Una foto sbagliata
“Ho imparato così tanto dai miei errori che sto pensando di continuare a farne”
Cito Charles M. Schulz perché penso sia utile condividere, non solo le storie a lieto fine di una foto o di un progetto, ma anche gli errori.
La giornata è nebbiosa e rende più difficoltoso rendersi conto di eventuali animali in lontananza, tuttavia può creare una condizione interessante, decido così di affrontare il freddo, nascosto in un capanno sperando di fotografare un gheppio.
Durante l’attesa mi alleno fotografando delle cince e prendo come riferimento per la messa a fuoco la fine del ramo, non proprio la punta, ma circa 20 centimetri prima.
Dopo 5 ore di freddo, ormai la speranza è esaurita e ritengo la giornata compromessa. Primo errore: mai arrendersi.
Sto smontando la macchina dal cavalletto, e sento le cince emettere i classici suoni di allarme, e s’involano all’improvviso. Attivo velocemente la stabilizzazione e tengo l’obiettivo a mano libera, non avrei avuto il tempo di riposizionarlo sul cavalletto, scelta corretta, ma secondo errore: non regolo la distanza focale dello zoom, che avevo spostato inavvertitamente rimuovendolo dal cavalletto.
Con la vista periferica mi accorgo di un movimento da destra verso sinistra ed inizio a scattare, autofocus continuo e … arriva quello che non mi aspetto … una poiana, soggetto molto più grande di un gheppio, per cui terzo errore: in realtà è uguale al secondo, ma per motivi diversi, infatti se avessi regolato lo zoom correttamente per il gheppio avrei comunque sbagliato per la poiana, inquadratura troppo stretta.
Ed ecco la foto sbagliata.
Lo so che vi aspettate comunque un lieto fine, e così vi presento anche una foto riuscita, anche se non era prevista.
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