Van Cliburn : Chaikovsky e Rachmaninov
dopo che ho pubblicato la mia recensione entusiastica sulla ristampa dei concerti di Rachmaninov di Byron Janis, ho ricevuto una lettera piccata della Van Cliburn Society che mi smentisce, intimandomi di fare ammenda.
Con il capo chino, mi scuso e faccio quanto richiesto.
Chaikovsky, primo concerto per pianoforte, 1958
Kirill Kondrashin dirige la RCA Symphony
Rachmaninov, secondo concerto per pianoforte, 1962
Fritz Reiner alla testa della sua Chicago Symphony
Van Cliburn, pianoforte
versione CD a 44/16 via Qobuz
del disco esiste la riedizione rimasterizzata su SACD
disponibile sia in DSD nativo che in alta risoluzione.
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Van Cliburn è la quintessenza del pianista americano, quello che mandava in visibilio le folle come fosse una rockstar.
Vincitore del premio Chaikovsky a Mosca nel 1958, primo occidentale, capace da solo di sgelare i rapporti "musicali" est-ovest.
A lui è intitolato un concorso internazionale pianistico.
Ci sono le registrazione dei suoi concerti con i più grandi direttori della sua epoca.
In effetti ... anche io quando penso a "Quando la moglie è in vacanza" (film del 1955, celeberrimo), immagino che sia Van Cliburn (aveva 21 anni) a suonare il concerto di Rachmaninov su cui Marilyn Monroe cade in visibilio tra le braccia dell'improvvisato vicino/playboy.
Quindi, prima di Biron Janis, pianista di elevata sensibilità ma certo minore presenza e carisma.
Questo disco, sensazionale, racchiude due concerti che erano tra i suoi cavalli di battaglia.
Ascoltarli è un pò come prendere la macchina del tempo e tornare indietro a quando ancora non si erano visti i viaggi spaziali di Star Trek per entrare nella leggenda.
Complice la qualità del suono assolutamente cristallina del riversamento in SACD, Van Cliburn è qui che incide alla Horowitz con le sue ottave generose ma al tempo stesso olimpiche, concedendosi tutto il tempo necessario a catturare l'uditorio.
Si capisce che all'epoca sia stato il primo best-seller di musica classica a superare il milione di copie vendute.
La registrazione con Kondrashin è di una chiarezza impareggiabile, il russo lo segue come se non avesse fatto altro nella vita e lui entra nelle pieghe del concerto come un grande neurochirurgo .
Non c'è spazio per inutili sentimentalismi ma l'operazione non viene svolta con sommaria irruenza, tutt'altro.
E' ancora più sottile la lettura del concerto di Rachmanivo, complice il grandissimo Fritz Reiner che lo asseconda avvolgendolo con il suo - memorabile - di quella Chicago Symphony.
Non ci sono forzature né sbavature, l'atmosfera è quella che deve essere, nulla di più, nulla di meno.
Chiaro e distinto, pulito e potente.
Straordinario, nella sua espressività ma soprattutto, suonato, non sparato in faccia all'ascoltatore.
Inarrivabile per chiunque.
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