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Bach : Cantate 4 - 79 - 80 - Collegium Vocale Gent - Herreweghe


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Johann Sebastian Bach
Sonn und Schild
Cantate BWV 4, 79 e 80
Collegium Vocale Gent diretto da Philippe Herreweghe

PHI 2018, formato 96/24

***

Questa nuova raccolta di cantate bachiane della PHI prende il titolo dalla cantata BWV 79, Sonn und Shild ("luce e scudo").
Pur di epoche distanti tra loro sono legate dai versi luterani. Bach fin dall'infanzia venne influenzato dagli insegnamenti di Lutero e per larga parte della sua vita uniformò il suo ruolo alle predicazioni dell'artefice della Riforma.

Ein feste Burg ist unser Gott é un inno composto da Lutero (Augsburg 1529) basato sul Salmo 46 dell'Antico Testamento. "Il nostro Dio è una solida rocca" ha un testo piuttosto bellicoso con richiami ad armi, bastioni, sbarramenti contro le legioni del demonio tentatore.
Composta a Lipsia nel 1725 in occasione della festa della Riforma.
Come la successiva Gott der Herr ist Sonn und Schild (rispettivamente BWV 80 e 79 come sappiamo la catalogazione delle opere di Bach e in particolare delle cantate non è cronologica ma casuale, legata al momento di stampa tipografica nell'800) é influenzata dal particolare contesto storico.

Pur nell'ambito della regola che aveva portato alla fine delle guerre di religione in Germania riassunta con la famosa "Cuius regio, eius religio", la ragion di stato aveva le sue scappatoie e il protestante Elettore di Sassonia, per accettare il trono della cattolica Polonia (unificando nominalmente i due reami ma non de facto) dovette convertirsi in gran segreto alla religione cattolica già nel 1697.
Celebrare la Riforma in grande pompa con un Principe che si era fatto Cattolico poteva creare qualche malumore, specie in un'epoca che era minata dallo scoppiare di guerre di successione con ogni pretesto.
In ogni caso la religione ufficiale della Sassonia restava protestante e luterana, e il capo ufficiale della sua chiesa il principe elettore che intanto era re cattolico della cattolica - e confinante - Polonia.
Lipsia evidentemente non era Dresda ma un pò di cautela, sia nella scelta delle parole nei sermoni che dei testi delle opere sacre era necessaria.
Per cui una gran messe di invettive contro i demoni tentatori evitando critiche e giaculatorie verso Roma e i "papisti".
 

Questa introduzione per giustificare in qualche modo la sonorità ridotta, a partire dagli organici, di queste cantate, mantenuta - giustamente - da Herreweghe nelle registrazioni di cui stiamo parlando nella loro stesura originale. Solo negli anni a seguire Bach stesso e poi il figlio Friedmann riprenderanno queste cantate incrementando il suono con l'aggiunta di raddoppi,  di flauti traversi e di quanto possa aumentare il volume di suono per occasioni differenti.

Ciò non significa che siano tre cantate "povere", tutt'altro. La Cantata BWV 80 inizia con un fugato corale estremamente complesso e brillante.
Mentre nella BWV 79 l'uso dei timpani dà un ritmo che con i soli oboi sarebbe stato troppo pastorale e forse lontano dal testo.
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il Collegium Vocale Gent

Non è di diverso tono la celeberrima Christ lag in Todesbanden, BWV 4, che nella realtà è una cantata giovanile, proposta da Bach all'audizione per un posto di organista nella città di Muhlhausen nel lunedì di Pasqua del 1707 (a soli 22 anni). Basata sempre su un corale di Lutero per il periodo pasquale ("Cristo giace nel sudario", Todesbaden letteralmente le bende e gli unguenti con cui venivano addobbati i defunti prima della sepoltura) e modellata su una cantata precedente, dello stesso testo di Pachelbel.
Ma è molto diversa la struttura che inizia con una "sinfonia" molto solenne anche se di breve durata per poi proseguire immediatamente con un corale e  con le consuete alternanze tra coro e solisti.
Bach mostra grande sensibilità compositiva, nonostante la giovane età e il debito con una struttura più arcaica di quella contemporanea, che ha preso a modello.

Rispetto alle altre versioni registrate che possediamo, la versione di Herreweghe incisa in questo disco è molto più asciutta ed immanente, sfruttando proprio la più contenuta formazione. Ma proprio su questo sorprende l'ingresso del coro nel primo verso che dà il titolo alla cantata (confrontare qui con Gardiner, ad esempio). 

Tornando alle due precedenti cantate, il momento principale di questa eccellente incisione mi sembra proprio il corale iniziale della BWV 80 con il coro protagonista e gli accenti posti dalle trombe.
Serve un volume adeguato per apprezzare bene questa musica che non può che catturare l'attenzione dell'appassionato di musica sacra barocca.

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Philippe Herreweghe

Herreweghe è un consumato interprete di questo repertorio e il Collegium Vocale da lui fondato si avvia verso i suoi primi 50 anni di attività.
La perfetta amalgama di questo complesso consente ad Herreweghe di giocare tutto sul ritmo e sulla precisione di intervento delle parti, specie nei raddoppi. Qualche piccola imprecisione di intonazione si può perdonare nell'uso di strumenti veramente d'epoca.

La ripresa, ad opera della PHI, etichetta fondata da Herreweghe stesso per avere mano completamente libera nelle scelte artistiche (soluzione che ha deciso di seguire anche lo stesso Gardiner, oggi non più inflenzata dalle linee editoriali del gruppo Universal) asseconda chiaramente lo stile del complesso di Gent, con voci chiare e perfettamente identificabili, strumenti puliti, anche nei bassi e nell'organo del continuo, assenza di alone e riverbero nella scena.

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il risultato è a mio parere sensazionale e tale da far guardare con grandissimo interesse ad ogni altra proposta di questa etichetta, per chi non la conoscesse.

Siamo a livelli sinceramente non riscontrabili nei confronti in mio possesso, se non in parte (ho in mente Gardiner, Suzuki, Koopman e Kujiken come confronto) : qui c'è ritmo e sostanza, meno solennità e pompa. Alle radici della musica, al di là del contesto.

Evidentemente a Gent il nostro Bach lo conoscono molto bene.

Disco dell'anno 2018 per il genere vocale/sacro secondo il nostro sito.

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