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William Walton : prima sinfonia


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l'edizione di riferimento, quella con l'autore sul podio della Philarmonia.
Cofanetto di 4 CD che contiene anche il concerto per viola e quello per violino con Yehudi Menuhin

***

"Questa sinfonia è un'eruzione vulcanica di passione oscura e sensuale che parla con potenza immediata fin dalla prima battuta. Il primo movimento è una delle esperienze più inesorabilmente intense e delle strutture più straordinarie nella musica del XX secolo; lo scherzo è un Presto "con malizia" pungente e amaro ("con malizia"); il movimento lento è un malinconico dolore di dolore cromatico; e il quarto movimento è l'apoteosi in chiave maggiore dell'opera, un controverso (anche criticato, per alcuni) finale ottimista che canta, corre trionfante e grida di gioia."

Nel 1934 Walton aveva una trentina d'anni. E voleva dare la paga a tutti gli altri compositori inglesi.

Il periodo che va fino al 1940 é l'epoca d'oro della musica inglese di tutti i tempi, l'epoca vittoriana si chiude nell'ordalia della Grande Guerra. I musicisti inglesi ne sono permeati ma rifuggono le influenze continentali.
La loro musica diventa tipica, iperromantica, con una strutturazione di colori tardo-crepuscolari, tonalità e tessiture complesse, intricate, ma sostanzialmente armoniche.

I loro compositori sono i più attendibili testimoni di un'epoca che si è definitivamente chiusa con la nuova guerra.

Walton è ancora praticamente sconosciuto ma in possesso di solidi mezzi compositivi.
La sua prima sinfonia ha una genesi complessa. Praticamente arriva a definire completamente i primi tre movimenti in un tutt'uno.
Sono influenzati dalla burrascosa fine della sua relazione con la baronessa Imma Von Doernberg, personaggio certamente particolare che lo lasciò di punto in bianco per un medico ungherese.

Come ammise in seguito Walton, una musica di tale bruciante intensità proveniva dal profondo della sua anima. Questa sinfonia in si bemolle minore ha davvero avuto la sua ispirazione negli eventi della vita personale di Walton. Di solito è pericoloso per un compositore attingere all'immediatezza delle proprie vite emotive, trasformare quei materiali oscuri e grezzi nelle fondamenta di un'enorme struttura sinfonica. Ma nei primi tre movimenti – e quello di apertura più di tutti – Walton riesce esattamente a questo, e la musica è una devastante ferita emotiva che è al tempo stesso incandescente nella sua intensità e ferocemente avvincente come struttura sinfonica. Il pezzo trasmuta la frustrazione e le paure di Walton, i suoi dubbi e la sua rabbia al termine della sua relazione con Imma von Doernberg: quel Presto malizioso è una tempestosa faida tra i due amanti. Ma il finale è stato composto più tardi, Alice Wimborne , una viscontessa di 22 anni più vecchia di Walton entra nella sua vita.
Non è così semplice come mappare il dolore emotivo e il conseguente piacere sulla struttura della sinfonia, ma quella narrazione è una parte cruciale di come il pezzo è stato concepito.

Solo che si avvicinava il momento prefissato per la prima esecuzione e il finale non era pronto. Il concerto dovette essere annullato.
Poi ripreso l'anno dopo, rimandato, per poi essere eseguito con i soli tre movimenti finiti, perché il finale aveva prologo ed epilogo completi ma Walton non aveva idea di come legarli insieme.

Si arriva al novembre del 1935 per la prima della sinfonia completa, anche se la precedente esecuzione era già stata un trionfo.

La stampa avviene solo nel 1936 e Walton sceglie di mantenere la dedica ad Imma, segno che ... il segno era rimasto ben profondo.

Ci interessa tutto sommato poco, perché è come tutto ciò si traduce nella musica che conta.

Armonicamente parlando, il movimento di apertura è costruito su un'instabilità che risuona proprio all'inizio negli accordi che vengono prodotti dall'ostinato negli archi bassi e nei corni prima che la melodia dell'oboe inizi il suo acuto progresso

Il movimento presenta due tipi contraddittori di movimento ed emozione allo stesso tempo : questa musica è allo stesso tempo uno dei primi movimenti più irrequieti e trainanti della storia sinfonica, eppure tutte le sue grandi melodie hanno il carattere di un lamento.
È musica che è fermamente ambientata in un mare di instabilità, se non è troppo paradossale; e la tensione implicita nei mondi emotivi e armonici della musica produce alcuni climax sconvolgenti e strazianti, intorno due terzi del percorso e la monumentale processione di dolore che segna la fine del movimento.
Tutto però è sostenuto da un ritmo ostinatamente tenuto e un impertinente tono che poi trova sfogo nel successivo presto, lo scherzo "con malizia".

Dopo l'energia frammentaria e cupamente eccitante dello Scherzo, che esplode in un climax che é forse ancora più sconvolgente di quelli del primo movimento poiché sembra meno motivato e più casuale, il movimento lento esprime un genuino e intimo rimpianto. La melodia di apertura era originariamente prevista per il primo allegro; rallentando la melodia sprigionava la sua vera forza espressiva, e questo movimento racchiude la musica più toccante, lirica e malinconica della sinfonia.

Tutta questa intensità e angoscia personale fa invece sembrare il finale una brano preso da un'altra composizione.

Dove c'era dolore e follia, arriva una eloquenza esteriore, quasi formale,  come se il dolore e il dolore dei tre movimenti precedenti fossero stati esorcizzati dai precedenti grandi scontri sinfonici o improvvisamente dimenticati.
In un certo senso il finale sembra un poco "ruffiano" ma ascoltato dopo l'introduzione iniziale che poi sfocia un brillante fugato l'ultimo movimento diventa il colto momento della sinfonia.
Si, a tratti celebrativa, quasi da incoronazione (era il momento del passaggio da Giorgio V a Giorgio VI attraverso la breve apparizione di Edoardo VII e la sua Lady Simpson).

Questione di gusti, in fondo vediamolo come una rivendicazione del viaggio sinfonico di Walton che chiude il suo sforzo in modo trionfante, per avere dato effettivamente la paga ai suoi contemporanei.
Ma resta probabilmente la conclusione della sinfonia britannica più bruciante ed emozionante fino ad allora (e ad oggi) composta.

***

Fin qui la storia e la descrizione della composizione.

Vale la pena di ascoltarla ? Ma per la miseria, si.

E dopo la versione giurata, del compassato Sir William che io ho conosciuto da ragazzo per le musiche dei film shakesperiani di Sir Lawrence Olivier (Enrico V e Riccardo III), ci sono altre possibilità.

La prima, forse ancora la migliore, quella "lavish" di André Previn con la LSO

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la registrazione è stata fatta a Londra da tecnici Decca per conto di RCA. L'edizione è quella originale (Walton ci rimise le mani nel 1953 ma non troppo a proposito).
Ed è di una vivacità senza pari.

Ci sono altre edizioni storiche, come quella di Pritchard e di Haitink ma la nouvelle vague degli ultimi direttori inglesi ha prodotto versioni interessanti con un suono sontuoso.

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io scelgo quella Chandos con Edward Garner e la BBC Symphony che include anche il concerto per violino con la bravissima Tasmin Little.
Ma, volendo, se ne possono esplorare altre edizioni, se vi va.

 

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