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Franziska Pietsch : Prokofiev concerti per violino


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Prokofiev : concerti per violino e orchestra
Franziska Pietsch, violino ( Carlo Antonio Testore 1751)
Deutsche Symphonie-Orchester Berlin diretta da Cristian Macelaru

Audite 2017, disponibile in formato 96/24

***

 

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Sergei Prokofiev al tempo dell'esilio in Francia

I due - bellissimi - concerti per violino e orchestra di Prokofiev circoscrivono idealmente il periodo di inizio e di fine esilio dalla Santa Madre Russia.
Spigliati, vivaci, con il violino solista che ha una parte da funambolo sull'orchestra. Tanto che per un certo periodo Prokofiev pensò di chiamare almeno il secondo sonata per violino e orchestra.
La parte solistica è realmente molto impegnativa. Il violino raramente sta fermo ed è un continuo sali e scendi.
Tempi estremi molto vivaci, vivacissimo quello centrale del primo concerto. Adagio, sebbene indicato come allegretto, quello del secondo.
Hanno richiami delle atmosfere dei balletti del periodo e in particolare di quello che sarà il Romeo e Giulietta, unica composizione "libera" dopo il rientro in patria.

Le note di copertina di questo disco legano la biografia di Prokofiev con quella, più a lieto fine (Prokofiev avrà la sventura di morire esattamente lo stesso giorno del suo oppressore Stalin) della solista. Cresciuta a Berlino Est dove incominciò gli studi di violino, ostracizzata dal regime (che le vietà di suonare) dopo la fuga all'Ovest del padre, per fortuna non troppo prima della caduta del muro.
Di qui l'affrancamente in occidente, gli studi, la carriera solistica e cameristica (con il Trio Testore e poi negli ultimi anni con il Trio Lirico, sempre con repertorio impegnativo).

Violinista solida, dal suono deciso, sinceramente non ha bisogno che si prema sul pedale autobiografico una volta che la si è ascoltata.

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Franziska PIetsch con Deutsche Symphonie-Orchester Berlin diretta da Cristian Macelaru durante le registrazioni di questo disco

Mostra di possedere le caratteristiche di ... carattere per padroneggiare queste partiture impegnative.
Senza mai indulgere in eccessi ma sempre con grande piglio virtuosistico, secondo me centra perfettamente il programma dei due concerti insieme, in particolare nel primo ma il secondo non si discosta poi tanto dall'eccellente.

I due concerti di Prokofiev stanno nel repertorio di tanti violinisti di oggi e specialmente negli ultimi 3-5 anni sono copiose le nuove registrazioni di queste pagine.
Questa non vuole essere il nuovo riferimento ma ci va vicino. Meglio di quelli della Lisa Batiashvili, forse più vivi dei freddi ma vibranti concerti nella storica interpretazione di Shlomo Mintz con Abbado del 1983.

Bella registrazione con il violino ben amalgamato nell'orchestra ma sempre presente.
Il timbro di questo violino milanese del '700 è particolare, molto diverso dai "soliti" Stradivari e credo che questo contribuisca a rendere più personale una interpretazione già personale per la violinista.
Ma noi sappiamo che ogni grande solista viene positivamente influenzato dal suono del suo strumento, una volta che se ne è impossessato.

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