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Busoni : Quartetti per Archi - Pellegrini Quartett


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Ferruccio Busoni  Quartetti per Archi n.1 Op. 19 in Do maggiore, n.2 Op. 26 in Re minore - Pellegrini Quartett
CPO, settembre 1994, formato 44.1/16

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***

“L'idea popolare secondo cui i suoi sforzi creativi fossero semplicemente il risultato dell'ambizione ultima di un virtuoso, quando non rimanevano più allori da conquistare nella sua sfera personale, è del tutto errata. Non ci sono dubbi che se fosse stato un musicista meno brillante, la sua musica avrebbe ricevuto maggiore attenzione. Questa è la grande tragedia della carriera di Busoni... Il significato di Busoni come compositore è stato spesso gravemente sottovalutato. Era riccamente dotato di talenti naturali, e possedeva poteri fenomenali in termini di padronanza tecnica e versatilità di risultati."

Al conservatorio di Lipsia dove è andato su raccomandazione scritta al suo collega Carl Reinecke, Busoni studia il contrappunto e si perfeziona.
Ha occasione di conoscere Chaikovsky, Mahler, Grieg e Delius.
E' il 1886, il suo genio inquieto non gli permette di stare più di un anno a lezione ma si ferma tre anni in quella città.
Sono di quegli anni (lui è intorno ai venti di età) questi due quartetti, composizioni giovanili per qualsiasi altro musicista meno dotato ma se tutta la sua opera giovanile fosse catalogata in senso cronologico questi sarebbero l'Opp. 208~221.
Ci siamo capiti.
Già nel 1890, a 24 anni, riceve l'incarico di insegnare al Conservatorio di Helsinki dove conosce Sibelius. Poi vince il premio Rubinstein ma rinuncia alla carica a Mosca per intraprendere la carriera di concertista in giro per il mondo, America per lo più.
Quando torna in Europa si ferma a Berlino. Non ha trenta anni ma è più che maturo artisticamente.

Se il primo quartetto è una composizione in tono maggiore che deve molto a Schubert e a Mendelssohn anche se l'intreccio contrappuntistico è chiaramente bachiano, il secondo ha un debito nei confronti di Brahms.

Il Quartetto per archi n.2 in re op.26 risale al 1889, l'ultimo anno trascorso da Busoni a Lipsia, momento in cui non studiava più al Conservatorio. Il Quartetto inizia con un Allegro energico massiccio e molto potente . Dopo 3 accordi all'unisono, il violoncello produce un tema minaccioso che viene suonato su una nota di pedale bassa e lunga nel 2° violino e una serie di crome frettolose della stessa altezza nella viola. C'è un immediato senso di urgenza. La tensione cresce man mano che questo tema viene sviluppato. All'improvviso, un secondo tema furioso ed eroico di potenti crome esplode mentre la viola e il 2° violino ne presentano ciascuno una misura e mezza in un passaggio virtuosistico. Troviamo tonalità tradizionali sapientemente intervallate dalla modernità e la musica è praticamente irta di idee originali e insolite. Il secondo movimento é un beethoviano, Andante con moto , è molto più tradizionale. Inizia come un duetto adorabile e malinconico tra il violoncello e il primo violino. Segue un Vivace assai . È uno scherzo che potrebbe essere la musica perfetta per un inseguimento frenetico lungo un passaggio buio ma illuminato da torce sotto un castello medievale. Busoni apre il finale con un'introduzione, Andantino . È pensieroso anche se non minaccioso e non ha alcuna relazione con lo stato d'animo del movimento principale, Allegro con brio (mitt Humor) . Il primo tema è affidato al solo violoncello e lo sviluppo inizia con una breve fuga che viene progressivamente dilaniata da un processo di disintegrazione cromatica. Per essere il 1889, qui si possono trovare molte tonalità avanzate e nuove idee ritmiche che preludono al primo quarto del secolo seguente.
 

Non stento a definirlo un capolavoro, molto originale e perfettamente riuscito. Dovrebbe essere nel repertorio stabilmente, almeno quanto i quartetti di Britten o di Bartòk.

Ma è il salto tra i due quartetti, distanti cronologicamente di un triennio che mostra una maturazione sorprendente.

Ovviamente queste composizioni non sono affatto frequentate.
Questa del Pellegrini Quartett è a mio avviso la migliore scelta, quella del Quartetto Italiano è disponibile ma a me sembra mancare della normale profondità di quella straordinaria compagine.
Esiste anche un altro disco del The Busoni String Quartet che non mi sembra di questo livello.

Qui c'è coesione, tensione, rispetto, inventiva, ritmo.

Tutto quello che serve per rendere un servizio a quello straordinario compositore.

Registrazione eccellente anche se in normale formato CD.

 

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  • Antonio Pellegrini- Thomas Hofer – violino
  • Fabio Marano - viola - Helmut Menzler violoncello
    [questa è l'attuale formazione del quartetto Pellegrini, diversa da quella della registrazione]

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