente sarà anche l'ultima. Ci vuole troppa pazienza anche a partire dalla ricerca dell'oggettistica affinché sia adatta e coerente dal punto di vista cromatico. Ciao!
    2 punti
  3. Per chiarirmi un dubbio. Viltrox avrebbe dunque superato i noti problemi di reverse engeering per Z per creare un obiettivo come questo dotato anche di AF. Perché allora non riesce a farlo Sigma? Per ragioni tecniche o di costi/benefici dovuti ad un prodotto - il sistema Z - ancora relativamente poco diffuso sul mercato?
    1 punto
  4. Dettaglio della copertura dello scudo del cannone. Che è bella e ben dettagliata, come riprodotta da Trumpeter ma che non si adattava per niente in termini di forma. Per cui lima e carta vetra finché non è andata un pò meglio. Non sono soddisfatto al 100% ma meglio che rifarla di sana pianta. questo è un jpg basic in formato piccolo della Z6 II, il Nikkor Z 24-200/4-6.3 a 170mm ed f/10, con tubo Viltrox da 12mm. Mano libera, ISO 400, minima distanza di messa a fuoco. Luce Godox SL60W perchè qui di luce dalla finestra non ne entra.
    1 punto
  5. Capo Teulada - in secondo piano Centauro con corazzatura ROMOR (ovviamente, essendo ripresa durante un'esercitazione, priva delle "mattonelle" esplosive)
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  6. Quando ho provato per la prima volta la D500 sono passato anche da Torrile (PR). oltre alle foto che ho pubblicato nella prova delal fotocamera ne ho ricavato una serie a tema. Numerose coppie di Cavalieri d'Italia avevano nidificato sugli isolotti davanti ad uno dei capanni ed i pulli ormai grandicelli si avventuravano fuori dal nido nella palude, sotto l'occhio attento dei genitori. I Cavalieri d'Italia difendono i piccoli coraggiosamente e con incredibile aggressività, in pratica scacciano qualsiasi altro uccello che possa rappresentare una minaccia. Davanti al capanno era un carosello continuo di attacchi aerei velocissimi ed un frastuono infernale di grida di allarme. A coppie o addirittura in stormo non esitavano ad assalire uccelli ben più grandi di loro: Airone guardabuoi (giovane) Due intercettori inseguono il nemico (ancora Airone guardabuoi) Però sono anche selettivi, quando un'Oca egiziana è atterrata su un'isolotto non l'hanno degnata di uno sguardo. Quando sono arrivate le Spatole, una volta identificate come non particolarmente pericolose Le hanno lasciate stare. Le uniche che hanno dato filo da torcere ai Cavalieri sono state le Folaghe, non perchè minacciavano i piccoli ma perchè avendo nidificato fianco a fianco, c'erano ogni tanto screzi fra coinquilini, come in un condominio. E le folaghe sono goffe, ma toste.
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