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Vision of Prokofiev (Lisa Batiashvili . concerti n. 1 e n. 2)


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Vision of Prokofiev (concerti per violino e orchestra n.1 e n.2, brani da Romeo e Giulietta, Cenerentola e l'Amore delle Tre Melarance)
Lisa Batiashvili
Yannick Nezet-Seguin
Chamber Orchestra of Europe
DG 2018

***

Tanto anticipato dagli annunci e tanto atteso.

Comincio subito dalle considerazioni positive : registrazione splendida in un sontuoso 96/24, una di quelle che giustificano a pieno l'alta risoluzione.
Suono dell'orchestra (eccellente come sempre) nitido e terso. Violino ben bilanciato con l'orchestra, né troppo in evidenza, né troppo inglobato nel resto.
Un applauso ai tecnici del suono.

Paradossalmente sono i tre brani aggiunti di contorno in questa "visione di Prokofiev" i più interessanti, interpretati con passione e brio, forza e sostanza, in particolare il Grande Valzer dal balletto Cenerentola che è posto giusto in mezzo ai due concerti.

Viceversa i due pezzi pregiati del disco sono eseguiti con il giusto vigore, tempi corretti, virtuosa lettura.
Ma nulla più.

Nulla che li discosti da una esecuzione di routine, quasi una prova generale senza interruzioni.

Non me ne vorrà Lisa Batiashvili - violinista per la quale ho una ammirazione sconfinata - ma sembra che i ruoli siano invertiti.
Le "teutoniche" Vilde Frang - nel primo concerto - e Janine Jansen - nel secondo concerto - sembrano più vicine a queste pagine russe, della georgiana Batiashvili.

Forse il recente disco con Barenboim dedicato a brani molto più passionali di questi (Chaikovsky e Sibelius) avevano creato troppe aspettative, per lo meno in me.
Oppure si vorrà uscire dal luogo comune che "l'accompagnatore" si limita al suo ruolo senza contribuire per nulla e si darà il giusto merito di aver messo con la sua consumata esperienza a suo agio e nel giusto clima l'interprete che ha potuto liberare nel precedente disco tutta la sua arte.

Non è un caso che la Jansen e la Kopatchiskaja siano state accompagnate nella loro esecuzione del secondo concerto di Prokofiev da uno specialista riconosciuto come Jurowsky.
Il celebrato Nezet-Seguin forte del suo contratto con la DG (ed autore di svariate registrazioni importanti tra cui integrali sinfoniche ed opere liriche di gran spolvero) dovrà comprendere che in passato, il proprio nome sulla copertina di un disco per altri grandi direttori doveva corrispondere ad una prova maiuscola, anche superiore a quelle dal vivo.

Ripeto, nulla che sia meno di irreprensibile. Ma resta importante la distanza tra una esecuzione di ottimo livello e una interpretazione da antologia.

Peccato.

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