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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 29/10/2020 in tutte le aree

  1. Se fosse vero quel ragionamento - su cui concordo al 10000% - allora varrebbe pure per il Nikon 105/1.4E e per il Sigma 135/1.8 Art : un Nikkor Z 85/1.8 S basta e soverchia le esigenze del 97.5% della popolazione dei nikonisti. Per il restante 2.5% ci sono, per l'appunto, questo 50/1.2, i summenzionati medio-tele e i futuri Z che li sostituiranno
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  2. Ciao Fabio no al momento ho portato solo il catalogo, ma effettivamente (e qui rispondo a Massimo che mi ha chiesto in MP) probabilmente: 1- se avessi scelto uno scatolino Thunderbold 3 probabilmente non avrei alcun tipo di percezione d'avere il catalogo fuori dal PC 2- gli NMVe sono piccolini, dove ci va un disco 2.5" trovano posto 5 scatolini Orico usb 3.1 3- le memorie NMVe ci sono di ogni taglia: 1-2-4-8 Tb a salire, ed il prezzo sale con i Tb ma non così tanto da non lasciare aperto nel prossimo futuro la possibilità di portare tutto l'archivio RAW su un bel 4Tb NMve magari Thunderbold 3. Lascerei quindi al lento Terramaster il solo BCK periodico, su dischi HHD da 4 o 8TB da 3.5" enormemente più economici di equivalenti SSD C'è poi un vantaggio fenomenale in questi archibugi mignon: ti puoi portare appresso tutto tutto l'archivio. Fai un viaggio? ecco con te c'è tutta la tua camera oscura e tutte le foto che hai fatto da quando hai iniziato a fare click digitale (e anche prima se ti sei sbattuto a digitalizzare il chimico) Ora io son 4 anni che non vado da nessuna parte, poi ora con il COVID non c'è neanche la prospettiva, ma prima o poi ...
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  3. A sorpresa arrivano ben due anelli adattatori che promettono di utilizzare lenti con innesto Leica M sulle nostre Z aggiungendo la messa a fuoco automatica. Uno arriva da techart, marchio già noto per molti altri adattatori, qui il loro sito web: Techart adattatori AF Il TZM-01 è questo qui: Prezzi ancora da scoprire, ma considerate che le versione per Canon o Sony EF su Nikon Z costano 270,00 euro, questo credo costerà di più dato che l'omologo Lecia m su Sony E supera i 300 euro. Il secondo arriva da Megadap, codice MTZ11, produzione cinese, costo su Ebay 350 dollari circa. Sostanzialmente sono lo stesso prodotto con due marchi diversi, made in China of course. In attesa della versione per lenti AF-D abbiamo una opzione in più per allargare il parco lenti AF da usare sulle nostre Z.
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  4. Si, esattamente. Non sono una novità in assoluto questi cosi, se ne parla da un pò come di adattatori universali di tiraggio con messa a fuoco automatica. L'uovo di Colombo insomma. Io sinceramente non capisco il senso di queste cose, quando per il 99,99% chi compra/possiede ottiche Leica M o equivalenti, lo fa ANCHE per la purezza della messa a fuoco a mano. Avere un motorino da macinacaffé che ti aiuta ad avvicinare il punto di messa a fuoco in una mezz'oretta, non vedo che differenza possa fare. Di certo utilità ZERO per i casi in cui l'autofocus serve realmente (tipo soggetti vivi in movimento). Già i Techart sono scarsi per le ottiche motorizzate AF-S, figuriamoci qui.
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  5. Come tutte le cose che si usano dovrebbero essere commisurate alle necessità. Io/noi un po' ci si gioca e un po' si sistemano foto... pertanto un occhio alla scheda grafica, un occhio al processore e due occhi alla RAM bisogna metterli. Il mondo Apple l'ho usato per lavoro dal '99 al '06, sono passate ere geologiche e non faccio paragoni. Diciamo inoltre che gli sviluppatori, potendo contare su hardware potentissimo non sentono la grande esigenza di ottimizzare i sw, che infatti sono scritti male... in particolare quelli delle "grandi case". Di base un PC WIN10 occupa praticamente 4GB di RAM al solo accendersi, il minimo sindacale è 16GB di RAM ormai. Come già accennato ho cambiato di recente la configurazione del PC: i5 10500, nvidia GTX 1660 (sono tornato dopo anni di Radeon... spero sia diventata più affidabile alle temperature estive) e 16GB di RAM, oltre ovviamente ad una nuova MB; non è una configurazione estrema, avevo provato subito a fare quello che con Lr prima era esasperante adesso fila via liscio. Una cosa che secondo me potrebbe essere sottovalutata è la posizione del PC: anche senza andare su raffreddatori a liquido (fatti per overcloccatori e per fotografi seriali come qualcuno di voi : è una buona soluzione) un paio di ventole in più e una posizione che garantisca aerazione (e una pulizia regolare) mi hanno risolto molti inconvenienti. Per ultimo mi permetto di aggiungere, occhio a quanta e quale RAM può supportare la MB che comprate: niente di peggio che risparmiare 50 Euro di MB e 100 Euro di RAM, in cambio di banchi stitici, schizzinosi sulla tipologia e frequenza di RAM che fra tre anni non troverete più su nessun scaffale... abbondate subito e pace all'anima (e infatti aggiungerò presto altri 16GB di RAM, che magari non mi servono ma che fra tre anni quando serviranno non si troveranno più).
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  6. Nel senso che si tratta sempre di riduzioni in scala. Esistono, è vero, anche modelli di dimensioni reali che generalmente vengono definiti "mockup" in quanto confrontabili con la cosa vera ma in generale i modelli sono una riduzione scalata dell'originale. Esistono molti formati "standard" di scale, più che altro per tradizione anglosassone. Le più comuni sono la 1/76 e la 1/32. Poi c'è la 1/87 per il fermodellismo, la 1/35 per i veicoli militari. Quelle per le automobili : 1/43, 1/24, 1/18 Ma anche meno comuni come 1/160, 1/144, 1/100. E per le navi : 1/700, 1/350, 1/1200 Per i figurini militari (i "soldatini") : 54mm, 90mm, 120mm, 1/6, 1/16, 1/32 E via spropositando. Ogni scala ha il suo perchè e rappresenta un compromesso tra dimensioni del modello finito e dettaglio dello stesso. Più la scala è ridotta (ovvero, più è grande il rapporto : 1/1200 sarà una riduzione più forzata di 1/6, con la prima dedicata alle navi più grandi, la seconda ai figurini in grande scala, tipo i personaggi dei fumetti Marvel alti 30cm). Più la scala è generosa, maggiore sarà il dettaglio del modello. Rapporti tra automobili : e dimensioni approssimative. Nelle automobili la mia scala preferita per quelle già fatte è la 1:18. Per quelle da fare, la 1:24. un vecchio poster di confronto della vecchia Monogram Ma con le automobili - o i figurini - è ragionevolmente semplice valutare una scala. Le auto sono lunghe tra i 3 e i 5 metri, non troppo di più o di meno. Gli uomini li possiamo anche immaginare tutti alti 6 piedi (180cm), con le donne giusto un qualche pollice in meno se statuarie come piace a me. Ma gli aerei, i carri, le navi, no, è tutto un paio di maniche. E non parliamo di raffronti di scale tra oggetti diversi. Se un carro armati in scala 1/72 è ragionevolmente piccolo (al più 10-12 cm di lunghezza), la portaerei Enterprise in scala 1/72 sarà lunga qualche cosa come 5 metri. Però sopra potrà portare aerei perfettamente dettagliati. Mentre una piccola Enterprise in scala 1/1200, sarà lunga solo 30 cm. Ma i suoi aerei saranno lunghi solo 1 cm ... Restando alle cose che interessano me, ecco un paio di scatti di modelli reali, fatti in focus stacking (Nikon Z7 con Nikkor 24-70/2.8 S, f/8, 20 scatti via Helicon). in primo piano il piccolo Henschel HS 123, in scala 1/72. In secondo piano il grosso Phantom II in scala 1/48 e al suo fianco l'altrettanto ma non così tanto, abbondante Hawker Typhoon. Sempre in scala 1/48. Ho in scatola un Phantom II in scala 1/32 ancora da aprire, che finito supera i 53 cm di lunghezza. Quindi quanto questi tre modelli messi insieme. Per i carri le cose sono più semplici. davanti un Panzerhaubitze 2000 in corso di montaggio, in scala 1/72. Al vero è più grande del pur non piccolissimo T-72 in secondo piano, che invece è in scala 1/35. Ma la differenza di dettaglio è spaziale. Personalmente detesto la scala 1/72, va bene per i cesellatori e per chi si vuole spicciare alla buona. Fare le cose veramente bene richiede un manico che io non ho. E c'è poca soddisfazione a fare cose così piccole quando parliamo di carri. Per gli aerei, dipende. Un conto è un B52 o un SR-71, un altro è un triplano Fokker del barone rosso. Per i carri la mia scala è 1:35. Ma ho in mente di fare anche degli 1:25 e degli 1/16. Per gli aerei il giusto compromesso credo sia 1/48, perchè per molti aerei 1/32 é troppo, non parliamo di 1/24. Ma certi aerei piccoli sono meglio in 1/24. Certi aerei molto grandi, come dicevo, meglio in 1/72 altrimenti non vi entrano in casa ... Più la scala è dettagliata più dovete essere bravi. Non è una questione di soldi. Certo un modello in scala grande costa molto di più. Ma ci vuole molto più tempo a farlo e quindi il conto è uguale. No, è che bisogna essere maledettamente più in gamba per farlo !
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  7. Per la genesi del progetto ed i dettagli di costruzione vi rimando a questo altro blog : qui presento le foto in studio del modello sostanzialmente finito. Anche se nella realtà per un modellista un modello non è mai veramente finito. Dopo un pò di tempo ci si ritorna per migliorare qualche cosa o cambiare un dettaglio. Comunque l'M 60 A1 Blazer è diventato un Magach 6B, ovvero la versione migliorata del M60. L'esercito israeliano dal 1948 agli anni '80 ha avuto fame di armamenti e munizioni, perchè privo di industrie militari nazionali. Praticamente acquistando qualsiasi cosa ci fosse sul mercato, dalle eccedenze di magazzino delle nazioni europee, all'usato, al nuovo. Arrivando anche a riciclare materiale in condizioni accettabili catturato al nemico nelle varie guerre arabo-israeliane sostanzialmente fino al 1967. Quindi nelle formazioni di carri dell'IDF si possono vedere a seconda delle epoca, M4 Sherman insieme a Centurion inglesi, M48 acquistati dalla Germania ed M60 arrivati in soccorso dall'US ARMY. Insieme a Tiran di varie versioni, sostanzialmente carri russi T54-T55-T62 catturati e occidentalizzati in Israele. L'M60 americano si rivelò una grossa delusione. Gigantesco, enorme, altissimo, delicato, con consumi bestiali. Poco protetto, veniva passato in due dai T-72 che egiziani e siriani riversarono in colonne durante la guerra dello Yom-Kippur dell'ottobre 1973. Ma anche con il T-62 era in difficoltà. Oltre tutto non aveva un sistema di puntamento efficiente, il cannone era impreciso e sensibile al calore del deserto del Sinai. Per questo le perdite furono enormi (anche del 50% degli effettivi) già nei primi 3 giorni di guerra. Vittima sia dei carri avversari che della fanteria munita di rpg e di missili anticarro, con l'aviazione israeliana che era impegnata dai SAM disposti dall'altra parte del canale di Suez. Il governo sudò freddo e fu solo grazie all'abilità di Kissinger se non si arrivò al peggio (si racconta che gli A4N aveva già un carico di bombe nucleari pronte per l'attacco disperato per alleggerire la pressione sul confine). La guerra poi si risolse con l'impiego congiunto di fanteria e artiglieria, utilizzando i carri solo per sfruttare il successo. Ma la lezione venne imparata e mentre si pensava ad un carro nazionale pensato per le esigenze specifiche dei due fronti meridionale e settentrionale, i carri in servizio vennero tutti elaborati. L'M60 (ma anche l'M48 di provenienza tedesca ) venne sottoposto a modifiche importanti. La corazzatura diventò tripla, in grado di 4 sul frontale al cannone del T-72 e ai lati e dietro a quello del T-62. Mentre venne applicata la corazzatura reattiva ERA su torretta e frontale, per ridurre gli effetti degli anticarro. Il cannone venne sostituito con un pari calibro da 105mm L7 Vickers, sostanzialmente lo standard occidentale, coibentato per resistere al calore. E vennero modificate anche le dotazioni e soprattutto, l'armamento leggero per gli scontri urbani. Per liberare le strade da ostacoli, molti carri vennero modificati per portare un vomere anteriore in acciaio, da usare per spostare veicoli fermi o abbattere piccoli ostacoli. Mentre altri vennero dotati di pala da dozer M9, altri ancora di dispositivi di rotolamento anti-mine. Così l'M60 rimase in servizio nelle varie versioni 6B per altri venti anni, quando venne sottoposto ad ulteriori modifiche con l'applicazione di grembiulature e una torretta composita pensata sull'esperienza del Merkava. Con l'ingresso in servizio del Merkava, i carri più vecchi cominciarono ad essere radiati. Adesso il Merkava, aggiornato alla versione IV è sostanzialmente l'unico carro in servizio nell'IDF, anche in versione ambulanza corazzata e trasporto truppe. Se c'è una cosa che difetta all'IDF è il personale addestrato, quindi c'è la massima attenzione alla protezione dei soldati, anche quando sono feriti. Una ambulanza che può resistere ai colpi dei controcarri (praticamente un carro senza torretta) è il massimo per evacuare rapidamente i feriti dalla linea del fronte. Ma veniamo al mio modello, idealmente da ambientare nel 1982-1985 durante le operazione nel Libano meridionale, dopo l'attentato all'ambasciata americana di Beirut. Sulla base del modello originale, ho autocostruito in cartoncino, plastica e stucco il vomere anteriore che ho fissato allo scafo con Superglue. Ho anche ricostruito del tutto il cestello posteriore della torretta e l'ho coperto poi con tela (il cestello originale in grigliato di metallo si riempie di sabbia e tutto quello che c'è dentro (le dotazioni dell'equipaggio oltre ai ricambi) diventa inservibile. La finiture - che è la parte che più mi diverte - è partita da una base di primer nero, poi sovrapposto di strati sfumati di verde oliva, di grigio Sinai e di marrone-rossastro. Tutti acrilici Vallejo passati ad aerografo. Dopo l'invecchiamento e la sporcatura, ho fissato tutto con una abbondante passata di vernice opaca trasparente per artisti (costa un decimo di quella per modellisti). Il risultato non è male, considerando che erano 35 anni che non mi dedicavo a questo passatempo. Di seguito vi propongo una serie di scatti fatti in studio con varie tecniche. il set - sotto la supervisione di Jessica, impiega tre softbox ottagonali parabolici su altrettanti flash di studio da 600 W/s. Il treppiedi è un Manfrotto 055 con una testa con attacco Arca Swiss. Il notebook con Helicon è un vecchio modello Dell, pilota la Z7 via cavo USB-C. Il grosso degli scatti è stato fatto con i flash, sia in focus-stacking che in scatto singolo. Qualcuno per cambiare in luce continua. Naturalmente i focus-stacking hanno tutto a fuoco mentre gli scatti singoli, anche ad f/16 non possono essere così puliti. flash luce continua normalmente io uso f/8 con la Z7 e il 24-70/2.8 per evitare la diffrazione, ma qui avevo bisogno di una via intermedia per fare liberamente anche gli scatti a mano libera con la stessa impostazione di luce. Che non è artistica ma del tipo commerciale, senza ombre. Gli scatti che seguono sono singoli, quelli sopra sono 20 in stacking. mostro questo, fatto in luce naturale ad f/4 che è tutto sfuocato per mostrare il diverso effetto gli altri sono tutti con i flash e ad f/16, Vedo adesso che ho dimenticato di fare anche uno scatto del fondo dello scafo, usurato. Farò ammenda quando fotograferò il T-80. Spero che questo set sia di un qualche interesse per i presenti. In ogni caso ... ho intenzione di continuare con queste cose di qui a primavera Due parole sul "set". Sul tavolino coperto di tavole di legno su cui in genere fotografo tutto il mio still-life formale in studio, ho messo delle tavolette di ardesia accostata. Ho poi nascosto le giunzioni con uno strato di sabbia da costruzione. Ho tenuto luce e bilanciamento del bianco sul tono che vedo nei film sul Medio Oriente. La parete di fondo è nera. In queste foto - scatti in origine in Jpg nativo della Z7 - non c'è post-produzione.
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  8. Con la speranza che non ci sia un'altra chiusura totale che ci costringerà a barricarci in casa, ho approfittato delle due giornate di sole per fare un tour fotografico in Oltrepo Pavese , per ammirare i colori dell'autunno. Spero di esserci riuscito . Le prime quattro sono state scattate in zona Santa Maria della Versa- Ruino (consiglio di andare a mangiare nell'agriturismo Wildmann) La cinque e la sei dall'Eremo di San Alberto di Butrio, dove c'è un belvedere e questa quercia secolare, oltre ad un silenzio e una pace che è raro trovare. No il sabato e domenica. Ho scoperto che essendoci boschi di castagni, il weekend è pieno di famiglie intenti alla raccolta delle stesse ,con caos che non vi dico. La sette e la otto in Val di Nizza La nove è il torrente Staffora in Zona Godiasco Critiche e commenti sempre graditi
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  9. Si, me lo vedo il proprietario di un Summilux che compra un adattoide di questi per avere l'autoficus su una Nikon Z. Se la sua religione glielo consente ed ha tutte le autorizzazione dei più alti prelati, avrà già oltre ad una o più Leica M, magari senza nemmeno schermo LCD, una o più SL-SL2, Panasonic S etc. In quanto ai macro, al nostro sistema mancano obiettivi di fascia superiore, mica di M(dove M non sta per Leica ma per menta) ! Uno Zeiss 2/100 Makro-Planar ZF2 funziona perfettamente su una Z7, con un qualsiasi adattatore F->Z e passa financo gli Exif se usato con l'FTZ.
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  10. Ciao Adriano secondo me di queste faccende dobbiamo prenderci la briga di parlarne più spesso. Lavorare bene in PP non vuol dire avere il meglio del meglio, vuol dire essere a proprio agio e che non sia una sofferenza sedersi a sistemare le foto ma un gusto, un divertimento, e su questo le mele bucate ci fanno grossi affari: e perchè no, leciti, straleciti. Il mio vecchio iMac 24 che è qui alle mie spalle è ancora funzionante e offre una piattaforma di lavoro ancora efficiente: l'inefficienza è stata introdotta scientificamente chiudendo le porte (software, mica hardware) in modo determinato, l' OS non lo aggiornano più: ranges!!! come fu XP del resto, con la differenza che XP era arrivato alla canna, questo "carciofone" alle mie spalle se li mangia a colazione gli XP di pari epoca (e a conti alla mano di pari costo) Win 10 è un bell'ambiente, ci lavoro bene è decisamente "aperto", utilissimo sul lavoro appunto cioè dove ho delle esigenze ben diverse dall'usare 2 -3 sfw E BASTA, cosa che faccio sull' iMAC. Ma i volponi della Apple ste cose le sanno, altro che!
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  11. La prima, anche se è un pò smorta, a mio gusto direi di aumentare un pò i bianchi e saturazione
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