Saint-Saens strumentale in 10 dischi (secondo me)
Quasi coetaneo di Brahms ma vissuto per due decenni anche nel nuovo secolo, Camille Saint-Saens è passato attraverso tutte le fasi del romanticismo maturo e tardo e oltre.
In gioventù prodigio, in età avanzata reazionario. E per questo in qualche modo ostracizzato ed emarginato.
Tanto che il suo successo è stato in larga parte dimenticato fino a che in repertorio resistevano pochissime cose, praticamente solo il Carnevale degli Animali e la Terza Sinfonia, spesso utilizzata per dare sfoggio della potenza organistica o per provare gli impianti audio.
Eppure, appassionato, colto, conoscente di tutti gli strumenti musicali sia a livello tecnico che compositivo, maestro del colore, virtuoso egli stesso di organo, pianoforte.
E dilettante astronomo e archeologo. Oltre che formidabile linguista. Per tacere della passione per matematica e filosofia.
In gioventù strenuo sostenitore delle avanguardie musicali (oltre all'amato Schumann, anche Liszt e Wagner le cui opere, senza influenzarlo, erano da lui considerate il riferimento musicale dell'epoca).
In vecchiaia grande oppositore dell'impressionismo francese e per questo detestato da Debussy (uno lo considerava atroce, l'altro maniaco sentimentale).
Grande protagonista della scena internazionale, con amicizie vaste con i suoi contemporanei (celebri i duetti e i trii con Chaikowsky, Rubinstein, Bruch, Stanford). Affermato e vivace solista.
A ottantasei anni era ancora capace di affascinare il pubblico sul palco al pianoforte.
Amante dell'Africa, per turismo, con lunghi e felici soggiorni.
A dispetto di un certo snobismo che lo taccia - appunto, vedi Debussy - di un certo sentimentalismo "fracassone", la sua musica è varia e in larga parte eccellente, sia sul piano tematico - dove non teme confronti - che su quello tecnico e in tema di sviluppo.
Il contrappunto per lui non aveva segreti e per il colore non aveva bisogno di andare ad Arlès o osservare giardini di ninfee, possedeva una palette sconfinata.
Questo il mio amore per Camille Saint-Saens musicista, uomo per il resto molto controverso nella sfera personale.
In questo articolo ci tengo a scegliere alcuni dischi proprio per approfondire il suo sterminato catalogo musicale. Escludendo proprio Le Carnival, le opere (io detesto l'opera francese, di tutti i tempi : sono italiano !) e il complesso di composizioni a tema, poemi sinfonici e simili.
Ma bastano i concerti e la musica da camera per apprezzare la statura di uno dei più importanti compositori romantici.
1)
cominciamo con i tre concerti per violino e orchestra.
Il terzo è straordinario ma anche gli altri due sono semplicemente molto belli.
Le integrali sono poche ed io conosco bene solo questa, con uno splendido Andrew Wan accompagnato a Montréal da Kent Nagano.
La registrazione è aperta ma col violino ci sta.
2)
Le sinfonie sono molto interessanti ma non del tutto facili da digerire al primo colpo.
Ma la terza effettivamente è di statura mahleriana, mantenendo quella forza, quel vigore e quell'ottimismo viscerale tipico di tutta la musica del francese.
Le edizioni sono tante, quella che scelgo è la versione "francese" con l'Orchestre National de France diretta da Cristian Macelaru con l'eccezionale Olivier Latry all'organo (Latry è il titolare di Notre Dame de Paris).
per la terza, come alternativa con una coppia inedita ed irripetibile, questa di BR Klassik
con Mariss Jansons in una delle sue ultime interpretazioni che accompagna la splendida Iveta Apkalna
3)
con Saint-Saens ci accomuna la passione per lo straordinario timbro caldo del violoncello
in questo disco Emmanuelle Bertrand avvicina il precoce - e straordinario - primo concerto con le due ultime sonate per violoncello e pianoforte.
E' virtuosismo estroverso. Singolare come il concerto abbia tono minore mentre le due sonate siano rispettivamente in Fa e Re maggiore.
il 2° concerto è roboante e cavalleresco ma qui in questo disco Chandos c?è Truls Mork ad ammorbidirlo.
E anche se dopo il 1° concerto da una impressione un pò sconcertante ... dopo arriva, si lo so, avevo detto che l'avrei escluso ... il Carnevale con Louis Lortie ed Hélène Mercier.
E il disco si chiude con due splendidi "capricci" a tema, con un Lortie veramente in grande forma.
Africa è semplicemente ... mozzafiato.
4)
e questo non può che introdurre i miei amati concerti per pianoforte.
Una volta trovare i concerti di Saint-Saens in disco era un'impresa, c'erano alcune edizioni di riferimento e basta.
Ma ultimamente la scelta è arrivata a livelli di eccezionalità.
Grazie all'ultima generazione di pianisti francesi, Chamayou, Kantorow e, appunto Lortie.
ma c'è anche una lettura particolarmente maschia dell'inglese Grosvenor
ma farei torto a tutta la Francia (Mai sia !) se non citassi l'edizione di rifermento con Pascal Roge al piano e Charles Duoit sul podio
i concerti per pianoforte di Saint-Saens per me stanno al pari di quelli di Brahms, sovrastano tutti quelli degli altri romantici e possono andare a paragone per varietà e peso, con quelli di Beethoven (lo so, sono un eccentrico !).
5)
il disco che segue di Chandos, contiene le prime due sonate (quelle complete) per violoncello e pianoforte
che potrebbero bastare per la passione che Christian Poltéra mette nel suo archetto.
Tra i "bis" c'è un bellissimo "Cigno" dal Carnevale
6)
composizione giovanile (Op. 14) e piuttosto cupa nel suo incipit "maestoso" è in realtà un laboratorio di armonia e di contrappunto che pone le basi per le successive composizioni di Saint-Saens, con una parte pianistica estremamente complessa e virtuosistica (siamo a livelli di Brahms o di Shostakovich)
tra le edizioni scelgo questa del Quartetto di Cremona con Andrea Lucchesini, molto solida.
Che contiene il più matura quartetto n.1 Op. 112 (il primo quartetto nel 1899, cioé ad oltre 60 anni di età), in Mi minore che fa fede nella tessitura alla chiave particolare.
Non vi sembra l'ultimo Beethoven ? Ascoltatelo bene ...
7)
i tre amici Capucon, Chamayou e Moreau ci consegnano per Erato un disco straordinario
che contiene tre gemme, la sonata per violino e pianoforte n.1, la sonata n.1 per violoncello e pianoforte e, insieme, il trio n. 2 che potrebbe stare al pari di una sinfonia di altri autori romantici.
Disco da 5 Diapason !
8)
disco straordinariamente vario questo di hyperion con il Nash Ensemble che contiene tra le altre cose, la sonata per fagotto, quella per oboe e quella per clarinetto.
Composizioni molto delicate dell'ultima maturità (1921).
Nello stesso disco quartetto e quintetto con pianoforte.
Gran bel disco, registrato splendidamente.
9)
disco raro che incorpora tutte le composizioni con violino e violoncello solista in un volume solo
dai solisti e dell'orchestra reale belga.
Aggiungo lo straordinario Introduzione e rondò capriccioso per violino ed orchestra, in questo caso dell'altrettanto straordinario Perlman
nel volume dedicato alla musica francese dalla Emi Classics (c'è anche la Havainese : meravigliosa).
Non dimentichiamoci del Saint-Saens di Perlman con Barenboim sul podio :
10)
chiudo con una alternativa
in questo disco giovanile di Yuja Wang c'è la trascrizione per pianoforte solo della Danse Macabre di Saint-Saens scritta da Horowitz.
La registrazione è orribile ma la lettura è straordinaria.
Ne esiste una versione, forse ancora più originale (con lo zampino di Franz Liszt e di Sudbim stesso)
Ovviamente non si può dimenticare l'originale :
qui inserita in una serie di ouverture, marce e composizioni varie per orchestra, scritte in chiave spettacolare
o trascritta più regolarmente per violino e pianoforte
Ma per me Saint-Saens è una scoperta continua, quindi non è detto che la lista non continui nei prossimi mesi o anni, con nuove proposte oltre queste ideali "10".
Il mio consiglio è di esplorarlo, andando oltre la superficie e fuochi artificiali. Troverete autentiche trovate geniali di un grandissimo compositore.
- 4
6 Commenti
Commenti Raccomandati