Monteverdi : Vespro della Beata Vergine - Pygmalion/Pichon
Monteverdi : Vespro della Beata Vergine - Pygmalion/Pichon
harmonia mundi, 1 settembre 2023 - 1:42:34 - formato 96/24 via Qobuz
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il ragazzino Pichon e i suoi amici del consort Pygmalion ci hanno abituati a letture molto personali e di carattere di composizioni sia famose che meno, del repertorio barocco europeo.
Ricordiamo una eccezionale raccolta di cantate di Bach, i Mottetti, la Matheus Passion. E poi Mozart, Scarlatti, Rameau.
Qualche breve incursione verso l'800.
Ma questa interpretazione del Vespro di Monteverdi sconcerta. Giustamente disco del mese per Gramophon.
ma dell'anno per noi. Ed è poco.
Cercare il proprio cammino è una forma mentale, oltre che un impegno quotidiano.
Lo sappiamo bene noi su queste pagine.
La mente va ai riferimenti, Gardiner (1994) e Alessandrini (2014). Eccellenti edizioni in tutto.
Ma qui al primo ascolto arriviamo subito alla sublimazione dell'arte musicale. La musica - eccezionale di Monteverdi - sale ad un livello superiore.
C'è possanza, solennità, immanenza. Ma anche spirito operistico, virtuosismo vocale, gusto per suscitare sorpresa, emozione, interesse.
Tutto l'insieme dell'arte di Monteverdi che non si rivolgeva con questa composizione solamente alla comunità sacra ma anche all'aristocrazia già abituata alle prime rappresentazioni operistiche all'italiana.
in fondo sembra facile detto così : è una ricetta antica.
Ma far quadrare i conti tra un testo sacro affrontato con tutti i sacri crismi "dell'autenticità" con una esecuzione vivida, palpitante e coinvolgente, richiede arte.
E se ascoltandola non vi emozionerete nei passaggi più impressionanti e non vi resterà un formicolio all'epidermide, sarete voi da esaminare. In senso critico.
Naturalmente non è musica per tutti. Ma diventa rapidamente ipnotica a qualsiasi livello.
L'approccio non è operistico, lo è in modo spudorato. Ed è giusto così, anche per dar lustro ai cantanti.
Il contrasto è importante, ben tenuto dalle parti con il solo accompagnamento della tiorba.
Ma quando prende il pieno - che pure - come vedete nell'immagine d'insieme del complesso Pygmalion - non è mahleriano, e il volume sale, ogni componente si amalgama perfettamente.
Leggibilissima ogni voce, non solo dei solisti.
Legni ed ottoni superlativi.
Come anche l'acustica della cappella e la ripresa sonora, superlative, senza un'ombra di coda o di rimbombo.
Insomma, disco dell'anno senza tanti contendenti.
Quando ti viene da esclamare "Magnificat anima mea dominun" non c'è molto altro spazio per gli altri (magari, per lo strumentale, per il magnifico Frescobaldi di Corti, così restiamo nella stessa epoca, stessa nostra cara Italia, madre della musica occidentale).
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