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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 26/09/2019 in tutte le aree

  1. Dutch Rush aerobatics, Sukhoi 26 con pilota il Frank Van Houten ad Athens Flying week 2019. D500, AFs VR 2,8/300G ED, F8, 1/800sec, ISO 100, mano libera, crop.
    5 punti
  2. Victoria (Vika) Ivanova è una fotografa russa molto originale, E' docente di discipline economiche all'Università, ma la sua vera passione è la fotografia. E' membro della Unione Artisti Fotografici di Russia, del Moscow Open Photography Club, ha una vasta esperienza di insegnamento e suoi articolie sue foto sono stati pubblicati su varie riviste fra cui Camera Obscura', 'Russian Photo', 'Practical Photoshop', 'Digital Photo' . pratica diversi generi fotografici , ma le sue passioni principali sono il ritratto e soprattutto la fotografia concettuale, che l'ha resa famosa nel mondo. Il suo Pear Project e Chess Project hanno fatto il giro di molte gallerie, e le hanno valso numerosi premi in Russia e all'estero. Di lei scrivono che è una bravissima fotografa concettuale con una fervida immaginazione, che le sue foto risvegliano emozioni diverse , possono trasmettere tristezza o far sorridere, e che anche quando sono umoristiche c'è dietro un messaggio serio. Costruisce piccoli sketch e storie con oggetti comuni o con la frutta, giocando sull'illusione percettiva. C'è chi descrive la sua fotografia come triste e deprimente, ma secondo me sotto c'è una sottile ironia allusiva, mi piacerebbe che Dario Fava ne scrivesse nel suo blog sulla semiotica, ma solo se lo ritiene interessante e ne ha voglia . Dal suo Pear Project: Da Chess project: Da altri progetti: Che ne pensate? Se cercatein internet troverete numerosi link alle sue foto. Disclaimer: tutte le foto sono (c) di Victoria Ivanova qui riprodotte solo allo scopo di illustrare la sua opera.
    2 punti
  3. Io le trovo molto simpatiche, da intelligenza vivace, creatività, vitalità e anche umorismo. Il contrario di triste e deprimente, se parliamo delle foto con gli oggetti. Sul piano tecnico non concordo sulla scelta di sfuocare i riflessi nello specchio. Ma è un fattore puramente estetico personale, secondo le scelte del fotografo. Le foto con gli umani che hai pubblicato invece mi sembrano ordinarie e sinceramente meno che amatoriali. Ma forse non è il suo meglio Non ho cercato in rete altri esempi.
    2 punti
  4. Aeshna juncea. D500 5,6/500 PF ED F.5,6, 1/800sec., ISO 200 mano libera, crop
    1 punto
  5. Nello scorso articolo avevo illustrato l'uso della lente addizionale SIGMA AML da 1,5 diottrie, del tutto paragonabile alla Nikon 5T, ed avevo concluso che le lenti addizionali rendevano al meglio ed erano più versatili con gli zoom medio tele come il 70-300mm af P. All'epoca, John Shaw nella sua "Guida pratica alla Macrofotografia" (Editrice Reflex) suggeriva infatti di usare la Nikon 5T con l'80-200 f4 AiS. Quelli erano i tempi in cui gli zoom di qualità più diffusi avevano apertura massima f4 e diametro filtri da 62mm. Oggi quasi tutti usano invece zoom di apertura f2.8 e diametro filtri da 77mm. Esistono lenti di potenza non esagerata con quel diametro, che abbiano anche buona qualità? Certo ma bisogna affidarsi ad altre marche, esattamente a Canon che produce un'ottima lente addizionale acromatica (a due elementi) la Canon 500D, che viene proposta con diversi diametri fra cui anche 77mm. Massimo Vignoli mi ha gentilmente prestato la sua Canon 500D per farne un breve test. Io non ho uno zoom 70-200 f2.8 (che sarebbe la morte sua), per cui l'ho provata sul Nikon 300mm f4 Pf che comunque rimane entro il range di utilizzo suggerito (Canon garantisce una buona resa dai 70mm fino ai 300mm). Come è fatta e come funziona. La 500D di diametro 77mm è piuttosto costosa, ma è fatta bene. La costruzione è impeccabile, solido metallo e vetro. E' una lente da due diottrie quindi intermedia fra la Nikon 5T (1,5 diottrie) e la 6T o le Marumi 330 (3 diottrie). questo significa che la sua distanza massima di messa a fuoco (cioè con obiettivo ad infinito) è pari a 50cm (si calcola così: distanza max di messa a fuoco in mm = 1000/n. diottrie). Come tutte le lenti addizionali il suo rapporto di riproduzione è tanto maggiore quanto maggiore è la focale dell'obiettivo su cui viene montata (ci sono varie formule, la più semplice è Ingrandimento= n. diottrie x lunghezza focale obiettivo in metri) per un 300 mm si ha quindi Ingrandimento=2x0.3=0.6 ossia poco più di 1:2 a 50cm dalla lente frontale, non dal sensore. Questo con l'obiettivo ad infinito. alla minima distanza di messa a fuoco si hanno ingrandimenti ancora più spinti. Le foto che seguono sono state scattate con la Nikon D500 che ha un sensore APS-C quindi il "ritaglio" porta ad inquadratura pari quasi ad un rapporto di riproduzione di 1:1 (0,9). Niente male. Copertura d'immagine del 300mm f4 P alla minima distanza di messa a fuoco, sensore APS-C Copertura d'immagine del 300mm f4 P, messa a fuoco ad infinito con la lente Canon 500D, sensore APS-C. Copertura d'immagine del 300mm f4 P alla minima distanza di messa a fuoco con la lente Canon 500D, sensore APS-C. Sul campo. Versione breve: si possono ottenere risultati molto buoni, ma non è semplice. Vediamo perchè. Occorre scattare a diaframma chiuso almeno ad f8 sia per avere un minimo di profondità di campo che soprattutto perchè a f4-5.6 la resa è eccessivamente morbida e a questo si aggiunge che ogni minima imprecisione della messa a fuoco viene amplificata. Il range di messa a fuoco è estremamente limitato. Si va da 50cm a circa 35cm dalla lente frontale. quindi non si ha molto spazio di manovra per aggiustare il fuoco e regolare l'ingrandimento.. Questo per me è il problema maggiore, specialmente con un 300mm fisso, con uno zoom sicuramente si avrebbe più agio di gestire l'inquadratura. Spiego meglio: con il 300mm si ha un rapporto di ingrandimento poco variabile, con uno zoom invece pur rimanendo alla stessa distanza si ha la possibilità di variare molto l'ingrandimento variando la focale, con un 70-200 si andrebbe da 1:7 a oltre 1:2. Con un po' di impegno però i risultati si avvicinano a quelli di un vero macro. Come ho già scritto sopra un sensore APS-C la copertura di immagine è pienamente paragonabile a quella degli obiettivi macro. Le foto sono state scattate a diaframmi fra f8 e f16. Queste Licenidi sono lunghe da due a tre centimetri. Ape su fiore Crop 100% l'immagine è stirata dal browser se cliccate sopra e la aprite sarà più nitida. Soffre anche via di un po' di rumore dovuto agli ISO elevati, ma si vedono gli ommatidi (le cellette degli occhi composti). Crop 100%, vale il discorso precedente, cliccateci sopra per aprirla. Come vedete, la nitidezza può essere sorprendente. Conclusione: La Canon 500D è una buona opzione per uscite come un' escursione in montagna, in cui ci si porta ad esempio un teleobiettivo lungo per la fauna ed uno zoom 70-200 f2.8 per le foto ambientate, ma si vuole ugualmente essere in grado di poter riprendere anche un soggetto da vera macrofotografia se capitasse l'occasione, senza doversi sobbarcare il peso di un altro obbiettivo, semplicemente trasformando il 70-200 in un macro tramite un aggiuntivo che pesa ed ingombra poco più di un filtro. Per la fotografia ravvicinata (al di sotto di 1:3) oppure per uscite dedicate alla macrofotografia, invece ci sono soluzioni migliori. Grazie a Massimo Vignoli per avermi prestato la sua lente per il test.
    1 punto
  6. Gatto fiorentino...mi piaceva l'accostamento col muro. Anche lui non ne può più dal caldo.
    1 punto
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