Backhaus i concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven
Beethoven : i concerti per pianoforte e orchestra
Wilhelm Backhaus, pianoforte
Wiener Philarmoniker diretta da Hans Schmitd-Isserstedt
Parnass/Decca 1959
***
Quando penso ai concerti per pianoforte di Beethoven, associo automaticamente questa registrazione, storica e sinceramente esaustiva, almeno per me.
Il tono è leggero, totalmente antiretorico. La fedeltà al testo ... trascendentale. Il tocco da fortepiano, quasi d'epoca.
Il piglio brillante e rapido, senza autoindulgenza.
Direi rivoluzionario, dato il periodo e l'età dell'interprete che era nato nel 1884 e all'epoca della registrazione aveva 73 anni.
Ma tutte le incrostazioni post-romantiche sono assolutamente estranee da queste pagine meravigliose.
Wilhelm Backhaus all'epoca di queste registrazioni
Di più, ogni concerto ha la sua dignità e viene pesato esattamente come gli altri.
Quindi il primo e il secondo stanno benissimo insieme al quinto.
Il terzo è secco ma non ruvido, drammatico ma serio, non tragico.
Il quarto è lirico ma essenziale.
E il quinto è più veloce di quanto siamo ed eravamo abituati, proprio per evitare ogni indulgenza.
Bernstein diceva che in Beethoven ogni nota che segue è sempre quella giusta in quel momento.
E lo stesso si può dire per Backhaus il cui tocco e la cui autorevolezza è asseverante in ogni frase di questi concerti che ha consegnato alla storia come offerta agli appassionati di musica del massimo livello.
La prova dell'orchestra è buona e il direttore, in altre registrazioni, usualmente molto compiaciuto della sua presenza tanto da indulgere in tempi molto rallentati, qui segue fedelmente e con rispetto tanto solista.
Hans Schimdt-Isserstedt al pianoforte
La registrazione considerando che ha oltre 60 anni è un miracolo, segno che anche allora nonostante non ci fossero le apparecchiature di oggi, ci sapevano fare. Il suono è rotondo e caldo, molto convincente anche nei picchi dinamici.
Non sarà in grado di stare al pari delle pagine ad alta definizione di oggi ma non c'è un rumore o un fruscio.
E io li ricordo così anche in vinile.
Dovessi decidere l'unico disco da tenere per sempre con me, questo cofanetto sarebbe certamente nella short-list.
E se non conoscete questa interpretazione non sapete cosa vi siete persi sinora. Ma coraggio, potete ancora facilmente rimediare, è comunemente in commercio anche se con tante altre copertine
Segnalo la ristampa fresca in 44/24 dei primi due concerti di Beethoven con Backhaus
ascolto pulito che ricrea già di primo mattino.
Resta la scelta #1
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